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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: IL SERPENTE & LA COLOMBA.
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: sara-kiki87 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 18/09/2003 20:29:19 (ultimo inserimento: 22/09/03)

ginny scopre che il suo cuore non appartiene più ad harry...ma a draco malfoy...cosa farà? come reagirà? e draco può provare qualcosa per una weasley?
 
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IL BACIO.
- Capitolo 1° -

… Il serpente & la colomba …

Parte 1: il bacio.


Giugno era ormai agli sgoccioli, ciò significava che – come avrebbe detto Albus Silente al banchetto d’Addio – un altro anno ad Hogwarts era, ormai, giunto al termine.
L’estate si era dolcemente sostituita alla primavera e il sole stava scaldando, dolcemente, il grandissimo territorio del castello.
Quella mattina sembrava l’annuncio di un’estate molto calda e fresca allo stesso tempo.
Gli studenti aspettavano,con ansia,i risultati degli esami sostenuti, nel frattempo si godevano quei bei momenti di relax.
Quel giorno, infatti, molti studenti si trovavano a Hogsmeade, poiché, in occasione dell’imminente fine della scuola, vi era stata organizzata una visita.
Molti ma non tutti…

Virginia Weasley…

Una ragazza acqua e sapone.
Marchiata come tutti i Weasley da:
capelli rossi, lentiggini, kit di cose acquistate di seconda mano…
Timida, introversa, misteriosa e silenziosa.
In preda ai primi problemi di cuore,
alla confusione e agli imbarazzi della fase adolescenziale…
Una ragazza pura come l’acqua,
semplice, sincera e,
per tutto questo, diversa da tante altre…

Ginny Weasley…come sempre vagava sola nel prato verde di Hogwarts.
Lontana da tutto il mondo…come sempre…
Era abituata alla solitudine, a stare in pace con sé stessa, ad ignorare gli schiamazzi di chi si divertiva con la sua combriccola, di ragazzi o di ragazze.
Le piaceva stare del tempo da sola…perché nessuno poteva giudicarla, osservarla e scrutare ogni suo movimento per poi deriderla al primo passo falso.
Era sola…e poteva trovare se stessa e capire cosa non andava in lei…

Non era mai stato facile avere un suo posto in quella scuola, soprattutto perché non era l’unica Weasley a frequentarla…
Nessuno studente in tutta Hogwarts poteva ignorare chi erano i gemelli Weasley, idem per il migliore amico di Harry Potter, Ron, o il prefetto – e poi caposcuola- Percy.
O il leggendario Charlie, dopo il quale la Casa di Grifondoro non era più riuscita a vincere la Coppa di Quidditch.( fino all’arrivo di Harry Potter.)
O Bill che adesso lavorava per conto della prestigiosa banca della Gringott.
Tutti i suoi fratelli erano famosi per qualcosa…ma lei…

Lei invece, chi era?
Chi era in quella scuola?
Chi era per tutti quegli studenti che la frequentavano?

L’ultima della nidiata dei Weasley, la ragazza da sempre innamorata di Harry Potter, la sorella di tutti i celebri Weasley.
Solo questo… Solo questo era Virginia Weasley.
Nessuno badava a scoprire quale fosse la sua vera essenza, quali fossero le sue doti,i suoi sentimenti.
Era condannata all’anonimato, per quanto si poteva essere anonimi portando il suo cognome.
Era sempre stato così, per lei,e difficilmente la situazione sarebbe cambiata.


Seduta tra il prato di un verde smeraldo osservava il gran lago della scuola, abitato dalla famosa piovra gigante.
Gli uccellini cantavano,nel cielo,sopra di lei, il vento – sotto la forma di una leggera brezza – sibilava dolcemente facendo scuotere le chiome degli alberi e facendo volare le rare foglie a terra.
I raggi solari la illuminavano facendo risplendere ancor di più la sua figura fragile e minuta che si nascondeva nel paesaggio che la circondava.
Perché incosciamente era questo ciò che Virginia Weasley stava facendo, si stava nascondendo dagli occhi del mondo,ancora una volta.

Era completamente persa nei suoi pensieri e non si accorgeva né del vento, né delle foglie che svolazzavano, né del calore dei raggi solari.
Gli occhi erano concentrati sull’acqua limpida che fissava senza riuscire a vederla.


Quel terzo anno era stato molto importante per lei, anche se nessuno lo sapeva.
Perché finalmente aveva capito la realtà intorno a lei, finalmente aveva aperto gli occhi ed era giunta ad accettarla.
Anche se ciò aveva comportato dolore…ma aveva trovato il coraggio d’affrontare anche quell’ostacolo.

