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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Saiyuki
Titolo Fanfic: DIVINE ASPIRAZIONI
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: kohay galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 19/09/2003 20:16:50

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LE INTENZIONI DEL DIO
- Capitolo 1° -

Il viaggio perdurava ormai da molte ore.
Goku sorrideva generoso mirando il paesaggio circostante, una volta tanto non coinvolto dalla passione per il cibo.
Era felice. Furtivamente abbassava lo sguardo e, solo quando era sicuro di non essere visto, lo rialzava per posarsi sulla capigliatura bionda di Sanzo.
Hakkai improvvisamente prese una buca e la jeep sobbalzò, scaraventando tutti in avanti. Goku finì addosso al bonzo, che, con indelicato disappunto, lo ammonì con qualche sonora sventagliata in testa. <Stupida scimmia! Vuoi fare più attenzione?!> gridò Sanzo, mentre Goku cercava di difendersi in modo impacciato. <Sanzo, che bisogno c'è di picchiarmi? Non l'ho fatto apposta!> ma certe volte era inutile parlare con quel ragazzo. Sapeva essere duro e sordo più del diamante, ma come quel prezioso gioiello brillava a riluceva dei colori dell'arcobaleno, sfumature che nella trasparenza del suo animo vivacizzavano il colore dei suoi occhi, riempiendoli di vita e, raramente, di sentimenti.
<Scusate, ragazzi, cercherò di fare maggiore attenzione>, cercò di scusarsi Hakkai, sorridendo di complicità, mentre prendeva la strada che imboccava il bosco profondo. <Questa è una scorciatoia. Credo che ci risparmieremo alcune ore di viaggio> e quando Hakkai diceva qualcosa c'era sempre da prenderlo sul serio, poiché non era tipo da scherzare troppo.
Eppure Goku sentì improvvisamente una stretta al cuore. Un presentimento maligno, come se quella foresta fosse pericolosa, o qualcosa del genere.
Per rassicurarsi si spostò un po' più vicino a Sanzo. Allungò modesto una mano verso di lui ma la ritrasse quando Hakkai si fermò, stavolta meno bruscamente della scorsa volta. <Hakkai, perché ti sei fermato?> chiese Gojyo, ma non aspetto la risposta. Vide da sé che il bosco prima pieno di luce si oscurava, e che una nebbia molto fitta iniziò ad alzarsi da terra.
<E' meglio se rimaniamo uniti e non facciamo mosse azzardate. La nebbia è molto profonda> le spiegazioni di Hakkai furono fin troppo chiare, ma la curiosità di scoprire chi c'era dietro a questo tranello era enorme.
Sanzo scese dalla jeep. <Aspettatemi un attimo>, e si allontanò fino a sparire dalla vista.
Sconvolto, Goku balzò giù e lo seguì, non curante degli avvertimenti che i due ragazzi gli stavano lanciando.
Sanzo tornò subito dopo, dicendo che voleva solo assicurarsi che la nebbia fosse reale, e non solo un illusione. Ma alle parole di Hakkai si freddò subito. <Goku è venuto a cercarti. Non l'hai visto?>. <Che vuoi che ne sappia io> ma in fondo al cuore Sanzo sentiva una morsa, e sperando che fosse solo una sua immaginazione, si augurò che Goku stesse bene.
La nebbia non accennava a diminuire. <Dove mi trovo? Sanzo? Gojyo...Hakkai? Dove siete?>.
Goku sentiva una strana presenza, ma non riusciva a distinguerla bene. Uno strano senso di paura pervase il suo corpo. La paura che potesse allontanarsi fin troppo dal suo sole, e che questo potesse venire oscurato da una nebbia così futile e insistente. Qualcosa di sciocco e incomprensibile allo stesso tempo. E questo sentimento precario rivolse il suo pensiero alla prima persona di cui sentiva la mancanza. <Sanzo...> sussurrò <Se solo tu fossi qui, io non mi sentirei così teso...>. Malediceva l'istante in cui aveva lasciato il suo gruppo per addentrarsi nella foresta, luogo dove credeva di poter trovare un rifugio sicuro dall'avversità che li minacciava. Aveva perso stupidamente le tracce di Sanzo.
