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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Yu-Gi-Oh!
Titolo Fanfic: TRA LA NEBBIA DI DOMINO
Genere: Romantico, Commedia
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: kurrykaira galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 03/02/2022 14:00:27

Mai lavora come modella in un lussuoso ricevimento, Jonouchi decide di entrare di soppiatto per poterle parlare.
 
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- Capitolo 1° -

"Ti ho vista su quel manifesto attaccato in malo modo nei vicoli di Domino.
Eri tu, ma mi sembrava di non conoscerti.
Non ho capito che cosa mi stesse pubblicizzando, un evento? Un nuovo ristorante? Una crociera?
Forse, visto che mi era così poco chiaro, non era un buon marketing, o forse, dico forse, sono stupido io.
Non avrei dovuto lasciarti andare.
Non avrei dovuto lasciarti andare perché tu non sei più tornata, e sai com'è, questo ha reso le cose tra di noi un po' più difficili.
Ti odio, ma devo ammettere che quella ragazza, quella sul manifesto, che mi sembra di non conoscere, è veramente una bella ragazza;
complimenti, stronza."

- Ehi-
"Una voce molto dolce per un semplice e un po' maleducato 'ehi'."
Il ragazzo in jeans e maglietta verde stropicciata si voltò, dando le spalle a quel manifesto nel vicolo. Era quasi sera, ma essendo estate il sole era ancora alto, però era buio in quel vicolo, come in quasi tutti i vicoli di quella città.
Nonostante dai pensieri filosofici e quasi poetici sembrava volesse essere un uomo maturo e superiore il cuore gli balzò in gola e il viso giovane si colorò di rosso. La ragazza del manifesto, quella che sembrava non riconoscere, era lì. Vestita proprio come in quella foto. Una lunga gonna nera in stoffa leggera, mentre la parte superiore era in pizzo bianco, lasciava le braccia scoperte annodandosi al collo, si intravedeva tra il pizzo un'elegante scollatura. Era bella, anche dal vivo.
Lei sollevò la mano destra, nella quale teneva una borsetta nera, aggiustandosi uno dei ciuffi che le coprivano il viso nonostante i capelli biondi raccolti.
- Ehi!- Rispose lui, più arrogante, dopo quegli istanti che sembrarono eterni.
- Ehi!- Sospirò di nuovo lei, più allegra, non riuscendo a trattenere un sorriso dolcissimo. Poi aggiunse, perdendo subito quella dolcezza e avvolta dal sarcasmo:
- Spostati, copri il manifesto dove c'è quella bellissima ragazza!-
Il ragazzo si scostò indicandolo:- Oh, intendi questo? Vedo un manifesto, ma nessuna bella ragazza!-
- Stronzo.-
- Tu di più.-
Scoppiarono a ridere poi, lei in quella che sembrava una risata spontanea e sincera, lui in una risata divertita ma piena di amarezza.
Lei si ricompose, sfiorò la guancia di lui con due leggeri schiaffetti:- E' stato bello vederti Jonouchi, ma ora devo andare. Sai? La roba pubblicizzata nel manifesto è oggi!- Diede lui le spalle:- Vado. Salutami gli altri!-
Lui rimase fermo con le mani in tasca e con lo sguardo imbronciato:- Mai!- Urlò poi e lei, ora leggermente distante, si voltò incuriosita.
Katsuya:- Non ho mica capito cosa pubblicizza!-
Lei, inarcando un sopracciglio infastidita:- E' perché sei scemo, Jonouchi- e riprese a camminare mentre una leggera nebbia iniziava ad avvolgere il vicolo accompagnandola lontana da lui.

