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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: JEWELS OF ANOTHER WORLD
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: kagome-inu galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 28/02/2004 17:36:33

in una dimensione parallela sono nate tre principesse, una delle quali però è un demone...vi prego leggetela!!!
 
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CAPITOLO1
- Capitolo 1° -

Il cielo era interamente governato dai folgori e dalla pioggia, che seguitava, audace, a cadere e a cadere, fino a depositarsi nel terreno e nelle colture, che occupavano gran parte del territorio. Mentre nel cielo, illuminato dolcemente dalla luna, si stava plasmando una vigorosa tempesta, all’interno di un castello di cristallo, stava avvenendo un fatto considerevolmente importante. In un salone, rivestito da immense vetrate e del tutto assente di qualsiasi tipo di muraglie, un uomo, che indossava abiti onorevoli, continuava a camminare su e giù, con un’espressione del tutto inquieta. In piedi, accanto ad una delle immense vetrate, una bambina, dai lunghi capelli dorati e dai profondi occhi verdi, se ne stava in silenzio, studiando con attenzione il comportamento del padre.
Intanto che la bambina, di circa tre anni, scrutava l’uomo, egli si fermò di colpo, tendendo con cautela le orecchie, come a cercare di catturare un suono talmente lieve, da essere quasi impossibile da percepire.
“padre..non è ancora nato. È la terza volta che pensate di udire un pianto!”
Il suono della voce, dolce e delicata, della bambina, portò il padre ad assumere un’espressione più calma e serena, come se quelle parole gli avessero infuso la pazienza di attendere il momento esatto. Lentamente, il re di quell’immenso e maestoso castello, si avvicinò alla bambina, prendendola in braccio e guardandola diritta negli occhi. Il padre della bimba aveva degli occhi rossi come il fuoco e dei capelli dello stesso cremisi, con una lunghezza che arrivava un po’ più sopra delle spalle. Ma, nonostante l’aspetto mettesse soggezione, la bambina non sembrava per nulla intimorita; al contrario, tra quelle braccia forti, si sentiva al sicuro e protetta da quel terribile temporale che si faceva sempre più intenso.
“hai ragione Rea..ma che ci vuoi fare!abbi pazienza!”
Rea offrì un delicato sorriso al padre, che, nel coglierlo la sua agitazione diminuì notevolmente. Al collo la piccola aveva un insolito ciondolo, che emetteva una tenue luminescenza verde. L’uomo, che teneva ancora tre le braccia la bambina, la allontanò leggermente, in modo da poter osservare in un modo migliore il pendolo. La forma dell’oggetto assomigliava molto a quella di un rombo, ma il materiale da cui era costituito rimaneva ancora un arcano da svelare.
“padre, perché state osservando il mio ciondolo?”
“oh…nulla nulla! Te lo diede la strega Genka se non sbaglio?!”
“sì..me la ha data in regalo..dice che è un oggetto molto prezioso!”
“ha lo stesso colore dei tuoi occhi!”
Il volto innocente della bambina arrossì leggermente; le gradiva ascoltare i vari complimenti che le porgeva il padre, la faceva sentire ancora più principessa di quello che era già.
“RE TSUYO… RE TSUYO! Venite.. presto, sono nate!”
La voce giovanile di una serva spezzò quella lieta atmosfera che si era creata tra la bambina e suo padre; le ultime due parole giunsero talmente svelte alle orecchie dei presenti, che non furono ben comprese. Velocemente, il re aiutò Rea a scendere dalle sue braccia, facendo attenzione a non rovinarle il prezioso abito , che era di una sottilissima seta gialla, abbinata allo splendido colore dei suoi capelli.
Con uno sguardo che era misto tra lo stupore e il dubbio, il re si avvicinò alla serva, osservandola attentamente.
“come scusa?!”
“sono nate Signore…le vostre figlie!”
“f..f..figlie? ma io ne aspettavo solo uno..n…non..due!”
L’ancella, non sapendo come e cosa rispondere ai comprensibili dubbi del suo signore, gli fece cenno di seguirlo, sapendo che l’uomo l’avrebbe sicuramente fatto.
