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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: LA FORZA DELL`AMORE.
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: sara-kiki87 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 12/10/2003 20:09:28

il destino sembra essere contro di voi…ma se il vostro amore sarà forte andrà oltre a tutto e …a tutti…``. [...]
 
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NUBI...
- Capitolo 1° -

…La forza dell’amore …

Questa ff è un’altra autoconclusiva dedicata alla coppia: Draco/ Ginny.
Precisamente è il seguito di “Il serpente e la colomba”.
Prima di cominciare vorrei ringraziare sinceramente tutte le persone che hanno recensito la mia ff e mi hanno fatto così tanti complimenti da farmi sentire, veramente, commossa.
Non mi aspettavo così tanto successo e vi ringrazio – a maggior ragione – perché mi avete incoraggiata e spinta a scrivere ancora su questo fantastico mondo nato dalla penna dell’inimitabile Joanne Kathleen Rowling.

Grazie a tutti e buona lettura,

Kiki87

Ps: troverete delle brevi note contrassegnate con *, per coloro che non hanno letto i libri e conoscono Harry Potter solo per i primi due film. Mi vogliano scusare coloro che invece hanno letto e strariletto –come la sottoscritta – tutti e quattro i libri pervenuti, in italiano, ad ogni modo voi potete saltarle…^^;;;
Inoltre non preoccupatevi: NON C’E’ NESSUN RIFERIMENTO AL 5° LIBRO (MA QUANTO CI METTE A USCIRE IN ITALIANO??!!!).



PARTE 1: NUBI…




Uno splendido tramonto aveva dipinto il cielo di un rosso sangue, e il sole, ormai, addormentato si rispecchiava nell’acqua del lago.
Ogni forza della natura era concentrata in quel tramonto, e una perfetta armonia sigillava quest’unione di forze.
Anche il lago, solitamente scuro, era parte di questa magia e risplendeva come mai non aveva fatto.
A poco a poco, come degli acquarelli che scivolano su un foglio, il cielo si tingeva di un color azzurro, che si faceva sempre più intenso...
Uno spettacolo quotidiano ma, come sempre, travolgente e ispiratore, specie per le anime più sentimentali, come quella di Virginia Weasley.

La ragazza osservava quel tramonto, mentre l’ultima lezione del giorno era ormai giunta al termine. (facciamo conto di essere a Novembre, perciò il tramonto, come sapete, arriva prima, rispetto ai mesi estivi. Nd.A.)
Il professor Piton ritirò i rotoli di pergamena da ogni banco, un ennesimo test riguardante i più misteriosi segreti del mondo delle Pozioni.
Passò accanto a Ginny scoccandole un’occhiata di pura freddezza e disprezzo che avrebbe fatto impallidire chiunque, e che ben aderiva all'aula fredda e inquietante.
Si da il caso che il suo odio e disprezzo non si limitava solo ed esclusivamente ad Harry Potter ma anche a coloro che gli erano amici, o, peggio ancora, ne erano innamorate.
Ma ciò che Severus Piton non sapeva, era che il cuore di Ginny Weasley non apparteneva più a Harry Potter ma a – niente poco di meno che - Draco Malfoy, da sempre il suo ‘prediletto’.
E, ciò che ancora ignorava, Draco Malfoy non era potuto rimanere indifferente alla dolcezza e alla nobiltà d’animo di Ginny Weasley.
Per non parlare di quanto la ragazza l’avesse intrigato da quando si era trasformata in una splendida e fulgida signorina.
Così da poco più di due mesi, ormai, - ad insaputa di tutto il mondo - Ginny Weasley e Draco Malfoy erano una splendida coppia.

-Chissà che, magari, questa volta non riesca a prendere un misero 6, signorina Weasley…-. Proruppe con aria di disprezzo e una brutta smorfia sul viso olivastro.
-Lo spero, proprio, professore…- Rispose Ginny con gran calma.
Piton rimase, assai, colpito da quella calma e da quella tranquillità…e – inutile dirlo- s’irritò ancora di più…che gusto c’era punzecchiarla se lei rimaneva indifferente? Essendo molto più timida del fratello, non si aspettava una sfuriata ma gli sarebbe bastata una risposta “leggermente” maleducata e avrebbe potuto darle una punizione, giusto perché era una Weasley, giusto perché adorava tormentarla poiché sembrava così debole e umile...
Invece...Virginia Weasley si PERMETTEVA d’essere indifferente ai suoi commenti sarcastici...
Così non poteva togliere nemmeno 10 punti a Grifondoro! (Che ingiustizia, vero?! Povero Piton! NdA.).

-Lo spero anch’io…- E qui si esibì in un sorriso che apparve, PALESEMENTE, ipocrita, falso e spudorato.
-Ma…- Era ovvio che ci fosse un ma! - ...temo che sarà improbabile, considerando la sua sciatteria nello scrivere…credo che il signor Tiger saprebbe far di meglio, il che è tutto dire…-.

Infatti, pur quanto agevolasse i Serpeverde e li insultasse il MINIMO indispensabile per essere felice, non poteva negare che Vincent Tiger era uno degli esemplari di maghi più MICROCEFALI, BABBEI, IMBECILLI, IGNORANTI (la lista continuerebbe fino a diventare chilometrica, ma credo d'aver dato un'idea Nd A.) al mondo. Poteva ricoprirlo d'insulti usando eufemismi anche poco raffinati, perché, era tanto idiota da non cogliere, nemmeno nella voce, quella leggera inclinazione al sarcasmo.
-Beh…qualunque voto mi darà sarà quello che più merito!-. Rispose Ginny, con sua gran sorpresa, e poi, dopo che la campanella ebbe suonato, s’alzò e lo salutò con un sorriso splendente:
-Arrivederci, professore!-. Uscì dall’aula seguita da tutti gli altri alunni.
Piton raggelò di fronte a quel sorriso e il suo viso assunse un colore cinereo...gli aveva sorriso...sarebbe stato più sopportabile, ai suoi occhi, il dolore di 10mila marchi neri che tornavano a bruciare,segno del ritorno di Vol…scusate…Colui-che-non-deve-essere-nominato. (* il marchio nero è uno stemma che Vol…ehm…Voi-sapete-chi incideva sui suoi seguaci con il fuoco, come segno di riconoscimento, ed è un “segnale” per convocarli presso di lui…anche Piton reca sul braccio sinistro questo simbolo, essendo stato un mangiamorte… ma – anche se all’apparenza si direbbe che lo sia ancora - egli gode della fiducia di Silente il quale ha rivelato che, più volte, egli li ha aiutati passando informazioni sul Signore Oscuro, a suo rischio e pericolo… Nd.A)



Quei due mesi, per Ginny, erano stati i più belli della sua vita, aveva sempre desiderato di sentirsi così: amata, protetta, desiderata, preziosa, importante...
Prima della relazione con Draco per lei l’amore era sempre stato qualcosa d’estraneo, aveva avuto una bella cotta per Harry ma non era nulla rispetto a quello che provava per il Serpeverde…Solo con Draco aveva scoperto il vero significato della parola “amore” e dei tanti stereotipati e abusati “ti amo”.
Solo a lui poteva collegare quelle parole sapendo d’essere assolutamente sincera. Inizialmente n’era stata quasi impaurita…aveva 14 anni…com’era possibile che potesse già sentire in sé un sentimento tanto devastante, tanto immenso, com’era possibile che riuscisse a sentire dentro di sé che solo Draco Malfoy avrebbe potuto essere il compagno della sua vita?
Bastava trovarsi tra le sue braccia, guardare i suoi occhi, sentire le sue carezze, i suoi baci, le sue parole e tutti i dubbi cessavano di vivere…tutto il mondo intorno a loro era avvolto nella magia, in un incanto che si chiamava amore. N’era sicura, non poteva sbagliare…solo lui: Draco Malfoy.

Non faceva che pensarlo, e doveva concentrarsi al massimo per seguire le lezioni, rispondere ai test, perché, altrimenti, nella sua mente avrebbe sempre fatto capolino la sua figura: il suo viso chiaro, i suoi occhi grigi e profondi, i suoi capelli di quel biondo particolare, i suoi rari ma così splendidi sorrisi che spargeva solo se c’era lei.
Si sentiva sempre piena di gioia di vivere, d’euforia e non c’era spazio per un sentimento che non fosse positivo…era innamorata…perdutamente innamorata.
Persino le parole di Piton non le potavano fare alcun effetto, nemmeno il modo in cui tutti i Grifondoro sparlassero di lui, perché continuava – se pur con meno soddisfazione di prima – a prendersi gioco di loro. Ma, finché non avrebbero voluto dir la verità, era meglio continuare la solita routine e insultare, e ridere dei Grifondoro, specie di Harry, Ron, Hermione e persino lei, se gli capitava l’occasione.
Era difficile fingere, di fronte a tutta la scuola, di considerarlo un essere spregevole e ,soprattutto, far credere che se ne andasse ignorandolo, solo per non dargli soddisfazione e non- come faceva- per evitare di lasciarsi andare e saltargli addosso.

Sorridente, come ogni spensierata innamorata , s’avviò in Sala Grande per la cena, dove trovò, seduta a leggere,la sua carissima amica Hermione.

Tante volte era stata tentata di dirle di Draco, ma non ce l’aveva mai fatta e si sentiva sempre in colpa per questo, ma Hermione, quale vera amica, le aveva rivelato che non si sarebbe intromessa e quando lei avrebbe voluto confidarle il tutto, sarebbe stata pronta ad ascoltare e anche accettare, pur quanto la cosa potesse essere sconvolgente o imbarazzante, per Ginny. Altrimenti, ad avviso di Hermione, non ci sarebbero stati altri motivi per cui l’amica non si fosse ancora confidata con lei.
Per quanto riguardava la sua famiglia ed Harry, certo non ignoravano che ci fosse un motivo per il suo cambiamento, ma erano tutti - tranne Molly Weasley - ben lungi da pensare che questo fosse comportato dall'irruzione di un ragazzo nella sua vita.

Si mise a sedere vicino a lei, di spalle al muro, così da poter aver di fronte le altre tavole, tra cui quella dei Serpeverde. La posizione era studiata affinché potesse trovarselo, praticamente, di fronte, se non fossero stati separati dai tavoli.

-Oh, ciao Ginny!!-. La salutò, allegramente, Hermione.
-Ciao Hermione!-. Rispose con un gran sorriso. Mentre, come aveva notato, Draco e i suoi scagnozzi non erano ancora arrivati al loro tavolo.

Sospirò pensa la sua testa si perdeva tra mille e più pensieri…

“Ma dove sei… Cosa aspetti a venire a mangiare… Lo sai che muoio dalla voglia di vederti…
Mi manchi così tanto, amor mio… Ho bisogno di vedere il tuo viso, il tuo sguardo, vorrei che tu mi guardassi, anche solo per un secondo, e saprò che ti manco anch’io…vorrei specchiarmi un attimo nei tuoi occhi…vorrei, persino, che tu venissi qui e mi insultassi…perché quelle offese che mi rivolgi e alle quali io, spesso, replico con un’occhiata aspra e un fare indifferente, sono solo un nostro tacito codice per dirsi ‘ ti amo ’…

Vorrei sentire persino la tua risata perfida e diabolica…mia tenera serpe…vorrei vederti camminare di fronte a queste tavole con la testa alta e il petto in fuori – come faceva Percy per costringerci a guardare il suo distintivo di Prefetto e poi Caposcuola – e lanciare occhiate di superiorità e di disgusto tutto intorno a te, vestito con l’uniforme e quel lungo mantello che ti fa sembrare ancora più tenebroso, ancora più pregno d’aura oscura, ancora più intrigante…hai ereditato da tuo padre tutto questo…ma – mentre lui m’istiga solo terrore e malignità – tu accendi in me l’amore, fai vacillare il mio contegno, metti a dura prova la mia parte nella recita che facciamo quotidianamente…e lo sai bene…e ne sei lusingato, da bravo rubacuori, ma so che ti da sicurezza…e tu ne hai bisogno per coprire la tua essenza di ragazzo innamorato e timido…non lo ammetterai mai…ma in fondo, in fondo sei timido anche tu…
Ma in realtà c’è una bella differenza tra voi due:
Il tuo cuore è solo addormentato…spesso si risveglia e anche tu provi i sentimenti di una persona normale: amore, dolore, gioia…io lo so…l’ho capito e credo sia anche per questo che mi sono innamorata di te…ti aiuterò affinché si risvegli del tutto…
Il cuore di tuo padre, invece, credo che sia morto…forse l’ha venduto a quel demone, insieme alla sua vita, ed è condannato a non provare più emozioni positive…e nessuno può risvegliarlo a questo punto…
Draco amore mio…”.


