torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Fumetti e Cartoni non giapponesi
Dalla Serie: Tartarughe Ninja (Teenage Mutant Ninja Turtles)
Titolo Fanfic: DI INCIDENTI QUASI MORTALI E INVITI A CENA
Genere: Sentimentale, Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, AU
Autore: ladyzaphira galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 13/02/2016 19:50:24

Una storia in occasione di San Valentino
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   

- Capitolo 1° -

Sembrava una giornata apparentemente normale.

Si beh, magari non proprio normalissima, considerando che si trattava di San Valentino e ovunque ti giravi vedevi tutta una serie di coppiette passeggiare per le strade, tenendosi per mano …

Tuttavia, per uno come Leonardo che si definiva felicemente single, tale giornata era esattamente uguale alle altre (eccetto per i tocchi di rosso e rosa in più nell’aria) …

… Si, gli era sembrata una giornata come tante.

Si era alzato presto, aveva fatto colazione, dopo di che era scappato dritto, dritto all’università per il suo corso di "Scienze dell'Investigazione" con specializzazione in criminologia clinica dove era rimasto a fino a tardo pomeriggio. Poco più tardi, una volta uscito se ne stava tranquillamente per tornare a casa quando ricevette una chiamata da parte della signora Jackson dove quest’ultima gli chiedeva se poteva gentilmente dare un’occhiata a sua figlia quella sera, anche se non programmata.

Ah si, perché occasionalmente, al momento, lui lavorava come babysitter in modo da non dover gravare troppo con le spese sulle spalle di suo padre.

Una FOTTUTA giornata NORMALE!!

Da considerarsi perfino … tranquilla, anche se un po’ sfiancante.
Ed era per questo che, in una giornata del genere, non si sarebbe mai aspettato una così DRASTICA svolta degli eventi …


………………………

Ore 18:15.

Solo fuoco, fumo e macerie attorno a sé.
Raphael non riusciva a distinguere nient’altro.

“Raph, credo che non ci sia più nessuno su questo piano”
Sentì urlare Casey, il suo collega, nonché migliore amico, dall’altra parte della sala mentre cercava anch’egli di guardarsi intorno malgrado il fumo e le lacrime dovute ad esso.

“Tu esci Case!!” gridò il rosso in risposta “Io faccio un ultimo controllo!!”

Il ragazzo annuì, sapeva bene che Raphael sapeva badare a se stesso, perciò non si fece problemi a raggiunse la finestra e, scavalcandola, scendere lungo la scala mobile del camion.

Casey aveva ragione, non sembrava ci fosse nessun’altro ma Raph volle controllare ugualmente.
Si aggiustò l’elmetto da pompiere sulla testa e proseguì verso l’interno dell’edificio.
La sua paura più grande era che qualcuno potesse essere rimasto intrappolato sotto qualche cumolo delle macerie che si stavano rapidamente formando, man mano che il fuoco divorava tutto, e quindi difficile da vedere.

Le lingue rosse e bollenti avevano conquistato l’intera palazzina senza risparmiare nulla.

Stando attento a non inciampare nei calcinacci, Raph arrivò fino all’estremità opposta del piano. Entrò in quello che restava di un piccolo appartamento, oltrepassando la voragine nel muro.

Si guardò in giro. In quella zona c’erano parecchie macerie con pezzi di muro e detriti molto grandi ed era impossibile dire se qualcuno fosse ancora lì.

La tartaruga prese un profondo respiro.
“C’è qualcuno?” urlò, senza ottenere risposta.
Chiamò ancora, parecchie volte, ma sembrava davvero che non ci fosse nessuno per potergli rispondere.

Raph fece per tornare indietro a chiedere rinforzi e assicurarsi che non ci fosse più nessuno quando la sentì.

Una voce maschile, debole e incerta come un soffio di vento, talmente bassa che si il rosso si sorprese di essere riuscito a sentirla.

Si voltò di scatto, tornando indietro con veloci falcate.

“A-Aiuto …”

Si!! Eccola di nuovo!!
Allora non se l’era sognata.

“Dove sei!?” urlò Raphael “Non vedo un accidente con tutto questo inferno!! Continua a parlare!!”

“Q-Qui…!!”

“DOVE?!”

“S-Siamo qui …” sussurrò ancora la voce di prima, o almeno sembrò un sussurro ciò che arrivò alle orecchie del pompiere per via del crepitio delle fiamme e il frastuono dei pezzi di cemento che cadevano.
“Qui!!”

Raph superò una porta divelta dai propri cardini e mezza bruciata a terra, due pezzi di muro e … fu allora che lo vide.

Due grosse sezioni del soffitto si sostenevano a vicenda formando una sorta di triangolo con il pavimento che al pompiere 24enne ricordarono un pezzo di castello di carte; sopra di esse, dal buco che avevano lasciato, pendevano due gambe di un letto e sotto, nascosto nel loro incavo, rannicchiato in ginocchio … stava una tartaruga.