Con passo svelto, il re raggiunse l’ancella, che, facendo il più fretta possibile, lo condusse all’interno di una stanza, che si trovava alla fine di uno dei numerosi corridoi che si trovavano in quel piano del castello.
Il respiro dell’uomo, più si avvicinava alla stanza da cui provenivano dei pianti di neonati, più si faceva soffocato. Ma, appena il re entrò nella stanza, quell’ansia, che lo aveva perseguitato per tutto quel tempo,scomparve, lasciandogli nel cuore un leggero senso di serenità.
“t…Tsuyo…”
Una candida voce femminile, che proveniva dal centro della stanza, fece subito scattare l’attenzione del re che, immediatamente, si avvicinò alla donna. Sdraiata sopra ad un elegantissimo letto a baldacchino, la donna aveva un’espressione limpida, ma allo stesso tempo leggermente tesa; i suoi lunghi capelli dorati si disperdevano sopra al cuscino e la luce delle candele che illuminavano la stanza, li faceva splendere, donandogli lo stesso colore del grano. I suoi occhi, che erano di un profondo blu – oceano, le donavano un non so che di angelico…un qualcosa che sicuramente la piccola Rea aveva ereditato.
“mia cara…vi sentite bene..?!”
“si..sono solamente stanca…devo ammettere che il secondo parto è stato un po’ più faticoso del primo..”
“ lo immagino…il secondo vale doppio…”
Dalla fronte della giovane donna scendevano alcune gocce di sicure, ma nemmeno quello sfigurava la sua bellezza..una bellezza che doveva essere immutabile.
“re Tsuyo..regina Subaru…la strega Genka desidera parlarvi..”
La stessa voce che pochi minuti prima aveva avvisato il re della nascita, interruppe il dialogo tra i due; ma questo non innervosì il sovrano, che dalla felicità, procuratagli per la nascita, non sembrava per nulla turbato o irritato.
“certo…digli che entri…”
“come desiderate..”
Mentre l’ancella si stava dirigendo verso l’uscita, la voce di Subaru la bloccò.
“Sari..aspetta..portami le mie figlie..voglio vederle!”
“certo mia signora..gliele farò subito portare..”
Dopo un delicato sorriso, l’ancella corse subito a prendere i neonati e, dopo alcuni minuti, tornò con entrambe le bambine in braccio, ricoperte da una delicata stoffa bianca, che copriva anche i loro visi.
“come mi avete ordinato vi ho portato le principessine…”
“grazie Sari….”
“caro…prendile in braccio e fammele vedere..ti prego..”
Tsuyo si avvicinò alla serva e fece per accogliere le due neonate tra le braccia, ma, all’improvviso, una voce appartenente ad una donna anziana lo bloccò.
“NON TOCCARLE!”
L’uomo si fermò di colpo ed indietreggiò, sapendo di potersi fidare di quella voce.
“Genka..ma cosa succede?!”
All’interno della stanza, lentamente, fece la sua comparsa una vecchia signora con lunghi capelli bianchi, talmente lunghi che a malapena non toccavano il pavimento; l’anziana donna era coperta da un lungo mantello dal colore della notte e, nella mano destra, teneva un bastone, quasi del tutto ricoperto da rosari.
“re Tsuyo…ordina alla tua ancella di poggiare la bambina, che sta alla sua destra, per terra e di allontanarsi da essa!”
“ ma..che cosa vuoi dire..”
L’ancella non sapeva cosa fare, la paura si era impadronita di lei: doveva ascoltare Genka e appoggiare la bambina a terra…o aspettare che il suo signora approvasse quella decisione?!. Però, nemmeno Tsuyo non sapeva cosa fare; si era sempre fidato dell’anziana e saggia strega, ma questa volta stava trattando una delle sue figlie come se fosse un mostro.
“ re Tsuyo..fa come ti dico..fidati di me..”
“ascoltala…”
“ma Subaru…”
La donna, che fino ad ora era rimasta in silenzio, si sollevò dal letto, mettendosi seduta, in modo da poter essere ascoltata meglio, ma l’uomo appena la vide fare il minimo sforzo corse verso di lei..cingendole la vita.
“mia cara…ne siete sicura?!”
Il viso di Subaru si fece leggermente più cupo del solito e, attentamente, fissava l’anziana donna che si trovava di fronte a lei.