<Sanzo...Sanzo...>. Orami era diventata un'ossessione. La lontananza dall'amico era più logorante della mancanza di ossigeno. Goku si sentì improvvisamente triste e frenò per poco le lacrime che volevano dirompere dai suoi occhi.
<...>
Ma qualcosa non lo lasciava stare. Un sapore amaro in bocca. Sì, il sapore di Sanzo che non può più assaporare. Si sfiorò le labbra, con la speranza di trovarvi ancora impresso il ricordo della sua mano che lo implorava di tacere. La mano del suo sole che ora si era oscurato.
E chissà per quanto lo sarebbe stato?
<...>
<Sono contento, Son Goku, che tu sia qui>
Goku sussultò. Di chi erano quelle parole? Quando si girò vide Homura, e non poteva aspettarsi nemico peggiore. Così coinvolto dalle sue riflessioni, dalle ansie e dalle paure, non avrebbe fatto molto. Homura aveva quel suo solito sorriso beffardo sulla faccia. Era apparso da dietro un albero e stava avanzando lentamente verso Goku, e il demone, ad ogni suo passo, sentiva svanire le sue forze. Pochi metri. Velocemente divennero due. Goku era impietrito, ma cercò ugualmente di resistere.
<Che cosa vuoi da me, Homura?!>
<Non lo immagini, Son Goku?>
"Cos'è quello sguardo?" Si chiese Goku. Dalle sue membra sparì ogni indecisione. Homura pareva sicuro di sé, ma se voleva combattere, Goku sarebbe stato pronto a scontrarsi con lui.
<Sai, Son Goku, mi serve la tua forza per creare il mio mondo perfetto...credevo l'avessi capito>
<La...la mia forza?>
Apparentemente venuto per discutere in pace, Homura sorrise sereno a Goku. E questo non fece che incrementare il suo timore. Ignorava cosa avrebbe escogitato l'avversario e mentre il tempo passava l'attesa si faceva sempre più lunga e asfissiante..."Sanzo, dove sei?".
Dal canto suo Homura sapeva benissimo che per raggiungere il suo obbiettivo necessitava della forza di Goku. Non gli avrebbe certo permesso di rovinare i suoi piani. Lo aveva promesso. Promesso a lei...la sua unica donna.
Rinrei.
L'unica persona che aveva avuto cura di allontanare ogni pregiudizio dalla propria mente e di desiderare la vicinanza di Homura, la persona che sincera lo guardava negli occhi mentre gli diceva che proprio a causa della sua diversità non sarebbero mai potuti stare insieme, la ragazza che sorrideva con gioia chiedendo sempre di trascorrere assieme al ragazzo che amava un giorno in più, sempre un attimo in più, finché non l'hanno sottratta al mondo celeste per tali sue idee.
Ed era per Rinrei che Homura avrebbe voluto creare un mondo perfetto, libero. Senza limiti, né restrizioni, né tabù. Un mondo libero, dove persino Homura e i suoi discendenti avrebbero potuto vivere in pace. Lontano dal male.
Negli occhi di quel bambino ormai cresciuto, Homura rivedeva se stesso. Catene pesanti che limitano la forza e l'agire. Catene illusorie, che bloccano persino l'animo, rinchiudendolo in un freddo corpo, incapace di trovare calore.
Eppure Son Goku riceveva amore. Son Goku aveva un punto di riferimento fisso e costante, una fonte di luce e sicurezze, un motivo per rallegrare se stesso. Sempre se così si può definire il sole, credere che sia una stella brillante.
Lui aveva Sanzo. Ma come un mortale poteva assicurarsi l'attenzione di una creatura come Goku? Homura si chiedeva questo mentre, con fare gentile, avvicinò la mano al viso del ragazzo, che intanto lo fissava con occhi sbarrati. Goku si allontanò prontamente, ritraendosi indietro e deglutendo. "Homura...perché sei venuto?" Goku si chiedeva il motivo di tale gesto. Il Dio si fece triste d'un colpo, ferito per essere stato rifiutato e ancor più geloso dell'attaccamento di quella creatura al suo maestro.
