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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Cavalieri dello Zodiaco, I (Saint Seiya)
Titolo Fanfic: LA NUOVA GENERAZIONE
Genere: Azione, Avventura, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: guybrush84 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 05/09/2021 23:01:10 (ultimo inserimento: 03/10/21)

Anni dopo la guerra con Hades, una nuova generazione di cavalieri protegge Atena r il Grande Tempio
 
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BAMBINO SOLDATO
- Capitolo 1° -

L'autostrada sembrava tagliare il deserto in due, creando una lunga linea retta che andava a disperdersi nell'orizzonte. Era un tratto poco battuto, e l'asfalto scompariva quasi del tutto coperto da uno spesso strato di polvere e sabbia.
L'unico veicolo di passaggio era un grosso fuoristrada nero, contraddistinto dal logo "Kido" stampato sulla fiancata e sul cofano.

Shun era seduto sul sedile posteriore, con il braccio sinistro disteso sullo schienale e la mano destra sollevata sopra gli occhi, a filtrare i raggi del sole. Il clima arido ed il paesaggio desolato gli riportavano alla mente i sei anni trascorsi sull'Isola di Andromeda, durante il suo addestramento per diventare cavaliere.

Ne era passato di tempo da allora, e ormai aveva da poco compiuto diciotto anni.
Si era persino offerto di guidare l'auto, ma Tatsumi non aveva voluto sentire ragioni.
Anche sotto il caldo sole del deserto, il fidato maggiordomo della famiglia Kido non aveva rinunciato al suo tradizionale completo elegante, ma per l'occasione aveva indossato un paio di occhiali da sole neri e una bandana bianca a proteggere la testa pelata dal rischio di un'insolazione, elementi che stridevano fortemente col suo look formale. Shun non poteva fare a meno di lanciargli, di tanto in tanto, qualche occhiata divertita.

'Qualche problema, marmocchio?' grugnì Tatsumi quando ne ebbe abbastanza di cogliere gli sguardi del cavaliere attraverso lo specchietto retrovisore.

'No....nulla' rispose Shun, costringendosi a spostare l'attenzione su un punto indeterminato della distesa di sabbia davanti a sé.

Dal suo posto sul sedile del passeggero, la signorina Saori si voltó indietro verso il cavaliere, rivolgendogli un sorriso di complicità.
Sembrava a suo agio nel suo abito leggero bianco e viola, corredato da un ampio cappello in tinta.
'Grazie per aver accettato di accompagnarmi' gli disse con un cenno gentile del capo 'Mi sento più sicura con un cavaliere al mio fianco'.

'E' il mio dovere, lo faccio volentieri.' rispose il giovane.

'Il tuo dovere è quello di proteggere Atena, non Saori Kido. E quello che facciamo qui non ha nulla a che fare con la mia parte divina. In questi anni ho utilizzato le risorse della fondazione Kido per costruire orfanotrofi nelle zone del mondo più colpite dalle guerre. Ma sembra che qui in Medio Oriente la nostra attività non sia ben vista.'

'Allora è un piacere dare il mio contributo.' replicó Shun 'Ma c'è una cosa che non capisco. Tutto ciò che fate qui é prendervi cura dei bambini senza casa, no? Chi potrebbe infastidirsi per questo?'

'Ci sono altri che vogliono togliere gli orfani dalla strada, e non certo per dare loro rifugio e accoglienza.' si intromise Tatsumi.

'E allora per cosa?' chiese il cavaliere.<

'Per addestrarli a combattere e farne dei soldati. Dovresti saperlo bene, in fondo è la stessa cosa che padron Mitsumasa ha fatto con voi...'

Saori abbassò lo sguardo, e Shun poté cogliere tutto il suo imbarazzo.

'Perdonatemi signorina, non intendevo....'
provó a scusarsi Tatsumi, rendendosi conto dell'uscita infelice.

'Ma no, hai perfettamente ragione' rispose la ragazza, per poi volgersi di nuovo verso Shun 'Credimi, non passa giorno che non provi rimorso per quello che avete dovuto passare tu e agli altri...'

'Non dovete sentirvi in colpa' rispose pacatamente Shun 'col tempo abbiamo compreso le motivazioni del signor Mitsumasa. E' tutta acqua passata. E poi sono onorato di poter combattere al vostro fianco.'

'Grazie Shun' rispose la ragazza 'a dire il vero ti ho chiesto di accompagnarmi anche perchè vorrei farti una proposta. Mi piacerebbe che tu diventassi il prossimo Gran Sacerdote'

'I-IO?' Rispose allibito.

'LUI?' Gli fece eco Tatsumi.

'Perché no?' Replicó Saori 'sei poco più giovane di Shion quando assunse l'incarico, inoltre hai indossato l'armatura della Vergine, dimostrando di essere il degno successore di un cavaliere d'oro...'

'Beh...questo é vero, peró...' Shun tentó di protestare, ma la ragazza lo interruppe.

'Hai sempre dimostrato il tuo valore, esattamente come Seiya e gli altri, ma più di tutti loro, tu hai un animo gentile. E quando penso alle prove che ci attenderanno in futuro, desidero che a guidare la nuova generazione di cavalieri sia un uomo di pace.'

