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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Holly e Benji (Captain Tsubasa)
Titolo Fanfic: I CAVALIERI DELL`OSCURITÀ
Genere: Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: sisters85 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/11/2003 19:09:26 (ultimo inserimento: 07/01/04)

questa volta le autrici sono due. se è vero che l`unione fa la forza allora leggete. per la prima volta insieme luxy ed earendil!
 
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FRATELLI DI UN ALTRO TEMPO
- Capitolo 1° -

INTRODUZIONE DI LUXY

Dunque, questa storia è nata non da una, ma da DUE cervelli – indubbiamente non senza problemi, ma altrimenti le autrici non sarebbero due grandi artiste (ndLuxy, molto poco modesta!) -.
Come stavo dicendo dopo alcuni mesi di riflessioni, battute e scambi di idee, salta fuori questa storia. E’ con mio grande piacere che posso dire di aprire le danze con un’autrice che io stimo tantissimo, che non solo è diventata mia grande amica, ma anche la mia sorellina virtuale. Sto parlando di Earendil! Infatti è grazie soprattutto a lei che si deve la nascita di questa fic a due mani. Abbiate pietà della misera Luxy, che è la prima volta che ne scrive una (a due mani inteso, quelle ad una mano – caspita quanto la sto facendo lunga! – ne ho scritte anche troppe!).
Ovviamente entrambe le autrici affette dallo stesso virus, hanno creato questa AU – ma no! Ma pensa, pensa, visto che c’era Luxy in mezzo, non lo si sarebbe mai detto che era una AU! ^^ - ambientata nel 1600, più o meno. Non chiedete non è lecito sapere altro – va bene non rubo le battute di Orazio! – leggete e commentate. Sono arrivate le due Sisters85!
Un bacione a tutti da Stella.

PERSONAGGI

TOM BECKER 26 anni ladro
PAUL DIAMOND 26 anni spadaccino
ELINOR ARCHER 22 anni innamorata di Paul
NOREEN OWEN 22 anni principessa
DEMON 666 anni demone del Regno del Fuoco
GORDON MARCHET 25 anni ladro della confraternita di Tom
ANANGA 1000 anni spada magica.

I CAVALIERI DELL’OSCURITA’

CAPITOLO I : “Fratelli Di Un Altro Tempo”

Londra, anno del Signore 1642

All’improvviso si fermò di colpo e alzò gli occhi al cielo. Si era tinto di rosso… rosso sangue. I camini delle vecchie case decadenti facevano uscire il fumo, grandi macchie nere che si perdevano nell’aria fredda e si disperdevano alla luce rossa del tramonto.
Riprese a camminare dopo che una carrozza lo superò a gran velocità. Passo lungo e ben disteso per Tom Becker. Stava camminando da diverso tempo, ma non voleva che le Life Guards lo seguissero. Era ricercato per troppi furti. Un lieve sorriso sardonico gli si dipinse sulle labbra e riprese a camminare, sicuro che ormai nessuno lo stesse pedinando.
Ormai l’Inghilterra aveva dimenticato l’età dell’oro. Carlo I sarebbe stato giustiziato prima o poi, era stato un grave errore sospendere i lavori dell’Assemblea.
Il ragazzo, un ventiseienne con l’esperienza di un uomo di cinquant’anni, riprese a camminare, calando maggiormente il cappello dalla tesa floscia, sul viso nascondendolo in parte.
Percorse stradine e vicoli che molti altri non avrebbero nemmeno notato. Alcune donne erano appoggiate ai muri, umidi e freddi e guardarono il giovane ladro con occhi maliziosi.
Tom Becker era conosciuto nel quartiere come uno dei ragazzi più affascinanti. Certo non lo si poteva definire un marito ideale per le figlie dei bottegai, visto che di professione faceva il ladro.
In ogni modo, la figura alta e atletica, i penetranti occhi nocciola, la piega dura delle labbra, i capelli castano chiari leggermente lunghi, che ricadevano in ciuffi disordinati sulla fronte e sulle tempie, la negligenza con cui portava il mantello, gettato su una spalla, i pantaloni di pelle, la camicia aperta sul collo, gli stivali impolverati, la spada pendente al fianco… tutto questo attirava non solo le innocenti e – fortunatamente per loro – ignare figlie dei bottegai, ma anche le belle cocotte dell’East End.
<< Amore…>> mormorò una di loro gettando le braccia intorno al collo del giovane ladro e baciandolo voluttuosamente sulla bocca.
Becker sorrise prima di incontrare la bocca della prostituta. In un primo momento ricambiò il bacio, poi la spinse lontano da sé senza troppe gentilezze.
<< Ehi!>> si ribellò la giovane dai riccioli rossi.
<< Un’altra volta, amore…>> tagliò corto il ragazzo riprendendo i suoi passi fino all’ennesimo vicolo. Sulla destra, una serie di botti di birra e di vino.
Tom si fermò e si guardò intorno ancora sospettoso. No, non c’era nessuno. Spostò con facilità una delle botti, facendola rotolare e scoprì in questo modo, la botola.
L’aprì e con cautela scivolò nei sotterranei, cercando di sistemare alla meglio la botola sopra la sua testa. Una volta nel sotterraneo, si guardò intorno. Le fiaccole appese ad entrambi i lati della parete illuminavano l’umido corridoio che somigliava più ad una caverna.
Con passo deciso avanzò fino a raggiungere una massiccia porta di legno. Prima di entrare si tolse cappello e mantello e a malincuore anche l’elsa e la spada.
<< Come sospettavamo, Carlo ha sospeso i lavori dell’assemblea!>> diceva una potente voce maschile << E questo verrà a nostro vantaggio.>>
Tom si portò davanti alla porta e bussò. All’improvviso lo sportellino si aprì di botto e due occhi vitrei lo fissarono severi. Becker guardò altrettanto severamente quegli occhi e alzò la mano destra, mostrando la cicatrice sul palmo.
<< Becker.>> disse soltanto. E la porta si aprì permettendogli di entrare.
L’uomo in fondo alla sala si interruppe di colpo e guardò il ladro appena entrato nel nascondiglio della confraternita.
<< Tom!>> Gordon Marchet, un ragazzone alto e grosso, di un anno più giovane di Tom lo guardò con il suo solito sorriso furbo.
Becker calò su di lui uno sguardo severo e si sedette a cavalcioni di una sedia senza dire una parola.
Per la prima volta in ventisei anni si chiese cosa sarebbe stato di quella confraternita. Una confraternita di ladri cattolici, calvinisti e ribelli. Si guardò intorno senza battere ciglio.
Quella confraternita viveva da anni. I loro padri e i padri dei loro padri erano appartenuti a quella stessa confraternita. E i figli diventavano ladri come i genitori… sarebbe stato sempre così?
Il capo dei confratelli riprese a parlare: << Si, Carlo I ha fatto un gran favore a tutti noi, sospendendo l’Assemblea. Ora ha tutto il Paese contro di sé e noi potremo occuparci di Ananga senza essere disturbati.>>

