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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Fruits Basket
Titolo Fanfic: X SEMPRE...
Genere: Comico
Rating: Per Tutte le età
Autore: crikke galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 11/03/2004 19:42:55

^^; è la mia prima ff su furuba ;o; commentateee! (coppia kyo-kagura ^^;)
 
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CAP UNICO
- Capitolo 1° -

Quella sembrava una giornata qualunque…
Momiji, da bravo coniglio… ops! Da brava lepre, si mangiava una carota.
Yuki, da bravo topo, mangiava del formaggio (°°; N.D. Crikke)
Toru, da brava ragazza cucinava
Shigure da bravo cane aspettava l’ora della passeggiata (XD N.D. Crikke)
E Kyo da bravo gatto giovava col gomitolo, dentro il ripostiglio per non farsi vedere dal topo.
Ma un ciclone stava per investire quella giornata…
Si sentì in lontananza un grido, man mano sempre più forte…
-KYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!-
Il gatto in questione scappò dal ripostiglio per andare a nascondersi in una cantina piena di scarafaggi, topi e serpenti. (XDD lol N.D. Crikke)
Kagura entrò nella casa Soma distruggendo l’entrata.
-Ciao Kagura!- salutò Toru
-Ciao Toru!- salutò lei. -sai per caso dov’è Kyo? Devo dargli una bella notizia!-
-Ti trasferisci qui?- fece il topo, leggendo il giornale di Shigure
-ESATTO!- gridò la ragazza. Si sentì un urlo provenire dalla cantina.
-Kagura! Se ti dico dov’è Kyo mi porti a passeggio?- fece Shigure
-SI! Bella idea Shigure!- esclamò Kagura. -Mi hai fatto venire un lampo di genio! Vieni Milù!- chiamò la ragazza. In casa entrò un piccolo barboncino.
-Ma Milù non è un nome da gatto?- chiese Yuki.
-Forse…- fece Momiji, poi prese il cagnolino in braccio. -ma è così carino!- Kagura aveva lasciato Milù alle amorevoli cure di Momiji e si era diretta silenziosa in cantina, per fare uno scherzo al suo amato.
-Quatta quatta scendo in cantina… silenziosa come non maiiii…- cantava Kagura. Kyo, sentendola cantare, riconobbe che aveva davvero una bella voce…
Non si era mai fermato a pensare ai lati positivi che poteva avere quella ragazza…
Ma il bel Kyo si scordò che non bisognava mai distrarsi davanti al nemico!
-Ehilà Kyo!- esclamò Kagura, mettendogli una mano sulla spalla. Per tutta risposta lui si attaccò al soffitto con… le mani ed i piedi
-Ka-Kagura!- fece lui, terrorizzato. La ragazza lo prese dal soffitto e lo lasciò giù quindi lo trascinò dal resto della ‘famigliola’.
-Grazie per aver badato a Milù! Io e Kyo andiamo a passeggio!- esclamò la ragazza.
-Ehi!- protesto il gatto. -E quando io avrei accettato?- Gli occhi di Kagura si fecero satanici.
-Perché, vuoi rifiutare?- il gatto deglutì.
-Assolutamente…-

Kyo odiava i cani, lo mettevano a disagio.
Ma la piccola Milù ai suoi occhi appariva innocua dolce e carina, come la padrona…
Kyo si ritrovò a darsi schiaffi da solo.
Nononononono! Da quando aveva cominciato a considerare Kagura Soma dolce, carina ma soprattutto INNOQUA?
Probabilmente il topo aveva ragione! Era davvero un baka neko….
-Kyo cos’hai?- chiese la ragazza, guardandolo.
-Eh?- fece lui, arrossendo.
Cavolo! L’ultima cosa che voleva è che lei sapesse il pazzo pensiero che aveva fatto appena due secondi prima!
-Mi pensavi?- chiese Kagura facendo la timida.
-No! Assolutamente! Ma cosa ti viene in mente!- esclamò/gridò il ragazzo, oramai rosso fuoco! Poi distolse il suo sguardo dalla ragazza per puntarlo sull’asfalto.
Kagura rise.
-Certo Kyo che sei proprio un timidone!- esclamò. La ragazza strinse a se il braccio del ragazzo. Lui si sentì per un secondo, a disagio. -Ma questa è una delle cose che amo di più di te!- quindi lei si alzò in punta di piedi e diede un bacio sulla guancia al suo amato.
-E smettila di fare cose del genere! Non vuoi per caso che qualcuno pensi che siamo fidanzati!- sbraitò il gatto.
-Infatti è ciò che voglio!- e l’esclamazione di Kagura era limpida come un cielo d’estate e si percepiva grande gioia ma soprattutto…
innocenza

