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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Beyblade (Bakuten Shoot Beyblade)
Titolo Fanfic: CAPIRSI
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: kappa-chan87 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/02/2004 12:35:03

miii ke titolo ebete... ^^° cmq è una shounen ai takaoxkai e viceversa, leggete!!!!!!!!!
 
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- Capitolo 1° -

Salveeee!!!!! Ekkime d nuovo qui dopo un'assenza d anni-luce (nessuno sentiva la tua mankanza, nn c'era bisogno d scomodarsi... -___- nd:lettori) x turbare le vostre (ankora x poko...) sane menti cn i miei deliri!!!! Mhuahahahaha!!!!
Innanzi tutto ho cerkato d nn fare errori, o almeno orrori, d ortografia ma sikuramente ce ne saranno qnd nn fateci troppo kaso... ^^
E cm seconda kosa dovete sapere (anke se nn ve ne frega nulla, ma purtroppo x voi oramai siete qui! XD) ke qst roba la sto scrivendo da un bel pezzo ma sikkome ogni volta ke l'aggiusto c metto parekkio tempo mi servirebbe un parere sulla sua effettiva qualità... x capirci, commentate xkè se fa skifo nn c xdo più tempo!!!!!!! Ok adesso vi lascio (Yeaaaaah!!!! Evvai! Smamma!! XD nd: lettori-saturi-dalle-mie-scemenze)e vi auguro una buona lettura (speriamo... ^^)!!!!
Ps: Vista la mia lentezza, aspettatevi qlks tipo un cap al mese... err! (guarda ke nessuno t aspetta! >__< nd:Kai)(Kattivo!ç___ç)



Era una magnifica mattina d’inizio primavera.
Il sole aveva da poco fatto evaporare le gocce di rugiada depositatesi la notte passata sugli steli d’erba.
Luccicavano, attraversati da un leggero vento che li faceva muovere appena.
Cinque ragazzi erano seduti sul prato, un altro più grande se ne stava in disparte sdraiato all’ombra di un albero.
Non faceva molto caldo ed evidentemente non doveva gradire molto ne il sole, ne la compagnia degli altri ragazzi.
I capelli argentei erano mossi dal vento e andavano coprendogli il volto con invadenza.
Il ragazzo tentò di ributtarli con un gesto, ma l’operazione si rivelò inutile perché quelli continuarono con insistenza a stendersi sopra da dove li aveva ricacciati.
Uno dei ragazzi seduti poco distante, Takao, un moretto sui quindici anni, gli si avvicinò correndo.
“Kaaaaiii!!!”
Il ragazzo seduto ai piedi dell’albero voltò pigramente la testa in direzione del suo interpellante.
“Che c’è?”
“Noi stiamo facendo colazione, vieni?” chiese con un sorriso di speranza il moretto
“No grazie” lo liquidò Kai voltando la testa dalla parte opposta
“Uffa! Che noioso che sei! Fa un po’ come ti pare ma dopo non dirmi che non ti ho avvertito!”
disse con disappunto Takao.
Si portò le mani dietro la nuca e con fare deluso ritornò dagli altri.
“Allora?” gli chiese Max, un biondino della stessa età di Takao, dall’aria allegra e dal pesante accento anglosassone
“No grazie” disse quest’ultimo facendo il verso a Kai.
“Lascialo perdere! Se a lui sta bene così!” stavolta a parlare fu Hiromi, una ragazza, castana, coetanea degli altri due
“Ragazzi è pronto!” i tre giovani vennero chiamati da un quarto, in piedi davanti ad un tavolo di legno che stava finendo di apparecchiare. Si trattava di un bel pranzetto mattutino: c’erano diverse portate di pesce, crocchette assortite, porzioni di riso, ramen* e piatti di oshinko**; i cibi avevano tutti un aspetto davvero invitante.
Non per niente Rei aveva fama di essere un ottimo cuoco. Più alto degli altri, i lunghissimi capelli nero corvino legati in una coda e i semplici ma eleganti abiti gli donavano l’aspetto di un fiero guerriero cinese di altri tempi.
“Eccoci Reiii!!!” Takao sembrava molto entusiasta all’idea di mangiare…
“Non credo sia stata una buona idea chiamare anche Takao…” notò rassegnato Kyouju, un ragazzino con un grosso paio di spessissimi occhiali sulla fronte.
Il moretto si precipitò sulle pietanze, divorandole una per una con voracità che avrebbe fatto invidia ad un piranha.
Gli altri dovevano essere abituatati a tanta famelica esibizione, dato che continuarono tranquillamente a mangiare la loro parte, o ciò che ne rimaneva.
“Capisco perché Kai isn’t venuto! He knews che non avrebbe mangiato nothing…” sospirò Max in una lingua sgrammaticata fissando Takao che continuava imperterrito a trangugiare tutto ciò che gli capitava a tiro. Non era decisamente un bello spettacolo, pensò Rei. Voltandosi dalla parte opposta per non osservare l’ormai stressato compagno, continuamente ripreso (sia in giapponese che in inglese) dagli altri tre, notò che Kai non si trovava più ai piedi dell’albero.

