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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: La Stirpe delle Tenebre (Yami no Matsuei)
Titolo Fanfic: L`ABBRACCIO DI UN ANGELO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: sori-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 28/03/2004 10:25:21

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- Capitolo 1° -

L’ABBRACCIO DI UN ANGELO

(POV Tsuzuki)

L’ultima luce del tramonto scende su di me,inondandomi con i suoi morbidi raggi;fisso come ipnotizzato le sbarre della finestra,lasciando che il mio sguardo si perda in quell’alone aranciato,cercando di non sentire il dolore che a ondate travolge il mio corpo.La luce,seppur debole,mi ferisce dolorosamente gli occhi,ma non m’importa,che diventino pure ciechi e vuoti.Così non sarò più costretto a vedere la tortura quotidiana che ogni giorno si consuma sul mio corpo e nella mia mente. Come ora.
Distolgo lo sguardo,le lacrime bagnano ancora una volta le mie guance,ma non posso far nulla per fermarle;non ho nessuno qui che le sappia fermare.
Improvvisamente,un’acuto dolore si irradia nelle mie membra,costringendomi a mordere un labbro per non urlare:cerco di ribellarmi,uno schiaffo mi arriva in pieno viso,bruciante come una staffilata.Come sempre,non ho peso;ma quando mai l’ho avuto? La mia volontà,dal primo momento in cui ho messo piede in questa stanza è stata completamente annullata,le mie forze,messe a tacere;sono una bambola,la sua bambola di rara bellezza. Una bambola da poter torturare a suo piacimento,per poter sperimentare fino a dove si spingano le sue qualità;se si romperà per sempre,pazienza,ce n’è quante ne si vuole. Ma so che non arriverà a questo:io sono una bambola rara,e come tale da centellinare.
Da quanto va avanti quest’inferno? Neppure io lo so con certezza;un anno,due,che importanza può mai avere ora?Sono condannato per sempre a restare preda delle voglie perverse del mio aguzzino. L’angelo bianco,come lo chiamai la prima volta che lo vidi. Tutto qui assomiglia a un paradiso,tutto è candido e rassicurante.
Anche lui:i suoi capelli argentei,la sua veste immacolata,la sua espressione nobile e splendente. Bugie,tutte bugie.
Da che ricordo,non ho fatto altro che vivere confinato in una stanza:prima quella lugubre e spoglia per volere di persone a me sconosciute,poi questa asettica,più simile a quella di un’ospedale che di una casa. Bambino dagli occhi viola,bambino dal sangue di mostro.Non conoscerò mai il paradiso,perché io sono un figlio delle tenebre.
Con un’ultima,dolorosa fitta,la tortura finisce.L’uomo in bianco mi solleva il viso,costringendomi a guardarlo,gli occhi colmi di soddisfazione e lussuria. Vorrei voltarmi,cancellare dalla mente il suo viso distorto dalla malvagità,ma è troppo forte per me. Sembra bastargli;mi getta addosso una coperta e chiude attorno al mio polso il pesante anello di una catena. Dopo avermi dato un’ultima occhiata,dai gradini delle scale se ne va,lasciandomi solo con i primi fantasmi della notte.
Quando sento chiudersi pesantemente la porta dietro di me,mi accascio su me stesso,piangendo a calde lacrime,mentre il mio corpo urla per la violenza appena subita. Cerco di reprimere i singhiozzi che si stanno facendo strada nella mia gola,ma è tutto inutile. Potessi morire! Sentire la morte che con le sue fredde braccia avvolge il mio corpo,liberandomi finalmente da quest’agonia;mai abbraccio sarebbe più dolce.Ma posso solo invocarla,perché non mi è concesso uccidermi di mia mano. E’ l’angelo bianco che dispone della mia vita.
Posso solo aspettare,aspettare che la morte abbia pietà di me e finalmente mi porti via con sé.

*
Mi sveglio di soprassalto,gemendo dal dolore.Le ferite si sono riaperte e ora non fanno altro che torturarmi,impedendomi perfino di restare lucido,tanto forte è il dolore che provo. Stamattina il dottore è andato oltre,infliggendomi torture ben più atroci di quelle che ho patito da quando sono qui. Mi chiedo quanto mancherà prima che mi annulli,prima che il mio cuore vada definitivamente in pezzi. Cosa mi tiene ancora qui? Perché la morte non viene a prendermi? Mi raggomitolo su me stesso,tentando di non sentire il dolore e il freddo che lentamente,ma inesorabilmente,stanno consumando il mio corpo;ma questo freddo non è nulla in confronto a quello che sto sentendo nel mio cuore,un serpente viscido che si insinua fin dentro le ossa,una mano gelida che mi stringe l’animo. Le lacrime ritornano a scorrere senza che io abbia la forza di impedirlo,ormai sono divenute una parte di me,com’è avvenuto per le ferite che ogni giorno si aprono sul mio corpo. Finirà mai tutto questo? Da fuori mi arriva un debolissimo eco di risate infantili;il calore di una famiglia,qualcuno che veglia su di te,qualcuno capace di darti amore…io non ho mai conosciuto tutto questo. Solo botte e solitudine;la mia famiglia è qualcosa di evanescente,qualcosa che prende forma tramite la mia immaginazione per tentare di arginare l’onda di solitudine che a volte mi avvolge nelle lunghe notti buie e silenziose. Ci sarà mai qualcuno disposto ad accogliermi e a darmi amore?
I miei pensieri vengono interrotti da un gemito del chiavistello:atterrito mi volto verso la porta che si sta aprendo lentamente mentre il panico mi afferra con le sue viscide mani,paralizzandomi. La figura del mio carnefice si fa largo nella stanza,apparendo ancora più sinistra e demoniaca alla luce della luna.
Rossa. Stasera la luna è rossa.
Ma sono i suoi occhi che più mi sconvolgono:due carboni ardenti,spalancati oltremisura,sembrano fissarmi con bramosia,mentre la sua lingua,come quella di un serpente,corre sulle labbra.Atterrito,faccio un passo indietro:la stanza si fa rossa come il sangue,come l’ingresso dell’inferno e lui ne è il custode;il suo viso si sta distorcendo in un’espressione di pura malvagità,le labbra,appena dischiuse,sembrano mormorare qualcosa.
La mia schiena urta il freddo muro della cella:mi sento come un animale braccato dal predatore bramoso di gustarsi il suo sangue e la sua vita. Il medico continua ad avvicinarsi,un passo alla volta,mentre io non posso far altro che stare a guardar accorciare la distanza che ancora mi separa da lui. Quando le sue mani si posano sulle mie spalle,non dice nulla,sono i suoi occhi a parlare:riflettono una luce omicida che non gli avevo mai visto prima e io posso solo convincermi di non avere scampo. D’improvviso,con un brusco gesto mi rovescia indietro la testa,scoprendomi il collo,poi si piega su di me. Le sue labbra toccano la superficie del mio collo che pulsa come un tamburo impazzito e si schiudono. Sento un fortissimo dolore,come uno strappo,seguito da una subitanea debolezza. Scivolo sempre più all’indietro,la vista appannata,mentre lui si piega sempre più su di me,intento come a suggere qualcosa.
Gemo:la cortina scesa a velarmi gli occhi si fa sempre più fitta mentre il mio corpo si fa sempre più pesante,pesante…. Poi l’oblio mi avvolge.