Aveva, finalmente, capito.
Aveva capito che i suoi sentimenti per Harry dovevano, ormai, svanire…appassire, miseramente, come una rosa…per il suo bene…

Era stata perdutamente colpita da lui, sin da quel primo incontro.
Sorrise tra sé ricordando quella lontana mattina del 1 Settembre, alla stazione di King’s Cross, suo fratello Ron avrebbe frequentato la scuola di Hogwarts per la prima volta.
Lei era lì, tenuta da sua madre per la mano e aveva visto Percy e i due gemelli sorpassare la barriera per giungere al binario “9 e ¾”, dove l’espresso rosso della scuola li attendeva.
Poco prima che Ron si avvicinasse alla barriera uno smilzo ragazzo con gli occhiali rotondi e i capelli disordinati si era avvicinato a sua madre e le aveva chiesto, educatamente, come fare per raggiungere il binario.
Sua madre gli aveva spiegato che doveva attraversare la barriera tra i binari 9 e 10 prendendo la rincorsa e andandovi contro…lei allora gli aveva sussurrato “Buona fortuna!” e lo aveva visto attraversarla, seguito, poi, da Ron.
Fred e George avevano poi scoperto chi era, una volta saliti in treno, ed erano corsi a dirlo alla loro madre che era rimasta sorpresa, quanto loro.
Ginny aveva chiesto a sua madre di salire, un attimo, per guardarlo ma sua madre l’aveva severamente ammonita, idem i due gemelli, poiché, come aveva sostenuto, non era un fenomeno da baraccone.

Fatto sta che lui era Harry Potter, il bambino sopravvissuto.
Il bambino al quale erano stati sottratti i genitori quando aveva solo un anno.
Il bambino che avrebbe per sempre portato con sé la maledizione di quella cicatrice a forma di saetta che, se pur involontariamente, lo legava a quel demone il cui nome non veniva pronunciato quasi da nessuno.
Il bambino che avrebbe per sempre serbato in sé il ricordo di un’accecante e potente luce verde, il ricordo delle grida di dolore di sua madre, la cui vita stava per essere stroncata.
Ancora più terribile, il ricordo di una risata. La risata di un demone, dalla voce fredda e pungente, come una gelida brezza che schiaffeggia in faccia chiunque le si pari davanti.
Il bambino che era stato costretto a vivere con la peggior famiglia della specie babbana.
Il bambino che era stato tenuto all’oscuro della verità e che aveva scoperto chi fosse a 11 anni…dieci anni dopo che il mondo gli era crollato addosso.

Quel bambino…divenuto poi ragazzo era stato per ben quattro anni al centro dei pensieri di Ginny.
Non passava giorno nel quale la ragazza non smaniava di vederlo, di specchiarsi nei suoi occhi verde smeraldo, di ascoltare la sua voce, di ricevere un suo sorriso, una parola gentile…
Ed ogni volta che questo avveniva si sentiva come se un’onda la stesse portando in trionfo.

Ma poi quella stessa onda l’aveva fatta cadere…quella stessa onda l’aveva gettata a terra con violenza e poi colpita.
Aveva capito. Harry non era innamorato di lei… non riusciva a guardarla come lei faceva con lei, non riusciva a provare le stesse emozioni, gli stessi brividi, lo stesso imbarazzo.
Questo perché per lui, Ginny era un’amica…più di un’amica…la sentiva vicina come fosse stata anche la sua sorellina, da proteggere e da confortare…
Ma nulla di più.
E non era quello che voleva lei.

L’aveva capito…in occasione del ballo del Ceppo…
Aveva deciso d’andarci con Neville Paciock…mossa dalla compassione ma in cuor suo aveva sperato che lui n’avesse sofferto, almeno un po’, di gelosia. (ma aveva deciso solo dopo aver aspettato per giorni e giorni che Harry l’invitasse…ma era stata ferita dal fatto che lui non l’aveva nemmeno considerata come possibile partner per le danze).
Ma poi quando lui aveva raccontato a lei e a Ron- il quale, a sua volta, era stato rifiutato dalla bella Fleur – che aveva chiesto a Cho di andare con lui al ballo…allora…tutto il mondo l’era caduto addosso…aveva smesso di ridere del fratello e non lo aveva guardato nemmeno negli occhi quando Ron le aveva proposto d’andare con Harry e lei aveva rifiutato per via di Neville…

Ma, in realtà, l’aveva già capito…prima del ballo…molto prima…solo non aveva voluto accettarlo…
Sì, perché dal primo momento in cui Harry aveva visto Cho Chang, prima della partita Grifondoro vs Corvonero, avvenuto un anno prima, tutto era apparso chiaro…
Un sorprendente colpo di fulmine per il Cercatore di Grifondoro.
Aveva visto come Harry la guardava, non aveva MAI guardato una cosa in quel modo, MAI, come arrossiva, come si sentiva impacciato, come sembrava sul punto di svenire…
E le aveva fatto male…tanto male…era stata come una pugnalata al cuore, e non le era sfuggito il sorriso di scherno da parte di Draco e di altri Serpeverde.
Quanto dolore…come se mille pugnali l’avessero colpita al cuore, nello stesso istante.