Una tartaruga mutante esattamente come lui e probabilmente anche suo coetaneo a giudicare dall’aspetto.

Raph gli corse di fronte.

Si, doveva avere più o meno la sue età.
Il verde della sua pelle era molto chiaro del suo che tendeva al verde smeraldo, forse anche a causa della polvere e delle sporco di cui era ricoperto, e gli occhi, erano spalancati e dilatati per la paura in un intenso castano scuro, con sfumature ramate.
Indossava un paio di jeans, impolverati e strappati in più punti, e una semplice camicia azzurra un po’ bruciacchiata.

Infine portava una maschera simile alla sua intorno agli occhi, solo di colore blu.

Look trasandato a parte (trasandato poi per ovvie ragioni), Raph si ritrovò a pensare che era molto carino.

Notò che oltre che in ginocchio, il suo simile se ne stava stranamente attaccato ad una trave di cemento semi-piegata contro uno dei due pezzi di muro pericolanti.
Sembrava quasi che la stesse … spingendo? Che diavolo …?!

“Ehi tu!! Cosa diavolo ci fai li in mezzo?! Esci di lì prima che ti crolli tutto addosso!!” gli gridò, basito che qualcuno avesse sul serio pensato di cercare rifugio lì sotto.

“Io n-non … non p-posso” sussurrò l’altra tartaruga guardandosi freneticamente intorno “… La … la b-bambina”

“Bambina?!”

Raph seguì lo sguardo dell’altro fino ad un cumulo di macerie poco lontano.
C’era DAVVERO UNA BAMBINA!! Una bimba di non più di quattro anni, sdraiata priva di sensi al suolo circondata da pezzi di intonaco rosa.

“C-Chloe … via …” mormorò la tartaruga con la maschera blu tossendo a causa del fumo “La p-prego la p-porti via … di qui …”

“Ok, ok …” fece Raph correndo verso la piccola “Si calmi, ce l’ho!!”
Prese la piccola in braccio senza troppa difficoltà, era esile e molto leggera con i capelli color della sabbia calda sulla spiaggia, lunghi fino alle spalle e tenuti da un cerchietto azzurro.
Sembrava avere una piccola ferita alla testa, probabilmente la causa del suo svenimento ma non sembrava troppo grave.
“Ok, adesso tocca a te!!” esclamò tornando vicino all’altra tartaruga “Esci di lì, presto … WOOW!!”

Il rosso fece appena in tempo a fare un passo indietro prima che una parte del soffitto, danneggiata dalle fiamme gli crollasse addosso.

“MUOVITI!!” urlò.

Ma la tartaruga con la maschera blu non si mosse, bensì sembro perfino rannicchiarsi maggiormente contro la trave a cui era aggrappato.

Che diavolo stava facendo quell’idiota?!

“Ehi!! Sei sordo?!” sbottò Raph spazientito.
Che diavolo!! Voleva far crepare tutti e tre per caso?! “Ho detto: Esci fuori di lì, qui sta per collassare tutto!!”

“Non … non posso …”

“COSA?!”

“NON POSSO!!”

L’altra tartaruga guardò disperatamente verso l’alto.
Raphael seguì il suo sguardo, confuso, finché non notò che le due sezioni di soffitto sotto cui era intrappolato il suo simile non combaciavano PERFETTAMENTE l’una con l’altra come aveva creduto.

Aggrottò la fronte: Se non combaciavano bene allora come era possibile che restassero in equilibrio … ?

Oh cazzo …

La risposta gli fu chiara quando guardò nuovamente, e con più attenzione, la posizione in cui si trovava l’altro rettile.
Il blu teneva mani e braccia forzatamente premute contro la trave che sorreggeva UNA SOLA delle due pareti improvvisate attorno a lui, ma che a sua volta sorreggeva L’ALTRA per tenerla stabile …

… Se si fosse mosso …

“S-Se mi muovo … c-crolla t-tutto …” esalò infatti la tartaruga tremante.

Schiacciato dal peso della consapevolezza, Raphael dovette fare un enorme sforzo per trattenersi dall’imprecare pesantemente contro la sua mancanza di intuito.
La voce dell’altro non tremava tanto per la paura quanto per lo SFORZO a cui era sottoposto. Si poteva dire che era grazie a lui se quel poco che restava dell’appartamento si reggeva in piedi.

“Ok …” prese un respiro profondo, cercando di pensare ad una soluzione.

“Non p-pensi a me …” balbettò ad un tratto l’altro mutante attirando la sua attenzione “… C-Chloe” fece cenno con la testa alla bambina “Ha … h-ha perso i s-sensi da d-diversi minuti … non … non s-so quanti ma …”

“Lo scricciolo sta bene” lo interruppe Raphael “Le ho controllato il polso mentre tornavo indietro”

Il blu gli diede un’occhiata incerta prima di annuire, tuttavia continuò a rifiutarsi di schiodarsi di lì.

“… Come ti chiami?” cedette Raph cambiando tattica.
Per questo decise di dargli del tu, sforzandosi di mantenere un tono calmo, e possibilmente gentile nonostante stesse per esplodere dalla frustrazione.