*
Apro lentamente gli occhi,le palpebre sembrano essere macigni;un torpore simile alla paralisi avvolge le mie membra,impedendomi qualsiasi movimento. Sono ancora vivo,ma respiro a fatica,come se avessi un peso opprimente sul petto;la mia vista non è buona,una cortina vela ancora i miei occhi e il riverbero della luce del sole non fa altro che aumentare la sensazione di dolore.
Una figura…
Non riesco a vederla bene,tutto mi appare come un’unica macchia indistinta:sembra avere lunghe ali nere,simili a quelle di pipistrello,ma il loro movimento sembra essere così elegante che ne rimango affascinato.Le forze mi abbandonano di nuovo,non riesco più a tenere gli occhi aperti.Che sia un emissario della morte?
Un tocco gentile di mani calde…la morte è venuta finalmente a prendermi…

(POV Tatsumi )

Watari ha detto che ce la farà:ormai è fuori pericolo anche se ci vorrà un po’ prima che gurarisca,il suo fisico è molto debilitato. Stringo leggermente la sua mano abbandonata sulle pesanti coperte sotto cui giace e la sento fresca al mio contatto. Lentamente,lascio che il mio potere curativo fluisca in lui:non ne ho molto ma non importa quanto ci vorrà o se mi indebolirò, voglio che viva.E’ un miracolo che sia ancora in vita dopo quello che ha passato:sono riuscito a strapparlo alla morte appena in tempo,se avessi tardato ancora,forse non ce l’avrebbe fatta. Non dimenticherò tanto facilmente quello che ho visto,avrà si e no vent’anni e già sta lottando per la vita,dopo aver patito sofferenze terribili. Con la mano libera,carezzo la sua fronte fresca,scostandogli alcune ciocche corvine. E così sei te quello che mi chiamava così disperatamente. Ogni notte sentivo il grido del tuo cuore,ma non sapevo dove trovarti. Chi sei piccolo? I miei poteri cureranno le ferite del tuo corpo,ma chi curerà quelle del tuo cuore? Riuscirai ancora a fidarti degli uomini,dopo le spaventose sofferenze che ti hanno inflitto? E’ strano,ma mi sto già affezionando a lui. So che presto dovrà tornare alla sua vita,anche se solo,ma per il tempo che rimarrà con me,voglio provare a dargli un po’ dell’affetto che non ha mai avuto. Voglio che almeno per questo periodo che viva davvero la vita,che sia felice. E forse anch’io riuscirò ad esserlo dopo tanto tempo…
Deposito un lieve bacio sulla sua fronte;dormi ora,e pensa a guarire;ai giorni che verranno penseremo insieme…

(POV Tsuzuki)

Cos’è questa piacevole sensazione che mi avvolge?Mi ricorda un abbraccio,un abbraccio che non ho mai avuto,un abbraccio che in questi anni ho potuto solamente sognare.Apro lentamente gli occhi,lasciando che le mie pupille si abituino lentamente alla luce che inonda tutta la stanza. Già,dove mi trovo? Lascio vagare per un momento lo sguardo,studiando l’ambiente:la stanza è grande,luminosa,arredata nei toni del rosso con mobilio di legno antico,settecentesco credo,piacevole alla vista. Con mia grande sorpresa,scopro di non sentore più dolore:ad un’occhiata più attenta mi accorgo che le mie ferite sono state curate e bendate,ma avverto anche qualcos’altro;una forza benefica mi sta scorrendo in corpo,come un fresco fiume,dandomi una piacevole sensazione mai provata.Poi lo vedo:accanto a me c’è un giovane,all’apparenza trentenne,che giace come addormentato sulle mie gambe. Sembra esausto,come se avesse esaurito tutte le sue energie. I suoi capelli cadono scomposti sul suo viso,ma non tanto da non permettermi di distinguerne i tratti fini e nobili,le ciglia lunghe e nere.I suoi abiti neri non fanno altro che conferigli ulteriore bellezza. La sua mano stringe ancora debolmente la mia,e la cosa mi stupisce non poco.
Qualcosa mi dice di non tirar via la mia mano:la forza benefica che sento è sicuramente la sua. Ma chi è quest’uomo?In quel momento,come se mi avesse letto nel pensiero,si riscuote e mi fissa per un momento. Poi un dolce sorriso si apre sul suo viso:lo fisso estasiato per un attimo,non avevo mai visto un sorriso così bello,e non posso far a meno di arrossire un poco.
-Ciao-mi saluta semplicemente,raddrizzandosi e interrompendo il contatto.-Finalmente riesco a conoscerti;io sono Tatsumi,posso sapere il tuo nome?-la sua voce è bassa e melodiosa.
-Tsuzu…Tsuzuki-balbetto,leggermente imbarazzato. Poi tutto mi torna alla mente e domando-la persona che mi ha salvato…sei te?-
Annuisce leggermente,sempre guardandomi. I suoi occhi sono di un caldo marrone scuro,ipnotici. Mi sembra di scorgervi qualcosa,come un velo di tristezza,ma non ho il tempo di sincerarmene perché sembra intuire il mio proposito e il suo sguardo si fa sfuggente.
Il mio animo trabocca di gratitudine nei suoi confronti,ma non so come dimostrarglielo;non ho il tempo di pensarci,perché vengo avvolto nel suo abbraccio protettivo;spalanco gli occhi:nella mia mente riaffiorano le immagini del mio aguzzino,le sue violenze,la sua risata demoniaca… Tremo;Tatsumi se ne accorge e scioglie subito la stretta. Mi ci vuole qualche istante prima che i tremiti cessino e ritorni a guardarlo normalmente;non sono ancora pronto,ora non riesco ad accettare questi gesti;anche se sento che lui è sincero.
Tatsumi è sconvolto quasi quanto me.Si volta verso la porta e cercando di controllare la voce mi dice-ti mando Watari per controllare come stai. Tornerò più tardi.-
La porta si chiude e io resto di nuovo solo;mi dispiace aver reagito a quel modo,non volevo intristirlo,non è lui che ha colpa. E poi non l’ho nemmeno ringraziato.