Shun provó a replicare, ma non trovò le parole. Si sentiva lusingato, ma allo stesso tempo si chiedeva se potesse davvero essere all'altezza del compito.

Saori lasciò passare qualche secondo, quindi decise di sollevarlo dall'imbarazzo 'Non mi serve una risposta ora. Puoi prenderti del tempo per pensarci se vuoi'.

'Grazie. Lo faró.' rispose lui. E si rintanó nei suoi pensieri per il resto del viaggio.

Dopo miglia e miglia di nulla, giunsero nei pressi di una cittadina che portava vistosamente i segni della guerra.
Pochi edifici erano ancora intatti. Alcuni erano parzialmente crollati, altri erano stati del tutto rasi al suolo, lasciando posto solo a cumuli di macerie. Di tanto in tanto, lungo le strade sfilavano mezzi militari e uomini armati in divisa.

'La città ha subito un bombardamento, qualche mese fa' spiegó Saori 'Molti bambini hanno perso casa e famiglia, quindi ho pensato di far costruire qui un orfanotrofio. È la prima volta che vengo a visitarlo.'

Tatsumi fermó l'auto davanti all'ingresso di un edificio che a Shun riportó alla memoria l'istituto Kido in Giappone, dove era cresciuto insieme a Seiya e gli altri.
Era un palazzo di due piani, abbastanza grande da ospitare aule scolastiche e dormitori, fronteggiato da un ampio cortile dove si vedevano dei bambini giocare, sotto l'attenta sorveglianza di una giovane donna.

Non appena scesero dall'auto, Shun avvertí una lieve agitazione della catena di Andromeda attorno al polso, sotto la manica della camicia.
Aveva deciso di indossare l'armatura, benché celata sotto abiti larghi, in modo che la catena potesse avvertirlo di potenziali minacce, e ora sembrava che qualcosa avesse destato una reazione, seppur quasi impercettibile.

'Cosa aspetti, moccioso?' Gli urló Tatsumi, che si era già incamminato insieme a Saori.

'Arrivo!' Shun si affrettò ad accantonare la preoccupazione e a raggiungere gli altri due.

Come furono entrati nel cortile, la ragazza si fece loro incontro, parlando in perfetto giapponese e presentandosi come la direttrice dell'istituto. Al suo richiamo, i bambini abbandonarono i loro giochi e accorsero festosi intorno a Saori.

Shun sentì di nuovo il tintinnio al polso sinistro. Scostó la manica della camicia, e notó che la catena con l'estremità a cerchio, quella deputata alla difesa, pendeva dal braccio oscillando vistosamente, dando un chiaro messaggio: pericolo.
Il giovane si guardó intorno, alla ricerca di eventuali presenze ostili, ma non c'era nessun'altro nei paraggi.

'Lei deve essere il fidanzato della signorina.' Senza che se ne accorgesse, la direttrice gli si era avvicinata.

'Cosa? N...No! Veramente io....sono solo la sua guardia del corpo!' replicó imbarazzato.

'Non montarti la testa moccioso!' si intromise Tatsumi 'La guardia del corpo sono io! Tu sei solo un accompagnatore!'

'D'accordo, d'accordo...' Shun taglió corto, cercando di tornare a concentrarsi sui segnali lanciati dalla sua catena, che si agitava sempre più irrequieta. Ormai l'oscillazione era sempre più innaturale, e sembrava in qualche modo calamitata in direzione di Saori.

'Le mode giapponesi sono davvero affascinanti' commentó la direttrice lanciando uno sguardo divertito alla catena di Shun, prima di riportare l'attenzione ai suoi allievi che stavano giocando insieme a Saori. Improvvisamente aggrottó le sopracciglia, e Shun poté notare una certa preoccupazione nel suo viso.

'Strano....' mormoró la giovane. 'Quel bambino non è dei miei. Non l'ho mai visto prima...'

'Quale?' chiese Shun allarmato, ma non ebbe bisogno di attendere la risposta.
Lo riconobbe dal modo in cui si faceva strada in mezzo al gruppo dei suoi coetanei, avanzando con passo deciso e la freddezza di un soldato negli occhi.
Lo vide estrarre una pistola dai calzoni e puntarla verso Saori.
Capì di dover intervenire all'istante: fu sufficiente un suo pensiero, e la catena di Andromeda, come animata di vita propria, schizzó verso l'aggressore, disarmandolo con una violenta sferzata e scaraventandolo a terra. La pistola disegnó un'ampia parabola in aria, per poi cadere a diversi metri dal suo proprietario.

'Signorina! Tutto bene?' Tatsumi si precipitò da Saori, che aveva assistito impietrita alla scena che si era consumata in quei pochi secondi.

'Sì...sí è tutto a posto, grazie. Ottimo lavoro, Shun.'

Il cavaliere rispose con un cenno del capo, mentre si accostava al bambino, che sembrava aver perso i sensi per la caduta e perdeva sangue dalla mano, lí dove la catena lo aveva colpito.

Shun stava esaminando la ferita, quando notó qualcosa di insolito sull'avambraccio del bambino. Era stato marchiato a fuoco, con dei simboli che al cavaliere risultavano fin troppo noti: erano lettere dell'alfabeto greco antico. E componevano una parola dal chiaro significato.

'Signorina Saori...credo che dovreste vedere questo...'

 
Continua nel capitolo:


 
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