I due stavano amorevolmente camminando per il parco con la piccola Milù che zampettava allegra a destra e a sinistra.
Gli uccellini cantavano allegramente, e il profumo dei fiori faceva inebriare le coppiette.
La ragazza teneva il guinzaglio della cagnetta, visto che Kyo, al solo pensiero, si sentiva male. Il ragazzo, improvvisamente, notò dei ragazzi in circolo che schiamazzavano e gridavano. Si avvicinò e vide che stavano maltrattando un povero gattino rosso e bianco.

…un ricordo invase la mente di Kyo Soma…
…un ricordo doloroso…

-Cosa state facendo mocciosi?- sbraitò il ragazzo.
-Quello che ci pare!- fece uno dei ragazzini.
-Le vuoi prendere?- chiese Kyo, arrabbiato.

…non poteva permettere che maltrattassero un gattino…
…perché quel gattino…
…era lui…

Due dei ragazzi lo attaccarono ma in due mosse il gatto li stese. Gli altri, terrorizzati, fuggirono a gambe levate. Il ragazzo raccolse il povero animale, ferito. Era ancora un cucciolino e sembrava debole. Kagura corse incontro all’amato.
-Kyo!- gridò. -Kyo che è successo?- il ragazzo si voltò verso di lei, con in braccio il gatto. -Oh mio Dio…- sussurrò. Il ragazzo abbassò la testa, ringhiando di rabbia.
-Kagura…- sibilò. La ragazza sussultò: solo una volta l’aveva chiamata con quel tono serio, che rivelava una comunicazione importante.
-Vuoi che torniamo a casa?- chiese dolcemente.
In certe occasioni Kagura sembrava leggergli in mente. Non gli restò che annuire.

Toru si era presa il gattino portandolo in camera sua e curandolo mentre Kyo, silenziosamente, si era rifugiato sul tetto a pensare.
I raggi del sole illuminavano il bel volto del gatto mentre con gli occhi socchiusi ricordava la sua esistenza.
-Ah sei qui Kyo!- il ragazzo si sentì chiamare e si voltò allarmato, vedendo Kagura sorridente, appena sbucata sul tetto. Lui sbuffò.
-Ah, sei tu…-
-Ti aspettavi Yuki?- scherzò la ragazza
-Preferisco di gran lunga te al topaccio!- quando Kyo si rese conto di ciò che aveva detto avrebbe preferito sprofondare. La ragazza gli si avvicinò fulminea e lo abbracciò.
-Ma questo è amore!- esultò.
-Amore un cavolo!- sbuffò Kyo, irritato. Poi si fece triste. -Inoltre chi sarebbe tanto pazzo da amare uno stupido gatto…?- Kagura si sorprese a vederlo tanto triste.
-No!- affermò. -Non sei affatto stupido!-
-E non mi contraddire tu!- sbraitò il gatto.
-Non sei stupido! Perché gli stupidi non salvano i gattini feriti!- concludendo la frase la ragazza dai capelli neri diede un bacio sulla guancia all’amato Kyo, il quale divenne di un colore simile al rosso fuoco, in tinta coi capelli.
Kagura stessa si sorprese del suo gesto: l’unica maniera che sapeva per dimostrargli il suo affetto era picchiarlo!
“Bhe…” si disse la ragazza “vuol dire che sperimenterò questo nuovo metodo!”
-Quanto ti voglio bene Kyo!- gridò la ragazza dandogli una pacca sulla spalla e facendolo rotolare direttamente ai piedi della casa.
-Mi sembrava che non mi avesse picchiato nell’arco degli ultimi 10 minuti…- mugolò