(POV Tatsumi)

Mi chiudo la porta della mia stanza alle spalle. Tremando,mi porto una mano al viso.Che diavolo mi è preso,perché l’ho abbracciato a quel modo? Ho perso totalmente il controllo,devo essere impazzito. La verità è che avrei voluto disperatamente baciarlo e se lui non mi avesse fermato,non so cosa sarebbe successo. Sono spregevole,non ho morale:come posso allungare le mani su un ragazzo che è appena scampato a quell’inferno? Chissà quanto starà soffrendo e io penso solamente a soddisfare i miei bassi istinti. Forse non sono poi così diverso da chi mi affanno tanto a criticare.Sono così idiota poi da dimenticare che lui è un essere umano?E che la legge del Meifu non tollera che uno shinigami possa amare un essere umano?Ma non posso mentire a me stesso:quegli occhi violetti,quelle due profonde pozze del colore dell’ametista,erano così disperati…chiedevano solo un po’ d’affetto. Ma non posso amarlo,la legge è fin troppo chiara;serberò tutto nel mio cuore e mi accontenterò di stragli accanto per il tempo che mi sarà concesso. Lui non dovrà mai sapere che io sono uno shinigami o il suo cuore non resisterà a questo nuovo colpo.
E forse è meglio così:un assassino come me,della propria madre,che diritto ha di corrompere un cuore puro come il suo?Quando scelsi di maledire per sempre il mio destino,sapevo che sarei stato condannato all’eterna solitudine,quindi ora non posso piangermi addosso. Con che coraggio potrei lamentarmi di tutto quello che il Re Enma ha fatto per me? A quest’ora sarei dovuto bruciare tra le fiamme dell’inferno,e invece mi è stata data una nuova vita. No,non posso cancellare tutto questo,devo obbedienza a Enma. Devo dimenticarlo;mi dispiace Tsuzuki,avrei voluto darti l’amore che non hai mai avuto,ma non mi è permesso. Ti prego,non odiarmi per quello che sto per farti…


(POV Tsuzuki)

E’ tornato.Quando mi sono svegliato stamattina l’ho trovato vicino al mio letto che mi guardava con un’espressione tranquilla,quasi intenerita,cosa che mi ha imbarazzato un po’.Sul suo viso non c’è la minima traccia di risentimento per il fatto di ieri e nemmeno lo ha nominato;Ne sono felice,è solo un giorno che sono con lui eppure quando è con me,il mio animo è invaso da una piacevole sensazione a cui non so dare un nome;è forse l’amore che tanto desidero conoscere? Deve aver notato il mio sguardo più fisso del solito,perché si sporge verso di me e mi sorride,come se volesse chiedermi cosa mi turbasse. Gli prendo la mano,destando il suo stupore;gli sorrido lievemente e poi incomincio a parlare
-ti devo la vita,mio angelo,grazie per avermi liberato dalle catene dell’inferno-stringo lievemente la sua mano e con l’altro braccio arrischio un timido contatto,posandoglielo sul petto.Ho bisogno di essere amato,di donare amore,e lui è la persona a cui voglio donare il mio cuore.Appoggio la testa sul suo petto,chiudendo gli occhi,ascoltando il battito calmo del suo cuore. Dapprima lo sento tremare leggermente,poi rilassarsi.Una mano mi arriva a sfiorare la schiena e sento i suoi capelli scendere leggeri sulla mia fronte.
-Non andartene più,non resisterei…-mormoro a mezza voce.Ho bisogno di lui,è il mio unico sostegno;senza di lui le mie speranze verrebbero a cadere e ne morirei. Vorrei che il tempo si fermasse in quest’istante,che questo breve,ma bellissimo atto si cristallizzasse. Rialzo lo sguardo per incontrare le sue iridi nocciola,in una muta richiesta;me lo permetterai? Lascerai che io sfiori anche solo per una volta le tue belle labbra? Non scorgo alcun rifiuto,solo tanta dolcezza.E allora so che anche lui sente la stessa cosa. Può tutto questo accadere tanto rapidamente? Non me ne importa,conta solo che sia qui con me e che mi voglia bene.Avvicino le mie labbra alle sue,socchiudendo gli occhi;sono morbide,calde,accoglienti,combaciano perfettamente con le mie. Sento che anche Tatsumi ha preso ad abbracciarmi,stringendomi a sé. Ha un buon profumo,e il suo calore piano piano sta cancellando tutte le mie inquetudini:ora non ho più paura,voglio solo stare con lui. Timidamente,risponde al bacio,ma sento che ha paura di potermi ferire;stacco per un attimo le labbra dalle sue e gli sussurro rassicurante
-Fuga le tue paure. Amami come solo una persona dal cuore puro può fare- poi mi riavvicino al suo viso,poggiando di nuovo le mie labbra sulle sue. Ed è allora che si lascia andare,cominciando a baciarmi in modo dolcissimo. Ben presto ci perdiamo nelle splendide sensazioni che questo bacio ci regala,finché la mancanza d’aria non ci costringe a staccarci piuttosto a malincuore. Ansanti,ci guardiamo,stringendoci l’uno l’altro,felici di aver trovato un sostegno per affrontare un futuro incerto.
Un bussare alla porta interrompe l’incanto di questo momento:è Watari. Tatsumi si alza e assicurandomi di tornare,se ne va con l’amico,piuttosto scuro in volto. Ogni volta la stessa reazione:mi chiedo che ragione ci sia dietro a tutto questo. A pensarci bene,ci sono molte cose che non conosco di lui,ma non ho il coraggio di chiedere. Non so perché,ma mi terrorizza il pensiero che questo potrebbe creare un divario incolmabile tra noi.

(POV Tatsumi)

Nell’oscurità della mia stanza mi accascio contro il muro,prendendomi la testa tra le mani. Le mie peggiori paure si sono avverate,la verità è venuta a galla. Sono stato richiamato:Konoe non ha usato mezzi termini per dirmi che sto rischiando tanto;ho violato la legge,contravvenendo alle regole che governano questo mondo,ma quel che è peggio è che ora è Tsuzuki che rischia di pagare per le mie debolezze.Opporsi è stato inutile,l’ordine viene dal Re Enma stesso e io,quale semplice shinigami,non posso nulla. Posso solo attenermi alle sue disposizioni,se non voglio perdere Tsuzuki. Tsuzuki…posso ancora sentire il sapore delle sue labbra,della giovinezza,dell’amore inesperto ma dolcissimo come miele. Da quanto non provo sentimenti come questi?Da quanto il mio cuore non si scalda in questo modo?
Da quanto non stavo così bene?
Quel bacio ha risvegliato in me qualcosa sopito da tempo,l’amore che solo un essere umano può dare. Tsuzuki,con il suo essere,mi ha fatto sentire di nuovo umano,ha riacceso in me la fiammella della vita.
Il mio cuore ora urla per la mostruosità che sto per compiere:sto per spezzare il cuore dell’unica persona che mi abbia mai veramente amato,sto per infliggergli l’ultimo colpo che lo distruggerà. Come pensavo,non posso fuggire nemmeno da questo destino:sono è rimarrò per l’eternità uno shinigami,un mostro assetato di anime,un angelo della morte. Destinato a vivere in solitudine.

