torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: L`ABBRACCIO DI UN ANGELO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: -v4l3ch4n- galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 31/12/2003 16:26:33

la vita normale, scuola, amici e sopratutto noia. poi, all`improvviso, ti annunciano la tua morte. ^_^ leggete e commentate please!
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
L’ABBRACCIO DI UN ANGELO
- Capitolo 1° -

ALLORA... INIZIAMO?? POI DITEMI SE VI è PIACIUTA O MENO!

L’ABBRACCIO DI UN ANGELO

Ritornarci ogni sera mi faceva sentire meglio.
Anche quando stavo lontano e dovevo ritornare da sola, di notte, organizzavo i miei pensieri in modo da immaginare di essere gia lì.
Quando stavo male sia fisicamente, sia quando avevo male nel cuore e sentivo i suoi respiri – l’acqua scorrere nei tubi, il riattivarsi del riscaldamento, …- mi addormentavo tranquilla cullata da quei rumori.
In fondo quella era casa mia.
Era si, la mia famiglia, ma anche la struttura, le fotografie sul muro, i poster, il letto, tutto ciò imprimeva in me un grande senso di calore.
Una cosa così la provai solo in un’altra occasione, il giorno in cui un angelo mi abbracciò.

Quel giorno era trascorso normalmente, come sempre, in quella normalità noiosa ma tranquillizzante, che uno cerca di spezzare e quando lo ha fatto, se ne pente.
Il tempo era incerto, il sole usciva, si rintanava, faceva vedere solo il suo profilo…sembrava giocasse a nascondino.
Eravamo in quattro e ritornavamo insieme da scuola.
Io ero l’ultima, quella che faceva un pezzo di strada da sola.
Odiavo stare sola.
Certe volte anche avendo molte persone intorno mi sentivo sola.
Più avevo amici, più mi sentivo sola.
Perché tutti pensavano di conoscermi, però mi accorsi che ai loro occhi apparivo completamente diversa da ciò che ero.
Mentre riflettevo su queste cose, ero già giunta davanti all’ingresso del mio palazzo.
Lì lo vidi.
Aveva delle ali grandissime, bianche, quel bianco incorporeo che attraversi con le mani.
Non vi erano piume…
Erano lunghe strisce di carta piene di scritte che non capivo.
Il ragazzo era reale.
Gli abiti, gli occhi e i capelli erano tutti neri, persino le scarpe erano di quel colore-non colore.
Gli occhi erano l’universo e l’universo erano gli occhi.
Tristi, colmi di speranza, gioiosi, stralunati…nessun aggettivo era in grado di descriverli.
Erano e basta.
Ti leggevano il cuore, ti frugavano dentro e intanto li fissavi e vedevi la Terra girare, le stelle cadere, le guerre, Marte, galassie, astronavi…
Erano lì, erano dentro di te, erano nell’infinito.
I secondi erano settimane. Quello sguardo durò poco, ma nella mia mente erano passati secoli.
Avevo visto la storia dei miei genitori, dei miei amici, quella dei miei zii e dei miei nonni, dei miei cugini e di tutti gli altri che conoscevo.
Lui mi venne vicino e sussurrò.
Sentii la voce degli elementi: il fruscio degli alberi, lo scorrere dell’ acqua, il cozzare del ferro, il crepitio del fuoco, il fischiare del vento…
Non riuscivo ad udir parola, eppure capivo.
Quell’essere era un messaggero.
La mia morte sarebbe stata vicino.

Quell’incontro mi scosse terribilmente.
Non lo dissi a nessuno, perché mi avrebbero presa per pazza.Oppure avrebbero creduto che fosse una bugia.
Tutto ciò che era anormale per loro era una bugia. E se invece mentivi dicendo cose normali, tutti la prendevano per buona.
Contavo i giorni che mi separavano dalla morte.
Era stato chiaro, lui.
Volevo rendere felici tutti quelli che conoscevo ma il mio carattere non me lo permetteva.
Ero egoista, eccentrica, un po’ vanitosa ma anche solare, allegra e simpatica.
Poi certe volte veniva fuori tutta la paura, il rimorso, la timidezza che erano stati dimenticati.
Cercavo di dimenticare tutto, ciò che non mi piaceva, ciò che odiavo, ciò che mi avevano fatto.
Cancellavo le tracce di quei ricordi e ritornavo allegra, perché se nessuno che mi stava intorno sapeva, era come se non fosse successo nulla.
Tenevo tutto dentro di me, in una scatola chiusa a chiave nel cassetto dei ricordi.
Cercai di dimenticare anche quella data sussurrata dall’angelo nero, ma ormai la scatola era strapiena e di notte ne fuoriuscivano le cose più brutte e più angoscianti della mia vita.
Se nessuno sapeva era come se non fosse successo: cercai di dimenticare anche quella data, ma nonostante questo, contavo e mettevo le croci sui giorni che passavano.
Stranamente successe tre giorni prima.

