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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: TEMPORALE
Genere: Sentimentale, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: nebbulit galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 24/07/2021 15:20:08

Draco ha cinque anni e ha paura dei temporali. Suo padre è deciso a fargli passare questa fobia irrazionale una volta per tutte. Fluf/Family/Comfort
 
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TEMPORALE
- Capitolo 1° -


Narcissa osservava preoccupata fuori dalla finestra del grande salone da ballo. Erano stati invitati al party organizzato da Eliza Parkinson in occasione del suo venticinquesimo compleanno. Non amava particolarmente i Parkinson, li trovava fastidiosamente arrampicatori sociali quasi fossero dei parvenues. Eppure entrambi venivano da famiglie proveniente dalle Sacre 28. Ancora una volta la dimostrazione che quella lista ormai non valeva più nulla. D’altronde c’erano anche i Weasley, cosa poteva aspettarsi?
Lucius le si avvicinò posandole un bacio leggero su una tempia e porgendole una coppa di champagne.
“E’ solo un temporale, tesoro. Draco starà bene. E’ al sicuro in camera sua, al caldo e con un bel tetto centenario sulla testa. Senza nominare il fatto che ci sono tre elfi domestici che si occupano di lui”- le mormorò in un orecchio.
La donna prese un sorso dal bicchiere e inchiodò suo marito con lo sguardo: “ No, non starà bene e lo sai. Ha paura dei temporali. Voglio andare a casa”
Lucius sbuffò : “ Sì lo so, ed è ora che la smetta. Ha quasi cinque anni e ancora si rifugia tra le braccia di sua madre se sente più di un tuono. E’ ridicolo”.
La giovane strega bionda posò il bicchiere e si diresse verso l’uscita. Prima di farlo sibilò : “ Non ha neanche cinque anni e in questo momento è solo in casa e sicuramente spaventato. Se preferisci stare qui a bere con questi zotici, fa pure. Meglio, almeno eviterai di fare le tue solite scenate a quel povero bambino. Io torno a casa. E quando rincasi non disturbarti a venire in camera nostra, puoi tranquillamente dormire in una delle stanze degli ospiti”.
L’uomo buttò giù quanto rimasto nel bicchiere in un solo sorso. Dannata Black, voleva farlo impazzire. E per Salazar Serpeverde di certo non le avrebbe permesso di portare il figlio nel loro letto ancora una volta. Draco doveva crescere. E lei doveva accettarlo.

Come previsto appena arrivati al Maniero Dobby l’elfo domestico apparve subito : “ Dobby è molto spiacente padroni, Dobby è molto dispiaciuto ma il padroncino non riesce a dormire. No no. Si è messo sotto al letto e piange da ore. Dobby non riesce a farlo uscire.”
“ Sotto al letto? “- chiese Lucius alzando un sopracciglio. Dobby annui vigorosamente
“ Sotto al letto padrone e non vuole uscire. Dobby ha provato anche con i dolci preferiti dal padroncino, ma il padroncino non sente ragioni.”
Narcissa aveva già preso la via delle scale quando il marito la prese per il polso : “ Amore, aspetta. Non possiamo permettere che vada avanti così. Non si può nascondere sotto un letto perchè ha paura di un banale temporale. Deve affrontare le sue paure, lo sai”.
La giovane strega si fermò a considerare l’obiezione del marito. Sapeva che in fondo aveva ragione, ma in quel momento voleva solo che il suo bambino stesse bene.
“ Va bene, ma devi promettermi che non lo picchierai. Neanche uno schiaffo”- gli disse incrociando le braccia davanti al petto e parandoglisi di fronte.
“Narcissa...avevamo fatto un patto. Fosse stato maschio avrei pensato io alla disciplina. Se fosse stata una femmina sarebbe stata una tua responsabilità”- le ricordò.
“Non ti azzardare a toccare il mio bambino.Non pensarci nemmeno. O ti farò pentire di avermi anche solo guardata una seconda volta.”- gli disse ferma.
Lucius pensò di obiettare che, primo, non era una stupidaggine piangere disperati e infilarsi sotto un letto e rifiutarsi di uscire, e, secondo, lo avesse fatto lui quand’era piccolo altro che schiaffi. Il pensiero gli fece correre un brivido lungo la schiena. Di certo non avrebbe preso il proprio padre come esempio di genitorialità.
“Va bene, hai ragione. Però non finirà a dormire in camera nostra. Non deve pensare di aver fatto qualcosa per cui merita un premio.”- concesse.
FInalmente vide gli occhi blu davanti a lui addolcirsi. Sua moglie gli prese la mano e insieme si diressero verso la camera di loro figlio.


