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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Beyblade (Bakuten Shoot Beyblade)
Titolo Fanfic: MEMORY BOARD
Genere: Angst, Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: masterfranny galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 04/02/2004 20:40:17 (ultimo inserimento: 11/02/04)

kei ed i bb si ritrovano a tokyo per un minitorneo poi kei perde la memoria... il genere potrebbe cambiare in quanto è anche avventura e angsty
 
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TOKYO FOR FUN
- Capitolo 1° -

MasterFranny: eccomi qui, come avevo accennato su “Nuovi e Vecchi Amici” per proporvi la prima di una serie di tre fic sul BeyBlade.
Dolphin: eccomi ancora a voi, sono sempre io la mitica Dolphin in diretta per voi dalla fic “Memory Board”!
MasterFranny: ¬_¬ zitta tu, io ti ho creata, io ti posso distruggere…
Dolphin: questa l’ ho già sentita… -_-U
MasterFranny T_T comunque passo a presentarvi questa fic. È una YAOI (sì, mi sono convertita allo yaoi…), una prima parte di tre fic che sono “Memory Board” “Phoenix Fire” e “Old Friends”. Dovrebbero essere fic corte (sui cinque, al massimo sei capitoli ognuna) ma che formano una fic intera. Non so, la storia l’ ho già in testa, ma non ho ancora scritto una singola parola… -__-UU
SUMMARY: Kei e i BB sono per un piccolo torneo a Tokyo, ma mentre Kei è impegnato in faccende private viene colpito e mandato in ospedale. E perde la memoria… non vi dico il resto per non farvi perdere le idee.
DISCLAIMER: se possedessi BeyBlade, qualcuno chiamato Kappa (o Kenny o Kijoujii dipende dallo stato) sarebbe una cavia importante per gli esperimenti sulle persone senza occhi che ci vedono comunque. E Kei e Yuri rimarrebbero vicino a me SEMPRE a petto scoperto… Drool…
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Memory Board
scritta da MasterFranny

Capitolo 1: Tokyo for Fun

Le porte dell’ aeroporto si aprirono ed una fiumana di gente frettolosa con carrelli e valigie ne sciamò fuori, ronzando. Quando finalmente si fu diradata, quattro figure spuntarono dalla sala. Uno era un adulto, una specie di maggiordomo, che trascinava stoicamente due valigie ed un borsone da viaggio color oro.
Gli altri tre erano tre ragazzi. Il più alto aveva capelli di un verde scuro acceso rialzati ai lati della testa, ed un paio di occhi viola profondi e allegri. Era vestito con un maglione bianco su cui spiccava il ricamo di un basilisco, proprio sul petto. La seconda era una ragazza che portava un paio di larghi occhiali da vista su due occhi azzurri. Aveva lunghi capelli biondi tenuti fermi da una coda di cavallo, e portava una gonna corta ed una camicetta rosso fuoco. Il terzo ragazzo era poco più basso del primo, aveva capelli di due tonalità. I ciuffi davanti erano di un violetto intenso e la massa scompigliata dietro, che si alzava sopra la testa era di un bel tono di azzurro. I suoi occhi erano marroni e aveva le lentiggini.
- Sono davvero contento di essere tornato in Giappone - commentò il primo respirando l’ aria di casa. - Anche se mi sono divertito, mi mancava Tokyo!
- Anche a me. Ma ti assicuro che il nostro soggiorno nella tua villa in Canada è stato superbo, Kiya - disse sorridendo la ragazza, spostandosi i lunghi ciuffi biondi dal viso.
Il primo annuì e fissò l’ altro ragazzo.
- Jade ha espresso la sua opinione - disse sornione. - Ma dimmi, Elias, ti è piaciuto il viaggio?
Elias per tutta risposta gli lanciò un’ occhiataccia. Sapeva benissimo che soffriva il mal d’ aereo, e che per tutto il viaggio aveva masticato pastiglie e chewing gum. Però non poteva non ammettere che il viaggio di per sé era stato favoloso…
- Sì, mi sono divertito molto - ammise, in un secondo la sua espressione imbronciata aveva lasciato spazio ad un grosso sorriso.
Non stava mai serio troppo a lungo.
Jade si avvicinò al maggiordomo e gli tolse di mano la valigia più piccola, passando il borsone dorato ad Elias.
- Ora devo proprio andare - disse. - i miei mi aspettano per le quattro, così posso raccontare loro che cosa ho fatto in Canada.
- Anch’ io dovrei andare - Elias si stiracchiò. - Scommetto che mio padre si arrabbierà perché non ho tosato il prato prima di andare via…
Kiya scoppiò a ridere vedendo la faccia seccata di Elias.
- Non preoccupatevi - disse. - Ehi, che ne dite se stasera ci troviamo in centro? Possiamo andare a quel negozio di BeyBlade che resta aperto fino alle undici, così potremmo comprare qualche nuovo pezzo per i nostri Bey!
- Ci sto! - Jade iniziò ad allontanarsi. - Allora a stasera!
Elias si limitò a fare un cenno frettoloso prima di salire sull’ autobus che stava ripartendo.
Il maggiordomo fissò Kiya con aria placida.
- Si è divertito quindi, Signorino Kiya?
Kiya rise.
- Su, Johannes, smettila di darmi del voi! Comunque sì, mi sono divertito! Qualche problema in mia assenza?
Il maggiordomo scosse la testa e una lunga limo* nera si avvicinò a loro. Johannes aprì la portiera facendo salire Kiya, poi si mise davanti con l’ autista che partì a tutto gas.

