torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: DragonBall
Titolo Fanfic: FIRST KISSES-PRIMI BACI
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: eternalphoenix galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 28/04/2004 22:48:16 (ultimo inserimento: 29/04/04)

ok, è la stessa di prima, ma ho dovuto rispedirla xché ho fatto qualche casino nell`inviare l`altra...^_^`
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
LACRIME SALATE E FALSE PROMESSE
- Capitolo 1° -

First kisses-Primi baci

Ndt.- Salve a tutti! Sono Phoenix volevo solo puntualizzare che questa storia non è mia, io la traduco soltanto, in quanto sarei una brava scrittrice solo se riuscissi a finire quello che comincio (e se non fossi dislessica...). Cmq questa è una delle + belle fanfic che io abbia mai letto e se x caso qualcuno di voi è in grado di leggere inglese (e intendo inglese parlato, non quello che si trova sui libri di scuola...) gli consiglio vivamente di andare a leggere le fanfic su www.fanfiction.net, quel sito è una cosa spettacolare, vi sono al momento 31 pagine di 25 fanfic ognuna, solo di T/P^__^! Io ho qualcosa come 180 fanfic di quel sito salvate sul mio computer... tutte T/P^////^... Un' ultima cosa: quando vedete ndt significa nota della traduttrice (cioè commenti sensa senso venuti fuori dalla mia mente bacata), quando vedete invece A/N significa author's note ovvero nota dell' autrice cioé Witchyprincess, colei la cui divina mano ha scritto quello che state x leggere! Buona lettura!

Disclaimer: Non posseggo niente di tutto questo.Deprimente, non è vero? Lo so, mi ci sono voluti 5 anni di terapia per ammeterlo.

A/N: Ok, lo so la storia sembra molto lunga, ma non è poi così lunga. Lo prometto. C'è un sacco di spazio a causa del modo in cui lo ho caricato ma non so come altro farlo con Microsoft Word... mi dispiace. E questo è il mio primo tentativo di scrivere una T/P fic (o qualsiasi fic romantica se è per questo) perciò per piacere, vi prego siate carini. Mi scuso in anticipo se manca il romanticismo, io ci ho provato.

Oh, si: Loro hanno quattro anni di differenza perché 14 per me è troppo. E ho voluto che fosse con Trunks e Pan perché ne avevo voglia. Lei è una Saiyan, era semplicemente giusto. Arrangiatevi.-si acqutta- non bruciatemi viva! Ero solita odiarli anch' io. Comunque... su con la storia!
Lacrime salate e false promesse
Pan atterrò sul prato all' inglese della Capsule Corp. e camminò fino alla porta.Ci mise un secondo ad allisciare la sua larga maglietta e i suoi disordinati capelli, capelli che erano stati provati a essere addomesticati senza successo dalla sua bandana, nel tentativo di allisciarli. Non aveva funzionato. Aggrottò la fronte, non aspettandosi veramente che funzionasse, e suonò il campanello. Bulma Briefs arrivò in meno di un secondo e spalancò la porta. Sembrava arrabbiata per qualcosa, la sua faccia di un rosso acceso come se fosse stata arrabbiata.
''E' un brutto momento Bulma?'' Chiese Pan, leggermente preoccupata.
''Oh no Pan. Scusa. Vegeta sta facendo lo stron-'' Si fermò appena comprese le parole che erano volate dalla sua bocca a una ragazzina di 14 anni. ''Perdona il mio linguaggio.''
''Tutto ok.'' Bulma si scansò per lasciarla entrare. ''Bra è nella sua stanza?'' Chiese Pan non aspettando realmente una risposta. Stava già salendo le scale quando Bulma le rispose.
''No.'' Pan si fermò di colpo.
''Oh, allora è in cucina?'' Sentì cadere qualcosa in cucina e si voltò verso l' entrata, dopo il salotto.
''Vegeta! Ti ho detto di stare lontano dal forno! Vai da Trunks e chiedigli se ha già fatto la valigia.''
''Accidenti, onna (donna in giapponese). Perché non ci puoi andare da sola?''
''Ti ho detto di non parlarmi così! Attento a come parli, Pan è qui.'' Vegeta emise un grugnito e Pan sapeva che quello era il suo modo per dire 'ciao'.
''Ciao Veggie-chan.'' Sorrise, conoscendo la smorfia che doveva essere comparsa sul suo volto. Bulma si voltò per tornare a guardarla e Pan scese dalle scale.
''Oh, cosa mi avevi chiesto su Bra, Pan? Non importa,'' tagliò corto prima che Pan potesse parlare. ''Bra non è qui tesoro, aveva un' attività pomeridiana da fare con Marron.
''Giusto,'' Pan cominciava a ricordare, sentendosi completamente tagliata fuori. Stavano provando a entrare nella squadra delle cheerleaders. Era così eccitata di andare da Bra che se ne era dimenticata. A dir la verità quella era la ragione per cui voleva vedere Bra. Stava cercando di entrare nella squadra con Marron. Marron stava cercando di portarsi via la sua migliore amica. Se entrambe l' avessero fatto Pan sarebbe rimasta fuori al buio, così Pan stava venendo per persuadere Bra a non farlo. Ma erano già andate. Ai provini. Insieme. E non c' era modo per cui nessuna di loro non sarebbe entrata nella squadra. E allora Pan sarebbe rimasta tutta sola con nessuno con cui parlare. Solo allora si rese conto di una cosa.