A poco a poco la sala si riempì, nel frattempo Hermione chiuse il libro che stava leggendo e chiese all’amica:
-Allora, com’è andato il test ?-.
-Oh…ho risposto a tutto!! Pensa che ho riempito, persino, cinque rotoli di pergamena!!- Sorrise.- Non ce l’avrei, mai, fatta senza il tuo aiuto, Herm!!!Cosa farei, senza di te??!-.
-Ma figurati-. Sorrise Hermione, deliziata dal complimento.
-Stavolta, Piton sarà COSTRETTO a darti un bel voto!!!-.
-Lo spero…-.

-Dalle retta, Ginny!-, In quel momento arrivò Ron, seguito da Harry e si sedettero di fronte alle ragazze. Il ragazzo disse la frase guardando Ginny con estrema serietà, forse fin troppa.
-Così…- Aggiunse sorridendo ironicamente. – Diventerai una so-tutto-io, né più né meno, come lei!!-.
-Come ti permetti??!!-. Ruggì Hermione.
-Professore,posso dirlo io??! Professoressa Mc Grannit, mi scusi, non sono sicura d’aver risposto bene alla domanda 4b! Professore? Ho scritto il tema lungo due rotoli, di pergamena, in più,spero vada bene, lo stesso…-. Si cimentò in una crudele ma perfetta imitazione dell’amica, suscitando le risate di Harry e di Ginny.
I due presero, così, a rimbeccarsi come di solito, suscitando l’attenzione di tutti i Grifondoro.

Ginny ridacchiò ma poi, come per incanto, i suoi occhi si spostarono verso l’entrata della Sala, dalla quale una figura, ben nota, faceva ingresso.
Poco mancò che non facesse cadere, a terra, i piatti ancora vuoti, per l’emozione e la gioia.

“Draco…amore mio…sei arrivato…”.

Eccolo, lì…bello come un sogno, mentre camminava a testa alta scoccando occhiate intorno a sé, seguito, come sempre, da Tiger e Goyle.
Draco…il suo raggio di sole…
La luce delle candele, sospese in aria, si riflettevano sui suoi capelli con un effetto magico. La divisa scura lo faceva sembrare ancora più imponente e i suoi occhi grigi dardeggiavano qua e là finché, come richiamati da una magia, non si posarono su di lei.

“Amore mio…non immagini neanche quanto tu sia bello…sei splendido, luminoso, scintillante, sei un raggio di sole…i tuoi capelli risplendono per le luci delle candele, e il tuo viso appare ancora più chiaro…ma i tuoi occhi sono sempre vivi e accesi…attraversano come due lame di ghiaccio ciò che carezzano, con un solo sguardo…
Hai il carisma, il portamento, e il modo di fare di un leader…con quei due babbei che ti seguono e rispondono sempre e solo ai tuoi ordini…con il tuo viso autoritario, lo sguardo indecifrabile, il contegno che esce da tutti i pori…
Non possiamo sottrarci al legame che ci unisce, e tu lo sai bene… perché so che tu ti senti addosso i miei occhi, non quelli di tutti i presenti, solo i miei ;so che senti che ti sto pensando ; so che senti che vorrei che tu mi guardassi, anche solo una volta, per un istante, per non insospettire nessuno…

So…che faresti di tutto per rendermi felice, so che hai sempre la costante paura di ferirmi…e allora, finalmente, esprimi il mio desiderio.”.


Si guardarono negli occhi per un semplice ma preciso istante, che diede ad entrambi la conferma che si pensavano, continuamente.
Finché, anche se a malincuore, lui distolse lo sguardo e si sedette, dirimpetto a lei,anche se a distanza di metri.

“So che c’è magia tra noi…ed è una magia più potente e imprevedibile di quella che possiamo fare qui, a Hogwarts, molto di più…
E’ una magia che va al di là del comprensibile, va al di là della scienza…è una magia che solo chi prova può capire…è amore, Draco…e noi lo sappiamo bene…

Volgi il tuo sguardo su di me…ed è come se io stessi volando, nel cielo, e potessi toccare il sole, la luna, le stelle…è come se potessi dormire su una nuvola…
In quel momento l’unico tuo pensiero sono io, l’unico obiettivo inquadrato, l’unica persona presente in questa Sala, l’unica che ha un posto nel tuo cuore…
Sei lontano da me ma i tuoi occhi sono così profondi che li vedrei da metri e metri di distanza…il tuo sguardo è, apparentemente, normale,per uno come te, torvo e pensieroso…ma so che vorresti sorridermi, so che vorresti che i tuoi occhi brillassero come le stelle…ma non preoccuparti, amore mio.
Io posso vedere al di là del concreto e so cosa celano quello sguardo e quel viso…non c’è bisogno che tu lo dica, o tenti di mostrarlo…ma mi rende felice vedere che ci provi ugualmente, che vuoi che io sappia quanto mi ami...e io lo so, tesoro…
Ti rivolgo un mezzo sorriso, un gesto proibito – quando siamo in pubblico – ma significativo per te… adesso sai che io ho capito cosa vorresti dirmi...sai che ho capito che anch’io ti manco e che vorresti annullare questo silenzio e questa distanza tra noi…
Sai che ho capito tutto,e per un attimo i tuoi occhi brillano…
Distogli lo sguardo, perché non serve più che tu mi guardi e mi lanci messaggi ‘tra le righe’ anche se nessuno di noi due vorrebbe troncare questo contatto visivo...
Non è prudente…ma chi mai immaginerebbe una serpe e una colomba insieme?
Ma è meglio così…perché se tu mi guardassi ancora potrei non riuscire a controllarmi e gridarti, davanti a tutti, quanto ti amo…”



Sorrise tra sé, continuandolo a guardare di sottecchi, mentre parlava e sorrideva,perfidamente, con i due amici. Stava sparlando di qualcuno…n’era sicura, fu allora che notò che anche Pansy Parkinson lo guardava con attenzione, seduta non troppo lontana da lui.
Solo perché l’aveva invitata al ballo del Ceppo *, credeva d’essere la sua amata – le aveva raccontato lui, facendo smorfie al pensiero di quella ragazza petulante e chiacchierona – e si aspettava che lui, da un giorno all’altro andasse da lei a giurarle amore eterno.
Le avrebbe fatto pena, se non fosse stata così odiosa!!
Lui poi, l’aveva invitata solo per non andarci solo e farci la figura del fesso, conscio di come lei gli sbavasse dietro. Quindi già che c’era, perché perdersi l’occasione di farla illudere ancora di più?

(* il ballo del Ceppo ha avuto luogo a Hogwarts in occasione di un evento speciale: il Torneo Tremaghi e in quest’occasione la Rowling ci ha mostrato Draco e Pansy Parkinson, insieme…per quanto riguarda la storia, in generale, sembrerebbe che lei sia innamorata di lui, ma di lui ancora non comprendiamo alcun’inclinazione amorosa, né per Pansy né per nessun’altra. NdA.)

-Quando ci sarà la prossima uscita ad Hogsmeade* ?- Proruppe Harry, appena dopo la fine della piccola discussione tra Ron ed Hermione.

(* Hogsmeade è l’unico sito britannico completamente magico, che ospita vari locali, i più noti sono la bottega degli scherzi di Zonko, il locale dei “Tre manici di Scopa”, per via della famosa Burrobirra, una bevanda calda al cioccolato, Mielandia, un negozio con infinite varietà di dolci, e anche la Stamberga Strillante, una casa abbandonata che si ritiene sia infestata, per le urla che si sentono di notte, ma come si scopre nel 3^ libro – e vedrete nel film – non è così, cmq l’accesso ad essa è sempre stato vietato: le porte sono chiuse con sigilli e le finestre barricate… Nd.A.)

-Sabato prossimo…- Rispose Hermione. – Così, Ginny, ti porterò a vedere la Locanda…sembra che si sia svolta lì la rivolta dei folletti!!!-. (questo, almeno, è ciò che dice Hermione nel 3^ libro… Nd.A.) Esclamò Hermione, felicissima di trascinare l’amica nella sua gioia totale: la realtà e i segni della storia scritta nei libri.
Ginny, che stava pensando ad ALTRO, si girò verso l’amica guardandola confusa.
-Eh?!Cosa? Scusami…stavo pensando a…-.
-A cosa?-. Sorrise Ron.- A un bell’innamorato?-. La frase suonò assolutamente fuori luogo, per questo proponibile, ma era ben lungi dal pensare che Ginny avesse sentito mancarle il cuore.
-NON DIRE SCIOCCHEZZE, RON! Lei sta pensando al compito di Pozioni, giusto, Ginny?!-.
-Eh?! Oh…sì, infatti…sono preoccupata…-.
-Sono sicura che sarà un successo!- Sorrise Hermione che volse a Ron un’occhiata alla “ hai-visto-che-avevo-ragione-?!”.
-Pensi di sapere sempre tutto, eh?!-. Rimbeccò Ron, così i due ricominciarono a litigare e ci volle tutto l’impegno da parte di Harry e Ginny per farli smettere.
-FINISCILA RON! SEMBRI UN BAMBINO!-. Come al solito prendeva le parti di Hermione…sia per l’amicizia che le legava che per solidarietà femminile.


Draco osservò la scena, sorridendo tra sé, come le piaceva guardarla mentre sgridava Ron, uno dei suoi tanti nemici Grifondoro…nonché fratello della sua amata…doppio divertimento…
Era assolutamente deliziosa, così buffa, semplice, comica per non parlare del modo in cui le si arrossavano le gote quando si spazientiva. Valeva la pena di farla arrabbiare solo per vedere quelle gote rosse e quel viso corrucciato.
Era pazzo di quella ragazzina e se ne rendeva conto ogni giorno di più…come fare a resisterle?
Spesso si sorprendeva a pensare, con assai preoccupazione, che se Harry non fosse stato – a suo parere- così stupido da non ricambiarla, lei adesso non sarebbe stata sua.
Si sentì ribollire il sangue solo a pensarci, ma era meglio così. Ginny era sua, ora e non avrebbe voluto perderla per niente al mondo.

Nella sua mente fece capolino un pensiero più cupo ma quando la sentì al culmine della rabbia, si riscosse.

“Ginny…piccola…non immagini quanto sia bello guardarti…non immagini quanto sia bello scoprire ogni lato di te…
Sei deliziosa…sei un sogno…i tuoi capelli e le tue lentiggini, ‘ marca Weasley ’, i tuoi occhi di cerbiatto tanto umili e indifesi…come te…
E io voglio proteggerti…voglio tenerti lontana da tutto ciò che possa farti male, da tutte le persone che possano ferirti…voglio stringerti forte, voglio eliminare i tremori del tuo corpo…
Voglio scaldarti…voglio eliminare i tuoi brividi per il gelo…

Mi sembri così fragile, così esile ma non ti vedo come una bambina…per me non sei una bambina…sei una ragazza…sei una giovane donna…forse, perché io non sono ancora un uomo…sono solo un ragazzo…ma lo diventerò…e a quel punto tu non sarai più la mia ragazza…sarai la mia donna…

Più ti guardo e più ti conosco…più conosco la tua anima…sembrerai fragile e piccola ma so che puoi scatenare una forza immensa…so che puoi mostrarti forte e impenetrabile, ed è con questa forza che sei riuscita, da sola, a sopravvivere alla delusione che hai provato per colpa di Potter…
Mi sento il sangue ribollire al pensiero di quanto ti ha fatta soffrire…di quanto dolore si sarà iniettato dentro di te…di quante lacrime tu avrai versato…e so che ha lasciato un segno in te… avevi paura…avevi accettato il fatto d’amarmi ma avevi paura che usassi il tuo amore come un’arma per ferirti, per umiliarti, per questo volevi tenermelo nascosto…
Ma se si ama non si può essere egoisti, non si può tenere nascosto qualcosa di così bello, per chi lo prova, e per chi lo riceve…

Non sembro più me stesso…mi sono innamorato, veramente…e per giunta di una Weasley…se me l’avessero detto fino ad un anno fa l’avrei preso come un’offesa…mi sarei indignato…o forse sarei morto dal ridere da quanto la cosa sembri paradossale.