Quante volte avrebbe voluto che Harry l’avesse guardata allo stesso modo? Che fosse arrossito ogni volta che la guardava? Che lui avesse sentito il cuore esplodere ogni volta che incontrava il suo sguardo? Ma aveva capito…non era lei la ragazza destinata ad essere al fianco del celebre Harry Potter.

Il dolore di quella prima delusione d’amore era stato, forte, incandescente, bruciante e il suo cuore conservava ancora quelle ferite dentro di sé.
Aveva dubitato di riuscir ad andare avanti, incontrarlo o vederlo tutti i giorni e far finta di niente, ogni giorno…non dar a vedere né a lui, né a Hermione, né a i suoi fratelli quanta voglia aveva di piangere, o semplicemente quanto i suoi occhi fossero gonfi e arrossati.
Ma aveva affrontato il dolore e, con un coraggio e una forza insospettabile, Virginia Weasley aveva dimenticato e seppellito il suo amore per Harry Potter.
Dimostrando,così, una forza d’animo che non sospettava d’avere…e difficilmente qualcuno avrebbe potuto eguagliarla…


Gettò un altro sasso nel laghetto e questi vi cadde dentro con un “plop”.
Come tutti gli altri sassolini lanciati fino a adesso.
Sembrava volesse coprire con quel rumore il suono dei pensieri che s’incuneavano nella sua mente.
Così tanti pensieri che avrebbe fatto volentieri uso del Pensatoio di Silente, in quel momento, per liberarsene.
Li sentiva bruciare nella sua mente come tante fiamme incandescenti di un fuoco maestoso e indomabile.
Il dolore era profondo, pungente e inevitabile.

Avrebbe tanto voluto smettere di pensare ma la verità era che aveva bisogno di ritrovare la lucidità.
Aveva bisogno di ritrovare la vera Ginny e poter affrontare il dilemma che si era fatto strada in lei e la tentava e torturava da tanto tempo.
Ancora una volta Ginny doveva affrontare la realtà, con lo stesso coraggio e la stessa forza con cui l’aveva fatto in passato e capire quali fossero i sentimenti che turbavano il suo giovane ma confuso cuore.

Come sollecitata da questa decisione, nella sua mente fece capolino una nuova figura.

Un ragazzo di 14 anni.
Dei capelli, di un biondo quasi bianco, impomatati e tirati all’indietro.
Un ghigno perfido e diabolico,
degli occhi di ghiaccio freddi e distanti,
una carnagione chiarissima,
una voce cattiva e pungente.
Una figura oscura e misteriosa…

Per questo serbava in sé del fascino, il fascino di ciò che è ignoto e si vuole, ad ogni costo, scoprire.
Quel viscido serpente di Draco Malfoy.

Non sapeva come fosse successo.
Fatto stava che, dopo tutte le lacrime cadute per Harry Potter, nella sua mente faceva continuamente capolino lui,proprio lui, l’acerrimo nemico di suo fratello,e di tutti i Grifondoro.

Ripensava al suo modo di fare, alle battute pungenti e sarcastiche, molte delle quali rivolte ai Weasley. Un numero tale che messe insieme avrebbero composto un libro.
Ripensava al suo sguardo sicuro e per nulla esitante, alla spavalderia, all’alterigia, sue caratteristiche.
Alla prepotenza e al suo fare da leader con il quale vincolava Tiger e Goyle, molto più robusti di lui, a eseguire OGNI suo ordine, come fossero nati per fargli da schiavi, come suoi elfi domestici, personali. (speriamo che non lo legga Hermione o mi denuncia…^^’’’’ Nd Kiki87).
Al modo in cui squadrava da sopra in giù, chiunque non competesse con lui per posizione sociale. Come aveva fatto anche con il professore di Difesa contro le arti Oscure,Lupin, l’anno precedente.

Ripensava ai suoi occhi dardeggianti di superiorità ogni volta che si andava a sedere al tavolo dei Serpeverde e guardava nella direzione dei Grifondoro, soffermandosi specialmente su lei e su Ron.
Sui loro capelli rossi, sulle loro infinite lentiggini e su tutte le loro cose comprate di seconda mano.
Quasi come se essere un Weasley fosse una maledizione.
Evidentemente lui pensava lo fosse…quindi era molto importante pavoneggiarsi perché lui era esponente di una delle famiglie purosangue più conosciute…i Malfoy.

