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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Kodomo no Omocha (Rossana)
Titolo Fanfic: BUON NATALE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: fexychan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 11/01/2004 13:21:00 (ultimo inserimento: 21/02/04)

una fan fiction natalizia, in un periodo post natalizio... spero vi piaccia lo stesso... ^______^
 
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PRIMA PARTE
- Capitolo 1° -

BUON NATALE!

Una ragazza cammina silenziosamente per le vie della
città. Intorno c’è un gran trambusto e baccano:
conseguenza delle festività imminenti. Ma nonostante
il gran viavai di gente che le passa a fianco non
sente niente, è come se ci fosse solo lei in quel
grandissimo e stupendo viale illuminato dalle
decorazioni. Molte coppiette le passano vicino.
Abbracciati, a braccetto, per mano. Un rapido sguardo
e un gran riaffiorare di bei ricordi, che subito
vengono assaliti da altri più spiacevoli. Così lo
sguardo ritorna sulle piastrelle del viale su cui i
passi si muovono lenti e quasi senza vita. E’ triste,
molto triste. Il resto del mondo non penserebbe mai
che dietro quella sciarpa e cappellino di lana si
nasconde il viso della grande attrice Sana Kurata.
Ormai è famosissima, dopo un occasione avuta a
Hollywood di girare in un film… seppure non era la
protagonista, la sua presenza l’ha fatta notare
benissimo; il suo talento era ben risaltato in quel
ruolo, ma senza comunque far perdere importanza ai
veri protagonisti. Era stata scelta per via di “questo
talento giapponese di cui si è tanto sentito parlare”
e appena lo hanno messo alla prova hanno capito che
era veramente così. Quasi si era pensato di dare a
Sana il ruolo principale, ma non era ancora conosciuta
in America e non si voleva rischiare. Dopo tutto non
si sono lamentati comunque. Hanno potuto metterla alla
prova successivamente, altre volte. Ma nonostante la
notorietà che aveva conquistato e tutto quello che una
persona poteva desiderare, la tristezza aveva preso
possesso di lei. Anche se provava tenerezza nel vedere
un bambino in braccio ad una mamma, dei bambini che
giocavano assieme, il rapporto amichevole e allegro
fra delle persone, che il mondo era felice in quel
momento… lei non era per niente con la corrente. Quel
piccolo calore che provava in un attimo alla vista del
resto del mondo, veniva soppresso subito, non per sua
volontà, ma per volontà dei ricordi. Ricordi belli e
brutti, quasi tutti piacevoli, di un adolescenza
complicata ma che segna le persone. Peccato che a
questi bei ricordi (anche tutte le cose che aveva
passato) si sovrapponevano quelli più recenti, di
litigi, poi riappacificazioni e di nuovo litigi, per
poi passare al momento più sconvolgente che non si
pensava potesse arrivare.