Passeggiavo con le mie amiche in centro e chiacchieravo allegramente. Almeno cercavo, di chiacchierare allegramente.
Entrammo in un negozio.
Due minuti dopo entrarono altre cinque persone.
Mascherate di nero.
<< Mani in alto!Questa è una rapina!>>
Cacciarono le pistole e pensarono bene di prendere un ostaggio.
<<Tu con la maglia rossa, veni qua!>>
Misi un piede davanti all'altro e giunsi davanti a quello che mi aveva chiamata.
Mi puntò una pistola alle tempie: << Mettete i soldi nei sacchi, altrimenti ammaziamo la ragazzina!>>
Tutti erano spaventati ed eseguivano gli ordini alla lettera.
Il ferro era freddo a contatto con la pelle delicata della testa.
Non mi scomposi, infondo la mia morte sarebbe stata tra altri tre giorni.
Guardai meglio.
Gli altri rapinatori avevano pistole con scritto “MADE IN CHINA”.
Possibbile che tutti gli stupiti che stavano in quel negozio non si accorgessero che l'unica pistola vera ce l'avevo piantata saldamente sulle tempie?
I sacchi erano pieni, e nessuno aveva fatto atti eroici come nei telefilm.
Mi lasciarono andare.
Mi voltai.
L'angelo teneva le mani del bandito.
Sgranai gli occhi.
Il colpo partì e io non me ne accorsi.

Sentivo...
“Era prevista tra tre giorni! Non abbaimo spazio!”
“Ma, Signore..”
“Meglio una in meno che una in più...rimandala da dov'è venuta!Il corpo è stato cremato?”
“No, in Italia non hanno queste usanze..”
“Allora sai cosa devi fare...Sbrigati però!Devi darmi una mano a firmare queste carte e...”
Un' altra voce: “ Signore, Signore! Mariko, la donna che doveva morire domani è morta adesso!”
“Chi scusa?”
“Mariko,giapponese di 62 anni, quella che soffre di cuore, prefettura di..”


Un sussurio...il vento, il fuoco, l'acqua, l'aria...
Lo conoscevo!
Aprii gli occhi ( o meglio, pensai di aprire gli occhi...).
L'angelo...quell'angelo che cercavo di dimenticare era lì, davanti a me...
Urlai: “Cosa vuoi?Chi sei?”
Conoscevo già le risposte, avevo ascoltato il dialogo tra lui e il suo Signore, ma quelle domande mi uscirono dalla bocca senza riflettere.
“sono M-VA880105, l'angelo che ti è stato assegnato alla nascita.Sono qui per farti rivivere.”
“Ma se..”
“Zitta, non parlare..”
“Perchè?”
“Perchè sennò sono tentato a ucciderti..”
Rimasi di stucco.
Un angelo...che uccideva...allora era stato lui e non il bandito...
Un flusso di pensieri mi travolse.
Tutti insieme.
Poi lui li fermò.
“Sai...noi siamo tentati dall'amore...noi non dovremmo amare.Noi siamo al servizio del Signore.Non siamo né il bene né il male. Siamo equilibrio.Perciò anche se abbaimo sesso tra noi non possiamo amarci, perchè l'amore ci avvicinerebbe troppo al bene.Io...io mi sentivo vuoto e allora...”
“Hai scelto un'umana, gisto?Hai scelto me?”
“Si...all'inizio era così, per gioco, poi...poi è scattato qualcosa e non sono riuscito a fare niente...vegliavo su di te giorno e notte”
“E così hai pensato bene di uccidermi?”
“NO! No... anzi soffrivo...soffrivo perchè è triste non morire quando la persona più cara scompare...Per questo ti ho ucciso, prima.Noi, qui, abbiamo delle regole. Se uno muore prima del previsto può essere riportato in vita. Così io ho fatto quella cosa...ed è stata in assoluto la cosa più brutta che avevo mai fatto...mi fa male il cuore solo a pensarci...non ti puoi immagginarti quanto dolore abbia provato nel momento in cui stavo prmendo il grilletto...”
Restai impalata. Cosa dire? Non mi veniva niente. Riuscivo solo a guardarlo.
Gli occhi erano sempre profondi (quel profondo che legge il tempo e il cuore) ma avevano qualcosa di umano...erano...erano...tristi.
Guardavano in basso.
Guardai le sue ali. Adesso capivo...
“Questi sono...”
Rialzò gli occhi.
“Si, sono proprio fogli con scritto il nome dei peccati che mi hanno tolto...Io ero umano, e quando sono morto il Signore reclutava angeli e fui scelto. Mi tolse tutti i peccati, incidendoli nell'aria insieme alle leggi divine e foggiandoci le ali. Dal fuoco e dalla terra mi forgiò un nuovo corpo, dall'acqua un nuovo spirito.”
“Ma qui sta scomparendo...”
“Il Signore se n'è accorto...Ha scoperto il mio segreto...sta scomparendo la legge dell'amore...tra poco tornerò cenere...Quindi...”
Mi abbracciò.
Tuti i giorni che avevo passato sembravano la notte e lui era la mia casa.
Il calore...Un tunnel tutto nero con in fondo una luce...