Le sue battute, il suo esibizionismo, i suoi ghigni, le sue perfidie non l’avevano mai turbata più di tanto…perché non le importava un accidenti di quello che poteva dire quella serpe…
Ma poi tutto era cambiato…per quell’episodio che era avvenuto a Hogsmeade.

°°°°

Si trovava là con la solita banda: Harry, Ron ed Hermione.
Stavano andando insieme ai “Tre manici di scopa” per bersi una bella Burrobirra.

Mentre gli amici chiacchieravano si era voltata in un’altra direzione e allora l’aveva visto.
Lui, Malfoy, in piedi, di fronte ad una staccionata mentre osservava il sole che tra poco sarebbe sorto.
Il cielo sembrava tinto di rosso e arancione e i due colori sfumavano prendendo il posto del solito color turchese. Uno spettacolo quotidiano ma pur sempre affascinante e incantatore.
Stranamente era solo, Tiger e Goyle non erano lì con lui, chissà perché, si era chiesta.
Ma ciò che più la stupì fu vedere quanto fosse diverso dal Malfoy di tutti i giorni.

I suoi occhi di ghiaccio sembravano coperti da un velo di malinconia mentre guardava quel tramonto con sguardo perso.
Tutto il suo essere sembrava perso in quella visione anche se, molto probabilmente, la sua mente era presa da mille e più pensieri.
Aveva l’aria di qualcuno la cui vita è stata pesantemente manipolata, contro la propria volontà e adesso era distrutto. Adesso si stava concedendo, per la prima volta in 14 anni, l’occasione di ascoltare il dolore penetrato in lui come la punta di un iceberg che s’inietta nella pelle di un uomo. Quel dolore sordo che sembrava demolirlo, annientarlo, esaurire tutte le energie vitali del suo corpo, prosciugare ogni volontà di vivere, risucchiare per sempre la sua anima come sarebbe accaduto se avesse ricevuto il bacio di un Dissennatore.

Non poté fare a meno di provare pena per lui. Avrebbe tanto voluto avvicinarsi a lui, cercare di dire e/o fare qualcosa perché tornasse il Draco Malfoy di sempre.
Avrebbe preferito di gran lunga questo piuttosto che vedere quello spettacolo esclusivo.
Si sorprese per quel pensiero. In fin dei conti per quale motivo avrebbe dovuto interessarsi di lui, di quelli che dovevano essere i suoi problemi? Lui l’aveva sempre disprezzata, presa in giro, senza scrupoli, di fronte a tutta la scuola.
Per quanto non gli interessasse del suo giudizio sentiva che quella misera parte d’orgoglio in lei, vacillava ogni volta che si faceva beffe di lei.
Ma quello sguardo malinconico e angosciato faceva continuamente capolino nella sua mente e sentiva che non poteva e non voleva vederlo in quello stato.
Conosceva bene lo sguardo del dolore, perché anche lei, da una vita, lo esibiva.
Nessuno merita di soffrire che si chiami Pinco Pallino o Draco Malfoy…nessuno…


- Ehm…ragazzi…voi andate… io vi raggiungo subito…-.Infranse il silenzio creatosi per un istante nel gruppo.
- Qualcosa non va, Ginny? -. Si era affrettata a chiederle, Hermione.
- Nulla…solo che prima vorrei fare una cosa…-. Rispose semplicemente.
- Oh…va bene…-. Rispose Ron pur guardandola con aria interrogativa, come i due amici.
- Sei sicura che vada tutto bene?-. Le chiese Harry con preoccupazione sincera. Sapeva quanto Ginny aveva sofferto per lui, ma era felice di vedere che la sua amica, che lui considerava più una sorellina, era riuscita a capirlo. Voleva veramente molto bene a Ginny ma non come avrebbe voluto lei, e non potevano farci nulla…
-Non preoccupatevi! Sto benissimo! Vi raggiungo subito! Promesso!!-.


I ragazzi la salutarono e si diressero, senza di lei, ai Tre manici di Scopa.
La ragazza si voltò e, anche se con grande incertezza, decise di avvicinarsi al ragazzo.
Sospirò per darsi la forza e cominciò ad avanzare anche se con gran incertezza.
Guardando fisso la sua schiena, nel caso si voltasse e la scorgesse, si avvicinò pian piano a lui, mentre la sua mente continuava a ripetersi che stava sbagliando, che non doveva impicciarsi… Pur quanto credesse di detestarlo non voleva vederlo in quello stato…e se lui glielo avesse concesso avrebbe anche potuto offrirgli una spalla amica…
Poteva ancora tornare indietro…lasciar perdere e raggiungere gli altri ma la dolcezza e la sensibilità, cose che la caratterizzavano, la indussero ad avvicinarsi e porsi vicino a lui.
Ma il ragazzo era troppo perso nei suoi pensieri per scorgerla e non la degnò di uno sguardo finché lei, dopo altre esitazioni, si rivolse a lui, pur balbettando.

