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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Digimon Tamers
Titolo Fanfic: C-QUANDO NON SI PUó FAR A MENO DI TE
Genere: Sentimentale, Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: rikaakiyama galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 08/07/2014 14:34:15

One-shot Jianliang/Alice
 
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QUANDO NON SI PUó FAR A MENO DI TE
- Capitolo 1° -

Salve a tutti Ryuki fans, sappiate sono più presa dall'ispirazione del momento e dall'idea che fare solo Ryuki sia alquanto noiosa. Quindi decido, per questa ff, di trattare di un personaggio spesso trascurato: Alice McCoy, che sfocia in una Jianliang/Alice ( il cui nome della coppia é ancora sconosciuto al mondo intero). Ho già perso fin troppo tempo: Cominciamo....

Pioveva quel giorno (e cominciamo bene nd p) e lei era seduta su una panchina sotto la pioggia, erano già passati due anni precisi da quel giorno, non dalla sconfitta del D-Reaper, ma di qualche giorno prima, dal suo sacrificio, da allora era rimasta sola.
Alice McCoy era sola, con un nonno impegnato ed un padre che la trascurava non trovava altro solievo se non di stare sola fuori mentre pioveva, con un misero ombrellino mezzo rotto, come se si volesse bagnare apposta, come se fosse convinta che se il mondo fosse stato cupo come la sua anima, si creasse una sorta di equilibrio tra lei e quel mondo che le aveva strappato via il suo Dobermon.
Nessuno la vedeva, lei era sola e le sue lacrime erano celate da quella scrosciante pioggia che si abbatteva con noncuranza sul corpo della pallida ragazza e in cuor suo si chiese per quanto tempo ancora la sua vita andasse avanti, piú voleva morire piú la natura la faceva vivere, non solo si ammalava poco nonostante la pioggia, ma aveva addirittura dovuto smettere di mangiare, ostinandosi a credere che della sua scomparsa tanto non sarebbe importato niente e nessuno, no, neanche quei falsi amici dei domatori, nessuno aveva notato il suo comportamento ( a parte Ryo ovviamente nd RA)(si si come no nd p) ed a nessuno era mai venuto in mente che.... No, ci ripensó e si sentí cosí stupida al fatto che solo due giorni prima lei e Jianliang avessero litigato perché lui cercó di capirla e lei, molto diffidente, cercó con tono brusco di evitare la domanda;
E la cosa sarebbe anche riuscita se il giorno prima non avesse litigato con il padre, ma il suo tono non glielo concedeva.
'non sono affari tuoi Henry'
'beh scusa se ho cercato di aiutarti, sembri avvizzita! Tu stai male'
'anche se fosse? Ti ho giá detto che non ti riguarda!'.
No, non poteva certo dire che proprio nessuno lo avesse notato, perché lui sí e questo la mise ancora piú in difficoltá, ma chi mai avrebbe potuto ricambiare ad una ragazza sempre cupa vestita di gotico il cui unico sorriso l'abbia rivolto al suo digimon e non ridesse mai? Non Jianliang Lee, non Henry Wong, tanto serio quanto divertente, non se in gruppo aveva conosciuto ragazze come Juri (che sta attaccata a Takato nd RA), sempre solare e sorridente e Ruki (che é in ospedale appiccicata a Ryou nd RA) che, con il suo temperamento da mezzo maschiaccio risultava divertente.
'Ma chi voglio prendere in giro?' le sue lacrime cominciarono a scendere numerose e dei singhiozzi cominciarono a farsi sentire, una vita sprecata.
perché nessuno avrebbe sentito la sua mancanza, ed era ora di farla finita, una volta e per sempre.
Non voleva aspettare tanto, e proprio quando si alzó una voce familiare le arrivó alle spalle facendola sussultare, forse per lo spavento, forse perché era la SUA voce.
Henry:« Alice? Sei tu?»
Alice si giró, tanto non avrebbe potuto capire che stava piangendo, ma era in errore, i suo occhi la tradivano
Henry:« Ali, stai piangendo?»
