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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Holly e Benji (Captain Tsubasa)
Titolo Fanfic: RITORNO A CASA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: ladyprice galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 13/10/2003 16:07:26 (ultimo inserimento: 24/02/04)

due strade si apriranno davanti ad allison. la vendetta o il perdono. quale strada ally sceglierà?
 
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PROLOGO
- Capitolo 1° -

PROLOGO


Una ragazza sui 25 anni camminava velocemente per una delle principali vie di Monaco. Nella mano sinistra reggeva saldamente una 24 ore di pelle nocciola e in equilibrio sulla spalla opposta una borsetta nera intonata perfettamente al suo abbigliamento:la gonna longhette nera, con due leggeri spacchi laterali per permetterle di camminare meglio, le fasciava le gambe lunghe e toniche, sopra,indossava una casacchina aderente nera di cotone con bottoni sul davanti, dalle maniche nere sottili spuntavano quelle bianche leggermente svasate della camicetta che aderiva al suo busto dritto e piuttosto prosperoso, ai piedi calzava con facilità un paio di scarpe nere a punta con tacco alto.
Il suo viso era teso e preoccupato, gli occhi di un caldo marrone, lucidi per la tensione, i sui capelli castani lunghi fino alle spalle in un taglio scalato si muovevano al ritmo pronunciato del suo andamento veloce che ne faceva intuire la fretta.
Arrivò davanti ad un grosso cancello che accedeva ad un enorme spazio cittadino nel quale sorgevano diversi edifici, nello spiazzo centrale del cortile, dove le persone dirette in qualsiasi direzione si incrociavano freneticamente, circondato da una recinzione era parcheggiato un elicottero dove, su entrambi i lati, erano disegnate due spesse croci di colore rosso.
Restò per un attimo ferma davanti al cancello, alzò gli occhi alla grande insegna e lesse “Monaco General Hospital”, chiuse gli occhi e respirò profondamente per prendere coraggio e oltrepassò il cancello dalla parte laterale sinistra adibita ai pedoni.
Entrò nell’edificio di terapia intensiva e subito l’odore di disinfettante dell’ospedale le impossessò le narici facendole salire alla gola un conato di vomito.
Percorse il lungo corridoio del pian terreno fino ad arrivare davanti alla porta dell’ufficio del primario, cercando di non fare troppo rumore bussò alla porta con decisione ma la mano, si accorse, le tremava terribilmente.
La porta si aprì davanti a lei e un uomo alto circa 1.80, magro, con piccoli e rotondi occhiali appoggiati al naso, capelli brizzolati che si spalmavano solo ai lati della testa, lasciando in vista la piazza pelata e coperto da un lungo camicie bianco sul quale sul lato sinistro era applicato un cartellino di plastica con scritto: “Dott. Umberg”, la salutò con serietà:-“Buon pomeriggio signorina Bloch.”, lei entrando e stringendogli la mano rispose:-“ Buon pomeriggio a lei dottore.” la sua voce tremò impercettibilmente. Subito dopo si accorse della presenza di una terza persona nella stanza: seduto con le gambe accavallate su una delle due comode poltrone poste davanti alla scrivania del primario, c’era un uomo che dimostrava sui 62-63 anni. La sua corporatura era robusta e solida, alto circa 1.70 con un viso paffuto e solcato da piccole rughe ai margini degli occhi scuri coperti da grossi ma raffinati occhiali da vista e sulla fronte ampia e spaziosa, i capelli folti in un tipico taglio maschile erano color sale-pepe esattamente come i densi e curati baffi sopra la bocca, a differenza dell’altro non portava camicie bianco.
La ragazza appena lo vide capì che la sua presenza era sinonimo di qualche cosa di serio e la paura che l’aveva attanagliata fin dalla telefonata di poco prima di Umberg si fece più acuta.
Il secondo uomo si alzò dalla poltrona e andò verso di lei, appoggiò le sue grosse e ruvide mani sulle spalle proporzionate di lei e prima di baciarle con confidenza le guance pronunciò con calore:-“Ciao Ally!”, lei sapeva che quel tono serviva a confortarla ma non ebbe l’effetto desiderato e mentre ricambiava i baci rimandò il saluto con voce traboccante di preoccupazione:-“Salve Gheorg”.
Gheorg Plummerh, anche se ora in pensione, era stato il medico curante della famiglia Bloch per quasi trent’anni, nonché carissimo amico di Federich Bloch, padre di Ally.
Il primario accompagnato da un cenno della mano pronunciò:-“La prego signorina, si sieda.”, Allison incapace di rispondere eseguì l’ordine annuendo leggermente: appoggiò a terra la 24 ore e posò sulle sue gambe la borsetta nera stringendola nervosamente con le mani sudate per la tensione, Plummerh notando la stato d’animo della ragazza, allungandosi, posò una delle sue mani su quelle della ragazza che automaticamente gli rivolse uno sguardo disperato e lui non sapendo che altro fare le sorrise comprensivo.
-“Allison…”-cominciò Umberg- “ho chiesto al dottor Plummerh di essere presente in quanto non solo è stato medico della sua famiglia per moltissimi anni e collaboratore di questo staff medico in questo anno di permanenza ospedaliera per suo padre ma soprattutto come intimo amico della sua famiglia…”-
-“Non ci giri intorno dottore…”-la sua voce bassa ma decisa trasudava di un puro e sincero dolore mischiato alla stanchezza e allo sconforto-“…per me questo anno è stato fin troppo duro e non credo di essere capace a reggere anche i suoi inutili giri di parole, ormai la speranza di rivedere mio padre aprire gli occhi mi ha abbandonato, quindi la prego di dirmi quello per cui mi ha fatto venire.”- le ultime parole le pronunciò chiudendo gli occhi per cercare di rimandare indietro le lacrime che le stavano salendo agli occhi. I due medici si scambiarono uno sguardo eloquente e Gheorg Plummerh decise di continuare il discorso al posto di Umberg:-“Ally questa mattina il coma di tuo padre è passato dallo stato stabile a quello….irreversibile…”-, gli occhi di Allison si chiusero ancora una volta ma con forza e due lacrime scesero ai lati dei suoi occhi leggermente allungati e dopo averle asciugate con le dita disse:-“Quindi è tenuto in vita solo da delle macchine…?”,:-“Si, Ally…”-.


































 
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