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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Film, Telefilm, Teatro
Dalla Serie: Supernatural
Titolo Fanfic: FOOD
Genere: Comico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: pandistelle galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 14/08/2014 11:12:32

Inoltre come si dice: le vecchie abitudini sono dure a morire. Soprattutto quando si tratta di cibo.
 
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FOOD
- Capitolo 1° -

Accendo l'iPad e mi connetto a internet alla ricerca di notizie.
Un regalo di mio padre.
Quello stronzo è convinto che basti qualche regalo ogni tanto per recuperare un rapporto.
Ha abbandonato me e mia madre quando io ero poco più che una bambina.
Il motivo?
Non riusciva ad accettare l'idea che io non fossi sua figlia.
Ai sui occhi ero un mostro.

Seduto davanti a me c'è Dean intento a divorare un grosso hamburger stracolmo di insalata, bacon e carne macinata.
Di fianco a me invece Sam sta mangiando un'insalata mista e controlla il giornale.
Io invece sto aspettando che il cameriere mi porti l'hamburger vegetariano con tofu che ho ordinato poco fa.
Ci troviamo a Boston in Massachusetts.
Stiamo dando la caccia a un mutaforma che stando alle nostre indagini ha piantato le tende nelle fogne della città.
Due persone sono state uccise nella loro casa e una terza è stata trovata morta in un parco.
Accanto ad ogni corpo la polizia ha rinvenuto delle trecce organiche.
Della pelle biancastra grondante di sangue.
Le autorità ritengono si tratti di un anaconda o peggio ancora di un coccodrillo.
Tutte stronzate belle e buone!
Questo mutaforma va fermato. Non possiamo permettergli di uccidere ancora.

A dire la verità questa sarebbe dovuta essere la mia caccia.
Dean però ha insistito affinchè lui e Sam partecipassero.
Non vuole che vada a caccia da sola.
I leviatani si stanno godendo la ritrovata libertà compiendo una strage dopo l'altra.
A quanto pare il loro capo è interessato al mio sangue.
Un ragione in più per non cacciare in solitaria.
Intendiamoci apprezzo il fatto che Dean sia preoccupato per me e voglia proteggermi.
Però a volte dimentica che anche io sono un mezzo mostro.
So come difendermi in caso di attacco.

L'unica a gioire di questa caccia di gruppo è stata mia madre.
Quando Dean ha insistito affinchè lui e Sam mi accompagnassero l'ho vista sorridere in modo inquietante.
Sembrava il Grinch dei cartoni animati.
Inoltre mi ha letteralmente sbattuta fuori dal motel in cui alloggiavamo.
Mia madre è ancora convinta che Dean sia innamorato di me.
Quindi ogni occasione è buona per gettarmi tra le sue braccia. In senso puramente metaforico.

A volte quella donna mi spaventa.
Le cose sono due:
O la menopausa le sta giocando qualche brutto scherzo.
Oppure, ha ripreso a fumare l'erba come ai tempi di Woodstock.

- Trovato qualcosa?

Sam si sporge oltre la mia spalla per guardare lo schermo dell' iPad.
Dopo la brutta avventura in quel vecchio magazzino le sue allucinazioni sembrano essere scomparse.
C'è mancato poco che sparasse a me e Dean credendoci l'ennesima illusione creata da Lucifero per farlo impazzire.
Sam dice di stare bene ed io gli credo.
Anche perchè non servirebbe a nulla stargli sempre con il fiato sul collo.

Sospiro.

A quanto pare Sam è l'unico a parte me, interessato a risolvere questo caso.
Dean è concentrato sul suo hamburger.
Tutto ciò che fa è masticare e mugolare di apprezzamento.
Per fortuna la caffetteria in cui stiamo pranzando è piccola e poco affollata.
Abbiamo scelto il tavolo più lontano dal bancone in modo da poter conversare tranquillamente.
Ci manca solo che le gente senta parlare di mutaforma, proiettili d'argento e leviatani.
Verremmo sbattuti in prigione senza tanti complimenti con l'accusa di essere dei serial killer della peggior specie.

- Niente che già non sappiamo. Ormai non ha più senso aspettare. Se vogliamo uccidere il mutaforma dobbiamo agire questa notte stessa.

Io e Sam smettiamo di parlare del caso.
Un cameriere si sta avvicinando al nostro tavolo reggendo in mano il piatto su cui è adagiato il mio hamburger.
Il classico tipo tutto muscoli e niente cervello.
Capelli corti e biondi, fisico scolpito, pelle abbronzata e occhi azzurri.
Sarei molto curiosa di sapere quante ore passa sdraiato sul lettino solare!
Ormai non c'è limite al cattivo giusto.

Una volta raggiunto il nostro tavolo mi porge il piatto con l'hamburger che ho ordinato.
Sembra tutto a posto.
Addirittura sul panino c'è una bandierina.
Con la coda dell'occhio vedo il padrone della caffetteria scrutarmi con aria truce.
Indosso il mio solito pastrano nero che uso per nascondere le ali.
A quanto pare non gli aggradano le persone che indossano i cappotti lunghi.
Distolgo lo sguardo concentrandomi sul mio pranzo.

- Hey rossa, ecco il tuo hambuger! Purtroppo abbiamo finito il tofu e lo abbiamo sostituito con il tacchino. Tanto è uguale no?

Sorrido.
O meglio ci provo, ottenendo solo un ghigno isterico pari a quello del Joker.
Il cameriere mi fa l'occhiolino e poi si allontana.
Guardo il mio hamburger con aria disgustata.
Con quale razza di coraggio ci si può presentare davanti a una persona e dirle che tofu e tacchino sono la stessa cosa?
Non sono affatto la stessa cosa!
Prendo la forchetta alla destra del mio piatto e la uso per pungolare il mio panino.
Ad ogni tocco sento un brivido di disgusto salirmi lungo la schiena.

Come può l'essere umano uccidere delle povere bestiole indifese e poi mangiarsele senza alcuna pietà?
Dean dice che è la legge per la sopravvivenza della specie.
Io lo ritengo una crudeltà atroce.
Ancor di più se ad essere uccisi sono gli uccelli.
Ho sempre avuto un rapporto speciale con questi animali.
Li sento molto vicini a me, perchè sia io che loro abbiamo una cosa in comune: l'amore per la libertà.
A volte riesco addirittura a comunicare con loro.
Sento le loro emozioni e loro possono capire le mie.
Una sorta di empatia. Peccato funzioni solo quando sono libera da pensieri ed emozioni negative.
Cosa assai rara di questi tempi.

- Il cameriere ti ha lasciato il suo numero Calypso. A quanto pare hai fatto colpo!

Appoggio la forchetta e distolgo lo sguardo dal mio hamburger.
Dean stacca la bandierina da sopra il mio panino e mi fa notare che dietro c'è scritto un numero di telefono.
Il sorriso con cui mi fa notare la cosa è identico a quello di mia madre.
Non so se devo cominciare a preoccuparmi o lasciar cadere la cosa.

A dire il vero ero talmente presa dal caso del mutaforma da non essermi accorta di nulla.
Mia madre dice sempre che ho la testa tra le nuvole.
Per questo non mi rendo conto di quello che mi succede intorno.
Tanto meno che Dean è innamorato di me da un sacco di tempo. Almeno questo è quello che dice lei.
La realtà però è un'altra.
Dagli angeli non ho ereditato solo le ali ma anche un carattere fortemente ingenuo.
In questo assomiglio molto a Castiel, alias mio zio.
Naturalmente prima che il cervello gli andasse in pappa per colpa di Crowley e dei leviatani.

- Ah si? Non l'avevo notato.

Ritorno a guardare il mio hamburger.
Dean nel frattempo distrugge la bandierina con il numero del cameriere e la getta nel posacenere al centro del tavolo.
Lo sento mormorare qualcosa del tipo "sei senza speranza" seguito da " meglio così ".
Poi ritorna a concentrarsi sul suo doppio hamburger ed io faccio la stessa cosa con il mio.
Mi giro a guardare Sam e lo sorprendo a ridere tra un boccone d'insalata e l'altro.
Dean adora prendermi in giro facendo leva sulla mia ingenuità.
Anche se conoscendolo dubito che mi avrebbe lasciato da sola in compagnia di quel cameriere tutto muscoli.

Sospiro.

Non riesco a sopportare oltre questo strazio. Decido quindi di correre ai ripari.
Tolgo la parte superiore del mio panino.
Poi aiutandomi con forchetta e coltello sollevo l'hamburger e lo getto in fretta e furia nel piatto di Dean.
Al mio gesto la sua faccia si contrae in un'espressione tra l'infastidito e l'esasperato.
Per quanto Dean adori la carne non ama essere considerato una sorta di "spazzino della tavola".
Io però me ne frego e continuo a rifilargli i miei avanzi.
Tanto so che li mangerà.

- Dacci un taglio Calypso! Io non sono un tritarifiuti.

A quella affermazione io e Sam non riusciamo a fare a meno di guardarci e sorridere.
Io nel frattempo richiudo il mio hamburger con dentro soltanto insalata, formaggio, senape e ketchup.
Lo afferro con entrambe le mani e lo porto alla bocca pronta ad addentarlo.
Intenzione che tuttavia scompare nel momento esatto in cui vedo Dean aprire il suo panino e sbatterci dentro l'hamburger di tacchino senza alcuna pietà o scrupolo di coscienza.

Io mi giro a guardare Sam.
Lui fa la stessa con me.
Entrambi ci voltiamo a guardare Dean che nel frattempo ha ricominciato a mangiare e mugolare d'apprezzamento.
Non era lui quello che non voleva essere considerato un tritarifiuti?
Alla faccia della coerenza!

- Ehm...sei proprio sicuro di non essere stato adottato?

Rivolgo a Sam quella domanda alternando lo sguardo da lui a suo fratello.
Dean ormai è completamente perso nel suo mondo fatto di bacon, carne di manzo e di tacchino.
Non credo abbia sentito ciò che ho detto.
Sam nel frattempo guarda suo fratello e subito dopo abbassa la forchetta.
Io faccio la stessa cosa con il mio panino rimettendolo nel piatto.
All'improvviso mi è passata la fame.

- Io sono anni che mi faccio la stessa domanda. Ancora non ho trovato una risposta.

Scuoto la testa.

Alla fine mi decido a mangiare.
Stanotte dovrò uccidere un mutaforma e devo essere nel pieno delle forze.
Quindi tanto vale mettere qualcosa sotto i denti, se non voglio correre il rischio di schiantarmi al suolo mentre volo.
Inoltre come si dice: le vecchie abitudini sono dure a morire.
Soprattutto quando si tratta di cibo.

Forse io e Dean non ci troveremmo mai d'accordo per quanto riguarda il cibo.
Ma non voglio che cambi per nulla al mondo.
Lui mi piace così come è.

 
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