Mi risvegliai dal coma. I miei già dato l'ultimo addio e quando furono richiamati, piangevano (un po' per la gioia, un po' perchè ancora piangevano la mia morte).


Anni dopo.India.
<<Così in questa città vive un ragazzo che legge il futuro?>>
<<Si, signorina...>>
<<Vorrei incontrarlo...>>
<< Oh! Va bene... Lo potrà vedere oggi stesso...L'avevo chiamato per una lettura, dovrebbe arrivare tra poco...si metta pure seduta...nel frattempo, vuole qualcosa?>>
<< Oh no, grazie...non si preoccupi...>>
Quindici minuti dopo.
<<Signorina è arrivato !>>
<<Ah! Si...>>
Mi alzai e m'incamminai verso la porta.
Gli occhi...
<<Allora come immagginavo sei tu!>>
<< E già...ti stavo aspettando...sapevo che saresti venuta!>>
<< Non avrei mai potuto dimenticare l'abbraccio di un angelo!>>

FINE


Ritornarci ogni sera mi faceva sentire meglio.
Anche quando stavo lontano e dovevo ritornare da sola, di notte, organizzavo i miei pensieri in modo da immaginare di essere gia lì.
Quando stavo male sia fisicamente, sia quando avevo male nel cuore e sentivo i suoi respiri – l’acqua scorrere nei tubi, il riattivarsi del riscaldamento, …- mi addormentavo tranquilla cullata da quei rumori.
In fondo quella era casa mia.
Era si, la mia famiglia, ma anche la struttura, le fotografie sul muro, i poster, il letto, tutto ciò imprimeva in me un grande senso di calore.
Una cosa così la provai solo in un’altra occasione, il giorno in cui un angelo mi abbracciò.

Quel giorno era trascorso normalmente, come sempre, in quella normalità noiosa ma tranquillizzante, che uno cerca di spezzare e quando lo ha fatto, se ne pente.
Il tempo era incerto, il sole usciva, si rintanava, faceva vedere solo il suo profilo…sembrava giocasse a nascondino.
Eravamo in quattro e ritornavamo insieme da scuola.
Io ero l’ultima, quella che faceva un pezzo di strada da sola.
Odiavo stare sola.
Certe volte anche avendo molte persone intorno mi sentivo sola.
Più avevo amici, più mi sentivo sola.
Perché tutti pensavano di conoscermi, però mi accorsi che ai loro occhi apparivo completamente diversa da ciò che ero.
Mentre riflettevo su queste cose, ero già giunta davanti all’ingresso del mio palazzo.
Lì lo vidi.
Aveva delle ali grandissime, bianche, quel bianco incorporeo che attraversi con le mani.
Non vi erano piume…
Erano lunghe strisce di carta piene di scritte che non capivo.
Il ragazzo era reale.
Gli abiti, gli occhi e i capelli erano tutti neri, persino le scarpe erano di quel colore-non colore.
Gli occhi erano l’universo e l’universo erano gli occhi.
Tristi, colmi di speranza, gioiosi, stralunati…nessun aggettivo era in grado di descriverli.
Erano e basta.
Ti leggevano il cuore, ti frugavano dentro e intanto li fissavi e vedevi la Terra girare, le stelle cadere, le guerre, Marte, galassie, astronavi…
Erano lì, erano dentro di te, erano nell’infinito.
I secondi erano settimane. Quello sguardo durò poco, ma nella mia mente erano passati secoli.
Avevo visto la storia dei miei genitori, dei miei amici, quella dei miei zii e dei miei nonni, dei miei cugini e di tutti gli altri che conoscevo.
Lui mi venne vicino e sussurrò.
Sentii la voce degli elementi: il fruscio degli alberi, lo scorrere dell’ acqua, il cozzare del ferro, il crepitio del fuoco, il fischiare del vento…
Non riuscivo ad udir parola, eppure capivo.
Quell’essere era un messaggero.
La mia morte sarebbe stata vicino.

