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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Nana
Titolo Fanfic: COME BACK TO WHAT YOU KNOW...
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: akira14 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 28/11/2003 14:19:44

ora che shin e nobu sono felici insieme, qualcun altro sembra aver problemi a venire a patti con il proprio orgoglio...seguito di ``the rise & fall``!
 
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VIOLENZA SMODATA ^^
- Capitolo 1° -

Serie: Nana circa otto anni dopo.
Note: Sequel di “The Rise And Fall”(Reperibile sul sito dell’YSAL)
Siccome i votanti si sono espressi per Venezia, ma a me ispira anche Londra ho trovato un ragionevole compromesso ^^!
Dislaimers : Piccolo regalo di compleanno per la mia fantastica, unica, straordinaria, splendida ed eccezionale mamma Seimei con tantissimo affetto anche dal suo nipotino Nobu.
I personaggi mi sono stati gentilmente prestati dalla mitica Ai Yazawa. (quando mai ¬_¬??? NdSensei Yazawa)
I Muse appartengono a loro stessi.
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Londra 05.03.2009
-ore 4.50 am-
28 anni.
Potesse morire quel perdigiorno di Alex, se non mi fa impressione.
Mai quanto passare dai ventisei ai ventisette, ad ogni modo.
Forse per lo strano rapporto che ho con il numero sette. E pensare che è cominciato tutto con Hachi, prima non avevo mai riflettuto su quanto questo numero fosse presente nella mia vita, dal mio nome e passando per le sigarette che fumo, le Seven Stars.
Il nome del gruppo di cui faccio parte: Seven Sins. E indovinate quanti siamo?
Sette.
Hachi…A pensarci ora, ancora mi fa male. Ed il massimo dell’ipocrisia, del mio essere disperata è stato abbandonare Nobu a se stesso proprio quando aveva più bisogno di me, proprio dopo avergli promesso che io gli sarei sempre stata accanto.
Errore di valutazione, mi ripetevo per zittire i sensi di colpa.
Pensavo che stesse male perché effettivamente la “nostra” amica avesse sposato Takumi. Che non avesse più alcuna possibilità con la donna che amava, che l’illusione dell’amore si fosse rivelata tanto amara probabilmente era inaccettabile per lui. Inoltre, nel suo infinito buonismo (che a volte è puro autolesionismo secondo me), Nobu si è addossato le colpe di aver confuso Hachi con la sua dichiarazione. Sono stata troppo cieca perché veda che era solo la punta di un gigantesco iceberg, troppo presa dai miei problemi.
Riflettendoci, lo ringrazio di avermi dato un’altra possibilità, perché se fossi stata nei suoi panni non saprei se mi sarei data un’altra chance.
Devo molto a Shin, per questo non mi sono mai sognata di esibirmi in scene madri gridando isterica quanto fossi sconvolta perché andasse a letto PERFINO con Nobu. Dire che l’ ho digerita facilmente sarebbe mentire. Non ho mai avuto un feeling eccezionale con Shinichi, forse perché una persona dal carattere idealista come il mio non può andare d’accordo con un atteggiamento pragmatico come il suo. Eppure, se questa fosse la ragione allora anche Nobu e Shin avrebbero poco a che spartire.
Probabilmente è quella sua inclinazione al dire-non dire, a lasciar cadere allusioni, al giudicare situazioni di cui lui sa ben poco, con quell’aria di chi ha capito tutto della vita. E siccome mi riusciva difficile credere che fosse cambiato, che lui in Nobu non avesse trovato solo un nuovo giocattolino per soddisfare le sue perverse fantasie, quando si è lasciato scappare che usciva con il mio migliore amico ero lungi dal stringergli la mano congratularmi con lui.
Volevo prendere quella sua bella faccina, e spalmarla per bene sul pavimento. Volevo usare la sua pelle vellutata per farmi una bella borsa, ed i suoi denti bianchi come nelle pubblicità dei dentifrici (nonostante fumi da più di sette anni: quello non è un essere umano) per fabbricarci una fantastica collana. Poi, però, mi sono data una calmata pensando che in fondo Shin faceva pur sempre parte del mio gruppo d’amici, del mio “giro” per così dire…Quindi se Nobu stava con lui, avrei continuato a tenerlo sotto controllo. Non si sarebbe più allontanato da me. Decisi che valeva la pena fidarsi di quello scapestrato, tanto non appena si fosse azzardato a fare un passo falso con Nobu io l’avrei mandato a farsi un bel viaggio sotto sei metri di terra.
