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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: SOGNO DI UN GUFO SOLITARIO
Genere: Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: hattu galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/01/2004 23:19:55

è drammatica una notte d`estate senza dormire...
 
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GUFO NOTTURNO
- Capitolo 1° -

Mi alzo dal letto mandida di sudore.
È calda questa notte ma forse non peggio delle altre, guardo la sveglia digitale: sono le 3.
L’ultima volta che l’ho guardata erano le 2.40..beh ho dormito 20 minuti.
Ormai ci sono abituato, tutte le estati è così, o almeno…, perdo le sembianze e ritmi umani e mi trasformo.
Quest’anno però è peggio, non sono quasi ormai uscita a giugno, solo l’ozio esisteva per me, luglio ne ho avuto la metà…ho studiato e viaggiato, solo un giorno ho festeggiato un evento importante. Agosto è iniziato da 10..no 11 giorni e niente sembra cambiato.
Sono solo, oggi mi ha cercato qualcuno a cui tenevo, ma la pigrizia e soprattutto il passato, ma ultimo ma non ultimo "X5X6", mi hanno impedito il contatto.
Sono qui a far cosa??
A scrivere. Che assurdità!! Io che scrivo?? Eppure ho iniziato una cosa per me conta davvero, un lavoro epopeico e presuntuoso?? Può darsi: ma io scrivo per me...restera nel mio computer per sempre.
Ormai tutto per me può diventare scritto, anche il risveglio di una calda notte di inizio agosto.
Gironzolo per la casa silenziosa, o almeno in parte lo è.
Nella mia camera si ode solo la penna che scricchiola sul foglio e il rumore di quando la intingo nell’inchiostro.
Mia madre nella stanza di fronte respira a fatica…piccoli residui di un’infreddatura Londinese.
Mi rifugio in bagno e mi cambio la maglia…dio come sono messo male.
Mi sciacquo silenziosamente con dell’acqua fredda, l’unica cosa che al momento mi da sollievo.
Ho sete.
Meglio non bere dal rubinetto, troppo calcarea e non abbastanza fresca.
Apro la porta che divide la zona notte da quella giorno e vengo accolto dal noioso monotono e possente russare di mio padre.
Menomale che da quando sono tornato lui dorme in sala per non disturbarci con il suo russare, fa fresco gli e non gli do torto nella sua scelta. Mi infilo in cucina e socchiudo un minimo la porta per non svegliarlo. Non che mi importi molto, ma un minimo…
Apro il frigorifero e finisco quel che rimane del succo di zucca.
Non mi interessa se la bottiglia è caduta e lo ha svegliato. Lui ha scelto di fare così.
Ma in fondo chi ci rimette??
Io ovviamente.
Il computer dista 50cm da lui…
E pensare che un giorno sono rimasto li tutta la notte e non si è accorto di niente…ora invece mi caccia sempre a letto….a mezzanotte!!
A se non mi sono svegliato neanche 12 ore fa….come può pretendere che dorma??!
Che noia….non posso neanche scrivere come vorrei, tutte le mie bozze nascono a mano, ma il resto lo rielaboro sempre sul foglio word.
Tutte le sere è così: lui mi guarda, io dico che vado e poi lui inizia a dirmi esci! Non restare sempre incollato davanti a quel cazzo di computer…..MA PORCA PUTTANA IO USCIVO, STAVO BENISSIMO!! AMAVO, MI STAVO DIMENTICANDO IN PARTE DI QUELLO CHE MI HA ROVINATO E VOI AVETE FATTO IN MODO CHE LO PERDESSI!! TU E MI MADRE!! VI ODIO!! NON VI HO PERDONATI PER QUESTO…NON LO FARò MAI…MAI...vi voglio bene ma la vita è già incasinata anche senza il vostro brutto gioco.
E poi lo vuoi capire che la mia vita si è fermata due anni fa??
Ormai tutto è cambiato, la mia vita segnata da quelle stupide 11 lettere.
Non sono più lo stesso. Sono pazza?? Forse si…
