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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Rossana (Kodomo no Omocha)
Titolo Fanfic: UNA NOTTE E FORSE MAI PIÙ
Genere: Sentimentale, Song-fic
Rating: Per Tutte le età
Autore: fexychan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/10/2003 21:38:03 (ultimo inserimento: 10/01/04)

è una ff nata da una canzone degli eiffel65 dal titolo omonimo... è molto bella e probabilmente potrete ascoltarla presto
 
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UN INCONTRO SPECIALE
- Capitolo 1° -

Eccola, come tutti quegli anni… sempre a lavorare, sembrava che le offerte non finissero mai… fin da bambina gli era sempre piaciuto il suo lavoro… sotto la luce dei riflettori e l’obbiettivo delle telecamere… dopo il film che aveva fatto con Naozumi ne seguirono molti altri e ormai era una stella. Sana Kurata, sembrava che ormai nessuno sulla terra non la conoscesse… nessuno tranne un ragazzo, probabilmente uno degli unici che non si interessasse al cinema e alla televisione. Si trovavano a Milano in quell’occasione… Sana si trovava lì per girare un film assieme a Nao… solo che lei ormai aveva finito di girare, mentre Nao ne aveva ancora per una settimana. Decise di vedere un po’ la città dato che non ne aveva ancora avuto il tempo: si trovava in metropolitana. Nessuno la riconobbe per fortuna, dopotutto, camuffata com’era era piuttosto difficile… si era conciata come se fosse una vera turista… cappellino, occhiali da sole, macchina fotografica appesa al collo, vestito semplice, un po’ sportivo e uno zainetto da cui si potevano intravedere benissimo la bottiglietta d’acqua e varie guide per la città… chi avrebbe mai pensato che sotto a quelle spoglie si celasse la famosissima star del cinema Sana Kurata?... nessuno, fino a quando accadde il fattaccio… stava cercando un fazzoletto dentro lo zaino e non sapeva che la fermata era vicina. Così, appena la metropolitana frenò lei, che era in piedi e non si stava tenendo, rischiò di cadere, se non fosse stato per un ragazzo che la bloccò poco prima che finisse per terra –attenta!- -ah… g-grazie!- quando era in posizione stabile si accorse che non aveva più gli occhiali da sole –oh… i miei occhiali, non li trovo!- disse in giapponese –mh… sono questi?- -si grazie- disse quasi strappandoglieli di mano e mettendoseli subito –ehi… calma!- -si scu… aspetta, tu parli la mia lingua?- -si… ma perché tutta quella fretta di prendere gli occhiali?- -ehm… ho gli occhi molto sensibili alla luce…- -hai fatto bene allora, oggi c’è un sole molto forte… dai, sediamoci qui che si sono liberati dei posti… ah, mi scusi, le ho dato del tu- -ah, non c’è problema… del resto io ho fatto lo stesso… non ci sono problemi vero?- -no, nessuno- in quel momento Sana guardò in faccia per la prima volta il ragazzo che l’aveva aiutata… era un ragazzo bellissimo… alto, biondo con i capelli corti sparati per aria un po’ spettinati, ma che gli davano un aria da vero figo… Sana pensò che poteva essere un modello ma guardandolo meglio notò che indossava una tuta (anche se la felpa era appoggiata sopra alla borsa) e appoggiata a terra c’era una borsa da ginnastica e capì che non poteva essere un modello… poi guardò gli occhi… verdi!... –scusa… come fai a sapere il giapponese, non è una lingua molto diffusa?- -io sono di Tokyo- Sana lo guardò in modo strano, com’era possibile? –perché mi guardi così?... ah, per gli occhi?- -si- -beh… è una storia lunga da spiegare e anche un po’ complicata- -ah…- decise di non chiedere altro… aveva notato un po’ di amarezza nella sua espressione, evidentemente quella storia gli riportava alla mente dei ricordi non troppo piacevoli –tu, vivi qui o sei un turista come me?- -no, non vivo qui a Milano. È un mese che sono qui, ma diciamo che sono qui per lavoro… tu invece?- -anche io per lavoro, ma ho finito e per oggi sono turista… dovrò tornare in patria presto… ah, io scendo alla prossima- -anche io… diciamo che anche per oggi devo lavorare- -perché “diciamo”?- -perché il mio non è un lavoro vero e proprio… ah ecco la fermata- -già… beh… ciao e grazie ancor per il salvataggio- -di niente… dovere!... arrivederci!- -ciao!- e appena scesero si diressero ognuno nella direzione opposta dell’altro, ma dopo qualche passo si girarono a guardarsi e i loro sguardi si incrociarono… ed entrambi arrossirono. Sana, voltandosi per guardare di fronte a se ripensò a quel ragazzo… sembrava molto giovane. Lei aveva 18 anni e lui avrà avuto si e no la sua età… “che sensazione sarà stata?... mi sentivo un po’ strana vicino a lui… beh, non c’è che dire… è davvero un bel ragazzo!” pensò con un piccolo sorriso sulle labbra. Da parte sua, il ragazzo, era stato colpito da quella ragazza, si era sentito strano “non l’ho vista bene in faccia, ma sembrava molto carina… chissà chi era?” e continuò per la sua strada.