''Bulma, cosa volevi dire quando prima hai detto a Vegeta di vedere se Trunks aveva fatto i bagagli? Dove sta andando?'' Bulma si bloccò, stava pasticciando con qualche ciocca disobbediente di capelli, e guardò Pan come se fosse la persona meno informata sulla terra.
''Trunks non te l' ha detto?'' Pan scosse la testa.
''Detto cosa?''
''Bè, il nuovo anno scolastico è appena iniziato...'' Bulma cercava un modo per trovare le parole adatte.
''Si...'' Pan insistette che continuasse.
''E sta per andare al college.'' Pan tirò un sospiro di sollievo e si rilassò visibimente.
''Oh, è tutto qui?'' lasciò una risata di sollievo. ''E dove va?''
''All' università... di Princeton...'' Pan rise.
''No, Bulma, veramente, dove va.''
''Princeton.'' ripeté Bulma.
''Non può andare là. E' negli Stati Uniti. Dovrebbe alzarsi ore prima delle lezioni per volare fin lì ogni giorno. E' ridicolo.''
''Lo è proprio, Pan-chan.'' sentì trunks dirle dalle scale. Rabbrividì a quel nome e strinse i pugni. Non aveva più 4 anni, non era carino. ''E' per questo che non starò in Giappone.''
''Che...che c-cosa...ch-cosa vuoi d-dire?'' Balbettò per tirare fuori quelle parole. Lui rise come se non potesse dire che le stava spezzando il cuore. Rise come se lei avesse detto la cosa più divertente su questo pianeta.
''Mi sto trasferendo in America!'' Tirò fuori uno dei suoi famosi 'sorrisi di Trunks' e scese per le scale. Il cuore di le cadde tra le ginocchia. Aveva sentito giusto? Stava andando in America? Sicuramente non era serio. Non stava veramente facendo i bagagli e partendo così.
Perché no? In fondo aveva 18 anni adesso. Questo è quello che facevano i diciottenni. Andavano via in college. Stavano via, creavano la propria famiglia, iniziavano la loro vita. Si raddrizzò e cominciò a sbattere velocemente le palpebre come sentì l' umidità alla coda degli occhi. Non avrebbe pianto. Non davanti a lui. Questo mai. Specialmente dopo che sembrava così spensierato sul fatto che stava partendo.
Lui intanto aveva sceso le scale ed era arrivato di fronte a Pan. Le mise una mano sulla testa e le diede un sorriso rassicurante.
''Su con la vita, Panny. Non noterai nemmeno che me ne sono andato.'' Lei roteò gli occhi. Come poteva davvero pensare che non lo avrebbe notato? Era il suo migliore amico. Bra veniva subito insieme a lui. Lui era il suo... tutto. Aggrottò la fronte. -Se fossi almeno due anni più grande mi prenderebbe sul serio. Non sarebbe così felice di lasciarmi così subito.- Lasciò il pensiero scivolar via. -Non sono due anni più grande. Perciò non importa. Lui è felice di andarsene, non lasciargli capire che non sei felice di vederlo andare via.- Esalò un respiro e spinse gentilmente via la mano dalla sua testa.
''Probabilmente hai ragione.'' Sorrise ma le ci volse uno sforzo enorme. ''Avrò Bra...quando torna a casa, per giocare con me.'' Fece apposta per sembrare giovane e immatura. Se voleva trattarla in quel modo allora lei così si sarebbe comportata. ''Abbi una vita felice, Trunks.'' Il suo sorriso si allargò e provò il meglio per far sembrare le parole sincere. Era disturbata dal sentire Bulma tirare su col naso dietro di lei.
''Oh, Trunks. Non crescere e non lasciarmi.'' Gemette Bulma. ''Non voglio dirti 'abbi una vita felice' e lasciarlo essere il nostro addio. Promettimi che tornerai a casa e verrai a farci visita ogni tanto.''
''Certo.'' Trunks camminò verso la madre e le diede un ultimo abbraccio. ''Lo sai che tornerò, mamma. Ma se non mi sbrigo perderò il volo e devo portare tutta questa roba con me e volare fin lì da solo. Ed è un lungo volo mamma.'' Le diede un colpetto affettuoso con la mano, un bacio e si avviò verso la porta. Lei stava singhiozzando incontrollabilmente.
''Aspetta, Trunks.'' Riuscì a dire tra le lacrime. ''Vegeta vorrebbe dirti addio anche lui, lasciami andare a prendrlo.''
''Mamma,'' la fermò Trunks. ''Gli hai già detto di venire a controllare se avevo finito di fare i bagagli. Non l' ha fatto e probabilmente avev le sue ragioni.''
''Hai ragione. E' andato nella Gravity Room. Tutto questo sta distruggendo anche lui.'' Tirò su con il naso. Pan roteò gli occhi. Di certo lo stava distruggendo.
''Bè, spero tu non sia stato così riservato con Bra come lo sei stato con me.'' Interuppe Pan. ''Altrimenti non ti perdonerà mai per partire senza neanche informarla.''
