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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: L'ULTIMO DESIDERIO
Genere: Sentimentale, Romantico, Commedia, Comico, Parodia, Azione, Drammatico, Avventura, Fantasy, Dark, Soprannaturale, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Autore: strega12 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/05/2019 22:20:42

E se i Geni esistessero davvero?
 
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1.
- Capitolo 1° -

- Desidera qualcos’altro?
- Solo il conto, grazie.- risponde il mio cliente mentre fruga nel portafoglio, alla ricerca della carta di credito migliore. Ha ordinato aragosta, ostriche, champagne e crème caramel. Ed è solo.
Dev’essere sicuramente un nuovo ricco. Chissà quanti soldi ha messo da parte per comprarsi una lampada.
Gli porto il libretto con il conto e lui ci infila la sua American Express senza neanche guardare quanto deve pagare per la sua costosa e solitaria scena. Non ho mai sopportato questo tipo di sicurezza nei ricchi, come se non avessero mai avuto alcun problema nella vita.
Cambierei il mio posto con tutti loro, se avessi soldi a sufficienza per comprare almeno una scatola di legno o magari un vasetto di vetro, ma i prezzi non fanno altro che alzarsi ogni giorno sempre di più e a me non basta comprare almeno una volta al mese una scatola di cartone per farmi esaudire un solo desiderio, ovvero pagare le bollette. A volte mi capita di trovare lo stesso genio, ma non è mai una bella cosa, perché vuol dire che non riesco a cambiare la mia vita nonostante i miei sforzi.
Prendo la mancia di dieci dollari che mi ha lasciato il mio ultimo cliente e vado a cambiarmi nella stanzetta privata dei camerieri.
Solitamente, sgraffigno un tiramisù o una mousse dal frigo dei dolci prima di andarmene, ma stasera non ho voglia di zucchero. Voglio solo immergermi nella mia vasca da bagno e poi nel mio letto.
Sono troppo stanca della mia vita.
Gina mi sta aspettando in macchina sul retro del ristorante.
- Debbie?- mi chiama il lavapiatti Fisher. Tiene in mano un’enorme sacco nero puzzolente.
- Già che ci sei, porta fuori la spazzatura, ho troppo da fare in cucina, grazie.
E mi porge con forza il sacco, dimenticandosi che sono forte come un uccellino.
Esco sbuffando e mi avvicino all’enorme bidone verde posizionato di fronte alla porta del retro.
È come cercare di aprire la bocca di una balena.
Quando riesco a sollevare il coperchio, un tuffo al cuore me lo fa lasciare andare di colpo.
Ho visto una cosa, ma sono sicura di sbagliarmi. Devo essere in un sogno.
Rialzo lentamente il coperchio.
Credo di essere intrappolata con la forza dentro il mio sogno.
Una lampada d’argento splende davanti ai miei occhi, nonostante sia sporca.
Sento Gina suonare il clacson, ma non riesco a staccare gli occhi dalla lampada.
Allungo una mano. Sento l’argento. E anche la roba viscida che la ricopre.
Sento di nuovo il clacson. Questa volta è più forte.
Devo prendere una decisione al volo.
Uso il mio foulard per prendere la lampada e l’avvolgo come se fosse un pesante bebè.
Raggiungo la macchina di Gina e salgo dietro.
- Perché ci hai messo tanto? E perché sei salita dietro? E che cos’è questa puzza?- si lamenta lei.
- Ti spiego tutto dopo. Ora parti!

