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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: PRIMA DI TUTTO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: xanthe galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 12/12/2003 19:11:31 (ultimo inserimento: 22/02/05)

è un before. ho aggiunto dei personaggi, spero non vi roda. è ambientato al 5° anno di lily, james&co. spero che vi piaccia^^
 
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SULL`ESPRESSO
- Capitolo 1° -

Ciao!! Ho deciso di scrivere una fic seria (speriamo almeno^^) dopo il successo che ha avuto quell’altra. VI RINGRAZIO TUTTI QUANTII!!!!! Spero vi piaccia almeno un po’. È ambientata al 5° anno di Lily, James e company. Ho aggiunto altri personaggi e, indovinate un po’, ci sono due signorine in particolare (una per Felpato e una per Lunastorta). Lo so, è un sacrilegio, ma io adoro così tanto questi due personaggi!!! Vi prego, provate a leggerla. Grazie^^
_____________________________


L’uno di settembre la stazione di King’s Cross era gremita di persone.
Un brusio intenso occupava le banchine e la gente camminava a passo svelto, carica di bagagli, prendendo e tirando gomitate.
James Potter uscì dalla parete del binario 9 e 3/4 per ritrovarsi di fronte allo scintillante Espresso per Hogwarts.
Sorrise furbescamente, passandosi una mano tra gli arruffatissimi capelli scuri e spostando i grandi occhi nocciola in cerca dei suoi amici.
Era scosso da una strana euforia, come gli succedeva tutti gli anni.
Spostò il carrello in avanti, svicolando tra la gente, continuando a guardarsi attorno.
Una mano dalle dita lunghe gli si appoggiò sulla spalla, mentre qualcuno con una bella voce familiare lo salutava dicendo: «Ehi, Ramoso, stai cercando la tua ragazza?».
James si voltò con un sorriso che andava da un orecchio all’altro e si ritrovò davanti un ragazzo alto e asciutto, con capelli corvini che ricadevano a ciocche a nascondere gli occhi chiari.
Gli sorrise con fare astuto e gli diede una pacca sulla spalla.
«Buongiorno Felpato!» ghignò James, ricambiando animatamente la manata «è già, stavo proprio cercando te».
«Ah ah, molto spiritoso» ribadì Sirius con fare ironico. Scrutò un attimo la stazione. «Lunastorta? L’hai già trovato?» domandò poi.
James dissentì col capo. Non aveva visto nemmeno l’ombra di Remus, e neanche di Peter. Il treno fischiò insistentemente e i due si scambiarono un’occhiata divertita, cominciando a correre verso uno dei vagoni. Salirono ridacchiando tra di loro, senza neppure aspettare l’arrivo dei loro amici. Probabilmente erano già saliti…
Cominciarono a buttare la testa dentro ad ogni scompartimento, continuando a scambiarsi battute e a sghignazzare come matti.
Definire il treno “pieno” era quasi un eufemismo.
Quando arrivarono in fondo alla corsia ed aprirono la porta dell’ultimo scomparto vi trovarono un ragazzino piccolo e biondino, con gli occhi sgranati che scorrevano lentamente le pagine ingiallite di un grosso libro logoro.
Appena sentì cigolare l’uscio, Peter scollò gli occhi dal tomo ed aprì un timido sorriso speranzoso.
«James, Sirius! Finalmente, vi aspettavo!» esclamò con enfasi, chiudendo il libro di botto.
«Salve Codaliscia!» ricambiò James, facendogli cenno con la mano. Sirius si limitò a muovere appena la testa in segno di saluto e si lasciò cadere indolentemente al suo posto.
«Ehi James, come hai passato le vacanze, eh?» chiese Peter, con gli occhi che gli brillavano. Peter, o Codaliscia, era molto affezionato a loro due, così come a Lunastorta, ma aveva una particolare predilezione per James. Era il suo idolo. Lo ammirava per la sua spigliatezza, per la sua abilità nel volare e per le sue risposte sempre pronte…in un certo senso lo INVIDIAVA anche un po’…
James non ebbe tempo di rispondere alla domanda che la porta dello scomparto si aprì di nuovo. Dall’altra parte c’era un ragazzo magro che indossava vesti troppo larghe per lui. Aveva il viso pallido e stanco, ma gli occhi scuri brillavano di un’allegria insolita e I capelli castani erano scombinati. Sorrise loro debolmente e spinse il suo baule dentro lo scomparto.
«Ehi Lunastorta!! Era ora!!» esclamò con impeto Sirius, balzando in piedi per aiutarlo a sistemare il bagaglio.
James gli sorrise e gli diede una leggera pacca sulla schiena. Aveva paura di fargli male…da poco era passato il plenilunio e lui ne risentiva visibilmente.
Remus si sedette stancamente vicino a Peter e salutò tutti con un «Buongiorno» che sembrava quasi divertito.
«Allora? Questa volta sei stato fuori da solo, eh? Ma scommetto che non è stato lo stesso senza i tuoi vecchi amici!» ridacchiò Sirius, accennando vagamente al finestrino, come per indicare il cielo.
«Davvero divertente…» mormorò Remus, fingendo di offendersi «non è stato divertente per nulla!». Sirius e James si guardarono e scoppiarono a ridere di guasto. Anche Lunastorta rideva, anche se non in maniera così sguaiata come gli altri due. Peter guardava i tre e cercava di stare loro dietro, ma era evidente che la cosa non lo divertiva più di tanto.