''Mi dispiace Pan-chan. Sono stato occupato.'' Le scompigliò i capelli. ''Bra lo sa, l' ho salutata prima che uscisse prima. Adesso devo proprio andare. Ti voglio bene mamma.'' Le diede un bacetto sulla guancia e uscì dalla porta. Entrambe la singhiozzante Bulma e la furiosa Pan guardarono mentre Trunks volava via nell' aria. Quando fu fuori vista Pan sentì la realtà di tutto questo colpirla. Il suo migliore amico se ne era andato. Probabilmente non sarebbe mai tornato, avrebbe incontrato qualche sgualdrina e avrebbe avuto bambini e una vita e non ci sarebbe stato più posto per lei lì. I singhiozzi di Bulma furono eliminati gradualmente come il suo mondo le crollò addosso. Si sentì diventare debole nelle ginocchia, ma sapeva di non poter crollare lì. Non lì, in piedi all' entrata con Bulma, preoccupandosi di un ragazzo che non avrebbe mai potuto avere come un cucciolo malato d' amore. No, sarebbe andata a casa...ora.
Scappò in aria e salutò Bulma ''Dì a Bra che sono passata.'' Urlò Pan con tutto l' autocontrollo che le era rimasto. Calde lacrime salate scendevano lungo il suo viso mentre il vento le asciugava. Fu così per tutto il tragitto fino a casa.
-------------------4 anni dopo------------------
Pan scivolò nel suo vestito argentato e chiuse la cerniera fino a dove poteva prima di avviarsi a cercare sua madre. ''Mamma,'' chiamò e sua madre arrivò in ingresso. ''Mi serve che mi allacci il resto.'' detto questo si girò così da permettere alla madre di allacciare il resto della cerniera mentre Pan sentiva il vestito fasciarle le curve.
''Girati così posso vedere come ti sta.'' le disse Videl. Pan obbedì e un lento sorriso sorse sulla faccia di Videl appena Pan si voltò completamente. ''Oh, sei meravigliosa Pan!'' esclamò felicemente sua madre. Pan arrossì leggermente e indietreggiò da sua madre.
''Puoi aspettare mentre prendo la collana?'' Pan chiese alla madre speranzosamente. Sapeva che Videl non era ancora vestita e doveva sbrigarsi. ''Non posso mettermela da sola.''
''Ma certo.'' rispose senza esitazione sua madre ''E' semplicemente così bello vederti in un vestito... Credo che andrò a prendere la macchina fotografica!'' Pan emise uno strano verso.
''No!'' Sua madre fece un salto, un po' scioccata dalla sua reazione. ''Voglio dire...per favore non farlo madre. Non voglio dover mettermi in posa. E poi saremo in ritardo.'' disse puntando all' orologio dietro sua madre. Videl mosse la mano in modo spensierato e ignorò la figlia.
''E chi se ne importa! Saremo in ritardo elegante.'' Pan tornò nella sua stanza e afferrò la collana, cercando di scappare prima che sua madre potesse mettere le mani su una macchina fotografica. Non funzionò. Nel tempo in cui uscì dalla sua stanza, flash abbaglianti la stavano accecando. Aggrottò la fronte.
''Pan, non sei la metà attraente quando fai così, perciò smettila!'' le ordinò sua madre. Pan smise e sorrise; quindi mise le mani sulla faccia.
''Basta così, niente più paparazzi. E non sono attraente.'' Pan arricciò il naso alla madre e le passò la collana.
''Oh, cara,'' cominciò sua madre appena fece voltare Pan e afferrò la collana ''Non hai idea di quanto ti sbagli...'' Il cuore di Pan balzò per un secondo. Era davvero attraente? Impossibile, non lo era mai stata. Si allontanò tranquillamente da sua madre mormorando un 'grazie' e avviandosi verso la propria stanza. Andò verso lo specchio intero e si diede un occhiata. Non aveva visto il suo riflesso da prima che infilasse il vestito e non conosceva l' effetto che aveva su di lei. Restò senza fiato a quello che vide.
I suoi capelli erano stati appuntati con delle forcine in una bellissima crocchia con dei ricci che pendevano e cadevano da tutti i lati. -Stanno veramente bene in quel modo- pensò. E il vestito le stava bene...no, più che bene. C erano due bretelle a reggerlo, ognuna partiva da un lato e arrivava dall' altro. Il vestito mostrava più che un poco della sua schiena e del petto, nonostante non avesse lo scollo a v. La sua collana era un bene per il suo look perché vi erano diamanti sopra in congruenza con i falsi diamanti sparsi nella parte alta del vestito, in quella bassa e sui lati dov' erano gli spacchi. Il vestito argentato abbracciava tutte le sue curve, e su di lei era una buona cosa. Sorrise e s' infilò dele scarpe intonate, prese la borsetta e scese di sotto.
Aspettò vicino alla porta, nervosa per il party di Natale. I Briefs tenevano sempre un party di Natale da qualche parte intorno al 10 novembre, e non era la prima volta che era andata ad uno, infatti c' era andata quasi tutti gli anni, ma quest' anno era differente in qualche modo. Non poteva che chiedersi se Trunks ci sarebbe stato. Veniva ogni anno della sua vita, ma non era venuto l' anno precedente e quello prima in cui lei non lo aveva visto. Doveva perdere il party perché suo nonno si era ammalato e aveva passato le due settimane seguenti e Natale nel maniero di Satan. Trunks era stato al party e lei non lo aveva visto. Così erano passati 3 anni e lei non aveva visto nemmeno la sua faccia, sentito la sua voce. Se fosse venuto stanotte sarebbe stata una buona occasione per riallacciare i rapporti.