Fino a qualche giorno fa la sua vita era perfetta.
Magari in passato non lo era stato e negli ultimi
tempi era stata un po’ scombussolata, ma era
finalmente tornata al meglio, perfetta appunto. Il
lavoro le dava molte soddisfazioni, i suoi amici le
volevano un sacco di bene, lei era felice, ed era
felice anche con Akito… finché. Finché, una parola che
promette solo un cambiamento a volte positivo, a volte
negativo, anche tragico. Finché non arrivò
quell’attimo di esitazione che l’ha portata forse a
commettere l’errore più grande che poteva fare. Ma
forse no. Forse non era completamente colpa sua.
Certo, gran parte di quello che è successo è nato
dalla sua scenata, forse un po’ esagerata, ma anche
lui aveva le sue colpe.
Mentre pensava ai suoi errori, forse anche leciti,
continuava nella sua passeggiata per la città, nel
trambusto da vigilia di natale: famiglie animate dallo
spirito natalizio a passeggiare per far contenti i
figli e mostrare la città in tutto il suo splendore,
coppiette innamorate immerse nel romanticismo delle
strade illuminate. Chi ancora intento a decidere che
regali comprare, chi si trova con gli amici per
scambiarseli, chi, ancora, solo per passare il
tempo... e chi invece si ritrova da solo, a camminare
tristemente tra la folla, con il peso dei pensieri che
affligge il cuore. Anche lui, Akito Hayama, si
ritrovava a trascinarsi sulla strada esattamente come
Sana. Anche lui aveva conquistato una certa notorietà.
Anche lui, adesso, tristissimo. Dopo alcuni tornei che
era riuscito a vincere il suo volto aveva cominciato
ad apparire sempre più spesso nel piccolo schermo,
tanto da essere conosciuto quasi da tutti.
Inizialmente si dava peso al fatto del suo grande
talento sportivo, poi, appena si sparse la voce della
sua relazione con Sana, cominciò ad avere più spesso a
che fare con la stampa, il suo nome veniva ricordato
molto di più dalla gente, ma non più come “il campione
di karate”, ma come “il fidanzato di Sana Kurata”.
Questo non si può dire che gli faceva piacere, ma dato
che effettivamente Sana era famosissima in tutto il
mondo e lui nel mondo era un po’ meno popolare, era
piuttosto logico. Inizialmente non gli andava molto
giù di essere ricordato grazie a Sana, certo le voleva
un gran bene, ma anche lui era qualcuno… comunque
doveva farsene una ragione. Sana aveva un influenza
grandissima sulle persone e invece lo sport passava
spesso in secondo piano rispetto allo spettacolo. Così
si capacitò del fatto. Il mondo è fatto così e non lo
si può cambiare e poi ci sono sempre quelli che
pensano che Sana sia “la fidanzata di Akito Hayama”.
Non si può non notare tuttavia che la sua “dipendenza”
da Sana nel mondo abbia causato diversi disaccordi con
gli altri, che poi si sono riversati magari sulla
ragazza, per portare poi a liti e contrasti. Per
fortuna tutto si risolveva per il meglio. Tutto
tornava come prima, se non migliorava addirittura.
Ma le liti che erano nate fra i due ragazzi, passato
il periodo già descritto, erano purtroppo peggiori,
soprattutto per via della gelosia. Sana era
famosissima e non le mancava mai la corte da parte di
qualche attore o cantante famoso; del resto essendo
una bella ragazza, poteva essere altrimenti? In più,
perché no, ci provavano anche persone non famose, fan
che tentavano il tutto per tutto pur di conquistare il
suo cuore, purtroppo per loro, già conquistato da
qualcun altro. Quel qualcun altro che pure veniva
circondato sempre da ragazze che gli ronzavano attorno
come mosconi, le classiche fan innamorate perse di
qualcosa di irraggiungibile, le ragazzine che urlano a
squarciagola emettendo ultrasuoni appena vedono un
personaggio famoso. Provavano a corteggiarlo più per
la sua bellezza che per il suo amore, almeno avrebbero
anche conquistato un po’ di notorietà. Quante saranno
state quelle che veramente contavano in un amore vero?