Dobby non stava scherzando. Si sentivano dei singhiozzi disperati provenire da sotto il grande letto a baldacchino. Narcissa si sedette su una poltrona e chiamò piano
“Draco… vieni fuori. La mamma e il papà sono qui e non c’è nulla di cui preoccuparsi.”
Bastò quello perchè la testa biondissima di loro figlio facesse capolino da sotto il bordo delle pesanti coperte di broccato.Ma il piccolo si rifiutava di uscire. Guardava la madre con occhi sgranati ancora pieni di lacrime ma scuoteva la testa.
Narcissa si alzò e andò a sedersi sul tappeto. Scambiò uno sguardo obliquo con suo marito, sapendo benissimo che fosse stato per lui avrebbe semplicemente preso il figlio per un braccio costringendolo di forza ad uscire.
“ Tesoro, su non essere sciocco. Vieni qui”, riprovò la donna dolcemente, accarezzandogli il viso incorniciato dalle coperte. Piano piano il bambino scivolò fuori dal letto e si strinse alla madre, che gli diede un bacio leggero sulla nuca.
“Meglio?”- chiese, accarezzandogli i capelli.
Draco annuì e si rilassò tra le sue braccia.
Il fragore di un tuono più vicino però lo fece tremare nuovamente e singhiozzando si strinse alla madre nascondendo il viso contro il suo collo e abbracciandola forte.
“Ora basta, Draco. Da un bacio a tua madre e dalle la buonanotte. È ora di dormire “- la voce di suo padre lo fece rabbrividire e stringere ancora di più tra le braccia delle donna.
“No mammina , ti prego non te ne andare. Non lasciarmi solo”- singhiozzò.
I due adulti si scambiarono uno sguardo di fuoco, Narcissa stava per maledire il marito quando si arrese e stacco le braccia del figlio dal suo collo . Gli diede un bacio delicato sul naso e con una carezza gli disse che era tardi e doveva dormire .
Uscendo si voltò a guardarlo e gli disse dolcemente “ Buona notte tesoro mio, vedrai che la mattina arriverà in un baleno” poi proseguì in tono molto più tagliente “ Buonanotte, Lucius”
L’uomo non raccolse la provocazione e si limitò ad un cenno del capo, seguendo con lo sguardo la strega bionda che usciva. Una volta chiusa la porta , riportò l’attenzione su suo figlio.
Si era raggomitolato con le ginocchia al petto e le braccia strette intorno, la testa reclinata. Ogni volta che il cielo era illuminato da un fulmine si rannicchiava un po’ di più, sapendo che presto sarebbe arrivato il boato
Lucius sapeva che stava combattendo una doppia tentazione: da un lato quella di infilarsi nuovamente sotto il letto e dall’altra quella di scappare a rifugiarsi tra le braccia di suo padre. Il bambino sapeva bene che non avrebbe permesso nessuna delle due opzioni . Non che non fosse incline ad abbracciarlo o a mostrarsi affettuoso con lui ma Draco sapeva quale fosse il limite e che in una simile occasione suo padre non sarebbe stato indulgente.
L’uomo si abbassò all’altezza del figlio e lo prese per le spalle. Non strinse ma mantenne una presa salda.
“Draco, basta piangere “- gli disse con voce ferma
Come se fosse semplice, pensò il bambino tremando nel vedere il cielo che si illuminava a giorno. La pressione sulle sue spalle si fece leggermente più forte
“Voglio la mamma”- mormorò ,
“ Tua madre è andata a dormire e tu sei qui al sicuro. Cosa abbiamo detto dei temporali , Draco ?”
Il bambino rimase in silenzio .
“Draco, quando ti faccio una domanda devi rispondere. E alza la testa, per Merlino”- scattò suo padre
Il bambino si forzò a guardare suo padre .Tutti gli dicevano che gli assomigliava tantissimo
Ma non era così, suo papà di sicuro non sarebbe mai stato spaventato come lui.
“Che non c’è niente di cui aver paura “mormorò, ricevendo un leggero sorriso in cambio
“ E allora perché continui a piangere e tremare ?”-gli chiese piano
Draco scosse la testa , limitandosi a dire a mezza voce: “Voglio la mia mamma”.
Si morse immediatamente le labbra , sapendo che avrebbe fatto arrabbiare il suo papà .Lo schiaffo che si aspettava, però , non venne .
Lucius si limitò a costringerlo ad alzarsi tenendolo per un braccio e a trascinarlo in un angolo della stanza
“Basta, Draco . E se non vuoi comportarti in maniera razionale ed andare a dormire, allora passerai la notte nell’angolo a guardare il muro e a pensare quanto sia stupido avere paura dei tuoni.”
Mentre si sedeva in poltrona aggiunse “ E guai a te se ti sento singhiozzare di nuovo “. Narcissa gli aveva fatto promettere che non lo avrebbe picchiato e non ne aveva neanche l’intenzione, ma il bambino non poteva saperlo, quindi la minaccia avrebbe funzionato.
Rimasero in silenzio per più di mezz’ora , il figlio in punizione nell’angolo con le mani strette attorno agli avambracci come artigli e il padre seduto in poltrona che fissava la testa bionda chiedendosi quale potesse essere il problema dietro quella paura irrazionale.
Fuori dalla finestra , il temporale non accennava a scemare.
“Papà?”- una vocina flebile lo distrasse dai suoi pensieri
“Si, Draco ?”
“Tu non te ne andrai, vero ?”. Lucius era confuso, si alzò e si avvicinò al bambino facendolo voltare ed accovacciandosi per mettersi alla sua altezza
“Intendi questa notte? No, tesoro. Resterò qui a guardarti stare in quest’angolo fino a quando ti entrerà in quella dannata testolina testarda che sono solo tuoni e lampi e non c’è niente di cui aver paura “.
Il bambino scosse la testa.
“Non stasera, papà. Ti porteranno via ?”- gli chiese con i grandi occhi grigi traboccanti di paura.
L’uomo iniziava a capire , ma lasciò che il piccolo continuasse “ Quando vengono lo dicono sempre . Dicono che ti porteranno via e che non ti rivedrò più e che arriverà il diss… dissent..”
“ Dissenatore” - fini per lui l’uomo accarezzandogli piano il viso : “ E’ una parola difficile, non importa se non sai dirla. Meglio così. Comunque no, piccolo mio, non andrò da nessuna parte. Starò qui con te e con la mamma. “
Draco gli si buttò tra le braccia, stringendolo tra le sue braccine da cinquenne e continuò con la sua vocina spaventata “Ma quando vengono lo dicono sempre . Non te ne andare papà , per favore “.
Lucius strinse a sé il figlio e gli bacio la nuca Lo abbracciò forte, cullandolo piano e accarezzandogli la schiena per calmarlo “E’ per questo che hai paura dei temporali ? Perché ti ricordano gli auror?i”
Senti il figlio annuire “ Fanno tanto rumore quando arrivano. Ho sempre tanta paura. “
“Non preoccuparti tesoro , papà non andrà da nessuna parte”- gli disse ancora una volta mentre lo prendeva in braccio, la testolina reclinata contro il suo petto , sembrava finalmente essersi calmato.
Rimasero a guardare fuori dalla finestra. Poco dopo, Draco respirava tranquillo.