Basta mentire…non posso illudere me stesso… o fingere di riuscirci…io non sono quello che sembro...sono solo la maschera di quello che è mio padre…e vorrebbe che io fossi...sono la maschera di ciò che ha ‘ deciso ’ che io fossi…
Ma non capivo…ho sempre pensato di seguire un cammino che fosse il mio – non il suo- e TU, proprio TU, povera e non unica vittima delle ‘ barzellette e persecuzioni ’ sui Weasley l’hai capito…e prima di me...
L’hai capito quando io sono andato in crisi…sono caduto in un bivio… due strade…la mia (vale a dire quella di mio padre) e quella di mio padre.
E tu…hai capito…hai capito chi è, veramente, Draco Malfoy e con mia gran sorpresa ti sei innamorata di me…

Sul treno, quel benedettissimo giorno, volevo vendicarmi perché, da quel giorno a Hogsmeade e da quel bacio, avevi fatto vacillare quello in cui credevo e pensavo…
Hai rivoluzionato la mia esistenza, la mia anima, i miei pensieri e solo così sono riuscito a trovare, dopo 15 anni, il vero Draco Malfoy.
Il Draco Malfoy che ti ama…e non può, più, fare a meno di te…

Mi viene da morire a pensare se Potter, un giorno, ti avesse ricambiata e avesse scoperto quanto nascondi in te, quanto amore puoi e sai dare e quanto vuoi e hai bisogno di riceverne... ma se questo fosse successo… tu non mi ameresti…e io non avrei nulla…proprio nulla e starei ancora percorrendo una strada che riterrei mia…

Ginny…amore mio…cosa sono senza di te? Grazie di tutto…”




-RONALD WEASLEY!!!! SMETTILA IMMEDIATAMENTE! O CHIEDERO’ ALLA MAMMA DI MANDARTI UNA BELLA STRIL-LET-TE-RA!-.
Ron impallidì, gli venne la pelle d’oca e smise all’istante di infierire contro Hermione…bastava, infatti, il ricordo di quella TRAUMATICA esperienza, per farlo tornare sui suoi passi.
-Bene! A quanto pare ho trovato la parola magica!!!-. Ginny scoppiò a ridere insieme a tutta la tavola dei Grifondoro.


Non poté fare a meno di sorridere di fronte a quella visione, che per lui era la cosa più bella al mondo…che tipetto!
Che peccato, solo, che non avessero molto tempo per stare un po’ soli, e in pace. Di solito s’incontravano – a loro rischio e pericolo- nelle aule che non venivano mai chiuse, di notte.
Poi approfittavano delle gite a Hogsmeade per darsi appuntamento alla Stamberga Strillante.
Erano,infatti, riusciti a trovare il modo d’entrarvi, oltrepassando i sigilli che ne impedivano l’entrata.
Ogni giorno, quando s’incrociavano o la vedeva a distanza, come adesso, aveva l’istinto di prenderla tra le braccia e portarsela via.
Era terribile mettere a freno l’istinto e la voglia di lei, che, continuamente, lo tormentava.


“Quanto sei buffa…sapessi quanto vorrei portarti via da quel tavolo…vorrei prenderti e portarti in qualsiasi posto…purché ci sia tu…ho tanta voglia di stare solo con te…amore…ho bisogno di sentirti tra le mie braccia…di baciarti…di dirti quanto ti amo…ma avrò pazienza…fino a stasera, almeno…”.




Ginny rientrò nella sua camera, del dormitorio, doveva, infatti, prendere una busta così da inserirvi la lettera che avrebbe mandato ai suoi genitori.
Aprì la porta della stanza che condivideva con Hermione e con altre tre ragazze di Grifondoro.
Appena entrò, vide posato sul suo letto un barbagianni dall’aria altezzosa.
Ginny lo guardò per un attimo, con gran sorpresa, chi mai avrebbe potuto scriverle, oltre ai suoi amati genitori?
Il gufo la squadrò, a sua volta, nella sua posa rigida, con sguardo fiero e orgoglioso.
La ragazza s’avvicinò al letto, presa dall’entusiasmo, non c’erano dubbi, quello doveva essere il gufo di Draco!! (Di solito lui le mandava messaggi usando un gufo della scuola, per evitare che lo riconoscessero, ma poi scordata ogni preoccupazione, aveva mandato lo splendido gufo regalatogli da suo padre, poco prima dell’arrivo a Hogwarts).
-Ti ha mandato Draco, non è vero?-. Mormorò la ragazza avvicinandosi all’animale il quale le diede una beccata alla mano protesa, per prendere il messaggio, in quello che pensò doveva essere un cenno d’assenso.
Sorrise notando come il gufo rispecchiava , in certi atteggiamenti, l’indole del suo padrone.
Troppo curiosa, per aspettar altro, prese il foglio di pergamena con un grandissimo sorriso.
-Oh, Draco…- Sospirò mentre il gufo la fissava con aria di superiorità, che solo un Ippogrifo* avrebbe saputo imitare. (* L’ippogrifo è un animale molto particolare, che ha la testa d’uccello e il corpo di cavallo, è molto orgoglioso, per cui prima di potersi avvicinare ad esso bisogna inchinarsi, se egli risponde all’inchino allora ci si può avvicinare, altrimenti bisogna dileguarsi visto come fanno male i suoi artigli. Inoltre non accetta le offese, e il nostro stesso Draco lo ha imparato a sue spese…^^’’’ Nd.A.)

La ragazza, finalmente, aprì la lettera e lesse quanto vi era scritto:

Cara Ginny,

Ho una gran voglia di vederti, non ce la faccio più a resistere, sto diventando pazzo.
Cosa ne dici di incontrarci, a mezzanotte, nella Sala dei Trofei*?

Mandami la risposta con il mio Gufo.
Ti amo,

Draco.

(* nel primo libro conosciamo l’esistenza di questa stanza, è, infatti, lì che Draco invita Harry per un bel duello tra maghi, che non avrà luogo poiché il ’biondino’ aveva ben pensato di avvisare Gazza e far sorprendere Harry e l’amico Ron – che gli avrebbe fatto da secondo…per cui, in caso estremo, di morte avrebbe dovuto sostituirlo…- nel film cmq questo episodio non compare…ed Harry raggiunge la stanza nella quale vi è Fuffi per il cambiamento – improvviso- delle scale – alle quali piace cambiare- assieme a Ron e Hermione… Nd.A.)

La ragazza arrossì fino alla punta dei capelli, ma poi, ridendo come una pazza, si gettò sul letto, scatenando l’indignazione del gufo che si posò sul letto vicino al suo che doveva essere di Hermione...
-OH, DRACO! AMORE MIO!!!!! NON VEDO L’ORA!!!-.

Il gufo frullò le ali rumorosamente, cercando d’attirare la sua attenzione.
-Hai ragione-. Sorrise Ginny – Scusami, ma sono così felice…aspetta scrivo la risposta e ti faccio tornare dal tuo padrone…-.

Prese un altro foglio di pergamena (conservava tutte le lettere di Draco,gelosamente e spesso le riguardava, e sospirava pensandolo.) e vi scrisse la risposta.


La ragazza sorrise tra sé, ma poi raggomitolò il piccolo foglio di pergamena e lo legò alla zampa del gufo che continuò a guardarla da sopra in giù, ma stava fermo, come per mostrare come si deve comportare un bravo gufo postino.
Ginny gli sorrise e lo carezzò sulla testa e lo portò verso la finestra, lasciata aperta, ma prima di farlo uscire gli sussurrò:
-Dai un bacio al tuo padrone, da parte mia!-.
Il gufo per tutta risposta arruffò le ali con sdegno scoccandole un’occhiata alla “ora-mi-chiedi-troppo-te-lo-puoi-scordare”.
Ginny ridacchiò:
-Hai ragione! Allora cosa ne dici, di una beccata sulla mano, uhm?-.
Il gufo la pizzicò sulle dita, in segno d’assenso, poi con un gran battito d’ali uscì dalla finestra, appena in tempo, prima che Hermione entrasse.

-Finalmente ti ho trovata! Che fine avevi fatto?!-.
-Stavo cercando una busta…oh eccola!-. Sorrise Ginny uscendo con l’amica.


Nel frattempo, nella Sala Comune dei Serpeverde, Tiger e Goyle stavano tentando, disperatamente , di capire qualcosa leggendo il complicato libro di Incantesimi. Molto probabilmente il professor Vitius li avrebbe interrogati l’indomani e loro avevano sempre difficoltà a comprendere qualcosa che non riguardasse il cibo, o un ordine di Malfoy.
Draco, invece, era seduto di fronte al camino acceso, rileggendo la lettera che avrebbe mandato ai suoi genitori, quando il suo gufo sarebbe tornato.
Si chiese quanto tempo ci sarebbe voluto, in fin dei conti l’aveva mandato a Ginny da più di mezz’ora.
Finito di leggere la lettera, osservò il fuoco maestoso, che bruciava più che mai, mentre provava ad immaginare la reazione di Ginny quando si fosse trovata di fronte il gufo e avesse letto il messaggio.
Si chiese, con una sorta d’impazienza, quale sarebbe stata la risposta della sua adorata.
Moriva dalla voglia di stringerla e di baciarla sul collo, facendola rabbrividire , e sulla bocca togliendole il respiro.

Fu sorpreso da un frullo d’ali e si voltò per poi vedere il suo fedele gufo avvicinarsi, dopo essere entrato dalla finestra aperta. Tese il braccio sul quale si posò l’orgoglioso animale.
Il gufo lo pizzicò sulla mano, con sua gran sorpresa.
Pensò fosse un segno d’affetto e carezzandolo sulla testolina gli sfilò la lettera, intanto, gli fece mangiare del becchime.
Con grand’impazienza aprì la pergamena e lesse le poche righe stilate da Ginny.


Caro Draco,

Anch’io muoio dalla voglia di rivederti. Va bene, incontriamoci stasera verso la mezzanotte.
Ti amo anch’io,

Virginia.

Ps: Simpatico il tuo gufo! Gli ho chiesto di darti un bacio da parte mia ma forse ha preferito una beccata. Rimedierò, personalmente, stasera…(non vedo l’ora!!).


Sorrise, compiaciuto e felice e rilesse un’altra volta la lettera, come per assicurarsi che fosse tutto vero mentre i suoi gelidi occhi sprizzavano di gioia.
Una volta che il gufo ebbe finito di mangiare, gli diede un altro messaggio da consegnare e lo fece uscire dopo avergli carezzato la testa, ricevendo una beccata in cambio, che, stavolta, equivaleva a suo segno d’affetto.

Consultò il suo orologio e vide che mancavano più di due ore all’appuntamento con Ginny. Scoccò un’occhiata e vide i suoi due tirapiedi ancora alle prese con formule di complicati incantesimi. Sorrise, perfidamente. Era, alquanto, COMICO vedere quei due ebeti concentrarsi al massimo per STUDIARE, senza riuscirci. Un gufo sarebbe stato, senz’altro, più intelligente di loro due messi insieme.
Dopo averli guardati per qualche istante, decise di andare su, nel dormitorio, nell’attesa che arrivasse, finalmente, il momento in cui avrebbe rivisto la sua Ginny.