*involtini primavera, quelli ke piacciono tanto a Nasuto… err, Naruto! ^___^
**piatto semplice a base di verdure come melanzane, rape o cetrioli
...

Era da un po’ di tempo che Kai viveva in modo del tutto indipendente, in un piccolo appartamento in periferia. Più che la sua casa era la sua base segreta, dove teneva custoditi i suoi trofei.
Il denaro non era certo un problema per lui: da quando la Borg. era andata in rovina ed il nonno morto, l'eredità della nobile famiglia russa era passata al padre, che provvedeva ad inviargli mensilmente dei soldi per proseguire gli studi in un istituto superiore per soli maschi.
Cosa che a Kai non interessava minimamente.
Non che andasse male a scuola, anzi: lui era uno di quei tipi che pur non studiando, otteneva sempre dei voti dignitosi.
I compagni lo consideravano non a torto un tipo strano, persino durante le lezioni se ne stava sempre in disparte e con la testa immersa in un mondo tutto suo, talvolta nemmeno badando ai continui richiami che gli rivolgevano gli esasperati e rassegnati professori…
Più volte si chiedevano cosa pensasse, ma non avevano il coraggio di domandarglielo perché la figura del bel blader tenebroso incuteva loro (come a tutti del resto!) una sorta di timore reverenziale, nonché una certa soggezione...
Ed era proprio questo che Kai intendeva ottenere, e spesso si concedeva dei momenti per riflettere godendo della propria compagnia o di quella del suo magnifico bit power.
Decise di approfittare di quell’attimo di quiete.
Tirò fuori Dranzer da una delle tasche dei pantaloni ed estrasse il bitchip dall'oggetto metallico che teneva in mano.
Soffiò delicatamente sull'effige di Suzaku, la fenice. La splendida creatura che vi era raffigurata emise un bagliore e scaturì dal beyblade mostrandosi al ragazzo in tutta la sua magnificenza.
Kai amava molto la fenice rossa, come la sua stessa vita.
La vista della creatura fu per lui motivo di gioia; l'immagine del volatile si rifletteva nelle iridi brune dell’adolescente, facendo brillare i suoi occhi.
Kai avvicinò a se la testa dell'animale, accarezzandola, questi rispose strusciando affettuosamente il capo contro il corpo del ragazzo, donandogli un piacevole tepore.
Kai sorrise e si lasciò cadere disteso sul prato, le braccia incrociate dietro la nuca.
A pensarci bene, la sua Suzaku era in cima al breve elenco delle creature che avevano avuto il privilegio ed il piacere di vedere, anche solo per una volta, quell'espressione distesa sul volto del blader.
A seguire (e a chiudere) vi era Takao.
Ironia della sorte, quello che era da sempre stato il suo acerrimo rivale era anche l'unica persona con cui era riuscito ad entrare un po’ in confidenza.
In realtà era piuttosto affezionato al blader del drago azzurro, vi era legato più di quanto non lo fosse agli altri suoi compagni di squadra.
Takao era stata infatti l’unica persona che aveva cercato di capirlo e a modo suo di aiutarlo, magari sgridandolo per il suo atteggiamento o, come aveva fatto prima, incitandolo a unirsi agli altri per stare un po’ insieme. Per questo gli era riconoscente.
Ma per colpa di qualche strano sentimento non riusciva a dimostrargli, ne a gesti ne a parole, questa sua gratitudine.
Forse era… timore. Timore o, forse ancora, vergogna nel mostrarsi felice nel ricevere delle attenzioni…
Suzaku osservò l'espressione lievemente nostalgica dipinta sul volto del blader e constatò che non gli donava: spinse il suo becco contro la fronte del ragazzo che fu costretto a ritornare bruscamente alla realtà sotto lo sguardo divertito del bitpower.
Kai lo guardò negli occhi e nuovamente sorrise, strinse a se il collo del volatile e ne lisciò con una mano la aguzza punta del becco.
Nuovamente si gettò sul prato e chiuse gli occhi, addormentandosi sotto lo sguardo premuroso della fenice.


