IN QUELL`ACORA PIÙ TRISTE GIORNO DI PIOGGIA...
- Capitolo 1° -
I’VE GOT SO MUCH LOVE TO GIVE
Eccomi qua con una nuova storia, stavolta ispirata a “Tokyo Mew Mew”.
Spieghiamo. Strawberry e Mark hanno 20 anni e Ryan 23…
Mi sono ispirata ad “i’ve got so much love to give” una canzone di Alex Neri, un dj House, il dj dei Planet Funk.
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Capitolo uno: in quell’ancor più triste giorno di pioggia
E’ sotto la pioggia, coperta da un ombrello. Quella ragazza dal cuore ferito, che è più triste dello scenario che si trova davanti. Cammina pensierosa. I suoi capelli rosa le cadono sulla fronte, i suoi occhi marroni scrutano fatui la zona ormai bagnata dalla pioggia.
Ha le gote e gli occhi rossi e ancora gonfi dalle lacrime…
Mark, il ragazzo che la amava, le aveva chiesto di fare l’amore con lei. Lei ci era stata. Per quelle ore si era sentita bene con le morbide mani del suo amato sul suo corpo, ma non poteva immaginarsi che il giorno dopo lui la avesse tradita.
Strawberry, trovò il suo amato con una ragazza bionda, molto più bella di lei. Probabilmente un’amante segreta.
Lei rimase atterrita e scappò dalla porta semi aperta da cui aveva visto la scena.
Strawberry lo aveva guardato con odio prima di sparire.
Più tardi.
- Ti ho visto con quella tipa! Cos’è non ti soddisfo a letto?- lo sguardo di Strawberry era gonfio di lacrime ma non voleva versarne per passare da ragazza debole.
Mark la guardò con un lampo di rabbia e la schiaffeggiò.
Strawberry avvolta da un alone di vergogna, pianse sprecando quelle pesanti lacrime che si teneva negli occhi.
- Non ti facevo così stronzo, Mark…-
Un sorriso maligno si disegnò sulle labbra di Mark che sembrava soddisfatto di aver trattato così la povera ragazza.
Strawberry se ne andò in camera, fece in fretta le valige e tornò a casa.
- Sei un verme, Mark…-
- Lo so...- Mark aveva quel sorriso maligno sulle labbra e quell’aria da spavaldo.
Strawberry se ne andò… non voleva mai più vederlo.
Strawberry se ne andò di fretta dall’appartamento di Mark. Ad un tratto si mise a piovere.
- Porca miseria, ci mancava solo questa…-
Strawberry prese l’ombrello dalla borsa e si incamminò verso casa, pensando a Mark e a come la aveva trattata.
Dove aveva sbagliato? Si torturava passo dopo passo, la povera ragazza non si trovava pace, per quanto si sforzasse a pensare che Mark era un poco di buono.
Strawberry avrebbe voluto morire. Ma per chi? Per un essere ignobile che non merita neanche l’aria che respira? Per uno che usa le ragazze come oggetti e poi le butta via, fregandosene dei loro sentimenti? Ma chi si crede di essere?
Ma Strawberry lo amava da morire. davvero lei provava qualcosa per lui.
Strawberry si mise a piangere. Tanto nessuno l’ avrebbe vista. La strada era praticamente deserta.
Strawberry arrivò a casa, non con un solare sorriso, ma con un muso lungo.
- Ciao Berry-chan (soprannome per accorciare! N.d. Ubi)- fa sua mamma, accorgendosi che era arrivata a casa.
- Mamma…Mark…-
Anche la mamma si rattristò.
- Che è successo, piccola mia?-
- Mark…MI USAVA!- Berry-chan scoppiò in lacrime.
La madre guardò la finestra con rabbia. Poi guardò con conforto la figlia.
- Non piangere, ora sei con me, con la tua mamma…-
La donna la abbracciò forte e le baciò delicatamente la fronte.
Strawberry ancora in lacrime stringeva forte il corpo rassicurante della madre. Di lei sì che poteva fidarsi. In quel momento la voleva più vicina di quanto non lo volesse. Voleva il suo conforto, sentire la sua voce possente e dolce nello stesso tempo, sentire le sue coccole sulla sua testa…
Era solo quello che la faceva stare davvero bene in quel giorno di pioggia…
***continua…***
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