Erano le 23.50 quando Ginny, sgattaiolò, dal suo letto camminando a passo felpato, per non svegliare le altre ragazze, già, profondamente addormentate.
Aveva preso la sua bacchetta e aveva sussurrato “Lumos!” così da farsi un poco di luce e trovare il suo armadio.
Mise, sopra la camicia da notte, il mantello con il simbolo del Grifone e, raggiunta la porta del dormitorio, uscì fuori, senza far rumore.

Oltrepassato il dipinto della Signora Grassa si era incamminata, per i lunghi e buoi corridoi.
I corridoi erano vuoti e inquietanti, ogni suo passo leggero veniva riprodotto da un eco profondo, mettendole anche più agitazione mentre camminava tenendo la bacchetta di fronte a sé.
Si trovò di fronte la Sala dei Trofei, buia e deserta.
Vi entrò e guardò l’orologio: 23: 58, mancava poco, ormai.
Non era certo la prima volta che s’incontravano, di nascosto, ma aveva sempre il timore e il pensiero che qualcuno potesse scoprirli: Gazza,o la sua famelica gatta, Mrs Purr , o peggio ancora un professore. Rabbrividì pensando se fosse stata, proprio, la Mc Grannit…
Osservò per un istante le teche piene di trofei, spade, scudi, piatti che risplendevano alla luce della luna. Si voltò,allora, e s’avvicinò alla finestra, per vedere da vicino la sua maestosa figura , facendosi ancora luce con la bacchetta.
Era veramente splendida, quella sera. Come uno splendido ciondolo sovrastava ogni cosa del cielo scuro e buio, se non fosse stata presente. Le stelle non si vedevano, quella notte, ma anche se vi fossero state, la loro luce, al confronto, sarebbe stata pallida e fioca.
Faceva venire i brividi a guardarla, si sentì tanto piccola al confronto, ma le dava anche una sensazione di protezione e di sicurezza…come se, in quei mesi a Hogwarts, la luna fosse sua madre, sempre vigile e sveglia per vegliare su di lei, e proteggerla.
Si strinse un poco di più al mantello: faceva, un po’, freddo quella notte e i lisci capelli sciolti l’aiutavano a stringersi al poco calore che l’alleviava.

Tanto era presa da quella visione che non udì dei leggeri passi fermarsi sulla soglia della porta, dietro di lei. Draco sorrise, guardandola. Il suo sguardo indugiò sulla cascata splendida e uniforme di capelli rossi e sul suo fragile e minuto corpo coperto dal mantello nero, comprato di seconda mano. La vide rabbrividire e questo non poté che aizzare in lui, la voglia di scaldarla…
Sentì chiaramente l’istinto che s’impadroniva della sua mente e del suo cuore. Quanto aveva aspettato di ritrovarsi, solo con lei. I giorni sembravano durare un’eternità e guardarsi senza poter agire liberamente era una vera tortura, un’agonia mentale. Così vicini, ogni giorno, ma così lontani…
Si riscosse dai suoi stessi pensieri e, tentando di non farsi sentire, si fece più vicino a lei.

Ginny stava per controllare di nuovo l’ora. Cominciava a sentirsi nervosa…e se fosse stato visto? Se avessero saputo dei loro incontri? Ma non poté pensare ad altro perché due mani, da dietro di lei, l’avevano afferrata sulla vita. La ragazza trasalì per lo spavento e l’emozione mentre la presa si faceva più forte e si sentì spingere indietro finché non si trovò a contatto con il petto del ragazzo.
A quel punto la ragazza, stava per voltarsi, per assicurarsi che fosse Draco, quando sentì un familiare profumo pervaderle le narici. Non c’erano dubbi, Draco…il suo profumo, il suo respiro, la sua presa forte e sicura, era lui. Chiuse gli occhi, coccolata dal calore di quel contatto. Mentre le mani di lui scivolavano abbracciandola.
Non disse nulla, mentre si rilassava in quella stretta. Prima che potesse voltarsi, sentì le dolci e calde labbra del ragazzo premere, dolcemente, sul collo, una volta, due volte, ancora…
Si sentì rabbrividire, il suo corpo prese a fremere, solo lui la faceva sentire in quel modo, e lo sapeva bene…
Sorrise, percependo l’agitazione del suo corpo e posò ancora una volta le labbra sul suo collo prima di lasciare andare la presa.

A quel punto la ragazza, con lentezza si voltò per guardare il suo bel viso illuminato dai raggi della luna. Scorse i suoi capelli di un biondo quasi bianco, i suoi occhi splendenti e il suo dolce sorriso mentre, con lentezza, avvicinava una mano al suo viso e prendeva a carezzarla sulla guancia.
Sorrise anche lei prendendo la sua mano con la propria. Il ragazzo si soffermò ad osservare quel viso giovane e splendente, quella luce nei suoi occhi di cerbiatto.
Si chinò e, stringendola forte tra le sue braccia, la baciò. Ginny si rilassò tra le sue braccia calde e forti, ricambiando, con lo stesso amore, il suo bacio. Allungò le braccia al suo collo per stringerlo un po’ di più a sé mentre sentiva le gote farsi di fiamma al contatto con le sue labbra e con il suo viso.
Il ragazzo la strinse forte mentre il suo cuore batteva sempre più veloce e non riusciva a pensare a qualcosa di concreto, troppo preso da quell’emozioni travolgenti. Ogni fibra del suo corpo era persa in lei e in quel bacio.
La strinse sempre più forte ubbidendo al suo istinto e la baciò con sempre più impeto fin quando non sentì diminuire la sua pressione e, anche se a malincuore, si staccò da lei. La ragazza s’abbandonò contro il suo petto caldo e confortante, mentre ansimava leggermente.
Il ragazzo lasciò scorrere le sue mani lungo la sua schiena mentre Ginny chiudeva gli occhi contro di lui, sentendo una scarica elettrica lungo la pelle.

- E’ così bello averti qui…-. Mormorò lui scostandola da sé e baciandole le tempie, per poi scendere sulle gote, esibendosi, in un sorriso da mozzare il fiato.
La ragazza arrossì appena al suo tocco. Non poteva farci niente, ma ogni volta che lui la sfiorava, la toccava o la guardava non poteva fare a meno di farsi rossa, nonostante cercasse, disperatamente, di controllare le sue emozioni.
Il ragazzo sorrise notando il colorito che avevano assunto le sue guance, era così bello vederla arrossire, vederla impacciata, senza aspettar oltre si chinò e prese a baciarla, febbrilmente, sul collo.
Ginny si sentì andare in fiamme ma sorrise, e chiuse gli occhi abbandonandosi tra le sue braccia.

-Mi sei mancato, così tanto, Draco…-. Bisbigliò.
-Lo so…- Rispose lui.- Anche tu, piccola…-. Sorrise.
- Aspetta…-. Mormorò e si voltò per chiudere la porta della stanza. A quel punto, per magia, le torce sulle pareti si accesero, illuminando la stanza.
-Direi che, così, va meglio,no?-. Sorrise riavvicinandosi a lei.
Ginny si guardò attorno, stringendo ancora il mantello a sé, mentre il suo sguardo indugiava alla finestra e alla luna, per poi riguardarlo negli occhi.
-E’ vero…-. Sorrise.
Draco volse lo sguardo verso la finestra.
-Ho notato che guardavi la luna...-.
Ginny sorrise:
-Sì…- Mormorò. – E’, così, bella stasera…-. Mormorò avvicinandosi alla finestra.
-L’unica cosa bella, qui dentro, sei tu…-. Mormorò lui e, quando lei si volse, la spinse dolcemente contro la finestra, con una mano, mentre posava l’altra contro i vetri.
La ragazza sorrise:
-Come sei romantico, Draco…-.Poi con ironia:
- Questa,comunque, non è farina del tuo sacco! Scommetto che te l’ha insegnate Piton, queste frasettine…-. Mormorò mentre afferrava il colletto della camicia.
Il ragazzo ghignò, leggermente.
-Se anche fosse….?!- Mormorò, poi, avvicinandosi sempre di più al suo viso.
-Sai perché? Perché funzionano…-. Sorrise, prima di tirare il colletto della camicia verso di sé e premere,poi, le labbra contro le sue.

Si staccò da lui, con gli occhi che ancora sprizzavano di felicità e di voglia delle sue labbra.

-Come è andata la giornata,tesoro?-. Mormorò mentre cominciava a carezzargli il petto coperto dal mantello sul quale era rappresentato il simbolo del serpente.
Il ragazzo fece una delle sue solite smorfie.
-La giornata non è stata un granché…ma direi che la serata è, alquanto, interessante…-. Sorrise mentre i suoi occhi sprizzavano di malizia e passava la mano sui suoi capelli.
- Io, invece, ho imparato un nuovo incantesimo!!-. Sorrise con aria compiaciuta.
-Ah,sì? E quale sarebbe, di grazia?-.
La ragazza sorrise civettuola.
-Speravo, me lo chiedessi!!-. Il ragazzo la guardò interrogativamente mentre lei si spostava verso la porta,della stanza e si poneva dirimpetto a lui.
Estrasse la bacchetta e la puntò contro di lui.
-Che intenzioni hai…?!-. Sorrisetto ironico. – Magari una bella maledizione Imperio…o uno schiantesimo?-.
-Non esattamente…Accio *!-. Esclamò la ragazza e mentre una luce dorata usciva dalla sua bacchetta.
Il ragazzo fu investito da una forza potentissima e irrefrenabile e, quasi senza rendersene conto, si trovò di fronte alla ragazza, che fu spinta contro il muro mentre lui veniva spinto contro di lei.
La magia finì e Draco, ancora sorpreso, la guardava senza dir nulla,mentre lei, dopo aver attutito il leggero botto contro la parete alzò gli occhi a guardarlo.

(* Questo è l’incantesimo d’appello, si punta la bacchetta verso l’oggetto in questione e questo arriva…Nd.A.).

-Cosa ne dici?!-. Sorrise maliziosa.- Direi che ha funzionato…-. Mormorò.
- Direi che era il minimo…- Mormorò sorridendo.

Poi mentre gli raccontava per filo e per segno alcuni episodi avvenutele:
-Oggi avevo quel dannato test di pozioni…Hermione mi ha aiutato moltissimo, anche se, ti giuro che a certo punto ho avuto voglia di strangolarla, non smetteva più di parlare…-. Sorrise mentre lo guardava.
Erano seduti vicini, con la testa contro la parete, alle spalle della vetrata dalla quale si vedeva la luna.
-Come te, adesso?!-. Sorrise punzecchiandola.
-Cattivo!! Se tu, magari, parlassi di più, io non dovrei sempre sgolarmi!!!-.
Il ragazzo sorrise:
-Ma tesoro, non immagini nemmeno quanto sia bello ascoltarti…-. Proruppe con un sorriso tale da farla rimanere senza parole.
-E poi, hai visto? Riesco a farti zittire, quando voglio!-. Sorrise ironicamente.
-DRACO MALFOY…TU SEI...SEI…-. Lo fissò, arrabbiata, con le guance rosse e la fronte aggrottata.
-Terribilmente seducente? Ma dai, amore, questo lo sapevo già…-. Rispose con voce sicura e strascicata.
-NO! SEI UN VISCIDO VERME!-. E detto questo si alzò e gli voltò le spalle sbuffando e mettendo su il broncio.
Un broncio però, che era, per metà, finto.
Il ragazzo l’abbracciò da dietro e le mormorò tra i capelli:
-Te l’ha mai detto nessuno che quando ti arrabbi sembri una pentola a pressione?-. Chiese strascicando le parole e con voce velata d’ironia.
La ragazza sbuffò senza rispondere tentando di reprimere il sorriso che le nasceva sulle labbra.
-Sei un viscido verme…-Mormorò ma poi sorridendo.
- Ma, in fin dei conti, è per questo che TI AMO!-.
E giratasi gli saltò al collo,il ragazzo la premette con forza contro di sé e prese a baciarla con sempre più passione, fino a farle perdere la testa.