Mi sono affezionata talmente tanto a quei due (gradualmente, non ci sarebbe nemmeno il bisogno di specificarlo), che mi è dispiaciuto per la faccenda delle nostre ultime vacanze d’agosto a Lisbona.
Mi è bruciato che avessero litigato, che Nobu fosse quasi morto di crepacuore per ritrovare Shin e l’averlo rivisto solo quarantotto ore, senza che si degnasse di venirmi a chiedere una mano…Se non mi avesse telefonato per sapere se Shin fosse per caso in camera mia, avrei cominciato seriamente a sospettare che non si ricordasse nemmeno più della mia esistenza.
Più che altro, però, mi è dispiaciuto per la faccenda di Anja. Prima o poi tutti i noti vengono al pettine, e per quanto loro due tentino di celarle la verità, prima o poi verrà a galla. Io lo so perché lo sono venuta a sapere da loro. Hanno pagato una grossa somma al direttore del Sun perché quell’articolo non venisse pubblicato, e l’ hanno fatto sparire immediatamente da Internet. Approfittando del fatto che quella settimana la Olsen stesse facendo la “settimana di disintossicazione” dal suo amato portatile, sono riusciti a far sì che non se ne sapesse niente. Naturalmente quella rompiscatole di una giornalista, non era molto contenta del fatto che avessimo fatto cancellare il suo articolo e che le avessimo reso pan per focaccia diffamandola sugli altri giornali. Alla fine siamo giunti ad un compromesso: poteva pubblicare tutte le indiscrezioni su di noi, tralasciando la famiglia Olsen. Le ho perfino confessato che anche io sono stata accusata di prostituzione, mentre Shin è stato pizzicato e per due anni ha dovuto fare servizio sociale per evitare il riformatorio. Che Leon e Shin si sono conosciuti nei loro lavori “socialmente utili”, dal momento che il francese si trovava in visita alla famiglia materna a Tokyo ed era stato beccato con una dose un po’ eccessiva di maria e hashish addosso. Che Alex era stato coinvolto nei casini di Genova e a volte partiva con dei racconti di vita vissuta alle giornate del G8 che ti facevano accapponare la pelle, e che anche lui era stato in gattabuia per qualche tempo. Che Nobu fa uso di psicofarmaci e che ha una relazione tanto seria con Shinichi da avergli regalato una fede d’oro bianco…E infine che Luca ha un passato da clochard, fermato parecchie volte dalla polizia per vagabondaggio e colto in fallo mentre chiedeva l’elemosina, ma per grazia divina mai stato in cella per più di una notte. Certo non ha la fedina penale pulitissima, per questo preferiva che non si venisse a sapere che usciva con Anja. Non voleva farla sfigurare. La nostra carissima biondina…L’unica che non ha alcuna macchia né nel suo passato né nel suo presente, a parte ad avere una famiglia che non ha niente da invidiare alla mia, il che è tutto dire.
Si potrebbe quasi dire siamo un bella masnada di criminali, cresciuti in questo modo perché non abbiamo avuto delle famiglie che ci seguissero.
Roba da psicologia da talk-show.
Ad ogni modo, siamo arrivati al punto che sono passati ben sette mesi e Anja non sospetta niente.
Suo padre è stato trasferito ad una clinica di Londra, e lei non ha sospettato nulla.
Nemmeno quando Nobu e Shin si sono trasferiti a Camden Town, nei sobborghi della capitale inglese. Anzi, era al settimo cielo perché in aereo ci sarebbe voluta meno di un ora da Berlino a visitare i suoi amici…Invece che ben più di un giorno per arrivare in Giappone.
E poi erano nello stesso quartiere di Mtv Europe! Vuoi mettere?