(POV Tsuzuki)

Fuori piove.Con questo tempo la stessa stanza sembra più cupa,come se fosse sotto una coltre grigia e soffocante. Guardo le gocce di pioggia rincorrersi sui vetri per poi scivolare lentamente verso il muro e non posso fare a meno di sentirmi travolto dalla tristezza;la pioggia ogni volta risveglia in me ricordi dolorosi:quando pioveva il dolore delle mie ferite era particolarmente intenso,e né le suppliche,né le lacrime muovevano il suo animo a compassione,nonostante fossi poco più che un bambino. Coerente fino in fondo con sé stesso,coerente fino in fondo con il suo essere demoniaco.
Scuoto la testa:non devo più pensarci,ormai sono ricordi lontani.C’è un presente luminoso da vivere;perché lui è con me.Non ha chiesto nulla del mio passato,mi ha semplicemente amato per quello che sono,mi ha considerato un essere umano. Sorrido al mio riflesso sul muro:ora non sono più solo,la maledizione si è spezzata.
Cosa mi riserverà il futuro non so,ma con Tatsumi accanto sarà meno buio e più sicuro. Appoggio la testa al vetro,rabbrividendo per un attimo al freddo contatto:mi ritrovo a pensare che questa è la prima volta che vedo il cielo nella sua interezza,nonostante sia nuvoloso. E’ veramente bello:posso sentire il profumo portato dalla pioggia,un profumo di vita.
Sento un rumore di passi e nonostante sia attutito dalla moquette,dall’intercalare capisco che è lui. Chuido gli occhi:tra poco entrerà,mi abbraccerà,poserà le labbra sule mie. Amore mio,abbracciami e con le ali del sogno portami in un altro mondo,lontano da ogni sofferenza….

(POV Tatsumi)

Più mi avvicino alla sua stanza e più il mio cuore si stringe in una morsa. Con che coraggio saprò guardarlo e dirgli che non potremo più stare insieme? Allora l’ho solo illuso per tutto questo tempo e non credo di potermi elevare al di sopra dei suoi aguzzini.Sono arrivato.
La mia mano indugia sulla maniglia,mai aprire una porta mi è costato tanto sforzo. Ma devo farlo;spingo la maniglia ed entro. Il sorriso con cui mi accoglie è un’altra pugnalata al cuore.
-Tsuzuki…-tento di cominciare,ma senza successo:non mi esce la voce. Non riesco a fare nemmeno un passo,i miei piedi sono saldamente ancorati al suolo,come se vi fossero inchiodati ed infatti è Tsuzuki stesso ad avvicinarsi. Non venirmi vicino ti prego,il mio equilibrio è già precario adesso ed è appeso ad un sottilissimo filo. Si ferma,mi guarda e subito intuisce il mio stato d’animo,stende una mano per sfiorarmi una guancia. E’ troppo per me:con un gesto brusco,fermo la sua mano a mezz’aria,prendendolo per il polso ed abbasso la testa in modo che i miei capelli celino la mia espressione. Lo sento sussultare lievemente,so che non è da me fare così ma voglio mettere fine a questa tortura che rischia di mandarci in pezzi entrambi.
-Cos’hai…?-il suo tono di voce tradisce una lieve nota di tristezza. Le lacrime mi bruciano negli occhi,non voglio fargli vedere il mio viso,soffrirebbe ancora di più. Lottando per non incrinare la voce dico
-Tsuzuki…d’ora in poi non potremo vederci più…-non riesco a continuare. Vorrei almeno tentare di fornigli una qualche labile spiegazione,anche se ora ogni cosa sarebbe assurda,ma è una battaglia persa in partenza.
Non so come riesco ad alzare lo sguardo:i suoi occhi ora sono vitrei,vuoti. Tutto il suo essere è sconvolto,incredulo,sull’orlo del crollo. Dopo un lungo,lunghissimo momento di silenzio,con un filo di voce mi dice
-E’…e’ una bugia…non puoi lasciarmi…-vorrei correre a stringerlo tra le mie braccia,cancellargli dal volto quell’espressione di infinito dolore. Ma mi è concesso solo assistere impotente alla sua distruzione.Il dolore mi sommerge,non so ancora per quanto riuscirò ancora a trattenere le lacrime.
D’improvviso crolla sulle ginocchia,piangendo.
-Dimmi che non è vero…ti prego dimmi che non è vero..-mormora,mentre le lacrime cominciano a cadere sulle sue guance ora pallide.Qualcosa mi si spezza dentro:mi volto di scatto,non sono più capace di trattenermi e comincio a piangere anch’io.
Abbasso la maniglia della porta,non posso più stare qui,o finirò per perdere il controllo.Sento le sue flebili preghiere perché resti con lui. Non sai quanto lo avrei voluto,Tsuzuki.
Mi chiudo la porta dietro le spalle;così facendo chiudo dietro di me l’ultima speranza di essere felice. Addio Tsuzuki,credimi,non avrei mai voluto che finisse così…

*
Come un automa cammino nel corridoio,svuotato di ogni linfa vitale.Con l’amore di Tsuzuki mi ero illuso di poter cambiare,di poter saper amare come un essere umano. Ma le cose non posso cambiare,così come il mio essere. Shinigami,dio della morte,solo questo è il mio destino. Niente amore,nessuno con cui poter dividere questa lunga esistenza,solo dolore e morte.
A metà corridoio mi imbatto in Watari:i nostri sguardi si incrociano ed è un’attimo. Senza dire nulla,mi stringe a sé,mormorandomi qualcosa che non riesco a capire. E’ la goccia che fa traboccare il vaso:crollo,stringendomi a lui,cominciando di nuovo a piangere.
-Che cosa ne sarà di lui..?-dico con voce rotta;è l’unico qui dentro che mi è stato vicino in questi anni di solitudine,senza chiedere nulla,l’unico che sappia veramente capirmi.
-Penserò io a lui,Tatsumi,ti giuro che troverò un modo per farti tornare da lui.-
-Grazie…grazie davvero…-riesco solo a dire,prima di ricominciare a piangere.

(POV Tsuzuki)

Non so far altro che fissare la porta dalla quale lui poco fa è uscito. Abbandonandomi.
Ora,niente ha più senso per me;l’uomo nel quale riponevo tutte le mie speranze,l’uomo che amavo non tornerà più,mai più. Non voglio più vivere,non posso più vivere,ora che ho perso la mia luce. Mi guardo più volte intorno,come alla ricerca di qualcosa. I miei occhi si fermano su un fermacarte poggiato sul tavolino poco lontano da me. A fatica,mi alzo e barcollando per il dolore che mi offusca i sensi,chiudo le mie dita attorno al freddo metallo dell’oggetto:é di pregevole fattura,accuratamente lavorato con arabeschi che si rincorrono per tutta la sua lunghezza. Scintilla come fosse una pietra preziosa.
Per un momento rimango a fissarlo,perdendomi nel vortice di pensieri che ora mi affollano la mente. Ma ormai ho deciso:questi occhi innaturali non vedranno mai più la luce,non lo vedranno mai più;e allora forse riuscirò a placare un poco il mio dolore.

(POV Tatsumi)

Per quanto mi sforzi di impedirlo,le mie gambe mi portano sempre nello stesso posto:il lungo corridoio che conduce alla camera dove ora lui alloggia;so che se giro l’angolo mi troverò davanti la porta scura che tante volte ho visto,ma che ora ha assunto un significato particolare. Come immaginavo,non riesco a non pensarci:sono stato crudele,il rimorso e il senso di colpa non fanno altro che divorarmi. Come faccio a non amarlo? Sarebbe come togliere l’acqua ad un’assetato. Mi fermo a metà del corridoio,insicuro se proseguire,trattenuto da un’ultimo barlume di razionalità,quello che mi sta urlando le conseguenze che questo mio gesto produrrà se verrà messo in pratica.Non ho tempo di stare tanto a pensare perché un grido mi allerta:è Watari e…proviene dalla stanza di Tsuzuki!
Prendo a correre in quella direzione come un pazzo,un bruttissimo presentimento che mi ronza in mente;prego,prego che mi stia sbagliando,intanto sono arrivato davanti alla porta. La spalanco e rimango impietrito di fronte alla scena:Watari è chinato su Tsuzuki,privo di sensi,il sangue che gli macchia i vestiti. Il sangue…dei suoi occhi…
I suoi occhi grondano sangue,come fossero lacrime rosse.
Per un attimo penso che questo sia solo un incubo,ma Tsuzuki è lì,immobile,la sua vita che sta scivolando via a poco a poco…
Non puoi farlo Tsuzuki,non puoi andartene così. Mi inginocchio accanto a Watari,il cui lieve cenno della testa mi rassicura un poco:è vivo,ma non so ancora per quanto lo sarà. E se muore è tutta colpa mia.
Chiedo a Watari di sollevarlo e di stenderlo sul letto:dal mio tono di voce capisce che ho qualcosa in mente e si allarma. Sa che di solito questo mio comportamento non porta a buone cose. Mi avverte di pensarci bene,perché poi non potrò più tornare indietro. Sempre a preoccuparti per me,ti ringrazio Watari,sei un vero amico. Ma questa volta è diverso,devo rischiare oppure diventerò pazzo.
Con un gesto,che lui comprende al volo,vengo lasciato solo.So che tuttavia non andrà lontano,rimarrà nelle vicinanze nel caso ci fossero complicazioni.
Chiudo gli occhi per qualche secondo,dovrò fare appello a tutta la mia energia; so che quello che sto per fare è una pazzia,che le possibilità sono limitate,ma non ho scelta:se voglio che viva,devo farlo. Poso delicatamente una mano sui suoi occhi feriti,chiudendo per un attimo gli occhi:avrò bisogno di tutta la mia energia,ma non temo le conseguenze;dovessi anche morire lo salverò. Non sono un taumaturgico,so benissimo che forse non riacquisterà più la vista,ma almeno vivrà. E forse il peso opprimente del rimorso si placherà di un poco.
Inizio a far fluire il mio potere in lui,ma la mia mente è altrove;se sopravvivrà,potrà mai perdonarmi per tutto il male che gli ho fatto? Come potrò essere ancora degno di lui?

*
Non so quanto tempo sia passato,ma so che non resisterò ancora a lungo;il mio potere si sta esaurendo rapidamente,ma non vedo segni di miglioramento sul suo volto. Un pallore spettrale aleggia ancora sul suo volto e le sue membra sono fredde al mio contatto. Non puoi morire Tsuzuki,non adesso,non ancora;il tuo posto è qui,tra i vivi e non nel nero oblio della morte di cui io sono un figlio.
Devi vivere,per tutte le persone che in futuro ti vorranno bene,per tutte le persone che conosceranno e s’innamoreranno del tuo dolce sorriso,per la persona speciale a cui donerai il tuo cuore sincero.
Chiudo gli occhi:sono al limite ormai,non ho più controllo del mio corpo. Non lasciarti andare nell’abbraccio della morte Tsuzuki,torna alla vita….

(POV Tsuzuki)

Da molto lontano mi giunge l’eco di un’accorata preghiera:la voce è dolce,simile a quella di un’angelo,vicina alle lacrime.Non so perché,ma improvvisamente inizio a piangere,è come se lentamente mi stessi allontanando da qualcuno a me immensamente caro e non potessi far nulla per impedirlo;un’acuta sofferenza si riversa in me,lacerandomi l’animo. Mi copro il volto con le mani,piangendo sommessamente.
Poi,una luce dorata mi avvolge,e una figura quasi evanescente compare davanti a me,tendendomi una mano:dietro di lui,vedo scintillare un paio di grandi ali,anch’esse come se fossero fatte di fumo. Vuoi che prenda la tua mano,angelo? Spinto come da una forza misteriosa,avvicino la mia mano alla sua;poi una luce abbagliante mi investe e più nulla.

*
Lancio un gemito strozzato e il mio corpo si inarca bruscamente all’indietro. Subito sento due mani che mi prontamente mi afferrano,impedendomi di fare mosse brusche.
-Tranquillo Tsuzuki ci sono io…-la voce di Watari mi arriva da un punto molto vicino,ma non riesco a vederlo. Intorno a me è tutto buio,*perché* non riesco a vederlo?
I miei ricordi sono confusi,mi sento ancora stordito. C’è qualcosa che mi sfugge,qualcosa di importante che tuttavia non riesco a ricordare.
Improvvisamente realizzo.
-Tatsumi! Watari dov’è Tatsumi?-grido quasi istericamente,brancolando con le braccia come se volessi afferrare qualcosa. Sento le mani di Watari posarsi sulle mie e stringerle con forza
-Tsuzuki,adesso ascoltami-il suo tono mortalmente serio mi mette in allarme-Tatsumi ora sta dormendo;ti abbiamo trovato esangue e lui,per salvarti,ha esaurito tutto il suo potere-s’interrompe un attimo,per darmi modo di interiorizzare la cosa;ma sento che c’è qualcos’altro che esita a dirmi,qualcosa che riguarda solo me.
-Vai avanti-dico,con la voce che tuttavia mi trema un poco.
Lo sento sospirare leggermente – tuttavia,la ferita che avevi agli occhi era troppo grave e…non è riuscito a fare nulla,mi dispiace-
Allora… resterò cieco?
Come se avesse intuito i miei pensieri,sento la sua voce cambiar tono,farsi più dolce
-No,non perderai la vista. A quello penserò io,ho fatto un patto con Tatsumi ed intendo tener fede alla mia promessa-
Sentendo queste parole,mi sorge prepotente una domanda,da troppo tempo repressa; non posso più aspettare,devo sapere.
-Watari dimmi…perché io sono ancora vivo? Per due volte sono scampato alla morte per mano vostra,ti prego dimmi la verità.-
Sussulta di un poco,ma non si ritrae;dopo un attimo di silenzio,comincia a parlare.
-Hai ragione,hai il diritto di sapere. Io e Tatsumi non siamo più esseri umani. Il luogo dove ti trovi è una delle sezioni del Meifu,il cosidetto “palazzo della morte”,dove vengono giudicate le anime dei defunti prima che raggiungano la loro dimora definitiva. All’interno di questo palazzo dimorano gli shinigami,una sorta di angeli della morte,il cui compito è quello di risolvere quei casi in cui non si verifica il regolare transito delle anime al Meifu.-le sue parole mi lasciano attonito,tuttavia trovo la forza di replicare
-Ma io riesco a vedervi! Siete sempre stati davanti a me in carne ed ossa,come esseri umani!-
-E’ perché siamo noi stessi a mostrarci così,se lo vogliamo. Altrimenti siamo solo degli spiriti- colgo una nota di tristezza nella sua voce.
-Ma avete sentimenti umani,siete capaci di amare. E…di rendere meno vuota l’esistenza delle persone con cui vi trovate a relazionarvi.- Tatsumi ha avuto questo potere su di me.
-Ti ringrazio,Tsuzuki,sei molto caro. Quello che dici è in parte vero,solo le persone che sono morte con un grande rimpianto hanno l’onore di divenire shinigami e hanno il grande privilegio di mantenere ricordi e coscienza umani. Tuttavia,nonostante questo,noi rimaniamo degli assassini perché togliamo la vita a persone innocenti, impadronendoci della loro anima.- Afferro la sua mano.
-Non siete degli assassini,svolgete solo un compito che vi è stato affidato;come potreste esserlo se serbate nel cuore sentimenti tanto puri?Gli assassini non hanno un cuore,anzi,godono per la loro malvagità,e più omicidi commettono,più da essi traggono piacere. Vivono per uccidere,non per amare.-il ricordo del mio persecutore è ancora vivo in me.
-Non finisci mai di stupirmi sai? Tatsumi aveva ragione,sei una persona davvero speciale. Il tuo calore…tutto di te è magico,infondi fiducia alle persone che ti stanno accanto,cambi la loro vita- a queste parole arrossisco un poco:anche lui sa di noi.
-Tatsumi non ti ha abbandonato per sua volontà,ma perché è stato costretto dalle leggi di questo palazzo.- sussulto,mentre la tristezza mi avvolge subitanea,come un’onda.
Watari prende il mio silenzio come un’esortazione ad andare avanti
-Vedi,a uno shinigami non è permesso innamorarsi perché condannerebbe la persona amata ad un’infelice esistenza e prima o poi sarebbe costretto ad ucciderla,in quanto shinigami e ad appropriarsi della sua anima per continuare a vivere. Il solo pensiero che sarebbe destinato ad ucciderti lo fa impazzire,capisci perché ti ha allontanato da lui? –
Annuisco,il labbro che mi trema leggermente;vorrei piangere tra le sue braccia,sentirmi avvolto dal suo piacevole calore e poi perdermi nelle sue labbra fin quando mi sarà possibile.
-Non preoccuparti,troveremo una soluzione,intanto lascia che mi occupi dei tuoi occhi-
Annuisco di nuovo,grato per tutto quello che sta facendo per me.
-C’è per caso un foglio e una matita qui?- mi domanda. Nonostante sia perplesso per la richiesta rispondo,per un ricordo precedente,che entrambi sono poggiati sul tavolino non lontano dal letto.
-Bene,ora resta fermo e non aprire assolutamente gli occhi- Obbedisco a quanto mi viene detto e me ne resto tranquillo,con il cuore pieno di speranza;nemmeno per un attimo penso che non riesca a farcela,ho una grande fiducia in lui.
Un fruscio ripetuto più volte mi giunge da poco lontano:sta disegnando? Aggrotto le sopracciglia,perplesso. Watari deve aver notato la mia espressione,perché comincia a ridere divertito
-So bene che ciò che sto facendo potrà sembrarti senza senso,ma ti prego di avere fiducia in me e di pazientare ancora qualche attimo-
-Scusami..non volevo dire questo,è solo che non potendo vedere,anche l’azione più banale mi appare misteriosa-tento di mascherare la mia perplessità,arrossendo leggermente.
Dopo qualche altro attimo passato a fare chissà cosa,finalmente annuncia,
-ci siamo,ora sta fermo e non avere paura- come da lontano,mi giunge l’eco di un piccolo fischio,come se fosse quello di un delfino che si perde nel vasto mare,poi un gran calore mi avvolge le palpebre. E’ qualcosa che non posso spiegare a parole,come se la mano di una divinità benevola,fosse scesa sui miei occhi feriti per alleviare il loro dolore. Improvvisa com’era arrivata,la piacevole sensazione svanisce.
-Adesso prova ad aprire lentamente gli occhi- mi dice,il tono della voce che reca una nota di soddisfazione.
Faccio quanto richiestomi:quella che sulle prime mi sembra una luce abbagliante investe dolorosamente i miei occhi,costringendomi a ripararmi con un gemito il viso con una mano. Watari si accorge della cosa e corre a tirare le tende,per far si che la luce sia più soffusa.
-Va meglio?- provo a riaprire gli occhi e questa volta non incontro nessun ostacolo:la luce quasi pare abbracciarmi,con il suo colore rossastro del tramonto. Il viso sorridente di Watari è la prima cosa che metto veramente a fuoco.
-Ogni shinigami ha particolarmente sviluppata una data capacità;la mia è questa -mi dice,a mo di spiegazione finale,mettendomi sotto agli occhi un foglio di carta. Sono stupito:ci sono riprodotti in modo perfetto i miei occhi,e in fondo c’è il mio nome scritto con un’accurata calligrafia.
-Allora era a questo che servivano il foglio e la matita-
-Esatto;io posso infondere la vita a ciò che disegno. Come Tatsumi sa padroneggiare le ombre.- improvvisamente ricordo:ecco cos’era quell’alone nero che lo circondava che io avevo scambiato per un paio d’ali!
-Il nostro potere curativo è molto limitato,perché le capacità di cui ti ho parlato necessitano tutta la nostra energia. E’ per questo che Tatsumi non è riuscito a curarti gli occhi,ma solo arrestare l’emorragia.-
Adesso comprendo molte cose,prima oscure;ora devo andare da lui,voglio rivelargli il mio passato,così che anche lui sappia tutto di me. Mi giro verso Watari,insicuro se fare altrettanto.
Con un sorriso,scuote la testa-non è a me che devi dirlo Tsuzuki;ora va,lui ti sta aspettando- Lo abbraccio d’impeto,con il cuore traboccante di gioia e di gratitudine,sperando che da questo abbraccio capisca quanto io debba a lui. Poi,sebbene un poco incerto sulle gambe,mi avvio verso la porta,la spalanco e mi inoltro nel corridoio,in quel corridoio che mi porterà da lui.

*
Non si è ancora svegliato. Con la testa posata sulle mie braccia incrociate ad un capo del letto lo guardo mentre dorme,vegliando sul suo sonno. Il suo viso appare sereno,il suo corpo è rilassato sotto le coperte sotto cui giace. Il peggio sembra essere passato:quando si sveglierà troverà me e me soltanto. Carezzo delicatamente i suoi capelli,scostandogli dalla fronte alcune ciocche che sono scese a coprirla. Cosa succederà ora? Ci separeranno di nuovo,questa volta con la forza? Non potrei sopportare un nuovo dolore,il mio posto è accanto a lui,perché ora so che il mio destino è di stare accanto a lui. Non voglio più nascondergli nulla,voglio che sappia tutto di me,e solo allora saprò andarmene se lui lo vorrà. Non ho paura dello spettro di un’esistenza infelice,tutto il mio passato lo è stato dominato,con lui vicino la sofferenza non potrebbe scalfirmi di nuovo.
Lo sento muoversi leggermente e poi aprire piano gli occhi.
-Ciao-gli sussurro sorridendo,carezzandogli una guancia. Mi osserva per un attimo,come se sembrassi un fantasma,poi mi stringe forte a sé.
-Grazie agli dei,sei di nuovo qui-mi sussurra-temevo di averti perso per sempre…-
Ricambio l’abbraccio,mentre la tenerezza mi invade l’animo:pian piano il suo vero,fragile io si sta mostrando a me,per la prima volta.
-Non me ne andrò più,resterò per sempre con te.Non m’importa di quello che mi faranno,se dovrò soffrire,se dovrò morire,io voglio rimanere qui,accanto a te.-
Gli alzo gentilmente il viso,così che i suoi occhi possano specchiarsi nei miei
-Non devi dirmi nulla,so già tutto. Ora,anch’io ho qualcosa da dirti;voglio raccontarti del mio passato,così che non ci possano essere più segreti tra noi-
Mi guarda smarrito per un attimo,come se temesse che la sua vera natura potesse rappresentare un ostacolo al nostro rapporto
-No,io ti amo per quello che sei,e continuerò a farlo anche ora che so la verità. Per me sei solo Tatsumi,l’uomo al quale ho aperto il mio cuore,l’uomo che mi ha protetto,che mi ha dato una nuova vita.-
Un sorriso illumina il suo volto,mentre una mano raggiunge a sfiorare il mio viso. Continuo –io non sono un essere umano,lo testimonia il colore innaturale dei miei occhi e il sangue che scorre nelle mie vene è quello di un mostro-abbasso la testa,era necessario che glielo dicessi.
-Come puoi dirlo?-la sua voce è concitata-tu *sei* un essere umano,hai in te quella forza speciale che è insita solo negli esseri umani-
Sebbene le sue parole mi scaldino il cuore,scuoto la testa –no,nessuno può cambiare tale verità;fin da piccolo sono stato deriso,maltrattato,umiliato per questo. Ma te no,hai saputo vedere al di là dell’apparenza e di questo te ne sarò grato in eterno.-
Non posso continuare,perché si sporge verso di me,a cercare le mie labbra,per un bacio che sa di disperazione,ma anche di sollievo. Siamo come due metà che si sono appena ritrovate dopo lunghissimo tempo che desiderano solamente ricomporsi e rimanere tali per il resto dell’eternità.
Quando rompiamo il bacio,Tatsumi si siede sul letto e mi invita a sedermi su di lui. Sento le sue braccia forte circondarmi da dietro la schiena e il suo viso appoggiarsi sul mio collo. La sua voce è smorzata quando mi parla.
-Non preoccuparti,troverò un modo per farti rimanere accanto a me. Parlerò io stesso al Re Enma,vedrai,saprà essere comprensivo.-
Restiamo così a lungo,felici di avere un breve attimo di intimità da troppo tempo atteso.

(POV Tatsumi)

E’ mattina:la luce del nuovo giorno si posa dolcemente sulla persona che sta riposando accanto a me. Quando dorme sembra così piccolo e inerme,fa tenerezza al solo guardarlo,sembra quasi un cucciolo;i suoi tratti,sebbene sia quasi adulto,conservano la freschezza di quelli di un bambino:la bocca è piena e rossa,le guance sono rotonde e morbide,i capelli sono lucidi e setosi. Resterei per non so quanto a guardarlo,ma mi accorgo che il sole è già alto nel cielo. Oggi è il giorno,oggi verrà deciso il futuro di Tsuzuki. Accarezzo leggermente una sua guancia,con un’ombra di tristezza nel cuore:che cosa farò se le cose non dovessero andare per il verso giusto? Già una volta ho rischiato di perderlo,e se succedesse di nuovo,questa volta sarebbe per sempre.
Il filo dei miei pensieri viene interrotto da un mugolio:Tsuzuki apre piano gli occhi e non appena mette a fuoco il mio viso,mi rivolge un sorriso radioso.
-Buon giorno Tatsumi-mi saluta,baciandomi su una guancia. I pensieri di poco prima non devono avermi lasciato,perché il suo bacio ha l’effetto di sconvolgermi:lo abbraccio stretto,come se dovessi perderlo da un momento all’altro.
-Uccidimi Tatsumi- per un attimo temo di non aver capito,la sua voce è smorzata dalla stoffa dei nostri indumenti. Poi il panico si fa strada in me:alzo di scatto il viso e lo fisso terrorizzato. Mai mi sarei aspettato una simile richiesta.
Il suo viso è serio come non lo è mai stato e questo non fa che accrescere la mia paura.
-Stanotte ho riflettuto molto;se non posso stare con te per via di questa vita,allora donamene una nuova,rendimi shinigami.Uccidimi Tatsumi- conclude,ripetendomi la sua richiesta.
-Come…come potrei?
Ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo Tsuzuki?Dovrei…ucciderti con le mie mani!- balbetto,l’autocontrollo che minaccia di abbandonarmi-
ti condannerei irrimediabilmente ad una vita di continue sofferenze,saresti chiamato a togliere la vita a persone innocenti senza poterti opporre,é…è pura follia!-
Scuote la testa –è l’unico modo che ho per poter rimanere accanto a te. –poi mi abbraccia e sussurra –ti prego,non negarmi quest’unico desiderio…-
Indugio ancora:dove troverò il coraggio necessario per togliergli la vita? Il mio cuore,pur sapendo che questa richiesta presto o tardi sarebbe arrivata,si rifiuta semplicemente di accettarlo. Tsuzuki rialza il viso,guardandomi negli occhi:sono lucidi di lacrime. Sussulto.
-So bene cosa mi attende,ma se tu sarai con me,il mio fardello si allevierà di un poco. Non ho più legami che mi trattengano in questa vita,anzi non ne ho mai avuti. Ho solo te,e se ti perdessi,perderei l’unica luce che ha saputo guidare i miei passi verso la strada della rinascita. Ti prego Tatsumi,fallo,non sopporterei di separarmi di nuovo da te.-
Le mie difese crollano del tutto. Lo appoggio contro il mio petto e tremando,gli copro gli occhi con una mano. Gli bacio i capelli,un ultimo saluto prima di congedarlo da questa vita.
-Tornerò da te…aspettami…Tatsumi…-dopo aver sussurrato queste parole,si accascia contro di me,il respiro che si fa via via sempre più breve. Tra pochi attimi sarà tutto finito:la morte è così,se ne va veloce ed improvvisa com’è arrivata.
Un ultimo,quasi impercettibile sussulto,e poi più nulla. Chino la testa sul suo corpo ormai immobile e inizio silenziosamente a piangere.

*
Apro piano la porta della stanza che ospita la teca;un brivido scuote il mio corpo non appena vengo investito dal freddo che satura l’ambiente,ma non ci faccio molto caso. Mi fermo davanti al grande vetro trasparente,che per effetto della brina che vi si è depositata,scintilla come un diamante:il corpo di Tsuzuki fluttua leggero nel liquido speciale che lo preserverà da ogni possibile corruzione. Appoggio una mano sulla fredda superficie trasparente,rimanendo per un attimo a guardarlo:la morte non ha minimamente intaccato la sua bellezza,e la sua espressione è così serena e distesa da dar l’impressione di star solamente dormendo. Sembra quasi che tu possa risvegliarti da un momento all’altro,volgere i tuoi bellissimi occhi verso di me e sorridermi come solo te sai fare…
Uno schiacciante peso mi opprime il cuore,ho paura che le cose non saranno più le stesse,paura che lui non mi guardi più con gli stessi occhi. Paura di perderlo.
Una mano si posa sulla mia spalla,facendomi leggermente trasalire. Poi dalla stretta ferma e rassicurante capisco che è Watari e mi rilasso a mio malgrado:la sua presenza discreta ha sempre avuto il potere di calmarmi all’istante.
-Ancora cattivi pensieri?-mi domanda. Ormai ho imparato a non stupirmi più della sua sorta di empatia;devo dedurne che ai suoi occhi sono una specie di libro aperto,mentire sarebbe inutile.
-Non riesco a togliermi dalla testa il pensiero che qualcosa possa andare storto;chi mi garantisce che Enma mi darà il suo consenso?In fin dai conti,uccidendolo ho modificato la sua sorte,alterando lo stesso corso del tempo.Sai bene che questo non è concesso nemmeno a coloro che detengono il potere supremo.- chino la testa in preda allo sconforto. Ho ucciso un’altra vita,ho ucciso un’altra persona a me importante,come feci tanto tempo addietro…
-Guardami- il suo tono di voce mi fa voltare mio malgrado. Sgrano gli occhi:sul palmo della sua mano riluce debolmente una sfera color dell’oro. Quella che noi chiamiamo ‘luce della vita’.
-Come…?-domando incredulo,ma le parole mi muoiono in bocca;il mio cuore inizia ad accelerare i suoi battiti,mille pensieri si affollano nella mia mente.
Non risponde subito alla mia domanda,invece mi sorride e,dopo avermi preso una mano,vi deposita delicatamente la sfera.
-Coraggio donagli la vita;è l’atto più bello che tu gli possa fare- poi poggiando una mano sul vetro,lo incrina delicatamente con il suo potere,quel tanto da permettergli di romperlo senza fatica. Subito l’acqua defluisce al suolo,mentre il corpo di Tsuzuki si affloscia su se stesso. Watari,prontamente si inginocchia e lo prende tra le braccia,poi si volta verso di me,in attesa. Mi inginocchio anch’io,carezzando per un istante i suoi capelli bagnati,poi poso delicatamente la sfera a contatto del cuore;una tenue luce avvolge per un momento la stanza,poi si spegne,scomparendo dentro al suo corpo.
Restiamo entrambi in attesa per lunghissimo attimi che ci sembrano secoli. Poi,d’un tratto,un piccolo sussulto seguito da un fievole gemito:Tsuzuki è tornato alla vita.
Le lacrime si affacciano sui miei occhi,e scorrono giù sulle guance,lavando via il dolore che per due giorni mi aveva consumato l’animo,lasciandomi una grande sensazione di gioia e sollievo.
Sorridendo,Watari mi depone delicatamente Tsuzuki tra le braccia,dopo aver avvolto attorno al suo corpo il suo camice.
-Ora ha bisogno solo di te-poi si rialza e discretamente se ne va. Caro,premuroso Watari,non finirò mai di ringraziarti per quello che hai fatto…
Rialzatomi anch’io con Tsuzuki tra le braccia,mi dirigo verso la mia stanza. Appoggio per un momento la mia guancia alla sua,sentendola tiepida:bentornato da me Tsuzuki…ora nulla potrà mai più separarci…

(POV Tsuzuki)

Socchiudo gli occhi,crogiolandomi per un attimo nel calore che avvolge le mie membra. Mi sento strano,ma non so dare un nome a tale sensazione,è come se fossi rinato in un nuovo corpo e tutti i miei precedenti ricordi fossero stati cancellati nel momento stesso della mia rinascita. Quando apro gli occhi,capisco:accanto a me c’è la figura addormentata di Tatsumi,il suo corpo contro il mio mi trasmette un piacevole calore;una sua mano è appoggiata leggermente su una mia guancia,forse mi stava accarezzando quando Morfeo l’ha preso tra le sue braccia. Sono rinato,sono tornato da lui:si spalanca davanti a me una nuova,luminosa esistenza che nemmeno il quotidiano,tragico pegno di morte a cui è chiamato uno shinigami,potrà mai offuscare. Non m’importa se dovrò uccidere,se soffrirò per questo,io l’ho scelto e avrò sempre accanto a me qualcuno che mi consolerà,fugherà i miei dubbi,non m’incolperà,perché anche lui è come me.
Si sta svegliando,le sue palpebre mostrano al mondo il tesoro che custodiscono,due caldi occhi color dell’ambra,che subito mi fissano,quasi atterriti.
-Sono tornato Tatsumi,ho mantenuto la mia promessa…-gli sussurro,seppellendo il mio viso nella sua spalla. Due forti braccia mi attirano a sé,quasi volessero capacitarsi della solidità del mio corpo.
-Tsuzuki…-mormora solo. Poi le sue labbra,morbide come un petalo di rosa,si perdono nelle mie,a suggellare un amore da troppo tempo agognato. E’ tutto così perfetto ora,tutto mi appare in una luce soffusa,calda e accogliente che ci estraniasse dal mondo e ci trasportasse in una sorta di eden incontaminato dove non esiste né tristezza né dolore. Solo amore.
Quando le nostre labbra si allontanano,sazie temporaneamente d’amore,lo guardo per un attimo e sorrido felice. Poi lo abbraccio ancora,perdendomi nel suo calore;ora so chi veramente c’è davanti a me:non un falso angelo dalle candide ali portatore di dolore,ma un angelo dalle ali nere come la notte portatore di luce e amore.


 
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