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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Ufo Baby (Daa! Daa! Daa!)
Titolo Fanfic: UNA GITA IN MONTAGNA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: sivvi87 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 02/03/2004 18:07:17

fanfic basata sugli equivoci tra i protagonisti, molto tenera. (commenti).
 
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UNA GITA IN MONTAGNA
- Capitolo 1° -

Una gita in montagna


- Cosa?
- Uau!
- In montagna a sciare?
- Domani?
- Che bello!
Erano le voci dei compagni di classe di Miyu e Kanata che avevano appena appreso la notizia di una gita in montagna per l’indomani. Miyu e Kanata però erano preoccupati perché avrebbero dovuto fare i conti con il piccolo Lou. Fortunatamente, quando tornarono a casa e ne parlarono a Baumiau, quest’ultimo rassicurò i due giovani assicurando che sarebbe stato lui a badare a Lou, non senza vantarsi delle sue capacità, naturalmente:
-Per un alien-sitter di prima categoria come me sarà facile badare a questo dolcissimo bambino.
-Vedrai Lou, ti porterò un bellissimo regalo!- promise Miyu felicissima.
- Mamma! Papà!- esclamò Lou col suo dolcissimo sorriso.
Il mattino seguente, anche se un po’ in ritardo, Miyu e Kanata presero il pullman. La gita sarebbe durata due giorni. Finalmente arrivarono e Miyu vide attorno a sé solo bianco, tutto bianco. Prese della neve tra le mani e poté costatare, seppur attraverso i guanti, quanto fosse morbida e gelida. Quello stato di serenità fu rotta da una palla di neve arrivatagli sulla nuca: il mittente era Kanata, naturalmente. Miyu risentita ricambiò la cortesia. Entrarono tutti nella baita di legno. Il portone principale invitava ad entrare in una calda e accogliente stanza in fondo alla quale stava un grande camino acceso che, oltre ad essere l’unica fonte di calore, era anche l’unica fonte di luce. All’ingresso dei ragazzi furono accese le altre luci ed ebbero il tempo per sistemarsi nelle camere e di pranzare. E fu proprio in questo momento che Nanami arrivava di corsa annunciando: - Dopo pranzo potremo andare a sciare!-
-A sciare? Ma io non so sciare!- disse Miyu.
- Oh, nemmeno noi. Ma Kanata ci insegnerà. Vero Kanata?- dissero ad una voce le ammiratrici di Kanata mentre quest’ultimo faceva finta di non sentire.
E com’era stato programmato dopo pranzo i ragazzi si lanciarono tutti fuori pieni di entusiasmo, muniti di tutta l’attrezzatura per sciare e scaldati da una pesante tuta.
Kanata diede subito dimostrazione della sua bravura in questo sport sotto gli occhi a forma di cuore delle ragazze. Temendo che queste col loro atteggiamento potessero attirare l’attenzione del ragazzo, Chris scoppiò scaraventandole tutte in diverse direzioni. Ma Miyu non badò a tutto ciò, aveva altri problemi: non riusciva proprio a muoversi con gli sci ai piedi, non era in grado neppure di fare un passo. Perciò si lamentava: - Uffa! Come funzionano questi sci?-
- Finché ti ostini a mangiare come un maiale è normale che non riuscirai a praticare gli sport.- l’aveva pizzicata Kanata che riuscì appena a finire la frase che gli arrivò un pugno sul naso seguito dall’insulto di Miyu: -Antipatico!-
Ma l’imprevisto era dietro l’angolo.
In cima alla montagna una nuvolaglia bianca scendeva velocemente: una valanga. Fu dato l’allarme e gli istruttori invitarono i ragazzi a riunirsi nella piccola casa accanto alla baita costruita apposta per casi d’emergenza come quello. Ma non tutti erano in salvo: Miyu non riusciva a muoversi con gli sci perciò Kanata corse verso di lei, ma la valanga arrivò prima di lui e i due furono scaraventati giù per la montagna. Quando Kanata si riprese vide solo la lunga e folta chioma bionda di Miyu, il resto sommerso dalla neve. Kanata scostò la neve, la prese, svenuta, in braccio ed esclamò preoccupato: - Ma è un pezzo di ghiaccio!
Poi si rifugiarono in una piccola caverna. Kanata non sapeva che fare, ma quando lo sguardo gli si posò sul suo zaino si ricordò che lì dentro c’era tutto l’occorrente per la sopravvivenza. Prese quindi del tè caldo dal thermos e lo fece bere a Miyu, quest’ultima non reagiva. Allora a Kanata venne in mente che quando ci si perde in montagna, l’unica cosa da fare è spogliarsi e riscaldarsi sotto una coperta. Ma il ragazzo non se la sentiva di fare una cosa del genere. Allora cercò di semplificare il tutto: spogliò se stesso della giacca della tuta e del maglione rimanendo a torso nudo e Miyu solo della giacca scoprendo con sua gran sorpresa che essa indossava una camicia smanicata. Poi prese una pesante coperta dallo zaino e avvolse sè e Miyu. Il ragazzo cominciò a strofinare le braccia e le spalle di lei, di tanto in tanto le dava del tè, ma tutto ciò sembrava vano. Passò del tempo, Kanata cominciava a perdere ogni speranza, allora le avvolse le braccia attorno al collo e poggiò la testa sulla spalla di lei. Cominciò ad implorare perché si svegliasse. Miyu come se avesse sentito le sue parole aprì gli occhi. Dapprima non capì cosa stesse succedendo, poi quando sentì le braccia di Kanata attorno al collo, chiese, prima con voce fievole e fragile poi via via più forte fino a gridare, fino a trovare la forza per spingerlo il più lontano possibile: - Che cosa stai facendo, pervertito? – Quando si rese conto di essere stata sotto la stessa coperta con Kanata si sentì improvvisamente caldissima fino a scoppiare, poi si rimise la giacca, prese il suo zaino di sopravvivenza (ogni ragazzo ne possedeva uno) e si diresse infuriata verso la baita.
Kanata fece lo stesso e la seguì in silenzio, contento che la ragazza si fosse ripresa, ma allo stesso tempo dispiaciuto per quel malinteso che si era venuto a creare.
Miyu non riusciva a credere a ciò che le aveva fatto, sapeva che lui non era il tipo da fare certe cose e approfittare, ma era pur sempre un ragazzo, e a lei qualche volta poco comprensibile. Se poi pensava a quella strana sensazione che aveva provato quando si sentì avvolta da un dolcissimo e confortevole calore e accorgersi di essere tra le braccia di Kanata si sentiva quasi colpevole. Già, colpevole forse di provare quasi piacere? Mentre era assorta in questi suoi pensieri sentì la voce di Kanata: - Eri congelata. Sembravi un ghiacciolo! – con la coda dell’occhio sbirciava nello sguardo di lei che purtroppo era seminascosto dai suoi capelli; poi aggiunse: - Non mi permetterei mai di toccare un corpo infantile come il tuo!
A quel punto sapeva che sarebbe andato incontro ad una sfuriata, anzi avrebbe voluto così perché ciò avrebbe dimostrato la sua assoluzione. Invece non uscì alcun suono dalla bocca di Miyu, solo dopo un po’ mostrò uno sguardo offeso che fece quasi preoccupare il ragazzo, ma lei disse con tono forse sempre offeso: - Allora ti ringrazio per il sacrificio! – Ma Kanata notò subito che in quella frase non c’era risentimento: lei gli era veramente grata.
Ah… i soliti ipocriti, vigliacchi, codardi e… anche antipatici, arroganti, presuntuosi, ma… dolci e teneri Miyu e Kanata.

THE END

 
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