Takao era alla ricerca del compagno, e stava vagando con in mano un piatto di plastica, verso una meta imprecisata.
Certe volte era davvero sicuro di volerlo strangolare!
Come suo solito Kai si era allontanato da tutto e tutti, ponendo come distacco dagli altri un ostentato mutismo, tanto per essere sicuro di non poter essere interpellato nel caso qualcuno dei suoi compagni si fosse preoccupato per lui e per il suo comportamento antisociale…
Takao era uno di quei compagni che avrebbero voluto aiutarlo, ma in questo modo quello scemo gli precludeva la possibilità di farlo…

Il moretto scacciò con un calcio uno sventurato ciottolo ai suoi piedi.
Ripensandoci c’erano state delle volte in cui Kai si era, diciamo, aperto con lui.
Una volta gli aveva confessato di odiare a morte suo nonno.
Mai gli aveva detto se vi era, però, qualcosa che gli piacesse o qualcosa che lo facesse felice…
Ma perché non voleva farlo?
Che problema c’era?

Più volte aveva chiesto agli altri suoi compagni se avessero una risposta per il comportamento ambiguo, quasi ostile del blader dalle gote dipinte.
E ogni volta aveva ricevuto la stessa risposta, così gli era parso che tutti capissero i problemi del russo, ma che nessuno avesse il coraggio o la volontà di aiutarlo: dicevano che Kai era un tipo chiuso, che preferiva riflettere piuttosto che agire e essendo schivo e taciturno teneva per se i propri pensieri, di qualunque natura essi fossero. Un po’ il suo l’opposto, che era invece aperto, solare e dal parlare facile.
Takao però era convinto che la spiegazione non fosse solo quella.
Col tempo aveva maturato una sua idea precisa sull’argomento.
Era infatti convinto che Kai fosse molto solo. Lo era stato e lo era tuttora, anche se aveva vicino delle persone con cui condivideva la maggior parte della giornata…
Aveva infine capito che l’affetto era la cosa che era da sempre mancata a Kai.
Forse per aprirsi aveva solo bisogno di qualcuno che gli mostrasse un po’ di bene! In fondo anche uno scorbutico come lui aveva il diritto di sentirsi apprezzato dagli altri.
Anche se, a suo parere, Kai finiva sempre per scambiare la sua amicizia disinteressata per invadenza, specialmente quando egli tentava di convincerlo a fare qualcosa insieme agli altri.
...