“Genka…mi sono sempre fidata di te…non deludermi..”
L’ancella, velocemente, appoggiò la bambina per terra e si allontanò da lei, come le era stato precedentemente ordinato. Subito dopo la strega si accovacciò accanto alla bambina e la sollevò da terra.
“qualcuno di voi ha toccato questa bambina?”
“sì…l’altra serva che mi ha aiutato a far partorire la regina…”
“e tu non l’ hai toccata?”
“no..io ho preso l’altra bambina…ma perché me lo chiedete!”
“ditemi…dove l’altra ancella..”
“non so rispondervi mi dispiace...era nella stanza accanto poco fa…stava coprendo le bambine con la tela bianca..poi..poi non l’ ho più vista!”
Il volto della strega si ricoprì di tristezza, paura e rabbia allo stesso tempo, il suo viso non assomigliava più a quello della strega che gli abitanti del castello conoscevano. A quel punto, Subaru si preoccupò e , aiutata dal marito, si alzò dal letto, avvicinandosi a Ganka.
“Genka…noi ci siamo fidati di te…ora tocca a te spiegarci cosa sta succedendo…!”
“avete ragione…”
La strega abbassò lentamente lo sguardo e, con la stessa calma, scostò la tela bianca…mostrando ciò che ricopriva.
La giovane donna lanciò un urlo di paura e disgusto, allontanandosi assieme al marito, che era ugualmente spaventato, da ciò che era stato mostrato loro.
Tsuyo si rivolse alla strega, con il volto ancora sgomentato da ciò che aveva visto.
“chi..o..cos’è..quello..”
“è tua figlia!”
“impossibile..quello è un demone..”
“non è impossibile..questo è un demone..ed è anche tua figlia. Guardatela…”
La pelle del minuto corpo era completamente nera e i suoi occhi era neri come la pece, il solo guardarla metteva terrore; ma ciò che metteva realmente suggestione era quella smorfia dipinta sul suo volto: un mezzo sorriso..che incuteva terrore..e angoscia.
“c…come può essere nostra figlia!..Genka..né mio marito..né io..siamo demoni..”
“lo so benissimo…ma…non toglie il fatto che lei lo sia..ne è prova il fatto che ha già mietuto la sua prima vittima dopo poco tempo dalla sua nascita..”
“vuoi dire che l’altra ancella è stata…”
“esatto…è stata uccisa…”
“ma come può essere un demone…?!”
“non posso ancora rispondere a questa domanda…ma…le pietre del futuro mi avevano già predetto ciò che sarebbe accaduto..e..ciò che accadrà..!”
“Genka…non..non si può fare nulla per lei…sono pur sempre sua madre..non l’abbandonerò al suoi destino!”
“Subaru!..come puoi dire una cosa del genere…anch’io sono sempre suo padre..ma resta il fatto che lei è un demone…non possiamo farla rimanere in vita..chissà quanta gente morirà per sua mano!”
Subaru si allontanò da Tsuyo…avvicinandosi a Genka e porgendo le braccia verso la creatura che era ancora semicoperta dal telo bianco; ma la strega si distanziò dalla giovane regina, cercando di evitare che quest’ultima toccasse il demonio che teneva tra le braccia.
“no Subaru..non toccarla. Forse tu la riconoscerai come figlia, ma lei non ti riconoscerà mai come madre..!”
“Subaru..so come ti senti…ma non possiamo permettere che rimanga in vita!”
“come puoi parlare così…è tua figlia…per quanto ti disgusti il suo aspetto..per quanto ti terrorizzi il suo animo..lei rimane e rimarrà sempre tua figlia”
“non accetterò mai un demone come figlia..non potrà mai far parte della mia famiglia!”
“un demone no..ma una strega come me sì!”
WEEEHHEHEHHHEH WHEHEHE
“Shhh.,..buona piccola..buona”
L’ancella, che si trovava ancora in fondo alla stanza, tentava di consolare la bambina che teneva tra le braccia, molto probabilmente spaventata dalla discussione che era nata tra Subaru e Tsuyo.
La strega coprì il volto della piccola e, sempre con lo sguardo fermo e freddo, si rivolse ai due genitori, che, dopo aver udito il pianto della piccola, avevano smesso di alzare la voce.
