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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: One Piece
Titolo Fanfic: SCUSA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: kei86 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 14/09/2003 13:35:00

veramente commovente! ç_ç
 
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UNICO
- Capitolo 1° -

Ciao a tutti!
Faccio una piccola premessa: non vi aspettate una cosa llegra perchè è veramente triste questa fic! Il racconto è ambientato ai giorni nostri e per gli ambienti mi sono ispirato a quello americano! pioi capirete! sembra la brutta copia di un film made in usa!
spero vi piaccia!

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SCUSA

La pioggia era intensa e le miriadi di goccioline che s’infrangevano sul vetro della macchina cadevano lentamente creando un movimento ipnotico. La ragazza guardava attentamente attraverso al finestrino il cimitero che le stava di fronte. I suoi occhi erano privi di espressione e alcune lacrime cadevano sulle sue giovani guance. Lo sguardo era fisso su quella bianca lapide sulla quale appariva come un neon il nome di sua madre Bellmer. La sua mente era invasa da ricordi belli e brutti e ad ogni sensazione riprovata i suoi occhi diventavano sempre più vuoti e colmi di dolore. Nami strinse fra le mani il suo medaglione al collo, nel quale era inserita la foro della madre scomparsa e continuò a fissare la lapide. Aveva il cuore a pezzi.Neanche la calorosa mano del ragazzo, seduto a fianco a lei, sulla spalla riusciva a confortarla. Nell’altra mano la rossa aveva un bellissimo mazzo di rose rosse, le preferite di sua madre. La sua mente in quel momento riviveva i momenti più significativi della sua vita. Quando sorrideva, quando la sgridava, quando giocava con lei e sua sorella, oppure quando litigavano per la sua cocciutaggine. Ma purtroppo la sua mente volava anche sui momenti tristi, come quelli in cui la vide per l’ultima volta, accasciata a terra priva di vita. La sigaretta che tanto adorava per terra ancora accesa e il suo sguardo ormai perso per sempre. Il suo cuore quel giorno si era fermato per non riprendere più a battere. Nami ricordava perfettamente ogni cosa e ogni giorno che passava si sentiva sempre peggio. Ma non lo dava a vedere. Andava sempre in giro per le strade della città con un sorriso falso stampato sulle labbra. In quel momento e in quel luogo non aveva però nessuna voglia di mentire, soprattutto davanti alla madre. Ogni anno andava da sola a trovarla portandole sempre un mazzo di fiori e passando la giornata intera abbracciata alla lapide. Quel giorno non era diverso, ma si era portata dietro una persona che desiderava presentare alla sua Bellmer: suo marito. Questo, vedendo la moglie così turbata la strinse forte a se, ma lei continuava a fissare quella lastra di marmo bianco. Non sapeva cosa dirle, aveva paura di poterla ferire di più, poi invece le prese la mano e le disse dolcemente: “su forza! Non dovevi presentarmi qualcuno?”
A quel punto Nami si cosse di dosso i ricordi e lasciò andare la presa del medaglione e molto lentamente posò la sua mano sulla maniglia della portiera. Delicatamente l’aprì e posò le sue gambe sull’asfalto inzuppato. Aprì l’ombrello lentamente come se non lo volesse fare e fece segno a Zoro di rimanere per qualche minuto in macchina. Voleva rimare un po’ sola prima di annunciarlo. Lei sapeva che da lassù sua madre sapeva già tutto, ma voleva fare le cose come si devono. Pioveva veramente molto, sembrava che anche il cielo provasse quello che provava la giovane donna. Il terreno era fradicio e i tacchi delle sue scarpe sprofondavano di molto dentro esso. Arrivò, come in una processione , davanti alla tomba e come lesse la scritta sotto il nome “ Le tue figlie che tanto amavi” si accasciò sulle ginocchia fregandosene di rovinare il vestito nero che aveva indossato e scoppiò in un sonoro pianto.
Zoro da dentro la macchina aveva assistito a tutto e quando la vide in quella situazione si lanciò fuori dal veicolo e senza aprire l’ombrello la raggiunse preoccupatissimo. Le raccolse l’ombrello che aveva fatto cadere e la coprì per non farle prendere l’acqua, lui invece rimase sotto l’acquazzone ad osservarla. Nami stringeva fra le mani il vestito e si stava mordendo il labbro. A quel punto suo marito le porse la mano per farla rialzare e lei accettò accennando un sorriso sicuramente forzato. Una volta in piedi guardò fisso negli occhi il suo uomo e in quell’istante le ritornò in mente il motivo di quella visita così drammatica. Le lacrime continuavano a solcare le sue guance, ma aveva no diluito il ritmo. Gli occhi rossi e gonfi avevano leggermente ripreso espressione e il suo umore stava incominciando a cambiare. Rimase un po’ in silenzio a contemplare la lapide e dopo aver preso molte boccate d’aria per farsi coraggio, riuscì a far uscire delle piccole ma significative parole dalla sua bocca.
“Ciao mamma! Sai è da tempo che volevo dirtelo! Io …” le sue parole si spezzarono di colpo perché la sua mente era tornata a ripercorrere la sua vita e aveva fatto riemergere un cattivo pensiero. Cercando di sopraffare quel pensiero riprese a parlare, ma le parole adesso le sembravano così pesanti e difficili da pronunciare: “ io ... io volevo….presentarti una persona! Quello che vedi alle mie spalle è mio... mio...lui è... È mio marito!” il motivo per cui aveva esitato a pronunciare quella parola era semplice: un giorno mentre lei e Bellmer stavano parlando, sua madre le aveva detto che sarebbe stata al culmine della felicità se l’avesse vista vestita di bianco all’altare. La pioggia non demordeva e continuava il suo insistente scrosciare. Nami ricadde nel più totale sgomento e si buttò a terra ad abbracciare la lapide della madre scomparsa. Adesso oltre che a sentirsi in colpa per la sua morte, si sentiva in colpa anche per il fatto di non aver potuto avverare il desiderio di Bellmer. A quel punto la rosa pronunciò una frase che avrebbe voluto dire tanto tempo fa: “Scusami mamma! Scusami!”
Zoro da buon marito l’aiutò a rialzarsi e l’abbracciò in un modo che non aveva mai fatto. Si sentiva male nel vederla così e non sapeva come consolarla, anche se in quei momenti non credeva ci fossero modi per consolare. Lentamente l’accompagnò alla macchina e la fece sedere. Lui e al volante e prima di partire lasciò che la sua Nami osservasse quel luogo. La pioggia era sempre forte e sia gli occhi che il cuore della giovane donna erano caduti nello stesso sgomento iniziale, ma almeno nella sua mente continuavano a vagare una parola: “SCUSA"

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E' triste vero? ç_ç sto ancora lacrimando! no! adesso lasciando stare le cialtronerie...come vi è sembrata???? io spero vi sia piaciuta! perchè a me piace un sacco!
va bene passo ai ringraziamenti anche perchè non so più cosa scrivere:
YUKINO! spero he questa fic ti piaccia visto che ti ho lasciata all'oscuro. eramente è nuova per tutti! Mi spiace di non avertela fatta leggere prima ma voleva essere una sorpresa! ^^ tvumdb
SHAINA come detto a yuki questa è una sorpresa! spero tu possa leggerla e spero che ti piaccia! Bacioni!
SAJA! sono sicuro che la leggerai quidni sono sicuro che sentirò tue notizie a breve! ^^"
NANA ...... che dico?...... Spero ti sia piaciuta!!!!!!!! anche a te bacioni! e salutami tuo fratello!

 
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