Sana camminò per tutto il pomeriggio e visitò tutta la zona, quando si ritrovò abbastanza vicino alla fermata della metropolitana dove era scesa… sentì del gran vociare provenire da lì vicino… incuriosita si avvicinò per capire di che si trattava e vide che tutto il casino proveniva da un grosso edificio, ma non ne capì il motivo. Presto detto, avvicinandosi ancora di più vide un cartellone con scritto “mondiali di karate: qualificazioni” e fuori da quell’edificio c’era un sacco di gente che urlava… probabilmente erano tutte persone che non sono riuscite ad entrare. Guardavano tutti su un maxischermo appeso fuori. Appena guardò rimase come folgorata. Lui, il ragazzo della metropolitana era lì. Proiettavano l’incontro che si stava svolgendo all’interno e lui sembrava vincerlo con poca difficoltà, infatti, dopo poco, fu lui il vincitore. Decise che doveva parlargli, ma di certo non poteva entrare. Aspettò molto tempo, quello che serviva per uscire dopo aver disputato un incontro e si avvicinò all’uscita, ma neanche il tempo di fargli mettere il piede fuori che già tutti i giornalisti gli erano addosso… voleva chiamarlo, ma non sapeva il suo nome… sentì che i giornalisti lo chiamavano Kprince (si pronuncia keiprins, all’inglese)… tentò di chiamarlo ma era impossibile, non riusciva a sentire… giornalisti e fan gli erano tutti addosso. Si vedeva che era piuttosto seccato da quella situazione e appena riuscì a trovare un varco ne approfittò per scappare… cominciò a correre e l’unico modo per parlargli era seguirlo… Sana lo seguì a distanza, era troppo rischioso farsi vedere, avrebbero potuto riconoscerla e se stava nel gruppo avrebbe fatto la fine di tutti, lo avrebbe perso di vista (sapeva che sarebbe finita così). Era meglio seguirlo da lontano ma da dove poteva vederlo bene. Si portò sull’altro lato della strada e continuò a seguirlo. Man mano che continuavano la folla diminuiva sempre di più. Finché vide tutti proseguire dritto, ma lui era sparito. L’aveva intravisto mentre si infilava in un vicolo e svoltava subito l’angolo. Attraversò la strada per raggiungerlo… la massa di gente era passata e adesso poteva incontrarlo facilmente. Entrò nel vicolo, svoltò l’angolo ma lui non c’era. Continuò a camminare, ma sembrava essere sparito, finché non si sentì tirare per il braccio e tappare la bocca –ti prego non parlare, non ho cattive intenzioni… non dire niente, non ti farò del male… mi prometti che non urli?- Sana annuì. La persona dietro di lei mollò la presa e lei si voltò –tu?- esclamarono entrambi –che ci fai qui?- di nuovo assieme –ti stavo cercando, è da quando sei uscito dalla palestra che ti seguo- -sei riuscita a starmi dietro? Solo una persona finora mi ha tenuto testa- -davvero? Che onore, chi era?- -una ragazza, alle elementari- -è passato un po’ di tempo- -lo so, ma lei è sempre stata molto veloce… beh, perché mi cercavi?- -beh, passavo mentre disputavi l’incontro e ti ho visto sul maxischermo e così… non so, non c’è un motivo preciso- -ah si? Beh, è un po’ strano come causa di una corsa del genere- -lo so, ma che ci posso fare. Io sono fatta così, agisco d’impulso… ah, tieni. Non possiamo rimanere qui per il resto del tempo no- Sana gli porse un paio di occhiali e un cappello alla pescatora che tirò fuori dallo zaino –ma che te ne fai di due paia di occhiali e due cappellini?