Certo, già quando ci avevano detto che era una delle ultime sezioni della linea Nera di Londra c’eravamo immaginati che non potesse essere immerso nel verde il loro nuovo appartamento.
Il fatto che fosse ancora collegato dall’Underground non giocava a suo favore. Ed infatti, appena si scende a Camden Lock, la fermata della metropolitana, prima di tutto hai la sensazione di trovarti nel Bronx di New York…Una stazione sporca….Il pavimento pieno di mozziconi di sigarette, le piastrelle incrostate di nero…
Ci vorrebbe l’ottimismo di Pollyanna per trovare delizioso un posto del genere. Ed infatti era uno dei motivi che ha spinto Shinichi ad acquistare un appartamento proprio lì.
Perché uno scende e si dice “No, non possono vivere qui.”, risale sulla metro e se ne va.
E’ quello che ho pensato anche io in un primo momento, ma non appena sono uscita dalla stazione ho dovuto ricredermi.
Le luci delle vetrine dei negozi, degli anabbaglianti e delle luci di posizioni delle macchine, dei lampioni e dei semafori che si riflettevano sull’asfalto bagnato da una sottile ma insistente pioggerellina autunnale…Nonostante il tempaccio ce n’era di gente in giro! Magari anche stretta nel suo impermeabile, e incurante della tua presenza tanto da prenderti a spallate o pestarti i piedi senza nemmeno chiederti scusa, ma quello che contava era solamente il fatto che ci fosse.
Difficile spiegare perché, ma mi sentivo a casa in quella città. Perfino nell’angolo più sfigato, davanti al paesaggio più sconsolato che la mia mente riuscisse a concepire.
Me ne stavo come un’idiota sotto la pioggia, e ci stetti tanto di quel tempo a assorbire la vita che avevo davanti attraverso i miei pori, che mi accorsi nemmeno che qualcuno mi stava riparando con il suo ombrello. Mi girai e vidi gli occhi azzurri di Dominic sorridermi. Quasi fraterni.
Uno sguardo che mi aveva riservato solo Nobu prima di allora, e al quale in qualunque altra situazione mi sarei ribellata con un gesto di stizza. Invece presi gli mugugnai un grazie, e lui mi disse di tenerglielo un momento. Gli feci notare che non ero lì per fare i suoi comodi…Beh non a parole, ma con uno sguardo abbastanza eloquente.
Prima ancora che mi potessi rendere conto di ciò che stava accadendo, lo vidi correre sotto l’ombrello di qualcun altro, che era appena uscito da un negozio di dischi. Probabilmente un suo amico. Gli passò il braccio intorno alla spalla, scompigliando i suoi capelli corvini, già scarmigliati di loro.
“Si può sapere dove hai lasciato il tuo?” gli chiese una voce famigliare.
“Perso.” Rispose Dom.
“…” non rispose l’altro, ma si limitò a scuotere la testa sconsolato.
Sorrisi. Incredibile pensare che quell’uomo avesse già trentadue anni! E che l’altro ne avrebbe compiuti trentuno tra poco più di tre mesi. Che fossero realmente più “vecchi” di me.
Era proprio vero che certa gente non cresceva mai.
Se non altro ci avevo guadagnato un ombrello. M’incamminai verso gli studi di MTV, dove sapevo che mi aspettava Nobu. Non volevo tardare. Era da qualche settimana che non lo vedevo, ed anche se non l’avrei mai ammesso, volevo essere sicura che stesse bene. Non avrei più permesso che i nostri problemi, le nostre paure e paranoie ci dividessero ancora una volta.
Quando lo raggiunsi, stava parlando con uno strano tipo dai capelli rosa confetto.
Mi avvicinai a loro.
MATT?
Quasi sentisse il mio sguardo su di lui, si girò. No, non poteva essere Matthew, dai! Se no con chi cavolo se ne stava andando prima Dom?
“No comments, please.”Disse a Nobu, raggelandolo con i suoi occhi azzurri.
“Non sei la prima vittima di una tinta sbagliata…Shin si è fatto nero per sbaglio!”rispose Nobu, sfoderando un sorriso nervoso.