Probabilmente poche. Del resto non lo conoscevano
neppure, come non conoscevano neanche il vero
carattere del ragazzo: chiuso, serio, che degna
qualche sguardo solo a chi è veramente importante per
lui. Lo stesso valeva per Sana: chi la conosceva
veramente per quel che lei era? Nessuno, era più
conosciuta per quel che lei rappresentava. Certo il
carattere era praticamente lo stesso sia in tv che
nella vita privata, ma quanti sapevano che anche a
lei, anche a Sana, rappresentante dell’allegria, si
potrebbe dire anche l’allegria fatta persona, poteva
capitare che tutto andasse storto, che potesse
deprimersi peggio di chiunque altro, al punto quasi di
preferire di ricominciare tutto da 0, certo non al
punto di desiderare la morte, ma anche lei come
chiunque altro, come tutte le persone che popolano il
mondo, possedeva i sentimenti umani che avevano tutti.
Sembrava impossibile, ma è un essere umano anche lei,
e come tutti poteva anche essere in disaccordo con
altri e litigare.
Ed erano i “mosconi” di cui si è già parlato che
ronzavano attorno a entrambi che provocavano i litigi.
Inizialmente si trattava di lievi discussioni, per poi
passare ad accese discussioni e poi litigi furiosi.
Per molto tempo andava avanti così: discussioni, poi
litigi, per poi tornare alla normalità quando si
risolveva tutto. Ma c’era stata l’ennesima lite, un
po’ più accesa delle altre. Terribile. Avevano passato
tutta la sera a litigare e, fortunatamente, dopo aver
passato la notte tenendosi a distanza e pensandoci
sopra erano riusciti a capire che non c’era bisogno di
tenersi il muso: si volevano bene e il loro amore era
abbastanza da non poter mai scomparire. Tutto andò per
il meglio, se non fosse per quel fatidico sabato sera
che scombussolò la vita ad entrambi.
Akito aveva un incontro di alto livello e nello stesso
tempo Sana doveva partecipare alla registrazione di
uno sceneggiato. L’incontro di Akito terminava prima
del lavoro di Sana e dato che Rei non poteva esserci,
decisero che sarebbe andato lui a prenderla, così
avrebbero approfittato dell’occasione per fare una
passeggiata in centro, che nel periodo natalizio è
tutto illuminato e possiede il fascino di un effetto
spettacolare. Appena finito l’incontro il ragazzo si
camuffò come poteva, ma senza nonostante tutto dare
nell’occhio. Doveva solo sembrare una persona
qualunque. Giubbotto imbottito, un cappellino in testa
e una sciarpa che copriva il volto e anche serviva per
il suo vero scopo, non solo quello di nascondere: col
freddo di quei giorni non si scherza. Praticamente si
vedevano solo gli occhi. Borsa in spalla, cominciò a
defilarsi dalla palestra, il più cautamente possibile,
come una persona qualunque, senza farsi riconoscere.
Voleva passare quella serata tranquillamente, senza
interruzioni, nel miglior modo possibile con la sua
ragazza. Con Sana. Non voleva interferenze, voleva
solo recuperare il più possibile la situazione che si
era ristabilita la mattina del giorno precedente:
l’ennesima lite che poi si era risolta, però da allora
non avevano ancora avuto tempo per stare insieme e
divertirsi come da un po’ non facevano. Era andato
tutto liscio, era riuscito ad arrivare fino agli studi
senza problemi, ma quando provò ad entrare vide una
schiera di fan tutti pronti ad aspettare il primo divo
che sarebbe passato, provò da un’altra entrata, ma lo
stesso. Un’altra ancora: uguale. Le provò tutte, ma
era sempre la stessa situazione. Decise allora di
aspettare fuori e se Sana non l’avesse visto si
sarebbero di sicuro trovati dietro l’angolo, dove si
trovavano ogni volta. Guardò l’orologio e vide che
Sana sarebbe uscita a momenti. Si girò e cominciò ad
avviarsi verso il solito punto di ritrovo, ma nel
farlo una ragazza insieme a qualche amico andava ad
unirsi alla schiera di assatanati che attendevano il
primo vip. Nel farlo fra spintoni e spinte varie lei