- -gli occhi… metti il caso che ne perdo un paio? E poi quegli occhiali sono da passeggio, non hanno le lenti molto scure. Di solito li uso di sera, quindi fra un po’ me li ridai- -… va bene. Ascolta, fra un po’ sarà buio, che ne dici se andiamo in qualche posto a mangiare qualcosa?- -per me va bene- disse mettendogli in testa il cappellino –grazie- -di niente… ah, tu conosci qualche posto? Io, non sono mai riuscita a prendermi un po’ di pausa perciò…- -devo essere sincero? Non ne ho la più pallida idea. Tutte le volte che andavo in giro mi fermavo nel primo bar che trovavo e basta. Perché non facciamo allo stesso modo? Infiliamoci nel primo bar, anzi no… nella prima pizzeria che troviamo, ci stai?- -per me va benissimo- uscirono dal vicolo controllando che nessuno li avesse visti e con calma si incamminarono lungo la strada. Non tardarono a trovare una pizzeria dato che ce n’era una qualche centinaio di metri più avanti. Era sia pizzeria che ristorante. Entrarono e si ritrovarono in un posto molto carino. Presero posto a un tavolo che gli aveva indicato un cameriere e poi ordinarono. Era molto carino e non c’era confusione, per cui si stava bene. Mentre mangiavano ebbero modo di chiacchierare e di conoscersi un po’ meglio, raccontandosi anche del loro passato… si sa che in certi casi è meglio parlarne con un estraneo –e così sei un karateka… da quanto tempo?- -ho cominciato quando ero un ragazzino e poi mi sono appassionato sempre di più. E pensare che un tempo non ero così invogliato e invece guarda adesso… far parte della nazionale- -perché? Non ti piaceva?- -non è che non mi piaceva… è che all’inizio lo facevo per una ragazza- -per farsi notare di solito non si fa così… si diventa amici e poi… eccetera eccetera- -non è quello il fatto… lei era una ragazza molto impegnata e il suo lavoro le piaceva…- -lavoro? Che lavoro?- -spettacolo… era piuttosto famosa… poi, parlando con un suo amico decisi di fare karate. Quel ragazzo, il mio più grande rivale… anche lui era innamorato di lei, ma lei sembrava non interessarsi a lui… fino a quando, finché ero via, mi arrivò la notizia che si erano messi insieme… da lì cominciai a non seguire più televisione e simili, il massimo che mi concedo è un po’ di radio, ma neanche tanto visto che potrei ritrovarmi le sue canzoni- -la ami ancora?- -certo, ogni giorno che passa sempre di più, anche se cerco in tutti i modi di togliermela dalla testa- -e perché non gliel’hai detto?- -perché ero timido e scommetto che se me la ritrovassi di fronte non riuscirei comunque a farlo- -non mi sembri una persona timida- -infatti non lo sono, ma se si tratta di lei…- -eh già, la vita è dura, soprattutto in amore- -… anche tu? Delusioni d’amore?- -già, lo amo da impazzire, ma lui…- -lui?- -mi ha lasciata…- -cosa?... che deficiente, come si fa a mollare…- -no, non in quel senso- -e quale allora?- -vedi, noi abbiamo sempre avuto dei caratteri molto forti, ma in quanto ad amore eravamo molto deboli… infatti non siamo mai riusciti a dichiararci e quando sapevamo di avere un occasione successe quel fatto…- -cioè?- -lui dovette partire per l’America per un operazione… ma non si è più rifatto vivo… io continuo ad amarlo alla follia e lo aspetto, perché so che tornerà prima o poi però…- -non sai quando tornerà e se tornerà davvero, giusto?