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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Bakuten Shoot Beyblade (Beyblade)
Titolo Fanfic: SWEET SOFT MARZIPAN`S CLOUD
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Yaoi
Autore: gillesderais galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 20/11/2003 15:55:48

non esplicitamente yaoi ma ci siamo quasi..keixrei ambientata nella fredda città d`inverno..yuriy?leggete e commentate..
 
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- Capitolo 1° -

Sembrava che fosse giorno, vista la debole luce che entrava nella sua stanza.
Aveva dormito poco quella notte, come tutte le altre passate a guardare stancamente il soffitto e chiedersi perché mai Takao dovesse fare tutto quel casino quando dormiva.
Russava come se non dormisse da secoli, mentre coglieva ogni occasione buona per abbuffarsi e appisolarsi da qualche parte, senza il minimo pudore e il minimo rispetto per quei poveri disgraziati che dovevano sopportarlo.
Si alzò stancamente dal suo letto e si stiracchiò un po’, cercando di riacquisire la prontezza muscolare prima di cercare i propri vestiti.
Era sicuro di averli appoggiati sulla sedia, eppure non riusciva a trovarli.
Takao si rigirò nel suo letto, borbottando qualcosa a proposito di Zeo o qualcosa di simile, non era riuscito a capirlo.
Trovata la sua casacca e i suoi pantaloni (seppelliti sotto i vestiti di Takao) si diresse in bagno, pronto a cominciare una nuova giornata all’insegna degli allenamenti e della sopportazione.
- buon giorno…- la laconica voce di Kei richiamò la sua attenzione, mentre si girava per vederlo avanzare verso di lui.
- buon giorno, Kei! Mattiniero anche tu a quanto pare!- disse abbozzando un debole sorriso.
- Max è un pelandrone incredibile e il Prof. fa troppo rumore…non riesco mai a dormire…- Rei guardò Kei mentre si fermava a pochi passi da lui.
Qualche secondo di silenzio li avvolse, poi Kei riprese a parlare.
- e tu come mai in piedi? Non riesci a dormire?- chiese non troppo curioso nel sentire la risposta.
- più o meno le tue stesse ragioni riassunte in un'unica persona!- disse Rei in tono sarcastico.
Kei abbozzò un sorrisetto soddisfatto e si allontanò verso le scale che portavano nella sala da pranzo.
- copriti, oppure prenderai freddo…- disse soltanto prima di sparire lungo la scalinata di legno.
Rei si guardò un attimo.
Si, di certo non era salutare starsene nel bel mezzo del corridoio con in dosso soltanto i pantaloni del pigiama, in pieno Marzo per di più.
Entrò in bagno e si guardò allo specchio con noncuranza: i capelli erano spettinati e la coda distratta che aveva fatto la sera prima era quasi del tutto sfatta, creando un effetto quasi elettrostatico intorno ai suo viso.
- povero me…- bofonchiò aprendo il rubinetto e sciacquandosi la faccia più volte con l’acqua fredda.
Si asciugò il volto con l’asciugamano bianco e si sciolse la lunga coda dai riflessi d’ametista.
Cercò più volte di dare un contegno alla sua chioma, ma non ci riuscì, così decise di fasciarla lungo tutta la sua lunghezza con una fascia bianca.
Dopo qualche minuto, uscì dal bagno vestito e lavato, ancora un po’ assonnato ma decisamente più al suo agio.
Scese le scale e passò davanti alla hole dell’hotel, salutando con garbo l’anziano signore che stava sfogliando il registro degli ospiti.
Si incamminò per i lussuosi corridoi e trovò la grande sala da pranzo, appena adibita per la colazione.
Vide Kei seduto in un tavolino vicino alle vetrate velate dalle tende, rendendo la sua immagine quasi surreale, impalpabile.
Bastò un cenno dello sguardo per far capire a Rei che la sua presenza era ben accetta e che aveva la possibilità di sedersi accanto a lui per fare colazione.
Si avvicinò al tavolino e si sedette accanto al ragazzo, osservando un rigoroso silenzio del tutto fuori luogo.
Sapeva bene che se Kei non aveva intenzione di parlare non lo avrebbe fatto, e se ne avesse avuto voglia sarebbe stato lui a cominciare, perciò ordinò al cameriere un tè verde e una brioches.
