FIREWORK
- Capitolo 1° -
Buonasera a tutti e benvenuti al White Dress, anche se in realtà siamo a casa mia, ma per me casa e White Dress sono la stessa cosa! Oggi è stata una grande giornata per me e la mia band e abbiamo festeggiato con un grande show! Buona visione e buon ascolto!
Ormai sono abituata a sentire i clienti gridare il mio nome dopo che Charles mi ha annunciata, ma questa volta sono troppo emozionata per salire sul palco.
Mi guardo nel lungo specchio rettangolare nella stanzetta privata del locale. Quando ho iniziato a lavorare in questo posto, avevo i capelli lunghi fino alle spalle e poco pettinati. Ora sembro uscita dal parrucchiere dei VIP e indosso un tocco bellissimo, anche se stona un po’ con il mio abito, ma per questa volta, non baderò al buon gusto.
- Avanti, Wendy, vieni fuori! Ci stanno aspettando!- mi chiama Wanda, bussando alla porta. Mi tolgo il tocco, lo nascondo dietro la schiena, prendo un bel respiro e apro la porta.
- Sono pronta! Andiamo a fare scintille!- esclamo e do il cinque alla mia chitarrista.
Sono tutti in attesa di me. Ci sono persino mio padre e Susan, la matrigna migliore del Mondo. Ann ha già preparato la mia videocamera per riprendermi.
Charles mi tende la mano per farmi salire sul palco e si rivolge ai clienti.
- Ecco la nostra stella, gente! Fatele un bell’applauso!- grida nel microfono, poi lo porge a me e va a sedersi dietro il pianoforte.
- Buonasera a tutti! Prima di cominciare, devo fare un piccolo annuncio: pochi giorni fa, Edward, Wanda ed io… abbiamo finito il liceo!
E alzo il tocco come se fosse un trofeo. Edward e Wanda mi imitano e i clienti aumentano gli applausi. Alcuni ci fanno le congratulazioni e alzano i bicchieri per noi.
- Perciò, vorremmo festeggiare questo evento importante insieme a voi! Si parte!- concludo e faccio l’occhiolino a Charles.
Lui attacca i primi accordi di Firework, mentre io mi sistemo il tocco in testa e punto gli occhi su Ann. Mi sta riprendendo come una regista professionista.
Mentre canto, mi concentro sulle parole, come se le avessi scritte io. È finito un lungo periodo stressante ma pur sempre piacevole.
Sono passati due anni da quando ho cambiato la mia vita. Non ricordo quasi più com’ero prima di trasferirmi nel Queens, solo che ero triste e sola.
E adesso sono qui, con i miei migliori amici e la mia famiglia, più grande di prima.
- 'Cause baby you're a firework
Come on show 'em what your worth
Make 'em go "Oh, oh, oh!"
As you shoot across the sky-y-y
Baby you're a firework
Come on let your colors burst
Make 'em go "Oh, oh, oh!"
You're gonna leave 'em fallin' down down down
Elio m’illumina con luci colorate, pur di dare l’illusione dei fuochi d’artificio, dato che quelli veri potrebbero distruggere il White Dress e non vorrei mai che accadesse una cosa del genere.
Jaleel se la cava bene alla batteria. Ammetto che a volte sento la mancanza di Clark, ma come potrebbe diventare un poliziotto se passasse il suo tempo a sbattere le bacchette sui piatti e i tamburi?
Quando Charles, i ragazzi ed io ci siamo messi a cercare un nuovo batterista, Jaleel si era esibito in un assolo di due minuti. Charles gli aveva promesso di inserirlo nella band solo se avesse migliorato i suoi voti a scuola. Ci vollero un po’ di ripetizioni di matematica da parte di Wanda per fare in modo che Jaleel si guadagnasse il suo posto nella band.
Dopo Firework, passiamo a qualcosa di vecchio ma che piace sempre, come Changes di David Bowie, per poi concludere lo spettacolo con qualcosa di abbastanza recente, We are young dei Fun. I clienti sono talmente presi dalla nostra esibizioni da rischiare di far raffreddare i loro hamburger.
- E per stasera è tutto, gente! Buonanotte!- esclamo, poi faccio l’inchino insieme alla band e scendo dal palco.
- Bravissimi! Ho registrato tutto, come sempre!- esclama Ann appena raggiungo il tavolo al quale si è seduta insieme a papà e Susan.
- Sì, sì, siete stati buoni.- dice lui con finto fare snob e sua moglie scoppia a ridere.
- Sei troppo modesto, Gavin!
- Per niente, mia cara, cerco solo di far stare mia figlia con i piedi a terra. Ogni tanto tende a volare troppo vicino al sole.
Faccio la linguaccia a mio padre.
- Ehi, Wendy?- mi chiamano due ragazzine che non conosco. Una è bionda e riccioluta e l’altra ha le treccine nere. Si avvicinano a me emozionate, come se fossi Madonna.
- Ti seguiamo su YouTube! Sei troppo brava!- dice la bionda.
- Siamo venute da Brooklyn per vederti!- aggiunge l’altra.
Sono di nuovo emozionata.
Brooklyn non è esattamente dietro il Queens.
- Vi ringrazio di cuore, ragazze!
Facciamo quattro selfie insieme e quando mi chiedono un autografo, accetto di farlo solo se accettano anche quelli della mia band. Dopotutto, è solo grazie a loro se mi sono fatta conoscere un po’.
Appena Ann ed io entriamo in casa, corro in camera mia e scarico la registrazione di Ann sul computer per sistemare la qualità dell’audio e del video, poi mi registro con la webcam per presentare la mia nuova esibizione agli spettatori di YouTube.
È stata proprio Ann a convincermi a mostrare le mie esibizioni al White Dress su YouTube e io non ero neanche d’accordo perché avevo paura di essere trovata da Big 50. Non l’ho mai più visto dopo il giorno del Grande Concerto sul Tetto, come lo ha soprannominato Charles.
Il mio ex-ragazzo Marshall mi teneva sempre al corrente su di lui, anche dopo il suo trasferimento a Los Angeles.
Dovetti aspettare circa sei mesi per convincermi a dare retta alla mia amata sorellastra.
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