Narcissa era nel suo letto, sveglia,intenta a sfogliare un libro senza riuscire a leggerlo veramente . Era furiosa con suo marito per averla costretta a lasciare suo figlio ancora così impaurito. E sarebbe stato meglio che avesse mantenuto la sua promessa o sul serio gli avrebbe fatto rimpiangere amaramente di essersi mai innamorato di lei. Stava pensando a tutti i modi in cui gliela avrebbe fatta pagare quando senti la porta della camera aprirsi .
Lucius entrò piano facendole segno con un dito sulle labbra di non urlare. Conoscendola sapeva bene che stava per gridargli di andarsene. Tra le braccia loro figlio , profondamente addormentato.
La donna sorrise e scostò le coperte per permettergli di mettere nel letto il bambino. Sentendo il calore cambiare , Draco si raggomitolò con un sospiro soddisfatto contro di lei .
Lucius si chinò a baciarla lievemente .
“Quindi se lo porti tu nel letto con noi va tutto bene “- gli chiese divertita in un sussurro.
“Sei proprio spiritosa , Narcissa Black”- rispose lui con un ghigno baciandola nuovamente, prima di andare a togliersi lo smoking.
Quando tornò trovó la donna mezza addormentata che accarezzava dolcemente i capelli del bambino. Si infilò sotto le coperte e cinse in un abbraccio sia la moglie che il figlio.
“Amore, ti dispiace se domani porto Draco in un posto speciale. Solo io e lui”- le chiese, mente lei si stringeva e posava la bella testa dai capelli dorati contro il suo petto. Il bambino tra di loro continuava a dormire sereno.
Narcissa sorrise “ Basta che non si senta male per i troppi dolci”.
Lucius li strinse di più a sé. Forse, pensò, era davvero quella la felicità.


 
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