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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Saiyuki
CrossOver: Neon genesis Evangelion
Titolo Fanfic: PENSIERI DI BAMBOLA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: CrossOver
Autore: kohay galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 11/09/2003 07:59:22

se rei ayanami e nataku fossero accomunati dal destino di essere chiamati bambola...
 
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- Capitolo 1° -

Io...
Non sono altro che un esperimento.
L'insieme di cellule, non il risultato di una storia d'amore.
Ma questa condizione di sottoposto l'ho sempre accettata, anche se mal volentieri, finché ho incontrato Goku.
La prima volta che vidi quegli occhi dorati...la prima volta che il colore del sole mi sembrò così bello fu il giorno in cui incontrai quel ragazzo. Aveva più o meno la mia stessa età, aveva il mio stesso colore di occhi e portava le catene ai polsi, alle gambe e intorno al collo. Ma a differenza della mia persona, potevo benissimo percepire dai suoi atteggiamenti l'innocenza di un'età che per me è stata dannata. Una creatura eretica, o un criminale, non lo sapevo bene. Avevo imparato solo che quel ragazzo aveva voglia di diventare mio amico. Stava fuggendo come me, ma non credo che volesse liberarsi di oppressivi scocciatori. Se scappava, quel bambino, lo faceva per gioco.
Io avevo commesso una birichinata. Mio padre mi ha impedito di vivere l'infanzia come un bambino normale perchè sono diventato presto dio della guerra. All'inizio, come ogni infante, non avevo ben capito l'incarico che mi era stato affidato, ma mio padre sapeva a cosa andavo incontro, eppure è stato lui a propormi all'imperatore celeste. Ha assolto questa responsabilità come se fosse sua, senza chiedermi nè il permesso di rovinarmi la vita nè un minimo parere.
La mia vita appartiene a mio padre.
Ho dato poco peso alle sue parole, ma lentamente, il tempo che passava mi dava torto , ogni parola che non avevo considerato con giudizio si contorceva contro di me.
Doveri e sottomissioni, altro non devo fare. Non posso neanche farmi un amico.
Ogni volta che l'imperatore celeste mi convoca, mi obbliga a fare un compito che mio padre assolve con gioia, dicendo "mio figlio non vi deluderà". Eppure io cos'ho di diverso da tutti gli altri bambini? Il fatto di avere gli occhi d'oro mi dà qualche pregio in più? Mi conferisce una forza sovrannaturale? Ebbene, io questa forza la donerei, darei anche i miei occhi, se solo avere un diverso colore d'iride mi potesse garantire un'esistenza normale, meno eretica!
E poi quegli occhi...anche quel ragazzo come me ha gli occhi dorati ma sembra che lui non sappia bene cosa comporti questo.
Lui non ha perso l'innocenza, e mi parla con sincerità, perchè non conosce neanche il fardello che mi è stato affibbiato da altri. Lui è la prima persona che ha il coraggio, per stoltezza o ignoranza, di avvicinarsi a me e di rivolgermi la parola anche solo per chiedermi il mio dannatissimo nome.
"bambola assassina"
Se solo avessi saputo quante restrizioni comportava il solo titolo che porto sulle spalle non avrei mai permesso di mettermi queste catene illusorie ai polsi. Queste catene che mi strappano al mondo a cui dovevo appartenere per costringermi in un luogo di dominio corrotto, dove chi ha più potere gioca con la vita di chi ne ha di meno. Quel bambino dagli occhi d'oro mi ricorda con dolore l'infanzia che mi è stata negata.
Ma adesso sembra che questo mio incarico non mi pesi più molto e non mi causi più molta sofferenza.
Se solo le parole di questo bambino fossero vere...
Se solo i suoi sguardi fossero sinceri...
Se ogni sua parola atta a farmi stare meglio fosse spontanea...
Allora potrei dire di aver trovato un vero amico.
E cominciando ad avere sentimenti anche io, tutti smetteranno di credermi una bambola.


Io...
Sono solo una bambola.
Dedicando la mia vita ad obbedire ciecamente agli ordini del comandante Ikari, mi sono chiesta ogni tanto se la mia vita potesse essere diversa. Anche solo un po', non mi sembra di chiedere molto.
Desiderare di esistere ed esserlo veramente. Diventare qualcuno solo perché lo si sogna.
Sogni...io non ne ho mai fatti.
Tutto quello che so me l'ha insegnato il comandante.
Tutto quello che devo sapere mi è stato detto, altro non mi è stato insegnato, e io non ho fatto altre domande.
Non sono curiosa di conoscere il mondo al di fuori della Nerv, la mia vita è sull'Eva, quindi come può interessarmi il resto?
Eppure, guardando dalla finestra, ogni tanto mi chiedo se potesse esserci una speranza alternativa.
Se un giorno gli angeli ci lasciassero stare.
Se io non servissi più...che ne sarebbe di me?
Verrei eliminata? O mi sarebbe data una nuova vita, da vivere come voglio io?
E' questo un sogno? E' questa la speranza? Non le avevo mai provati sulla mia pelle, per me è un'emozione nuova.
Emozioni...anche quelle ne avevo provate poche.
Mi sono sentita viva solo con il figlio del comandante Ikari.
La prima volta che mi toccò non sentì nulla. La seconda non mi piacque. La terza invece, all'interno dell'Eva, mi comunicò il calore della sua mano. E quella sensazione mi rese così serena, che lo pregai di stringermi ancora la mano, di darmi ancora il suo calore.
Ma c'è chi non vuole questo. Stringermi a qualcuno. Sono pur sempre una bambola, e come tale verrò sempre sostituita.
La mia non è altro che un'esistenza futile e sciocca, vivrò sempre secondo i desideri e le aspettative degli altri.
Ma siccome sono nata per questo, ed è questo lo scopo della mia vita, va bene così. Lo accetto.
Sentirmi solo un pretesto per distruggere i nostri nemici senza pietà mi fa sentire ancora più insensata.
Gli Eva sono come me, sono solo macchine, sono solo giocattoli, loro non credono che noi esistiamo, che abbiamo anche noi i nostri sentimenti. Perché è questa la parola giusta. Sia io che gli Eva sentiamo ogni cosa. Non sono solo macchine. Non sono solo giochi.
Sono cose che vivono, che si muovono, che come me sono nate in laboratorio, dal ricordo di uno.
A immagine e somiglianza di Adam...
A immagine e somiglianza di Yui Ikari...
E come il ricordo di quelli, anche noi finiremo per essere dimenticati, destinandoci a sopravvivere solo grazie al ricordo di ciò che era.
Potrò aspirare a lasciare traccia di me nella storia? Potrò credere che anche io avrò un qualche legame con delle persone al di fuori della Nerv?
Cose normali per tutti come avere un amico o una famiglia per me sono una rara eccezione, un pensiero bellissimo a cui però le mie mani non arrivano, immagini che sfuggono dalle dita come sabbia e alla fine, in queste mani, cosa rimarrà?
Il mio cuore è colmo di insapore. Qualcosa che non ha né capo né coda, ma è un che di amaro.
Che sia questa la tristezza?
Che sia questa la volontà di cambiare?
E che sia così. Se solo lo posso, voglio diventare qualcun altro.
Guardare in faccia il sole e assaporare l'aria vera.
Vivere, insomma...se anche è questo ciò che significa la vita.

 
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