Poi si voltò di nuovo, irritata:- Insomma è chiaro cosa pubblicizzi!-
Katsuya:- No- rimasto lì, con le mani in tasca.
Lei camminando veloce, tacchi permettendo, lo raggiunse picchiando la mano più volte sul manifesto:- E' un ricevimento per pubblicizzare questo nuovo profumo di quella marca fa-mo-sis-si-ma e devo dire molto cara, il ricavato delle prime dieci boccette andrà in beneficenza...-
- A chi puzza?-
-...agli animali protetti- puntualizzò ignorandolo.
Katsuya:- Beh, gli animali puzzano.-
Mai:- Anche tu, ma non ti faccio beneficenza.-
Katsuya:- Ne avrei bisogno- ammise ancora più amaramente, poi continuò:- ma che se ne fanno gli animali di soldi?-
Mai:- Ma io perché continuo a parlarti?-
Katsuya:- Marca famosissima, cioè?-
La donna rimase in silenzio con sguardo corrucciato a pensieroso, poi ammise:- Se ti sposti dal manifesto posso leggere il nome.-
Lui scoppiò a ridere:- Ma non lo ricordi nemmeno tu!!- Poi ricomponendosi:- Ma tu che c'entri?-
Mai:- Sono "solo" la modella, per attirare gli uomini ricchi non bastano i panda. Ciao ciao Jono.-
- Ciao- sfiatò infine lui vedendola andare via veramente questa volta.

Rimase in silenzio in quel vicolo, con le spalle poggiate alla sua foto, per quasi due minuti. Il sole forse era tramontato, iniziava a fare un po' freddo. Ripensò a tutto quello che aveva pensato quando voleva fare il duro e maturo "non avrei dovuto lasciarti andare, stronza", lo sguardo si fece più cupo. Alzò la schiena da quel muro e iniziò a correre nella direzione che pochi minuti prima aveva preso la modella che voleva dare soldi agli adorabili panda puzzolenti.
Come aveva intuito il ricevimento era pressoché lì, svoltato l'angolo c'era questo grande edificio con le luci calde accese. Un grande portone accoglieva persone vestite eleganti. Guardò i suoi vestiti e pensò che avrebbe dovuto stirare la maglietta, come se il problema fosse stato unicamente quello.
Chissà se facevano entrare chiunque o solo gente ricca. Non potevano sapere se lui avesse i soldi o no solo guardandolo! Ma chi voleva prendere in giro? Puzzava di povertà, è per la prima e ultima volta pensò che sarebbe voluto essere Seto Kaiba. A quel pensiero gli si gelò il sangue nelle vene e impugnando tutto il coraggio di cui era dotato, che non era poco, si presentò davanti ai buttafuori.