- Dr…Draco?-. La sua voce era un dolce sussurro paragonabile a un fiocco di neve.
Il ragazzo sembrò udirla e dopo una scossa iniziale, per lo spavento, sbatté le palpebre, distogliendosi dai suoi pensieri, per poi guardarla.
Il suo sguardo inizialmente era interrogativo ma Ginny colse subito la sorpresa celata in quegli occhi di ghiaccio. E qualcosa di più…
Per quello che fu un breve,piccolo e fragile istante aveva scorto un’emozione diversa nei suoi occhi…sembrava gioia, mischiata alla sorpresa, gratitudine perché qualcuno si era accorto di lui e voleva aiutarlo, in qualche modo…per la prima volta nella sua vita, per la prima volta in 14 anni…
Gioia perché qualcuno gli voleva stare vicino,con sincera preoccupazione e sincero interesse per lui…
Fu solo un istante perché i suoi occhi tornarono freddi e distanti come sempre.

Cosa ci faceva la Weasley accanto a lui? Con quale diritto pronunciava il suo nome? Con quale coraggio s’avvicinava a lui?

- St…Stai bene?-. La sua voce bassa, di natura, sembrava un mormorio ed era appena percepibile.

Tremava per l’imbarazzo e il timore dell’imminente reazione del ragazzo.
Tremava perché aveva scorto il fuoco dell’orgoglio e della prepotenza tornare a domare i suoi occhi grigi.
Aveva avuto l’impulso di sfiorarlo ma poi aveva ritratto la mano lentamente, come avesse avuto paura di prendere una scossa elettrica.

Fu allora che la ragazza vide i suoi occhi indurirsi, dardeggiare di semplice e puro disprezzo, disgusto e astio.
Si sentì trapassare da quello sguardo e dai fulmini che sembrava scagliare con gli occhi.
La sua bocca s’arricciò e con voce più dura e fredda che mai si rivolse alla ragazza.

- Tu Weasley! Razza di pezzente! Come osi avvicinarti a me e parlarmi??!!-
La ragazza indietreggiò colta di sorpresa e gli rivolse uno sguardo incerto e spaurito che la faceva sembrare ancora più piccola.

- Come osi tentare di toccarmi?! Dovrò farmi disinfettare!!Che schifo!!- E davanti ai suoi occhi increduli prese a passarsi gli abiti, come stesse scrollando dello sporco.
Poi la guardò ancora più duramente:
- Tornatene dal pollaio da cui sei venuta, sudicia miserabile!!-. Sibilò con voce aspra e maligna. (Non so se il vero Malfoy si sarebbe comportato così…magari ancora peggio…chiudete un occhio,casomai!! °-° ^^’’’’’ Nd Kiki87)

La ragazza lo guardò ammutolita e inerme mentre quegli occhi dardeggianti sembravano colpirla come la lama di un coltello e la sua voce aspra e acida proferiva parole così forti da fissarsi nella sua mente e il cuore si chiudeva in uno spasmo di dolore, le gambe tremavano di paura e i teneri occhi di cerbiatto tentavano di ignorare il solletico delle lacrime che volevano fuoriuscire.

Si voltò e scappò via,giusto in tempo,prima di accasciarsi a terra in un angolo tranquillo e solitario del villaggio e scoppiare in lacrime.
Si sentiva ferita, umiliata, come se il cuore le fosse stato strappato e calpestato e ora si fosse spezzato in mille frammenti con un sordo rumore di vetri che si rompono.
I suoi occhi…prima così spenti, così persi nel dolore…poi l’illusione della gioia e della felicità che lo stava invadendo ma poi solo l’astio e il disprezzo, vi erano emersi.
Sapeva che non avrebbe mai dovuto avvicinarsi a lui, provare ad essergli vicina, sapeva che le avrebbe rivolto solo offese, sapeva che avrebbe ricevuto solo disprezzo ma non sapeva che avrebbe pianto per lui.
Non sapeva che avrebbe tanto voluto morire per non sentire il dolore per quel rifiuto.
Non sapeva che si sarebbe sentita tanto male a causa sua, non sapeva che avrebbe tanto voluto essere accettata da lui…

°°°°

Dopo quell’episodio il comportamento di Malfoy non era cambiato.
Anzi, se possibile, ogni volta che la incrociava in uno dei corridoi della scuola, od ogni volta che n’aveva l’occasione, le riservava battute ancora più pungenti, ancora più cattive e lei si sentiva ferita, umiliata e uccisa nei piccoli frammenti rimasti del suo cuore.