*

Appena Gina ed io siamo entrate in casa, sono corsa in bagno e ho chiuso la porta a chiave, ignorando le domande della mia amica.
Innanzitutto, devo lavare la lampada senza far uscire il genio, non ho ancora deciso come gestirlo, così la metto sotto la doccia e faccio scorrere l’acqua fredda, ma inizia a tremare come se ci fosse un terremoto.
- Ehi, si gela qui dentro! Sono finito in Alaska?- urla una voce maschile che esce dal beccuccio.
Chiudo l’acqua.
- Mi… mi senti?- grido alla lampada.
- Mary Viola? Sei tu?- risponde il genio. Dal suo tono di voce, sembra confuso. Sfortunatamente per lui, non conosco nessuna Mary Viola.
- No, non sono Mary Viola, sono… ehi, aspetta un momento! Chi è Mary Viola?
- E tu chi sei? Uno Scrutatore?
Mi viene quasi da ridere.
Io, uno Scrutatore? Non ho né l’aspetto né l’atteggiamento per un mestiere del genere. Non riesco a tenere in ordine le mie cose, figurati tutti i geni del Mondo.
- No, sono una semplice ragazza. Non devi aver paura di me, non voglio farti del male!- lo rassicuro.
- Se le cose stanno così, ti dispiacerebbe farmi uscire? Preferisco guardare in faccia le persone con cui parlo!
Ci sto mettendo troppo tempo a sfregare la lampada perché non so proprio cosa aspettarmi. Diventerò la padrona di un genio da 100 desideri?
Scoprirò che questa voce è solo una sorta di segreteria telefonica? È più probabile che sia così.
- In giornata!- esclama il genio infastidito.
- E va bene!- gli rispondo senza preoccuparmi di essere scortese.
Afferro un asciugamano bianco e la passo su tutta la lampada.
Non l’avessi mai fatto!
Il bagno si riempie di fumo variopinto che mi fa tossire.
- Debbie? DEBBIE?!- mi chiama Gina, ma la tosse m’impedisce di parlare.
- Oh, splendido. Sono in un bagno…
Sento un grande sarcasmo nella voce del genio.
Il fumo svanisce. In piedi davanti a me, c’è un genio alto, con i capelli neri e ricci e la tipica barbetta arruffata sulla punta del mento. Dato che esiste la moda anche tra i geni, perché non s’impegnano di più?
- Anche io sono lieta di conoscerti…- dico al genio con sarcasmo.
- E tu saresti?- mi chiede lui con un sopracciglio alzato.
- DEBBIE COLE! APRI QUESTA MALEDETTA PORTA O LA BUTTO GIÙ CON LE MIE MANI!
Il genio trema letteralmente dalla paura per la voce indemoniata della mia amica.
- Per caso vivi con Satana?- mi chiede battendo i denti come un bambino.
Apro la porta e Gina libera un urlo di sorpresa.
- Che diavolo ci fa lui qui?
- Scusate, ma questo è un bagno pubblico o siamo in un appartamento? Avrei bisogno di respirare aria pulita!
Ci trasferiamo tutti e tre nel salotto, non prima di aver abbassato tutte le tapparelle delle finestre. Nessuno deve sapere che un genio della lampada d’argento in questo piccolo ma spazioso appartamento.
- Beh, almeno questo salotto è pulito e profuma di… mughetti.- dice il genio annusando l’aria.
Gina sorride guardando il suo profumo per l’ambiente posizionato sul tavolino vicino al divano.
- Adesso le domande le faccio io.- dichiaro tenendo la lampada stretta tra le mani.
- Come ti chiami?
- Adam. E tu sei… Debbie, giusto?
Allungo la mano per stringere la sua, ma lui me la prende in modo da baciarmi il dorso.
Ho dimenticato la seconda domanda che volevo fargli. Nessuno mi ha mai baciato la mano.
- Come… come sei finito… nel… nel…
- Nel bidone della spazzatura?- conclude lui per me.
- Hai trovato quella lampada nella spazzatura?- esclama disgustata Gina.
- È una storia lunga…- dice Adam.
Mi siedo vicino a lui.
- Sono tutt’orecchie.
- Debbie…- mi chiama Gina, ma io la zittisco alzando un dito davanti a lei.
- Io… sono il genio di Mary Viola Peck.
- Mai sentita.- diciamo in coro Gina ed io.
- In che anno siamo?- chiede Adam guardandosi intorno, sicuramente alla ricerca di un calendario.
- 2019…- mormoro.
- Allora sono rimasto dentro la lampada per 35 anni…
Adam si copre il viso con le mani.

(CONTINUA)
 
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