La ragazza si cullava in quelle emozioni e mentre si rilassava contro di lui si perse in alcuni pensieri e si staccò guardandolo con un mezzo sorriso ironico.
Il ragazzo la guardò interrogativamente:
-Cosa c'è?-. Domandò guardandola con sorpresa.
La ragazza sorrise con fare civettuolo e gli carezzò i capelli impomatati.
-Ricordi quando ci siamo visti la prima volta?-.
Il ragazzo sorrise tra sé.
-Dovrei?-.
-Fai uno sforzo...-.
-Come potrei dimenticarmene? Eravamo a Diagon Alley… e c'era quel deficiente d’Allock a presentare i suoi libri...-.
-Uhm,uhm!- Annuì Ginny.- Io ero venuta con la mia famiglia...e Harry...-. Aggiunse mentre continuava a carezzare distrattamente i suoi capelli.
-Potter...-. Mormorò lui con una smorfia, spontanea.
-Tu eri vestito di nero e indossavi questo mantello...-. Sorrise lei ignorando il suo disprezzo, quando gli aveva ricordato di Harry.
-Ah,sì?! Strano...io non ricordo com'eri vestita tu...ricordo solo che eri appiccicata a - umpft!- Potter e eri un afferetto, così...- Sorrise facendo gesto con la mano, indicando la sua altezza.
-Non è vero! Ero molto più alta!-. Ribatté, Ginny.
-Nei tuoi sogni, forse...-.
-Tsk! Facciamo finta che tu abbia ragione... allora ricorderai bene, quando ti ho detto DI LASCIARE IN PACE HARRY?!-. Sorrise con grand’ironia.
Con sua gran sorpresa lui sorrise ma il suo era un sorriso ironico e sarcastico.
-Ho pensato tu fossi una mocciosetta senza cervello...-.
-Che cosa??!!-.
-Già... nessuna sana di mente si sarebbe potuta innamorare di –umpft!- Potter…- Sorrise.
- E , sentiamo, signorina "ricordo-tutto-io" cosa ti avrei risposto, io?!-.
La ragazza sorrise e subito fece un sorrisetto malizioso imitandolo:
-Potter… ti sei fatto la ragazza!-. Parlò con voce strascicata e subdola e scoppiò a ridere guardando la sua espressione.
-Guarda che io non parlo, così!-.
-Oh,sì! Tu parli così: "Ci vediamo a scuola…"-. Disse imitando il suo sguardo duro e il suo modo di alzare le sopracciglia, all’indirizzo di Ron, in quel caso.
Stavolta fu lui a ridere.
-E brava,Grifondoro…10 a 0 per te… Comunque , anch'io ricordo un altro episodio interessante...-. Sorrise, perfidamente.

-Aspetta come faceva...ehm…”occhi verdi e lucenti di rospo in salamoia…* ”.-.

(* Draco sta facendo riferimento a un episodio avvenuto il giorno di S.Valentino, nel secondo libro, che non è presente nel film. Harry viene fermato da uno dei tanti cupidi alati – idea di Allock…^^’’’- che gli recita questo S.Valentino musicale e si deduce che sia stata opera di Ginny, considerando quanto lei ne fosse innamorata… Nd.A.)

Ginny lo fissò incredula mentre un colorito rosso le invadeva le gote.
-“Capelli neri e lucidi come di corvo in volo…”-. Continuò sorridendo con perfidia, come suo solito.
- BASTA!!! STA ZITTO!-.
-“Vorrei che fosse mio - quale divina gioia!-.” – Recitò con enfasi posando una mano sul cuore.
-DRACO FINISCILA!-.
- “L’eroe che ha sgominato del Mago Oscuro il dolo.”- .
- Il tuo S.VALENTINO, per Potter!-. Sorrise con il suo solito ghigno.- Allora…l’ho recitato bene??! Comunque ora siamo 10 a 10...-.
La ragazza era arrossita a tal punto da nascondere le lentiggini sparse sul suo volto cesellato.
-SEI UN INSENSIBILE!-. Urlò protendendosi verso di lui.
Il ragazzo sorrise ancora più, perfidamente.
-Ricordi? Sei scappata via, in lacrime, quando ti ho detto " Non credo proprio che a Potter sia piaciuto il tuo S.Valentino...*"-. Sorrise cattivo mentre lei non riusciva a dir nulla.
(* Draco le si rivolse a questo modo, quando lei gli passò accanto. Era arrabbiato perché Harry gli aveva tolto di mano, con l’incantesimo di disarmo, il diario di Tom Ridde che gli aveva sottratto, per deriderlo, pensando fosse il suo diario personale. Fa sempre parte dello stesso episodio non presente nel 2° film. Nd.A.)


- Serpeverde segna e passa in vantaggio...siamo ora 20 a 10.-.

La ragazza lo guardò con rabbia ma aveva ancora le guance rosse.
-Questo sta a dimostrare quanto sei sempre stato CATTIVO con me...non meriteresti d'avermi qui...-.
Il ragazzo sorrise, ironico.
-Sono pur sempre un Serpeverde, no?-.
-Piuttosto, Serpeverde, di' la verità...-. Sorrise con aria civettuola.
-E' chiaro che, fin da quando ci siamo "conosciuti" non ti è mai andato giù che io fossi innamorata di Harry!!-.
A quel punto le gote di Draco si tinsero appena di rosso e in un primo momento non riuscì a dir nulla.
-Grifondoro segna e pareggia 20 a 20!-. Ridacchiò.
- Guarda che non è affatto vero!-.
-Allora perché, ti comportavi sempre così con me??! AMMETTILO! ERI GELOSO, DA MORIRE!-.
-Ti sbagli! Sei una Weasley, era più che normale che ti sfottessi...-.
-Sarà...ma non credo proprio...-. Sorrise e s'accostò al suo orecchio- Ti dirò...eri così affascinante quando facevi il geloso...-. Si abbassò e lo baciò su una guancia.
-Ti adoro…-. Mormorò lui con un sorriso dolce.
-Anch’io…Grifondoro conquista il boccino e vince 170 a 20-. Sorrise prima che lui la baciasse ancora.

-Ma…come fai a ricordarti, ancora, il mio S.Valentino?-. (Ripeto che si è dedotto fosse suo…considerando la fuga in lacrime, per le parole di Draco e la cotta per Harry… Nd.A.).

Il ragazzo le sorrise con ancor più perfidia.
-Aspetta…devo averlo messo da qualche parte…- E davanti agli occhi increduli di Ginny prese a cercare nelle tasche del mantello e dei pantaloni finché non trovò qualcosa.
A quel punto i suoi occhi brillarono.
-Eccolo, qua!-. E porse alla ragazza il messaggio.
-L’hai…l’hai conservato per tutto questo tempo?!-.
-Certo…-. Sorrise dolcemente. - Casomai non avessi saputo come offendere Potter…questo non dovrebbe darmi degli altri punti?-.
-…- . Ginny lo guardò non sapendo se prenderlo a schiaffi o saltargli al collo.
Il ragazzo, intuendo il suo stato d’animo:
-Tralasciando che fosse quel perdente, il soggetto, devo dire che non era affatto brutta…oserei dire che fosse originale…anzi…non capisco perché tu non ne abbia scritta una per me!!-. Esclamò facendo il finto geloso.
-Beh…- Sorrise carezzandogli la guancia.- Vorrà dire che rimedierò…già mi viene in mente qualcosa… “occhi grigi e lucenti di ghiaccio in scioglimento…”-. Cominciò. (perdonate se ho scelto di usare versi sciolti…ma le rime non mi venivano…-___- Nd A.)
Il ragazzo ridacchiò:
- Impressionante…-.
-“Capelli biondi e lucidi come del sole un raggio…”-.
-Veramente lodevole…prosegui…-.
-Aspetta…ehm… “Vorrei che fosse mio – quale divina gioia!-.” –
- Bene, bene…manca la frase finale…-.
-“ Il Serpeverde che ha portato nel mio cuor l’amor…”-.
- Allora??!! Allora?!- Cominciò a saltellare. – Ti è piaciuta?-.
Il ragazzo sorrise:
-Mai sentita una poesia più ispirata…e più bella….-. Si chinò baciandole gli zigomi.

Sentirono il suono della pendola che segnalava l’una di notte.
-Sarà meglio, andare, poetessa…-. Mormorò lui, seppur riluttante.
-Mi mancherai,tantissimo, Draco...-. Sussurrò.
-Anche tu…ma ci rivedremo Sabato,no?-.
-Hai ragione…-.Sorrise.- A Hogsmeade…Dracuccio…-. Aggiunse, ben sapendo, come s’infastidiva ogni volta che Pansy lo chiamava a quel modo. Sorrise, sardonica.
Il ragazzo le rivolse un’occhiata gelida.
-Potrei anche concedertelo ma fa che non diventi un’abitudine…-.
-Grazie, DRACUCCIO!-. Rise per poi sbatter le palpebre, come faceva sempre Pansy quando lui s’avvicinava.
- Virginia…-.
-Sì, Dracuccio??!-. Gli rivolse un’occhiata leziosa e svenevole, prima di sbattere ancora le ciglia.
- Mi stai veramente facendo incavolare…-. Disse con sguardo freddo.
- No…Dracuccio…dai…ti prego…non ti arrabbiare!-. Sorrise e si protese per baciarlo sulla guancia. Si accostò al suo orecchio:
-E comunque tu sei solo il MIO Dracuccio…-. Si ritrasse sempre sorridendo.
Il ragazzo non poté che sciogliere la maschera di gelo e di rabbia per sorriderle, a sua volta.
- Sei veramente impossibile, a volte, devo aver avuto un brutto ascendente su di te…-.
Ginny ridacchiò:
- Beh…non posso negarlo…-.

-Piuttosto…facciamo verso le 15?-.
-Ci sarò…-. Sorrise.
-Bene…andiamo…ti accompagno…-.
La ragazza lo fissò con sorpresa:
-Ma…Draco…se ti scoprono…?!-.
-Non preoccuparti…-. Le sorrise e le prese una mano e la strinse.
La ragazza sorrise ricambiando la stretta e insieme uscirono dalla stanza e attraversando i buoi corridoi arrivarono al Dipinto della Signora Grassa, che era addormentata.

Ginny sbuffò:
-Mi toccherà svegliarla…uff!-.
Il ragazzo le sorrise e le prese le spalle.
-A Sabato, allora…-. E chiuse gli occhi dandole il bacio della buonanotte.
La ragazza lo strinse forte, finché il ragazzo non si staccò da lei.
Gli sorrise:
-Buonanotte…Dracuccio!-.
-Buonanotte…- Sorrise lui.
Ma sembrava non volessero separarsi, Ginny gli rubò un ultimo bacio, prima che lui le voltasse le spalle e si dirigesse verso il suo dormitorio.
Lo seguì con gli occhi, sorridendo sognante.
Si voltò e a quel punto la Signora Grassa si svegliò e la guardò con sospetto.
-Che cosa ci fai,lì, a quest’ora? Ti sembra…-. Ma non finì la frase perché la ragazza sussurrò “In medio stat virtus” e, seppur con riluttanza, la face passare.

Nessuno dei due si sarebbe mai immaginato che qualcuno, nascosto nell’oscurità, li avesse visti…


Con grande impazienza dei due innamorati arrivò il Sabato e tutta la scuola fu portata al villaggio di Hogsmeade per un’ennesima gita.
Ginny passò tutta la mattinata con Hermione, Harry e Ron facendo scorpacciate di dolci e di Burrobirra. Nel pomeriggio, invece, Hermione se la portò alla Locanda per una visita d’interesse storico.
Consultò l’orologio e vide che mancava solo un quarto d’ora all’appuntamento con Draco.
Sospirò pensando a lui…da quella sera nella Sala dei Trofei l’aveva visto di rado, erano entrambi occupati in quel periodo, lei per le lezioni e i test,amici, lui lo stesso ma in più aveva cominciato ad allenarsi a Quidditch.
Avrebbe voluto più volte sgattaiolare fuori dal castello e guardarlo allenarsi ma le circostanze glielo avevano impedito.

-Qualcosa non va, Ginny?-. Sorrise Hermione.
-Nulla, scusami, stavo pensando…-.
-Beh, ultimamente sei molto pensierosa…-.
-Lasciale prender fiato, Hermione, lei non è come te…non pensa SEMPRE e SOLTANTO allo studio!-. A intromettersi fu Ron. Sembrava che lui e Hermione litigassero almeno dieci volte al giorno,in quel periodo, eppure erano sempre più uniti, più di quanto loro stessi immaginassero.
Ginny e Harry si scambiarono un’occhiata complice, già da tempo avevano capito che i due erano cotti l’uno dell’altra, ma loro sembravano ancora non capirlo…o non pensarci, ad ogni modo.
Così, come al solito, cominciarono a rimbeccarsi, finché Harry li riappacificò con la scusa che doveva andare a far rifornimento di “materiale” da Zonko, il negozio di scherzi, per maghi.
Ginny sorrise “Perfetto…io me la svigno da Draco…”.
-Ehm, ragazzi, voi andate…io…beh…ecco…credo che andrò a bermi una bella Burrobirra!!-.
-Ma se stamani ce ne siamo bevuti a litri!!-. Irruppe il fratello, con un po’ di sospetto.
Ginny arrossì ma biascicò un :
-Lo sai che sono una golosona!!-. E sorrise come una bambina.
-Mah…certo che voi donne siete proprio strane!-. Rispose.
-NOI SAREMMO STRANE??! MA COME TI PERMETTI??!-. Ruggì Hermione.
-Avanti, ragazzi,andiamo!-. Harry, dopo aver salutato Ginny, trascinò via i due amici.

Ginny sorrise seguendoli con gli occhi ma poi volse l’attenzione all’orologio da polso e :
“OH, CACCHIO!! SONO GIA’ LE 15:10!”.
Prese a correre in direzione della Stamberga Strillante.
“ASPETTAMI, DRACO,TI PREGO!”.
Dopo una bella corsa, ancora ansimante, s’assicurò che nessuno la guardasse ed entrò nella casa, cominciandolo a cercare nelle varie stanze.

“Fa che non sia andato via, fa che non sia andato via, TI PREGO!”.
Setacciò le prime stanze ma sembrava che di lui non ci fossero tracce, cominciò a perdere le speranze quando:
-Ginny?-. Il ragazzo sbucò fuori dal salotto che – come tutta la casa, del resto – era polveroso e in brutto stato.
-Finalmente, sei arrivata…temevo non venissi più…-. Le disse dolcemente con un gran sorriso, solo per lei.
Le si avvicinò, sempre sorridente, e la strinse ai fianchi.
La ragazza sorrise e gli saltò al collo, felicissima d’essere ancora con il ragazzo che amava.
-Sono così felice di vederti!!-. Esclamò coccolandosi contro di lui, mentre lui la cingeva con le braccia.
- Anch’io…-. Sussurrò lui, poi la staccò da sé. – Andiamo…-. Mormorò e presala per la mano la condusse nella stanza nella quale un maestoso fuoco riscaldava il tutto, respingendo, al contempo, l’oscurità.
Quel posto le faceva venire i brividi: le finestre erano barricate, uno spesso strato di polvere ricopriva tutto e i mobili erano, in parte, malridotti, non c’era alcuna luce, se non quella del camino e quei pochi raggi di sole che penetravano dalle finestre.
La ragazza si lasciò condurre, poi lo vide sedersi ai piedi del camino.
Si sedette accanto a lui cingendosi le gambe con le braccia.
-Tieni…-. Mormorò lui e le porse uno dei due boccali di Burrobirra comprati ai “Tre manici di scopa”.
La ragazza allontanò da sé la bibita.
-Ne ho bevuta a litri, stamani…-. Disse con l’aria di chi ha il voltastomaco.
-Allora è meglio evitare…-. Sussurrò lui. – Altrimenti va a finire che ingrassi!!-Aggiunse subito dopo con un sorriso malizioso.
- COME TI PERMETTI??!!!-. Ruggì la ragazza dandogli una gomitata.
-Ho detto solo la verità…non vedo perché tu te la debba prendere, con me! Comunque…10 a 0 per Serpeverde...-. Disse con il suo sorrisetto odioso.
-IMPERTINENTE CHE NON SEI ALTRO! IL MIO CORPO E’ PERFETTO!!!-. Sbraitò sempre più rossa.
-Certo…l’importante è che sia tu a crederlo…-. Rispose lui con voce fredda e strascicata.
- CAROGNA CHE NON SEI ALTRO!-. (Si sa, l’amore nn è bello se nn è litigarello…ma ‘sti due…^^;;; Nd.A.)
Sbraitò alzandosi e voltandosi mettendo su il broncio.
Il ragazzo si alzò a sua volta e le strisciò dietro:
-E’ vero…il tuo corpo è perfetto…-. Mormorò con voce sensuale tra i suoi capelli. – Se così non fosse, non ti avrei mai degnata di uno sguardo!-. Aggiunse.
La ragazza per risposta gli diede una gomitata che lo colpì in pieno stomaco facendolo ansimare.
-MA DICO SEI IMPAZZITA?!-.
-Così impari! Sei un maleducato, un verme, una carogna, un pervertito, un degenerato…-Disse tutto di un fiato e terminò con un secco: - TI ODIO!-.
-Bene…allora puoi anche togliere il disturbo!-. Replicò lui girandosi verso il fuoco e dandole le spalle.
-Bene!-.
-Bene!-. Replicò lui più forte.
-Benissimo!!-. Sbraitò la rossa più forte che mai. – Non intendo rimanere un minuto di più!-. E detto questo si diresse verso l’uscita della stanza.
Fece per percorrere il corridoio ma poi si bloccò, incerta sul da farsi. Sospirò mentre nelle sue labbra prendeva posto un sorriso. “Non ce la faccio a resistere, devo baciarlo! Amore mio!!!”. Sorrise pronta a tornare nella stanza quando la voce di lui la sorprese:
-Fammi un piacere, quando esci chiudi la porta! Stanno entrando degli spifferi fastidiosi…-. La sua voce proveniva dall’interno ed era fredda e strascicata come sempre, oltre che altezzosa.
-CHE COSA??!-. La ragazza, indignata, rientrò nella stanza e lui si voltò.
-Beh…non dovevi andartene?-. Chiese lui con indifferenza, voltandosi verso di lei con le braccia incrociate.
-Non avrai veramente pensato che me n’andassi?!-.
Il ragazzo sorrise perfido:
-Sì, visto che avresti dovuto farlo!-.
Ginny lo guardò e si morse un labbro stringendo forte i pugni.
Il ragazzo sembrava divertito. Anzi, era più che divertito.

-Qualcosa non va, signorina?-. Chiese con un sorrisetto a dir poco odioso.
Ginny lo fulminò con lo sguardo per poi aprire e chiudere le mani con gesto furioso, per la voglia di stringergliele attorno al collo.
Batté pian piano il piede a terra come fosse in attesa.
-Ebbene…cosa significa codesto gesto…?-. Chiese lui.
- Cavolacci miei! Se LEI permette, ovviamente!-. Rispose aspra.
Il ragazzo sorrise:
- Ma io non LA trattengo, signorina, cosa ci fa ancora qui?-.
-A dir la verità sto aspettando il momento giusto per prenderla a calci nel deretano…o se preferisce potrei limitarmi ad una ginocchiata là-dove-non-batte-il-sole…-.
Il ragazzo divenne cinereo solo a pensare al dolore.
-Non credo sarebbe molto dignitoso, da parte sua…-.
-Non si preoccupi, per lei sarò più che felice di fare un’eccezione…-.
-Non ci tengo particolarmente, sa…-.
-Io, invece, sì…-. Rispose lei oltrepassando la soglia della porta e fermandosi nel mezzo della stanza con le braccia incrociate.

-Immagino…Comunque non è così che risolverà il suo problema…-.
-E di grazia, m’illustri, quale sarebbe il mio problema?-.
-Oh…nulla di grave, signorina, una semplice sindrome d’isteria e di schizofrenia uniti ad una tendenza a un comportamento da squilibrati, come si suole dire…-. Decantò saccente.
La ragazza fece una smorfia “alla Malfoy” per poi piantargli gli occhi nei suoi.
- Se lei permette io non sono né isterica, né schizofrenica, tanto meno squilibrata…l’unico mio problema è una persona alquanto viscida e depravata proprio come lei!-. Tuonò con rabbia.
- Se la persona in questione mi somiglia, posso assicurarle che lei è molto fortunata ad averla vicino e in ogni modo non credo che lei sia tanto sana, dal punto di vista mentale, almeno…-.
- Se lei e la persona in questione andate così d’accordo dovreste pensare a una relazione…sono sicura che insieme sareste felici…-. Replicò lei con un sorrisetto.
-Non credo sia possibile…a parte il fatto che io non sono omosessuale, ho già una splendida relazione con una ragazza altrettanto splendida…-. Disse con un sorrisetto un po’ più dolce.
La ragazza sorrise per un attimo.
-Immagino sia veramente splendida…altrimenti come potrebbe sopportarla?-.
- In verità le somiglia, giusto un po’…-.
-Ma, la prego, non mi dica…-.
- Avete le stesse, identiche, malattie mentali…poi io non sono uno psicanalista ma posso suggerirle una buona cura ai suoi problemi…-.
-E sentiamo in cosa consisterebbe codesta cura? Qualora constatassi di avere quei problemi…-.
- Direi che la cosa migliore sia qualche effusione, possibilmente con un ragazzo avvenente e in una casa abbandonata, come questa…-.
-Sa…non credo che il mio attuale partner gradirebbe…-. Sorrise maliziosa.
-Io, invece, credo di sì…-.
-E’ probabile che lo conosca…ha il suo stesso carattere, solo è un po’ più attraente e muscoloso…-.
-Come sarebbe a dire??!!-. Sbraitò il ragazzo.
-Non se la prenda! Lui trova da lamentarsi sul mio fisico…-.
-Allora vuol dire che è solo un idiota…-.
-Accidenti! Comincio a credere che siate la stessa persona!-.
Il ragazzo ridacchiò:
-Stia zitta e si lasci curare…-. Sussurrò e in meno di un secondo le fu davanti mentre la dominava in tutta la sua altezza e la sua figura.
La ragazza sorrise in modo civettuolo:
-Sa…non credo che il mio partner glielo perdonerebbe mai…-.
- Io direi che se lo merita…è troppo fortunato…-. Mormorò con un sorriso. E in meno di un secondo s’impossessò delle sue labbra gustando il suo sapore come se ne fosse stato a digiuno per tanto, troppo tempo. Con impeto la strinse approfondendo il bacio e penetrando in lei. La ragazza abbandonò le braccia intorno al suo collo lasciandosi andare tra le sue braccia forti ed energiche mentre accarezzava i capelli tirati all’indietro.
Si staccò da lui con gli occhi ancora brillanti della luce dell’amore:
- In fin dei conti, anch’io sono fortunata…-. Sussurrò mentre giocava con una ciocca dei suoi capelli rossi.
-E di grazia a cosa si riferisce? Al suo attuale partner o al sottoscritto?-. Sorrise malizioso.
-Oh,beh…questo dipende da lei…-.
- Da me? In che senso?-. Chiese con voce pacata.
- Dipenderà da quanto sarà bravo a curarmi…almeno secondo le sue terapie…-. Sorrise sagacemente mentre i suoi occhi s’illuminavano.
Il ragazzo sorrise a sua volta con alterigia e con malizia.
- Allora, mi spiace per il suo partner, ma non ci sarà paragone…-. Sussurrò spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-Fossi in lei non ne sarei tanto sicuro…-. Mormorò avvicinandosi a lui con passi sinuosi che ricordavano le movenze di una gattina, mentre lui s’inebriava di quei movimenti.
Avvicinò una mano al suo viso carezzandogli i capelli impomatati.
Il ragazzo sbatté le palpebre il tempo necessario per riprendere controllo e charme.
-Perché non dovrei?-. Chiese con aria di chi la sa lunga riguardo quell’ambito. – Lui la bacia così?-. Chiese impossessandosi delle sue labbra con prepotenza e con forza, stringendola per la nuca spingendola sempre più contro di sé.
Finalmente il ragazzo si scostò guardandola con spavalderia e con tutto lo charme possibile.
-In effetti no…-. Abbassò la testa quasi delusa. Ma poi la rialzò guardandolo in modo misterioso.
-Lui-. Sorrise mentre i suoi occhi brillavano più che mai. – Bacia in questo modo…-.
Il ragazzo non ci vide più…Ginny allungò le braccia al suo collo stringendosi forte per poi inclinarsi all’indietro, in una specie di passo di danza, costringendolo, con sua gran sorpresa, a porsi in avanti per tenerla e non farla cadere. La ragazza come affamata di lui non demordeva baciandolo con quanta più passione possibile. Il ragazzo, del canto suo, una volta riuscito a stringerla e a prendere in mano la situazione non si fece desiderare.
Dopo quella che sembrò un’eternità il ragazzo si staccò per riprendere fiato pur tenendola nella stessa posizione.
-Wow…-. Mormorò. – Mi ricordi di ucciderlo! Ma prima…-. E con sorriso scaltro riprese a baciarla con altrettanto impeto.

Finalmente i due ragazzi si separarono. Il ragazzo non poté non sorridere guardandola: le guance rosse come il fuoco, i capelli appena arruffati e uno strano sorriso sulle labbra. Il sorriso di un’anima innamorata che si trova in uno stato di profonda euforia.
La ragazza lo guardava come presa da uno strano torpore, in uno stato di sollucchero.
Lui, del resto, non era da meno: anche le sue guance erano un po’ più rosee del solito e ciò ben si notava a causa della particolare chiarezza del suo volto ma i suoi capelli erano sempre in ordine, grazie alla quantità di gel utilizzato.


-Che cosa direbbe la sua fidanzata se lo venisse a sapere?-. Chiese Ginny sorridendo.
-Oh…non si preoccupi…credo stia pensando ad altro in questo momento…-. Sorrise e si avvicinò a lei prendendo a baciarla sul collo.
La guardò negli occhi sorridendo:
-Anzi…le dirò…sono in procinto di lasciarla!-.
-Lei è una serpe…-. Sussurrò Ginny.
-Basta con questo gioco dei “Lei” o mi verrà mal di testa…-. Mormorò lui.
-Allora: sei una serpe, Draco…-. Mormorò prima di premere le labbra contro la sua guancia.
- Lo so…e ne vado fiero…-.
La ragazza ridacchiò.
- “ Occhi grigi e limpidi…”-. Cominciò a declamare prima che lui prendesse a baciarla, ancora.

Si staccò da lui:
- “…di ghiaccio in scioglimento…”.-
- ZITTA!-. Bofonchiò lui prendendo a baciarla sul collo mentre lei osservava il camino scoppiettante.
Sospirò mentre il ragazzo la stringeva, baciandola ancora sul collo.
Chiuse gli occhi percependo il suo alito sulla sua pelle, le sue labbra calde, il suo profumo inebriarla e mandarla in brodo di giuggiole.

- Draco?-. Mormorò tutto a un tratto con voce seria.
- Uhhhmmm?!-.
- Quando arriverà…quando arriverà il momento in cui non dovremo più nasconderci?-. Il ragazzo smise all’istante di baciarla e alzò il viso per guardarla negli occhi.
- Quando ?-. Chiese, ancora, lei.

Il ragazzo si staccò da lei e , evitando il suo sguardo, sospirò abbassando la testa.
La ragazza abbassò, a sua volta, la testa.

Per un istante nessuno parlò, perché nessuno dei due sapeva come rispondere. Osservarono il fuoco ascoltando la legna ardere e il vento, ululante.
Poi Draco parlò.

-Arriverà, quel momento, quando saremo pronti…-.
Ginny fissò il suo profilo non dicendo nulla.
-…e quando gli altri saranno pronti a capirci…-. Mormorò con un poco di malinconia. “ Quando sarò pronto a ribellarmi a mio padre, se sarà necessario…”. Pensò tra sé.
Ginny gli si fece vicina e si posò contro il suo torace.
- Ti amo, Draco…-. Mormorò carezzandolo.
Il ragazzo le alzò la testa e la baciò con passione e ardore, fino a che non mancò l’aria ad entrambi.
- Anch’io ti amo, Ginny…-. Mormorò poi stringendola a sé in un dolce e lungo abbraccio.
- Ti prometto, che avverrà…-. Mormorò dopo.


°°°°


Dopo il fine settimana a Hogmeade, riprese la routine scolastica: lezioni, compiti, test, interrogazioni, allenamenti di Quidditch…

Ginny era in biblioteca e stava ultimando una ricerca per la lezione di Trasfigurazione, che si sarebbe tenuta il giorno dopo.
La ricerca avrebbe dovuto essere lunga due rotoli di pergamena e, con tutto il materiale fornitogli – se pur con bruschezza- dalla signora Prince, non trovò alcuna difficoltà.
- Fatto!-. Sorrise tra sé. Stava per scrivere in un angolo, in alto, del foglio di pergamena il suo nome quando delle voci familiari la interruppero.
-Ginny!-. Era Fred, seguito , come sempre, dal loro fratello George.
- HANF- FINALMENTE- HANF- TI ABBIAMO- HANF- TROVATA!-. Ansimò, quest’ultimo.
- Cosa c’è?! Non ditemi che n’avete fatta una delle vostre!! Tipo nascondere un animale nella cattedra del prof. Vitius…-. Li fissò lei, con aria, di rimprovero, ereditata, senz’altro da sua madre.
- Ehy! Che bella idea!!!-. Gioì Fred.
- Grazie sorellina!! Dovremmo solo scegliere quale animale metterci…-. Aggiunse George.
- Piuttosto…come mai siete in una BIBLIOTECA?!-.
- Beh…ci ha mandati Piton, a cercarti, vuole parlarti…-. Rispose George.
- Parlarmi?! Cosa vuole da me?!-. Chiese.
- Beh…forse vuole usarti come cavia per una pozione di veleno!- Sorrise Fred.- Non lo sappiamo…comunque devi andare al più presto…-.
-Ah! Ho capito! Si tratta del compito di Pozioni! Devo averlo fatto così bene che penserà abbia copiato…uffff!-.
-Ci vediamo!-. La salutarono i gemelli, uscendo e confabulando sul piano suggeritogli, involontariamente, dalla sorella.

-Uffff!! Io volevo scrivere al MIO Dracuccio!-. Gemette ma poi scese fino ad arrivare al piano terra e si diresse verso i sotterranei, nell’aula di Piton che a quell’ora non era occupata da nessuna classe.



Draco rideva e parlava con Tiger e Goyle, come sempre… ma c’era un senso di vuoto e di delusione che lo opprimeva. Era entrato in Sala Grande, come sempre camminando a testa alta, aveva dato, come di consueto, occhiate in giro…si era soffermato a guardare verso i Grifondoro…allora era stato come un fulmine a ciel sereno…il posto di Ginny era occupato da Calì Patil, aveva osservato tutta la tavola ma non riusciva a scorgere i suoi occhi, i suoi capelli rossi, il suo viso … Ginny…ma dov’era.
Si era seduto, al suo posto, pensando che – probabilmente - sarebbe arrivata in ritardo…eppure…
Era rimasto alla Tavola, anche dopo aver pranzato, più di quanto faceva abitualmente, ma lei non era venuta…lei non si era presentata…dov’era, allora?
Pansy Parkinson si era seduta davanti a lui e spesso tentava di interessarlo riportandogli le ultime chiacchiere di corridoio.
Il ragazzo la fissava senza vederla, ascoltava senza sentire… finché non le sentì dire:
-La Weasley!!-.
A quel punto cadde dalle nuvole e, facendo una smorfia finta:
-Che cosa ha fatto, quella figlia di babbanofili?!-. Chiese, mostrandosi- con gran piacere di Pansy- interessato, per la prima volta durante la conversazione.
- Ha preso 8 nel test di Pozioni!! Incredibile!!! Sono sicura che ha copiato!!-.
-Ha…ha preso 8?!-. Il ragazzo sorrise tra sé, sapeva quanto Piton la torturasse, e come la strapazzasse dandole meno di quanto meritava. Gli aveva raccontato di quanto fosse importante quel test…e di come avesse studiato con impegno assieme alla Granger. Si rasserenò… probabilmente stava mandando un gufo ai genitori e incorniciando i rotoli di pergamena…ma – se anche fosse - perché ci metteva tanto? Forse avrebbe dovuto scriverle…
-TI RENDI CONTO?!-. Urlò Pansy.- Quella campagnola da due soldi! Ha persino cominciato a truccarsi! Chissà chi si crede d’essere!!! Quella smorfiosa zoticona! Scommetto che le verrà la cellulite!! -.
“ Parli proprio tu, brutta gallina…non fai altro che starnazzare dalla mattina alla sera…ti verrà un colpo quando mi vedrai con la ‘campagnola, smorfiosa, zoticona ’ … cellulite! Tze! Ma che diavolo avrai in quel cervello?? Mi fai schifo solo a guardarti…sembri un carlino… ” Pensò tra sé.
-Andiamo ragazzi…-. Disse alzandosi.
-Ma come, te ne vai già?!-. Chiese Pansy, tutta uno zucchero, sbattendo le ciglia, in un atto di civetteria che a Draco fece trattenere a stento la nausea.
-Allenamenti di Quidditch…scusami…-. Disse con falsa cortesia.
- Ma….ma come?! Tra un’ora abbiamo la lezione di Trasfigurazione…con quei perdenti dei Grifondoro!!!E poi i tutta la squadra sta ancora mangiando!-. Continuò lei guardandolo, languidamente.
- Ehm…sai, per ehm migliorare, ho deciso d’allenarmi da solo…con Tiger e Goyle.
Spiacente…a dopo, Pansy!-. Salutò.
- Ti terrò il posto, allora!-. Sorrise mostrando la dentatura tutt’altro che perfetta.
Poco mancò che Draco non trattenesse una smorfia ma si limitò ad un:
- Lo sai che siedo sempre con i miei scagnoz…ehm…amici…-. Si corresse.
-Ma Draco…-. Sorrisero i due pensando di fargli un piacere.- Non preoccuparti, per noi…-.
-Già!- Insistette Pansy. – Ti prego…Draco…Dracuccio!-.
Questo era veramente troppo! Dracuccio??!! Solo una persona poteva chiamarlo così…si riscosse…Ginny…
-Lo sapete che la Mc Grannit non vuole che ci cambiamo di posti!!-. Disse dando ad entrambi – alle spalle di Pansy – un’occhiata, assai, eloquente.
-Ah…ehm…va bene…Draco…-. Rispose Tiger.
-Sì, sì, hai ragione…-. Aggiunse Goyle. Entrambi lo guardarono, mortificati.
- Andiamo…-. Disse prima che Pansy replicasse.
-Ma…ma…-. Cominciò Pansy.
- A dopo!-. Tagliò corto Draco, stufo di tutte quelle insistenze e di quei tentativi di seduzione.

-Quella Pansy! Sembra una ciabatta, non fa che starnazzare! E io, che l’ho invitata pure al ballo…-. Bofonchiò pensando all’anno prima, quando parteciparono al Ballo del Ceppo.
- Ma chi si crede d’essere! Accidenti, non la sopporto più….’Dracuccio…ti prego…dai…’…umpft!-.
- Credevamo, ti piacesse…-. Mormorò Tiger, a voce bassissima.
- A ME??!! MA DICO TI E’ ANDATO DI VOLTA IL CERVELLO??!!! -. I suoi occhi dardeggiavano di rabbia, come non mai. – E SE PROVATE A FREGARMI UN’ALTRA VOLTA VI FACCIO CASTRARE!-. Aggiunse.
- PER COLPA VOSTRA QUASI ERO COSTRETTO A SEDERE VICINO A LEI!-.
I due indietreggiarono, spaventati, sussurrando all’unisono:
-Non lo faremo più…scusaci…-.
- Umpft! Non c'è proprio paragone con Ginny…-. Mormorò ma poi, vedendo le loro occhiate interrogative, si riscosse.
“M***A!! Mi sono fregato!”.
- Ginny?! Chi è ?! Una tua amica?!-. Chiesero i due.
- UN’ALTRA PAROLA E VI FACCIO AVVELENARE DA PITON!!-.“Meno male che sono così svegli…”, sospirò di sollievo.


Tutto era finito.
Contro la sua volontà, tutto era finito…tutto doveva finire…

La cosa più brutta era che avrebbe dovuto dirlo a Draco, ancora non sapeva come…ma sapeva che gli avrebbe spezzato il cuore…e sapeva non se lo sarebbe mai perdonato.
Si lasciò cadere, sul letto, della sua camera, incapace di resistere al dolore.
Uno spasmo di sofferenza le aveva imprigionato l’anima , un nodo si era fermato in gola, il cuore bruciava…bruciava di rabbia cieca e sorda, bruciava di risentimento, bruciava di abbandono, bruciava di dolore…
Credeva d’aver sopportato tutto il dolore immaginabile…credeva che non avrebbe mai più sofferto così, credeva che non avrebbe più avuto quel senso di vuoto, di lacerazione, di perdita….credeva che non avrebbe mai più rischiato di morire di dolore…

Era ora di pranzo…ma non voleva scendere in Sala Grande, non voleva liberare quel nodo mandando giù del cibo – anche se sarebbe stato improbabile- , non voleva vederlo…sarebbe stata un’agonia ancora più grande del dolore stesso…non voleva vedere la gente…non voleva esser costretta a dare spiegazioni…non voleva far vedere i suoi occhi rossi e il suo viso pallido…voleva solo stare stesa su quel letto e piangere quante più lacrime possibili, sentire il cuore bruciare come un fuoco indomabile…voleva solo abbandonarsi…perdersi nel dolore…ma era già persa…


-Potete, andare, ragazzi! La lezione è finita!-. Sorrise Hagrid.* – Ehm…Ginny…ti spiace rimanere un attimo, qua?! Ho bisogno che mi aiuti…-. Mormorò Hagrid, in tono eloquente. (* Mi spiace rovinare la sorpresa a chi non ha letto il 3^ libro e aspetta il film, ma Hagrid è diventato, per richiesta di Silente, il nuovo insegnante di Cura delle Creature Magiche. Nd.A.)
Ginny annuì e insieme a Hagrid guardò la classe,del 4° anno dei Grifondoro, rientrare al castello.
Hagrid si schiarì la voce, guardandola seriamente.
-Ehm…Ginny…- Cominciò scavalcando il recinto, nel quale vi erano due splendidi cuccioli d’unicorno.
- Ho notato che…ehm…-. Hagrid cominciò a spazzolare la criniera del primo unicorno mentre cercava le parole giuste da dire. – Non eri molto…ehm…attenta, oggi…-. Mormorò, evitando il suo sguardo.
Ginny trasalì:
-Io…ecco…-. Balbettò non riuscendo a trovare le parole giuste.
-Io non voglio impicciarmi…-. Sussurrò Hagrid, inaspettatamente, a disagio. – Solo che sembri triste…ecco…-.
Ginny lo fissò con una sorta di tenerezza ma poi distolse lo sguardo, tentando disperatamente di cercare una scusa plausibile, trattenendo la voglia di piangere al solo pensiero di Draco.
- Hai litigato con Ron?-. Chiese. – Perché, se è così, gliene dico quattro quando lo vedo…-. Disse sorridendo sotto la folta e ispida barba.
- No…-. Sorrise Ginny. – Tranquillo…non è nulla d’importante…-. Disse, però, con una nota di malinconia, che tradiva le sue stesse parole.
- Ho capito…beh…io vado a dar da mangiare a Thor…sì…vado…non è che ti va una tazza di the e qualche pasticcino?!-.
- No…Hagrid…ti ringrazio…-. Mormorò.
- Di nulla…-. Sorrise. – A presto, Ginny…Salutami Harry, Ron ed Hermione…-.
- Non mancherò…-. Mormorò guardandolo andare in direzione della sua capanna.


Rimase sola…sola con il vento ululante…sola con il freddo che la pungeva…sola con i suoi pensieri, il suo dolore, la sua voglia di piangere…
Si perse in quel silenzio…ascoltò il suono del vento…gli unicorni che nitrivano…
Osservò le foglie in volo…il sole che stava per addormentarsi…il tramonto…

Rabbrividì stringendosi il mantello addosso e coprendo la gola con la sciarpa rossa e gialla.
Uno dei cuccioli d’unicorno nitrì, facendola riscuotere dai suoi stessi pensieri.
Sorrise, e entrò nel recinto, aperto.
S’avvicinò al primo unicorno e si guardarono negli occhi, per un istante. Lo splendido animale, non avendo ancora compiuto due anni, era dorato e non aveva il corno, che sarebbe cresciuto a quattro,mentre a sette sarebbe diventato bianco
L’unicorno spinse il muso verso di lei, in avanti, colpendole lo stomaco.
Ginny ridacchiò e cominciò a carezzargli il muso.
Poi si mise di lato e ,presa una spazzola lasciata da Hagrid, sfiorò la splendida criniera.


-Sono degli animali, veramente, stupendi…non trovi?-.

Una voce, dietro di lei, la fece sobbalzare.
-Draco!-. La spazzola le scivolò di mano e cadde, sull’erba.
Gli occhi sbarrati, un nodo in gola, le gambe tremanti, il cuore che bruciava di dolore.
“Draco…no…”.

Il ragazzo, nel frattempo, sorridendo si era avvicinato a lei.
Non la guardò in viso, preso ad ammirare l’animale. Cominciò a carezzarlo lentamente e dolcemente.
Ricordava che gli unicorni preferivano il tocco femminile. L’anno prima anche Paciock l’aveva capito, ma a sue spese.

Ginny lo fissò, mentre era intento a carezzare il dorso dell’animale, era Draco…il suo Draco…
Draco…che l’affascinava ogni giorno di più…
Draco…che la faceva impazzire…
Draco…che la baciava con tanta passione…
Draco…che la emozionava con un solo tocco…
Draco…che aveva due occhi grigi che la immobilizzavano…
Draco…che era un raggio di sole…
Draco…che lei amava…

Il ragazzo sorrise e si voltò verso di lei, mentre il vento gli scompigliava i capelli.
Ginny trasalì fuggendo al suo sguardo.
Il ragazzo la guardò, confuso.

-Ginny…?-. Mormorò.
Tentò di guardarla negli occhi ma la ragazza si girò bruscamente, stringendosi nel mantello, e allontanandosi verso il recinto.
Il ragazzo fissò la sua schiena, con sorpresa.

Ma cos’aveva?
Perché stava cercando d’evitarlo?
Cosa l’era successo?
Non voleva parlargli?
Prima il pranzo saltato…e adesso questo strano atteggiamento…

-Ginny…-. Mormorò con una nota di sorpresa. La ragazza non si mosse né parlò, le lacrime le avevano, ormai, solcato il bel viso e stava tentando di trattenere i singhiozzi…stava piangendo…
Il ragazzo allora s’avvicinò , con terrore di Ginny.
No…non doveva vederla piangere…doveva troncare tutto…subito…prima che perdesse, del tutto, il controllo…

-Ginny…cosa c’è?!-. Chiese, perplesso. Non capiva. Era così strana…diversa dal solito…ma una cosa era certa: gli stava nascondendo, qualcosa.
Posò appena una mano sulla sua spalla e la sentì sussultare.
-Draco…no…ti prego…-. Mormorò con voce strozzata.

Draco la fissò con tanto d’occhi. Ma cosa l’era preso??! Cosa significava quel “no”?! Non solo non stava capendo niente ma la cosa doveva essere seria, molto seria.
-Ginny…-. Mormorò con decisione.
-….- . Perché era successo proprio a lei, perché doveva soffrire? Perché doveva far soffrire Draco? Perché? Perché?!
Draco le prese anche l'altra spalla.
-Guardami…-. Mormorò con la sua voce fredda.

- Draco…no…-. Gemette la ragazza ma il ragazzo la scosse con forza.
-Ginny…cos’è successo…per l’amor del cielo, GUARDAMI!-. Il ragazzo la prese con forza costringendola a girarsi, con angoscia di Ginny.

- Gi…Ginny ?!-. Il ragazzo sussultò.
Stava piangendo, i suoi occhi erano arrossati e vacillava , le guance rosse e le labbra tremanti.
-Ginny, ti prego, cos’è successo?!-. Le chiese prendendole ancora le spalle e scuotendola.
Ma nessuna parola sgorgò dalle sue labbra se non un suono strozzato.
- Insomma, Ginny, ti vuoi decidere a dirmi qualcosa?!-. Draco la fissò con impazienza e angoscia,non poteva vederla in quello stato, sembrava un cerbiatto ferito, una colomba imprigionata.
La ragazza per tutta risposta volse lo sguardo di lato, e si sfregò gli occhi, con le maniche del mantello.
Poi, finalmente, lo guardò, per un istante e quello che vide la fece stare ancora più male.
“Oh Draco…amore mio…perdonami, ti prego…”.

-Draco…mi spiace ma…-. E qui volse lo sguardo di lato.- Ma è…è finita…-. Mormorò con voce dura e falsa.

”Ma è finita”.
“Ma è finita”.
“Ma è finita”.

Draco sentì il cuore frantumarsi come una lastra di vetro. Le viscere gli si contorsero, una morsa si strinse attorno al cuore, gli occhi strabuzzarono, la gola si chiuse in un nodo di ghiaccio.
Fu come se mille spade si fossero conficcate nel suo corpo. Fu come un fulmine a ciel sereno. Come se un’onda lo stesse schiacciando e sommergendo d’acqua. Si sentì mancare il terreno sotto i piedi, sentì mozzarsi il respiro.

-Ma...ma cosa...?!-. Il ragazzo balbettò, sorpreso al massimo, a fatica.
Ginny non rispose ma si limitò a non guardarlo.
-No…non può essere vero…-. Balbettò con voce rauca.
Ma Ginny strizzò forte le palpebre e tentò d’allontanarsi ma il ragazzo le bloccò la strada stringendole le braccia e spingendola contro il recinto, con forza.

-Ginny…dimmi…dimmi che non è vero…-. La sua voce era rauca, strozzata e velata di repressa disperazione fusa alla sorpresa e allo shock.
- Lasciami…ti prego…lasciami!-. Urlò ancora piangendo.
- Ti prego…dimmi che non è vero…-. I suoi occhi vacillarono e si sentì perso, si sentì come schiacciato da tanto dolore cadutogli addosso, in una sola volta.
- Mi spiace…-. Mormorò Ginny. – Devi accettare la realtà…-. Mormorò con voce falsamente dura e distaccata.
-…-.

Fu come se l’avesse accoltellato. Mollò subito la presa, continuando a guardarla, ancora non riuscendo a capacitarsi di cosa era appena successo.

Ginny si staccò da lui e subito corse via. Uscì dal recinto per tornare al castello con la vista offuscata da tutte le lacrime che stava piangendo.

Completamente svuotato il ragazzo si lasciò cadere a terra e prese a colpire con violenza il terreno con un pugno…e inerme continuò a fissare l’erba sotto di lui.


Ginny corse all’impazzata fino alla Sala Comune dove intercettò Harry, Hermione e Ron, i quali, distolsero lo sguardo dai loro compiti e si alzarono, con grande angoscia, quando la videro entrare in lacrime.
-Ginny!-.
-Ginny! Sorellina…cos’è successo?!-.
-Ginny?!-.

La ragazza urtò tutti i Grifondoro che stavano andando nella parte opposta e – sotto gli occhi increduli e spaventati del fratello e degli amici – salì le scale fino al dormitorio delle ragazze. Sentirono sbattere la porta e si fissarono non riuscendo a capire.


Entrò nella sua camera e pianse, pianse, pianse fino a quando non si sentì svuotata e persa.
Cadde in un profondo sonno, tormentato d’incubi, nei quali un ragazzo biondo dagli occhi di ghiaccio la pregava e supplicava, poi cadeva a terra, straziato, svuotato, solo.


…TO BE CONTINUED…

 
Continua nel capitolo:


 
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