Stavano ancora ridendo quando la porta scivolò ancora per aprirsi. Le risate cessarono di colpo, ma sul viso di Felpato e Ramoso era rimasto un ghigno divertito.
«Grifoni…» sibilò a voce bassa il ragazzo pallido e smilzo che li aveva interrotti. Fece per andarsene ma James lo fermò.
«Ehi Mocciosus!» chiamò, mettendo mano alla bacchetta «non si salutano più gli “amici”?». Sirius eruppe in una risatina soffocata, che conservava comunque la parvenza di un latrato.
Il ragazzo si voltò lentamente, gli occhi neri che mandavano saette nella sua direzione.
«Cosa vuoi, Potter…?!» chiese, tuffando le mani in tasca, probabilmente per afferrare la sua, di bacchette.
«No niente. Sai, ci stavamo annoiando e…» ma non fece a tempo a terminare che fu nuovamente interrotto.
«Io non finirei la frase, fossi in te. Non vorrai finire nei guai ancor prima di mettere piede a scuola, vero? Ti avverto che non ho intenzione di dannarmi l’anima anche quest’anno per fare recuperare i punti che tu e i tuoi amici fate perdere a Griffondoro!».
Sirius sogghignò silenziosamente, avvicinatosi all’amico e sussurrandogli all’orecchio: «James, è arrivata la tua bella!». L’altro lo zittì con una leggera gomitata in mezzo alle costole e, passandosi ancora una mano tra i capelli, aprì uno dei suoi più splendidi sorrisi.
«Evans, buongiorno!» esclamò.
La ragazza dai lunghi capelli sanguigni, che lo guardava severa con gli smeraldini occhi a mandorla, da dietro le spalle di Piton – tenendosi a debita distanza - , incrociò le braccia e si accigliò ancora di più.
«Hai capito quello che ho detto, Potter?» sbottò ancora, inclinando un po’ il capo di lato.
«Oh avanti, non comincerai a farmi una ramanzina già da adesso, spero!» disse lui con voce sarcastica, raddrizzando gli occhiali sul naso. Lei non batté ciglio per qualche attimo poi, sbuffando girò su i tacchi accomiatandosi con un «Lasciamo stare, non ne vale la pena».
Sirius non riuscì più a trattenere le risate e alla fine si lasciò andare in un altro fragoroso attacco di ilarità, mentre James gli scoccava un’occhiata torva e Remus scuoteva la testa, sorridendo.
Severus accennò appena ad un sorriso quasi vittorioso, evidentemente soddisfatto del torto subito dal suo nemico.
Si girò e richiuse la porta alle sue spalle.
James non parve accorgersene. In compenso incrociò le braccia e mise su il broncio. Sirius cercava di soffocare le risa.
«Non dovresti prendertela così a male, sai?» disse con fare disinvolto Remus, che aveva tirato fuori la Gazzetta del Profeta e cercava qualcosa con lo sguardo, sorridendo.
«Io non me la prendo!» sbottò lui, guardando fuori dal finestirino con espressione corrucciata. Il sottofondo di risatine provocato da Sirius non accennò a diminuire neanche quando James gli chiese con voce seccata se aveva intenzione di tirare ancora per le lunghe quella storia. Peter sembrava stesse cercando di trovare qualche cosa da dire all’amico per tirarlo su di morale, perché ogni tanto apriva la bocca e si sporgeva un po’ in avanti, ma poi la richiudeva e tornava a posare la schiena contro lo schienale.
«Eheh, quella è sicuramente diventata Prefetto» commentò Felpato, che finalmente si stava calmando.
James portò gli occhi al cielo.
«La odieranno tutti, sicuramente!» eruppe «Acida com’è!».
«Avanti James!» lo infastidì Sirius, con aria divertita «Questa è come quella della volpe e dell’uva!».
Ma il ragazzo si limitò a sbuffare. Poi, gli venne in mente qualcosa.
«Probabilmente la Evans è diventata davvero Prefetto. E il secondo chi è?».
Remus fece finta di non aver sentito la domanda, ma parve impallidire anche di più.
Stava ancora tenendo in mano il giornale, ma faceva solo finta di leggerlo. Sirius sgranò gli occhi.
«Lunastorta?» chiese, quasi incredulo. Ora il viso di Lupin si stava accendendo lievemente.
«NON CI CREDO!» esclamò incredulo l’altro, schiaffandosi una mano sulla fronte.
«Sul serio?!!» domandò altrettanto sorpreso James, che era tornato allegro in un attimo.
«Già» mormorò Remus, un po’ contrariato.
Sirius rise ancora.
«Un Malandrino Prefetto, questa si che è buona!».
«Oh, non è poi così divertente come credi, sai?» ribadì Lunastorta, senza staccare gli occhi dal giornale.
«Perché no?» domandò Black, interrompendosi.
«Molto probabilmente Silente pensa che io possa influenzare positivamente te e Ramoso, dandomi la carica di Prefetto».
«Bèh, qual è il problema!» esclamò James, portando le mani dietro la nuca e accavallando le gambe.
Remus lo guardò torvo.
«Mi sembra ovvio…» disse, chiudendo finalmente il Profeta «non funzionerà!».
«Cosa?»
«Non posso condizionarvi come crede Silente! Tutt’al più siete voi a condizionare me!».
James e Sirius risero di nuovo.
Remus era un ragazzo calmo e intelligente. Però quando si trovava assieme ai suoi amici, ai Malandrini, si comportava in maniera sconsiderata.
«Non preoccuparti, cercheremo di fare i bravi…» scherzò Sirius, sorridendo allegramente. Lupin non diede peso alle parole dell’amico, ma sorrise comunque.

*

Era pomeriggio inoltrato ed il treno stava attraversando la campagna. Avevano continuato a parlare e a ridere per tutto il viaggio – con Remus che di tanto in tanto usciva per la “ronda” che la sua nuova carica scolastica prevedeva - , ed ora stavano mangiando qualcosa preso dal carrello.
«Tutto sommato quest’estate non è stata così squallida come avevo immaginato» commentò James, stiracchiandosi.
«Oh, beato te…la mia è stata un vero orrore» brontolò Sirius, che stava facendo levitare distrattamente un foglio di carta pergamena scritto per metà, la bacchetta levata a mezz’aria che dondolava lentamente «Non ho neanche finito i compiti».
«E quando credi di farli?» chiese Remus con indifferenza, scartando una tavoletta di cioccolato. Il cioccolato lo aiutava a recuperare le forze, soprattutto dopo il plenilunio.
«Oh, troverò il tempo» rispose con tono di sufficienza l’altro.
Remus alzò gli occhi al cielo. Sempre la solita storia.
Ma non era preoccupato. Lo sapeva benissimo come era fatto Felpato. Nonostante mettesse sempre prima il piacere del dovere riusciva benissimo in tutto. Era uno dei quindicenni più brillanti di Hogwarts.
«Sirius è abituato ad andare a letto tardi» scherzò James.
Peter rise scioccamente, facendo allargare un sorriso compiaciuto sul volto di Ramoso.
«Tu invece gli hai finiti i compiti, James?» indagò Black con fare sospettoso, acchiappando la pergamena. Che domande, pensò Remus, era ovvio.
«Ahah, ma che domande! È ovvio che gli ho finiti!» disse furbamente lui. Anche James era un fenomeno.
Lunastorta rise silenziosamente.
Bussarono alla porta semi aperta dello scomparto. I ragazzi si girarono quasi sorpresi. Chi era che BUSSAVA ad uno scompartimento di un treno?
«Avanti» disse stupito Lupin. Doveva essere Lily che veniva a chiamarlo per un’altra ronda, ma perché aveva bussato?
La porta scorrevole scivolò ancora una volta verso sinistra e una ragazzina minuta, dai lisci capelli color del rame che arrivavano fino alla vita e dai grandi e vispi occhi cinerini scrutò l’interno del locale.
«Salve!» esclamò, il visetto lentigginoso ridente.
«Ciao!» sorrise allegramente James «hai…bisogno di qualcosa?».
Lei sorrise di nuovo.
«Cerco…» e fece scorrere gli occhi su ognuno di loro fino a fermarsi su Lunastorta «Remus Lupin…che sei tu, giusto?».
Il ragazzo annuì, tirandosi in piedi. Era parecchio più alto di lei.
Non l’aveva mai vista.
«Cercano il Prefetto Griffondoro» disse la ragazza, alzando gli occhi per guardarlo in faccia.
«Ah, certo» fece lui, grattandosi la testa.
«Ahm…torno subito» aggiunse poi rivolto agli amici.
La ragazzina fece un cenno con la mano agli altri tre ed uscì, seguita da Remus, che socchiuse la porta alle sue spalle.
«Secondo te cosa vogliono? È tutto il giorno che Remus fa avanti e indietro per i corridoi per controllare la situazione!» esclamò Sirius, voltandosi verso James.
L’altro fece spallucce.
«Non ne ho idea» rispose «Ma quella tizia chi era?».
Sirius parve non capire.
«Dai, quella che è venuta a chiamarlo. Non l’ho mai vista»
«Non ne ho idea…non sembrava una del primo anno…»
«Forse viene da un’altra scuola» disse timidamente Peter, aprendo un’altra confezione di ciocorane.
«Non credo, parlava un inglese corretto per quel poco che ho sentito» disse distrattamente James.
Peter si affrettò ad annuire.
«L’ha riconosciuto subito…probabilmente siamo noi che non ce ne siamo mai accorti…» disse Sirius con poco interesse.
Ramoso si tolse gli occhiali e li strofinò con la maglietta, prima di scoccare un’occhiata curiosa al suo orologio da polso.
«Sono le sei…che dite, è ora di infilarsi nella vecchia divisa?» domandò scherzosamente. Sirius ghignò e balzò in piedi.
«E me lo chiedi?» disse «Forza, muoviamoci!».
Uscì quasi correndo. James ridacchiò. Anche lui uscì, seguito da Codaliscia. Il corridoio era sgombro e la testa scura di Sirius era già avanti di un bel pezzo.
«Ehi, hai intenzione di aspettarci?» domandò James ad alta voce.
Il ragazzo si bloccò e si girò verso di loro, sempre ghignando.
«Siete delle lumache!»

