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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Fullmetal Panic
Titolo Fanfic: PATRIA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: kiana galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 29/01/2004 12:36:26

``c`è qualcunon che ti attende?``
 
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CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -

Ciao. Questa è una breve fic su Full Metal Panic (i cui personaggi appartengono a chi di diritto), magari insignificante e inutile che mi è balenata nella testa dopo la 17a puntata della serie: 'Il vento che danza in patria - parte finale'. Questa puntata mi ha lasciato un senso di desolazione e solitudine e per questo mi sono dovuta mettere a scrivere e in pratica le parole sono uscite da sole.
Spero che possa piacere a qualcuno. Buona lettura. Kiana
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"Bentornato sergente Sagara."
"Grazie colonello."
"La missione è terminata con successo."
"Affermativo."
"Sono felice che sia ritornato e credo che lei abbia bisogno di qualche giorno di riposo."
Così dopo aver lasciato la base sto tornando a casa.
Missione compiuta.
Certo la prima regola del buon soldato è che la missione viene prima di tutto, ma cosa rimane di me dopo il mio tuffo nel passato? Dopo il ritorno nella mia patria? O forse non dovrei considerarla tale, la mia vera patria è il Giappone ora, ma l'Hermajistan è il paese in cui sono cresciuto, in cui sono diventato quello che sono oggi, ma in realtà non so qual è il luogo in cui io possa tornare per trovare un po' di pace.
Ho ucciso Zaied, un mio compagno ai tempi della resistenza, colui che mi ha insegnato a combattere e a vivere, potevo considerarlo mio fratello se Gauron non avesse distrutto tutto.
Di lui avrò sempre il ricordo di quei giorni fissati come nell'unica fotografia che conservo di tutti loro.
Gauron...odio... Tutto quello che posso provare per lui.
Ha ucciso i miei compagni di questa missione come aveva già fatto in passato e come allora io non sono stato in grado di fare nulla. Allora perchè ero in perlustrazione e mi sono salvato per miracolo, ma poi un bambino di otto anni che cosa avrebbe potuto fare? E ora sono stato impotente nonostante guidasse un AS.
Potrei dire che loro non mi hanno ascoltato, che per loro ero solo uno straniero, ma non servirà a fare passare questo peso che mi porto dentro.
Ho fallito.
E la tragedia si è ripetuta e io ho un altro senso di colpa con cui vivere, perchè come allora sono l'unico sopravvissuto.
Gauron... non sono riuscito a finirlo nemmeno questa volta.
Ho fallito ancora.
Riprometto a me stesso che lo ucciderò: ha troppe colpe per cui pagare.
Cammino verso casa con passo lento e regolare.
Quando giungo nel corridoio che porta all'appartamento in cui abito mi fermo un attimo.
Chidori è seduta a terra davanti alla porta addormentata. Qualcosa che tiene in mano tintinna: è un piccolo portachiave a forma di delfino.
Mi viene in mente la domanda che mi ha posto il vicecomandante Grace "C'è qualcuno che l'attende in Giappone?"
E anche la mi risposta "No,... forse...sì c'è qualcuno."
Mi avvicino e mi lascio cadere a terra stancamente.
Chidori scivola lentamente verso di me.
E' qui al mio fianco la persona che mi attende e io ho un luogo in cui tornare e che posso chiamare patria.
"Dì qualcosa, Sousuke." sussurra mentre appoggia la testa sulla mia spalla.
Mi ha chiamato per nome.
"Nessun problema."
Andrà tutto bene, Kaname, te lo prometto.

End

 
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