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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Videogiochi
Dalla Serie: Elsword
Titolo Fanfic: RICHIAMO DAL FUTURO
Genere: Sentimentale, Romantico, Commedia, Comico, Azione, Avventura, Fantasy, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Shounen Ai
Autore: zeon97 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 12/12/2014 20:12:46 (ultimo inserimento: 20/01/15)


 
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UN INSOLITO GIORNO
- Capitolo 1° -

In un lontano futuro, i Nasod presero il controllo dei demoni per potenziare le loro capacità; entrarono nelle città fino ad arrivare a Peita, facendo strage anche di donne e bambini. La situazione era incontrollabile, la squadra di ricerca dell'Eldrit era decisa ad affrontare la nuova minaccia. Quando ciò successe io ero ancora in fasce e pochi minuti prima di partire nell'impresa i miei genitori mi portarono nel capannone di Vanessa;

Padre: Vanessa stiamo per partire, ti prego tienilo tu.
Vanessa: Perché proprio io?
Padre: Sei una veterana della battaglia, in caso di pericolo siamo sicuri che sapresti proteggerlo e mi fido di te.

D'un tratto una capanna prese fuoco; un demone aveva scoccato una freccia infuocata ed un uomo aprì la tenda violentemente

???: Dobbiamo partire, SBRIGATEVI!

Mia madre mi lasciò tra nelle braccia di Vanessa, la quale non ebbe tempo di replicare, ma prima di uscire dalla tenda lei d'un tratto si fermò e le disse con tono di voce basso

Madre: Prenditi cura di lui. Promettimelo...
Vanessa: Va bene puoi stare tranquilla, ti prometto che mi prenderò cura di lui.

Disse stringendomi tra le braccia mentre la fissava con un occhio determinato. Mia madre mi guardò un ultima volta, mi diede un bacio sulla fronte e uscì dal capannone. Il team aspettò i demoni davanti all'entrata del campo militare. Dopo pochi minuti arrivarono e cominciò la guerra, ma erano troppo forti; gli eroi, che hanno sconfitto il male in passato, perirono nel tentativo di fermarli. Nessuno poté fare nulla, ormai avevano conquistato Elios.
Quei mostri sterminarono gli umani e altre razze, i sopravissuti erano costretti a nascondersi nei tunnel scavati sotto terra; chi usciva dal nascondiglio o veniva scoperto, poteva considerarsi morto. La tecnologia di quei dannati era così avanzata che un essere vivente poteva essere rintracciato facilmente, per questo si cercava di scavare sempre più in fondo e soprattutto il più lontano possibile dai nascondigli precedentemente scoperti da quei mostri. Però più si andava a fondo, più aumentava la temperatura; le condizioni di vita andavano di male in peggio e per alcuni era talmente insopportabile da voler uscire dal proprio nascondiglio, preferendo la morte a quella tortura.
E così passarono gli anni, vi ho detto che mia madre non mi aveva dato ancora un nome? Infatti Vanessa era stata così "premurosa" da chiamarmi Ivan, il nome del suo ex maestro.
Ero steso sul mio letto, se così lo si poteva chiamare; era un blocco di legno dipinto di bianco giusto per aiutare a rendere verosimile l'idea di "letto", Vanessa mi disse una volta che serviva anche a formare il mio carattere, ma invece ogni volta che ci dormivo la mattina dopo avevo la schiena piena di schegge di legno! All'improvviso la porta della mia stanza si aprì violentemente sentì gridare

Vanessa: Ivan alzati, la colazione è pronta!

Io ero perso nei miei pensieri, stavo a pancia in su con le mani dietro la testa e guardavo il soffitto. Feci un respiro lungo, ma lei si avvicinò; mi fece uno strano sguardo perplesso, che mi fece preoccupare seriamente e mi sussurrò

Vanessa: Non è che ti stavi....

Per un momento non avevo capito cosa voleva presumere, ma dopo un paio di secondi avevo capito perfettamente cosa sospettava e il mio viso impallidì

Ivan: Nonò, non stavo facendo nulla!
Vanessa: Tsk, lo spero. Comunque la colazione è pronta, se non vieni rimani a digiuno.
Ivan: Va bene, dammi un momento che mi preparo.
Vanessa: Non stare troppo in bagno...
Ivan: e basta! Ti dico che non facevo niente!

Vanessa mi fece un sorriso, per me era un raro evento; infatti era sempre seria, forse perché il suo addestramento militare l'aveva resa così? Oppure avrà avuto anche lei delle delusioni nella vita... o forse lo faceva per gusto. Mi sono vestito e lavato velocemente per non farla aspettare troppo. Sono subito sceso e la colazione era ancora fumante, mi sono avvicinato e ho capito il motivo: il tutto era ben carbonizzato

Vanessa: Spero ti piaccia, la cuoca oggi era ammalata e ti ho preparato un bel piatto della mia specialità: biscotti poru

Provai a mangiare un "biscotto", ma sentivo di preferire i sassi o meglio stare a digiuno. Però lei come vide la mia reazione di disgusto, diede un pugno sul tavolo e io mi misi a mangiare il tutto con uno sforzo sovrumano. Avevo finito, ma lei continuò a fissarmi e mi misi a leccare il piatto come un cane affamato; dopo aver finito di minacciarmi con lo sguardo mi disse

Vanessa: Bene, ora vai a prepararti. Oggi ci alleneremo duramente!
Ivan: Lo dici come fosse la prima volta...
Vanessa: mmh?
Ivan: N-Niente!

Andai nello spogliatoio velocemente per cambiarmi gli abiti, non mi conveniva discutere ancora; raggiunto l'armadietto, tentai di aprirlo prima normalmente e poi prendendolo a pugni ma era evidentemente incastrato. Dopo un quarto d'ora arrivò Add, un ragazzo con un viso pallido che portava due occhi viola e capelli bianchi ed anche i suoi vestiti erano bianchi con rifiniture viola; chiunque lo guardava negli occhi si sentiva attraversato da un brivido in tutto il corpo dato che erano malefici come il suo sorriso, ma io sapevo che era un'ingannevole apparenza avendolo conosciuto fin dall'infanzia ed essendo entrambi orfani. La sua passione furono l'informatica e la meccanica, infatti ogni giorno si divorava un paio di libri belli voluminosi mentre io subivo le peggiori torture da Vanessa, ma alla fine lui riuscì a costruirsi da solo tanti aggeggi tecnologici.
Ero arrivato al punto di mordere lo sportello in modo animalesco

Add: ci penso io qui, ora spostati

Prese una bottiglia d'olio dalla sua tasca e ne mise un pò con il pennello nelle fessure e riuscì ad aprirlo con estrema leggerezza, rimasi stupito e lo ringraziai ma lui si era avviato verso il suo laboratorio senza girarsi, era insolito da parte sua perché di solito con me era lui a terminare un discorso.
Frugai nell'armadietto e trovai i miei abiti ovvero una cannottiera rossa, pantaloncini bianchi e scarpe nere; poi c'erano il mio ciondolo a cuore con dentro le foto dei miei genitori e la mia spada. Tutto quello che mi rende vicino a loro era questo abbigliamento e mi rendevano fondamentale ogni allenamento. Ogni volta che impugnavo la spada pensavo ai miei genitori, loro hanno dato se stessi per proteggere gente che non conoscono perché pensavano fosse la cosa più giusta da fare, sono arrivati anche ad essere il simbolo della Speranza; io non potevo essere da meno ed infatti sarei diventato più forte di loro, avrei salvato Elios e riportato la pace!
Finito di prepararmi, andai nella palestra e vidi Vanessa: indossava un uniforme blu con un mantello bianco e aveva una spada in mano, anche lei sa vestirsi bene. Lei, oltre ad essere la mia matrigna, era anche la mia maestra; quando si mette quella veste è un altra persona, sa essere davvero crudele nell'addestramento, ma se questo serve per poter essere al livello dei miei genitori, a me sta bene.

Vanessa: Ok, ora ti tolgo quel sorrisetto dalla faccia. Per prima cosa fai pulizia di questi manichini di legno.