Ananga!

La leggenda… la spada leggendaria forgiata da Mefistofele… la spada dai poteri straordinari… cosa poteva ottenere chi si impossessava di Ananga? Tom nemmeno riusciva ad immaginarselo! Suo padre glielo raccontava spesso quando era un ragazzino…

<< Ananga ti renderà immortale!>>

Chiacchiere. Non gli aveva mai creduto. Non era il tipo da credere a certe cose… era sempre stato razionale. Tutto era causa e conseguenza…
Non aveva mai avuto una vita facile. Figlio di un ladro era diventato un ladro ancor prima di compiere tredici anni. Sua madre era morta quando era troppo piccolo per ricordarsela. Suo padre morì anni dopo, ucciso dai soldati del re. Il cattolicesimo rappresentava ancora un grosso ostacolo per l’Inghilterra… era molto meglio togliere quel male come si sterminano le formiche.
Becker si guardò di nuovo intorno. Erano dei relitti cattolici, niente di più. Nelle piazze quelli come loro venivano bruciati o impiccati insieme alle amanti di Satana* e i loro gatti.
<< Ora che Ananga si trova a Londra, sarà un gioco da ragazzi rubarla.>> annunciò l’uomo che parlava, scendendo dal suo piccolo trono di legno e avviandosi lentamente verso il fondo della camera, fissando l’occhio sano – uno era nascosto da una benda – su Becker.
<< Lo farai tu, fratello Becker.>> disse alla fine, sollevando un brusio.
Tom inarcò appena le sopracciglia e guardò l’uomo in piedi di fronte a lui: << Io?>> ripeté
<< Sei l’uomo adatto.>> tagliò corto << Scegli due fratelli tra i presenti e inizia l’operazione.>>
Tom arricciò il naso e si guardò intorno. Lui era un ladro con la “l” maiuscola, non si mescolava alla marmaglia. Forse era stato l’unico ad andare a scuola insieme agli altri bambini lì in mezzo…
Guardò i suoi confratelli e scosse la testa con risolutezza: << Posso farlo da solo.>>
<< E sia.>> concluse il capo, prendo il mantello << Ti recherai alla Torre e ruberai la spada. Sei sicuro di non volere nessuno?>>
Tom annuì con decisione e si alzò in piedi.
Non aveva assolutamente bisogno di una mandria di buoi per un lavoro delicato come quello. Se Ananga era davvero dotata di poteri straordinari, preferiva sperimentarli da solo.

<< Siete magnifica, Vostra Altezza!>> squittì una donna inchinandosi alla giovane ventiduenne che si scrutava con occhio critico allo specchio. I capelli di un vivo color rame fiammeggiante, erano raccolti sul capo da un prezioso fermaglio di diamanti che lasciava ricadere i morbidi boccoli lungo la schiena dalla pelle lattea della principessa Noreen degli Oween. Gli occhi di un verde così intenso da parere blu, si mossero fulminanti verso la petulante dama di compagnia.
La giovane dalle ciocche rosso fiamma spostò la nuvola di mussola bianca osservando le scarpine di seta dal tacco tempestato di diamanti**.
<< Sono stanca. Ritiratevi.>> tagliò corto appoggiando i lunghi guanti di capretto bianchi e il ventaglio dalle stecche in avorio dipinte a mano.
La donna sussultò e dopo essersi inchinata profondamente al cospetto della giovane altezza reale di appena ventidue anni, ma con un carattere di ferro, se ne andò.
Noreen si tolse senza troppa delicatezza il fermaglio gettandolo sulla toletta e passandosi una mano tra i capelli sciogliendoli e facendo ricadere le ciocche sulle spalle fino a metà schiena.
Senza bisogno di nessun aiuto iniziò a slacciarsi il vestito di mussola bianco e lo lanciò sul letto impeccabile della sua stanza. Si tolse le scarpine e tutti i gioielli. Non avevano più nessuna importanza i gioielli, quando una spada come l’Ananga poteva finire in mano sua. Non aveva un motivo per desiderare quella spada. O forse si… semplicemente non voleva cadesse nelle mani sbagliate, per questo aveva studiato per mesi, un metodo per nasconderla e farla sparire dal mondo. Non aveva importanza chi avesse quell’arma, ma non Cromwell, non re Carlo, non il popolo… Dio solo sapeva che cosa fosse capace di fare un popolo inferocito… la situazione in Inghilterra era insostenibile e quella maledetta spada complicava le cose!
Chiuse gli occhi e sospirò, mentre si infilava gli abiti dal taglio maschile. Una camicia nera, pantaloni da cavallerizzo neri di pelle, stivali neri, un lungo mantello nero, un cappello a tesa floscia… fuori l’avrebbe attesa il garzone con uno dei cavalli più veloci della scuderia.
“Addio Principessa” si disse guardandosi allo specchio, completamente vestita di nero, nascondendo i lunghi riccioli ramati sotto il cappello e infilandosi i guanti di pelle “D’ora in poi sarai solo Noreen Owen.”.
Al calar della notte, quando le tenebre poterono nascondere i suoi movimenti, agili e aggraziati, Noreen scivolò fuori, dicendo per sempre addio alla Principessa e sperando che almeno Noreen Owen si sarebbe potuta salvare.

Le musiche dei flauti e le grida e le risate erano eterne, come le fiamme che bruciavano tutt’intorno ai piccoli demoni e alle creature deformi.
Il grande trono ardente e ustionante dall’alto schienale non permetteva di vedere chi fosse seduto.
Solo un grande e muscoloso braccio dalla pelle bruciata, si poteva intravedere quando il Demone prendeva la coppa incandescente per berne il contenuto.
Le unghie nere e lunghe erano affilate come artigli. Non lo si poteva vedere in faccia, perché Demon, sedeva sempre dando le spalle ai suoi sudditi. Si limitava ad osservare l’oscurità di fronte a lui. Un grifone volò ai piedi del trono e chinò il capo:
<< Sire, Ananga è stata trovata.>>
<< Si…>> mormorò la voce grottesca ed echeggiante << portatela al mio cospetto.>>
Il grifone si inchinò nuovamente e volò di nuovo via, per obbedire al suo signore.
Demon ascoltava la musica infernale del suo regno di Fuoco. Poi prese la coppa e bevve il sangue di un traditore.

*= le amanti si Satana erano le streghe, che venivano bruciate insieme ai loro gatti, durante l’Inquisizione. Il fatto che venissero messi al rogo anche i gatti, ha facilitato la diffusione dei ratti e quindi anche della peste. Il gatto non mangia il topo, il topo era portatore del morbo… immaginate il disastro.

**= e poi ci si domanda dei perché di una rivoluzione. Le scarpe e gli abiti erano dei veri gioielli – scomodissimi tra l’altro – che venivano indossati una sola volta e poi buttati via!!

NOTA DELL’AUTRICE

Ecco qui finito il primo capitolo. Con questo passo la palla a Earendil, sperando che piaccia anche a lei e non solo a voi! Mi raccomando non esitate a mandarci le vostre opinioni! Prima di salutarvi ne approfitto per farmi un po’ di pubblicità: Mister Baby-Sitter prosegue e vorrei tanto sapere cosa ne pensate! A proposito ancora un grazie a Earendil – e a chi se no?^^- per i suoi continui incoraggiamenti! Bene, e con questo vi saluto e con me ci si risente per il capitolo III! See You! Luxy

 
Continua nel capitolo:


 
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