Quell’incontro mi scosse terribilmente.
Non lo dissi a nessuno, perché mi avrebbero presa per pazza.Oppure avrebbero creduto che fosse una bugia.
Tutto ciò che era anormale per loro era una bugia. E se invece mentivi dicendo cose normali, tutti la prendevano per buona.
Contavo i giorni che mi separavano dalla morte.
Era stato chiaro, lui.
Volevo rendere felici tutti quelli che conoscevo ma il mio carattere non me lo permetteva.
Ero egoista, eccentrica, un po’ vanitosa ma anche solare, allegra e simpatica.
Poi certe volte veniva fuori tutta la paura, il rimorso, la timidezza che erano stati dimenticati.
Cercavo di dimenticare tutto, ciò che non mi piaceva, ciò che odiavo, ciò che mi avevano fatto.
Cancellavo le tracce di quei ricordi e ritornavo allegra, perché se nessuno che mi stava intorno sapeva, era come se non fosse successo nulla.
Tenevo tutto dentro di me, in una scatola chiusa a chiave nel cassetto dei ricordi.
Cercai di dimenticare anche quella data sussurrata dall’angelo nero, ma ormai la scatola era strapiena e di notte ne fuoriuscivano le cose più brutte e più angoscianti della mia vita.
Se nessuno sapeva era come se non fosse successo: cercai di dimenticare anche quella data, ma nonostante questo, contavo e mettevo le croci sui giorni che passavano.
Stranamente successe tre giorni prima.

Passeggiavo con le mie amiche in centro e chiacchieravo allegramente. Almeno cercavo, di chiacchierare allegramente.
Entrammo in un negozio.
Due minuti dopo entrarono altre cinque persone.
Mascherate di nero.
<< Mani in alto!Questa è una rapina!>>
Cacciarono le pistole e pensarono bene di prendere un ostaggio.
<<Tu con la maglia rossa, veni qua!>>
Misi un piede davanti all'altro e giunsi davanti a quello che mi aveva chiamata.
Mi puntò una pistola alle tempie: << Mettete i soldi nei sacchi, altrimenti ammaziamo la ragazzina!>>
Tutti erano spaventati ed eseguivano gli ordini alla lettera.
Il ferro era freddo a contatto con la pelle delicata della testa.
Non mi scomposi, infondo la mia morte sarebbe stata tra altri tre giorni.
Guardai meglio.
Gli altri rapinatori avevano pistole con scritto “MADE IN CHINA”.
Possibbile che tutti gli stupiti che stavano in quel negozio non si accorgessero che l'unica pistola vera ce l'avevo piantata saldamente sulle tempie?
I sacchi erano pieni, e nessuno aveva fatto atti eroici come nei telefilm.
Mi lasciarono andare.
Mi voltai.
L'angelo teneva le mani del bandito.
Sgranai gli occhi.
Il colpo partì e io non me ne accorsi.

Sentivo...
“Era prevista tra tre giorni! Non abbaimo spazio!”
“Ma, Signore..”
“Meglio una in meno che una in più...rimandala da dov'è venuta!Il corpo è stato cremato?”
“No, in Italia non hanno queste usanze..”
“Allora sai cosa devi fare...Sbrigati però!Devi darmi una mano a firmare queste carte e...”
Un' altra voce: “ Signore, Signore! Mariko, la donna che doveva morire domani è morta adesso!”
“Chi scusa?”
“Mariko,giapponese di 62 anni, quella che soffre di cuore, prefettura di..”