Non reggo più…quante volte volevo cambiare e smettere…smettere davvero questa assurda vita.
La tentazione in me era sempre pronta…pronta a corrodermi l’animo sapendo che io ne godevo e non volevo smettere e che non mi sarei mai tirato indietro.
Poso lo sguardo sulla finestra, osservo oltre i vetri chiusi.
È tutto così uguale che mi sembra talmente diverso da non poter reggere.
Ma perché??
Ogni tanto mi chiedo:
e se non fosse successo?? Cosa sarei adesso??
Ma evidentemente era destino.
Destino che un interesse, una curiosità, diventasse la mia droga la mia vita, la mia morte.
Sono viva, se no non riuscirei a dire tutto ciò; ma la mia anima è morta, corrosa e corrotta dalla sua tentazione.
Irrecuperabile, ormai è marchiata a fuoco, niente cancellerà quell’icona da me che mi contraddistingue da tutti.
E io non voglio, sono riuscito a fare miracoli viziosi.
Osservo la mia scrivania.
Disordinata, ma non peggio di altre volte, anzi, potrei dire anche che è quasi ordinata.
Ma chi se ne frega ce lo metto e ci sta bene.
Il mio sguardo si posa sul libro che finito poche ore fa:
Lettera al Padre di Kafka. Se ci tenete alla vita e vi ritenete troppo giovani per morire seguite il mio consiglio: non leggetelo. Troppo noioso e contorto.
Come forse è noioso leggere queste parole buttate giù in 20 minuti.
Solo 20 minuti?? Prima che possa cadere tra le braccia di Morfeo passerà parecchio…ma chi riesce a dormire??
Sento il ticchettio dei miei due orologi che accompagnano questi momenti.
Mi sento solo, ho bisogno che qualcosa cambi, io non ce la faccio, 2 anni di sofferenza e per una cavolata: tentate intossicazioni con farmaci…è la cosa che riesco a fare meglio per affrontare le situazioni avverse.
Ma che gusto c’è??
Sto scrivendo parole inutili al mondo, ma l’inchiostro che sgorga da questa penna formando queste lettere, queste parole è solo la vera, terribile e sacrosanta verità.
La verità…che brutto sapere che è vero.
Le ho scritte tante volte, ma non ho mai fatto niente per curare questa depressione…questa pazzia.
Cosa potrei fare….farmi venire un’idea per il mio racconto e scriverla??
Potrei ma ho sempre bisogno di delineare prima l’idea nella mia testa, poi buttarla giù a parole, ma prima la devo immaginare.
Ecco cosa faccio per dimenticare, affogo nei miei scritti sperando di non uscirne, rimanerne intrappolata, non poter tornare alla realtà di questa mia fottutissima vita. La notte è sempre così e la speranza non muore mai, ma poi un raggio di sole segna la condanna. Devo ricominciare tutto da capo. Di nuovo. Ancora. Oggi è un altro giorno.
Non voglio, perché ancora?? Ma non ho via di scampo.
Ecco il mio destino: soffrire inutilmente finché non mi sarà tornata la ragione?? Ma mi tornerà?? Non credo….
Non ho fatto progressi…solo regressi.
Non posso farci nulla, sono nel giro e ora devo sottostare alle regole. Non posso sottrarmi e sinceramente….non voglio farlo.
La mia rovina è la mia vita, non ci posso rinunciare, non posso nasconderlo a me stesso ma voglio che nulla cambi. Sofferenza??
Si, rispondo. Ma il resto?? Cos’altro mi aspetta?? Sofferenza e morte. Ok ma almeno so di che morte morire.
Ecco il sogno di un gufo solitario, animale notturno che affonda nella notte la sua disperazione e il giorno dopo nasconde tutto a tutti e a se stesso pur essendone pienamente cosciente. Difficile vero?? Non ho mai detto di essere facile, ma ho solo confidato la mia pazzia.

_FiNe_

Tutto è legato ad a due parole...cinque e sei letter....11 lettere...la mia rovina.
 
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