Ma quel lampo di gioia,di sorpresa e, forse, anche di gratitudine che aveva letto per un solo secondo nei suoi occhi era quello che più la faceva soffrire.
Si era illusa che anche lui, in realtà, potesse essere capace d’emozioni del genere.
Si era illusa che sotto quel velo di boria, di perfidia e di malignità si potesse nascondere un ragazzo come tutti gli altri, con i suoi problemi, le sue sofferenze, la sua bontà, la sua lealtà.
Si era illusa che il vero Draco Malfoy non fosse come quello che si era fatto conoscere in quattro anni a Hogwarts, che quello fosse solo un paravento per nascondere il vero Draco Malfoy.
Il Draco Malfoy che si era rivelato in quello sguardo durato solo un istante.


Si riscosse da quei pensieri per poi osservarsi in quel laghetto, vide i lunghi capelli rossi scendere,in lisce e morbide chiome, quasi fino alla vita.
Un visino d’avorio e degli occhi limpidi e vivi, dolci, però, come quelli di un cerbiatto.
Un corpo fragile e minuto.
Tutto questo era Ginny Weasley.

Prese una margherita per lo stelo e la staccò dall’erba, la tenne tra le sue dita con dolcezza, se la portò al naso per sentirne il profumo.
Cosa le stava accadendo?
Cosa nascondeva nel suo cuore?
Cos’era quel vuoto costantemente non colmato dentro di lei?
Cos’era quel senso di solitudine, di bisogno d’attenzione e d’amore?
Quel bisogno d’essere stretta forte tra le braccia di un ragazzo,di sentire il calore e la protezione di qualcuno che l’amasse,di essere fatta sentire importante, di essere considerata come qualcosa di prezioso e non come una sorellina più piccola.
Quel bisogno d’aver qualcuno, lì, che la riempisse d’attenzioni, di carezze, di lusinghe, di baci.
Ma da cosa erano nati questi pensieri, questi desideri, questi bisogni?

Perché era successo. Non se lo aspettava, né lo desiderava ma, aldilà di quello che le suggeriva la mente, il suo cuore era pieno d’amore, l’amore per un ragazzo che non era Harry Potter….ma era…lui…. Draco Malfoy.
Ma il suo cuore, soprattutto, era in cerca d’amore da parte di lui…anche se sapeva che non sarebbe mai accaduto, anche se sapeva che poteva continuare, semplicemente, a sognarlo, era così.

Con rabbia contro se stessa gettò il fiore in acqua ed esso fu trascinato via dalla corrente…senza che potesse opporsi e difendersi.
Lo stesso era successo a lei, senza che il cervello potesse opporsi, il suo cuore traboccava d’amore per il giovane Malfoy.

Com’era potuto succedere? Si chiese.
Proprio per lui? Lui che era ODIATO A MORTE da suo fratello, da tutti i Grifondoro, perché? Perché doveva accadere proprio a lei? Perché avrebbe dovuto soffrire ancora per amore?
Perché l’amore aveva scelto proprio lei, una piccola ombra, per scatenarle addosso il dolore?
Era inutile replicare perché era la realtà.
Finalmente si era trovata di fronte ad essa e la stava affrontando.
Non poteva far altro…se non accettarlo, come aveva accettato d’aver perso, per sempre, Harry senza mai averlo avuto, per sé.


Ancora una volta i suoi pensieri furono infranti ma questa volta fu a causa del rumore di alcuni passi che si facevano più vicini, sempre più vicini.
Ma Ginny sembrò non udirli,o almeno, non preoccuparsene finché una voce, ben nota, non infranse il silenzio dei suoi pensieri.

- Che ci fai qui, tutta sola, Weasley ?!-.

La ragazza sobbalzò per la sorpresa e per l’emozione.

No! Non poteva essere lui! Perché ancora lui??!! Non la tormentava a sufficienza??!
Cos’ altro voleva, si chiese. Ferirla come l’ultima volta? Pur quanto lui fosse viscido avrebbe almeno potuto apprezzare la sua preoccupazione e il suo gesto amichevole!
Ma lui non era come tutti gli altri, questo era sicuro!

Vide la sua immagine specchiarsi nel lago, proprio dietro di lei, ma qualcosa ancora la indusse a ritenere che lui non fosse veramente, lì.
Perché avrebbe dovuto esserci? Perché,piuttosto,non si stava strozzando a forza di mandar giù le caramelle di “Mielandia” o la Burrobirra dei “Tre manici di Scopa” ?
Perché, piuttosto, non si stava divertendo, alle sue spalle, con quei babbei di Tiger e Goyle?
La sua voce, come sempre, fredda e aspra la sorprese nuovamente:

- Come mai non sei con il tuo AMATISSIMO Potter?! Che c’è? Non dirmi che ti sta di nuovo facendo le corna con quella Cho?! O magari con la sua amica mezzosangue!!-. Nel suo viso si fece spazio uno dei suoi soliti ghigni maligni, voleva ferirla, godere della sua reazione e dimenticare quell’attimo di debolezza. Quel momento di pazzia nel quale aveva creduto di aver bisogno della sua amicizia, del suo sostegno…lui non aveva bisogno di nessuno, in realtà, lui era Draco Malfoy e poteva aver tutto ciò che voleva, in meno di un istante.