In effetti quel tipo era un po’ troppo alto per essere Matthew, ripensandoci meglio. Il dilemma che mi si presentava era: dire o non dire che avevo visto Shinichi insieme a Dominic in atteggiamenti molto amichevoli?
Matthew era già di pessimo umore per i suoi capelli rosa, e Nobu era così di buon umore che non me la sentivo di deprimerlo.
D’altronde non ero nemmeno sicura che fosse Shin!
Tirai l’ombrello gentilmente sulla testa del mio caro Terashima.
Fu solo allora che Nobu si accorse di me. “Ehilà! Hai visto Shin e Dom,vero? Li ho mandati a farsi un giro perché non stavamo cavando un ragno dal buco, e mi sembrava che loro avessero bisogno di una pausa.”
“Allora era proprio Shin!” dissi seccamente, più a me stessa che a Nobu.
“Che c’è Nana?” mi chiese lui, cadendo dalle nuvole.
Dovevo dirglielo. Ero una sua amica, e non potevo tenere nascosto un segreto del genere.
“Beh, Dom mi ha lasciato quest’ombrello per andarsene sotto quello di Shin!Dicendogli di averlo perso…Insomma, il loro mi sembrava un atteggiamento fin troppo amichevole.” Confessai rabbiosamente. Shinichi stava di nuovo tornando in cima alle mie antipatie.
Il cantante dei Muse mi oltrepassò senza nemmeno salutarmi.
Era davvero nero! Sperai che non gliene importi niente di quello che fa Howards, perché se no quest’ultimo era messo davvero male.
Solo quando lo vide sparire all’orizzonte Nobu riprese a parlare. “Bene. Criticavano tanto la mia idea, e poi sono stati così scaltri da raggirare perfino te…Questo mi ferisce un po’!”
Penso di averlo guardato come se fosse un alieno. Come poteva essere lui la mente di tutto questo? Mi sembrava incredibile!
Non lui! Non uno come Nobu!
Lo presi per il colletto della T-shirt “Ti dispiacerebbe dirmi che cosa diavolo sta succedendo?” gli chiesi ringhiando.
“N-n-niente, Nana.” Sussurrò lui in un soffio. “Solo uno scherzo innocente, te lo giuro!”aggiunse, come a cercare di giustificarsi, tentando disperatamente di liberarsi dalla mia morsa.
Ero piuttosto scettica, quindi strinsi la mia mano intorno al suo collo, ferendolo con le unghie. “Stai mentendo, Nobu?”
“Beh, più che uno scherzo era una scommessa a dire la verità.”confessò messo alle strette.
Gli chiesi di chiamare un taxi, e quando chiuse la chiamata continuai a tempestarlo con le mie domande.
Alla fine cedette. “Shin e Dominic mi prendevano in giro, dicendo che non sono in grado di fare degli scherzi convincenti. Così gli ho detto che ne avrei fatto uno seduta stante, stamattina in albergo a Matt.”
“I suoi capelli?”domandai.
“Sì.”rispose “In pratica si è trasformata in una sfida: anche loro devono avere organizzato il loro ai danni sempre di Bellamy. Ed inconsapevolmente tu gli hai dato una mano.”
“Siete dei grandissimi idioti!Spero che Matthew vi soffochi tutti nel sonno!” imprecai, voltandogli le spalle. Non ci parlammo fino a che non arrivo il taxi. Anche allora salii in silenzio,senza nemmeno rivolgergli la parola. Possibile che gli uomini non siano in grado di restare seri per mezza giornata? E poi che c’è di divertente ad accanirsi tutti contro la stessa persona?
La vettura svoltò per innumerevoli volte in vicoli che definire squallidi era quasi un complimento, fino ad arrivare ad una serie di villette a schiera. Tra le anonime facciate color terra di Siena, con le caratteristiche porte colorate di giallo o di rosso, ne spiccava una piuttosto anticonformista. Si trattava di un murales, che raffigurava un basso ed una chitarra , le cui prolunghe si intrecciavano fin sopra la porta. Avevano perfino dipinto lo sfondo nero; ed una frase argentata troneggiava sopra le finestre.