“so bene che questa è una decisone difficile da prendere…ma devo chiedervi se volete che muoia..o..che rimanga in vita…non posso attendere molto!”
Subaru e Tsuyo si fissarono per lungo tempo, aspettando che uno o l’altro dicesse per primo ciò che pensava; ma nessuno dei due sembrava voler esprimere la propria opinione…e questo non migliorava di certo la posizione di Genka, che si vedeva, da lì a poco, costretta a scegliere per loro.
Ma Subaru interruppe il silenzio, cercando di svelare una delle mille domande che in quel momento le affollavano la mente.
“dimmi Genka: se decidessimo di tenerla…come potremmo tenerla sotto controllo…come potremmo evitare che non faccia del male alla gente?!”
“bè…un modo esisterebbe..ma..non dà nessun tipo di garanzia!”
“e quale sarebbe!”
“cercando di intrappolare il suo animo demoniaco all’interno di uno dei gioielli sacri!”
A quel punto, si unì alla conversazione anche Tsuyo, che sembrava sempre più propenso ad accogliere l’idea della moglie.
“parli dello stesso gioiello che ha al collo Rea?!”
“esatto…proprio così!”
“ma ci avevi detto che serviva per contenere il potere che Rea possedeva…e che avrebbe usato solo qualora se ne fosse vista la necessità!”
“non tutti i gioielli sono uguali; ne esistono di tre tipi diversi: uno per contenerne l’immenso potere del fuoco; il secondo per trattenere il potere del vento e della terra;….infine il terzo..nato per racchiudere in se tutto il potere del male…”
Subaru, udite quelle parole, si limitò ad abbassare lo sguardo..cercando di capire quale fosse la cosa più giusta da fare, ma Tsuyo restò esterrefatto da ciò che Genka aveva detto.
“Genka, come facevi ad avere queste tre gemme…e a sapere che una delle nostre figlie sarebbe stata un…demone?!..e non venirmi a dire che lo hai letto nelle pietre o nelle stelle…”
“no..non me lo hanno detto né le pietre né le stelle…”
“e allora chi?!”
“calmati Tsuyo..Genka non ha nessuna colpa..sta cercando di aiutarci…”
“non mi importa se sta cercando di aiutarci…se lei conosceva già il futuro significa che avrebbe potuto evitarci questa disgrazia…”
“DISGRAZIA!?…così è così che considerate vostra figlia…una disgrazia?!”
“non so quale sia l’opinione di mia moglie…ma io non intendo allevare un demone…quindi voglio che muoia questa notte!”
“No…non puoi decidere da solo per il suo futuro…sono sua madre spetta anche a me la decisione!”
Subaru alzò nuovamente la voce, ma questa volta il suo fisico non fu in grado di sopportare tutta quella tensione…e, all’improvviso la donna cadde a terra, priva di sensi.
“Subaru!”
Tsuyo, velocemente prese la donna tra le braccia e, delicatamente la distese sopra al letto.
“allora Tsuyo…sei ancora deciso a voler uccidere questa creatura!”
Ci fu un profondo silenzio all’interno della stanza, anche la piccola che si trovava tra le braccia dell’ancella aveva smesso di piangere, e Genka aspettava di conoscere la decisione del re.
“sto aspettando…”
Tsuyo si voltò di scatto in direzione della strega dai capelli nivei; le sue labbra tremavano leggermente e attraverso la pelle sembrava si potesse vedere il sangue che gli pulsava insistente nelle vene, accelerando di gran lunga il battito cardiaco ed aumentando il respiro che si faceva sempre più affannoso.
“sì….UCCIDILA!”
Genka abbassò lo sguardo, in segno di rassegnazione; dentro di lei sperava che l’uomo ascoltasse le parole della moglie e concedesse una possibilità alla loro “inevitabile” figlia, ma purtroppo Tsuyo non vedeva altra soluzione, al di fuori di quella più scontata: eliminare il problema alla radice.
“come vuoi…prendi la tua spada e uccidila!”
“cosa?!”
“certo…non hai detto che vuoi ucciderla!”
“no…cioè…io…io..pensavo che fossi tu a farlo!”
