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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Bakuten Shoot Beyblade (Beyblade)
Titolo Fanfic: IL CORAGGIO DI AMARE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: kimikiumi galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 27/10/2003 22:51:39

ila passato di yuriy ivanov può cambiare il futuro?... la mia seconda fic sentimentale
 
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IL BIMBO NATO
- Capitolo 1° -

Ciao a tutti!!!
Ci sono quei giorni in cui mi addormento sulla scrivania e mi metto e scrivere cose sentimentali x qualke strano motivo... Forse è l’effeto del dormiveglia =.=... Yawn... Questa è la mia seconda opera sentimentale... Ke spero sarà di una lunga serie... Si spera!!! Vabbò... La mia prima vera e propria fic sentimentale sxo vi piaccia!!!!!!
Buona lettura!!!!
Kimikiumi

Era sera tra le case di Mosca. I raggi della luna riflettevano sui tetti delle case dandogli una piacevole prospettiva. Stava nevicando. La neve si depositava dolcemente sul terreno facendolo sembrare zucchero a velo. Tutto sembrava surreale. Mosca non era mai stata così silenziosa, eppure in quella fredda giornata d’inverno qualcosa di nuovo cambiò le sorti di quella sublime città. Infatti in una piccola casetta bianca nelle periferie della città, un bimbo stava per nascere. La madre sapeva che non poteva mantenere il piccolo. Aveva cercato di convincere in tutti i modi possibili i genitori a tenere il bimbo, ma invano. Non volevano un nipote illegittimo. Il padre scappò subito appena seppè che era in cinta e non si era più fatto sentire ne vedere. La madre disperata senza un soldo non sapeva cosa fare, ma alla fine fece la cosa giusta. Chiese di darlo in affidamento ad un’orfanotrofio sperando che sarebbe cresciuto forte e sano. Sapeva che quella creatura che si celava dentro di se avrebbe cambiato la sua vita trasformandola in una donna matura e resposabile, ma senza un soldo e senza il sostegno di nessuno non poteva far altro. Piangeva a questi pensieri, ma doveva essere forte sia per se stessa che per il bimbo che quella notte sarebbe nato. Il bimbo nato sarebbe stato chiamato Yuriy. L’aveva pensato settimane prima della nascita e finalmente l’aveva trovato. Era un nome a cui ispirava fiducia e forza. Proprio come stava cercando di fare in quel momento alla madre dentro la sua pancia.
Il dottore chiamato dalla ragazza l’aveva aiutata molto durante quel periodo cupo e buio. Si sentivano de lamenti provenire dall’abitazione segno che il bimbo stava per nascere. Appena fatto l’ultimo sforzo, la ragazza si appoggiò al letto su cui era sostenuta e ansimante e dolorante guardò il suo piccolo. I suoi occhi erano gli stessi della madre. Il dottore glielo fece tenere per poco.
-Che bello che sei piccolo...- Abbozzò un sorriso la madre mentre guardava il piccolo lamentarsi. Aveva degli occhi bellissimi.
-Lyanne... Tra poco il bimbo andrà in affidamento all’orfanotrofio, ma posso fartelo tenere ancora per qualche giorno se vuoi...- Fece il dottore chinando lo sguardo sopra il bimbo per vederlo meglio. Lyanne fece appoggiare delicatamente la boccuccia del bimbo ad un suo seno per fargli bere del latte. Lui dapprima si ritrasse ma poi assaggiata una goccia di quel latte denso non si staccò più.
-No... E’ meglio per me se lei subito domani mattina lo porti la... Non voglio soffrire di più...- Ammonì giardando il piccolo stretto tra le sue braccia.
-Come vuoi... Sei molto forte per essere così giovane...- Fece dolcemente avvicinandosi sempre di più al bimbo.
-Grazie dottor Zieberg...- Una lacrima scese lungo la sua guancia e si depositò sulla fronte del bimbo. Pensò alle ultime parole del dottore prima di rendersi conto che era troppo tardi per riaverlo indietro. Pianse ancor più forte.
-Lyanne...-
La ragazza non voleva più lasciare il piccolo. Non poteva, ma sapeva che doveva. Aveva preso la sua decisione e doveva rispettarla. Il dottore lasciò la stanza mentre la madre e il piccolo si addormentavano lasciando spazio ai sogni.
Lyanne fu svegliata bruscamente la mattina successiva. Ci mise un pò prima a capire quello che stava succedendo. Alcuni uomini le stavano portando via Yuriy. Cercò di proteggerlo ma invano. Era troppo debole.
-La prego!!! Mi lasci veder un’ultima volta mio figlio...- Pianse Lyanne tra le lensuola del letto. Aveva paura di non vedere mai più il suo piccolo. E effettivamente nessuna madre avrebbe voluto lasciare il figlio sapendo che non l’avrebbe rivisto mai più, ma cercò di aggrapparsi a quella poca di speranza che aveva dentro di se per rivedere suo figlio almeno una volta nella sua vita.
-Lasci il bambino signorina...- Fece uno degli uomini cupo.
Lyanne lasciò il piccolo Yuriy tra le braccia dell’uomo e lo portò via dalla camera in cui si trovava Lyanne. Il piccolo piangeve disperatamente tra le raccia della madre.
-Scusami Yuriy... Non sono riuscita a difenderti e avere il coraggio di... Tenerti con me per sempre... Scusami piccolo mio...- I suoi pianti erano così forti che molti uomini che erano per le strade si voltarono per capire da dove potesse arrivare un pianto così forte. Qualcuno capì, altri invece no. L’immagine del fliglio che veniva portato via con la forza invadeva i suoi pensieri. Vedeva ancora la sua immagine piangere, l’uomo che cercò di portarlo via da se ed infine il suo piccolo sparire dietro alla porta senza che lei potesse fare nulla. Msledisse se stessa. Una parte di se era stata portata via con la forza e nessuno sarebbe stato capace di far ritornare quel piccolo nella sua vita, almeno che un miracolo sarebbe capitato.
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Yuriy stava per essere portato in un piccolo orfanotrofio lontano da Mosca. Il viaggio era lungo e non smetteva di piangere. Prima stava così bene tra le braccia di sua madre. Eppure quelle braccia pur essendo forti e calde non erano come quella della creatura che l’aveva sostenuto prima. Uno degli uomini stanchi dei lamenti del piccolo si innervosì.
-Sono stufo di questo moccioso!!!!- Sbraitò al suo compagno facendolo voltare.
-Calmo!! Dobbiamo resistere ancora un pò!!!-
-Non possiamo lasciarlo così per strada? Tanto nessuno lo scoprira!!-
-E se ci beccano?- Fece l’altro coprendogli la bocca con una mano come se ci fosse qualcuno nei dintorni.
-Non ci beccano!! Sta tranquillo!!- Rise l’altro al compagno di viaggi. Riserò tutti e due prima di appostarsi sulla strada e scaricare il piccolo vicino ad un tronco d’albero in una foresta nera piena di alberi e creature mostruose. Prima di ritornare sul furgone uno dei due uomini diede un bacio delicato sulla fronte al piccolo augurandogli buona fortuna. In fondo anche i più duri hanno un cuore e come si suol dire... Chi riesce a resistere di fronte ad una creatura così piccola?... Il piccolo non venne lasciato solo per molto perchè poco dopo un lupo lo trovò. Annusò dapprima il fagotto in cui si trovava il bimbo poi constatando che non potava far male a nessuno lo portò via con se. I piccolo dopo aver traballato così tanto dentro il fagotto si stancò e cominciò a piangere. Il lupo sembrò gradire questi lamenti che subito si accucciò e diede da bere al piccolo. Latte precisamente. Poi quando il piccolo fu sazio lo porto in una caverna nascosta tra la fitta vegetazione della foresta. Quel piccolo venne poi custodito da quella lupa per ben 2 anni nella caverna procurandogli cibo necessario per vivere e lavandolo. Cresceva sano e forte. Non si era mai staccata un attimo da lui e poi gli fondeva un certo senzo di puro coraggio. La lupa adorava il piccolo. Ogni volta che lo sentiva ridere sembrava sorridesse. Si accovaciavano per dormire. Anadavano insieme a fare il bagno. Lo portava sempre dietro con se procurandogli il cibo necessario. Fino a quando un giorno per pura sfortuna la lupa fu catturata e anche il bimbo. Stavano correndo tra la fitta foresta ma non furono molto fortunati che subito qualcuno li attaccò. Il piccolo urlò mentre la lupa venne catturata immediatamente, legata e rinchiusa in una gabbia. Dopo pochi secondi venne trovato anche il piccolo da un uomo basso e panciuto nell’erba alta. la lupa nella gabbia emise un ululato pazzesco.
-Ehi capo!!! La lupa aveva un piccolo d’uomo!!!- Esclamò un degli uomini attorno.
-Come?!?- Fece un’altro uomo avvicinanosi. Sembrava più importante degli altri. Aveva un cappotto in pelle d’orso e un fucile con lunghi e setosi capelli viola. Si avvicinò piano al piccolo guardandolo di sfuggita. Gli piacquero subito gli occhi del bimbo e vide che che eranso spuntati sulla sua piccola testa dei capelli rossi. Portava uno straccio in vita ed era tutto malridotto. Unod egli uomini corse verso di lui.
-Ehi Borkov!!! Cosa hai trovato?- Gli chiese cercando di capire cosa avesse di tanto interessante l’amico da guardare. Aveva aumentato il passo.
-Un bambino...- Fece abbassando lo sguardo alzandolo da terra. La lupa a quel punto si dimenò a tal punto da far rovesciare la gabbia. Gli uomini la fecerò ritornare alla sua posizione eretta con un pò di sforzo. Aveva curato quel piccolo con così tanto amore che vederselo strappato da se era una tortura. La lupa era sul punto di espodere dalla rabbia ma qualcuno non gli sparò un narcotizzante e immediatamente si addormentò.
-Che facciamo col piccolo?- Chiese uno degli uomini che erano li con Borkov.
-Portiamolo con noi...- E insieme si incamminarono verso un monastero immerso tra la fitta foresta della Russia.

It Continues.....

Come inizio è abbastanza surreale ma niente di speciale... Mi vengono sempre queste strapalate idee quando ho sonno... Credo che diventerà bella come storia se non fosse scritta da me... Intanto commentate per qualsiasi cosa!!! Brutta non brutta schifosa non schifosa... Insomma tutto...!!! Quello che vi va!!! ^^’’
Voglio davero provare a cambiare genere per una volta tanto!!
Alla prossima!!
Bye bye
Kimikiumi
 
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