“You’ll always be my plug in baby.” E sotto le firme in ordine alfabetico: Bellamy, Howard, Okazaki e Terashima. Piuttosto megalomani i tipi… Nobu mi spiega che questo è il loro monito a non sbronzarsi più come è successo dopo la data ad Amsterdam.
Vedendomi piuttosto confusa mi spiega che in preda ad un insana euforia indotta da qualche centinaio di birre, lui e Matt hanno trascinato Shinichi e Dominic in uno strano edificio, al cui esterno troneggiava una bandiera rossa,bianca e blu. Ormai forgiati da qualche centinaia di migliaia di sbornie, parlavano senza assolutamente biascicare e camminavano senza alcun problema,tanto da dare una convincente apparenza di lucidità.
Perfino Shinichi , che era fatto come il cammello della Camel, e Dom (che era nelle stesse condizioni di Nobu e Matt) sembravano perfettamente sobri quella sera.
Fatto sta che il mattino dopo Dominic si svegliò a letto con Matt, e con un anello d’oro all’anulare sinistro. Prese la mano di Matthew, e vide che anche lui aveva lo stesso anello.
Matthew Bellamy era diventato il “Signor Howard.”
Mentre soffocava un urlo, sentì bussare alla porta. Si alzò lentamente, scoprendosi nudo come un verme…Ma era troppo sconvolto per provare vergogna. Prese il lenzuolo, se lo legò in vita ed aprì. Un cugino IT dalla capigliatura verde acqua lo osservava dalla sua spessa coltre di capelli.
Senza proferire parola l’individuo sbirciò sul letto.
“Scusate se vi ho disturbato. A quanto pare anche voi ieri sera non eravate in voi, o ormai non ci si può più fidare nemmeno degli etero dichiarati!”disse Shin. “Anche se la condizione di Matt parla da sola…”concluse chiudendo la porta con un sorriso sardonico.
Dom si voltò, e con un’espressione che faceva invidia all’Urlo di Munch osservo Matthew. Il suo amico stava supino sul letto, con una mano appoggiata sul cuscino di Dom e l’altra che penzolava lascivamente giù dal letto. E addosso non aveva niente. Ma proprio niente di niente. Perciò prese la saggia decisione di chiudersi in bagno.
Almeno, questo è quello che è riuscito ad ottenere Nobuo come confessione. Magari poi si scopre che ne ha approfittato biecamente, dando sfogo a tutti i suoi più bassi istinti…E certo non l’andava a raccontare ad un chiacchierone come questo biondino, no?
Lui e Shinichi invece l’avevano presa piuttosto bene, anche se nel pomeriggio sono andati ad annullare il matrimonio in municipio. Volevano avere il ricordo vivido di quel momento, non una memoria annebbiata dall’alcool. Almeno hanno tentato, insieme a Matthew e Dominic. Però avrebbero dovuto ammettere di aver consumato un’eccessiva quantità di stupefacenti e di alcool.
Non era una decisione facile. Ma alla fine hanno preso coraggio, e hanno chiesto tutti e quattro il divorzio. Dopo molte insistenze gliel’ hanno concesso, e Matthew quella sera ha fatto fondere le fedi e ci si è fatto un pendaglio che porta sempre al collo.
Poi sono tornati qui a Londra, ed è nato questo murale. Che voleva essere una dimostrazione d’amore tra Nobu e Shin, nonostante questa faccenda del divorzio che bruciava un po’ a tutti e due. Già che erano lì, li hanno aiutati pure Matt e Dom.
“Però l’attaccamento di Matthew per il suo ex consorte non è indifferente. Hai visto come è partito poco fa! Non che io voglia insinuare niente, però…Mi sa che Shinichi non tornerà illeso.”concluse Nobu tutto tranquillo, girando la chiave nella serratura.
Beh…Se si tratta di Shin, Nobu è sempre serafico. Sa che il suo amato se la sa cavare benissimo da solo. Solo che contro un uomo accecato dalla gelosia, seppur esile ed apparentemente inoffensivo come Matthew…Non c’è da star tranquilli.
Se l'era cercata dopotutto. Solo che speravo per il cantante dei Muse che si rendesse conto di quando fermarsi.
