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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Beyblade (Bakuten Shoot Beyblade)
Titolo Fanfic: NEVER ALONE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: kappa-chan87 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 05/11/2003 14:19:55

leggete!!! °____°
 
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- Capitolo 1° -

Saaalveeee!!!! Forse qualcuno/a di voi già mi conosce, cmq qst nn ha importanza, andate immediatamente a leggere *____*

PS E' scritta da Hilary in prima persona (tranne l'ultimissimo pezzo), mi ha ispirato (ke parola grossa...) quella puntata in cui Kei la salva da quei macigni proteggendola col suo corpo °o°
E' la mia prima fanfiction, abbiate pietà!


Sulle finestre la pioggia scorreva copiosa, infrangendosi sul vetro,
Kei sembrava incarnare le emozioni che in quella giornata potevano essere percepite da chi come lui tendeva ad isolarsi completamente, privandosi di ogni contatto umano.
Da quando due ore fa era iniziato il temporale si era poggiato al vetro ad osservare la pioggia che vi scorreva sopra, le braccia conserte sul davanzale, ignorando completamente me e i suoi compagni.
Io ero l'unica che si voltava per osservare se fosse ancora li, gli altri sembravano non farci caso. Max e Takao erano tutti presi da un'incontro di wrestling americano trasmesso in diretta, Rei leggeva una rivista specializzata buttando di tanto in tanto l'occhio sullo schermo della tv, mentre il professore stava svolgendo delle ricerche al pc. Pensai che dovessero essere abituati a questi suoi atteggiamenti.
Per l'ennesima volta fui tentata a chiamarlo ma repressi subito quel pensiero, immaginandomi che nulla sarebbe servito a smuoverlo da li.
Non mi avrebbe dato neanche ascolto, quel ragazzo era completamente estraneo al contesto tranquillo che si respirava in quella stanza:
Ma solo guardandolo così ricurvo sulla finestra, Kei mi aveva trasmesso un'opprimente stato di tetraggine, probabilmente, pensai, quello che lui stesso stava provando.
Quando si voltò verso di me pensai che dovesse aver percepito quel mio malessere.
Si alzò e percorse ciò che lo separava dalla porta prima di venir fermato dalla mia domanda: "Kei...Dove stai andando?". Mi fissò, girandosi, percepì tutta la freddezza di quello sguardo, "Non occorre che ti preoccupi per me". Uscì dalla stanza, poi dall'edificio. Le sue gelide parole risuonavano ancora nella mia testa; con esse sembrava avesse voluto prendere le distanze da me.
Kei.
Era molto diverso dai sui compagni di squadra, sin da quando lo avevo conosciuto: il suo atteggiamento distaccato, freddo, quasi ostile nei confronti delle persone, eppure mi aveva sempre, in qualche modo, attratto.
Quando conobbi Takao ad esempio, egli mi mostrò tutta la sua grinta e la sua passione per quello sport che era la sua vita, il beyblade, ma non ne rimasi particolarmente colpita.
Quando vidi Kei però, il tutto mi apparse da una prospettiva diversa: cominciai a domandarmi come mai un ragazzo così serio e maturo si dedicasse anima e corpo ad un "passatempo" che reputavo idiota ed infantile.
Cominciai ad avvicinarmi al beyblade, ne compresi il fascino e la bellezza, seguì ogni incontro dei miei amici, incitandoli ogni volta, anche se mai ne presi parte attivamente: mi bastava osservare quei quattro ragazzi e la loro completa dedizione per vivere le loro emozioni.
Gia, emozioni.
Inizialmente non capì il motivo di tanta chiusura da parte di Kei, almeno fin quando non venni a conoscenza del suo passato, le condizioni in cui era cresciuto e gli individui che gli avevano imposto a forza quel carattere.
Fu allora che compresi anche il perché di quella sua ossessione del primeggiare, dell'essere il migliore, il più forte. E la conseguente repressione di ogni suo possibile segno di debolezza, comprese le sue emozioni. Lasciava trasparire solo l'ira.
Gli altri sentimenti li reprimeva per non mostrarli.
Quando lo capì provai pena per lui, anche se questo spero che non venga mai a saperlo, non credo che me lo perdonerebbe...
Accidenti, possibile che io tenga tanto al suo giudizio?

Mi alzai dal divano; dissi agli altri che sarei andata a prendere una boccata d'aria anche se, probabilmente, i ragazzi quella scusa non la bevvero: Max ridacchiò mentre Takao mi augurava buona fortuna, Rei mi raccomandò di "riportarlo a casa".
...Non ero molto brava a nascondere le mie reali intenzioni.

Intuitivamente sapevo dove andare a cercarlo: la spiaggia.
Dopo un temporale, gli stabilimenti sono svuotati dai bagnanti che abitualmente li affollano: c'è un'atmosfera particolare, di pace o di solitudine, dipende dai punti di vista.
Era lì infatti, seduto sul bagnasciuga.
Mi avvicinai, lo fissai. Aveva uno sguardo tremendamente malinconico, non potei non pensare quanto fosse bello, il viso illuminato da quella tenue luce di tramonto...
Mi avvicinai ulteriormente. Improvvisamente mi resi conto della stupidaggine che avevo appena fatto: andare a disturbarlo proprio quando si era appositamente allontanato dagli altri, non era il miglior modo per entrare un po’ in confidenza con lui... Allora erano queste le mie intenzioni?
Feci per andarmene ma si voltò... e verso di me.
Mi sentii gelare, ma stranamente l'espressione che mi mostrò era neutra e non mostrava odio, come pensavo provasse nei miei confronti, era come se si aspettasse il mio arrivo.
" Ecco...io... io passavo di qui... non volevo disturbarti, scusami!" dissi con imbarazzo.
Kei si voltò verso il mare, uno strano sorriso sul volto: " Tu ti preoccupi per me in modo diverso da come fanno gli altri..."
Aveva ragione, ultimamente non facevo che preoccuparmi per lui... In modo diverso?
" Guarda che puoi sederti, se vuoi". Questa sua frase mi sorprese, era un invito? Detto da lui suonava strano, ma volli approfittarmene e mi sedetti accanto.
"Scusami per prima..."
Mi stava dando di volta il cervello o... Kei mi stava chiedendo scusa?!
" Non ti preoccupare, sono io semmai a dovermi scusare" gli risposi.
Mi fissò con aria interrogativa " Per cosa ti dovresti scusare?"
" Beh, io ti vengo sempre a cercare quando te ne vai da solo, cerco sempre di coinvolgerti in quello che facciamo quando non nei voglia... non ti da fastidio questo?! In fondo capisco che tu possa rispondermi in quel modo..." gli dissi.
" In realtà non è così" la sua espressione tornò malinconica: " Tu non mi dai fastidio... il punto è che non riesco ad esprimermi in altro modo..." disse passandosi un braccio intorno al collo. Percepivo il suo imbarazzo, lui non parlava mai di se e queste parole dovevano costargli molto.
" Kei... non dire così, tu... non hai mai provato ad esprimerti in altro modo, non ne hai mai avuto la possibilità" non volevo vederlo così " Quello che mi stai dicendo adesso è la dimostrazione che tu non hai un solo modo per esprimerti"
" Non tentare di consolarmi!" disse assumendo di nuovo il suo cupo timbro di voce "... Sono solo un'idiota! Dovresti lasciarmi perdere... rischieresti di soffrire ancora per causa mia...io... non voglio che tu lo faccia... "
Stavo per esplodere, come poteva pensare che lo avrei lasciato soffrire da solo? " Non pensarci neanche!" urlai trattenendo a stento le lacrime " Non puoi sempre fare tutto da solo! Io voglio aiutarti, se non vuoi farmi soffrire allora permettimi di essere egoista e di desiderare per il tuo bene..."
" …Se con il mio aiuto tu potessi stare meglio, io farei di tutto per aiutarti! Anche a costo di soffrire!" non potei far nulla per fermare il pianto
Seguii un istante di interminabile silenzio, finché Kei non perse parola
" Hilary..." la sua voce era incrinata, il suo sguardo basso " Per quello che mi stai dicendo, grazie...".
Improvvisamente mi sentì cingere le spalle dalle sue forti braccia...
" Grazie..." mi ripeté, stavolta distinsi i suoi singhiozzi. " Kei..." risposi al suo abbraccio, passammo alcuni istanti avvinghiati l'un l'altro, e quegli attimi mi sembrarono un dono.

Fui io la prima ad interrompere il contatto " Ti senti meglio?" gli chiesi un po’ in imbarazzo
Mi sorrise, era davvero carino quando lo faceva " Si... ma è merito tuo..."
Mi sentii il viso in fiamme " Beh, sarebbe meglio tornare in albergo...ormai è notte e gli altri ci staranno aspettando, sapevano che sarei venuta a cercarti..." dissi alzandomi e cercando di cambiare discorso
" Ah... una cosa vorrei chiederti... che intendevi prima quando mi hai detto che mi preoccupo in modo -diverso-?" gli chiesi.
Si alzò e nuovamente mi sorrise: "Questo..." mi sussurrò delicatamente nell'orecchio
Le sue labbra trovarono le mie, il suo bacio così dolce... dimenticammo tutte le nostre preoccupazioni, quel momento... era come se lo stessi aspettando da tempo... ma pur di viverlo... avrei aspettato ancora.

...

Sono disposto a soffrire, ad affrontare le difficoltà, a gioire, a vivere… finalmente... perché ho la consapevolezza che comunque vada, nel bene e nel male tu sarai al mio fianco, e andremo avanti insieme...

FINE

PS: Vi piace? Fa schifo? Non tenete per voi i vostri commenti ( sembra un mex pubblicitario...),
Coooomeeentaaateeee!!!!!!
PS2: Leggete anke l’intervista doppia tra Zoro e Sanji del mio fratellino, anke lui alle prese cn la sua prima fic (l’ho convinto io ad iniziarla…)
PS3: La mia prossima fic sarà yaoi KeixRei XP

 
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