torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto
Titolo Fanfic: A NEW ADVENTURE
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: -daisuke- galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 28/04/2004 14:48:04 (ultimo inserimento: 24/07/04)

un nuovo gruppo a konohgakure.nuovi esami.nuove tecniche. nuovi personaggi.
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
GRUPPO 5
- Capitolo 1° -


„Le vene giugulari sono quattro. Una per ogni lato del collo. Quella che dovrete colpire voi è la vena giugulare interna. Essendo la più grande è anche…” Takami non ne poteva più. Ormai erano arrivati alla terza ora di lezioni per oggi. Tra pochi giorni ci sarebbero stati gli esami da genin e non aveva nessuna voglia di entrare a far parte di un gruppo di idioti. Di solito le squadre dividevano sempre i gruppi di amici o parenti stretti, perché un ninja deve saper sopportare ogni situazione e dare sempre il meglio di se. “…prendendo il kunai nella destra e praticando un taglio verticale verso il mento…” Parlando sinceramente Takami non era un gran che come ninja. Certo, era brava a scuola, ma sapeva che appena sarebbe dovuta andare oltre la teoria non ce la avrebbe fatta. Sarebbe finita in un gruppo di riserva e si sarebbe fermata a vita allo stato di genin. D'altronde tutti sapevano che l’ hokage puntava a formare dei gruppi forti e non, come negli ultimi anni, equilibrati. Da quando c’erano state quelle tensioni con il paese della sabbia e quello del suono si puntava solo all’ efficienza. Ormai si era rassegnata: sarebbe finita in un gruppo di scarto. “Bene, potete andare. Studiate per l’ esame!” Takami avrebbe passato i prossimi giorni su disegni anatomici e rotoli. Se non era forte, almeno voleva dimostrare che conosceva la teoria.
“…Taguchi Aikio – promossa con 35 punti, Desawa Yagi – promosso con 42 punti, Yonehara Mono – promosso con 39 punti, Harada Takami – promossa con 46 punti…” Ce la aveva fatta. Non le importava se da domani sarebbe stata lo zimbello del villaggio, oggi aveva ricevuto il coprifronte della foglia con uno tra i cinque migliori punteggi. “Vi ricordo che domani alle ore 9 dovete trovarvi qui a scuola per conoscere i maestri che da oggi seguiranno la vostra educazione ninja. Nel rotolo che vi abbiamo consegnato sono specificate le aule in cui lo troverete. Buona fortuna a tutti. Vi auguro una buona carriera e una lunga vita. ” Ecco fatto. Dal paradiso all’ inferno in due virgola tre secondi.
Takami era a casa e puliva il suo equipaggiamento : kunai, shuriken, veleni, mappe, rotoli, alcuni bisturi, coltelli vari, delle funi e altre cose utili. Non era mai stata una rande combattente, ma era decisa a dare il meglio di se. Forse una piccola scintilla di speranza c’era. In fondo poteva succedere di tutto… Cercando di cancellare le paure dalla sua testa e ripetendo le regole del ninja in caso di un interrogazione improvvisa usci di casa e si avviò verso il centro del villaggio. “…da domani si comincia…” “Il ninja si trova a proprio agio nella confusione del nemico…” “Chissà con chi capiterò” “…per il ninja è importante conoscere i tempi della stanchezza e della disattenzione del…” ”…spero…” Non ne poteva più. Tutti erano contenti e non vedevano l’ora si cominciare. Decise di dimenticare le insicurezze e di sperare in un gruppo simpatico e forte.