Ma come previsto venne gentilmente sbattuto fuori.
Katsuya:- Ma guarda questa gente per bene! E se avessi voluto dare a quei panda i soli spicci che ho?! Eh? Eh?!- Urlò venendo travolto dalla gente in coda.
- I panda non se ne fanno niente dei tuoi spicci, Jonouchi. E in effetti, si ribadisce il concetto, nessuno al mondo ha bisogno di te.-
Il ragazzo, caduto a terra, si voltò alzando lo sguardo, lo fece futilmente, tanto era abbastanza chiaro di chi fosse quella voce. Difatti il sangue nelle vene gli si gelò ancora di più.
- Kaiba- sputò rabbioso ma anche vergognosamente, non stava facendo una bella figura.
Seto:- Spostati, se non vuoi che ti calpesti.-
Katsuya si alzò, spolverandosi i jeans:- Figurati. Un posto per ricchi, non pensavo fossi interessato agli animali però.-
Seto sorrise appena:- Hai ragione, difatti non sono interessato a te- lo evitò continuando per la sua strada ed entrando nel palazzo.
Katsuya ci mise un po' a capire l'insulto, si indignò, urlò e si nascose in una stradina eludendo la sorveglianza. Notò una finestra aperta ai piani alti sul retro del palazzo. La luce era spenta, doveva riuscire a intrufolarsi arrampicandosi sulla grondaia. "Per fortuna" pensò "sono un ragazzo molto atletico e così poco prudente!" Ingoiò la saliva e la rabbia ancora vivida per il proprietario della Kaiba Corp. e iniziò a salire. Un po' stanco riuscì ad arrivare alla finestra, entrò nella stanza con agilità sperando non ci fosse nessuno ma finì addosso a qualcuno cadendoci sopra. Nel panico si alzò e cercò anche di aiutare quella che sembrava una creatura esile. La creatura corse ad accendere la luce. "Ok, la mia avventura finisce già" sospirò il biondo.
- Jonouchi Katsuya?!- Disse la creatura e lui alzò lo sguardo:
- Mokuba?!-
- Che diavolo ci fai qui?!- Il bambino, anche se nervoso, parlava a voce bassa e chiuse la porta per evitare che qualcuno li vedesse.
Katsuya balbettò cose senza senso per cercare di darsi ragione.
Mokuba:- Aspetta, ho capito sai?-
Katsuya imbarazzato si calmò:- Ah sì?-
Mokuba sorrise:- Mai Kujaku!-
Katsuya arrossì rimanendo zitto.
Mokuba:- Capisco, vuoi rivedere la tua amica! Ma non puoi stare qui!-
Katsuya cacciò una banconota stropicciata che aveva nelle tasche:- Per i panda.-
Mokuba scoppiò a ridere:- Non funziona così! Devi comprare i profumi! E con quegli spicci direi proprio che è fuori questione.-
Katsuya sbuffò:- Quindi? Mi butti fuori anche tu?-
Il bambino sospirò incrociando le braccia, stette un attimo a pensare:- Rimani qui- disse poi:- nasconditi, io torno subito.-
Katsuya annuì stranito e aspettò il Kaiba decisamente più simpatico.
Poco dopo il bambino rientrò con in mano un classico smoking nero e una camicia rossa.
Mokuba:- Indossalo, così potrai mischiarti ai signori nella sala senza dare nell'occhio!- Rifletté che Katsuya in qualche modo avrebbe comunque dato nell'occhio:- Non troppo almeno. Indossalo, e cerca di essere più intelligente.-
Katsuya annuì prendendo lo smoking dalle braccia del Kaiba in fondo poi non così tanto più simpatico.
Indossò l'abito nascondendo i suoi nella stanza. I pantaloni e le maniche gli andavano lunghi ma tutto sommato gli entrava. Mentre si arrotolava la stoffa in più sulle caviglie e sui polsi gli balzò un dubbio:- Mokuba... di chi è questo vestito?-
Mokuba:- Chiaramente di mio fratello. Ma non gli piaceva e ha deciso di mettere qualcosa di meglio. Cerca di non farti vedere da lui alla festa...-