Io e Nobu ci mettemmo a parlare del più e del meno, come dell’ormai imminente matrimonio di Anja o dei nomi che avrebbe dato a sua figlia o a suo figlio. L’avevo sentita pochi giorni prima e mi aveva detto che dopo aver sentito la storia del murale da Nobu, aveva deciso di chiamare il bambino James in caso fosse stato un maschio. (era il secondo nome sia di Matthew che di Dominic) …Will Jamie se fosse stata una femmina naturalmente.
Niente di nuovo sul fronte sentimentale…Sempre innamorati cotti e felici come due pasque da agosto, quando Shinichi era sparito per quarantotto ore dalla circolazione.
Dopo aver chiarito ed appianato le loro divergenze vivevano un periodo di pace dei sensi.. L’ ho sempre pensato che la chiarezza, l’onesta e la trasparenza siano la chiave di tutto. Chissà perché due zucconi inglesi non ci arrivano…Ma da che pulpito viene la predica? Dall’orgogliosa che pur di non mostrarsi fragile ha soffocato i suoi sentimenti. Capisco che non sia facile mettersi in discussione a trent’anni, rivalutare un rapporto d’amicizia che dura da più di metà della tua vita…
In fondo anche Shin e Nobu ce ne hanno messo di tempo!
A questo punto vi chiederete che cosa me ne freghi a me cosa fa una persona che in fondo per me non è altro che un collega. E’ solo che mi da fastidio vedere persone che per questioni di orgoglio, di principio o di che cazzo sanno solo loro che cosa si lasciano sfuggire la felicità tra le dita. Mi ricordano dolorosamente me stessa.
Sentimmo rincasare Shin: gli sanguinava il labbro e zoppicava. Se non altro era vivo.
“E’ stato Matt a ridurti così?”chiese Nobu, a mero titolo informativo.
“No, è stato Dominic.”mormorò in risposta Shin.
Il bicchiere che Nobuo stava tenendo in mano cadde a terra e s’incrinò sul bordo. “Ma come?Cosa c’entra lui? Non era d’accordo con te?”
Shinichi si stravaccò sul divano, e prendendo un bicchiere di cristallo si versò un po’ di whisky. “Sì, questo fino a quando io non alzato le mani su Bellamy.”
Ci raccontò che Matthew era arrivato incazzato come una iena, e gli aveva tirato un pugno nello stomaco. Lui aveva risposto calcio nell’inguine, solo che poi non era stato in grado di fermarsi. L’aveva atterrato con una spallata e mentre Matt era a terra gli aveva calpestato la mano sinistra, rompendogli indice, medio e anulare.
Naturalmente Dominic non era stato a guardare e gli aveva sferrato un bel destro sul labbro. Il ginocchio invece l’aveva ridotto in quello stato rischiando di finire sotto una macchina,dal momento che Dom l’aveva allontanato da sé spingendolo verso la strada, e cavandosela con il parafango sulla rotula.
Arrancando era tornato fino a casa.
A sentire questi particolari, Nobu si era alzato, ed indignato era uscito dalla stanza .
Chiesi a Shinichi dove avesse trovato il coraggio di fare una cretinata del genere, come gli fosse anche potuto anche solo passare per l’anticamera del cervello, e lui mi disse che quando Matthew gli aveva sferrato il primo pugno aveva perso il controllo di se stesso.
Forse era troppo tempo che non lasciava andare la peggiore parte di se per paura di deludere Nobu, ed ecco che era successo l’irreparabile.
Anche perché c’era da aspettarsi che avrebbe sporto denuncia, siccome la lesione pregiudicava la possibilità di poter suonare.
Siccome Nobu non accennava a volere uscire dalla mia camera, io e Shinichi passammo la giornata al pronto soccorso. Ci mancava solo più che il ginocchio gli s’ingrossasse tanto non poter camminare.