La tartaruga lo guardò con gli occhi color rame che sembravano brillare in riflesso alle fiamme, sorpresi e confusi per la domanda.

Ma Raph riuscì perfino a sorridergli, un gesto che ebbe modo di strappare anche a lui un piccolo sorriso teso.
“Leonardo …” rispose con un fil di voce, tossicchiando “L-Leonardo Hamato …”

Era evidente che facesse sempre più fatica a respirare, e con le braccia occupate non aveva nemmeno modo di ripararsi il viso dal fumo.
Entro breve sarebbe svenuto anche lui … e sarebbero morti tutti e tre schiacciati …

“Ok, Leo” esordì il rosso appoggiando con cura la bambina a terra “Io mi chiamo Raphael e …”
Venne interrotto da un lieve scossone, causato dal crollo di altre macerie provenienti dai piani alti. Il palazzo poteva collassare su se stesso da un momento all’altro!!
“… Forse ho la soluzione”

Peccato, tale soluzione aveva un PICCOLO effetto collaterale ma …

Raph iniziò si staccò dalla schiena le bombole d’ossigeno e prese la mascherina, dopo di che spostandosi piano e a gattoni si avvicinò a Leonardo. Gli posò la mascherina sul muso affinché respirasse un po’ d’aria pulita dal fumo, aiutandolo così a restare lucido.

Il blu si lasciò sfuggire un verso soddisfatto nel sentire i suoi polmoni ripulirsi.
Chiuse gli occhi, respirando a grandi boccate per approfittare della sensazione il più possibile.

“Ok” ripeté Raph staccando la mascherina per respirare anche lui “C’è qualcosa dietro di te?” chiese “Intendo … ci sono ostacoli o è libero?”

Leo si sforzò di controllare alle sue spalle per quanto glielo permettesse la posizione, senza osare muovere un muscolo che non fosse il collo anche se gli faceva un male cane.
Del resto non poteva permettersi il lusso di modificare minimamente la posizione in cui si trovava per mantenere l’equilibrio dei due blocchi che si contendevano il diritto di schiacciarlo.
I blocchi non erano molto pesanti soltanto perché, fino a che fossero rimasti fermi in equilibrio, uno scaricava il peso sull’altro che a sua volta lo scaricava sulla trave ma … se l’appoggio della trave fosse mancato …

“C’è …” si inumidì le labbra, rese secche per il troppo calore “… C-C’è un piccolo s-spazio vuoto, molto piccolo, ma c-credo che ci si p-possa passare” spiegò, sperando di non essersi mangiato le parole.

In tutta la sua vita non si era mai sentito così sotto pressione!! LETTERALMENTE!!

Più tempo passava, più la trave rischiava di scivolargli contro verso destra quando lui cercava di spingerla verso sinistra con tutte le sue forze.

“Perché …?”

“Ok, ok … allora ascoltami, Leo” lo richiamò Raphael, avvicinando il viso al suo.

Raph gli mise in grembo le sue due piccole bombole d’ossigeno.
Leo lo fissò, confuso, e fece per chiedergli cosa avesse intenzione di fare tuttavia il rosso non gliene diede il tempo, infilandogli l’elastico della mascherina dietro la nuca.
Il blu lo guardò negli occhi e … vi si perse dentro.

Erano di un bellissimo giallo oro da mozzare il fiato, talmente caldi e luminosi da sembrare due piccoli soli.

“Vado a prendere la bambina e la porto qui” affermò Raph sicuro “Una volta che saremmo tutti e tre qui sotto ti farò uscire …”

Leo sbatté le palpebre come risvegliandosi da una trance.

“Uscire? Ma …m-ma io, c-come …?”

Raph non si degnò di ascoltare il suo balbettio e fece quanto detto andando a recuperare la bambina.
Chloe …

Non era un medico, ma la ferita sulla testa della sua piccina non gli piaceva per niente.
Perché diavolo quel bellimbusto stava ancora perdendo tempo là con lui?! Doveva portare via LEI!!
Possibile che questo tipo, Raphael, avesse davvero un piano per salvarli entrambi?!
Beh, non ci credeva!! A conti fatti si trovava bloccato sotto due pezzi di cemento armato, al quarto piano di una palazzina popolare (Che in verità non era neanche troppo solida PRIMA dell’incendio) in fiamme.

Realisticamente non c’era modo per lui di uscire da quell’inferno se non in una bara.

Raph tornò con Chloe in braccio poggiandola tra le sue gambe come aveva fatto con le bombole d’ossigeno.
Alzò il volto ad osservarlo per un attimo.

Leonardo lo fissava, con un misto di paura e perplessità negli occhioni castani, tali che, di nuovo, l’altro si ritrovò a pensare che non fosse affatto male, specialmente con quell’espressione addosso … cioè, ok!! Considerando la situazione forse era un po’ sadico pensarlo ma quel modo un po’ spaventato, svanito, così … così fisso su di lui, gli dava un’aria da cucciolo smarrito in cerca di conforto che ebbe il potere di sciogliergli il cuore.