Katsuya quasi bestemmiò rispogliandosi, il bambino lo bloccò:- Sciocco! Non vuoi rivedere la tua amica??-
"Certo che voglio! Dannazione!" Si tenne il vestito:- Grazie Mokuba. Allora, vado- imboccò il corridoio seguendo le indicazioni del bambino per raggiungere il salone principale:- Comunque, tuo fratello l'ho già incontrato- disse dandogli le spalle. Il bambino sospirò, suo fratello lo amava tantissimo ma questa volta non gliel'avrebbe fatta passare liscia.

Arrivò nel vivo del ricevimento, i lampadari di diamanti emanavo una forte luce gialloarancio, la gente era tanta e il continuo vociferare quasi copriva la musica che leggera avvolgeva tutto. Un piccolo palchetto ancora più illuminato mostrava un tavolo di cristallo con sopra le dieci boccette e lì, accanto, un uomo che sembrava avere il ruolo più importante della serata e Mai Kujaku, sorridente, ancora più bella rispetto a come già lo era nel vicolo buio.
Vedendola circondata da quella luce, quegli odori, quella musica romantica e da tutti gli occhi del pubblico, uomini, donne o bambini che fossero, lui si sentì completamente fuori luogo. Sapeva tenere quel palco come lo avrebbe fatto un'attrice di Hollywood.
E lui forse puzzava davvero un po', non era uscito di casa pensando di andare a una festa. Mentre si odorava l'ascella notò in mezzo alla gente, vicino il palco, prima il piccolo Kaiba che guardandolo col braccio alzato e il naso infastidito roteò gli occhi pentendosi già di averlo aiutato, e poi l'altro Kaiba che al contrario di lui vestiva con uno smoking bianco e una camicia blu.
Katsuya ridacchiò "ci ho fatto caso ora, Drago bianco occhi blu" poi notò il suo smoking scartato da Seto "Drago nero occhi rossi..." sbuffò scontroso "non l'avrà rifiutato apposta?!"
Notò gli occhi di Mai posarsi su Seto. Lui la stava guardando già. Lei accennò un saluto con la mano, molto delicatamente ma lo sguardo diceva qualcosa tipo "Ehi, guarda chi c'è! Snob Kaiba!" Lui non ricambiò continuò a guardarla con lo sguardo che sembrava dire "Solo perché ti sto guardando non vuol dire che mi interessi la tua presenza, per me puoi anche morire domani" lei percepì, sogghignò, e continuò a fare il suo lavoro.
Katsuya, sentendosi ora completamente fuori luogo, tentava di nascondersi dietro le spalle larghe di altri uomini nella speranza che la donna non lo vedesse.
Partì l'asta per aggiudicarsi quei profumi e i minuti passavano.
Mokuba apparse alle sue spalle poi, spaventandolo.
Mokuba:- Si può sapere che stai facendo?!-
Katsuya:- Niente!-
Mokubo:- Lo vedo, sembri un baccalà!-
Katsuya indispettito dal sempre meno simpatico Kaiba:- Che dovrei fare?! Salire sul palco e baciarla?!-
Mokuba si zittì, inarcò le sopracciglia e la bocca fece una smorfia:- Ma sei scemo?! Certo che no! Non devi rovinare il gala. Volevo solo che sembrassi meno sospetto!-
Il ragazzo dallo smoking largo arrossì nascondendo la testa nella sua stessa giacca, anzi, nella giacca di Seto, vergognandosi come un ladro.
Mokuba:- Allontanati da qui, tanto non parteciperai certo all'asta!-
Katsuya:- Ok- mugugnò allontanandosi.
Mokuba:- E un'altra cosa...-
Katsuya:- Sì?-
Mokuba:- Se avevi intenzione di fare una gesto plateale per la bella Mai...- serio:- ...scordatelo. Rimuovilo. Non t'azzardare a rovinare il ricevimento! Baciala se vuoi, ma fuori di qui!- Sguardo arrabbiato:- Sono stato chiaro?-
Katsuya:- Chiarissimo, ma tu sei gentile solo a metà- sbuffò andando verso il buffet, Mokuba sorrise ma con un sorriso fintissimo.