Hatori era di nuovo in camera di Akito, a visitarlo.
-Questa volta ci rimetti le penne…- fece il medico, sospirando. Momiji spuntò alle sue spalle.
-E come mai?- chiese il ragazzo.
-Semplice, ultimamente ha fatto troppi sforzi, e non può permettersi questo… e poi mi chiedo come gli sia venuto un mente di far abitare Kagura con Shigure e gli altri…- sbuffò il cavalluccio marino.
-In verità…- fece la lepre. -gliel’ho suggerito io!-
-Tu sempre in mezzo, vero?- sbuffò Hatori.
-Dai Hari! Non dirmi che non è una buona idea!-
-Difatti è pessima! Vuoi che quel romanziere da strapazzo sia in grado di tenere conto a tutte le spese che dovrebbe effettuare con Kagura tra i paraggi?-
-E’ per questo che l’idea è piaciuta ad Akito!-
-Capisco…- Hatori lasciò la stanza del capofamiglia, che dormiva con uno strano ghigno sulla faccia. -Speriamo solo che tutto vada per il meglio…- si disse. Momiji corse incontro all’amico.
-Non trovi che Kagura e Kyo formino una bella coppia?- chiese la lepre. L’uomo ridacchiò.
-Ora ho capito perché volevi che Kagura vivesse lì…-

Shigure camminava felice e contento per la casa ammirando il suo kimono nuovo e facendo roteare la penna in aria.
-Come sono feeeeliiiceee!- canticchiò.
-Mi chiedo come fai a definirti un romanziere…- sussurrò Yuki
-Per il semplice fatto che ho quasi finito un romanzo!- alle parole del cane il topo quasi non ci rimase secco.
-TU COSA?- gridò.
-Dannato topaccio! Cosa ti prende?- chiese Kyo, sbucando all’improvviso. Vide la faccia del suo rivale: scossa e spaventata
-N-non è vero…- balbettava, bianco come il latte.
-Cosa c’è?- chiese il gatto.
-Ho quasi finito un romanzo!- esclamò Shigure, felice come non mai. Kyo ci rimase di sasso.
-Questo dev’essere un sogno…- sussurrò.
-Più che altro un incubo!- esclamò Yuki, riprendendo colore.
-Davvero Shigure stai scrivendo un romanzo?- chiese Kagura, montando sulle spalle di Kyo.
-E scendi di lì!- mugolò il ragazzo.
-Sì!- esclamò orgoglioso il romanziere. -E incentrato su una situazione molto romantica!- Kagura scese dalle spalle di Kyo e gli diede un pugno in testa.
-Voglio leggerlo!- gridò.
-Voglio morire…- sussurrò il gatto.
-Finirò il romanzo solo e quando la cose che ho scritto si avvereranno almeno in parte!- esclamò orgoglioso Shigure.
-Kyo!- esclamò Toru, correndo dal ragazzo in questione.
-Cosa c’è?- chiese il gatto.
-Il gattino ha ripreso le forze!- esclamò la ragazza.
-Dov’è ora?- chiese Kagura.
-Sul tetto- rispose Toru.

Kyo era corso subito sul tetto. Vide il gattino pulirsi le zampette felice ed in forma.
-Ehi, micetto!- esclamò. Il gatto –anzi era una gattina– lo guardò incuriosita. Poi sembrò sorridere e si avvicinò all’amico. Kyo la prese in braccio, e poi si sedette, facendola giocare. -Sai che sei proprio carina?- la gattina, capendo le sue parole, gli leccò una guancia e il ragazzo rise.
Più indietro Kagura lo guardava dolcemente: era veramente bello quando rideva…
Sapeva benissimo cosa significava per lui aver salvato quel gattino: significava ripercorrere il suo passato, ed uscirne per la seconda volta vincitore…
Quando era piccolo Kyo era odiato da tutti i componenti della famiglia Soma.
Solo Kagura gli era affezionato, ed era l’unica ragione per cui non era scappato di casa, nonostante lei lo picchiasse sempre.
Ma un brutto giorno, Kagura si ammalò gravemente, e andò all’ospedale. Tutti i suoi familiari cominciarono a detestare Kyo ancora di più, dandogli la colpa se Kagura stava male.
Così il ragazzo abbandonò la sua casa. Sotto la pioggia scrosciante prese le sembianze del gatto, e camminò per le vie della città, debole e stanco.
Per via della pioggia aveva perso ogni forza, ma voleva scappare via, fuggire da quell’atroce destino.
Camminò per giorni e giorni, finché non incontrò un gruppo di ragazzini che cominciarono a maltrattarlo…
-Ah Kagura!- esclamò il ragazzo vedendola.
-Kyooo!- esclamò lei gettandosi al collo dell’amato quasi soffocandolo.
-Così mi ammazzi!- fece lui. Kagura allentò la presa
-Scusa amore mio!-
-Io non sono tuo!-
CIAF!
Kyo si ritrovò sdraiato davanti all’entrata di casa.
-E due!- mugolò