Si ricordava ancora di averlo visto al primo party dopo che aveva lasciato casa...questa era stata l' ultima volta che l aveva visto. Aveva appena compiuto 15 anni. Lui l' aveva trattata come al solito ridendo e scherzando, ma lei lo sentiva così differente...lo aveva chiamato dopo la festa, dopo che era tornato in America, ma non era mai a casa. Gli aveva scritto tre lettere prima di realizzare che non avrebbero mai ricevuto risposta. Quindi, con il cuore spezzato, aveva dimenticato tutto di lui. Ora che se ne era ricordata, il suo orgoglio prese il sopravvento.
Adesso aveva diciotto anni e sulla via per il suo college a sua volta, anche se il suo ultimo semestre di liceo non era ancora finito. Aveva fatto corsi avanzati da essere in grado di diplomarsi presto. Sarebbe potuta andare in qualsiasi scuola avesse voluto e sarebbe stato il suo turno di ignorarlo. Ma non doveva pensarci adesso. Aveva tempo fino alla fine dell' estate prima di ritornare a scuola. Aveva già risolto che, se mai si fosse presentato alla festa, lei non gli avrebbe rivolto la parola. E se si fosse scusato, lei non l' avrebbe perdonato. L' avrebbe finalmente lasciato nel passato. Le ci erano voluti 15 anni solo per fare in modo che pensare a lui non gli facesse venire le farfalle nello stomaco. Non sarebbe tornata una piccola bambina di nuovo, non solo per degli occhi da cucciolo ferito. Anche se si trattava di Trunks, il suo un-tempo-migliore-amico.
Solo allora sentì sua madre e suo padre scendere le scale. Guardò all orologio e tirò indietro la testa un po' shockata: erano stati veloci, sua madre non era nemmeno vestita 20 minuti prima. A Pan c' era voluto qualcosa come un' ora e mezza per prepararsi. Sua madre era splendida mentre camminava verso la porta. Pan fece scivolare il suo scialle intorno alle spalle mentre fece uscire un fischio verso i genitori. Sua madre indossava un vestito rosso molto simile al modello di Pan che però non mostrava la sua schiena e la stessa quantità di scollatura. Gohan indossava un bel completo che si intonava con il vestito di Videl.
''Voi due state benissimo.'' Sorrise mentre suo padre la scrutava.
''Anche tu.'' disse con orgoglio, una piccola smorfia all' angolo delle labbra. Pan inclinò la testa.
''Che c'è papà?'' gli chiese lei.
''Lo sai la gente ti vedrà alla festa...''
''Hai appena detto che stavo bennissimo!'' si tirò indietro, offesa. Non credeva di stare così male.
''Quello che vuole dire, tesoro, è che i ragazzi ti vedranno a questo party.'' Corresse Videl. ''Sta solo facendo la figura ultraprotettiva tipicamente paterna di nuovo.'' Pan rise. Non credeva neanche di stare così bene da rendere suo padre contrariato del fatto che gli uomini l' avrebbero vista. Questo era un bene. Sorrise e prese sottobbraccio i genitori.
''Andrà tutto bene papà.'' lo rassicurò. Lui contraccambiò il sorriso. ''Andiamo?'' Loro annuirono e si avviarono verso la porta.
Pan scese dalla macchina volante dopo che atterrarono, facendo attenzione a dove metteva i piedi mentre lo faceva. Non capitava spesso che indossasse scarpe con i tacchi alti, e avrebbe odiato inciampare e cadere davanti a tutta la gente ricca che sarebbe stata alla festa. Vide Bra correre, bè, più l' imitazione di una corsa, perché il suo vestito era troppo stretto e le scarpe troppo alte, verso di lei con un sorriso piantato sulla faccia.
''Oh Pan! Stai benissimo!'' Sorrise alla ragazza e le buttò le braccia al collo in un abbraccio amorevole. ''Dovresti metterti dei vestiti più spesso. Dio, sei persino più graziosa di me e non faccio questo complimento ,olto spesso.'' Lasciò andare Pan che sembrava innervosita.
''Ciao anche a te, Bra.'' Pan sorrise. ''Stai benissimo anche tu!'' Ammirò lo stretto vestito oriantale nero con dei motivi bianchi sopra. Bra girò in tondo e Pan poté ammirare il modo in cui il vestito era tagliato all' altezza delle ginocchia e poi scendeva in diagonale dall' altro lato e le avvolgeva le caviglie. Risero per l' eccitazione e si presero sotto braccio camminando verso la casa.
Marron fu la prima a salutarle quando furono dentro. Pan sbuffò rumorosamente e Bra le diede una gomitata. ''Lo sai che è mia amica.'' la rimproverò Bra.
''Lo so...'' disse Pan per scusarsi. Ma questo non voleva dire che le piaceva Marron. Lei era sempre così sorridente, così felice come se il mondo esistesse solo per lei. Pan si rabbuiò quando Marron si avviò verso di loro.
''Ciao Panny. Ciao Bra.'' disse Marron e Pan roteò gli occhi. Bra le diede una gomitata di nuovo e Pan mormoro un ciao. ''Stai davvero bene Pan.'' si complimentò Marron.
''Anche tu.'' diise Pan a denti stretti. ''Davvero bene.'' I suoi occhi rotearono attorno al vestito di Marron, era viola e non andava oltre le ginocchia. Faceva freddo fuori per amor di Dende! Perché non indossava dei vestiti veri?
