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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: LEGEND
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Yaoi
Autore: akanemikael galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 28/11/2003 14:05:23 (ultimo inserimento: 18/03/05)

più che altro è fantasy e basta...ne horror ne fiaba per bambini...cmq nn os bene se è etero o yaoi. ma si parla di un altro mondo meraviglioso
 
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CAPITOLO I
- Capitolo 1° -

LEGENDS
"Vi fu un'epoca in cui misteriosi viaggiatori erano in grado di attraversare le porte tra i mondi e raccontare agli esseri umani cosa si celava al di là del tempo e dello spazio. Ora, di quelle visioni, non rimangono che leggende..."

CAPITOLO I
La gente passava per le vie della città, per i borghi nuovi e antichi, ricchi e vecchi, era indaffarata, stava calando il tramonto, e la città era ancora più bella e suggestiva, ispirava gli animi degli artisti per quadri e poesie, racconti e canzoni. Già, canzoni come quella che cominciava ad udirsi, una voce si spandeva roca e delicata, lontana ma serena, era accompagnata da un flauto traverso. Bambini incuriositi scappavano dalla vista dei genitori per inseguire quella voce e vedere chi era il possessore. La voce li portava lungo vie e strade deserte e affollate fino a costeggiare il fiume che passava accanto alla città, correvano nella speranza di vedere a chi appartenessero quelle parole confuse ma affascinanti, parole che li fecero finalmente fermare proprio sulla riva più bassa di questo fiume enorme che proseguiva placido il suo corso calmo. Seduto su una delle rocce che si affacciavano sulle acque stava un uomo, non vecchio ma nemmeno giovane, l'età non si saprebbe definire, aveva vissuto la sua vita e sembrava felice, realizzato. Non era in ottime condizioni ma era irrilevante lo stato in cui era, sembrava non accorgersi di come la gente per bene lo guardava contrariata o incuriosita. Pochi si fermavano per ascoltare ciò che cantava...da giovane doveva essere stato un bravo cantante. Accanto a lui c'era una ragazzina, non era grande, era lei che suonava il flauto traverso, con espressione delicata e gentile, aveva i lineamenti semplici e morbidi dell'uomo, probabilmente era sua figlia. Solo la ragazza poteva sapere ciò che stava cantando il padre, il padre che sembrava non cantare semplici canzoni ma ricordi, i suoi ricordi. Solo la ragazza poteva sapere le parole del padre che prima di portarla lì le aveva detto:
"Tu non conosci il tuo passato, non hai ricordi, ma ti darò i miei, vieni ti racconterò la mia storia. Suona per me."
E solo lei sapeva che aveva bisogno del suo suono per essere ancora una volta felice.
Così ora erano lì e tutti ascoltavano, c'erano quasi solo bambini seduti davanti a loro due e i genitori che aspettavano impazienti ma rapiti allo stesso tempo dal suono del flauto e delle parole incantate.

E il racconto ebbe inizio:
" Al tempo ero un giovane ragazzo, ero bello e narcisista, sapevo l'effetto della mia bellezza eterea e selvaggia allo stesso tempo su ogni creatura che incontravo, uomo o donna che fosse. Andavo in giro guardando tutti dall'alto in basso, senza curarmi di altri che me. Ero capace di stare a guardare la mia immagine riflessa allo specchio dell'acqua ore ed ore. La meravigliosa acqua innamorata di me.
Accadde però che la mia piccola città sperduta fu colpita da una tempesta, un tornado si abbatté su tutti noi riducendo il villaggio in macerie. Almeno immagino che rimasero solo macerie. In realtà non lo seppi mai, non vidi quel che successe fra le mie case conosciute.
Io ero stato preso del vento, ennesimo elemento innamorato di me, voleva forse amarmi a tal punto da prendersi la mia vita, egoista e impazzito mi catturò, mi rapì facendomi suo per un tempo indeterminato, continuò a sussurrarmi e a cantarmi melodie lontane ed incomprensibili, dolci e tristi. Io non capivo quel che accadeva, solo in seguito compresi. Il vento continuò a trascinarmi fino ai confini estremi di ogni dove. Alla fine persi i sensi.
Quando mi risvegliai ero in un luogo mai visto e conosciuto, aprii gli occhi e sopra di me il cielo era violaceo su tutti i toni del lilla, strani minuscoli esserini trasparenti quasi volavano nel cielo terso dall'insolito colore. Non capivo chi o cosa fossero ma ero ancora stordito e debole, probabilmente avevo la febbre con le allucinazioni, mi dissi razionalmente. Cercai di tirarmi su, mi sentivo tutti i vestiti appiccicati e bagnati sul corpo malridotto e sporco, lividi e ferite in alcune parti mi facevano contrarre il volto in una smorfia, chissà in che stato ero, pietoso. Dovevo vedermi e sistemarmi. Acqua. Avevo bisogno di acqua, certo. Un fiume o un lago per farmi un bagno e pulirmi anche dal sangue che avevo addosso. Mi guardai attorno e quel che vidi mi lasciò a bocca aperta, senza fiato.
Quel mondo non poteva esistere veramente, sicuramente avevo le visioni...era troppo magico e irreale.
Da un lato c'erano montagne di cristallo azzurrine, celesti, rosa e lilla, tutto in sfumatura e gradazione. Ma quello che colpiva di quelle montagne altissime era chi si vedeva adagiato dolcemente sopra. Un essere dalla forma umana ma non proprio, con delle ali enormi spiegate, lunghi capelli di cristallo e un corpo di donna coperto da veli trasparenti, tutta sui toni delicati delle montagne, di quelle magiche vette.
Chi era quella creatura meravigliosa che si distingueva perfettamente? Non si vedevano le gambe, erano un tutt'uno con la neve cristallizzata.
'...la guardiana...'
una strana voce ambigua mi parlò nella mente. Una voce lontana e vicina allo stesso tempo.
Rimasi ancora un po' a fissare immobile la figura imponente suggestiva...forza e potenza infinite, era questo ciò che mi trasmetteva...chiunque si innamorava di lei, era una cosa che avevo capito immediatamente, ma provare ad amarla era un affronto troppo grande. Lei proteggeva quel posto sacro e incantevole ed era irraggiungibile. Impossibile.
Ai piedi di quelle montagne c'era un enorme lago dal quale spuntavano piccole e grandi rocce dello stesso materiale dei monti, l'acqua stessa era trasparente di cristallo. Ero convinto che si vedesse attraverso. Prima di alzarmi mi voltai, opposte alle montagne di cristallo c'era una specie di vulcano, ma non eruttava lava, dalla sua bocca spuntava un altro essere che mi ricordava e mi dava le stesse sensazioni della guardiana di vetro, era una figura dalla forma maschile tutta rossa e arancione....al posto dei capelli aveva fuoco puro che si espandeva nel cielo. Gli occhi, gli occhi li vedevo alla perfezione. Occhi infuocati e severi, ma non cattivi e pieni di astio. Buoni e positivi, infondevano sicurezza e protezione. Anch'esso aveva due ali ma non d'angelo e delicate come l'altra entità, bensì di fili sottilissimi infiammati che si intrecciavano fino a formare forme indefinite. Il corpo dell'essere era ben scolpito e muscoloso, un impressione di forza pura e imbattibilità. Mi sentivo così piccolo a confronto di tutto ciò.
'...il protettore...'
la stessa voce di prima mi aveva parlato nella mente provocandomi le medesime emozioni.
Cercai di alzarmi, era ancora debole e vacillante. Mi aggrappai ad un albero vicino a me e solo allora mi accorsi dove ero vicino. L'albero enorme ma...magico...non avrei altre parole per descriverlo, era vecchio e rugoso, la corteccia presentava numerose piccole e grandi incalanature e disegni. Ma nn disegni qualunque. Era un volto. Un volte di anziano...ma non avrei saputo dire se fosse uomo o donna. Era un altro di quei esseri. Sapevo solo che era anziano ma che era dotato del potere più grande in assoluto. Aveva gli occhi chiusi e il volto rilassato. I capelli erano rappresentati dai rami e dalle foglie che si diramavano multicolori sovrastando il cielo.
Una sensazione di saggezza e conoscenza, ma specialmente di onnipotenza mi pervase guardando ciò.
'...il creatore...'
nuovamente la voce di prima nella mia testa.
Mi riscossi. Dovevo andare a lavarmi e pulirmi e rinfrescarmi, forse poi sarei stato meglio e abbastanza lucido per capire che posto fosse mai quello.
Arrivai barcollando al lago, come prima avevo immaginato le acque erano trasparenti, vedevo attraverso fino al fondo. Al fondo che mi presentava un nuovo essere dalla bellezza sfuggevole ma eterea. Una bambina che si distendeva sotto le acque, occhi aperti, braccia e gambe in atteggiamento di accoglienza. Capelli ricci e azzurrini. I lineamenti del corpo e di ogni cosa si distinguevano misteriosamente, ma in realtà era fatta completamente di acqua.
'...la purificatrice...'
senza accorgermene sentii il richiamo di quell'esserino che mi mi attirava dentro il lago. Mi spogliai senza pudore e mi immersi nella limpidezza e purezza.
Era divino, mi sembrava di rinascere, immediatamente tutte le ferite mi guarirono e io mi rigenerai, come se avessi un corpo nuovo. Un corpo meraviglioso più di prima se possibile e nuovo.
Riemersi dalle acque e mentre stavo uscendo mi fermò una visione.
A cavallo di un unicorno violaceo stava una ragazza di cui distinguevo solo lunghi capelli mossi del colore dell'ametista.
Mi guardava senza parlare.
Solo allora mi resi conto di essere completamente nudo.
Sapevo di possedere un corpo perfetto e atletico, nulla da invidiare a nessun essere. I miei capelli biondo rossicci grondavano di acqua, mi sfioravano le spalle, mentre alcune ciocche mi ricadevano sugli occhi azzurri di cui andavo fiero. Le goccioline mi rigavano la pelle abbronzata. Sapevo della bellezza in cui ero in possesso e non avevo nulla di cui vergognarmi innanzi a nessuno, nemmeno a questa nuova persona arrivata che mi guardava insistentemente.

FINE CAPITOLO I
 
Continua nel capitolo:


 
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