si sbilanciò, ma nel tentare di rimanere in piedi, il
piede su cui sperava di fare appoggio la tradì,
proprio perché dove sperava di poggiarlo c’era quello
di qualcun altro e quindi, non mantenendo più
l’equilibrio cadde. Akito le stava passando proprio a
fianco e inevitabilmente la salvò da una brutta
caduta, peccato, però, che nel farlo, la mano di
qualcuno di tutti quei ragazzi scalmanati andò addosso
con non molta delicatezza alla testa di Akito che non
potendo prevederla fu costretto a privarsi di una
delle sue fonti di mascheramento. Il cappellino era
caduto a terra, ma perlomeno aveva risparmiato a
qualcuno una brutta botta al fondoschiena. La ragazza
era praticamente appesa alle braccia del ragazzo che
le chiese –tutto bene?-. Lei, ancora un po’
imbambolata aprì lentamente gli occhi e vide al
contrario il volto del suo salvatore. Nello scatto per
salvare la ragazza era scivolata giù anche la sciarpa,
quindi addio camuffamento, era riconoscibilissimo. Lei
inizialmente vedeva solo il volto di un bellissimo
ragazzo, poi lentamente si accorse che si trattava di
Akito –ma tu sei…?- -ti prego non dirlo…- una delle
amiche della ragazza si girò e vide la sua amica
appesa al ragazzo e guardandolo in faccia esclamò
–Akito Hayama!!!- -appunto! acc… lo sapevo!
Dannazione!…- rimise in un batter d’occhio la ragazza
in posizione eretta, con un rapido gesto recuperò il
cappellino e con un veloce –ciao- salutò la ragazza e
scappò via. Tutto contemporaneamente ad un animo dei
fan che erano stati colti di sorpresa –cosa? Hayama?-
-il ragazzo di Sana! dove?- -Hayama, quello del
karate?- -si, è appena scappato- -dove?- e così via
con un sacco di chiacchiere. Qualcuno cominciò a
tentare di seguirlo, ma lui si era già dileguato.
Qualcun altro era rimasto ancora a chiedersi se era
davvero lui, dove era andato e altre cose, qualcun
altro non sapeva proprio che c’era stato Akito ed era
ancora lì ad aspettare qualche vip che usciva dagli
studi. Intanto lui si avviava alla sua meta.
Cappellino e sciarpa nascondevano il vero volto del
ragazzo ed ora si trattava solo di arrivare a quel
maledetto angolo di strada... ma quando finiva quella
dannata piazza?... sentiva di avere qualcuno alle
costole e aveva anche un brutto presentimento. Infatti
venne fermato da un gruppo di ragazzine proprio li,
purtroppo non poteva dimostrarsi scortese e non poté
evitare quella fermata –tu sei Akito Hayama vero?-
Akito era scocciato dalla situazione, ma non è che
poteva dirgli “si sono io, adesso levatevi dai piedi
che ho da fare”, cercò di dimostrarsi gentile ma allo
stesso tempo cercava anche di fare in fretta –si sono
io- -ecco… ci faresti un autografo?- -va bene… avete
una penna?- -si ecco… tieni- -grazie… ecco fatto- -me
lo faresti anche per una mi amica…- Akito voleva
andarsene immediatamente ma pensò che in fondo si
trattava solo di un autografo -ecco qua- -sai… io
credo che tu sia il karateka più bravo del mondo-
-grazie- -seguiamo sempre i tuoi incontri in
televisione- -ne sono contento- -facciamo sempre il
tifo per te, vincerai tu il campionato vero?- -farò
del mio meglio. Ora scusatemi ma devo andare- -si…
ciao!- -ciao ragazze- fece qualche passo quando venne
fermato di nuovo da un’altra ragazza. Akito ebbe uno
strano presentimento, ma non ci fece caso, era
un’altra che voleva l’autografo –si, ecco a te-
-grazie… ah!- -qualcosa non va?- chiese Akito –mh, si-
disse la ragazza che facendo finta di sfregarsi gli
occhi lanciò uno sguardo furtivo e rapidissimo notando
qualcuno che si stava avvicinando, poi continuò –mi è
entrato qualcosa nell’occhio- Akito si irrigidì un
momento, il brutto presentimento tornò di colpo,
quella frase… -mh, si…- era un po’ diffidente, quello
che provava in quel momento non gli piaceva. Quella
frase in particolare, è stato due volte il suo
espediente per rubare un bacio ad una ragazza,