Non aspettavo altro, presi la mia spada e spaccai tutto in meno di un minuto maneggiandola con molta destrezza. Con aria spavalda dissi alla mia allenatrice

Ivan: Ormai non mi spaventa più questo allenamento
Vanessa: infatti non era nemmeno un riscaldamento, dovevi fare le pulizie e non hai ancora finito
Ivan: Ok, guarda questo

Balzai in aria e gridai

Ivan: Spada Infuocata!

Quando infilai la spada nel terreno, quest'ultimo prese fuoco e rimase solo carbone. Però non sembrò affatto soddisfatta, anzi sembrava piuttosto spazientita e ciò mi fece perdere tutta la mia carica iniziale.

Vanessa: Sto aspettando di vedere questo posto pulito.

E fu così che mi misi a pulire con l'aspirapolvere, che umiliazione! Dopo un paio d'ore tornai da Vanessa e vidi vicino a lei il maestro Lou; mi sembrò strano la sua presenza perché di solito sta ad allenarsi per conto suo perciò potei pensare a due cose se stava qui in palestra: o c'era qualcosa di importante che dovevo sapere oppure aveva un appuntamento romantico con lei! Ma sicuramente era più vera la prima opzione perché indossava la sua divisa invece dello smoking. Arrivai nel suo studio velocemente e, dato che ero in anticipo, guardai in giro: nemmeno qui era un granché come luogo, in quella piccola stanza c'erano solo qualche ritratto e la sua scrivania con una pila di libri. Poco tempo dopo arrivò Vanessa, non si era fatta attendere molto come fanno di solito le signore

Vanessa: Ivan, è giunto il momento di sapere tutto di quello che non ti ho detto e anche del progetto però non te lo dirò io, ma sarà un altra persona a farlo

Quando disse quelle parole, si cominciò a sentire dei passi che si avvicinavano sempre di più alla stanza. La porta si aprì: era Add, chinò il capo per salutare, si mise davanti a me e cominciò a parlare

Add: Comincio col dirti che, da quando ti hanno affidato a Vanessa, i nostri migliori ingegneri iniziato a costruire un anello speciale che dovrebbe permettere a chi lo indossa di viaggiare nel tempo. Quando ho aderito anche io al progetto qualche anno fa, siamo riusciti a finirlo.
Vanessa: Vorremmo che tu tornassi indietro nel tempo per impedire che i Robot si impossessino dei demoni e per farlo tu devi cambiare la storia. Probabilmente nel corso del passato i tuoi genitori e gli altri del team hanno lasciato qualcosa in sospeso. Ti senti all'altezza del compito?
Ivan: Se questo serve per impedire che tutto ciò accada... sono pronto a tutto.
Vanessa: Sai, quello con Lou non era proprio un vero esame, ma più che altro volevo vedere l'efficacia dei miei allenamenti e posso considerarmi soddisfatta. Sono sicura che supererai brillantemente la missione.

Non avevo mai ricevuto tanti elogi in una volta da lei, quello che sospettavo era vero, Vanessa aveva un cuore d'oro in fondo e ciò che volevo era fare di tutto per lei e proprio in quel preciso momento sentivo di volerle tanto bene, nonostante tutti gli anni di vita militare che mi ha fatto passare. Mi veniva da chiamarla "mamma" ma non volevo rompere quel magico momento di affetto perché avevo paura di risvegliare la bestia dentro di lei, ma quegli attimi mi sono bastati

Vanessa: Partirai domani all'alba, intanto oggi termineremo i preparativi mentre tu ti riposerai.
Ivan: ma non potrei partire oggi stesso?
Add: Per viaggiare nel tempo devi usare molta energia e per arrivare integro devi essere in piena forma. Riposati.

Erano circa le 20.00 e mi avviai per andare nella mia camera. Attraversai diverse gallerie, in fondo c'era la mia e quando arrivai la porta era aperta, invece del blocco di legno c'era un materasso con le coperte e sopra quest'ultime c'era una rivista della quale preferisco non parlarne. Probabilmente per la mia partenza Vanessa mi ha voluto dare il letto nuovo e Add la rivista oppure proveniva tutto da Vanessa. Mi stesi sul materasso ed era davvero morbido però anche se era morbido non ero riuscito ad addormentarmi, ero troppo in pensiero per la missione e perciò decisi di prendere il mio adorato ciondolo. Premuto il pulsante, il ciondolo si aprì di scatto e guardai a destra la foto di mio padre e a sinistra quella di mia madre, erano entrambi giovani ed io avrei finalmente avuto la mia occasione di conoscerli entrambi. Pensai a com'erano belli, le guardai a lungo e chiusi gli occhi tenendo in mano il ciondolo aperto. Il giorno dopo suonò la Vanessa (un modo per dire che lei entrò violentemente e si mise a urlare) e mi svegliai di soprassalto. Vanessa mi fece segno di seguirla; mi portò nel laboratorio dove Add era solito avviarsi.
Senza perdere tempo Add mi diede questo famoso anello

Add: C'é un timer preimpostato e quindi l'unica cosa che devi fare è concentrare la tua forza magica in esso. Ricordati che quando si illumina, vuol dire che stai cambiando qualche avvenimento importante!

Seguì alla lettera quello che mi disse di fare, mi concentrai facendo scorrere la mia energia e più aumentavo l'intensità, più si illuminava l'anello. Un momento prima di partire salutai tutti i presenti ovvero Add, Lou e Vanessa, la quale fece una smorfia di dispiacere ma mi fece lo stesso un cenno di saluto e subito dopo il mio corpo sparì dalla stanza.
Il viaggio durò meno di un istante, ma Add aveva ragione che il teletrasporto mi avrebbe consumato le energie ed infatti mi reggevo in piedi a malapena. Esplorai il luogo, era una foresta con tanta vegetazione e l'aria era fantastica, in vita mia non ho mai visto tanto verde e respirato un aria così. Una mela mi cadde in testa e me la ritrovai in mano, guardai in alto e capì che ero sotto un albero, però in effetti avevo fame perché mai non avrei dovuto mangiarla? Era buona e croccante, diedi un bel calcio all'albero e ne precipitarono una dozzina. Me le mangiai tutte e a spuntino terminato, mi addormentai sotto quell'albero.
Poche ore dopo mi svegliai, e mentre aprivo gli occhi vidi una figura sfocata davanti a me, quando mi svegliai completamente chiesi

Ivan: Chi sei tu?
???: Io sono lo spadaccino Elsword, tu invece?

Per un momento non ci credevo perché quello era il nome di mio padre ma, dopo averlo guardato meglio, capì che non mentiva e non ero riuscito a contenere la gioia di quell'incontro e gridai

Ivan: Padre!
Elsword: Padre?

Ero tentato a dirli tutto ma riflettei un momento, se avessi rilevato la mia identità sicuramente non sarei riuscito a portare a compimento il mio obiettivo. Quindi mi alzai, mi ricomposi e dissi

Ivan: Scusa, ti ho confuso per un altra persona. Il mio nome è Ivan e sono uno spadaccino come te, piacere di conoscerti. Per caso sei solo?
Elsword: No, ho altri 4 compagni di viaggio con me.
???: Dove sei brutto nanetto?

Quella voce proveniva da lontano, poco dopo arrivarono 4 persone e io sapevo già tutto di loro, ma dato che dovevo rimanere nel ruolo chiesi

Ivan: Sono loro i tuoi amici?
Elsword: Esatto, la ragazzina con i capelli viola si chiama Aisha, l'elfa è Rena, il tizio col braccio meccanico è Raven e il paladino con il bazooka è chung.
Aisha: E il nanetto con i capelli rossi è Elsword.
Elsword: Mi sono già presentato e comunque tappa sarai tu.

Ma prima che Aisha potesse replicare Rena la pietrificò con lo sguardo. Quando guardai il team riconobbi tra di loro mia madre, ma rimasi sempre dell'idea di non rilevare nulla e quindi per unirmi al team mi inventai tutto di sana pianta

Ivan: Anche io cerco l'Eldrit, mi hanno mandato da Sander per recuperarlo. Se non sbaglio anche voi siete cercatori dell'Eldrit, potrei unirmi al gruppo?
Rena: Per me non ci sono problemi
Chung: Allora sei il benvenuto!

Raven non disse nulla, lui non credette ad una singola parola della mia storia ed infatti mi fisso in modo minaccioso. Io non mi feci intimorire, e ringraziai il gruppo.

Rena: La nostra prima tappa è Elder. Possiamo proseguire col viaggio, seguici Ivan

Camminammo per ore, ogni tanto tentava di ostacolarci qualche poru o qualche scagnozzo, ma in un istante il team lo toglieva di mezzo e proseguivamo. Non c'era bisogno che io alzassi un dito per aiutarli. Raven e Chung bisbigliarono a lungo

Raven: Secondo me non dovremmo fidarci considerando che si è autoinvitato.
Chung: Nah, lui mi ispira fiducia e poi siamo in 5 contro 1. Cosa può fare?
Raven: Io non mi fido.
Rena: Dai basta borbottare, siamo arrivati!

Quando disse questo, si mise subito a correre verso la città come se stessero per chiudere i cancelli; tutti noi tentammo di starle al passo ma riuscimmo a fatica. Hoffman ci accolse calorosamente a braccia aperte

Hoffman: Siete arrivati, vi stavamo aspettando! Vi invito a sostare nel nostro Hotel per questa notte e poi domani potrete ripartire, vi va bene?

Rena: Certo!
Raven: Aspetta, mi sembra strano che ci voglia offrire una sosta nel suo hotel senza nemmeno conoscerci e senza volere nulla in cambio?
Chung: Sei troppo sospettoso!

Senza aspettare altre repliche, Hoffman ci portò nella sala pranzo del suo ristorante e ci fece sedere in un tavolo, poco dopo venne una cameriera con i capelli biondi con un carrello pieno di cibo! Senza pensarci due volte, divorammo tutto, sopratutto io ed Elsword che sembravamo due porci mentre Raven non toccava cibo

Rena: Dai Raven, mangia almeno un pesce cotto!
Raven: Mi astengo, ti consiglio di fare lo stesso.

Finito di mangiare, ci portarono nelle nostre rispettive camere singole. Sicuramente c'entrava qualcosa con l'allenamento.

Vanessa: Cambio di programma, il tuo allenamento è finito: è giunta l'ora del tuo esame e Lou sarà il tuo avversario. Se riuscirai a batterlo, ti rivelerò un progetto importante per tutti, compreso per te.

Quelle parole mi fecero pensare, cosa volevano dire le sue parole e cos'é che mi aspetta? L'unico modo di scoprire la verità è affrontare l'esame e sconfiggere Lou, devo saperlo!
Mi preparai mentalmente e mi misi in posizione di battaglia e anche lui fece lo stesso; Vanessa rimane a guardare e fece da arbitro

Vanessa: Cominciate!

Scattai immediatamente al fianco di Lou, gli diedi un calcio per stordirlo e provai a tirarli un fendente, ma lui parò il colpo

Lou: Tutto qui?

Mi spinse indietro e balzò in aria e tentò di agganciarmi dall'alto con la spada, ma ero riuscito anche io a pararla; lui però cominciò a colpire più volte, sia con il corpo sia con la spada. Era veramente forte e veloce, ma io potevo e dovevo fare di meglio! Ingoiai la paura e concentrai la mia forza in un pugno che gli sferrai: si formò palla di fuoco che esplose più volte. Ebbi la mia occasione e lo attaccai più volte fino a sentire la sua stanchezza: era il momento di chiudere la partita! Colpì violentemente il terreno gridando

Ivan: Geyser di fuoco!

Forse avevo esagerato, i vestiti di Lou presero fuoco, rimase nudo e la sua spada era a pezzi. Poteva coprirsi con i cocci dell'arma rimasti e urlò

Lou: Esame superato!

Detto questo, Lou si mise a correre verso l'uscita, mentre Vanessa cercava di colpirlo con un fucile che non sapevo avesse.
Dopo che finì l'inseguimento, con il risultato che Lou fu obbligato da tutti i sopravissuti a indossare un armatura invece dei vestiti pur di non farsi rivedere in giro nudo, Vanessa mi ordinò di venire nel suo studio. Era arrivato il momento di sapere tutto.
 
Continua nel capitolo:


 
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