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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: SMOKE ON THE WATER
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: akanemikael galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 10/02/2004 11:28:38 (ultimo inserimento: 04/01/08)

partito da un mio sogno che rimarrà tale!
 
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PROLOGO
- Capitolo 1° -

SMOKE on the WATER
*Smoke on the water, fire in the sky*

PREMESSA:
Salve a tutti, eccomi qua a fare una nuova premessa! Dunque che dire? Questa fic è nata da un mio sogno di mesi fa e da allora l'ho elaborata perchè dovevo assolutamente farlo. Nel mio sogno i protagonisti eravamo io e il mio amore, Eminem. Quindi sapete a chi sono ispirati i protagonisti di questo parto insano! Devo aggiungere inoltre che mi diverto un sacco a scriverla in classe mentre i prof spiegano le loro belle lezioni! Fisicamente parlando i due personaggi non sono come gli originali ma caratterialmente abbastanza si. Per farvi un idea per l'aspetto io mi sono ispirata a Sawamura e Mizuki di Harlem Beat, caratterialmente invece sono completamente diversi visto che ho preso spunto da quelli del mio sogno(ovvero Eminem e me!). come sempre le mie premesse invece di far chiarezza fanno peggio....non date loro troppo peso! Leggendo capirete meglio! Allora buona lettura...ah...i protagonisti si chiamano Alexis e Alexander(Alex & Alex...ehehhehe). grazie per aver letto sto delirio incomprensibile! (sempre che qualcuno l'abbia letto...)
Mandi
Baci Akane!

PROLOGO:

Donne. Maledette donne. A che servono? Sanno solo pavoneggiarsi e rendersi stupidamente inutili e il farne parte le faceva semplicemente ribrezzo. Il suo corpo di donna era la sua più grande sconfitta. Più si guardava allo specchio più non si accettava. Ogni qualvolta che si rendeva conto di esserlo soffriva. Doveva nascere uomo, se lo fosse stato tutto quello non sarebbe mai accaduto, non avrebbe mai dovuto subire nulla. Non avrebbe dovuto essere bersaglio di violenze da parte del padre adottivo, di indifferenza da parte della madre adottiva anch'essa, di non rispetto da parte della gente che non fosse come lei.
Si guardava. Lo specchio la rivelava per quel che era in realtà.
Pelle candida. Fin troppo. Capelli lunghi fino a metà schiena, lisci e meravigliosi. Occhi grandi e azzurri che spiccavano incredibilmente contornati da quelle ciglia così nere e lunghe, ma erano ammaccati da dei lividi come il resto del suo bel volto pallido dai lineamenti delicati e dolci. Anche il suo corpo che non presentava le classiche curve da donna prosperosa era pieno di lividi e cicatrici di vecchie ferite provocate da cinghiate con tanto di fibbie in ferro.
No, basta. Quel corpo da donna era troppo debole e inutile, privo di quella forza necessaria ad opporsi alla violenza costretta a subire da quel padre ripudiato ed odiato. Se quel suo dannatissimo corpo fosse stato quello di un uomo non avrebbe sofferto così, perchè gli uomini oltre alla forza non vengono presi di mira dagli altri uomini, o per lo meno nella maggior parte dei casi è così, vengono lasciati in pace.
Un uomo doveva essere per cambiare vita.
E un uomo sarebbe stato.
Era ora di mettere la parola fine a tutto quello.
Iniziare da capo, lontano, da sola. Non sarebbe stata calpestata più da nessuno, mai più. Dunque la decisione era stata presa, una decisione meditata altre volte e mai attuata. Aveva già tutto pronto per questo suo piano, l'aveva pensato nei dettagli. Una volta attuato non sarebbe più potuta tornare indietro, questo mutava completamente ogni cosa e non era detto che avrebbe avuto il successo sperato. Ma non poteva più rimanere in quella casa dimenticata da tutti.
Prese a prepararsi. Indossò abiti larghi e maschili, molti strati per mascherare anche le piccole curve che possedeva, altri li ammucchiò dentro uno zaino. Pantaloni larghi a cavallo basso grigi, mentre sotto di essi aveva altri pantaloni di tuta più aderenti. Sopra diverse maglie, camice e felpe con cerniera. Guardò fuori dalla finestra. Faceva freddo. Molto freddo. Era pieno inverno, era un suicidio affrontare una cosa del genere con quel gelo, ma lo era ancor di più rimanere lì dentro. Si raccolse i capelli attorcigliandoli sulla nuca, li coprì con un ampio cappello dalla visiera bassa che nascondeva parte del suo viso e dei suoi occhi. Amava troppo quei capelli, forse erano l'unica cosa che le piacevano di se stessa, non li avrebbe mai tagliati. Introno al collo si mise una lunga sciarpa grigia che copriva mento e bocca, in quel modo era visibile solo una minima parte del suo viso effemminato. Non avrebbe dovuto capirsi a prima vista che era una ragazza. Il suo obiettivo primario era raggiunto, ora non le restava che scappare da quella casa chiamata 'inferno in terra'. Raccolse lo zaino e se lo mise in spalla, si mise in tasca i soldi che aveva messo da parte in quei mesi per quell'evento e uscendo dalla finestra silenziosa se ne andò verso la stazione mentre la notte gelava l'ambiente.

FINE PROLOGO


 
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