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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: ALESSANDRA LA RANA PIZZAIOLA
Genere: Commedia, Fantasy, Soprannaturale, Kid-fic (per bambini)
Rating: Per Tutte le età
Autore: strega12 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 12/06/2018 18:46:58 (ultimo inserimento: 11/05/20)

La mia seconda storia con animali antropomorfi
 
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RAGANELLA
- Capitolo 1° -

Era una piacevole giornata di sole e nel paese di Castoria, poco lontano dalla città di Napollo, si sentiva un invitante profumo provenire dal ristorante Raganella. Il proprietario, il ranocchio Giovanni Raganella, stava friggendo i suoi famosi spiedini di mosche fritte.
- Gli Spiedini Raganella sono pronti!- esclamò e dispose tre spiedini alla volta su sei piatti che vennero presi dalle sue due figlie, Alessandra e Lara, e portati agli affamati clienti.
Intanto, i suoi primogeniti, i gemelli Giorgio e Virgilio, stavano cucinando i vermi e le cavallette, mentre la mamma, la rana Itala, si occupava della cassa.
- Ecco la sua ordinazione, signore!- disse Alessandra servendo un piatto di spiedini a un anziano rospo.
Successivamente, portò tre scodelle di zuppa di vermi preparate da suo fratello Virgilio, mentre Lara aspettava con impazienza che Giorgio sfornasse le cavallette arrosto.
- Mamma, non voglio mangiare i vermi! Li ho già mangiati ieri! Perché devo sempre mangiare le stesse cose?- piagnucolò un piccolo rospo con la faccia piena di macchie rosse.
- Simonetto, non fare capricci e mangia il tuo pranzo o niente larva zuccherata per dessert!- lo rimproverò la sua mamma, una rana con la bocca coperta di rossetto rosso.
Alessandra avrebbe voluto accontentare il piccolo cliente e portargli via la sua zuppa di vermi, ma si limitò a sorridere e a saltellare via.
Anche lei, come Simonetto, era stufa di mangiare le stesse cose ogni giorno. Suo padre era il migliore cuoco di Castoria, ma cucinava soltanto insetti, dalle mosche alle farfalle.
- Perché non possiamo cucinare cose diverse dal solito?- chiese la giovane rana a suo padre a fine giornata.
- Lo sai bene, figliola. Le rane e i ranocchi mangiano solo insetti, fa parte della nostra natura.- disse Giovanni.
- Ma ci sono tante cose buone da mangiare al Mondo, oltre agli insetti! In città ci sono…
- Quello che succede in città non ci riguarda, Alessandra!- l’interruppe il padre e le diede un piatto di sformato di cavalletta da servire ad un altro cliente.
Alessandra sospirò e ubbidì al padre.
Finita la giornata di lavoro, Alessandra e Lara pulirono i tavoli e il pavimento, mentre Giorgio e Virgilio si occuparono di far risplendere la cucina. Nel frattempo, i signori Raganella contavano i soldi guadagnati e discutevano sui nuovi piatti da proporre in futuro.
- Aggiungeremo una nuova spezia sugli spiedini, verranno più saporiti!- esclamò Giovanni.
- E che ne dici del coleottero arrosto? Quello che faccio io è eccezionale! Vero, figli miei?
- Sì, mamma!- risposero a voce alta i quattro giovani anfibi.
Più i suoi genitori continuavano a ripetere gli stessi cibi cucinati in modo diverso, più la pazienza di Alessandra diminuiva.
Lasciò andare la sua scopa e saltellò verso casa sua, uno stagno di media grandezza circondato da tante pietre rotonde e grandi ninfee usate come letti, quella di Alessandra era decorata con tre piccoli fiori, due rossi e uno bianco.
La ranocchietta tirò fuori da sotto la sua ninfea un pezzo di carta un po’ rovinato a causa dell’acqua. Era il volantino di una nota pizzeria di Napollo, La Pizza del Varano, rappresentata da un buffo disegno raffigurante un enorme varano che guarda con l’acquolina in bocca una bella pizza. Sul retro del volantino, c’erano scritti i nomi dei vari tipi di pizza che venivano preparati nel locale. Alessandra adorava leggere soprattutto gli ingredienti contenuti in tutte le quelle pizze: vari tipi di verdure, formaggi e pesci mischiati insieme sopra una pagnotta rotonda e sottile che veniva scaldata dentro un enorme forno a legna.
Passava tutto il tempo a leccarsi le labbra e ad immaginare di cucinare personalmente delle ottime pizze nel ristorante di suo padre.
I clienti avrebbero sicuramente fatto la fila per gustare nuovi piatti.
Peccato che ogni volta che faceva questo sogno ad occhi aperti, immaginava anche suo padre che la rimproverava e buttava le sue creazioni nello stagno.
- In città si cucina soltanto cibo da voltastomaco!- ripeteva spesso. Non a caso, in casa Raganella c’era un solo ricettario, quello scritto personalmente da Giovanni e che nessuno, al di fuori della famiglia, aveva mai letto.
I pensieri della ranocchietta vennero bruscamente interrotti dal ronzio di una mosca.
Solitamente, quando rane, ranocchi e rospi trovano una mosca, l’acchiappano con la lingua senza pensarci due volte, ma Alessandra riusciva a resistere, perché il suo stomaco, come anche la sua mente, ambiva a spuntini più prelibati.
- Ho deciso! Domani agirò e vincerò la gara!- pensò a voce alta.
La gara a cui si riferiva era quella che si teneva una volta al mese nel ristorante Raganella. Suo padre e uno dei suoi fratelli preparavano lo stesso piatto e vinceva il più buono. Giovanni non era stato ancora battuto.
 
Continua nel capitolo:


 
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