“Aula 201. Deve essere questa. Questo sarà il mio gruppo per i prossimi dieci anni.” Takami chiuse gli occhi e aprì la porta tutta ad un colpo. All’ interno la aspettavano due ragazzini dall’ aria poco simpatica. Uno aveva delle grandi occhiaie e con la sua faccia pallida sembrava malaticcio, in oltre sembrava molto piccolo e giovane. Non poteva avere più di nove anni. Portava il coprifronte legato intorno al braccio destro e per il resto era vestito di nero. L’ altro stava guardando fuori dalla finestra. Delle bende coprivano il suo collo fino al mento e portava il coprifronte come una bandana intorno alla testa. Lei aveva deciso di portarlo legato alla cinta. “Cominciamo bene. Se qui qualcuno è simpatico mette molto impegno nel nasconderlo.” “Buongiorno a tutti!! Spero che non abbiate avuto problemi a trovare l’ aula. Il mio nome è Satoru.” “Almeno l’ insegnante non è un veterano pieno di cicatrici e sempre muto…” Un giovane entrò con passo sicuro. Portava, come la maggior parte dei ninja di konohgakure dei pantaloni neri, maglia nera ed un gilet verde con tante tasche. Oltre ai sandali regolamentali portava un paio di gambali verdi. Non sembrava molto segnato dai combattimenti e Takami pensò che si doveva trattare di un maestro appena uscito dagli esami. “Voi siete il gruppo 5 di questo anno. E siete anche il mio primo gruppo di allievi. Spero di essere un buon maestro.” Forse non sarebbe stato neanche così schifoso l’anno che la aspettava… “Io da buon jonin che sono ho già studiato le vostre cartelle e i vostri stili di combattimento, ma voi penso che non vi conosciate neanche a vicenda. Per domani faremo un allenamento da poco, giusto per conoscervi. Ci troviamo qui alle 9 e portate armamentari vari.” Appena il maestro fu sparito in un turbine di foglie il ragazzino pallido prese la parola. “Ho sentito che in questi casi ci dobbiamo aspettare di peggio. Un mio amico il primo giorno di allenamento si è fratturato un braccio e slogato una caviglia.” Takami sentì la porta aprirsi: uno dei ragazzini se ne stavano andando. Antipatico. “Non pensare a lui, è Chen Kota. Non è cattivo, il che è una grande fortuna. Ho sentito dire che è anche abbastanza simpatico se poi lo conosci…. Io mio chiamo Killy Sumisawa. Piacere, e speriamo di rimanere in squadra insieme ancora per un po’ di tempo.” “Mi chiamo Takami, sono felice di conoscerti Killy.” “Takami? Ma allora tu sei quella che ha passato l’ esame con 46 punti su 50. Cosa ci fai tu in un gruppo di scarto come questo?” Ad un tratto Killy sembrò aver perso tutta la sua vivacità. “Noi qui siamo quelli che gli altri maestri non hanno voluto nel loro gruppo, tu con i tuoi voti potevi essere nelle prime squadre.” “E tu perché sei qui? La famiglia Sumisawa è famosa per i suoi ninja perfetti.” “Io non sono un ninja perfetto. Io penso ho meno chakra di mia sorellina. Ha quattro anni.” “Non è vero. Tu hai abbastanza chakra, completamente nella norma!” I due si girarono di colpo. Il maestro Satoru era tornato ed era seduto sopra la lavagna. “Il tuo problema è che non lo sai usare. Comunque non vi preoccupate, quasi ogni difetto si può aggirare con un po’ di buon allenamento. Ora vi consiglio di andare a casa e riposarvi per domani.” Senza farselo dire due volte Takami e Killy fecero per andarsene. “Un ultima cosa: dite ancora una volta che il mio è un gruppo di scarto e vi spedisco prima all’ ospedale e poi dritti di nuovo all’ accademia.”
Il mattino seguente i tre genin si trovarono puntuali a scuola, ma trovarono solo un biglietto. “Vi ho preceduto per sistemare alcune cosette… raggiungetemi al campo d’addestramento 7.” “Cominciamo bene…” Killy e Takami si misero in marcia con Chen che li seguiva un po’ distaccato. Il campo d’addestramento 7 era previsto per esercitazione di risoluzione caccia e simili. Al suo interno si trovava un bosco poco fitto, alcune radure, un fiumiciattolo e alcuni massi che formavano una finta montagna. Satoru era seduto su un ceppo d’albero e stava facendo colazione. “Buongiorno a tutti! Spero che abbiate dormito bene questa notte.” Takami non aveva dormito per niente. Era troppo agitata per la prova del giorno seguente. Continuava a pensare alle parole di Killy: in questi casi bisogna aspettarsi il peggio. Anche lei aveva sentite le storie sullo strano senso dell’ umorismo di alcuni maestri, ma il loro le era sembrato abbastanza a posto… Non sapeva cosa pensare. “L’ allenamento consiste nel scappare.” “Prego?” “Avete capito bene. Dovete scappare. Vi lascio un po’ di vantaggio, penso che finirò la colazione…” Gli allievi lo guardavano stupiti. “Su, via, partenza. C’è qualcosa che non avete capito? Al momento è in vantaggio Chen, perché è il più lontano da me.” Il maestro spazientito si alzò prese un kunai e richiamo nell’ altra mano una sfera di puro chakra. Ad un tratto i genin si erano messi a correre. Satoru ridendo gli gridò dietro “Certo che siete duri di comprendonio…” per poi rimedicarsi alla sua colazione. Arrivati ad una piccola radura il gruppetto si fermò. “Cosa facciamo? Secondo me quello non è tanto a posto.” Takami la pensava come Killy. Chen che aveva parlato poco da quando si erano conosciuti prese la parola. “Questo allenamento non è difficile. La cosa più logica da fare è nascondersi e il posto più adeguato sarebbe il bosco.” “Non hai tutti i torti…” “Pertanto noi andremo verso la radura dietro la montagna. Nessuno ci verrebbe a cercare li…” Chen finalmente integrato nel gruppo spigò agli altri la via per arrivare alla pianura e decisero per sicurezza di disseminare il bosco di tracce del loro passaggio per poi rincontrarsi.