La ragazza non rispose, nemmeno si voltò per guardarlo…era stanca…sapeva benissimo quello che provava per lui, per quella serpe tanto accattivante, su cui, da sempre, smaniava Pansy Parkinson. Non aveva voglia di litigare con lui…sentiva che il suo cuore non avrebbe retto. Aveva la sensazione che sarebbe finita per crollare ai suoi piedi, per crollare al dolore e al senso di vuoto che l’attanagliava.

Il ragazzo fu sorpreso nel non recepire alcuna reazione da parte della ragazza.
Si aspettava uno sguardo arrabbiato, una risposta o, ancora meglio, una scenata di pianto ma non certo quel silenzio…quasi fosse indifferente alle sue parole.
Avrebbe voluto infrangere in qualsiasi modo quel silenzio perché si sentiva torturare e smaniare dentro. Sentiva delle forze combattere in lui. Sentiva quasi il dispiacere per averle rivolto quelle parole…per averla,probabilmente, ferita, per averla ferita quella volta a Hogsmeade, per averla guardata fuggire disperata…per non aver accettato una spella amica in un momento di difficoltà e di malinconia e per non esserle corso dietro…per non aver cercato di fermarla…
Si riscosse dai suoi stessi pensieri. Lui era Draco Malfoy! Non poteva provare quelle sensazioni e quei pensieri da gente DEBOLE!
Lui era superiore a TUTTI in quella scuola, e anche a quella mocciosetta.

- Tuo padre, pur quanto sia miserabile, non ti ha mai insegnato che le persone si guardano, dritte in faccia,quando parlano?!-.
- Come osi rimanere indifferente?! Come osi volgermi le spalle?!-.

Aveva fatto esplodere la sua rabbia, la frustrazione e anche la sua impotenza in quelle parole. Voleva guardarla negli occhi e scrutarla.

La ragazza, in quel momento, sembrò riscuotersi.
Si alzò e si voltò verso il ragazzo alzando un poco la testa per guardarlo poiché era più alto di lei.
Si specchiò nei suoi occhi grigi e freddi esattamente come un iceberg.
Avrebbe potuto affermare che i suoi occhi erano due cubetti di ghiaccio ritagliati per formare due cerchi.
La sua espressione era sempre la stessa di superiorità, d’alterigia, di prepotenza e di divertimento a prendersi gioco di lei e dei suoi sentimenti.

Draco la fissò in viso senza abbandonare la sua solita espressione.
Se solo Ginny avesse saputo che quella era solo una maschera! Se solo Ginny avesse intuito che quel giorno ad Hogsmeade lui stava veramente soffrendo…per via del padre che gli aveva già tracciato, ancor prima che nascesse, un futuro.
Ancor prima che nascesse aveva stabilito quello che lui sarebbe stato e non vi erano mezzi per svincolarlo e renderlo libero…
Se solo Ginny l’avesse intuito e fosse stata, ancora, disposta a consolarlo!
Si riscosse con veemenza dai suoi stessi pensieri. Fu allora che notò lo sguardo attento ma allo stesso tempo distante di lei. Lo fissava ma molto probabilmente non lo vedeva.
I suoi occhi sembravano assenti e il suo viso era piuttosto pallido, sembrava molto stanca.

Non perse tempo e prese ad inveire come al solito contro di lei e contro la sua famiglia.
Ma Ginny non lo ascoltava…non sentiva nemmeno una delle parole da lui preferite…lo guardava solo in una sorta di trance, la mente svuotata…non riusciva più a pensare a qualcosa di logico, vedeva solo il suo viso chiarissimo, i suoi occhi dardeggianti, il suo fisico un poco irrobustito rispetto agli anni passati, anche se era lontano dal poter competere da due tarchiati come Tiger e Goyle.
Per non contare quanto fosse diventato ancora più alto…forse anche per via della differenza d’età, ma lei gli arrivava a malapena al petto.
E in quel momento non poté fare a meno di pensare che avrebbe voluto un bacio.
Avrebbe voluto che Draco la stringesse forte tra le sue braccia e la baciasse, lì, in questo momento, senza pensarci troppo...provava ad immaginare la scena e le emozioni che avrebbe provato,ai brividi, ai tremiti…

Senza, quasi, rendersene conto si era avvicinata ancor di più a lui, con sua gran sorpresa.
Il suo sguardo sembrava completamente perso…vi si leggeva solo un’espressione trasognata.
Gli si era avvicinata e senza aspettare una sua reazione ( “Ma che diavolo fai?!” Chiese Malfoy con una nota di nervosismo e di sorpresa nella voce) aveva posato le mani sul suo petto fino a scorgere il cuore...ascoltò per un istante il ritmo che era decisamente aumentato, poi finalmente lo riguardò negli occhi senza però notare la sua espressione di totale stupore.
Si era un poco alzata sulla punta delle scarpe, aveva chiuso gli occhi e aveva premuto le labbra contro quelle di Malfoy.