L'asta finì mentre l'unico povero della sala ingurgitava cibo non sporcandosi per puro miracolo. Continuava a guardare l'amica da lontano con sguardo imbronciato, sentendo su di lei discorsi poco onorevoli da alcuni giovani figli di papà, li ignorò ma non riusciva a nascondere il nervoso e la gelosia.
Il presentatore, dopo aver dato le boccette ai nuovi proprietari propose, per far spettacolo, un duello a Duel Monsters nominando la modella e il ricco proprietario di un'industria di giochi.
Mai:- Cosa?- Ridacchiò guardando prima il signore e poi Seto:- Non era nei piani...-
- Che ti costa? Diamo un po' di spettacolo, così fai vedere che oltre bellissima sei anche intelligente!-
Mai si indispettì:- Perché sembravo stupida fino ad adesso?- Roteò gli occhi:- Io potrei pure accettare, ma non credo che Kaiba sia d'accordo- guardò il milionario, impassibile davanti a questa proposta. Il ragazzo salì sul palco impugnando il microfono, dando educatamente una risposta:- Non sono disposto a duellare per dare spettacolo a chi non capirebbe il valore di questo gioco e la mia bravura. Né tantomeno sarei disposto a battermi contro una dilettante- il presentatore indietreggiò imbarazzato.
Mai:- Scusa?- Innervosita.
Seto:- Pensi di potermi battere?-
Mai:- Assolutamente no. Ma almeno dammi la possibilità di poterlo dimostrare!-
Seto non seppe controbattere, Katsuya scoppiò a ridere rumorosamente, tanto rumorosamente che si voltarono tutti, compresi i due duellanti.
Mokuba portò una mano alla fronte, non delicatamente.
Lo sguardo di Mai si illuminò, le sue labbra sembrava volessero urlare il suo nome, ma le richiuse in un sorriso timido senza dire nulla, poi tornò a guardare Seto con aria di sfida impugnando il suo deck. Ma Seto guardava ancora Katsuya:- Quello è il mio smoking- schifato.
Mai guardò Seto e poi di nuovo Katsuya:- Cosa? Indossa un tuo smoking??-
I muscoli facciali di Seto si irrigidirono ancora più di quanto già non lo fossero.
Mai scoppiò a ridere:- Le vostre fangirls sarebbero così felici in questo momento!!-
Katsuya e Seto per la prima volta ebbero lo stesso identico sentimento, la voglia di morire.
Mai, prendendo uno dei dueldisk che furono portati:- Allora, Kaiba, duello o no?- Con aria di sfida.
Il ragazzo sbuffò:- Duello sia- infilandosi l'altro dueldisk.
Alcuni invitati rimasero ad osservare estasiati, altri annoiati andarono via. Katsuya, ormai scoperto, si avvicinò guardando il duello. Tifava per lei come non aveva mai fatto, non perché la amasse, ma perché sarebbe stato bello vedere Seto perdere davanti a tutti. Però forse anche un po' perché la amava. Ora la riconosceva, con quel aggeggio elettronico al braccio e le sue lady Arpie in mano la riconosceva. Quella era Mai!
La Mai che non avrebbe dovuto lasciare andare via. Le sembrava ancora più bella, e probabilmente lo era, perché ora faceva davvero quello che le piaceva fare, non la modella. E al contrario del presentatore lui sapeva bene che Mai non era solo un bel faccino e delle gambe da paura, era intelligente, divertente, quasi perfetta. Quasi, perché aveva chiaramente un serio problema con le relazioni.
Però adesso sembrava così felice lei, sembrava così felice anche se stava miseramente perdendo, maledetto Seto Kaiba!
Si azzerarono i lifepoints di lei sotto gli applausi di chi era rimasto a guardare.
Seto:- Era ovvio, mi pare- lasciando il duel disk sul tavolino di cristallo.
Mai:- Gne gne- rispose molto maturamente.
Seto:- Ora che la tua parte in questo ricevimento è praticamente finita fammi un favore Kujaku Mai...-
Mai:- Ricordi il mio nome, sono onorata.-
Seto:- ...vai via, e porta con te il tuo amico.-
Mai:- Molto simpatico. Dovresti solo stare zitto visto che non hai dato neanche un soldo in beneficenza oggi, cattiva persona- ironica.
Lui la ignorò, scese dal palco e poi aggiunse:- Non solo ricordo il tuo nome, ammetto anche che meriteresti di più di un amico come lui. Non sei una duellante così scarsa- sorrise appena.
Il volto di Mai si illuminò, avrebbe voluto volergli più male, ma questo per lui era "sforzarsi di essere carino più che poteva", ridacchiò dandogli ragione.
Katsuya:- Come sarebbe a dire?!- Il ragazzo scoppiò raggiungendo Seto e strattonandolo:- Sai bene quanto valgo!- Aggiunse borbottando verso Mai:- a te signorina ti ignoro. Mi auguro che il tuo assecondarlo fosse ironico...-
Mai:- Chi lo sa?- Alzò le spalle.
Seto strattonò a sua volta la sua camicia rossa indossata dal ragazzo, e con totale indifferenza:- No, non lo so. Non preoccuparti di restituirmi lo smoking e la camicia. Puoi bruciarli per quel che mi riguarda. Ci puoi bruciare dentro anche tu- e andò via.
Katsuya:- Davvero... davvero simpatico- sbuffò a voce bassa ignorando il trambusto attorno a loro che si era creato, i buttafuori non sapevano cosa fare, non era decenza litigare in un ricevimento di beneficenza, ma non potevano certo cacciare fuori Seto Kaiba.
Mai stava per togliere il Dueldisk quando Katsuya la fermò salendo sul palco (Mokuba non si fece più vedere):- Ehi!-
Mai:- Ehi!- Gioiosa e incuriosita.
Katsuya prese il dueldisk lasciato da Seto:- Diamo ancora spettacolo! Battiti con me! O hai paura di perdere ben due volte oggi?-
Mai sorrise con aria di sfida:- Un po' di paura ce l'ho. Non farei una bella figura.-
Katsuya:- Il tuo sguardo diceva altro...-
Prima di cominciare il duello Mai aggiunse, come se fosse un fattore importante:- Jonouchi.-
Katsuya:- Sì?-
Mai:- Non bruciare quei vestiti. Vendili semmai.-
Katsuya sbuffò.
Mai:- E comunque sei davvero un bel ragazzo vestito come Seto Kaiba!- Ridacchiò.
Katsuya:- Piantala e cominciamo!- "Donna mia!" Pensò.