Andammo nello stesso ospedale dov’era ricoverato il signor Olsen, il padre di Shin, e dopo che a Shin fu fasciato il ginocchio e gli ebbero dato una stampella, ci recammo nella stanza di Hayden nel reparto oncologico. Shinichi gli raccontò cosa gli era appena successo, e Hayden sorrise amaramente. Gli disse che anche a lui era successa una cosa del genere quando era poco più che quindicenne, solo che nel suo caso era andata a finire con l’uccisione del ragazzo che stava picchiato. Gli avevano dato omicidio preterintenzionale, ma siccome era in libertà vigilata era tornato in riformatorio. E sicuramente si era aspettato che suo figlio, così lontano da lui, sarebbe cresciuto in modo diverso.
Si vede che la sua aggressività era un carattere ereditario.
Ormai c’era solo da sperare che il nuovo arrivato fosse una femmina, visto che la sete di violenza sembrava trasmettersi solo tra gli “esemplari maschili” della famiglia Olsen.
Poi parlarono d’altro. Di tutto e di niente. Io guardavo a fatica in volto Hayden. Mi faceva impressione stare lì ad osservare un uomo che non arrivava nemmeno ai quarantacinque anni, ridotto all’ombra di se stesso. Senza più alcun capello a causa della chemio, con marcati segni neri all’altezza delle orbite, le vene in risalto in tutte e due le braccia, e quei penetranti occhi verde acqua che ti guardavano dentro.
Si fece promettere a Shinichi che avrebbe parlato al primario del reparto, al direttore dell’Ospedale, a chiunque l’avesse lasciato uscire solo per poter presiedere al matrimonio della sua adorata Anja. Purtroppo la sua attuale compagna era occupata con un lavoro piuttosto impegnativo negli USA, quindi non poteva chiederlo ad altri che lui. Shinichi gli rispose che avrebbe fatto il possibile, ma che non poteva promettere niente.
Quando tornammo a casa Nobu aveva preparato la cena, e sfoggiava un sorriso da fare impallidire il testimonial di una ditta di dentifrici. Ci chiedemmo cosa potesse aver provocato questo repentino cambiamento, ma evitammo di esprimere le nostre perplessità. Probabilmente aveva trovato l’ispirazione per un nuovo pezzo, e quando Nobu riusciva a scrivere per lui tutti gli altri problemi passavano in secondo piano, e voleva solo condividere la sua felicità con coloro che gli stavano attorno. Oppure aveva meditato il modo perfetto per far pentire Shinichi delle sue azioni scellerate…Chi poteva saperlo?
Non era più il ragazzo prevedibile di una volta.
Ad ogni modo, il giorno seguente passò nella più completa tranquillità. Una giornata da diabete, piena di melensaggini ed esagerati romanticismi che non sto a raccontarvi. Dico solo che non ci fossi stata io a rompere le uova nel paniere probabilmente avrebbero fatto un bagno nello champagne o all’acqua di rose, e avrebbero cenato a lume di candela tenendosi la mano.
Da vomitare.
Ed eccomi qui. Bellamy non ci ha fatto sapere niente, anzi ho addirittura letto sul Web che ha non ha annullato nessuna data della prossima settimana, quindi la sua mano non deve essere in condizioni disastrose. In effetti, per rompergli tre dita in un colpo avrebbe dovuto o saltarci sopra o premere sulla mano di proposito, mentre l’ ha solo calpestata.
Shinichi ha tirato un sospiro di sollievo. Ricordava come se gli fosse stato marchiato a fuoco nella mente l’urlo di dolore di Matthew quando aveva tirato su il piede dalla sua mano, ed aveva temuto di avergli rotto qualcosa. Aveva provveduto immediatamente a mandargli una lettera di scuse, in cui gli assicurava che qualsiasi tipo d’assistenza di cui avesse avuto bisogno per rimettere apposto la mano gliel’avrebbe pagata lui.
Non era nel suo stile, ma suonare per più di due anni con un laureato in legge era sortito i suoi effetti sull’indole menefreghista che aveva per sua natura.
Ed ora stiamo partendo per l’aeroporto di Londra. Incredibilmente Nobu e Shinichi avevano già preparato tutto ancora prima che io che arrivassi a Londra.
Verso nuove e più entusiasmanti avventure?
Beh, intanto vediamo se raggiungeremo vivi Venezia.


 
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