''Grazie.'' Marron sorrise e tornò al tavolo delle bevande. Bra la seguì e Pan seguì reluttantemente Bra.
''Ho bisogno di farmi dei nuovi amici...'' mormorò Pan mentre si muoveva.
Goten arrivò circa mezz' ora dopo e Pan ne fu più che grata. Finalmente avrebbe avuto qualcuno con un po' di senso a cui parlare e non avrebbe dovuto ascoltare Marron blaterare sui balli scolastici e vestiti carini con Bra. Si diresse da Goten e lasciò le altre due ragazze ai loro piani per lo shopping.
''Che succede zio?'' Sorrise mentre lui ammirava la sua tenuta. Pure lui stava indossando un completo per l' occasione. ''Perché sei così in ritardo? Tua madre è arrivata qui mezz' ora fa.''
''Bè, non sono così in ritardo. Avevo un po' fame...'' Pan rise alla sua risposta.
''Lo sai che c' è del cibo qui.'' indicò il lungo tavolo attaccato al muro mentre gli occhi di Goten seguivano la direzione.
''Lo so, ma ci sarebbe stato tutto questo cibo da buffet, sai il tipo che mangia la gente ricca. Volevo qualcosa di diverso...'' Lei ridacchiò, ma la sua risatina le tornò in gola appena vide qualcuno entrare nella stanza. Non poteva esere chi credeva fosse. E invece lo era. Lo stomaco le cadde tra le ginocchia quando lo vide scostarsi una ciocca di capelli color lavanda dalla faccia e sorridere. Pan si mise una mano sullo stomaco e la sua faccia sbiancò.
''Panny, Stai bene?'' Goten le mise una mano sulla spalla preoccupato. Lei fece qualche passo indietro e cercò qualcosa a cui aggrapparsi come se sarebbe svenuta se non si fosse seduta subito. Le sue mani stavano visibilmente tremando quando si voltò velocemente, fuggendo via senza rispondere alla domanda di Goten.
La bocca di lui rimase aperta, chiedendosi cosa le potesse essere preso, quindi si voltò nella direzione in cui lei stava guardando.
''Trunks!'' Lo chiamò. ''Amico, da quanto tempo.'' Goten fece un largo sorriso mentre si dirigeva dal suo migliore amico. Dimenticò tutto di Pan appena lui e Trunks si srinsero le mani e cominciarono a parlare come se ieri fosse stato l' ultimo giorno che si erano visti.
''Che hai?'' Chiese Bra quando raggiunse Pan, notando che stava in un angolo con uno sguardo che sembrava avesse visto un fantasma. Pan alzò di scatto la testa e guardò Bra.
-Oh mio Dende, che cosa faccio adesso?- Pan le sorrise come se la domanda fosse ridicola e cercò di schiarirsi la gola. Non sapeva che rivedere Trunks le avrebbe fatto questo effetto. Sospirò e alzò le spalle, realizzando che Bra stava aspettando una risposta.
''Oh, niente.'' Pan riuscì a rispondere. ''Sono solo già stanca di stare qui. Voglio dire, vorrei solo andare a dormire, sai?'' Pan cercò di fare del suo meglio per sembrare convincente. Bra alzò un sopracciglio non credendo alla bugia dell' amica. Però volse lo sguardo da un' altra parte e vide Goten parlare a suo fratello e lanciò un strillo. Risolse che se Pan avesse voluto dirle cosa aveva avrebbe detto qualcosa e non l' aveva fatto. Acchiappò Pan per un braccio e la trascinò via.
''Che cosa ti prende a te?'' La prese in giro Pan. Bra rise.
''Trunks è qui! Vieni a salutarlo con me Pan!'' La tirò con forza e camminò, trascinando Pan con se. Pan si rabbuiò, corrugando la fronte. Questo era quello che cercava di evitare. Non voleba stare vicino a Trunks, non voleva che la vedesse e capisse che aveva ancora lo stesso effetto su di lei. Si ricompose prima di arrivare lì, non gli avrebbe dato questa soddisfazione.
''Trunks!'' Urlò Bra mentre gli gettava le braccia al collo in un abbraccio amorevole. ''E' stato così tanto tempo! Non voglio mai più lasciarti andare via.''
''Oh bè allora sei fortunata. Non dovrai più lasciarmi andare via per circa un mese.'' Le sorrise lui e lei strillò di nuovo.
''Non mi stai prendendo in giro?'' sciolse l' abbraccio e cominciò a saltellare su e giù. ''Davvero rimarrai per un mese intero?'' Lui rise al suo entusismo e le annuì con la testa. Fu allora che notò la ragazza che si trovava dietro a Bra. I loro occhi si incontrarono e poté giurare sembrava anche lei felice che lui rimanesse. Ma a quel punto lei guardò da un' altra parte. lui colse l' occasione per scrutare il suo corpo. -Oh Dende, è davvero bella.- Notò le sue curve, la sua altezza, i suoi capelli. Gli sembrava di conoscerla...no lui desiderava conoscerla. Lei tornò a guardarlo e arrossì. Lui amava quello sgurdo innocente sul suo viso. Ma chi era?
''Bra, non mi presenti la tua amica?'' chese Trunks ma quasi si calciò mentalmente dopo che ebbe pronunciato quelle parole. L' espresione della ragazza cambiò da una sorridente a una corrucciata in un battito di ciglia e corrugò la fronte. E allora lui capì a chi apparteneva quel viso.
Si, la conosceva. ''Sto solo scherando Pan-son.'' Cercò di mascherare la sua pazzia e mise su un sorriso per aggiungere convinzione alla bugia. Lei lo fissò per un minuto quindi sembrò soddisfatta della sua risposta. Lui lasciò un sospiro di sollievo e allargò le braccia. ''Non vieni a darmi un abbraccio? Non mi hai visto per...anni.''
''E sono sicura che non lo hai nemmeno notato.'' Aggrottò la fronte e anche se le sue parole erano state dette per essere dure lei le espresse prive di emozione. Lui rise una di quelle sue risate spensierate e fece cascare le braccia.
''Penso sia un no.'' scosse la testa. ''Stessa vecchia Pan-chan.'' Anche se disse così il suo cervello urlava che non era la stessa ragazza. I suoi occhi stavano ancora viaggiando sul suo corpo, ogni curva lo attraeva e poteva sentirsi vicino a perdere il controllo. Si irrigidì leggermente e notò lo sconfortevole calore che stava crescendo nella zona sotto il suo addome; distolse il suo sguardo, pensando alla cosa più noiosa che poteva...baseball. Poi football, altri uomini che si prendono a calci nel sedere. Questo era una completa distolsione da quei pensieri. Si era calmato abbastanza per notare che se ne era andata.
''Pan-chan.'' Mormorò lei con ripugnanza il suo vecchio soprannome. Con chi credeva di stare a parlare? Non era più Pan-chan. Per lui ora era solo Pan. E di sicuro lei non era la stessa. E come sarebbe sopravvissuta con lui per il resto del mese? Forse Bra non l' avrebbe voluta intorno; forse avrebbe spassato ogni secondo del giorno con Trunks. A Pan questo andava bene, il meno lo vedeva, il meglio per lei; Non poteva sopportare il modo in cui il suo cuore saltava i battiti quando lui era in giro. Lei non voleva che lui ricevesse qualsiasi tipo di emozione da lei.
''Che vuoi Trunks?'' chiese Pan con calma.
''Accidenti. Non mi hai visto per tre, forse quattro anni e mi tratti così?'' La trascinò verso di se e le diede un abbraccio. La strette un po' più a lungo di quanto avrebbe dovuto secondo lei, aveva dovuto trattenere il respiro per impedire al suo cuore di saltarle fuori dalla gola, e fu presa di sorpresa quando la lasciò andare.
''Se ti mancavo hai avuto uno strano modo di dimostrarlo.''
''Cosa vuoi dire?'' Chiese lui, completamente ignaro del fatto che lei fosse arrabbiata con lui.
''L' hai detto da te. Tre anni. E non hai nemmeno scritto. Era come se fossi scomparso dal pianeta. E per tutto quello che ne sapevo sarebbe potuto anche essere così. Eccetto gli occasionali accenni di Bra.'' Gli diede un pugnetto amorevole sulla spalla.
''Bè, Pan-chan, non sapevo te ne importasse così tanto...'' la stuzzicò lui. Lei non rise.
''Lo sai che m-'' si fermò, non volendo finire la frase. Voleva dire 'mi sei mancato' e 'eri il mio migliore amico'. Ma non poteva portare se stessa a pronunciare quelle parole. Marron arrivò correndo e abbracciò Trunks da dietro.
''Trunksie! Mi sei mancato! L' ultima volta che abbiamo parlato al telefono non mi avevi detto che ti saresti fermato per un mese! Immagina come mi sono sentita a doverlo sentire da Bra.'' Strinse la presa su di lui e Trunks si rabbuiò.
''Mi dispiace Marron.'' Ma chiunque avrebbe potuto dire che non era sincero. Pan roteò gli occhi. Non aveva trovato il tempo di rispondere a tre misere lettere però aveva trovato il tempo per parlare con quella testa vuota al telefono. Marron girò intorno a Trunks e gli diede un vero abbraccio. Nel tempo in cui Trunks si era girato per riprendere la conversazione con Pan, lei se ne era già andata. Lui aggrottò la fronte, arrabbiato per non aver sentito cos' era supposto dovesse conoscere su di lei.
Pan sistemò il vestito sulla stampella e lo appese nel suo armadio. Sospirò, contenta di non aver avuto un' altra conversazione con Trunks durante la notte. L' aveva resa così arrabbiata quando Marron aveva annunciato che aveva parlato con lei al telefono. Lei. Perché avrebbe dovuto chiamare lei e non Pan? Pan era stata la sua migliore amica, lei era stata quella con cui aveva combattuto e parlato. Marron era ancora una piccola bambina che piangeva quando si sporcava le unghie. Ma Pan, Pan non era come le altre ragazze. E questo era quello che piaceva a Trunks di lei...lei pensava questo fosse ciò che gli piaceva. Ma, di nuovo, questo era stato quattro anni prima. Così adesso preferiva le bambocce alle vere donne. Rabbrividì un poco e realizzò che doveva mettersi sotto le coperte, il suo pigiama non era abbastanza da tenerla calda. Indossava una canottiera di cotone e dei pantaloncini di cotone anch' essi, blu con delle nuvolette sopra.
Stava per tirarsi addosso le coperte quando un colpo alla finestra la fermò. -Che diavolo?- Camminò verso la finestra e la aprì, guardando fuori. Non c' era niente. Fece per tornare indietro e stava per richiudere la finestra quando una mano la catturò e la tirò giù. Gridò ma l' altra mano era già andata a piantarsi sulla sua bocca con anticipo mentre cadde dalla finestra. Si agitò e cominciò a sbattere le braccia prima che realizzasse che non sarebbe caduta. Chiunque fosse la reggeva fermamente. Aggiustarono le loro mani in modo che potessero adattarsi con fermezza intorno alla sua vita e dal modo in cui il suo stomaco fece un salto al suo tocco lei poté dire chi era. Gli diede una gomitata nello stomaco e lui ridacchiò.
''Che stai facendo qui Trunks?'' gli disse con rabbia.
''Non abbiamo mai concluso la nostra conversazione prima.'' Rise e lasciò andare il suo corpo. Lei cominciò a cadere poi si ricompose e volò verso di lui. Il suo viso aveva uno sgurdo torvo e poteva dire che era tutto per lui.
''Trunks-kun, come ti permetti!'' Gli diede un pugno in faccia. ''Venire qui a strattonarmi dalla mia finestra e poi lasciarmi cadere pensando che sia divertente!'' dichiarò come se ci volesse molto coraggio per sfidarla.
''E cosa vuoi fare Pan-chan?''
''Dende, non chiamarmi così! E ti piglierò a calci nel sedere.''
''Ah si?'' la stuzzicò e mise le mani in posizione per combattere.
''Ma non stanotte, fa freddo.'' Si avviò verso la finestra e stava per rientrare quando lui la afferrò. ''Che diavolo Trunks, ho freddo!'' Lui volò vicino a lei e la circondò con le braccia. Il petto di lei premeva contro quello di lui mentre massaggiva dolcemente con le sue mani le braccia di lei. Stava tremando quando Trunks si rese conto che gli piaceva la sensazione di lei stretta a lui. Pan appoggiò la testa sulle sue spalle mentre il suo respiro si faceva affannato sul suo collo.
''Ecco.'' le sussurrò sul collo dopo che ebbe abbassato la testa per parlarle nell' orecchio. Lei rabbrividì ancor di più. ''Ci vorrà solo un secondo.'' Tirò indietro la testa e la guardò, mettendo su i suoi occhi da cucciolo ferito per funzionare. Lei lo guardò, ora ricordandosi esattamente perché non poteva mai dirgli di no. I suoi occhi erano la cosa più attraente che avesse mai visto. Il suo corpo si irrigidì appena si accorse che le sue mani si stavano muovendo più lentamente adesso, più sinuosamente. Riappoggiò la testa alle sue spalle, mordendosi le labbra e chiudendo gli occhi; stava ovviamente godendosi il massaggio. Il suo respiro diventò più lento e dovette resistere alla tentazione di baciargli il collo.
''Cosa vuoi allora?'' Gli chiese lei riprendendosi, apparentemente arrabbiata come prima. Lui sorrise diabolicamente. Era tutto quello che poteva fare per trattenere le sue mani dal scivolare sulla sua vita e poi più giù sul suo corpo. Voleva carezzare ogni singola parte di lei come stava facendo con le braccia, voleva far scorrere le sue dita su ogni centimetro del suo corpo, senza saltare neanche una parte di pelle. E ridere era l' unica cosa che poteva trattenerlo dal risponderle nella maniera in cui voleva. trattenerlo dal dire 'ora come ora voglio te'.
''Tu, che non sia arrabbiata con me.'' Le sue labbra erano ad un solo centimetro da quelle di lei quando lo guardò e entrambi potevano sentire il loro respiro accelerare.
''Cosa ti fa credere che io sia arrabbiata con te?'' Lo contestò.
''Andiamo, non sei stata carina con me dalla prima volta che mi hai visto oggi.'' Lei prese un gran respiro come le mani di lui lasciarono le sue braccia e scivolarono sotto quelle, sulla sua maglietta. Muovendosi in su e in giù lungo i suoi fianchi. Le carezze erano più forti adesso, meno giocose, mandandole calde fitte attraverso il suo corpo. Le sue mani stavano così bene sul suo corpo. Rabbrividì di nuovo, questa volta più evidentemente. ''Possiamo finire la conversazione dentro se ti va...'' Indicò la sua stanza, in risposta ai suoi brividi.
''Non ho così freddo.'' provò lei a rassicurarlo. Lui non riusciva a trovare le parole per dirle che aveva interpretato male la sua affermazione. Non le aveva offerto di tornare nella stanza perché credeva avesse freddo, ma perché lui aveva caldo. Terribilmente caldo. La sua pelle era ancora più soffice di quel che aveva immaginato; e non aveva per niente intenzione di parlare, solo di mettere in atto i pensieri che aveva avuto un attimo prima sul fatto di carezzarla. Ma era un bene che lo avesse capito male. Non poteva sentirsi così verso di lei, era una bambina. Era la sua piccola Pan-chan. Di sicuro scherzava con lei, se la prendeva con lei, giocava con lei, ma non c' era mai stata nessuna attrazione fisica. Ma era sempre stato solo uno scherzo. Sarebbe stato così se l' uccideva stare lontano da lei questo mese.
''Ma sei arrabbiata con me.'' Scosse la testa da quei pensieri. Pan non era attraente. Era Pan.