Un attimo di paradiso che sembrò durare un’eternità.

Uno strano calore l’attraversò scaldandole il cuore, come avesse bevuto una Burrobirra in una gelida notte d’inverno.
Il cervello era completamente fuori uso mentre continuava a premere le labbra contro quelle di lui.
Sentì come la necessità di farsi più vicina a lui, e sentì il suo seno premere contro il petto del ragazzo, pur non stringendolo.
Il cuore batteva forte,forte,fortissimo accelerando vertiginosamente il ritmo delle palpitazioni.
Ma era come se un incantesimo la stesse incoraggiando a non staccarsi da lui, ma soprattutto dalle sue labbra.

Malfoy era rimasto immobile, inerme.
L’aveva vista farsi sempre più vicina e poi con la solita espressione trasognata poggiare le sue piccole e fragili mani al suo petto ed ascoltare il battito del suo cuore che,malgrado il suo sforzo, non riusciva a controllare ed era aumentato in maniera impressionante.
Non si era mai sentito così preso da un’emozione, nemmeno quando,per la prima volta,era stato in groppo alla sua scopa e aveva volato a bordo di essa.
Poi senza alcun preavviso si era un poco alzata sulle punte e si era messa a baciarlo.

Le sue braccia erano abbandonate sui fianchi, gli occhi spalancati per la sorpresa del suo gesto. Non si sarebbe MAI aspettato che l’introversa e impacciata Ginny Weasley potesse fare una cosa del genere…proprio con lui,poi.
Il suo cuore palpitava ancora più velocemente e il corpo formicolava per l’emozione mentre, non poteva negarlo, una sensazione di piacere lo invadeva,quasi a indurlo ad abbandonarsi ai sensi.
Proprio in quel momento, si sentì pronto e stava per abbassare le palpebre e prepararsi a ricambiarla quando Ginny,inavvertitamente, s’allontanò da lui.

Come colpita da una scarica elettrica la ragazza si staccò da lui con una pura espressione di sorpresa e d’imbarazzo sul suo viso.
La magia era finita e Ginny Weasley tornando alla realtà si rendeva conto di quello che aveva appena fatto.
Come aveva potuto succedere??!!

Lo fissò senza riuscire a proferire parola mentre notava lo stesso sguardo meravigliato di lui, oltre che confuso.
Perché si era staccata così bruscamente? Cosa le era preso? Si era pentita di quel che aveva fatto?


Ginny non sapeva dove sbatter la testa e si limitava a guardarlo mentre le gote,dapprima pallide, erano di fiamma.
Era stato un momento…come un’ipnosi e aveva fatto ciò che più desiderava,l’aveva baciato ma poi la mente sembrava aver ripreso il controllo e si era allontanata da lui.
Ma non poteva negare le fosse piaciuto e avrebbe voluto ripetere l’esperienza, magari con maggior intensità.
Si diede mille volte della stupida prima di guardarlo impacciata.

Draco non riusciva ancora a capacitarsi di quanto era successo. Sapeva solo che se lei non si fosse allontanata l’avrebbe stretta forte tra le sue braccia e avrebbe preso a baciarla febbrilmente, fino a perdere il controllo.
Le sue gote erano appena arrossate mentre la guardava e aspettava una sua reazione.

La ragazza lo guardò, tentando disperatamente di capire cosa gli passasse per la testa.
Era stata stupida,maledettamente stupida! E lui? Non si era mosso né aveva reagito al suo gesto ma cosa avrebbe fatto? Avrebbe potuto umiliarla pubblicamente con questa storia e ferirla mortalmente…e lei non ce la faceva più a sopportare il dolore…era stato fin troppo quello patito fino ad adesso.

-Io…io non so cosa mi sia preso…-. Balbettò velocemente senza quasi lasciargli capire nulla…
-Io…io...scusami!-. Detto questo con grand’imbarazzo si era voltata ed era scappata via, dritta fino alle scale di marmo ed era rientrata nel castello,lasciando Malfoy solo, lì, a seguirla con gli occhi,senza ancora riuscir bene a comprendere il sentimento che si faceva strada nel suo cuore e in lui.



…To be continued…

 
Continua nel capitolo:


 
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