Alice:« No, é la pioggia»
Henry la guardó male, e con la sua fredda aria logica (che tanto piaceva ad Alice) disse:« Chi sta sotto la pioggia tendenzialmente tiene gli occhi chiusi, é difficile che la pioggia ti abbia inumididito gli occhi». In quel momento lo odiava, come poteva essere tanto freddo anche in quelle circostanze? Gli faceva davvero cosí schifo? Ma ogni suo dubbio fu spazzato via quando il viso di lui divenne piú sereno, tentando un sorriso rassicurante, fece il giro della panchina e la coprí sotto il suo ombrello gigante.
Henry:« Senti Alice, non so cosa tu abbia, dimmi solo cosa devo fare per aiutarti, e non dire che ti devo lasciare sola perché non funziona e puoi tranquillamente chiedere a Ruki, stare soli é uguale ad essere vulnerabili, cosa vuoi che faccia?».
Nessuna risposta arrivó da lei, era troppo educata per chiedere...
Henry:« Andiamo a casa mia, ok? Non puoi stare qui con quel ombrello made in Europa». Alice sbuffó divertita, poi si accorse come fosse possibile che Henry le avesse letto il pensiero.
Henry:« Ali?»
Alice:« Ok... Non saró di disturbo?». Decise di voler avere una conferma ai suoi pensieri, ma non ebbe conferme, solo confutazioni.
Henry:« No tranquilla, la mia famiglia é dai miei nonni, meno io che devo badare a Susie che sta male, stavo giusto andando a portarle la medicina, allora andiamo?»
Alice:« C'erto ma... Henry, sicuro che io... insomma...»
Henry:« Nessun disturbo, e poi non posso lasciare una ragazza sola al freddo ed alla pioggia» disse battendo la mano libera al petto che si era gonfiato (teneva ombrello e medicine con una mano):« Orgoglio maschile»
Alice (arrossendo):« Sí ma...»
Henry:« Non ti preoccupare per quello che é successo ieri».
E come un fulmine a ciel sereno Alice si bloccó, ma prima di qualsiasi sua azione Henry le mise la mano libera sulla spalla specularmente opposta:« Non devi sentirti in colpa, un momento di debolezza capita a chiunque, e ora andiamo a casa che mia sorella si starà rodendo il fegato, tu sei inzuppata per benino ed io mi sorbirò la per l'appunto ira di mia sorella?»
Alice sorrise lievemente prima di accennare con la testa:« Andiamo».
Tutto il viaggio fu silenzioso. Henry ogni tanto la guardava con la coda dell'occhio mentre lei pensava a come velocemente si stavano evolvendo le cose, da quasi suicida al camminare con lui, e di come lui le avesse letto il pensiero per la seconda volta.
Arrivati all'uscio di casa, Alice prese la busta con la medicina e l'ombrello per dare a Henry piú spazio per prendere le chiavi ed aprire la porta.
Una volta entrati nella vera casa (Henry vive in un condominio)
Henry:« Aspetta qui, vado a dare queste a mia sorella».
Meno di venti secondi dopo tornó dicendo:« Sta dormendo come un angelo»
Alice:« E ora?»
Henry:« Tanto per cominciare dovrei avere dei vestiti "leggermente" più asciutti» Alice sorrise divertita, non che fosse una strabiliante battutona da oscar, ma il solo fatto che a dirla fosse stato Henry stesso che cercava di ridarle del buon umore la rendeva decisamente la battuta più bella di tutto il mondo.
Dopo essersi cambiata con i vestiti di Jianliang uscì dal bagno e Henry trattenne un risolino e disse, allo sguardo omicida di Alice:« Eddai scusa, erano i vestiti più gotici che avessi, scusa scusa scusa»
Alice:« E questo ti sembra lontanamente gotico? Sembro una giocogliera, ma non posso certo lamentarmi» disse rassegnata:« Grazie»
Henry:« Prego, e poi non stai male vestita da ragazza comune».