- -esatto- in quel momento il ragazzo vide scendere una lacrima lungo il viso della ragazza e impulsivamente gliela asciugò accarezzandogli la guancia –non devi piangere… vedrai che tornerà. Ci sono io qui adesso e se vuoi una mano, basta che me la chiedi… va bene?- Sana annuì. Quella frase… gli ricordava Akito… quando erano bambini ed erano caduti nel burrone e lui, vedendola triste, gli disse che poteva contare sul suo aiuto se era triste. Quelle parole le avevano sempre dato la forza per andare avanti e ora… –su, asciugati quei lacrimoni che ci saranno dietro quel paio di occhiali… per oggi mettiamo da parte il passato e divertiamoci- -si, hai ragione- alzò leggermente gli occhiali e si asciugò le lacrime non ancora scese. Lui, rimase un po’ colpito: sembrava che lei non avesse intenzione di togliersi gli occhiali, ma poi pensò che doveva avere gli occhi davvero sensibili –sai, tu un po’ me lo ricordi- -come?- -si, con quel tuo carattere serio, non ti ho ancora visto sorridere- -non è facile farmi sorridere- -anche lui era sempre serio e taciturno, forse un po’ più di te, però tu, mi sembri un po’ più aperto come persona- -devi sapere che un tempo ero un po’ come dici tu… ma dopo quella delusione ho deciso che dovevo cambiare… ho provato, ma non sono cambiato molto, anzi, forse sono ancora più serio di prima, però credo di essere un po’ più socievole di un tempo, forse… e poi dipende anche dalle persone con cui mi trovo- un'altra frase che le ricordava Akito, anche lui era gentile solo con le persone a cui voleva bene –senti, che ne dici se andiamo a fare una passeggiata?- -d’accordo, dove andiamo?- -beh, possiamo andare un po’ nel parco… se non sbaglio ce n’è uno qua vicino- Sana annuì e si incamminarono. Chiacchierarono per un po’ lungo il parco, incrociando varie coppiette che passeggiavano lungo i vialetti –senti, guarda che adesso puoi anche togliere il cappellino e gli occhiali, ormai è buio- -si, forse hai ragione, però gli occhiali no- lui la osservò mentre si toglieva il cappellino e poi si sciolse i capelli che aveva legato in una coda bassa… a vederla così sembrava davvero una bella ragazza anche se non la vedeva bene pervia del buio e in più non si era tolta gli occhiali –quand’è che avrò l’occasione di vedere i tuoi occhi?- -forse mai- -mi piacerebbe… sul serio!- lei si fermò e lui si girò per guardarla. Allora Sana alzò gli occhiali –ecco, sei contento?- -no, è buio e la luce è dietro di te… almeno girati, il lampione è lontano, non ti darà fastidio vero?- Sana non rispose e lo guardava con uno sguardo quasi per rimproverarlo –dai… solo un attimo… poi non te lo chiederò più… promesso!- -mh… e va bene… solo un attimo però- si girò verso la luce e poi in un attimo alzò gli occhiali e li riappoggiò sul naso –e dai… così non ho visto niente, non ho fatto in tempo- -hai detto un attimo e un attimo è stato- -no, dai… aspetta… fammi vedere bene- si avvicinò con calma e con molta delicatezza gli tolse gli occhiali e li appese al colletto della maglietta –voglio vedere i tuoi occhi- quando glieli aveva tolti lei aveva girato la testa, non voleva farsi vedere in faccia –dai… cosa vuoi nascondermi, non ti mangio mica- appoggiò le mani sulle guance della ragazza e lei girò il volto, ma non aprì gli occhi –dai, apri gli occhi… non voglio farti niente di male… fammeli vedere- Sana aprì gli occhi lentamente e quando lui li vide rimase di sasso. Sana interpretò quell’espressione come il suo riconoscimento -“no, no, no… adesso mi ha riconosciuta! Non avrò più pace” … ok, hai visto quello che volevi, contento? Ora dammi gli occhiali!- lui, con un movimento velocissimo, la fregò sul tempo: prese gli occhiali e li appese alla tasca dietro dei pantaloni. L’altra mano era ancora appoggiata alla guancia di Sana –quegli occhi…- “no, no, no!” penso lei –i tuoi…- -i miei occhiali? Si, dammeli- -i t-tuoi occhi…- -che hanno? Dammi gli occhiali- -… s-sono bellissimi!- -come scu…?- venne zittita dal bacio che ricevette… rimase sbalordita, non se l’aspettava proprio –sono come quelli della ragazza che amo- stava per baciarla di nuovo, ma Sana gli mise un dito davanti alla bocca –ma dico, sei impazzito?- -si, sono impazzito!- e la baciò di nuovo. Sana non rifiutò quel bacio, anzi ricambiò subito, poi però –aspetta, non ti sarai invaghito dei miei occhi?- -si, mi sono invaghito dei tuoi occhi- -solo di quelli?- -no, non solo… sei bellissima, forse sei la ragazza più bella che abbia mai incontrato sulla faccia della terra- -esagerato!- -è la verità- dopodichè la baciò ancora –ascolta, io sono un po’ stanca, ho voglia di sdraiarmi, è tutto il giorno che sono in piedi…- -è lontano l’albergo?- -no, è a poche fermate della metropolitana, se non sbaglio- -allora andiamo- gli diede un bacio dolcissimo e Sana ne approfittò per fregargli gli occhiali. Scese con la mano lungo la schiena –che stai facendo?- mormorò lui senza staccare le labbra da quelle della ragazza –niente- rispose lei –il fondoschiena- -come?- -il fondoschiena… me lo stai toccando- -ah davvero? Non me ne sono accorta… ahah, fregato!- disse staccandosi dal bacio e mettendosi gli occhiali che gli aveva appena fregato –gli occhiali… ecco perché!... ma tu guarda che tipo!- -non me li dai tu, me li prendo io… dai andiamo- si incamminarono e dopo un po’, quando erano sulla metropolitana –senti… quando mi hai vista bene, cosa hai pensato?- -che sei stupenda- -e poi?- -che hai due occhi bellissimi- -e poi?- -che mi sembra di averti già vista da qualche parte- “ecco, lo sapevo… adesso avrà capito chi sono” -ma non ricordo dove… forse è per gli occhi e per il fatto che un po’ assomigli alla ragazza che mi piace- -sul serio- -si, solo che i tuoi occhi sono più belli- -davvero?- -si, il fatto è che io mi riferisco ad un ricordo di cinque anni fa, quindi non so cosa è successo dopo… quello che so, è che sei davvero stupenda- -“si! Non mi ha riconosciuta” ecco, siamo arrivati- disse alzandosi e avvicinandosi alla porta. Dopo poco si sentì abbracciare alla vita e mentre si girava ricevette l’ennesimo bacio. Dopodiché scesero e andarono in hotel. Davanti alla porta sembrava che il ragazzo voleva andarsene ma Sana lo tirò per il colletto della maglietta e lo baciò appassionatamente mentre entravano nella stanza, poi si fecero portare in camera qualcosa da bere e chiacchierarono, scherzarono e si scambiarono qualche effusione. Poi, forse perché avevano bevuto troppo, si ritrovarono a letto insieme. Non sapevano perché, ma fecero l’amore per tutta la notte.