''Te l' ho già detto, non hai chiamato. Non hai scritto. Sei semplicemente scomparso dalla terra.'' Cercò di allontanarsi da lui ma le sue braccia ancorate alla sua vita la tenevano lì. Le sue mani stavano disegnando cerchi sulla sua schiena e i soffici movimenti le stavano mandando fremiti per tutto il corpo.
''Senti Panny, era semplicemente più facile per me ok? Voglio dire, perché torturarmi a chiamarti e scriverti quando sapevo che tanto non potevo vederti. Vuoi dire che non hai mai provato a spingere fuori dalla tua mente qualcuno perché se avessi pensato a loro ti sarebbero mancati troppo?'' Mise il broncio e appoggiò la sua testa alle sue spalle. Lei amava il modo in cui i suoi soffici capelli sfioravano il suo collo. Amava il modo in cui lei si sentiva tra le sue braccia. Sentiva già le farfalle aggirarsi nello stomaco e cominciò a pensare che si sarebbe sentita male. Un misto di calore e piacere corsero lungo la sua spina dorsale e attraverso il suo corpo. Avvertì il bisogno improvviso di gettargli le braccia addosso e condurlo nella sua stanza. Lo spinse via e si mosse indietro fino a sedersi alla finestra.
''Sei un bugiardo.'' Lo accusò e lui indietreggiò per lo shock.
''Cosa? Cosa te lo fa pensare?'' Non stava più sorridendo.
''Hai chiamato Marron tutte le volte.''
''Marron mi ha chiamato, ed è anche seccante. Non volevo venire per vedere lei.''
''O me.'' Si rabbuiò Pan e Trunks fece finta che l' avesse colpito.
''Ahi.''
''E' vero. Non sapevi neanche chi fossi quando mi hai visto.''
''E di chi è la colpa? Mi hai scartato l' altr anno quando sono venuto a fare visita con nient' altro che una cartolina di Natale.''
''Oh queste sono balle e lo sai.'' Pan quasi gridò attraverso i denti stretti. '' Non sei venuto l' anno scorso e l' anno prima che il nonno si ammalasse. Lo sapevi. Avresti potuto passare prima di ripartire. E comunque se avessi voluto veramente vedermi avresti volato. Tu hai la capacità di volare, no?''
''Sono stato occupato Pan-chan.'' Disse mettendo il muso.
''Non troppo occupato da non poter parlare con Marron.'' Non voleva più parlare di queste cose.
''E importa? Sono qui e non voglio che tu sia più arrabbiata con me. Almeno intanto che sto qua Pan-chan.''
''Smettila di chiamarmi così boxer boy!''
''Ehi, non c' è bisogno di arrabbiarsi.''
''Avresti potuto rispondermi, almeno una volta. Voglio dire, cosa succede se ti perdono e siamo di nuovo amici-amici. Poi partirai di nuovo e dove sarò lasciata? A ricevere notizie da Marron e Bra sul loro amico e sul loro fratello. Come se io non importassi più. Perciò cosa ti importa se sono arrabbiata o no?''
''Questo è il mio ultimo anno di scuola, Pan. Dopo tornerò a casa così ci potremo vedere ogni volta che vorremo.''
''Torni indietro in Giappone? Quando?''
''A marzo.'' Il sorriso le si spense. Marzo era molto lontano. E comunque lei sarebbe andata al college...a meno che... no, non si sarebbe permessa anche solo di pensare in quel modo. Quel 'a meno che' non era una possibilità, pensare che lo fosse sarebbe avere troppa confidenza in se stessa. No, non avrebbe detto 'a meno che'. Sarebbe andata via, così erano i piani, ad agosto.
''Ok Trunks, non sono arrabbiata con te.'' Mise la gamba oltre il vetro e saltò dentro.
''Promesso?'' le chiese lui prima che chiudesse la finestra. Lei incrociò le dita come per dire che stava mentendo, come i bambini piccoli che non volevano finire nei guai dopo che avevano mentito.
''Promesso.'' Rise diabolicamente e portò il vetro giù. Era anche un peccato, Trunks si stava godendo la vista. -No, questo non è permesso. Pan è una bambina piccola.- ricordò a se stesso.

Ndt.-Fiuuu... ho finito il primo capitolo, sono 9 pagine, ci ho messo un giorno e mezzo... Chiedo scusa se ci sono degli errori di ortografia ma davvero non mi va di rileggerla tutta... Mi chiedo perché mi sia scelta una storia così lunga... Sn 14 capitoli + l' epilogo... Bo, sarà il lato masochistico che c' è in ognuno di noi... come quell' altra ragazza che si è messa a tradurre Be careful what you wish for (stai attento a quel che desideri): un lavoro da rimanerci stecchiti! Bè sxo che la storia vi intrighi almeno un po', non vi dico di farmi saxe cosa ne pensate anche se non mi dispiacerebbe ricevere qualsiasi tipo di commento... Almeno se mi dite che non vi piace potrei decidere di non farmi la fatica di tradurre gli altri 14 capitoli... Oppure di farvi dispetto e tradurli tutti aggiornando ogni giorno... Pomodori colpiscono la traduttrice... ''Mmmh... sono maturi e buoni... Mamma! Che per caso stai facendo la pizza?'' .....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................''Ops ho dimenticato di spegnere il computer...''....la traduttrice va a mangiare.

Baci a tutti! Eternal Phoenix^__^
 
Continua nel capitolo:


 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: