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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Cronache dei Vampiri
Titolo Fanfic: BISBIGLI NELLA NOTTE, SUSSURRI NEL BUIO
Genere: Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: lennon84 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/03/2004 17:03:42

leggete e commentate......... vi prego!!!!!!
 
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- Capitolo 1° -

È strano tornare in questa città dopo tanto tempo.…. E pensare che sono fuggita da questo posto proprio per la mia diversità, questo mio essere che terrorizza tutti; ma infondo posso capirli, a chi non farebbe paura una ragazza con una pelle eburnea, quasi cianotica, con dei capelli che ricordano le foglie in autunno e degli occhi il cui colore è indescrivibile a parole. Ora sono qui, in un locale con la luce soffusa, dove oltre a me ci sono altre due coppie: una deve essere al primo appuntamento, lo sento. Già, perché oltre alla fame spasmodica di sangue, da colui che mi ha creato ho ereditato anche la capacità di leggere nell’animo delle persone quello che sentono. Ma io cosa sento, io che sono morta come essere umano per rinascere come vampiro, io che posso muovermi solo di notte, io che non sento più nulla. Ormai sono passati tanti anni da che non vengo più qui, da quando lui mi ha creata. Lo ricordo come fosse ieri: ero nel cinema qui vicino, a guardarmi un film per scaricare la rabbia, o per meglio dire la frustrazione, già ero lì perché il mio ragazzo mi aveva mollato per la mia miglior amica. Il film era un flop e io ero lì perché pensavo che anche la mia vita fosse un clamoroso fiasco così quando ero uscita non mi ero accorta dell’ombra che mi seguiva. Quella notte avevo camminato per le vie illuminate dai lampioni come un fantasma in un castello pieno di persone: ero un’esistenza tra le tante, solo che in quel momento mi sentivo così stupida e inutile da tentare anche il suicidio. Ero arrivata al molo, stavo per buttarmi in mare quando ho sentito due mani che mi tenevano i gomiti e una voce che mi diceva: “ Perché una ragazza così bella come te vuole togliersi la vita a causa di un cuore ferito? Perché gettare un’intera esistenza al vento? Se tu lo desideri, io posso farti guarire da questa sofferenza, ma dovrai avere un po’ di pazienza, il procedimento è un po’ lungo…”. Ormai io stavo piangendo tra le sue braccia, eppure per un attimo mi parve di sentire freddo quando lui si tolse i guanti di morbida pelle che indossava per accarezzarmi la guancia.
“Non voglio aspettare, se puoi cancellare questa sofferenza fallo subito, aspettare mi farebbe soffrire ancor di più…”. Di quel momento ricordo solo il gelo delle sue labbra mentre mi mordeva il collo, poi io sono caduta a terra, e in uno stato di semi coscienza ricordo qualcosa nella mia bocca, che lentamente scendeva nella mia gola, poi un dolore straziante: stavo morendo. Avevo immaginato tante volte la sensazione che avrei provato quando sarei morta, ma tutto quello che stavo provando era nettamente diverso. All’inizio pensai di essere in paradiso, poi mi svegliai e lui mi disse: “Ti ho donato una parte del mio sangue per donarti una vita migliore, ora non sei più un essere umano, ma una creatura notturna che si nutre solo di sangue”.
“In povere parole sono un vampiro… Bene, non posso avere rimpianti dal momento che ho scelto io questa soluzione”.
“Esatto, non puoi tornare indietro, in più visto che sei appena nata dovrò insegnarti come ci si comporta. Sei la prima che creo, ma sono sicuro di essere un ottimo maestro”.
Di Fryedric non sapevo nulla, solo che era nato 157 anni prima di me. Mi sembrava strano che in tutto quel lasso di tempo lui non avesse creato altri vampiri, ma quando gli chiesi il perché lui mi rispose evasivo. Lui non mi diceva mai nulla della sua vita e non mi chiedeva niente della mia. Tutto durò solo per qualche decennio, perché una notte, svegliandomi, vidi la sua bara con una croce che ne trapassava il coperchio, e del sangue fuoriuscire. Qualcuno lo aveva ucciso, e mi parve strano che loro, quegli assassini non avessero ucciso anche me. Scesi in strada e li rincorsi - certo che è strano definire assassini quelli che ammazzano i vampiri, ma ormai quello non è più il mio mondo, e in realtà non lo è mai stato -. Non avevo visto i loro volti, ma li trovai e quella sera mi vendicai. Giocai con loro come farebbe un gatto con la sua preda. È arrivato un cameriere a chiedermi cosa voglio ordinare, non sospetta chi, o forse sarebbe meglio dire cosa sono, ma non posso ordinare sangue umano, quindi mi devo accontentare di un bicchiere di cognac. Lo bevo con falso interesse, ormai non ne sento neanche il gusto, e una volta che l’ho finito mi soffermo a sentire i pensieri della gente, chi vuole questo o quello, chi parla di matrimonio, chi invece vorrebbe cancellare tutto e ripartire da zero; quest’ultima categoria è quella che prediligo, ognuno angosciato per un motivo diverso ma tutti vorrebbero morire, pur di non dover più affrontare questo mondo. Ormai dalla morte di Fryedic sono passati quasi 128 anni, e io continuo nella mia opera, così mi alzo, pago e seguo nell’ombra da cui provengo un ragazzo: moro, occhi verde intenso, alto, la sua sagoma mi è familiare, ma non ricordo dove posso averla vista, poi lui si gira e allora lo riconosco, il mio sfortunato amico, colui che mi tradì per quella che consideravo come una sorella, quello che mi aveva fatto andare al cinema quel giorno per dimenticarlo. Poi capisco tutto, anche lui è divenuto uno dei numerosi figli della notte. Ci salutiamo con un cenno della mano, ma io devo seguire quell’anima che chiama la morte e, dopo qualche minuto, lo trovo appoggiato a un lampione, gli occhi arrossati di chi ha appena smesso di piangere. Mi avvicino a lui con passo silenzioso, è poco più di un bambino, con un pizzetto per sembrare più grande e farlo apparire un uomo. Lui mi guarda con aria tra lo stupito, il timoroso e soggezione.
“Piangi per una storia d’amore? Oppure il motivo è un altro?”. Non riesce a parlare, è muto e questa sua condizione di diverso lo opprime a tal punto da fargli desiderare di farla finita. “Se vuoi posso darti la possibilità di avere una vita migliore di questa, ma sei costretto a rispettare delle regole che per te potrebbero risultare anomale, accetti?”. Lui fa cenno di si con la testa e mi si aggrappa con tutte le sue forze; come posso rifiutare un così invitante patto?! Gli mordo la gola e succhio tutto il suo sangue, finché non ne rimane una sola goccia, poi gli dico: “Bevi da me il mio nettare, figlio mio…” lui succhia qualche goccia, poi diviene preda delle convulsioni. Quando si rialza, i suoi occhi sono azzurro chiaro, il suo volto appena rosato, e mi dice: “chi sei?!”
“Il mio nome? Non lo ricordo, tanto anche quando ero una di loro nessuno mi chiamava per nome. Colui che mi ha creato mi ha chiamato Morrigan, tu invece come ti chiami?”
“Io mi chiamo Emil Wagner, vivevo a Colonia fino a 3 mesi fa, poi ci siamo trasferiti qui. Io ero ossessionato dai miei compagni per il fatto di essere muto, ma ora sono pronto per questa nuova vita che tu mi hai aperto. Guidami nei meandri della notte dei vampiri”.
Da quella notte io ed Emil conviviamo nella zona est di Londra, lontano dallo sguardo indiscreto e invadente delle persone. Io ora ho 240 anni, mentre Emil solo 112 anni. Chissà cosa faremo oggi, tanto la notte è giovane… Morrigan Chielmer


THE END

 
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