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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: THE HOLY THREE
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: plow galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/06/2002 17:33:46

yumi, una ragazza sola al mondo, ama trovare un po di pace nella piccola oasi formata dal cuo unico ``amico``:un albero sacro...
 
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UN NUOVO INIZIO
- Capitolo 1° -

CAPITOLO PRIMO
Iumi aveva appena 16 anni ed era già sola al mondo, proprio come l'immenso albero sovrastante Meltgear, la città più tecnologicamente avanzata del Pianeta. Quella maestosa creatura l’aveva chiamata “Odd” e amava passare molto tempo al suo fianco. Odd era protetto da un'enorme cupola trasparente collegata a numerosi macchinari in grado di mantenerlo in vita. La cupola protettiva venne costruita molti anni prima, nel tentativo di salvare l’ultimo albero al Mondo. La giovane ragazza era come attratta da quell’organismo apparentemente statico, immobile, ma che in realtà fremeva. Appoggiando le mani sulla sua ruvida superficie poteva sentire il flusso della vita :la linfa scorreva calda e fluida al suo interno attraverso le radici, poi avanzava lenta ma inesorabile nel tronco, quindi in ogni singolo ramo ,fino a salire più in alto e più in alto ancora, noncurante della forza di gravità, fino a raggiungere le cime più alte e le punte di ogni singola foglia. Una forza misteriosa le diceva dal profondo del cuore che i loro destini un giorno si sarebbero uniti. Per raggiungere l’amico Iumi scavalcava di frequente i cancelli e, noncurante dei numerosi divieti applicati lungo le pareti della costruzione, s’intrufolava all’interno attraverso il condotto dell’aria, saturo dell’inebriante profumo della natura. Una volta attraversato il condotto amava sedersi sulla fresca erba che circondava l’imponente tronco, al quale si appoggiava con la schiena, oppure arrampicarsi sui robusti rami ed osservare dall’alto la città che nel buio luccicava di mille luci al neon. In fondo a Iumi quella città non dispiaceva poi molto, forse perché ci viveva da sempre, ma la sua anima le diceva che non era quello il suo posto. Infatti, seduta sui robusti rami del suo unico vero amico si ritrovava spesso a fantasticare; sognava di andarsene un giorno, di trovare un posto migliore senza quel cielo grigio e senza quell’aria inquinata che era costretta a respirare ogni giorno tra le vie di Slum, la zona povera della città dove viveva da sempre. Ciò che avrebbe desiderato più di tutto era un posto in cui ci fosse quella stessa aria limpida e pura che respirava ogni sera nella cupola. Come sarebbe stata felice se un posto così fosse davvero esistito!
CAPITOLO2: MUDDY THE LONG THICK BEARD
Anche quella sera Iumi si recò dal secolare amico ma giunta ai cancelli dell’impianto ebbe un’amara sorpresa…Odd era sparito, e al suo posto era rimasto solo un’enorme vuoto, come nel cuore della giovane che non poté fare a meno di irrompere in un pianto straziante. All’improvviso un rumore proveniente alle sue spalle la fece voltare di scatto: “chi c’è? chi sei? Vieni fuori!”. Un ’ ombra sbucò dai vapori che fuoriuscivano da un buio viottolo sudicio. Iumi era impietrita: di fronte le si ergeva un ’ imponente figura in controluce di cui si distinguevano a mala pena gli scuri contorni. La sagoma fece per avvicinarsi con fare apparentemente minaccioso, la ragazza tentò di scappare, ma presa dal terrore e dall’angoscia cadde: “Aaaaaaaaah!” fu l’unico suono che le uscì dalla gola. La figura le afferrò una mano, lei dimenandosi si liberò dalla presa, fece un passo indietro nel tentativo di fuggire, scivolò in una pozzanghera melmosa che la fece cadere e sbattere la testa. Divenne tutto nero…Quando Iumi riprese conoscenza tutto intorno le parve sfuocato, come se stesse guardando attraverso un vetro appannato. Dopo alcuni minuti divenne tutto più nitido: si trovava in un’angusta stanza molto umida dalle pareti ammuffite e scalcinate, gli unici mobili erano una vecchia sedia rotta in un angolo ed un piccolo tavolo scrostato. L’unica cosa che la separava dal freddo pavimento era una coperta lercia e piena di buchi con un motivo a quadri. “Tutto ok?” una voce rauca risuonò alle sue spalle. Voltandosi, la ragazza ebbe un sussulto: scorse un uomo di mezza età abbastanza robusto vestito in modo trasandato. Era chiaramente un barbone. Era certamente la figura che qualche ora prima l’aveva terrorizzata tanto. Ora non le appariva più come una minaccia. Il suo volto ispirava quasi simpatia e serenità, nonostante avesse la faccia macchiata di nero e la barba incolta. Alzandosi dallo scomodo giaciglio fu colpita da un raggio di sole che le riscaldò il volto: era mattino. In quel momento le tornò alla mente cosa era accaduto la notte scorsa e calde lacrime le scorsero sulle guance. Le sembrava di aver vissuto un incubo; Odd non poteva essere sparito così nel nulla! Doveva esserci qualcosa sotto, qualcosa che Iumi non poteva conoscere. “Perché mi hai spaventata ieri notte? Cosa cercavi da me? Perché mi hai portata qui?” La ragazza non capiva il motivo di ciò che era accaduto. L’uomo sorrise: “Scusa, non era mia intenzione spaventarti, volevo aiutarti” “ieri notte è accaduto qualcosa…ho sentito dei rumori, così mi sono avvicinato; stavano portando via l’albero sacro! Quei maledetti bastardi!” I pugni chiusi con forza tremavano e nei suoi occhi si poteva scorgere una rabbia immensa.
L’ASSOCIAZIONE
Iumi comprese che il cuore dell’uomo era buono e gli appoggiò una mano sulla spalla nel tentativo di calmarlo. L’uomo riprese a parlare: “Tu piuttosto, cosa ci facevi in un posto del genere?

 
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