L’hotel nel quale alloggiavano era un lussuoso cinque stelle, prenotato per loro dal presidente dei mondiali in persona: un regalo per i due volte campione del mondo.
Secondo Rei, queste “gentilezze”, erano controproducenti per lo spirito del torneo. Sembrava che fossero in qualche modo favoriti.
Quando arrivò la sua colazione, ringraziò il cameriere e buttò uno sguardo a Kei, che se ne stava tranquillo a guardarlo mentre mescolava il tè.
- oggi che programma abbiamo?- domandò distrattamente, mentre Kei faceva spallucce.
- immagino che ci saranno i soliti allenamenti…dovresti chiederlo al Prof. io non ne so molto…- concluse mentre spostava, con la mano una tenda.
Il cielo era roseo e limpido.
- beh, speravo che almeno oggi ci fosse una variante sul tema…sono un po’ stanco di allenarmi!- disse assaggiando un pezzetto di brioche.
- hn…gli allenamenti sono sempre utili…- concluse Kei riportando lo sguardo su di lui.
- si, ma ogni tanto, visto che siamo in un paese straniero, mi piacerebbe visitare qualche museo, o qualche monumento…sai com’è…- disse raccogliendo con l’indice uno sbuffo di marmellata che gli era rimasto sulle labbra e leccandolo.
- se ti va possiamo farci un giro questa mattina…io e te…- Rei alzò lo sguardo dalla brioche e guardò nei profondi occhi violacei di Kei.
- sei sicuro? Guarda che non devi sentirti obbligato…- tentò di dire, ma Kei scosse la testa.
- non è un problema…- disse per poi tornare nel suo silenzio.
Rei sorrise. Quando si sforzava di essere carino, Kei ci riusciva sempre…a modo suo, ovviamente!
Dopo qualche minuto, le voci di Takao, Max e del Prof. si fecero sentire e comparirono, poco dopo, sulla porta della sala facendo un gran baccano.
- finita la pace…- decretò Kei mentre Rei sorrideva.
- ehi, ragazzi! Cosa ci fate qui?- chiese il Prof. mentre Kei sogghignava.
- cercavamo sollievo dal vostro rumoreggiare…ma vedo che non si può mai cantar vittoria!- disse mentre Takao aggrottava le sopracciglia.
- oh, Sorry! Non sapevo di far rumore nel sonno!- disse Max con la sua solita aria afflitta.
- non sei tu Max…- dissero in coro Rei e Kei, mentre Takao e il Prof. si guardavano imbarazzati.
Quando anche gli altri ebbero finito di fare colazione, Rei disse al Prof. che lui e Kei sarebbero andati a fare un giro per la città: San Pietroburgo era una città piuttosto grande ed interessante.
Così, mentre Max e Takao andavano ad allenarsi in palestra e il Prof. andava all’aeroporto per andare a prendere Hilary, Rei e Kei uscirono per ispezionare la città.
C’era ancora molto freddo a quell’ora del mattino e la neve candida circondava ogni cosa, ricoprendo con il suo manto la staticità della Città d’Inverno.
Rei starnutì più volte, non essendo ancora abituato al clima rigido di quei luoghi.
Kei fece da bravo padrone di casa e riuscì a spiegare parecchie cose a Rei, che non perdeva occasione per guardarsi intorno ed esaltarsi per ogni cosa.
- e quello cos’è?- esclamò d’un tratto il ragazzo cinese, mentre l’amico si girava a guardare l’oggetto del desiderio di Rei.
- quello è un palazzo…ci sono anche da te, immagino…- disse facendo spallucce mentre Rei borbottava.
- no, non quello…- disse avvicinandosi all’amico e prendendogli fra le mani la testa, facendogli guardare nella direzione giusta.
Kei guardò il piccolo negozio dall’altra parte del fiume, sporgendosi dal parapetto del ponte per leggere meglio.
- ah, è una pasticceria…- portò lo sguardo su un perplesso Rei, intento ad osservare la vetrina distante.
Kei si guardò in giro e sospirò.
San Pietroburgo era una città che lui conosceva bene: aveva passato molto tempo della sua infanzia in quei luoghi, cercando sempre qualche avversario per le sue battaglie di Bey.
Aveva lasciato molti ricordi e momenti quasi felici, dimenticati nelle strettoie e nelle piccole vie coperte di ghiaccio e di neve.
Il sorriso di Rei lo riportò alla realtà.
- sei molto pensieroso, Kei. Da quando siamo arrivati qui non fai altro che guardarti in giro e sospirare.- Kei fissò gli occhi ambrati di Rei.
Lo prese per il polso e lo trascinò verso la fine del ponte, camminando velocemente e facendo trottare il povero Rei dietro di se.
- ma dove mi stai trascinando?! Kei!- Rei cercò di divincolarsi, puntando i piedi a terra e facendo bloccare Kei.
- stai calmo e cammina!- disse Kei mentre Rei si accigliava.
Un tacito assenso diede vigore a Kei che ricominciò a camminare, seguito da Rei, sempre più perplesso.
Fra i vicoli e le strettoie, tra il profumo di pane e quello del freddo, Rei riconobbe le urla di alcuni bambini che giocavano a Bey Blade in un piccolo cortile cinto dai palazzi.
Kei e Rei si fermarono qualche istante a guardare i bambini lanciare i loro Bey e incitarsi a vicenda, fingendo di essere i famigerati quattro campioni del mondo.
In quel momento, lo scontro era fra Max e Rei, animato da due vivacissimi bambini e dai loro Bey Blade primordiali.
Kei si sedette sui gradini di un ingresso e incitò più volte il compagno a fare altrettanto, ma Rei stava già stringendo con forza Driger e fissando con occhi pieni di luce quei bambini.
In pochi istanti, Driger si trovò nel bel mezzo dello scontro e Rei si trovò a battersi con i due Balders, entusiasti e grintosi, quasi inconsapevoli di chi avessero davanti.
Kei sorrise e continuò a fissare la scena dalla sua postazione, scorgendo soltanto le scintille dei Bey e gli sguardi infuocati di Rei, preso nel fare divertire quei bambini.
Era l’unica persona che riusciva ad adorare.
Rei era molto importante per lui, indispensabile per poter andare avanti nella sua vita di Blader e per poter tener testa alla vita.
Se non avesse avuto Rei su cui contare quando Zeo gli rubò l’Aquila Rossa, avrebbe di certo smesso di combattere.
- si infiamma con poco il tuo amico…- quella voce così familiare destò Kei.
- Yuri? Cosa ci fai qui?- domandò secco mentre l’altro sogghignava.
- no, non preoccuparti…è una semplice visita di piacere, Aquila Rossa…guardavo il tuo amico, Rei, combattere con questi mocciosi…- commentò.
Kei guardò in direzione di Rei: era praticamente perso nel giocare con quei bambini, coperto dagli abbracci di quelli che facevano il tifo, mentre Driger usciva dal ring decretando la sua sconfitta.
- è così patetico…e tu, il grande Kei, hai lasciato la squadra russa, hai lasciato ME per quel ragazzo di campagna?- lo sguardo glaciale di Yuri incontrò quello di Kei.
- Rei non è quello che sembra…- rispose Kei in un soffio.
- …all’apparenza è un semplice ragazzo come gli altri, spinto soltanto dalla sua forza d’animo…ma quella è solo una maschera. Si, una maschera che nasconde la perfetta e squisita sinuosità di una tigre bianca, pronta ad attaccare chiunque. Guarda i suoi occhi Yuri. Sono gli occhi di un cucciolo, impacciato e indifeso. Ma non a caso lui è il padrone della Tigre Bianca…è un perfetto felino, astuto, coraggioso e potente. – per un istante, lo sguardo di Yuri si posò sulla figura di Rei.
- quando combatte non esiste null’altro che il suo avversario, null’altro che il Bey da sconfiggere. I suoi occhi riflettono la paura di chi gli sta di fronte e la tramutano in un arma micidiale. Si, Yuri, per lui ho lasciato la tua squadra…- ma quando Kei si girò, Yuri non c’era già più.
Rei tornò dall’amico con il fiatone e un sorriso soddisfatto sul volto.
- wow! Sono più stanco di quando facciamo gli allenamenti!- disse sedendosi accanto a Kei.
Lo guardava con occhi fissi, tesi.
Cercava di motivare tutte le parole che aveva speso con Yuri ma non ce la faceva…
…percepì il lieve contatto della sua testa contro la sua spalla e l’intenso tepore di quel contatto.
- fa freddo, vero Kei?- domandò Rei, appoggiato alla spalla dell’amico, con gli occhi socchiusi.
- no…- rispose abbassando lo sguardo -…non troppo, Rei…-

 
Continua nel capitolo:


 
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