Un sussurio...il vento, il fuoco, l'acqua, l'aria...
Lo conoscevo!
Aprii gli occhi ( o meglio, pensai di aprire gli occhi...).
L'angelo...quell'angelo che cercavo di dimenticare era lì, davanti a me...
Urlai: “Cosa vuoi?Chi sei?”
Conoscevo già le risposte, avevo ascoltato il dialogo tra lui e il suo Signore, ma quelle domande mi uscirono dalla bocca senza riflettere.
“sono M-VA880105, l'angelo che ti è stato assegnato alla nascita.Sono qui per farti rivivere.”
“Ma se..”
“Zitta, non parlare..”
“Perchè?”
“Perchè sennò sono tentato a ucciderti..”
Rimasi di stucco.
Un angelo...che uccideva...allora era stato lui e non il bandito...
Un flusso di pensieri mi travolse.
Tutti insieme.
Poi lui li fermò.
“Sai...noi siamo tentati dall'amore...noi non dovremmo amare.Noi siamo al servizio del Signore.Non siamo né il bene né il male. Siamo equilibrio.Perciò anche se abbaimo sesso tra noi non possiamo amarci, perchè l'amore ci avvicinerebbe troppo al bene.Io...io mi sentivo vuoto e allora...”
“Hai scelto un'umana, gisto?Hai scelto me?”
“Si...all'inizio era così, per gioco, poi...poi è scattato qualcosa e non sono riuscito a fare niente...vegliavo su di te giorno e notte”
“E così hai pensato bene di uccidermi?”
“NO! No... anzi soffrivo...soffrivo perchè è triste non morire quando la persona più cara scompare...Per questo ti ho ucciso, prima.Noi, qui, abbiamo delle regole. Se uno muore prima del previsto può essere riportato in vita. Così io ho fatto quella cosa...ed è stata in assoluto la cosa più brutta che avevo mai fatto...mi fa male il cuore solo a pensarci...non ti puoi immagginarti quanto dolore abbia provato nel momento in cui stavo prmendo il grilletto...”
Restai impalata. Cosa dire? Non mi veniva niente. Riuscivo solo a guardarlo.
Gli occhi erano sempre profondi (quel profondo che legge il tempo e il cuore) ma avevano qualcosa di umano...erano...erano...tristi.
Guardavano in basso.
Guardai le sue ali. Adesso capivo...
“Questi sono...”
Rialzò gli occhi.
“Si, sono proprio fogli con scritto il nome dei peccati che mi hanno tolto...Io ero umano, e quando sono morto il Signore reclutava angeli e fui scelto. Mi tolse tutti i peccati, incidendoli nell'aria insieme alle leggi divine e foggiandoci le ali. Dal fuoco e dalla terra mi forgiò un nuovo corpo, dall'acqua un nuovo spirito.”
“Ma qui sta scomparendo...”
“Il Signore se n'è accorto...Ha scoperto il mio segreto...sta scomparendo la legge dell'amore...tra poco tornerò cenere...Quindi...”
Mi abbracciò.
Tuti i giorni che avevo passato sembravano la notte e lui era la mia casa.
Il calore...Un tunnel tutto nero con in fondo una luce...


Mi risvegliai dal coma. I miei già dato l'ultimo addio e quando furono richiamati, piangevano (un po' per la gioia, un po' perchè ancora piangevano la mia morte).


Anni dopo.India.
<<Così in questa città vive un ragazzo che legge il futuro?>>
<<Si, signorina...>>
<<Vorrei incontrarlo...>>
<< Oh! Va bene... Lo potrà vedere oggi stesso...L'avevo chiamato per una lettura, dovrebbe arrivare tra poco...si metta pure seduta...nel frattempo, vuole qualcosa?>>
<< Oh no, grazie...non si preoccupi...>>
Quindici minuti dopo.
<<Signorina è arrivato !>>
<<Ah! Si...>>
Mi alzai e m'incamminai verso la porta.
Gli occhi...
<<Allora come immagginavo sei tu!>>
<< E già...ti stavo aspettando...sapevo che saresti venuta!>>
<< Non avrei mai potuto dimenticare l'abbraccio di un angelo!>>

FINE

 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: