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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: RESPIRI TRA LE MACERIE
Genere: Romantico, Fantasy, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Autore: shiorililychiara galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/02/2015 17:58:41

Come le coppie della saga vivono il loro amore durante la guerra.
 
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MOLLY & ARTHUR
- Capitolo 1° -

05 giugno 1979

Quella sera La Tana era stranamente silenziosa: Molly ed Arthur erano riusciti, con non poca fatica, a mettere a letto tutti e cinque i loro figli piuttosto
presto. Erano molto stanchi, perché i piccoli e già incredibilmente pestiferi Fred e George, di solo poco più di un anno, avevano passato le ore precedenti
a gironzolare per casa, correndo come i matti e cercando di arrampicarsi dove potevano e di afferrare tutto quel che potevano per esplorarlo e loro avevano
dovuto stargli dietro stando attenti che non si facessero male. Nessuno degli altri tre figli era stato così vulcanico, i gemelli sapevano camminare solo
da pochi mesi, ma già avevano un’energia ed una vitalità da far paura. Come tutti i bambini erano desiderosi di scoprire il mondo, ma se gli altri tre
si limitavano a porre domande su domande ai genitori, i piccoli furfanti amavano sperimentare l’ignoto sulla loro pelle, con risultati non sempre piacevoli
che portavano spesso all’esasperazione la loro povera madre.

I coniugi decisero di sostare un po’ in cucina e prendersi in pace una tazza di té caldo prima di andare a loro volta a dormire. Era da tempo che non si
godevano un momento di tranquillità solo loro due, ccausa il lavoro di Arthur e l’impegno costante che richiedevano cinque figli piccoli. E poi c’erano
le notizie sempre più brutte di quella guerra che ormai da anni logorava il loro mondo, non passava giorno senza che si sapesse di un mago scomparso senza
lasciare traccia, o di un’intera famiglia di ignoti babbani trucidata, vittima di una guerra della quale ignorava completamente l’esistenza, nata perché
al mondo c’erano uomini -erano degni di essere definiti uomini?- che si reputavano superiori e che avevano dimenticato che anche se i Babbani non avevano
avuto la grande fortuna di essere dotati di poteri magici non erano diversi da loro in nessun altro modo e che il loro sangue era pulito quanto quello
dei maghi.

Arthur lavorava al Ministero della magia nell’ufficio dei manufatti dei Babbani, gli capitava spesso di discutere o di sentir discutere di tutto quello
che succedeva nel suo paese, dato che il Ministero era frequentato regolarmente dagli uomini di maggiore influenza politica e di maggior potere. Ormai
l’uomo aveva perso il conto di quante volte si era sentito insultare, di quante volte veniva definito “traditore del suo sangue”; ma lui di questo ne andava
fiero ed orgoglioso: la sua famiglia era tra le poche ad essere ancora Pureblood, ma non per imposizione, da generazioni ormai i Weasley non condividevano
gli ideali tanto cari alle nobili ed antiche famiglie magiche di alto lignaggio, anzi erano tra i più aperti sostenitori della convinzione che i maghi
dai Babbani avevano solo da imparare e che questi ultimi non dovevano essere considerati la feccia dell’umanità. Purtroppo però c’erano fin troppi che
la pensavano diversamente, ed Arthur se ne accorgeva più che mai ogni volta che qualche pezzo grosso di qualche ufficio importante lo importunava al Ministero,
sibilandogli con rabbia e disprezzo, ogni volta che si vedeva preso in giro per la sua povertà e per la strada che aveva deciso di prendere. Ma lui non
si lamentava, continuava a lottare con la speranza di dare un giorno alla sua famiglia una vita migliore, con la speranza che i suoi figli sarebbero potuti
crescere in un mondo senza guerra e violenza.

Non poteva definirsi un grande eroe, non se l’era sentita di prendere parte attiva alla resistenza capeggiata da Silente perché non voleva mettere al rischio
la vita della sua famiglia, ma a suo modo combatteva anche lui, svolgendo un lavoro forse messo in secondo piano, ma comunque importante: cercava ogni
giorno di non soccombere, aiutava più che poteva gli indecisi a scegliere la parte giusta e dava una mano agli Auror quando poteva, approfittando di qualche
strana segnalazione di congegni Babbani resi offensivi dalla magia ed indagando sempre più di quanto avrebbe dovuto.

Anche quel giorno le brutte notizie non erano mancate e Molly lo aveva capito immediatamente: ormai conosceva il marito e non aveva faticato molto a notare
la tensione e l’agitazione nascoste sotto gli amorevoli gesti che lui riservava ai suoi figli. Era stato per questo che gli aveva voluto parlare con tranquillità
e lontani da innocenti orecchie che avrebbero potuto troppo presto ascoltare la cruda verità del mondo in cui vivevano. “Com’è andata oggi a lavoro?” iniziò
la conversazione dolcemente, versando il tè al marito e sfiorandolo delicatamente con la mano dopo avergli porto la tazzina. “Oh, sono riuscito ad accorgermi
appena in tempo della maledizione che Graham mi stava lanciando, l’ho mancata per un pelo.” le raccontò lui con un finto tono leggero che non le mise per
nulla tranquillità poiché aveva parlato di fretta, come se volesse liberarsi velocemente della medicina sgradevole da mandare giù. “M.maledizione, che
maledizione? Nessuno era mai arrivato a tanto finora!” constatò lei preoccupatissima. “Già, ancora non si erano azzardati a tentare un attacco in un corridoio
del ministero, sembra che le due recenti vittorie e l’uccisione di Charlus Potter li stia facendo sentire più forti. Ma tranquilla, un Auror che passava
di lì ha fatto in tempo a notare qualcosa, nei prossimi giorni staranno alle costole di Graham.” considerò l’uomo, evitando accuratamente di rivelare alla
moglie quale fosse stata la maledizione che per poco non lo aveva colpito quella mattina. “Ma tu dovrai stare attento, potrebbero provarci di nuovo, non
devi andare a lavoro in questi giorni Arthur!” lei si aggrappò al marito supplicandolo con tutte le sue forze. “Ed a cosa servirà? Se non andrò a lavoro
per un po’ nessuno garantisce che non ci riproveranno più, al contrario mi crederanno spaventato e ne approfitteranno per cercare di piegarmi quando tornerò.”
spiegò lui ragionevole. “Allora non andare più a lavoro, stai con noi, qui, al sicuro! Sono sicura che Fabian e Gideon riusciranno a passarci qualche soldo
per sopravvivere.” Lei era disperata e le lacrime cominciarono a scenderle copiose. “Molly cara, non è scappando che saremo fuori pericolo. Anche se i
tuoi fratelli si sono assicurati che la nostra casa sia fornita di tutti i più potenti incantesimi di protezione a conoscenza della resistenza, Tu-sai-chi
ha alleati anche al ministero, se volessero non ci metterebbero troppo i suoi uomini a scovarci e a farci fuori, e se posso scegliere preferisco morire
io rischiando in prima persona piuttosto che scappare facendovi così morire tutti, voglio un futuro migliore per te ed i nostri figli e lotterò per averlo.”
affermò lui abbracciandola stretta ed asciugandole dolcemente le lacrime con i polpastrelli. “Ho paura Arthur, ho paura che questo futuro che desideriamo
tanto non arrivi mai, ho paura che i nostri figli cresceranno in questo mondo devastato e che saranno costretti a combattere e moriranno. Fabian e Gideon
non portano mai buone notizie, li vedo sempre meno, sono sempre più impegnati, ogni volta che vengono a trovarci ho il terrore che sia l’ultima...” Molly
confessò al marito tutti i tristi pensieri che sempre più spesso la tormentavano: lei cercava di essere forte per i suoi figli, non poteva lasciarsi andare
quando aveva cinque vite da portare avanti, ma sempre più frequentemente sentiva che prima o poi non ce l’avrebbe più fatta, che non avrebbe più potuto
lottare e sperare perchè tutto il bello di vivere sarebbe stato finito.

A Molly la guerra aveva già tolto tanto, era scoppiata quando lei ancora era adolescente ed i suoi genitori erano stati tra le prime vittime di quel mago
oscuro di cui aveva paura pure a pronunciare il nome. Per i suoi fratelli quella perdita era stata determinante, li aveva spinti a voler da subito fare
qualcosa di concreto per sconfiggere quel mago, lei li aveva visti diventare Auror e buttarsi nel pieno della guerra con tenacia, coraggio e grande caparbietà.
Molly invece aveva deciso che non avrebbe permesso alla guerra di privarla d’altro che una qualunque donna avesse il diritto di vivere, per questo non
aveva pensato, neanche per un solo istante, di rinunciare al suo amore per Arthur e lo aveva sposato senza indugio non appena ne aveva avuto l’occasione,
e sempre per lo stesso motivo aveva deciso di portare avanti le quattro gravidanze che la vita le aveva regalato pur sapendo il pericolo nel quale stava
volontariamente mettendo i frutti dell’immenso amore fra lei ed Arthur. Era sempre stata una donna molto coraggiosa Molly, ma a volte il coraggio non bastava
e la faceva soccombere. Fortunatamente però, in quei casi c’era sempre il marito, che era la sua forza e la sua gioia, sempre pronto a sostenerla quando
lei da sola non ce la faceva.

Anche quella sera fu così, lui la strinse forte a sé permettendole di piangere e sussurrandole di non aver paura e promettendole, giurandole, che ne sarebbero
usciti insieme, nel bene o nel male, loro due sarebbero stati uniti ed avrebbero protetto i loro cinque meravigliosi figli con tutte le loro forze.

Quando Molly si calmò qualche decina di minuti dopo, i due si misero a letto e godettero ancora una volta l’una dell’altro.

Due settimane dopo la resistenza si disperava per la perdita di due eroi valorosi e coraggiosi quali Gideon e Fabian Prewet. Molly era divorata dal dolore
e disperata perché la guerra l’aveva ennesimamente privata di due delle persone più importanti per lei, ma si disse ostinatamente che ancora non era tutto
perduto, che ancora valeva la pena di lottare, doveva stringere i denti e continuare a vivere per il marito, per i quattro stupendi figli e per la nuova
creatura che aveva appena scoperto di portare dentro di sé e che non avrebbe mai detto di avere due genitori vigliacchi e incapaci di sostenere le loro
idee fino in fondo!
 
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