Questi pensieri accompagnarono Takao finché egli non scorse la figura del ragazzo cui erano rivolti.
Stava sdraiato sul prato, gli occhi chiusi.
Takao decise di essere clemente e di risparmiargli la solita ramanzina.
Il problema fu che egli non sembrò accorgersi del sonno di Kai…

Sonno che durò ben poco.
Dopo quelli che lui ritenne essere stati dieci minuti, fu costretto a domandarsi, ancora mezzo assonnato, se Takao non si fosse accorto non si fosse reso conto del suo dormire oppure se la cosa non gli interessasse minimamente, dato che egli, seduto al suo fianco, stava scuotendogli la spalla senza troppa delicatezza
“Ehi Kai, mi vuoi rispondere o no?!”
A quelle parole il blader tatuato impiegò meno di una frazione di secondo per svegliarsi del tutto ad assumere il tono di voce scontroso cui i suoi conoscenti erano abituati
“Takao, se non te fossi accorto stavo dormendo”
Il ragazzo sembrò interdetto
“Ehm… veramente no, non me ero accorto! Scusami Kai!” aggiunse massaggiandosi la nuca con una mano per il leggero imbarazzo
Kai gli lanciò un’occhiataccia: non accorgersi di una cosa del genere sarebbe stato assurdo per chiunque, ma non per Takao la cui distrazione procedeva anni-luce avanti all’immaginabile… “Beh sai, talvolta stai con gli occhi chiusi quando uno ti parla…”
Kai scosse la testa: “Non importa” disse con rassegnazione
“Ti ho portato la colazione!” il moretto ficcò il piatto di plastica sotto al naso di Kai
“Dai, mangia!”
“Non ho fame!” grugnì Kai.
Il ragazzo fece per alzarsi ma Takao lo trattenne per un polso
“Non mangi nulla da ieri!”
“Non ti ho chiesto di portarmi da mangiare!”
Fu un rumore grottesco proveniente dal ventre di Kai a interrompere la loro discussione.
Takao guardò l’altro soddisfatto mentre quello non poté far altro che cedere alla sua volontà, afferrando riluttante il piatto e iniziando a trangugiarne il contenuto con noncuranza.
“Pensa che quel ramen me lo sono tolto dalla bocca!” lo ammonì Takao osservando l’esiguo interesse che Kai riponeva nel piatto
“Pensa che lo sto mangiando solo per farti star zitto!” fu la risposta a tono dell’adolescente che non lo degno neanche di uno sguardo.
Takao alzò gli occhi al cielo.
Con quello scorbutico c’era poco da fare…
Osservò nuovamente il ragazzo che ingozzava controvoglia il suo ramen e sorrise malizioso al pensiero di sottoporlo alla sua nuova “tattica” (Kappa: Giusto per rimanere in tema d beyblade! ^___^)…
“Ti và un incontro?” gli occhi ambrati di Kai si illuminarono alla retorica domanda del moretto
“Sempre che tu sia moralmente pronto alla sconfitta!” sentenziò con un ghigno di sfida.
Takao sorrise
“Però finisci di mangiare!”
Kai fissò l’altro con rassegnazione “Di la verità, ti scoccia vedere che qualcuno lasci del cibo?” e avrebbe voluto aggiungere “ specialmente quando potevi mangiarlo tu…”
“Voglio solo allenarmi con te!” si giustificò Takao con innocenza
A quelle parole Kai ebbe un improvviso sussulto interno: mai nessuno aveva detto di gradire la sua compagnia; la felicità che provò ebbe la meglio sul controllo che la sua maschera di freddezza gli imponeva, ed istintivamente si lasciò sfuggire un sorriso che parve piacere all’altro
“Sei più carino quando sorridi!” gli disse ridendo e aspettandosi l’imminente reazione
“Cosa?!” le gote di Kai infatti, che non sapeva se augurarsi di aver capito male, si tinsero di un vivo color porpora
“Uahahahahah!!! Dovresti vederti, sei tutto rosso!” Takao, che non aveva mai visto tante emozioni espresse dal volto di Kai, rise soddisfatto sotto lo sguardo stavolta esterrefatto di quest’ultimo: la sua “tattica” stava funzionando!
...

 
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