sentirsela dire gli faceva un certo effetto. Non gli
piaceva affatto. La ragazza intanto si era girata un
po’ verso un lampione lì vicino con la scusa che
faceva luce. Poi approfittò che la persona si stava
avvicinando ancora di più e il fatto dei pochi
centimetri che distanziavano i due volti dei ragazzi
erano un’occasione favorevolissima per fargli del
male. Infatti questa sconosciuta biondina non esitò un
attimo a baciare Akito che si ritrovava colto di
sorpresa. Ora sapeva cosa provava Sana quando lui
l’aveva fatto con lei, ma non sapeva invece cosa
provava precisamente, proprio in quel momento. Il
cuore era praticamente gelato, si era ridotto ad un
blocco di pietra e subito dopo si era anche
sgretolato, a causa di tutte quelle promesse infangate
in un attimo. Non ci pensò un attimo a cambiare
direzione. L’importante era non vederlo. Intanto il
ragazzo tentava di scollarsi dalla presa di quello
“scorpione” che non voleva mollarlo, anche perché gli
aveva accerchiato tutto il collo. Con un rapido
movimento si divincolò da quella stretta mortale che
non lo lasciava e notò sul volto della ragazza un
sorrisetto famelico –ma che cosa avevi intenzione di
fare?- lei non rispose, si limitò solo a gettare
un’occhiata rapidissima verso la ragazza che, anche se
non sembrava, stava scappando da qualcosa che non
sopportava. Sperava che Akito non la vedesse, ma non
gli era sfuggita la frecciata che in qualche modo,
lei, sconosciuta da sempre che irruppe in questo modo
nella vita dei due ragazzi, aveva lanciato ad una Sana
che non era riuscita questa volta ad accettare la
realtà. Akito sbiancò in un attimo. Aveva capito che
Sana aveva frainteso la situazione, aveva capito che
stava fuggendo da lui, aveva capito le intenzioni
della persona che aveva di fronte –oddio, no…
maledetta!- disse con uno sguardo omicida alla
ragazza, nel mentre compiva il primo movimento per
quella corsa che si preannunciava di sicuro più
difficile del previsto. Una corsa per la salvezza del
loro rapporto. Corse più che poteva, ma anche Sana
aveva cominciato a correre e si sapeva che era un osso
duro da raggiungere, ma Akito poteva farcela, in più
aveva anche dalla sua parte il fatto che la ragazza
non aveva le scarpe adatte. Dopo poco la raggiunse e
la fermò per il braccio. Appena vide il suo sguardo
grondante di lacrime gli si gelò il cuore, ma c’era
ancora la possibilità di rimediare –Sana… ascoltami…-
-cosa c’è ancora da dire?... è sempre la stessa
storia…- -ma non è come pensi- -si si certo… le solite
scuse… lasciami andare…- -ascolta Sana…- strinse di
più la presa perché sentiva che si stava liberando, ma
non poteva lasciarla andare proprio adesso –ti ho
detto di lasciarmi… mi stai facendo male…- -non ti
lascio finché non mi ascolti…- -non ti voglio più
sentire, non ne posso più… sempre così… basta!
Stavolta hai veramente esagerato- -ma perché devi
essere sempre così testarda…- -mollami- -non ti lascio
ammesso…- gli arrivò un sonoro schiaffone sulla
guancia sinistra e Sana approfittò dello stupore del
ragazzo per scappare e in un attimo si era dileguata
tra la folla. E Akito era rimasto lì impalato a
massaggiarsi la guancia dolorante, con il cuore
traboccante di dolore e rabbia. Ma non avrebbe
rinunciato così. Lui avrebbe ritentato il prima
possibile e avrebbe fatto il possibile per recuperare
la situazione. Venne interrotto da una vocina dietro
di se che era anche la causa dei suoi guai.

fine prima parte...

ok, ora sfogatevi pure... commentate senza pietà... ne sarei felice ^________^

Fexychan65 ^____________^

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
marykodocha99 - Voto: 11/12/12 11:25
É BELLISSIMAAAAAAAAA!!! :‘‘D CONTINUALAAAAAAA FALLA DI TANTI CAP (NN TANTI) PERÒ ...DDAIII!! *-----* WOW CI CONTOOOO!!! *---*
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
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