Chen stava seduto appoggiato ad un grande albero mentre Takami era sdraiata nell’ erba e Killy si dondolava da un ramo al altro. “Secondo voi quanto dobbiamo ancora aspettare?” Erano ormai passate alcune ore da quando erano scappati da Satoru e ancora non si vedeva nessuno. “Ragazzi, rassegniamoci, il nostro sensei è un brocco. Ci starà cercando nel bosco.” L’ albero d’ un tratto iniziò a vibrare. I ragazzini allarmati si girarono per vedere se fosse un incursione del loro maestro, ma non si trattava di Satoru, nemmeno di un ninja della foglia. Due figure avvolte da vesti nere e con maschere bianche troneggiavano sui rami dell’ albero. Le loro maschere incutevano un indicibile terrore, ma non perché rappresentavano mostri terribili, erano semplicemente perfette. La faccia umana era riprodotta perfettamente, contemporaneamente la completa assenza di imperfezione dava un aria finta alle maschere. Occhi e bocca erano cuciti con un ruvido filo nero. I cappucci neri coprivano gran parte del corpo e li faceva sembrare gemelli. “Chi siete?” Da un mulinello di foglie era apparso Satoru con un’ aria preoccupata dipinta in viso. “È un piacere parlare con Satoru detto il cacciatore. L’ imperatrice dei ragni ci manda per eliminare coloro che hanno osato offenderla.” La figura che sembrava più piccola aprì il mantello e ne fuoriuscì un paio di braccia strettamente fasciati con delle bende nere. Alle dita erano fissate piccole corde che assomigliavano a ragnatele. “Presto scappate, qui me la cavo io.” Come Satoru ebbe finito di parlare l’ altro ninja sconosciuto lanciò uno strano pacchetto di kunai e fili. “Voi non scapperete da nessuna parte. Siete i prigionieri della mia ragnatela.” I pensieri nella testa di Takami cominciarono ad accavallarsi. I kunai si erano impiantati ed avevano formato con i fili una ragnatela in piena regola. Erano prigionieri di quella piccola radura. Anche il secondo ninja liberò le sue bizzarre armi di fili. Questo non era un addestramento dell’ accademia, qui si combatteva per sopravivere. “State calmi.” La calda voce di Satoru la raggiunse e distolse dai nefasti pensieri. “Non vi preoccupate di attaccare, pensate solo a difendervi.”, poi come se gli fosse appena venuto in mente aggiunse “Per uscire non sarebbe male un po’ di supporto aereo…” I ninja in nero erano decisi a non far continuare il maestro che avevano chiamato “il cacciatore” e cominciarono ad attaccarlo con quei fili strani. Killy prendendola per mano e facendo segno anche a Chen di seguirli la portò ad un estremità della trappola. Satoru gridò quando fu colpito in viso dai fili che sembravano singole lame, ma non sembrava per nulla impaurito, in contrario dopo ogni attacco rideva di gusto senza risentirne troppo. Senza fermarsi i ninja vestiti di nero cominciarono a correre intorno alle loro vittime per attaccarle da tutte le angolazioni. Come dei ragni percorrevano con immensa velocità la loro ragnatela. Quasi sottovoce Killy cominciò a parlare. “Il maestro ci ha dato un importante coniglio per fuggire, ma ho bisogno del vostro aiuto. Takami mi passi un kunai ed un rotolo vuoto? E per favore portami via quando cadrò a terra.” Poi slegò con calma i lacci che assicuravano i suoi polsini alle braccia. Intanto Satoru cercava di bloccare le armi dei ninja avversare con dei kunai, ma quelli sembravano sempre più veloci. “Killy ci sei? Con voi qui non li posso battere.” Killy non alzò nemmeno lo sguardo, ma massaggiò i polsi nudi su cui erano impressi tantissimi ideogrammi minuscoli a forma di spirale. Prendendo il kunai e il rotolo dai suoi compagni impressionati a tal punto da non chiedere spiegazioni chiese “Takami, secondo te quale è il punto debole di questa tela?” A sorpresa fu Chen a rispondere. “L’ albero a nord è malato, i kunai non sono impiantati a fondo.” “ Spero che tu abbia ragione, perché non avremmo tempo per un secondo tentativo.” Con un movimento del polso aprì il rotolo e con il kunai si incise senza battere ciglia un profondo taglio. Passando la mano ferita sulla carta pronunciò sillabe complicate e arrotolando il rotolo chiuse gli occhi. Con una mano posò a terra la carta insanguinata e con l’ altra vi ci impiantò il kunai. “Tecnica del richiamo!” Per alcuni secondi non si sentì niente, poi da lontano si avvicinò uno strano suono raschiante. “Takami, prendi Killy e scappate.” Chiedendosi come Takami sollevò il ragazzino che era svenuto in mezzo alla radura e fece ancora in tempo a vedere Satoru che fu colpito alle spalle da un fendente quasi invisibile. Là dove Killy aveva impiantato il kunai si erano formate piccole crepe e poi si aprì un buco, da cui uscì un ombra. No. Erano tanti uccelli neri. Corvi. E volavano tutti diritti verso l’albero a nord. Guidati da una volontà propria cominciarono a fare a pezzi i rami. Come predetto da Chen l’ albero cedette presto e i tre genin fuggirono attraverso la breccia. Solo a Chen parve di sentire Satoru parlare. “Bene, ora vediamo cosa sapete fare.” Prima che tutta la radura fu avvolta da una calma innaturale seguita da un rumore simile a forbici che si chiudono e da due tonfi.
“Devo ammettere che vi siete comportati perfettamente. Avete tutti passato il mio esame. Complimenti specialmente a te Killy.” Takami si era tenuta delle domande dentro, ma adesso non resisteva più. “Maestro? Cosa è esattamente successo in quella radura?” Satoru sorrise e mostrò la sua faccia completamente guarita dai graffi. “Avete ragione, vi devo delle spiegazioni. Sono stato un egoista a non dirvelo subito. Io ho scelto voi per il mio gruppo per un preciso motivo. Voi siete forse il gruppo più forte di konogakure. Calma Takami. So che vi sembrate una squadra di scarto, ma con il giusto allenamento sarete competitivi per tutti. Il qui presente Killy Sumisawa possiede come tutti i sui parenti la capacità di evocare qui simpatici animaletti che avete visto. Per ora gli manca ancora un po’ di padronanza con il chakra ma presto potrà usare questa tecnica senza svenire. Tu Chen, non credere di avermi ingannato. Hai passato l’ esame con un punto sopra la sufficienza per un solo motivo: sei troppo pigro per studiare. Tu sarai il nostro analista, e secondo me sarai anche uno dei migliori. Nessun altro sarebbe riuscito a prevedere quali domande erano quelle più probabili in accademia. Takami per ora sarà la nostra arma segreta. Non chiedetele niente, perché non lo sa neanche lei.” Sulla strada di casa molte domande frullavano ancora nella testa di Takami. Satoru con tutto il suo discorso aveva spiegato solo una minima parte di quello che voleva sapere. Chi erano quei ninja che li avevano attaccati? Perché li avevano attaccati? Chi era l’ imperatrice dei ragni? Cosa era successo nella radura quando loro la avevano abbandonata? Ma sopratutto perché lei, Takami era l’ arma segreta della sua squadra?

 
Continua nel capitolo:


 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: