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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Film, Telefilm, Teatro
Dalla Serie: Supernatural
Titolo Fanfic: COLLISION
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: pandistelle galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 14/08/2014 11:16:53

I mannari sono una delle poche creature soprannaturali per cui provo una pena infinita.
 
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COLLISION
- Capitolo 1° -

Mi chino a osservare le tracce lasciate sul terreno.
Il fucile ben carico di proiettili d'argento nella mano destra.
Un coltello dello stesso materiale infilato in una apposita custodia nella coscia sinistra.
Mi trovo in un bosco nei pressi di Portland - Oregon.
E sto cacciando un mannaro.
A giudicare dalle tracce che ha lasciato è molto vicino.
Mi alzo e vado a osservare una grossa quercia alla mia sinistra.
Con la punta delle dita sfioro la ruvida corteccia che il mostro ha squarciato con i suoi artigli.
I mannari sono una delle poche creature soprannaturali per cui provo una pena infinita.
Prima di diventare mostri spaventosi erano dei normali esseri umani.
A cui la vita ha giocato il più brutto degli scherzi.
Trasformarsi ad ogni luna piena in un mostro fuori controllo preda solo dei suoi istinti bestiali.
Può esserci un castigo peggiore di questo?
Io non credo.

Mi nascondo tra la vegetazione cercando di non fare rumore.
Non posso volare.
Se lo facessi lo sbattere delle mie ali attirerebbe l'attenzione del mannaro.
Lui sa che gli sto dando la caccia.
Potrà anche non sentire il mio odore, ma non è sordo e neppure cieco.
E' pur sempre una bestia e come tale è in grado di percepire il pericolo.

Sospiro

Volendo potrei uscire allo scoperto, sparargli e porre fine alla sua vita maledetta.

Ma non posso.
Questo mannaro mi serve vivo perchè ho bisogno del suo sangue.
Mia madre sta lavorando a una cura contro la licantropia.
A del sangue di un mannaro trasformato ha unito un particolare enzima sintetico.
La trasformazione si inverte, la bestia ritorna uomo ma il corpo rigetta la cura e nel giro di poco sopraggiunge la morte.
Bisogna perfezionarla e per farlo occorre altro sangue di mannaro.
Così eccomi a caccia.
Anche se a dire il vero il motivo è un altro.
Io conosco questo licantropo.
O meglio conosco l'uomo che si cela dietro la bestia.

Trattengo il respiro.
Un ringhio lungo e prolungato attira la mia attenzione.
Spio attraverso la filtra coltre di vegetazione che mi nasconde.
Una figura enorme e nera giunge al centro del bosco.
Gli artigli affilati e la bocca spalancata piena di denti appuntiti e sporchi di sangue.
A quanto pare il bastardo si è nutrito di nuovo.
Osservo ogni suo movimento.
Lo guardo mentre solleva il muso verso l'alto fiutando l'aria.
Io mi inumidisco le labbra passandoci sopra la lingua.
Perfetto!
Ho portato questo figlio di puttana esattamente dove volevo.

L'uomo che si cela dietro la bestia si chiama Paul Walker.
Prima di diventare un mostro era un detective privato.
Era stato assunto per indagare sul caso di alcune persone scomparse e poi ritrovate morte a cui era stato strappato il cuore dal petto.
Io mi trovavo li per la stessa ragione.
Fingendomi un agente federale ero riuscita ad entrare in obitorio per vedere i corpi.
E' proprio li, ci siamo incontrati per la prima volta.
Paul ha capito subito che io ero tutto tranne che un federale.
Aveva fatto delle ricerche e aveva scoperto che il mio alias era falso.
Non ho avuto scelta. Sono stata costretta a dirgli la verità.

Paul è stata la prima persona a cui ho detto cosa ero.
Ovvero una cacciatrice di demoni e un ibrido angelo-umano.
Per dimostrargli che dicevo la verità, mi ero tolta il pastrano mostrandogli le mie ali.
Lui era rimasto a bocca aperta per lo stupore.
Ai suoi occhi le le mie ali erano bellissime proprio come me.
Per farla breve: abbiamo avuto una storia.
Nonostante lui fosse separato da sua moglie.
Paul mi amava davvero ed io amavo lui.
Per me sarebbe stato disposto a lasciare la sua vita per diventare un cacciatore.
Ma a non è andata così.

Stavamo dando la caccia al mannaro responsabile di tutte quelle persone morte a Portland.
Paul aveva insistito per accompagnarmi.
Ad un certo punto la bestia ci ha attaccato.
Io stavo per sparargli alla testa ma il mannaro mi ha afferrata per una caviglia e sbattuta contro un albero.
Poi ha spiccato un grande balzo e stava per piombarmi addosso con l'intenzione di finirmi.
Paul si è messo tra le me la bestia facendomi scudo con il suo corpo.
Il mannaro lo ha morso prima che io avessi il tempo di scaricargli addosso un intero arsenale di pallottole d'argento.

Era finita.
La bestia era stata uccisa.
Ma per l'uomo di cui ero innamorata non c'era più nulla da fare.
Sarebbe stato condannato a trasformarsi in mostro ad ogni luna piena.
A meno che io non l'avessi ucciso prima.
Paul avrebbe voluto questo.
Io però non sono riuscita ad andare fino in fondo.
L'ho lasciato andare.
Anche Sam una volta si è trovato nella stessa identica situazione.
Solo che lui era riuscito a uccidere quella ragazza nonostante la relazione che li univa.
Io non ci sono riuscita.
Paul mi ha promesso che avrebbe cercato di rigare dritto.
Con questa promessa c'eravamo detti addio.
Lui ormai era un mostro ed io una cacciatrice.
Non potevamo più stare insieme.

Sospiro.

Mia madre, Dean e Sam non sanno nulla di questa storia.
Non avrei sopportato i rimproveri di mia madre, le battute maliziose di Dean e la disapprovazione negli occhi di Sam per aver intrecciato una relazione con un uomo ancora sposato.
Paul per questi tre anni ha rigato dritto.
Almeno fino a due giorni fa.
Le uccisioni erano riprese con lo stesso modus operandi.
Paul era tornato nella sua città natale guidato dal suo istinto bestiale.
Così non appena ho letto la notizia su internet mi sono precipitata a Portland per terminare il lavoro.

Non ho altra scelta.
Paul ha ucciso diverse persone tra cui quattro bambini.
Devo porre fine alla sua maledetta esistenza.
Ormai non provo più niente per lui.
Con il tempo ho finito per dimenticare il sentimento che ci univa.
Però non posso fare a meno di sentirmi un verme per ciò che sto per fare.
Nella tasca dei jeans ho una siringa con dentro la cura ideata da mia madre.
So di non poter fermare in alcun modo la sua trasformazione in una bestia.
Ma per lo meno posso farlo morire da essere umano.

- " Paul ti prego, perdonami se puoi! "

Il mannaro continua a fiutare l'aria nella vana speranza di riuscire a stanarmi.
Lo osservo farsi sempre più vicino al punto in cui mi sto nascondendo.
Trattengo il respiro, stringendomi al petto il fucile caricato con pallottole d'argento.
Non ho più molto tempo.
Devo agire immediatamente altrimenti per me è la fine.
Ma non è ancora il momento opportuno.
Se voglio catturare questo bastardo devo sfruttare al massimo le mie doti nel volo.
E' l'unico modo per sfuggire al suo morso ed ai suoi artigli affilati come rasoi.

Resto in attesa

Nel frattempo la mia mente si perde nei ricordi.
Tra me e Dean c'è stato un'avvicinamento.
A quanto pare mia madre non mentiva quando diceva che lui provava qualcosa per me.
Tutti lo sapevano tranne la sottoscritta. Ovviamente.
E' successo tutto in maniera così naturale.
Io e Dean ci siamo trovati improvvisamente vicini e poi ci siamo baciati.
Non mi vergogno ad ammettere di non aver provato il benché minimo disgusto o repulsione.
Al contrario mi è sembrata la cosa giusta da fare.
Ho ricambiato il bacio di Dean senza alcuna vergogna.
Probabilmente anche io come lui lo desideravo da tanto tempo.

Sospiro.

Purtroppo l'avvicinamento tra me e Dean è durato poco.
Un'ora dopo quel bacio, Crowley ha chiamato Dean per informarlo di aver rapito Lisa e Ben.
Dopo aver ricevuto quella terribile notizia ogni mio dubbio e batticuore è finito nel dimenticatoio.
Ho aiutato Dean a stanare e torturare i demoni che erano più vicini a quel figlio di puttana di Crowley al solo scopo di ottenere informazioni.
Non potevo lasciare che quello stronzo l'avesse vinta.
Soprattutto se a farne le spese erano una madre e suo figlio.
Lisa mi ha sempre accolto in casa sua con un sorriso.
Ben era un vero spasso. Gli avevo promesso di farlo volare con me un giorno.
Entrambi sapevano ciò che ero, eppure mi hanno accettata senza alcuna paura o disgusto per la mia doppia natura.

Lisa e Ben erano salvi.
Ma per il bene e soprattutto la sicurezza di entrambi, Dean era stato costretto a prendere una tremenda decisione.
Aveva chiesto a Castiel di cancellare ogni suo ricordo dalla mente di Lisa e di suo figlio.
Dean è uscito distrutto da tutta questa storia.
Come dargli torto?
Ha passato quasi un'intero anno con quella donna e suo figlio.
Dean ha amato davvero Lisa. Anche se mia madre è convinta del contrario.
Lo dimostra il fatto che non vuole parlare dell'argomento con nessuno.
Tanto meno con Sam.

Io ho preferito allontanarmi per un pò.
Dean sta soffrendo molto e avere me tra i piedi non lo avrebbe di certo aiutato.
Così non appena ho saputo di questo lavoro a Portland ho accettato.
Mia madre mi ha dato ragione. Stranamente.
Inoltre Dean non è da solo. Ci sono Sam e Bobby con lui
Saperlo mi fa stare più tranquilla.

Ritorno bruscamente alla realtà.
Il mannaro ha smesso di fiutare l'aria e si sta dirigendo nel fitto del bosco.
Devo agire, non posso più aspettare.
Esco dal mio nascondiglio e mi porto due dita alle labbra emettendo un fischio acuto.

- Hey bel cucciolone! Ti va di giocare con l'uccellino?

Il mannaro ruota la testa pelosa nella mia direzione al suono del fischio.
Poi senza esitare si avventa su di me sfoderando gli artigli e le zanne pronto a mordermi.
Aspetto che sia abbastanza vicino.
Poi spalanco le ali con l'intenzione di alzarmi in volo per evitare l'attacco.

Merda!

A quanto pare ho fatto un piccolissimo errore di calcolo.
Purtroppo non riesco a volare ad un'altezza adeguata.
Il mostro riesce ad afferrarmi per una caviglia e poi mi lancia contro l'albero più vicino.
Per alcuni secondi vedo tutto nero.
Il respiro mi muore in gola ma per fortuna non ho nessuna costola rotta o incrinata.

Mi riprendo in fretta.
Anche perchè il mannaro ritorna all'attacco.
Con un balzo mi getto di lato ed evito le sue fauci acuminate.
Un morso e sono fottuta!

Mi riapproprio del mio fucile, lo punto contro la bestia, prendendo la mira e poi sparo.
Lo colpisco alla zampa posteriore sinistra.
Il mannaro barcolla e poi uggiola dolorante.
Non è sufficiente ad annientarlo lo so bene.
Così spalanco le ali e mi alzo di nuovo in volo.

Il mostro compie due grandi balzi aiutandosi con gli alberi nelle vicinanze.
Sta per raggiungermi.
Gli artigli sguainati e le fauci bene in vista.
Un secondo colpo. Questa volta però non dal mio fucile.
Bensì da una pistola modificata in modo tale che possa sparare una rete d'argento.
Una delle ultime invenzioni di mia madre.
Il materiale di cui è composta fa si che il mannaro si indebolisca ma non muoia.
Cosa che avviene nel giro di pochi secondi.
Guardo la bestia precipitare al suolo con uno schianto.

Questa è la mia occasione. Devo approfittarne.
Volo più in alto che posso battendo con forza le ali.
Sento i polmoni bruciare mano a mano che l'altezza aumenta.
Non ho i polmoni come gli uccelli quindi non posso arrivare a quote altissime.

Ci siamo!
Una volta raggiunto il punto giusto scendo in picchiata.
Arrivata a poca distanza dal suolo unisco i piedi e mi schianto sulla pancia del mostro con tutta la mia forza.
Il licantropo ruggisce dolorante.
Probabilmente gli avrò rotto un paio di costole o qualche osso.
Ci vuole ben altro per far fuori questi bastardi.
La rete d'argento per quanto geniale non può trattenerlo a lungo.

- A cuccia bello! Sta tranquillo, tra poco sarà tutto finito.

Con il piede destro tengo ben ferma la testa del mannaro.
Metto il fucile da una parte e dalla sacca che porto a tracolla tiro fuori una siringa vuota.
Una volta tolto il cappuccio la uso per prelevare un campione di sangue per mia madre.
Fatto questo ripongo la siringa nella borsa e ne tiro fuori una seconda.
Questa la conficco senza tanti complimenti nel collo del licantropo.

Mi allontano.
La cura inizia a fare effetto praticamente subito.
Gli artigli e le fauci si ritraggono.
Il pelo scompare lasciando il posto alla pelle.
La bestia torna a essere uomo.
Paul per essere precisi.

Lo sento emettere un rantolo.
Con cautela mi inginocchio davanti a lui sollevandogli la testa.
Paul mi sorride.
Sembra quasi che mi riconosca.
E forse è così.

- Grazie...

Con queste ultime parole, l'uomo che tre anni fa ho amato cessa di vivere.
Non sono triste e neppure addolorata.
Sapevamo entrambi che doveva finire così.
Io ho soltanto liberato Paul dalla sua maledizione.
Chiudo i suoi occhi con una leggera pressione delle dita.
Ovunque si trovi la sua anima spero abbia trovato la pace che merita.

Decido di bruciare i suoi resti alla maniera dei cacciatori.
Per me Paul è un eroe.
Mi ha salvato la vita e non posso tener conto del suo gesto.
Gli costruisco una pira usando dei vecchi tronchi d'albero trovati nelle vicinanze.
Una volta fatto questo cospargo il suo corpo di sale e lo ricopro con un telo bianco.
Poi lo sistemo sulla pira e una volta bagnata la legna con la benzina gli do fuoco.

Osservo le fiamme che avvolgono il corpo di Paul bruciandolo.
Dovrei essere triste o peggio ancora dispiaciuta per sua morte.
Invece non provo nulla di tutto questo.
Sono sicura di aver agito nel migliore dei modi.
Ho salvato delle vite e dato pace all'anima di un uomo colpito da una tremenda maledizione.
E' la mia giusta ricompensa.

Mentre cammino per il bosco sulla strada del ritorno, tiro fuori il cellulare dalla tasca dei jeans.
Non ho messaggi in segreteria e nessun SMS.
Probabilmente Sam, Dean e Bobby sono impegnati a tenere d'occhio Castiel.
A quanto pare quel maledetto angelo sta tramando qualcosa.
Il problema è che non abbiamo in mano nulla per dimostrarlo.

Con i tasti direzionali scorro la rubrica.
Mi soffermo alcuni istanti sui numeri di telefono di Dean e Sam.
Potrei chiamare uno o l'altro per sapere come stanno.
Soprattutto Dean.
La decisione che ha preso per proteggere Lisa e suo figlio lo ha distrutto.
Ha bisogno di tempo per accettare la cosa.
Ed io non voglio assillarlo con le mie preoccupazioni standogli sempre con il fiato sul collo.

Lascio perdere Sam e Dean.
Seleziono dalla rubrica il numero di telefono di mia madre e la chiamo.
Giusto per dirle che la caccia è andata bene.

- Pronto sono io. Si, è andato tutto bene e ho il sangue che mi avevi chiesto. Torno al rifugio, ci vediamo tra poco.

Metto il cellulare in tasca.
Poi una volta sistemata la borsa a tracolla mi incammino verso il rifugio.
Ormai è quasi l'alba e ho bisogno di almeno due ore di sonno per recuperare le energie.

Dicono che il tempo guarisce ogni ferita.
Sarà vero?
Non so cosa ne sarà di me, Dean e dei nostri sentimenti.
Ci penserò quando arriverà il momento.

 
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