Un gatto arancione, piccolino, camminava a stento per la città. Pioveva. Il gattino camminava e camminava, l’ultima cosa che voleva era fermarsi e guardarsi indietro.
Tutti lo odiavano per quella stupida maledizione del gatto.
Il gattino… era Kyo.
Quella piovosa giornata era piena di fermento. Le luci illuminavano i marciapiedi e, per metà, anche le strade. Il marciapiede su cui camminava era pieno di gente con l’ombrello, e riusciva in qualche modo a non bagnarsi, o perlomeno a non bagnarsi troppo.
L’unica persona che dimostrava, anche se in uno strano modo, di volergli bene, era probabilmente in fin di vita. E a chi davano la colpa di tutto? A lui chiaramente.
“Il topaccio…” si disse. “…mi ha strappato la felicità…” Kyo alzò un attimo la testa e intravide un vicolo. Fece una corsetta per ripararsi lì, ormai fradicio e infreddolito. Con la zampa di asciugò gli occhi, finendo per bagnarsi ancora di più il muso.
Sua madre lo odiava
Suo padre lo odiava
E quella maledetta famiglia Soma lo odiava…

Era mattina. Kyo si svegliò un po’ di malavoglia: quello era stato solo un sogno.
Certo, un po’ strano come sogno… ma almeno era finito. Aveva già passato quell’avventura. Si alzò dal tetto ed entrò in casa da una finestra
-KYOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!- dopo l’avvertimento di un grido una ragazza si catapultò su di lui, strozzandolo.
-Kagura…- sussurrò lui.
-Che fine ha fatto il gattino?- chiese Yuki, con sguardo indifferente mentre era intento a girare il tea col cucchiaino.
-Shigure l’ha spaventato e se n’è andato. E poi veramente sarebbe stata una gattina!- puntualizzò il gatto.
-La sua nuova fidanzata…- borbottò il topo. Ciò non sfuggì a Kagura che diede un pugno all’amato facendolo volare e distruggendo una finestra.
-COME HAI POTUTOOOOOOOOOOOOOOOOO!- La ragazza dagli occhi assatanati di sangue lo prese e lo rilanciò in casa sfondando una parete.
-La mia povera casa…- piagnucolò Shigure.
-E’ ora che tu ti faccia risarcire i danni…- mugolò il topo.
-Un'altra tazza di tea?- chiese Toru.
-Si grazie!- esclamarono i due all’unisono.
E così era cominciata un’altra mattina!

Toru adorava le vacanze estive, succedevano sempre cose molto belle. E poi il cielo era limpido, gli uccellini cinguettavano felici…
Com’era bella l’estate!
-Che ne dite di andare tutti al mare?- chiese Shigure.
-Sii!- esclamò Kagura. -Così lì Kyo mi confesserà il suo amore!-
-Io non ti confesserò un bel niente…- le parole del ragazzo fecero infuriare la ragazza che gli diede un pugno facendolo volare oltre la porta, miracolosamente non rompendo nulla.
-Miraaaaaaaaaacolooooooooooooooo!- sospirò il cane.
-E vissero tutti felici e contenti…- mugolò Yuki.
-Non io…- mugolò Kyo
-Quando si parte?- chiese Toru
-Quando viene Hato!- fece Shigure
-Scusa Gure ma non è tempo che ti prenda la patente?- chiese Kagura. Il cane andò a fare cerchietti in un angolo
-Cattiva…-

E così Hatori arrivò e tutti partirono in auto per famiglie, dove si aggiunse anche Momiji.
La cara lepre conversava con Toru nei posti più dietro mentre Kyo, Kagura e Yuki erano davanti a loro. Hatori guidava e Shigure gli era accanto. Il romanziere voleva invitare anche Aya ma così facendo Kyo e Yuki lo avrebbero ucciso così preferì rinunciare
-Che bello siam arrivati!- esclamò Shigure
-Io vedo solo un hotel a 5 stelle…- mugolò Hatori
-Si! Anche la piscina!- esclamò Kagura.
-Io lì non mi ci avvicino…- mugolò Kyo.
-E’ solo uno stupido gatto…- mugolò il topo
-Sì io sono uno st… IO NON SONO UNO STUPIDO GATTO!-
-No, sei idiota!- Kagura diede un pugno a Yuki
-Zitto topo!- esclamò. Kyo si sorprese poi sorrise alla ragazza, che arrossì violentemente.
-Su scendiamo!- li incitò Toru, e tutti scesero. Shigure aveva prenotato alcune camere ma in modo che, ovviamente, si venissero a formare due gruppi…
-Ecco signor Soma, a lei le chiavi delle stanze 602 e 603!- esclamò l’addetta alla reception
-Grazie mille signorina!- esclamò lui, poi Hatori lo prese per il colletto del kimono e lo trascinò via di peso.
-Come mai hai preso solo due stanze?- chiese Kyo.
-Perché in una stanza ci andranno più persone ovviamente!- esclamò Shigure
-Non pretenderai che io dorma con questo qui?- chiesero Kyo e Yuki, all’unisono, indicandosi a vicenda.
-Esatto…- sussurrò il romanziere. -E se non altro starai in camera anche con Momiji, Kagura e Toru!- alle parole del cane il gatto rabbrividì. Non solo c’era lei! Ma c’era anche Kagura!
-Quindi tu e Hari starete nella stanza assieme!- esclamò Momiji.
-Esatto!- fece Shigure
-Sbagliato- disse Hatori con in mano una chiave. -Mi sono preso la stanza 410 per non stare appunto con voi…-
-Non è che l’hai messa sul mio conto vero?- chiese il romanziere
-Mi pare ovvio!- esclamò il medico. Kagura saltò addosso a Kyo, con una strana delicatezza. Gli legò le braccia attorno al collo e rimase a penzolare a mezz’aria, strozzando il gatto.
-Che bello! Sarò nella stessa stanza del mio Kyo!- esclamò.
-Da quando sono diventato un oggetto?- farfugliò il ragazzo.
-Bhe, vogliamo andare a cambiarci?- chiese Toru.

E tutti erano alla piscina dell’albergo, chi sulle sdraio a prendere il sole e chi a nuotare.
Kagura si stava rilassando e stava prendendo il sole sfoggiando, talaltro il suo costume nuovo. Kyo invece era stato trascinato forza in acqua (;.; povero il mio micetto! N.D. Crikke) da Yuki.
-Dannato topaccio la pagherai!- sbraitò il gatto, cercando di affogare il rivale.
Nonostante fosse un gatto sapeva nuotare anche piuttosto bene, tutta colpa di quella volta…

Finalmente la pioggia era cessata e il piccolo Kyo corse per il marciapiede deserto. Arrivò ad un parco e lì si mise semplicemente a camminare.
Non mangiava da giorni, o almeno non mangiava qualcosa di decente.
Si arrampicò abilmente su un albero alla ricerca di qualsiasi cosa! Gli sarebbe bastato pure un torsolo di mela! Avrebbe mangiato anche la nira!
Il gatto saltò abilmente da ramo a ramo e finalmente intravide un ciliegio stracolmo di frutti. Saltò sull’albero in questione e si mise a mangiare allegro.
D’un tratto, si fermò.
…cos’aveva da essere allegro?...
D’un tratto il ramo si spezzò, e il gattino cadde inevitabilmente in acqua
Era dunque la fine…?
Sentì l’acqua avvolgere il suo esile corpo da gatto mentre si lasciava sprofondare.
Aprì gli occhi, guardando la luce che diventava man mano più scura, e chiuse le palpebre aspettando la fine
Stava per perdere la vita
e se ne rendeva conto
Stava per perdere la sua famiglia
e se ne rendeva conto
Stava per perdere tutto
e se ne rendeva conto
Ma non riusciva a credere
di lasciare l’unica persona che gli volesse bene…
Il gatto riaprì gli occhi e cercò di arrivare in superficie agitando le zampe.
Rivide la luce, sentì l’aria invadere i polmoni, mentre galleggiava sull’acqua, la stessa acqua che gli faceva tanta paura…
Per un attimo paragonò l’acqua a Kagura: in se per se tanto pericolosa, ma non di certo assassina. Nonostante tutte le paure su di essa, è una innocua e semplice acqua…
Anche Kagura era una brava bambina… solo un po’ troppo possessiva, con una doppia personalità che spaventava chiunque!
Gli aveva mostrato più volte la sua dolcezza d’animo… ma con il nome “Kagura” lui riusciva solo a pensare ai pericoli di morte a cui andata incontro.
Anche l’acqua lo aveva quasi portato alla morte. Stranamente era la stessa acqua che in quel momento lo faceva galleggiare.
In quel momento si ritrovò a pensare “certo che è proprio strana la vita…”

Kyo scosse il capo: ancora quei ricordi assurdi! Quel periodo era passato da un pezzo!
-Cos’è ti arrendi?- lo provocò Yuki.
-Dannato topaccio! Se ti prendo!- gridò il gatto. Quindi prese aria e si mise a nuotare sott’acqua: era la sua specialità! Riemerse di scatto davanti al rivale, il quale rimase allibito. Poi ridacchiò.
-Stupido gatto!- esclamò.
-Che cos’hai? Ti brucia la sconfitta?- chiese Kyo.
-No, ma come pensi di prendermi? Sei un illuso!- e dopo tali parole Yuki cominciò a nuotare in lungo e in largo per tutta la piscina, seguito dal gatto. Ad un tratto…
-Kyooooo!- richiamò Kagura. Una parte del ragazzo in questione volle sprofondare e si maledisse per non esser rimasto in montagna per circa tutta la vita.
-Che c’è?- chiese lui
-Mi faresti un favore?- fece lei, timida.
-Non sono il tuo schiavetto!- sbraitò il gatto. Kagura prese in mano l’ombrellone pronta a lanciare.
-Vuoi ripetere?- chiese.
-Vengo subito!- esclamò lui, alquanto terrorizzato. Oramai a aveva imparato a doverla assecondare –o, ovviamente, ci rimaneva secco– e se solo il topo avesse fiatato poteva corrompere Kagura per farlo uccidere! (°° furbo il mio micetto ^.^ N.D. Crikke)
Il ragazzo si avvicinò a Kagura, la quale gli porse una crema solare.
-Mi spalmeresti la crema sulla schiena?- chiese, innocentemente. Il gatto acquisto un colore simile al fuoco, non si sa se per rabbia o imbarazzo.
-Ma che ti salta in mente?- gridò con le orecchie da gatto che gli spuntarono appuntite sulla testa.
-Vorresti rifiutare?- lo sguardo della ragazza si fece simile a quello di Satana
-Noooooooo! Certo che nooooooooooooooooooo!- fece il gatto, spaventato. Prese la crema solare e iniziò a spalmarla sulla schiena di Kagura.
-Grazie Kyo!- fece lei. Kyo sospirò.
-Di nulla…- mormorò tra se.

Il gattino rosso tornò a riva arrancando sull’acqua.
-Guardate che bel micio!- esclamò un ragazzino. Per il piccolo Kyo quei ragazzini erano dei guai!
Era tutto solo, nessuno l’avrebbe aiutato
Era tutto solo, nessuno gli voleva bene
Era tutto solo…
Il gatto cercò di correre via, ma non avendo mangiato, o avendo comunque mangiato poco, un gruppo di ragazzini lo circondò.
-Che ne facciamo di questo gattino?- chiese uno dei ragazzi, avvicinandosi a lui. Kyo lo graffiò, colpito da un riflesso condizionato. -Maledetto!- fece il ragazzino, indietreggiando.
-Su ragazzi facciamogli vedere!- esclamò un altro ragazzino.
-Fermi!- era stata una bambina che aveva gridato. Kyo la riconobbe subito: era Kagura!
Non poteva crederci, era lei! Allora non era in fin di vita!
Il gatto si ritrovò con le lacrime agli occhi dalla gioia.
I ragazzini si erano girati per vedere chi gli aveva gridato contro, distogliendo l’attenzione dal piccolo Kyo. Il gatto cominciò a correre via e andò con un balzo tra le braccia dell’amica.
-Chi sei mocciosa?- chiese uno dei ragazzi. Kagura strinse forte al petto il suo gattino e corse via, il più lontano possibile.
Kyo, intanto, si era addormentato.
Era stremato, e tra le braccia di Kagura, dell’unica persona che gli voleva bene, si addormentò felice…
Quando i due ritornarono a casa Kyo si svegliò, e tornò un bambino normale.
La famiglia Soma si scusò con il bambino, per il fatto di essere stato tanto crudeli,
e tutto finì per il meglio…

Ancora quei ricordi?
Kyo scrollò la testa, mente continuava a massaggiare la schiena dell’amica.
Cos’avrebbe fatto senza di lei?
Sorrise, e rivolse il suo sguardo al cielo
Ora, era felice.

Nel pomeriggio i giovani Soma erano diretti verso vari negozi.
Pioveva.
Era solo una leggera pioggia d’estate, di quelle che passano dopo mezz’ora circa.
Toru era andata con Momiji e Yuki mentre Kyo con Kagura.
I due camminavano per le strade affollate del centro –con un delizioso ombrello a fiori che bastava a coprire entrambi–, alla ricerca di qualche negozio.
-Senti Kyo…- cominciò a dire Kagura, stringendo convulsamente le buste che aveva in mano.
-Cosa c’è?- fece lui.
-Ecco… ti prego… dammi una risposta sincera…- fece la ragazza. I due si fermarono per attraversare la strada: il semaforo per i pedoni era rosso. Con loro ad aspettare il verde c’era una marea di persone.
-Kagura cosa c’è?- fece Kyo, curioso.
-Non mi arrabbierò se la risposta sarà un no, non ti picchierò…- tra i due ci fu una lunga pausa. Il semaforo divenne verde e la gente cominciò ad attraversare la strada. -Kyo… ti piaccio?- la domanda arrivò come un fulmine a ciel sereno. Kagura abbassò il viso, mentre stentava a trattenere le lacrime.
-Ecco io…- fece Kyo. Il realtà il ragazzo era tremendamente confuso. Non capiva bene cosa provasse per la sua amica, anche se sapeva che non era una semplice amica.
E durante il silenzio, il semaforo per i pedoni ridiventò rosso.
-Ho capito…- sibilò la ragazza, cominciando ad attraversare la strada, sotto la pioggia
-Kagura!- gridò Kyo, cercando di fermarla. La ragazza correva, con il volto pieno di lacrime.
Stava soffrendo da morire
Kyo non l’amava, era sola
All’improvviso sentì il suono di un forte clacson e vide che un camion stava per schiacciarla.
Rimase immobile, come pietrificata dalla paura…
-KAGURA!- all’improvviso la ragazza si sentì spingere verso il marciapiede.
Un attimo dopo, era salva dall’altra parte della strada.
-Co-cosa…?- balbettò. La scena che le si presentò davanti agli occhi non era tra le più belle. Il camion aveva cercato di frenare, provocando un testacoda. Kyo aveva sacrificato la sua vita per salvarla… (°°;; ma non è mica morto! N.D. Crikke)
Lo aveva perso per sempre (-.- è vivo, è vivo… N.D. Crikke)
-Kyo…- sussurrò la ragazza, piangendo. -KYOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO-
C’era tanto sangue quella strada
E il corpo di un ragazzo dai capelli rossi giaceva inerme
Aveva una grossa ferita alla testa, e una che pativa da sotto al cuore che arrivava fino alla pancia.
Sembrava che il ragazzo non respirasse nemmeno, e il suo ombrello, giaceva sano e salvo vicino a Kagura, mentre la pioggia scivolava giù lenta…

Era stata subito chiamata un’ambulanza. Tutti quanti si erano precipitati a vedere Kyo.
Sfortunatamente le sue condizioni erano gravi e dovevano operarlo.
Il tempo era interminabile…
Shigure si rigirava le mani, nervoso come non mai.
Hatori guardava l’orologio ogni 5 secondi.
Toru era in pena.
Yuki, anche se non lo dava a vedere, era preoccupato
Momiji camminava su e giù cercando di calmarsi e pregando con tutto il cuore che Kyo uscisse vivo dall’ospedale.
Kagura non aveva nessuna reazione. Stava semplicemente seduta su una delle sedie vicino alla sala operatoria con il viso coperto dai capelli.
Gli occhi erano senza espressione
Le guance bagnate dalle numerose lacrime
E le labbra serrate in un’espressione tristissima.
…era colpa sua…
D’un tratto Yuki lo scosse porgendogli un bicchiere di coca-cola.
-Vuoi?- fece gentilmente. La ragazza dapprima restò stupita poi sorrise dolcemente.
-Grazie…- la ragazza prese il bicchiere dalle mani del topo e bevve.
…si sentiva così triste e inutile…

L’operazione aveva avuto buon seguito, Kyo stava bene. Sfortunatamente non era in grado di ricevere visite e aveva bisogno di una trasfusione di sangue.
Kagura era in condizioni pessime: si era rinchiusa nella sua stanza.
Non mangiava, non usciva, non parlava…
La ragazza si era ridotta in condizioni pietose
Toru aprì la porta della sua stanza.
-Hanno telefonato dall’ospedale…- cominciò. La ragazza non diede segni di vita. -Kyo sta molto meglio e ci hanno dato il permesso di andare a trovarlo…- Kagura annuì alle parole dell’amica. Toru fece per richiudere la stanza quando si ricordò di una cosa. -Ah, mi sono scordata di dirti! Quando si è risvegliato ha chiesto se stavi bene…-
-D…- Kagura si fece forse per dire un’unica parola. -Davvero?- Toru sorrise dolcemente.
-Sì…-

Il gruppo dei Soma-in-vacanza+Toru si era diretto all’ospedale e attendeva istruzioni.
-Famiglia Soma?- chiese un’infermiera. Non si sa come, non si sa perché, Shigure ci provò.
-Si siamo noi… qui è ricoverato il nostro caro Kyo… possiamo vederlo?- chiese, con uno sguardo da maniaco. Hatori sospirò e lo prese per il colletto del kimono.
-Non voglio essere cacciato fuori, vieni qui tu…- fece il medico. L’infermiera esitò un istante, poi portò l’allegra “famigliola” dal loro caro Kyo.
-Entrate uno alla volta per favore- fece l’infermiera.
-Posso andare prima io?- chiese timida Kagura. Per un momento Yuki vide nella sua mente la ragazza prima timida, ma, dopo essere entrata nella stanza, violenta come al solito…
-Okey- fece il topo. (X°D lol N.D. Crikke) La ragazza entrò bella stanza.
-E se lo ammazza?- chiese Shigure.
-Meglio no?- ribatté Yuki.

-Kyo…- sussurrò debolmente la ragazza, entrata nella stanza. Si sedette vicino al suo letto, contemplandolo. Le lacrime cominciarono a scendere copiose dai suoi occhi. -Oh Kyo…- fece, piangendo a dirotto. Poi la ragazza sentì sulla sua spalla una mano calda.
-Ehi…- sussurrò il ragazzo.
-Kyo!- esclamò Kagura, felice. -Perché hai rischiato la tua vita?- chiese, con le lacrime agli occhi. Lui sorrise dolcemente.
-Semplicemente non volevo ti bagnassi…- disse, semplicemente. La ragazza sussultò, ricordando che aveva trovato l’ombrello vicino a lei
-Stupido gatto…- rise la ragazza. Kyo si alzò a sedere sul letto e la strinse forte a se.
-No, non sono stupido…- ribatté. Il ragazzo si distaccò dalla ragazza e la guardò negl’occhi. -Gli stupidi non salvano la ragazza che amano…- alle parole di Kyo il cuore di Kagura si alzò leggero.
Era felice.
-Kyo…- sussurrò la ragazza abbracciandolo. -Ti amo…- sussurrò. Era prima volta che glielo diceva senza picchiarlo o menarlo, e sembrava che la cosa funzionasse!
-Anche io, ti amo, e ti amerò per sempre…- rispose.
Per quanto il cielo sia nuvoloso, il sole ci sarà sempre.
E così, per quanto l’amore sia nascosto, esiste.
I due ragazzi si baciarono teneramente sulle labbra, felici come non mai.
Era bello essere felici…
Ma la cosa più bella –e i due lo sapevano– era che sarebbero stati felici…
X sempre…

Fine



** piaciuta? ^^; forse sono stata una cretina a scrivere una ff su loro due ma... XD i gusti son gusti! ^^; e scusate x gli errori..
;O; VI PREGGO COMMENTIII
 
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