"Donna mia!" Perché ora la riconosceva, ora la riconosceva eccome. "Sei tu! Sei la mia Mai. Sempre la mia Mai!"
Pescò una carta e poi posizionò Gearfried il cavaliere di ferro in posizione di attacco.
"La stronza che mi è mancata da morire!" Lei rideva mentre duellava in amicizia con lui. Era bello farlo. Quando di solito accadeva c'era sempre un motivo più serio dietro, l'unico motivo che c'era ora invece era solo fare un dispetto a Seto che se n'era già andato infischiandosene. Le venne da ridere ancora di più, tanto che sentì di amare il duellante dallo smoking largo che le era dinanzi.
Sapeva già di amarlo, chiariamo, ma non ci pensava da tanto. Le sue risate diminuirono, divennero un sorriso soffocato. Sapeva già di amarlo, ma sperava che le fosse passato. Il sorriso soffocato divenne singhiozzo. Dannazione! Non doveva succedere di nuovo!
Lui sferrò un attacco e poi notò che l'espressione di lei era cambiata.
Katsuya:- Che succede?!- Chiese preoccupato.
Lei scosse la testa trattenendo le lacrime, lo sguardo si fece di nuovo sicuro, e ora che il turno era il suo mandò all'attacco la sua lady Arpia:- Jonouchi. Dobbiamo concludere in fretta questo duello.-
Katsuya:- E perché mai?-
Mai gli fece cenno con la testa di voltarsi:- Qualcuno ti ha scoperto- ridacchiò.
I buttafuori lo stavano raggiungendo per cacciarlo via.
Katsuya spazientito:- Lo sapevo! Puzzo di povero nonostante i vestiti di Kaiba!-
I buttafuori lo presero per le braccia ma lui dimenandosi continuava il duello:- Evoco Occhi Rossi! Mi hai sentito?! Sei spacciata Mai!-
Mai ridacchiò, era inutile combattere in quelle condizioni, si arrese lasciandolo vincere:- Va bene va bene, sono qui come modella non come duellante oggi! Hai vinto tu Jonouchi!!-
Katsuya ormai lontano:- Ehi, ma non vale così!! Dovevo batterti davvero non così, non c'è gusto!!-
Era quasi al portone ormai, lei diede lui le spalle posando il dueldisk sul tavolino.
Chissà, magari, finita la serata, poteva andare da lui. Poteva accompagnarlo a casa sua, rivedere Shizuka, passare la notte lì. E il giorno dopo sarebbero andati a fare colazione in un bar del centro, chissà se anche Anzu, Yugi, Honda fossero ancora a Domino? Avrebbe potuto rivedere tutti. Avrebbe, magari, chi lo sa, aver potuto fare parte del gruppo anche lei. Chissà se le avrebbero perdonato quella lunga assenza.