Genka azzardò un rapido sogghigno e, lentamente si avvicinò al re, la cui faccia aveva assunto un’espressione impaurita e scioccata; anche il suo battito cardiaco era aumentato più di prima…facendolo leggermente impallidire.
“mi spiace re Tsuyo…ma sarai tu a dare la morte alla bambina…non voglio macchiarmi di un fatto simile..tua è la scelta…e tua sarà la colpa!”
“ok…..non sarà questo a farmi cambiare idea!”
L’uomo dai capelli carmini, sfoderò la spada che teneva al suo fianco; l’oggetto era di una media misura e l’impugnatura era ricoperta di diamanti verdi, rossi e blu.
Lentamente Tsuyo alzò la spada al cielo e, chiudendo gli occhi, la impugnò in modo tale da tagliargli la testa di netto, ma qualcosa lo fermò…una mano…una voce..
-non farlo..-
Tsuyo si bloccò di colpo; la mano che si era appoggiata alla sua spalla era fredda come il ghiaccio e la voce che si era rivolta a lui aveva un suono spento, opaco…ma freddo e tenebroso. Nonostante la paura si stesse sempre più impossessandosi del suo corpo, il re si voltò e davanti a lui si presentò una figura femminile..ricoperta da un leggero strato di nebbia semi-trasparente.
“chi…chi sei?”
Genka, che non sembrava molto scioccata di quella presenza estranea, rimaneva impassibile, non tentava in nessun modo di aiutare il giovane re.
-non deve interessarti chi o che cosa sono…deve interessarti solo ciò che ti ordinerò di fare!-
“io sono un re…non puoi ordinarmi nulla…”
La mano, dopo che si fu staccata dal braccio di Tsuyo non appena si era voltato, afferrò all’improvviso il suo braccio, quello che impugnava la spada.
La mano di quella figura femminile era del tutto nera, la sua pelle era identica a quella del demone che Genka aveva tra le braccia.
“tu..sei un demone come lei!..sei tu sua madre?!”
-no…non sono sua madre! E non azzardarti a farmi altre domande…tu dovrai solo ascoltarmi..se non vuoi che Rea e Tia facciano una brutta fine!-
“c..come fai a sapere che la piccola deve chiamarsi….”
“fa silenzio Tsuyo…non fargli domande…ti conviene ascoltare e fare silenzio!”
- l’unica cosa che ti dico è che non dovrai uccidere o far uccidere la piccola per nessun motivo…-
“v…va bene…”
-ora ti darò un consiglio…anzi..è meglio di no…fa ciò che ti ho appena detto…e…e trascorrerai una vita abbastanza serena!-
Detto ciò, lo strato di nebbia che ricopriva la “presenza” scomparve e con essa anche ciò che ricopriva.
Il silenzio era immerso nella stanza; l’uomo, che reggeva ancora tra le mani il gladio, aveva chinato lo sguardo, rammentando le gelide parole che quello essere soprannaturale gli aveva rivolto. Fu Genka a infrangere il silenzio accostandosi al re e porgendogli la creatura che teneva tra le braccia.
“re Tsuyo…sua figlia!”
Re Tsuyo sollevò il volto, poggiando le grandi iridi purpuree sulla creatura, ancora coperta dalla soffice tela bianca; adagio, alzò la grande spada, portandola davanti al suo volto e spostando lo sguardo dal gladio alla creatura. Genka, che con sguardo fermo osservava lo sguardo del sovrano, porse la figlia indesiderata.
Tsuyo contemplò per l’ultima volta la sua amata daga per poi gettarla a terra e prendere tra le braccia quell’orribile creatura.
“io non la ucciderò, ne la farò mai uccidere…ma…non la tratterò mai come una figlia…sarà sempre diversa…dalle altre!per me rimarrà un demone…per l’eternità!”
Detta quella che sembrava essere una promessa, appoggiò l’essere vivente a terra e si accostò alla giovane Sari, che cullava la piccola, tenuta in da parte all’orribile scena. Con estrema delicatezza prese tra le braccia la neonata, scoprendole il viso, semi-coperto dalla nivea tela.
“ti darò tutto l’amore che meriti….”
Il re lanciò uno sguardo all’anziana Genka, che fino ad ora aveva osservato il comportamento dell’uomo; dopodiché abbandonò la stanza, chiudendo la porta alle sue spalle.
Nello stesso momento in cui il sovrano attraversò l’uscio, Subaru aprì lentamente gli occhi, cercando nella stanza qualcosa o qualcuno che le facesse comprendere ciò che era avvenuto. Non appena il suo sguardo incrociò quello dell’anziana strega, la donna cominciò ad agitarsi e a porsi mille quesiti…tuttavia solamente uno riuscì ad emergere dalle sue rosee labbra.
“Genka…l’ ha…uccisa?!”
L’anziana donna si avvicinò al letto e delicatamente si sedette accanto alla giovane donna.
“No Subaru…non l’ ha uccisa….una strega o forse un demone non glielo ha consentito…”
Subaru fece una profonda espirazione e, proprio in quel momento un leggero gemito attirò l’attenzione di entrambe. Genka si alzò dal letto e si inginocchiò sul punto in cui il re aveva abbandonato la”piccola” creatura. Inaspettatamente la strega si accorse che gli occhi del piccolo demone non erano più neri come la pece, ma erano divenuti azzurri, talmente azzurri da assomigliare alle acque calme del mare rischiarato dal sole. Una lieve espressione di speranza si creò nel lineamenti di Genka.
“Genka….puoi portarla da me…”
Ma prima di prestare obbedienza alla regina, la strega estrasse da un taschino del mantello, un pendaglio, della stessa forma del ciondolo della piccola Rea, ma il suo colore era differente, invero la pietra era di un vigoroso blu oltremare, molto somigliante agli occhi della “poco amata” figlia.
“ecco Subaru…tua figlia..”
Delicatamente Genka mise tra le braccia della donna la piccola, facendo molta attenzione a non scoprirla della soffice tela. Ad agio Subaru scostò la tela dal viso della piccola, pronta a dover fronteggiare un immonda visione; ma, al contrario, dinanzi a se trovo un dolcissimo volto da neonato, carico di bellezza.
“ma….com’è possibile?!”
“è il ciondolo, la sua capacità è proprio quella di trattenere i suoi poteri, al contrario degli altri due, che hanno il solo compito di custodirli, che però possono essere usati con estrema tranquillità..”
“e…e se un giorno dovesse avvenire che…”
“che il ciondolo non trattenesse più i poteri?”
“esatto…”
“…verrebbe svelata la sua vera natura..”
La regina abbassò lo sguardo sulla figlia, cercando di non riflettere su ciò che le era appena stato proferito.
“Mia…”
“come?!”
“il suo nome sarà MIA!”
“per quale motivo?!”
“in una lontana epoca esisteva una strega molto potente…Sirrah. Un giorno ella incontrò un giovane demone… il suo nome era Karn.si innamorarono l’uno dell’altra…all’improvviso, senza rendersene realmente conto. Riuscirono a rimanere insieme una sola nottata…e..fu proprio in quella notte che venne generata una bambina; ella era destinata ad avere sembianza demoniache..ma il cuore di una strega. Disgraziatamente, i demoni vennero a conoscenza dell’ingiuria che i due avevano arrecato alle due stirpi. Così, la bimba non fece in tempo a nascere che Sirrah e Karn vennero trucidati. Ma, prima di esalare l’ultimo respiro, la strega lanciò una orazione alla notte, chiedendole di far rinascere la piccola in un tempo differente…e che riuscisse a creare amore tra stirpi diverse.
Quando ero piccola mi narrava svariate volte questa < storia >…e mi ripeteva anche…che quella bambina le sarebbe piaciuto chiamarla Mia….in segno di amore…”
La donna spostò lo sguardo dalla bambina a Genka, sorridendole dolcemente.
“…chissà…forse è proprio lei la figlia di Sirrah…ed ho avuto la fortuna di averla come erede!… sono sicura che sarà forte…e degna di far parte di questa famiglia!”






ECCO IL PRIMO CAPITOLO....SPERO DAVVERO CHE VI SIA PIACIUTO...MANDATEMI ALCUNI COMMENTI...ALMENO HO QUALCHE SPUNTO PER CONTINUARE A SCRIVERE!
AL PROSSIMO CAPITOLO...CIAOOOOOOOOOOOOOOO















 
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