*

James lo guardava scuotendo il capo e sorridendo divertito.
Dal canto suo, Sirius era a dir poco euforico. Finalmente stava per tornare ad Hogwarts. Aveva aspettato l’uno di settembre dal primo giorno di vacanza. Odiava l’estate, non sopportava riunirsi alla sua famiglia. E poi, era quello il termine adatto? Non lo sapeva.
Sorrise all’amico e fece per continuare per la sua strada ma qualcuno andò a sbattergli contro, facendolo retrocedere di qualche passo.
«Ehi, ma dove guardi!» sbottò, guardando il suo “assalitore”.
Una ragazza alta e snella lo fissava con i grandi occhi di chimera, uno verde e uno giallo. Scostò un ciuffo di lunghi capelli turchesi dal viso e sbuffò.
«Io? Piuttosto tu! Stavo uscendo e tu mi hai travolta!» esordì lei con fare secco. Black rimase un attimo sconcertato. I capelli di quella tizia erano verde acqua…
«Cosa? Ma…stai scherzando?» chiese riprendendosi, con un tono scocciato ed incredulo allo stesso tempo.
«Ehi, tutto ok?» chiese James, arrivando da dietro «Bèh? Chi è Sirius, una tua amica? Complimenti!». Anche lui sembrava stupito da quel colore. Eppure non sembravano tinti.
Felpato gli scoccò un’occhiata agghiacciante prima di rispondergli.
«NO! QUESTA TIZIA MI HA INVESTITO!».
«Ehi, smettila ok? Dovevi stare più attento. Chiunque può sbucare da uno degli scompartimenti all’improvviso, lo sai? E comunque non è una cosa di vitale importanza. Se ora vuoi…se VOLETE scusarmi…devo andare a cambiarmi» concluse lei, sicura. Si girò e corse verso il piccolo bagno.
Sirius sbuffò, aggrottando la fronte. Ma chi era quella tizia così presuntuosa? Alzò gli occhi al cielo.
«Hai trovato una degna avversaria, eh?» esclamò divertito James, ridacchiando.
«Ehi, vacci piano con gli insulti!» fece Felpato, riprendendo la sua strada.
«È una ragazza molto bella però» concluse Ramoso, seguendolo.
«Non mi interessa! È maleducata!» tagliò corto Sirius.

*

«Cosa volevano?» domandò Sirius, quando Remus tornò.
«Hanno detto che ci sono dei nuovi iscritti, anche dal secondo anno in su» rispose lui, tornandosi a sedere. Aveva già indossato la divisa e sul suo petto faceva capolino la spilla argentina con la scritta “Prefetto”.
«Che cosa?!» chiese Sirius strabuzando gli occhi. Remus lo squadrò un attimo poi ridacchiò. La cravatta gialla e rossa era sciolta sulla camicia sgualcita e con i primi bottoni slacciati.
«Hai capito bene!» esclamò ancora Lupin.
«Nuovi compagni eh?» disse malizioso James «chissà che non ci sia in mezzo qualcuna di meno arcigna della Evans».
Remus e Sirius si guardarono divertiti. Era ovvio che non dicesse sul serio.



 
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