"Perché, Goku...perché non mi vuoi?" Homura non riusciva a spiegarsi in altro modo il comportamento di Goku. Avvicinarsi a lui e rinnegare il suo sole, giammai sarebbe successo.
Homura fece un altro passo verso il demone, chiudendogli ogni via di fuga e mettendogli le spalle contro un albero. Aveva sul viso dipinta un'espressione talmente penosa che avrebbe spinto chiunque a dargli ragione. Ma Goku non sarebbe mai stato al suo gioco. O meglio, era quello che voleva fare. Guardava silenzioso Homura, e lui lo ricambiava.
Nella foresta c'era una quiete profonda, si udiva solo il rumore delle catene del Dio mentre legava le mani di Goku.
Gridare il nome di Sanzo non serviva. Ogni suono che gli usciva di bocca era come ovattato e sordo. Solo Homura pareva accorgersene.
Pietrificato dal terrore, Goku si capacitò che non aveva più occasione di fuga. Più cercava di liberarsi dalle ingenti catene, più ne rimaneva avvinghiato e più Homura diventava vicino; ma sarebbe stato disposto a combattere e a perire, se così doveva finire, con in mente un solo pensiero, una sola convinzione: Sanzo.
Un ultimo colpo del demone. Strattonando il braccio destro più lontano possibile dal suo complementare, Goku spinse Homura contro il suo corpo.
Ma il Dio non sembrava affatto sorpreso, anzi, non aspettava altro, e questo Goku lo capì subito.
Nello sguardo di Homura c'era qualcosa di diverso e indescrivibile. Un'emozione nuova si faceva largo nel cuore del demone senza che lui potesse fermarla, e mentre questa s'insinuava dentro la sua anima, Goku lo fissò negli occhi. Erano davvero belli. Ma che andava a pensare? Homura era il suo nemico! Perché pensava a lui? Goku ebbe subito paura, il suo sole si stava spegnendo inesorabile, mentre le sue labbra accolsero quelle del Dio.
Dopo quel bacio rimasero a fissarsi direttamente. Gli occhi di Goku si riempirono di lacrime, e Homura come un tenero amante gli baciò le gocce di pianto, assaporandone l'amaro piacere. Ma era il sapore di Goku, e lui ne bevve fino a risalire sugli occhi, per poi ripercorrere il suo volto e posarsi sulle labbra socchiuse...anche se queste stavolta non risposero, non si accesero di bramosia, mentre il Dio perlustrava la sua cavità, impressionando nella sua memoria il ricordo di Goku.
Homura si spinse contro di lui. Portò le mani sui fianchi del demone trascinando i suoi polsi di conseguenza, ma mentre lo accarezzava, Goku trovò la forza di liberarsi e di scampare alla presa del Dio. Homura lo colse prontamente per un braccio e lo sentì singhiozzare. <Goku, che ti prende?> <Lasciami!> <Ma cosa...?> <Ti prego, lasciami!>. Ma Homura era tutt'altro che disposto a liberarlo. Con un gesto veloce strattonò Goku e lo strinse fra le braccia. <Io non ti lascio così!> e il suo sembrava più una preghiera che un ordine. Goku piangeva, cercava di allontanarsi con semplici svenevolezze, ma non riusciva a staccarsi. Piangere nelle braccia di qualcuno. E inevitabilmente gli vennero in mente le parole di Sanzo. Ma non erano cose degne di riguardo. Sta zitto...stupida scimmia...taci...ti ammazzo... non c'erano espressioni gentili rivolte a lui.
E le braccia di Homura, che adesso gli sembravano le migliori, le più forti e confortevoli, infondevano nel demone un senso di sicurezza e di "casa". Così che fui lui ad alzare la testa e cercare le labbra di Homura.
Ma il Dio era fermamente deciso a tenersi per sé la tenera scimmia, e colpendola alla testa le fece perdere i sensi.
L'ultima cosa che Goku vide furono le lacrime di Homura, mentre afferrava il suo corpo come senza vita.

 
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