Il mattino seguente, quando Sana si svegliò, non aveva più nessuno a fianco. Vide sul comodino un foglio <<scusami se me ne sono andato in questo modo, senza dire niente, ma credimi… è meglio così. Non è giusto per noi e neanche per le persone che amiamo, anche se magari non le rivedremo mai più… avrebbero dovuto essere loro i primi, non un perfetto estraneo… sono stato benissimo con te già da quando ti ho incontrata sulla metropolitana e anche questa notte è stata fantastica… tuttavia credo sia stato un grosso errore per entrambi… lo ripeto, questa notte è stata fantastica e rimarrà sempre un bel ricordo, ma… questa notte e forse mai più… così me la ricorderò. Dico forse perché non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, magari ci rincontreremo anche se sarebbe meglio di no… ammetto, però, che se ci rivedremo in futuro, non mi dispiacerebbe… scusami ancora se me ne sono andato così, senza parlarti, ma ho paura che se l’avessi fatto avrei potuto anche cambiare idea riguardo a noi due… addio>> inizialmente rimase un po’ delusa, ma rileggendo e rileggendo il messaggio capì che il ragazzo aveva perfettamente ragione… era stato un grande errore, lei amava ancora Akito tantissimo, ma quel ragazzo… era speciale, vicino a lui si sentiva un po’ strana, ma stava bene… era una sensazione che aveva provato, forse, solo con Akito… però non era sicura di amare quel ragazzo così particolare. Appoggiò una mano alla fronte. Era molto confusa e aveva un gran mal di testa, di certo aveva bevuto troppo la sera prima. Fece un bel bagno rilassante e intanto si schiarì le idee: si, amava ancora Akito. Quella notte era stata solo un errore, una notte bellissima, certo, ma anche una scappatella da sbornia con un fondo di consolazione… aveva sofferto tanto per Akito e per una notte si era lasciata andare. Aveva messo da parte i suoi problemi e si era consolata. Si era dimenticata della tristezza che nascondeva dentro il suo cuore, si era lasciata alle spalle il motivo delle sue sofferenze… per quella notte… già, quella notte e forse mai più, come aveva detto il ragazzo… ora ognuno proseguiva per la sua strada ma chissà… come quando erano scesi dalla metropolitana: ognuno andava per la sua strada, ma poi si erano ritrovati. Chissà che magari si sarebbero rincontrati ancora, in futuro… “per una notte… per una notte mi sono lasciata alle spalle il passato che tanto mi faceva soffrire e che ancora mi fa soffrire… sarà stato così anche per lui?... si, di certo… anche lui avrà messo da parte le sue preoccupazioni… altrimenti non sarebbe successo quello che è accaduto… mh, è stato bellissimo!” pensò affondando un po’ di più nella schiuma della vasca –sia per me che per te, vero… un momento, come si chiama?... è vero, non ci siamo neanche presentati… ma non è possibile!- scattò fuori dalla vasca e si mise al volo l’accappatoio e poi corse a vedere il messaggio –addio… solo addio… niente nome… ma questo complica seriamente le cose… sono andata a letto con uno che non so neanche come si chiama!... e adesso? Che faccio?... io amo ancora Akito, ma adesso?- si immerse di nuovo nella vasca, voleva rilassarsi al 100%... le riprese l’avevano stancata molto e non si era ancora ripresa del tutto… dopo tanto tempo decise che aveva commesso un grandissimo sbaglio, che era stata solo una notte di consolazione, che Akito avrebbe capito se gli spiegava bene come si sono svolti i fatti e che lo ama ancora, alla follia… ma lo avrebbe rivisto prima o poi? Forse non doveva spiegargli come erano andate le cose perché forse non l’avrebbe più rivisto… decise che non avrebbe detto niente a nessuno e partì quella mattina stessa. In aereo dormì e pensò anche a quel ragazzo così speciale… non si erano preoccupati delle presentazioni. Si ricordava molto poco di quel ragazzo. Tutta colpa della sbornia. Ricordava solo com’era, che praticava karate e che amava moltissimo una ragazza… non ricordava neanche come lo chiamavano i giornalisti. Aveva sentito quel nome solo una volta e non era riuscita a memorizzarlo. Si addormentò e con calma atterrò a Tokyo. Questa volta Rei non era con lei perché era ritornato qualche giorno prima siccome sua moglie Asako si era fatta male a una gamba e aveva bisogno di qualcuno che l’aiutasse a casa.

beh... che ne pensate? qualcuno potrebbe pensare che non sia possibile quello che ho scritto, qualcun'altro potrebbe pensare qualcos'altro... qualcuno potrebbe addirittura aver già intuito cosa accadrà nel corso della storia... chi lo sà? solo voi potete dirlo... io per ora vi dico solo una cosa... nel prossimo capitolo ci sarà una bella sorpresa (ma forse qualcuno sa già cos'è... chi lo sà!?!)... un altima cosa, poi la smetto di rompere... vero che mi mandate le vostre prime impressioni?... please

Fexychan65
 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
Rif.Capitolo: 1
cami92 - Voto:
09/06/08 09:14
complimenti...è proprio bella!!!!!XD
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