In fondo Alice aveva solo dei pantaloncini rossi che le coprivano dalla vita alle ginocchia ed una maglietta blu opaco con una scritta in blu brillante (per mettere un incredibile risalto e renderlo proprio leggibile, e ci sono veramente magliette del genere in giro nd RA) le cui parole formavano ciò che Alice amava vestire: " Gothic".
Lei si sedde sul divano, mentre lui le portava un vassoio con un bicchiere di latte e delle fette biscottate (c***o che lusso nd RA).
Alice:« Henry.... Grazie ma non ce n'era bisogno davvero, non ho molta fame»
Henry la guardò severo:« Lo avevo intuito, se ti abitui a non mangiare é ovvio poi che non hai più fame, Alice, ti rendi conto che ciò che stai passando si chiama:"anoressia"?»
Alice:« Sí lo so ma....»
Henry:« Alice, devi mangiare; Ogni pasto che salti é un problema in piú che si aggiunge»
Alice stette un attimo in silenzio, lui si stava preoccupando per lei? Perché? La sola paura di aver sbagliato giudizi sui suoi amici e su lui la fece agire nel modo corretto, cominciò a mangiare e bere, perché se aveva sbagliato giudizio vuol dire che li aveva delusi, traditi, non aveva dato loro abbastanza fiducia, e non poteva sopportare di deludere ancora qualcuno, soprattutto se quel qualcuno era lui e, boccone dopo boccone riuscì, a fatica, a finire tutto.
Henry la guardava mangiare in religioso silenzio.
Una volta che lei ebbe finito chiese:« Senti Alice: Non importa se non vuoi parlarne con me, riconosco effettivamente che non ci siamo mai parlati molto, ma... Almeno parlane con qualcuno».
Alice scosse la testa sorridendo malinconicamente:« Avevo un amico a quattro zampe con cui parlare, a parte lui non ho mai avuto nessuno»
Henry:« Mi dispiace se non sono stato un buon amico, ma posso esserlo adesso, se vuoi»
Alice:« No Henry, tu sei stato l'unico ad accorgersi del mio cambiamento»
Henry:« Sicura?»
Alice lo guardò in attesa che lui argomentasse, ed il continuo di quella frase non tardò ad arrivare:« Tutti se ne sono accorti, perfino Takato, anche Susie mi disse che eri diventata strana».
Alice sgranò gli occhi, era stato davvero tanto ceca?
Il suo viso si rattristò:« Mi dispiace».
Henry le mise una mano sulla spalla opposta a lui per abbracciarla:« Cos'é successo?»
Alice:« Ricordi quando ieri ti ho risposto male? Il motivo é... Beh il giorno prima avevo litigato con mio padre per via delle sue assenze, già da tempo prima stavo male di mio, comunque, litigai con lui per le sue lunghe assenze. Lui mi rispose male quando gli chiesi per l'ennesima volta se restasse per il fine-settimana. Inoltre lui tra poco si risposa, ed io che già ero in secondo piano rispetto a tutto, ora vengo trascurata nella maniera più totale ed assoluta. Da un pò di tempo mi circola in mente l'idea di essere un ospite indesiderato, e lui mi diede la conferma» cominciò a piangere:« Mi disse:"ma perché non muori? Libera il mondo dalla tua ripugnante presenza"»
Henry (brusco):« Basta!!!» la strinse più forte che poteva:« Sai che non é così, sai benissimo che su di noi puoi e potrai sempre contare, é solo che...» si calma:« Stavi sempre in disparte, facevi di tutto per non attirare l'attenzione e nessuno di noi era sicuro di conoscerti tanto da poterti chiedere qualcosa sui tuoi eventuali problemi, ma ieri sembravi messa ancora peggio e la situazione era diventata insostenibile, non ce la facevamo più a vederti in quella situazione, e così ho provato un azzardo». Guardò Alice, aveva smesso di piangere quasi subito dopo che Henry aveva alzato la voce.
Lui a malincuore sciolse l'abbraccio ed accarezzò quasi ipnotizzato la guancia della ragazza:« Ora però voglio vederti sorridere»
Alice scosse leggermente la testa sorridendo:« Non credo di essere dell'umore giusto, ma grazie per quello che hai fatto, ora la pioggia é finita, sarà meglio che vada a casa»
Henry:« No signorina, ho faticato tanto per vederti sorridere e tu non ti muoverai da quì finché non mi farai un bel sorriso»
Alice:« Henry dai» disse alzandosi, ma lui le afferrò un braccio, con delicatezza, e la rimise a sedere:« Allora non ci siamo capiti, eh?» cominciò a farle il solletico.
Alice sobbalzò e, agitandosi come una pazza, finì sdraiata sul divano mentre la tortura continuava, Henry nel frattempo le si era seduto affianco
Alice:« Ahahahaha, bahahahastahahah dai HENRYYYYYYYY».
Il ragazzo smise e guardò, sorridendo sornione, la ragazza che, ancora in preda alle risate, si stava riprendendo.
Henry:« Ecco vedi? Così ti voglio»
Alice:« Non vale, sei scorretto»
Henry:« Oohh dear!»disse con tono melodrammatico:« Sono stato un bad child». Alice ridacchiò:« Mi lasci andare ora, vero?»disse portandosi le mani avanti e chiudendosi leggermante a guscio:« Vero?».
Jianliang sorrise malefico, ma poi il suo sguardo si addolcì:« Solo se mi prometti che mangerai di più». Alice gli sorrise di rimando sedendosi di fianco a lui:« Te lo prometto». Lo abbracciò:« Grazie Jian». Lui le diede piccoli colpetti sulla spalla sinistra, lei gli diede un colpetto:« Sarà meglio andare a casa»
Henry:« No aspetta, é buio, ti accompagno; Non sia mai che ti succeda qualcosa o che ti vengano in mente starni pensieri, e nell'ultimo caso non esitare a chiamarmi, dovessero anche essere le quattro di mattino, ok?».
Alice sorrise imbarazzata:« Grazie» rispose flebilmente guardando verso il basso.
Lui le punzecchiò un fianco facendola leggermente contorcere:« Non ho sentito bene, siamo d'accordo?»
Alice:« Sì sì, siamo d'accordo»
Henry:« Quindi cosa devi fare se ti vengono in mente strani pensieri?»
Alice:« Devo chiamarti»
Henry:« E se fossero le quattro di mattina?»
Alice:« Non devo farmene un problema» (sempre con cantilena)
Henry:« Bene, ora sei libera di andare».
Dopo che i due si trovarono sull'uscio di casa McCoy, i due si salutarono con un abbraccio
Alice:« Grazie per quello che hai fatto oggi Jian, per tutto»
Henry:« Alice, tu per me...»
Alice:« Si?»
Henry:« Tu non sei inutile, e col tempo lo capirai, ma... E "Jian" come ti é venuto in mente?»
Alice:« Io lo trovo carino, ma se non ti piace, ma... I tuoi vestiti?»
Henry:« Il diminutivo mi piace, e per i vestiti non ti preoccupare, me li darai un altro giorno, così ti ridò i tuoi, ok? E' un piacere fare affari con lei»
Alice emise un risolino scuotendo la testa in quell'espressione mimica-facciale che possiamo riconoscere come un "ma che babbeo":« Grazie Jian». Gli diede un bacio sulla guancia e rientrò in casa, in fondo anche se non si era sentita dire ciò che sperava, Jianliang le aveva detto che lei non era inutile, che la sua presenza lo rendeva felice, e questa era la cosa più appagante del mondo per lei; Non aveva mai passato un giorno più bello di quello, per ora....
Jianliang era sulla strada di ritorno:'scusa Alice, un giorno troverò il coraggio di dirtelo, te lo prometto'

Ok, questo non é tutto, malgrado avessi saputo come finirla in bellezza con una dichiarazione, mi é balenata in testa l'idea di un'altra ff Jianliang/Alice. Quindi da RikaAkiyama, per ora, é tutto






 
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