Sorrideva appena immaginando quelle meravigliose giornate tutti insieme, con sguardo vuoto e occhi lucidi. Come se sapesse che quello non era il suo mondo e mai lo sarebbe stato. Era una donna diversa da loro. Era una bella e simpatica stronza distante che mai si sarebbe sentita parte di qualcosa. "Non a caso..." si voltò cercando Katsuya tra la folla invano "...sono di nuovo sola" le sue mani tremarono piano stringendosi alle braccia.
Sbuffò, finita quella serata sarebbe tornata nel suo hotel di lusso, accogliente, caldo e profumato. Andava bene così, anche se sarebbe stata, per l'ennesima volta, inesorabilmente, sola.

Un trambusto la riportò alla realtà. Si voltò verso il portone centrale. Vide l'uomo, anzi, il ragazzo, della sua vita correre all'interno del salone seguito dalle guardie, i pantaloni si erano srotolati e a ogni passo quasi inciampava sulla stoffa di troppo. Urlava il suo nome, quel ragazzo urlava il suo nome!
- Mai!!- Diceva cercando di non farsi prendere.
La musica si interruppe, come se anche l'orchestra fosse curiosa di sentire cosa quei due avessero da dirsi.
Lei lo guardava rimanendo ferma lì, con sguardo curioso e quasi spaventato.
- Mai!!- L'aveva quasi raggiunta, anche se non era chiaro come ci fosse riuscito, correva veloce.
Allungò le mani nascoste dalla stoffa nera verso di lei. Lei d'istinto allungò le sue per riuscire a sfiorarlo.
Era a pochi centimetri da lei, le mani si toccavano, ma lui, con l'affanno, continuava a parlare a voce alta come se lei non potesse sentirlo.
- Avrei voluto baciarti già prima, nel vicolo, mentre mi parlavi dei panda!!-
Lei spalancò gli occhi, mentre lui, resosi conto della pessima figura, si calmò inarcando la schiena, respirando piano e nascondendo il viso.
- C... come?- Balbettò lei mentre le gote si coloravano piano.
Al bambino infondo alla sala venne da ridere. Il fratello lo riportò alla realtà:- Andiamo via Mokuba. A casa ne riparliamo.-
Mokuba ridacchiò ancora seguendo il fratello, prima di uscire da quel palazzo riguardò i due duellanti, sorrise sperando in un lieto fine e andò via.
Il ragazzo dai capelli biondi continuava a respirare a fatica e non aveva il coraggio di guardarla. Le guardie avevano smesso di inseguirlo ma se ne stavano, insieme all'altra gente, a guardare la scena. Era solo un pazzo innamorato, niente di così grave in fondo.
Katsuya:- Avrei voluto... anf... baciarti. Prima, anf... quando davanti al manifesto... anf, mi hai detto dei panda. Ricordi?-
Le mani continuavano a stringersi.
Mai:- Non è andata proprio così. Ti parlavo di beneficenza. Ti viene voglia di baciarmi se pensi agli animali?-
Katsuya finalmente la guardò nervoso:- L'ho detta male...-
Mai:- L'hai detta molto male...- puntualizzò.
Rimasero qualche secondo senza dire nulla, con gli occhi di tutti puntati addosso.
Katsuya, pieno di imbarazzo, in un altro impeto di coraggio, ammise:- Posso... posso baciarti anche adesso... se solo tu volessi!-
Lei sorrise istintivamente, una ciocca dei capelli le coprì un po' gli occhi. Poi fece cenno di no.
Katsuya, morendo dentro:- No?...-
Mai:- No, non voglio che mi baci adesso. Voglio che mi porti via da qui. E poi voglio finire il duello.-
Strinse le mani di lui forte, adesso, in maniera molto più decisa:- Poi voglio passeggiare per le strade di Domino con te, anche nei vicoli, e possiamo parlare di quello che vuoi. Anche di panda.-
Lui sorrise, ricambiando la stretta di mani.
Mai:- E poi voglio dormire a casa tua. Forse non sarà accogliente come l'Hotel che ho prenotato, ma non mi importa. Voglio salutare tua sorella e poi, quando sarà giorno, voglio fare colazione in un bar con tutti i tuoi amici. Voglio che siano anche i miei. Voglio essere amica dei tuoi amici. E poi, solo allora, potrai baciarmi. Ma devi promettermi una cosa...-
Lui annuì aspettando la promessa.
Mai:- ...devi promettere che non mi lascerai andare via mai più- e finalmente le lacrime sgorgarono dai suoi occhi mostrano debolezza.
Lui le lasciò le mani, le asciugò le lacrime, si tolse la giacca scomoda gettandola via. Le porse di nuovo la mano e le disse:
- Togli i tacchi.-
Non se lo fece ripetere, e gettando via le scarpe, strinse lui la mano seguendolo in una corsa fuori da quel palazzo. Le loro risate vennero coperte da un applauso commosso della gente in sala, soprattutto dei buttafuori. Incredibilmente il ragazzo che "puzzava di povero" aveva conquistato la modella, decisero di farci una pubblicità per quel famosissimo profumo, ma nella pubblicità lui l'aveva conquistata spruzzandosi addosso il profumo, chiaramente.

Ridendo e respirando affannosamente raggiunsero nuovamente quel vicolo coperto di nebbia.
Quando finalmente riuscirono a smettere di ridere, posarono entrambi la schiena al muro, si guardarono negli occhi, l'uno di fianco all'altra, le labbra fisse in un sorriso.
Katsuya:- Allora... continuiamo il duello?-
Mai annuì:- Ma non abbiamo preso i dueldisk!- Ridacchiò.
Katuya:- Che importanza ha?- Si sbottonò la camicia rossa, la tolse e la gettò a terra e poi sedendosi invitò la donna a fare lo stesso.
Katsuya:- Questa camicia è il nostro tavolino...- cacciò il deck:- e si gioca come ai vecchi tempi- sorrise guardandola orgoglioso.
Lei non la trovò una cattiva idea, e sedendosi su quella strada di Domino cacciò a sua volta il deck.
Mai:- Dovevi venderlo il vestito, e invece lo butti via... sei davvero uno sciocco.-
Lui sorrise e cominciarono il duello tra la nebbia di Domino.

 
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