***

Kei sospirò e si sistemò meglio sul sedile, fissando stoicamente fuori dal finestrino. Cercava in ogni modo di ignorare i suoi compagni di viaggio, impegnati in un’ animata partita a carte.
- HAAA!
Takao alzò una mano in aria in segno di vittoria.
- Ho vinto ancora! - urlò. - Full d’ assi!
Stavano giocando a poker.
- Ma come diavolo fai, Takao?! - Kappa sospirò, gettando la sua mano sul tavolinetto. - Io in tutte e dodici le partite avevo sì e no una coppia…
Max ridacchiò, già sotto l’ effetto di una soda.
- Se è per questo - disse allegro - io non avevo nemmeno quella!!!
Rei sospirò, lasciando cadere la testa sul tavolo in segno di disperazione.
- Io rinuncio. Oggi non è proprio la mia giornata fortunata…
La squadra dei BladeBreakers, di cui facevano tutti parte (anche se qualcuno continuava a sperare che un fulmine lo colpisse per salvarlo dai suoi compagni) era stata invitata ad un piccolo torneo intercittadino che si svolgeva nella città di Tokyo, dove il Presidente Daitenji li stava aspettando; dopo un’ oretta di treno (e le dieci partite di Poker) erano finalmente arrivati.
Appena il treno fu fermo, la squadra scese con calma e Takao iniziò a guardarsi in giro. Rei pensò che stesse cercando l’ uscita, invece il Blader si diresse senza esitazione alcuna verso il banco di hot dog prendendone quattro. Quando tornò verso di loro Max fece per prendere il suo, ma Takao si tolse dalla sua portata.
- Ehi, chi ha detto che questi sono per voi? - brontolò Takao azzannando uno degli hot dog - questi sono per me! Se li volete andateveli a prendere!
Rei sospirò pesantemente e si guardò attorno. La stazione era veramente grande, chissà dove era l’ uscita…
- Seguitemi - disse gelidamente Kei, e si diresse senza esitazione verso nord.
Sebbene stesse iniziando ad essere più amichevole nei confronti dei suoi ‘amici’, Kei rimaneva pur sempre il più distante e chiuso in sé: in effetti, non si può cambiare da un momento all’ altro, e tutta la sua vita girava da sempre attorno alla freddezza. Non gli era congeniale diventare amichevole tutto d’ un tratto. Però ci stava riuscendo, a poco a poco.
Usciti dalla stazione trovarono il Presidente Daitenji posizionato vicino al pullman della BBA, e non appena li vide il chairman sorrise cordiale.
- Benarrivati, ragazzi - li salutò. - Adesso andremo tutti all’ hotel, e poi ci recheremo allo stadio per iscriverci al torneo.
- Quale hotel è stato scelto? - chiese Rei, salendo sul pullman.
Daitenji si sedette sul sedile anteriore.
- L’ albergo è stato scelto da Kei - disse. - Ha gentilmente provveduto lui alla nostra sistemazione.
Tutti si girarono verso Kei.
- Wow, ma sei già stato qui? - chiese Max, sorridendo.
Kei gli lanciò un’ occhiata in tralice.
- Nh.
Takao gli si gettò addosso.
- E va bene, Takao, ti risponderò! - seccato dal suo amico, Kei lo cacciò. - Mio nonno gestiva una società qui a Tokyo, una specie di filiale delle Industrie Hiwatari. Ora che è in prigione, sono io che mi occupo degli affari, come unico erede.
Fissò davanti a sé.
- Penso che passerò dalla società dopo avere sbrigato le pratiche del torneo - aggiunse con voce più bassa.
Il pullman li depositò davanti ad un albergo enorme, che doveva avere almeno cinque o sei stelle. Appena entrati nella hall, il maître gli si avvicinò.
- Oh, signorino Kei, che piacere vederla di nuovo qui! Sono desolato per il brutto affari di suo nonno, Hiwatari-sama**.
Kei annuì con un’ espressione illeggibile a metà tra l’annoiato e il seccato.
- Come al solito la sua suite è la 666, quelle dei suoi compagni sono le adiacenti e quella di Mr. Daitenji è l’ ultima del corridoio.
Kei prese le chiavi e le passò ai suoi compagni, conducendoli poi verso un ascensore che li portò al piano desiderato.
era un lungo corridoio ampio con una serie di porte distanziate tra loro che andava dal numero 661 al 670. La 666 era quella dritto davanti a loro, le altre si disponevano ai suoi lati.
- Quella è la mia - disse dirigendosi senza esitare verso la sua suite. - Se avete bisogno di qualcosa.
Aprì la porta con la tessera magnetica e sparì.
Daitenji si ritirò nella sua camera, lasciando i BB nel corridoio. Dopo un secondo i quattro ragazzi aprirono le rispettive porte trovandosi di fronte la stessa cosa: letti a due piazze con coperte di seta blu, grossi armadi di noce intarsiati, televisori enormi, tavoli, moquette marrone chiaro ed un frigobar. Nel bagno c’ era una vasca da bagno in stile ottocentesco, una doccia, piastrelle bianche ai muri e un idromassaggio.
- OH, WOOOW!
Si precipitarono tutti fuori.
- GRANDI! ^__^ - esclamò Max, chuppando una soda presa dal frigobar.
- Già! - Takao deglutì un pezzo del dolce che c’ era nel suo frigobar.
- Stupefacenti! - esclamarono Rei e Kappa.
Si diressero verso la porta di Kei, bussando, e lui dopo un secondo aprì.
- Che volete?
I quattro stavano per parlare delle loro stanze quando videro uno spiraglio di quella di Kei. era una suite vera e propria, con una piccola cucina incorporata, un televisore da stadio, un letto con pomi argentei e lenzuola di seta nera, in più c’erano quadri preziosi alle pareti e tappezzeria e moquette meravigliosa.
- Kei, che LUSSO!!! - Takao già non si accontentava più della sua stanza.
- Trattamento di favore per via dei soldi - disse Kei con un sopracciglio alzato. - Ci farai l’ abitudine.
Lasciarono l’ albergo pochi minuti più tardi (Kei aveva una borsa con sè) e dopo essere saliti sull’ autobus andarono allo stadio di BeyBlade, dove Kei e daitenji iscrissero la squadra al torneo.
- Ora possiamo finalmente andare a mangiare?! - ringhiò Takao.
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* Limo è il diminutivo di limousine
** Sama è un suffisso che si pone dietro i nomi o i cognomi importanti in Giappone. È cortesia usarlo verso chi si rispetta o chi è più anziano di noi. Per esempio il sindaco, o un insegnante. Hiwatari-sama è il nonno di Kei (Voltaire in America, Soichiro in Giappone), ma essendo molto più anziano ed essendo comunque una persona rispettabile (all’ inizio…) insomma, avete capito no?, si può usare il -sama. Per la verità, insegnante è già un segno di rispetto, si dice ‘sensei’, oppure il nome + -sama (Onizuka-sama per chi guarda GTO, anche se solo in poche occasioni e raramente nella versione originale giapponese lo chiamano così… figuriamoci se è qualcuno di rispettabile… -_-U)

MasterFranny: bene. So che il primo capitolo non era nulla di speciale, ma il bello deve ancora venire. Azione già dal prossimo capitolo, quindi R&R per piacere... pretty please? ^____^?
 
Continua nel capitolo:


 
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