“Ora Leo, quando ti do il via, piano, comincia a scivolare fuori da questa trappola indietreggiando” disse il rosso “Trascinandoti dietro la bambina e le bombole mentre io mi sostituirò a te nel reggere la trave” spiegò.

“CHE COSA?!”

L’altro sgranò gli occhi sconvolto a quella proposta, e iniziò a fare rabbiosamente segno di “no” con la testa “Ma sei impazzito!!??” gridò “E’ una follia, crollerà tutto!!”

“Non accadrà se saremo coordinati”

“M-Ma … ma se anche fosse” replicò il blu testardo “Così resteresti bloccato TU!!”

Raph scrollò le spalle con apparente noncuranza “Si beh, sono i rischi del mestiere” si sforzò di sorridere “E poi non sono entrato nei pompieri per lasciar morire i civili schiacciati o bruciati vivi, cazzo, sarebbe un controsenso assurdo”

Ma guarda come faceva lo spiritoso …

“No!!” esclamò Leo secco “Non voglio!!”

“Credo che tu abbia le idee un filino confuse su chi tra noi due ha il DOVERE di salvare la situazione” replicò Raph “Quindi se non vuoi peggiorare ulteriormente le cose togliti dalla testa l’idea di farti martire perché non ho la minima intenzione di mollarti qui” continuò avanzando lentamente con ginocchia verso di lui.
“E poi avresti potuto pensarci prima ad intrappolarti qui sotto …”

“Non ho avuto scelta!! Il soffitto è crollato all’improvviso e …” la voce del blu tremò un poco “E Chloe … lei, lei era PROPRIO lì sotto …”

Raph sbatté le palpebre, colpito “E … l’hai spinta via?!” realizzò alquanto impressionato da tale prontezza di riflessi e soprattutto di coraggio.

“L’hai spinta via ben sapendo che così saresti rimasto schiacciato?!”

“Mi … mi è venuto istintivo” ribatté l’altro guardando la bambina svenuta “Quando mi sono accorto di essere ancora vivo (ma bloccato), ho sperato che Chloe intanto fosse riuscita a scappare da sola ma … non so, forse nel crollo un calcinaccio o un qualcosa di simile l’ha colpita e … e poi l-lo vista lì p-per terra svenuta …” sussurrò in trepidazione.
“E’ successo tutto troppo in fretta!!”

“Ok, ok!!” fece Raph alzando le mani “Ho capito, non preoccuparti la tua marmocchia sta bene, almeno per ora … ma tu guarda che situazione scomoda, uh?”

Un pezzo del pavimento lì accanto scricchiolò sinistramente prima di staccarsi e crollare nei piani più in basso, facendoli sussultare entrambi.

“Eh, appunto…” confermò Raph.

Poiché lo vide avanzare, Leo, istintivamente, indietreggiò, anche se con un po’ di fatica dovendo trascinarsi appresso sia Chloe che le bombole, per farsi spazio.

Raph intanto riprese a parlare senza smettere di farsi avanti “Sai che ti dico? Hai fegato amico!!” si complimentò, e sembrava sincero “E se oltre a salvare ragazzine, una volta fuori di qui, riesci anche a chiamarmi aiuto potrei anche pensare di invitarti a cena, che ne pensi?” schernì costringendolo ad indietreggiare ancora per non doversi stringere.

“Se non sbaglio poi oggi è pure San Valentino e io sono single …”

Un attimo, stava … FLIRTANDO?!

Leo sbatté le palpebre allibito, anche se poi non poté comunque fare a meno di sorridere un po’ alla sfacciataggine del pompiere. Incredibile, forse stavano per morire e lui gli parlava di CENE?! Sul serio?!
“Tu sei matto …” mormorò indietreggiando ancora nel vedere il volto di Raphael decisamente TROPPO vicino al suo.

Quando ecco che si rese conto di essersi staccato dalla trave!!

Era libero!!? Con Chloe e le bombole tra le braccia!! Mentre al suo posto invece vi era Raphael, bloccato sotto le macerie.
Notò i muscoli smeraldo tesi sotto la divisa e le braccia tremavano nel spingere contro la trave: Evidentemente il loro scambio di ruoli aveva intaccato ancora di più il precario equilibrio dei muri e adesso lui doveva premere con ancora più forza per reggerli.

Quel … quel brutto IMBROGLIONE!!

A furia di chiacchiere lo aveva spinto ad indietreggiare senza che potesse accorgersene!! Come diavolo ha fatto non accorgersene prima?!

“Vattene via di qui … fearless” ordinò il rosso, la voce tremante per lo sforzo come lo era stata la sua fino a pochi momenti prima.
“E porta via la bambina con te …”

“Però tu … !!”

“Fai come ti dico e … oh!! Le mie non erano solo chiacchiere a vanvera” ghignò lui “Voglio DAVVERO portarti a cena!! Quindi forse ti conviene sperare che io crepi qua dentro perché se per qualche caso fortuito dovessi sopravvivere ti assicuro che non accetterò un –no- come risposta”

A quelle parole gli occhi castani divennero ancora più lucidi, il rosso non seppe giudicare se fosse per il troppo fumo (che ormai era davvero TANTO), per un effetto ottico o per un delirio suo …

“R-Raphael …”

Passò del tempo, se solo pochi secondi o qualche minuto, o anche di più Raph non ne aveva idea.

L’ultima cosa che vide prima che, per un motivo o per l’altro il resto del soffitto gli crollasse sulla zucca, fu l’immagine di Leonardo che lo guardava con disperazione prima di allontanarsi.

…………………………

Ore 20:43.

Era tornato indietro.

Aveva portato via Chloe, improvvisandosi Tarzan sui cornicioni del palazzo (si, perché la scala anti-incendio era andata a farsi benedire) finché uno dei colleghi di Raphael non si era accorto di loro andando a tirarli giù con la loro scala …
… per poi tornare indietro.

Perché cazzo era tornato indietro? … Beh, per una serie di ragioni.
A) Non avrebbe mai, MAI permesso che qualcuno morisse solo per averlo tirato fuori dai guai, la sua attitudine al senso di colpa non gliel’avrebbe permesso B) NESSUNO poteva dirgli cosa poteva o non poteva fare (nonostante il ragazzo moro con gli occhi blu che li aveva aiutati a scendere ci avesse provato).
C) A conti fatti lui era l’unico a conoscere la posizione esatta del pompiere matto, pertanto era l’UNICO in grado di poterli guidare fin lì.

Per questo era tornato indietro malgrado tutti quanti gli avessero urlato di non farlo, e sempre per questo adesso se ne stava su in piedi aiutandosi con una stampella a causa di una distorsione alla caviglia ed aveva una spalla medicata a causa di un profondo taglio che, in realtà, aveva già da prima che Raph lo trovasse … solo che se ne era allegramente dimenticato.

Ma del resto si poteva dire che gli fosse andata di lusso, considerando che gli era crollato mezzo piano a dosso.

Il suo coraggioso, imbroglione e sarcastico pompiere dagli occhi dorati (che da quel momento avrebbe ribattezzato –il matto-) ne era uscito peggio …
… Però almeno era intero, era VIVO!!
Li avevano ripescati in tempo.

E tutto questo bastava a far passare tutto il resto in secondo piano.

“… Lei è un parente?”

La voce di quello che, probabilmente, doveva essere un medico, giunse all’improvviso e inaspettata, a tal punto da farlo sussultare con il rischio di cadere con il guscio per terra.

Il blu si voltò verso colui che aveva appena parlato balbettando incerto “Ehm … i-io veramente n-non … !!”

Si ritrovò davanti un’altra tartaruga e, wow!!
Prima Raphael adesso anche questo!! Quella delle maschere colorate doveva essere diventata una moda visto che ultimamente tutta la gente che incrociava ne portava una.
E lui che credeva di essere l’unico scemo.

“Se non è un parente allora devo chiedervi cortesemente di uscire” continuò la nuova tartaruga.

Era un poco più alta di lui, con la pelle verde oliva e dolci occhi nocciola incorniciati da una maschera viola.
Indossava la classica divisa da infermiere color verde acqua con un taschino cucito sul pettorale destro, in cui vi era infilata una penna nera, e scarpe bianche.
In mano portava una cartella clinica, probabilmente quella del suo pompiere. Aspetta, SUO?! Perché pensava una cosa del genere?!

… Vabbè, chi se ne importa!? Dio, moriva dalla voglia di sapere come stava. Dalle voci nel corridoio era riuscito a capire poco o niente, cioè sapeva che aveva superato un intervento alle gambe però …!!

“Signore” ripeté il mutante verde oliva con pazienza “Sono ammessi solo i parenti più stretti …”

“Oh, io … si, si lo so ma …” borbottò il blu grattandosi nervosamente la nuca “So che non dovrei essere qui è che volevo solo …” e guardò di nuovo verso il pompiere inconscio.

L’altro rettile lo guardò un momento senza capire, poi però di colpo si illuminò “Aah, ho capito …” disse con tono comprensivo.

“C-Cosa …?”

“E’ il suo fidanzato?”

“COME SCUSI?!”

La frase dell’infermiere ebbe lo stesso effetto di una doccia gelata.
Leo arrossì vistosamente, incominciando a farfugliare un qualcosa che suonava come una specie di spiegazione non troppo convincente del perché si trovava lì.

L’infermiere ridacchiò “Oh, stia tranquillo è normale che sia preoccupato” disse ignorando completamente i balbetti dell’altro.

“Ho … ho saputo … l’intervento”

Perché stava balbettando come un’idiota?!

“E’ andato tutto come doveva andare, gliel’assicuro” lo tranquillizzò l’altro sfogliando la cartella “Il signor. Jones sta bene: Le ferite che avevamo riscontrato all’inizio si sono rivelate meno gravi di quanto ci aspettassimo, certo ha numerose ustioni sul corpo e l’intervento chirurgico si è rivelato necessario per la gamba sinistra (le fratture scomposte sono una brutta bestia), per cui dovrà portare la placca per parecchio tempo anche dopo aver tolto il gesso …”

Accidenti!!

“per quanto riguarda il trauma cranico …”

Leo si portò una mano alla tempia a causa di tutta quella valanga d’informazioni.

“… Ci eravamo spaventati all’inizio, del resto quello del suo fidanzato era un’incidente grave, però ci siamo dovuti ricredere” l’infermiere sorrise “Era abbastanza lieve anche se è probabile che il paziente soffrirà di lacune mnesiche relative agli eventi immediatamente precedenti al trauma, però le assicuro che durerà poco”

“Oh, o-ok” mormorò Leonardo stordito.
Davvero credeva che fosse il suo fidanzato?! “La ringrazio, mi ha tolto un peso … eh, signor …?”

“Donatello O’neil” si presentò quello stringendogli la mano “Infermiere e assistente chirurgo”

Anche Leo sorrise “Piacere”

“Perfetto, ora però devo sul serio chiederle di uscire …” disse Donatello offrendogli perfino la spalla per appoggiarsi.

“No, la ringrazio posso fare da me” rifiutò gentilmente il blu.
Ok, adesso che sapeva come stava il matto poteva anche tornarsene nella SUA stanza, al SUO reparto … giusto?

“Donnie!! DONNIE!!”

Un urlo femminile riecheggiò lungo tutto il corridoio attirando l’attenzione delle due tartarughe, specialmente quella viola.
Un’altra infermiera, vestita uguale a Donatello, con i capelli rossi raccolti in una coda stretta e grandi occhi verde scuro apparve correndo verso di loro a tutta velocità.

“April?” fece Donatello stranito appena le fu davanti “Che succede?!” domandò.

“C’è un emergenza!!” informò rapidamente lei “C’è stato un grave incidente stradale qui vicino e ci appena portato in ambulanza l’unico superstite, un certo … MICHELANGELO MIYAMOTO mi sembra, credo sia GRAVE!!”

…………………………

Ore 23:30

Mikey si risvegliò lentamente, man mano che l’effetto dell’anestesia scemava lontano dai suoi centri nervosi.

Sbatté le palpebre permettendo ai suoi grandi occhi azzurri di mettere a fuoco l’ambiente, o quantomeno provarci.

Cosa, cosa era successo?!
La piccola tartaruga di 23 anni (ok quasi 23, mancavano ancora un paio di mesi) si sentiva confusa, e dolorante … e stanca … e decisamente affamata!!
Davvero che gli era capitato per sentirsi così da schifo?! L’ultima cosa che ricordava era che stava tornando a casa di zio Usagi dopo il suo solito corso serale di fotografia, poi … il nulla.

“Oh, a quanto pare ti sei svegliato” commentò una voce, dolce e pacata.

Michelangelo Miyamoto cercò di girare il viso in direzione della voce e … sbatté più volte le palpebre, incredulo.

Un’altra tartaruga si era chinata su di lui, osservandolo con attenzione ed un lieve velo di preoccupazione nelle iridi nocciola.

Uhm, nocciola … !! Mondo pizza se aveva fame … NO!! Doveva concentrarsi a restare cosciente, doveva … !!
Ehi, era forse finito in paradiso?

“Sono in paradiso?” gracchiò difatti debolmente fissando quasi in soggezione l’altro rettile accanto a lui.

Donatello ricambiò lo sguardo perplesso “Come ti senti?” chiese, sperando che tutto il calvario che quella povera creatura aveva dovuto passare non gli avesse spappolato il cervello …
… Anche se da come lo guardava iniziava a temerlo.

“Non … non ho idea a dire il vero” replicò Mikey deglutendo un grumo di saliva a fatica “Ma tu … ? Non credevo che San Valentino fosse una tartaruga …”

L’altro inclino la testa di lato, stranito “Eh …?”

Ok, le cose erano due.
O era morto ed era, in effetti, in paradiso, o era impazzito.

Insomma era escluso che sulla terra potesse esistere un essere così … così aulico.
Aveva la pelle liscia di un particolare verde oliva (buone anche le olive, specie sulla pizza!!) coperta da una specie di tunica verde acqua, ed infine portava una bandana viola le cui code ricadevano dolcemente su una spalla e … e era un’AUREOLA quella che aveva in testa?

O forse era un effetto ottico causato dalla lampada al Neon della stanza?!

“… Tu sei decisamente un angelo” decise alla fine la tartaruga più giovane sorridendo appena “Ehi!! Per caso avete i ristoranti in paradiso? Vorrei invitarti a cena …”

Donnie sbarrò gli occhi, arrossendo leggermente non tanto per … l’invito, quanto per il modo in cui quelle schegge di cielo sgombro da nuvole sembravano fissarlo, adoranti, neanche fosse una specie di divinità scesa in terra.
“Ehm, mi spiace ma i-io non … non s-sono un angelo e non credo di essere libero (almeno stasera)” replicò debolmente l’altro, diventato improvvisamente più timido del solito.

“E poi sono solo l’infermiere che ha aiutato il chirurgo a salvarti”

Non c’era malizia o voglia di protagonismo nella voce del viola, solo la pura e semplice verità

“Allora dov’è la differenza?” insistette però l’altro.

Donnie scosse il capo sorridendo nonostante il rossore fosse inspiegabilmente aumentato “Forse è meglio che tu ti rimetta a dormire …” mormorò mettendosi ad armeggiare con la flebo.

“Dormire? Ma io ho FAME” protestò l’altro socchiudendo gli occhi e guardandosi in giro “… Dov’è la mia bandana?” domandò ad un tratto.

“Sul comodino” disse prontamente l’altro accennando con la testa ad una maschera uguale alla sua solo più corta e di un arancione accecante, quasi come gli occhi azzurri del suo fantasioso paziente “Te l’ho dovuta togliere per l’intervento, ma come puoi vedere ho fatto in modo di che non la buttassero …” sorrise facendo le spallucce.

Ecco quando NON era di LUI che si parlava, Donatello riusciva a rilassarsi molto più facilmente nonostante fosse di natura molto timido “E’ un po’ strappata però …”

“Non fa niente …”

Restarono entrambi in silenzio, Donatello ad aspettare che la flebo facesse il suo corso e Mikey … a fissarlo.

Donnie fece del suo meglio per ignorarlo.

“Ehi, per caso sai dirmi cosa è successo? E potrei avere un po’ d’acqua per favore?” aggiunse l’arancione.

Donnie si allungò verso i comodino che gli stava più vicino preparando un bicchiere con la cannuccia (era un tipo previdente lui).
“Beh, hai avuto un incidente stradale …”

Michelangelo corrucciò la fronte.
Incidente? Sul serio?! Naaahh!! Ma dai!! Proprio ora che avrebbe dovuto concentrarsi sul suo progetto per l’accademia di fotografia!!?

“Sul serio?!” ripeté infatti.

“Un furgone guidato da un gruppo di purple dragons che scappavano dalla polizia dopo aver compiuto un furto da questa parti” rivelò il viola, alzandogli delicatamente il capo per farlo bere “Erano in tre e per tutti e tre non c’è stato niente da fare, a parte il più giovane che al momento è in coma, e tu …” il tono di voce si abbassò parecchio “… sei vivo per miracolo”

“Ah, pure … ?”

Si dice che la fortuna sia cieca, ma a quanto pare la sfiga ci vede benissimo!!
Uhm … accidenti se aveva fameeee!!

Donnie lo guardò intenerito.
Povero ragazzo: Il suo guscio, adesso sarebbe stato decorato da parecchi tagli e spaccature che, almeno da quel che aveva detto il chirurgo, non sarebbero mai guarite … in particolare quella verso la spalla sinistra, più grossa delle altre perché lì era saltato via proprio un pezzo di guscio.

Ma del resto poteva andargli peggio …

“Ok, senti non è che potrei, che so? Sgranocchiare qualcosa prima che questa … roba … faccia … effetto …?”

Ebbe giusto il tempo di leggere il nome del suo infermiere, appuntato sulla targhetta attaccata alla divisa, prima di crollare addormentato, con grande sollievo dell’infermiere che dovette scappare nel piccolo bagno della stanza per sciacquarsi la faccia.

Si guardò allo piccolo specchio rettangolare …

Era la prima volta che qualcuno lo invitava a cena.

Sorrise a se stesso, il rossore si era attenuato però era comunque rimasto un tenero alone rosato a decorargli le gote “Non ho la minima idea di chi sia, però chissà, magari un caffè al bar … potrei concederglielo”

…………………………

Ore 00:01

“Andiamo Donnie!! Sorridi!!” esclamò Michelangelo senza smettere di scattare foto, continuando ad ondeggiare i fianchi in cerca dell’angolo migliore “Cioè, sei fantastico anche con il broncio, ma non hai idea di quanto siano belli i sorrisi sulle tue labbra” lo esortò, assicurandosi che la messa a fuoco sia perfetta.
Donatello sbuffò sonoramente, il capo chino con una mano a proteggerlo dagli scatti molesti dell’arancione.

Si trovavano vicino ad un campo di girasoli, il cielo era limpidissimo e tirava una piacevole aria, calda ma non troppo … in pratica uno sfondo a dir poco perfetto per le intenzioni di Mikey.

Certo, non aveva idea di come cavolo avessero fatto improvvisamente a finire lì ma, chi era lui per lamentarsi?

“Non vedo perché dovrei sorridere senza un motivo” protestò Donnie, spostando il peso del corpo da un piede all’altro, nervosamente “… E smettila di scattarmi foto!!”

“E lasciarmi sfuggire un soggetto così perfetto? Scordatelo!!” replicò giocosamente Mikey abbassando la sua adorata macchinetta professionale (comprata con mesi e mesi di risparmi) per avvicinarsi.
“Inoltre non dipende da me” ridacchiò incominciando ad armeggiare con il colletto della camicia lilla che gli aveva fatto indossare “La mia macchina ti adora!!”

“Ufh!! Ruffiano …” borbottò Donnie arrossendo d’imbarazzo quando Mikey lo costrinse dolcemente a staccarsi le mani dal viso.

L’aspirante fotografo gli regalò il suo miglior sguardo da cucciolo intanto che gli sistemava le code della bandana viola sulla spalla.
“Daaaai …” fece smielato “Guarda che sono serio, tu non hai idea di quanto sei fotogenico” sorrise.

“Si beh, io non sono un modello” ribatté insicuro l’altro “Dovresti rivolgerti ad un professionista …”

“E’ un lieve rossore quello che noto sulle tue guance?” domandò di colpo la tartaruga verde mare, riprendendo di colpo a scattare altre foto senza nemmeno dare all’altro il tempo di controbattere.

“Scemo …”

“Wow D!!” gioì il fotografo “Se le foto a colori sono così, non oso immaginare quelle in bianco e nero (che ha mio giudizio sono le migliori, dato che il bianco e nero cancella i difetti oltre a dare un tocco retrò), dovremmo provare …”

L’infermiere scosse la testa contrariato, tuttavia non riuscì ad impedire che un tenero sorriso gli incurvasse le labbra …
… Un sorriso che venne immediatamente catturato dal suo paziente, mentre i girasoli alle sue spalle ondeggiavano lentamente alle sue spalle.

“Perfetto … !! Resta fermo così e …”

… E poi il nulla.

Michelangelo si risvegliò di punto in bianco, ritrovandosi nella stanza d’ospedale.

Dopo un breve momento di smarrimento (e delusione) però l’arancione si riprese subito, specie quando notò, su di un carello stranamente apparso accanto al suo letto, un pezzo di pizza fumante.

Forse si sbagliava ma credeva di avercela una mezza idea su chi potesse averglielo lasciato …

Sorrise “Non so perché, ma credo di aver appena trovato la mia musa ispiratrice …”

E non aveva alcuna intenzione di lasciarsela scappare.

Nel frattempo, a due camere di distanza nella parte opposta del corridoio, Raphael si era già svegliato circa un quarto d’ora prima, chiedendosi come cazzo avesse fatto a finire in ospedale con una gamba ingessata, ricoperto di bende, e i gli organi interni che, parola sua, non era troppo sicuro fossero tutti al posto giusto.

Non ricordava un bel niente, cioè qualcosa ricordava ma era tutto così dannatamente sfocato!! Ricordava … un invito a cena?

“E con chi?” borbottò il pompiere confuso, fissando corrucciato la tazza di camomilla fumante davanti a se.
Aveva passato chissà quante ore a dormire, era meglio un caffè!!
Mamma mia, se si sentiva uno schifo … che fosse il risultato di uno dei soliti festini del suo amico Slash?

No, da quel che gli aveva detto suo fratello Case era accaduto ben altro, anche se non aveva ben afferrato la parte in cui gli ha parlato di: “Un tale aspirante suicida che li aveva aiutati a trovarlo”

Fuoco, macerie, ed una ragazzina.
Il tutto riflesso in un paio di profondi occhi castani … Storse la bocca. Non riusciva a mettere un volto attorno a quegli occhi scuri, tranne forse una striscia blu, non molto meglio identificata.

“Devo aver preso proprio una bella botta …” sbuffò massaggiandosi la testa coperta da bende nuove e pulite.

Già proprio una gran bella botta se qualcuno si era preso la briga di lasciargli dei fiori!!

Infatti un piccolo bouquet di tulipani arancioni capeggiava sul comodino.
Raph non poté fare a meno di chiedersi chi potesse essere stato, Case non di certo si, era svegliato nel momento stesso in cui era entrato in stanza (che tempismo, eh?) e non aveva fiori in mano.
Ma allora chi …? Uh?!

Nell’allungare la mano per toccare i tulipani, il rosso scorse la presenza di un piccolo foglietto nascosto tra gli steli.

“Uh?! E questo cos’è?” mormorò aprendolo.
Era piegato in quattro parti.

Una mia amica una volta mi ha detto che,
per fare gli auguri di una pronta guarigione, è bene regalare un mazzo
di tulipani arancioni … o almeno credo sia così. Che dire? Spero di non aver fatto una clamorosa gaf, perché è già abbastanza imbarazzante così.

Spero che tu rimetta presto Raphael …
… anche se sei matto da legare.


Raph sbatté le palpebre, sorpreso.
Ma chi cavolo …?

PS
Se l’invito a cena è ancora valido, accetto volentieri.
Fearless.


“Firmato Fearless …” mormorò piano Raphael mentre un piccolo ghigno nacque improvvisamente sulle sue labbra.

................
 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: