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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Fumetti e Cartoni non giapponesi
Dalla Serie: Tartarughe Ninja (Teenage Mutant Ninja Turtles)
Titolo Fanfic: NINJA E MAGIA
Genere: Romantico, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Avviso: AU
Autore: 4turtlelove galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 04/07/2014 12:34:30 (ultimo inserimento: 21/08/14)

La magia non è un gioco, e a Hogwarts Leonardo,Raphael,Donatello e Michelangelo, se ne accrogeranno molto presto.
 
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MAGIE
- Capitolo 1° -

Leo era seduto sul divano.
Stava a gambe incrociate con un gomito appoggiato sul ginocchio e la mano che sorreggeva il mento.
Era in quella posizione da più di un ora e si stava realmente annoiando.
Sbuffò vedendo Mickey che gli passava davanti saltando e facendo mosse di ninjizu , fingendosi un eroe ninja (Anche se poi non era molto diverso dalla realtà)…lui non si stava certo annoiando.
-Non mi avrai mai vivo- urlò lanciando un calcio all’aria e tirando una gomitata al vuoto –Dovrai passare sul mio cadavere per far del male alla mia famiglia lurido, sporco…-
-Mickey- lo rimproverò Leo sapendo come avrebbe continuato.
Il piccolo si stoppò ma il suo gioco continuò.
-Mangia la polvere- e saltò su una trave della tana, riscese e rimbalzò sul divano facendo una capriola per aria, riatterrando in piedi e estraendo i nunchacu.
Li fece roteare e ferrò un colpo a un vaso che cadde a terra.
-Non fai più tanto il duro adesso eh?- chiese con un ghigno.
Leo era ormai abituato ai giochi Leo era seduto sul divano.
del fratellino e non batté ciglio quando il vaso si ruppe in mille pezzi.
Ci avrebbe pensato il maestro più tardi a rimproverarlo.
E invece no.
Sbuffò.
Sarebbe finita come sempre.
Gli occhi dolci di Mickey gli avrebbero fatto saltare la punizione.
-Michelangelo- esclamò l’arancione con una mano davanti alla bocca per camuffare il suono –Io sono tuo padre-
Leo si schiaffò una mano in faccia ma non disse niente.
Non sapeva se ridere o piangere…
-Vieni con me dal lato oscuro della forza-
Michelangelo prese uno dei sai del fratello rosso che aveva distrattamente appoggiato sul tavolino del salotto e lo ficcò nel vuoto.
-Mai – urlò l’arancione –Sono cresciuto sapendo cos’è la lealtà e l’onore… tu non puoi sapere cosa vogliono dire queste parole…-
Poi si girò verso Leo e si inchinò –TAN TAAAAAN!-
Il maggiore lo guardò scioccato.
-Ehi non sento gli applausi- esclamò fintamente indignato il sedicenne.
-Forse perché hai fatto pena- esclamò una voce profonda e ghignante proveniente dal piano superiore.
I due alzarono lo sguardo.
Raphael.
-Ma se sono stato stupefacente?!- esclamò di rimando l’altro allargando le braccia mentre il rosso saltava giù dalle scale.
Si trovava ad alcuni metri di distanza dai due ma allungò la mano verso Mickey come per riprendere il suo sai.
Immediatamente sia il sai tra le mani dell’arancione, si quello rimasto sul tavolo gli volarono in mano.
Leo spalancò gli occhi.
-Raph- esclamò esasperato alzandosi dal divano e dirigendosi verso di lui –Splinter non vuole che usiamo la magia…soprattutto quando non c’è lui!-
Il fratello fece roteare un paio di volte i sai, poi se li infilò nella cintura con un gesto secco.
-Mickey glielo spieghi tu o glielo spiego io?- chiese ghignando.
Il fratellino fece un salto e atterrò sul divano spostandolo di pochi centimetri.
-Vedi Leo- spiegò ridendo –Quando il gatto non c’è i topi ballano…anche se non è esattamente corretto…insomma è Splinter il topo noi siamo delle tartarughe, quindi sarebbe più corretto dire che quando il topo non c’è le tartarughe ballano, ma noi non balliamo esattamente…-
-Il concetto è che se Splinter non è qui- spiegò Raph sbuffando –Non vedo come faccia a sapere che usiamo la magia-
-Lui si fida di noi- ribatté Leo, portandosi le mani ai fianchi.
Raph alzò gli occhi al cielo.
Aveva sempre pensato, che nonostante avessero tutti la stessa età i loro comportamenti fossero estremamente diversi.
Leo era, come lo chiamava lui, il guasta feste.
-Non stiamo uccidendo nessuno-
-Ma lui ci aveva detto di non farlo…-
-Bla, bla, bla…il soprannome Splinter Jr. te lo sei proprio meritato!-
Leo fece un gesto con la mano, come per dire che era inutile e andò a sedersi vicino a Mickey, che con uno schiocco di dita fece accendere la televisione.
-E comunque non dovresti lasciarli in giro, quei due spiedini- lo rimproverò il maggiore con uno sguardo duro.
Se solo i suoi fratelli fossero stati la metà ordinati di come lo era lui, la loro casa sarebbe stata il doppio in ordine di come era in quel momento.
Raph fece spallucce ignorando come il fratello aveva chiamato i suoi adorati sai.
Si lasciò cadere a fianco dell’azzurrò cercando di occupare più posto possibile per farlo stare stretto.
Leo non disse nulla, ma lo guardò male.
Sapeva che se avessero attaccato briga, avrebbe fatto solo un piacere al rosso.
-Dov’è Don?- chiese nervosamente.
Mickey alzò le spalle –Nel suo laboratorio, come sempre in questo ultimo mese…-
-Chissà cosa ci trova di tanto interessante in quel posto- esclamò ironicamente Raph.
-Avrà scoperto qualcosa- ribatté l’arancione –Ce lo dirà…non può fare a meno di vantarsi ogni volta-
-Grazie Mickey sono felice che la pensi così- la voce di Don risuonò divertita, dietro di loro.
Fece un salto e superando lo schienale si sistemò accanto al fratello appena citato.
-Prego bro!Allora ce lo dirai mai?- chiese quest’ultimo staccando per un attimo gli occhi dalla TV.
-Cosa?-
-Cosa stai combinando nel tuo laboratorio…- spiegò l’arancione.
Il sorriso del viola si cancellò immediatamente dalle sue labbra e la tartaruga guardò in basso.
Mickey se ne accorse –Se non vuoi…-
-Non ora- lo fermò lui –Ve lo dirò quando ne sarò sicuro-
Per tutta la serata regnò il silenzio, interrotto solo dagli stramazzi della televisione e da qualche commento di Mickey sulla scarsità di programmi decenti in TV il sabato sera.

Splinter era partito qualche giorno prima dal porto di New York.
Ora era finalmente (dopo qualche ora passata nascosto in un camion) arrivato a Londra.
Si tirò su il cappuccio del kimono e camminò svelto in mezzo agli sguardi incuriositi dei londinesi.
Sembrava leggermente nervoso.
Finalmente avvistò una cabina telefonica e vi entrò.
Era una di quelle cabine rosse, tanto tipiche di Londra.
Solo che fuori c’era un grosso cartello con scritto “Guasto”.
Ma il topo, dopo essersi tolto il cappuccio iniziò ugualmente a digitare il numero.
62442.
Una voce uscì dalla cornetta, così meccanica che avrebbe potuto essere benissimo una registrazione.
-Benvenuti al Ministero della Magia. Per favore dichiarare il vostro nome e il motivo della vostra visita-
Splinter esitò per un attimo poi esclamò –Splinter Hamato.Ho un appuntamento con il Ministro della Magia-
-Grazie- disse la fredda voce femminile –Il visitatore è pregato di raccogliere la targhetta e assicurarsela al vestito-
Splinter raccolse la targhetta, che era comparsa nel buco da cui solitamente usciva il resto e se la fissò al kimono.
-Il Ministero della Magia vi augura buona giornata-
E la cabina iniziò a essere inghiottita dal cemento.
Splinter conosceva ormai troppo bene il percorso da fare per arrivare al ufficio del Ministro della Magia, quindi quando un paio di uomini dagli sguardi sospettosi e vestiti con lunghe tuniche viola gli chiesero se avesse bisogno di aiuto, li ignorò completamente.
Un po’ per il nervosismo e un po’ perché non si era mai fidato di quelli come loro.
E allora perché stava andando dal loro Ministro?
Semplice, aveva bisogno del suo aiuto.
Aveva sempre tentato di tenere i suoi quattro figli lontani dalla loro gente, nonostante lui stesso avesse cercato di aiutarli a controllare la loro magia e ad insegnargli aneddoti e pozioni.
Ma alla fine non ce l’aveva fatta, forse anche per il fatto che aveva sempre messo al primo posto gli insegnamenti ninja.
I suoi figli necessitavano di un insegnamento più approfondito.
-Buongiorno signor Hamato-
Un ragazzo dai capelli d’orati lo salutò cordialmente.
Splinter si riprese dal suo stato di trans e si accorse che era davanti alla scrivania del segretario del Ministro.
-Buongiorno - salutò distrattamente.
Il ragazzo sorrise e alzò la cornetta dichiarando la presenza del topo.
-Il Ministro è pronto a riceverla- esclamò in fine aprendogli la porta.
Splinter annuì ed entrò sorridendo al ragazzo.
L’ufficio era ampio e luminoso.
Sulla destra c’era una specie di piccolo salottino con due divani e un tavolino di mogano.
A sinistra una tavola lunga con un vaso di fiori al centro.
Ed esattamente davanti a lui c’era il Ministro seduto sulla sua sedia dietro l’elegante scrivania.
-Buongiorno Splinter-
-Buongiorno Ragnor-
-Siediti-
-Non intendo restare qui a lungo-
L’uomo si rilassò sulla sedia e lo guardò, intrecciando le mani davanti alla bocca.
-Quindi ti sei deciso alla fine…dopo sei anni dalle mie diverse lettere…-
-Si- annuì Splinter –Ammetto che avevi ragione, la loro magia è fuori dalla mia portata…non posso controllarla…e ora stanno diventando più potenti-
Ragnor ghignò –Quindi tu sei venuto qui per…-
-Esattamente- lo interruppe l’Hamato –Sono qui per iscriverli a Hogwarts…-
Pronunciò quelle parole come se lo ferissero, mentre un ghigno si fissò sul viso di Ragnor.
-Bene, chiederò a Jake di farti smaterializzare direttamente a casa tua, ti ringrazio Splinter-
Il topo fece per uscire ma Ragnor lo fermò dicendo: -Perché ora?Perchè ti ostinavi tanto a non volerli affidare a Hogwarts?-
Il padre degli Hamato lo guardò e non perse tempo, rispondendo come se fosse ovvio: -Troppa gente lavora a Hogwarts e conosceva…Jared…e purtroppo le sue decisioni, per quanto potessero essere giuste o sbagliate l’hanno portato a farsi odiare…ho paura che loro possano vendicarsi sui miei figli…- e detto questo uscì senza più parlare.

-Dammi quello stupido telecomando- urlò Mickey tendendo il braccio verso il fratello dalla benda rossa, mentre Don cercava di calmarlo.
-Fammici pensare…- esclamò la testa calda picchiettandosi l’oggetto sulle labbra –No-
-Raph dagli il telecomando- lo rimproverò Leo annoiato.
-Ha deciso lui tutta sera, ora tocca a me- esclamò il rosso furioso.
-Non vogliamo passare la serata a guardare le lotte in TV- esclamò Don, fissandolo, non lasciando andare Mickey.
Raph sbuffò –Femminuccia- sussurrò incrociando le braccia e guardando altrove.
-Testa calda- ribatté il viola.
-Avrei un altro milione di nomi da assegnarti- esclamò Raph posando nuovamente gli occhi color miele su di lui.
-Potrei dire altrettanto- lo fissò truce il viola.
Leo sbuffò.
Avrebbero dovuto smetterla di litigare.
Ma era nella natura dei fratelli non sopportarsi no?!
O almeno era nella natura di Mickey saper far saltare i nervi a tutti.
Era nella natura di Raph non sopportare neanche uno degli scherzi del più piccolo degli Hamato.
Ed era nella natura di Don farsi salire il nervoso per delle semplici osservazioni.
Poi c’era Leo.
Che avrebbe voluto evitare ogni contrasto in famiglia, ma che nonostante fosse il leader non riusciva neanche a placare una lite per un telecomando.
Ma bisognava ammettere che anche lui aveva le sue rogne, soprattutto con Raph.
Era sempre il rosso a dare inizio alla battaglia, ma lui non riusciva a trattenersi dal ribattere alle offese.
Anche se tutti sapevano che Raph in realtà lo faceva solo per gelosia e forse un po’ per farsi notare dal unico fratello maggiore che aveva.
“Quando tornerà Splinter?” si chiese speranzoso.
Solo suo padre infatti riusciva a fermare lui e i suoi fratelli nel bel mezzo di una lite.
Proprio mentre faceva questi pensieri si sentì un “clop”.
E una figura incappucciata apparse in mezzo alla sala.
Tutti e quattro i mutanti si fermarono per guardarla.
Ormai era una figura troppo conosciuta ai loro occhi.
-Maestro Splinter- quasi urlò Leo alzandosi in piedi e facendo un inchino, seguito dagli altri tre –Siamo felici di rivederti, speriamo che il viaggio sia stato di tuo gradimento-
Il vecchio topo si tolse il cappuccio e sorrise.
Ma non era il suo solito sorriso, aveva un che di malinconico e abbattuto.
-Padre c’è qualcosa che non va?- chiese subito Mickey accorgendosene.
-Non esattamente Michelangelo- sussurrò Splinter –Ma devo dirvi una cosa molto importante, che potrebbe cambiare la vostra e la mia vita, vi prego inginocchiatevi e vi prego di non interrompermi…avrete tutto il tempo di arrabbiarvi a racconto finito-
I quattro obbedirono mentre Splinter si accomodava sulla sua poltrona.

-Una scuola di magia?- urlò Raph confuso –Perché diavolo vuoi mandarci a Hogwarts?-
-Raphael- spiegò calmo suo padre –I vostri poteri stanno aumentando in modo molto violento, non riuscite a controllarli, dovete imparare a usarli e non solo per giocherellare come vostro solito -
-Ma noi li sappiamo controllare- si lamentò Mickey sottovoce.
Splinter gli prese il mento tra le dita e sussurrò: -Ci sono cose che non si possono controllare, neanche a volerlo-
-Padre- intervenne Leo –Quanto tempo dovremo stare via?-
Il sensei sorrise tristemente e sussurrò: -Tutto l’anno, ma potrete tornare a casa le vacanze di Natale e quelle estive-
-Ma ci hai detto che gli studenti di Hogwarts iniziano la scuola a dieci anni…noi ne abbiamo sedici- fece notare con amarezza Don.
Aveva sempre preferito l’ingegneria e la meccanica alla magia che gli scorreva nelle vene, gli sembravano di gran lunga più facili.
-Il segretario del Ministro mi ha spiegato che vi inserirà nella quinta classe in modo che possiate affrontare i G.U.F.O e passare alle classi successive, ma dovrete impegnarvi molto. In oltre… - si girò verso la sua borsa e tirò fuori quattro fiaschette –Ogni 24 ore dovrete bere questa pozione, almeno un sorso, ma non troppa. Non preoccupatevi per i rifornimenti hanno già parlato con il professor Tredit, il professore di pozioni e vi rifornirà ogni volta che ne avrete bisogno-
-A cosa servono?- chiese curioso Mickey prendendo la sua.
-Lo scoprirete domani, al binario 9 e tre quarti- sospirò il maestro.
-Partiamo domani?- lo interruppe sbalordito Leo.
-Esatto- annuì Splinter –Vi ho già preso i libri e le divise di quest’anno e mi hanno promesso che daranno una civetta ad ognuno di voi appena arrivati a Hogwarts-
-Sembrano molto ansiosi di incorporarci alla loro scuola- sussurrò Leo pensoso.
-Leonardo- cominciò calmo Splinter –Il Ministero ha sempre voluto essere a capo di tutto, se qualcosa sfugge al loro controllo tende a eliminare il problema…se voi frequentate Hogwarts siete sotto il loro controllo, e loro sono soddisfatti- e detto questo passò una bacchetta ad ognuno di loro –Sono le vostre bacchette…ve le tengo da quando eravate piccoli…sono le vostre personali e nessun altro dovrà usarle-
I quattro si guardarono.
Poi si alzarono in piedi silenziosamente e si inchinarono.
-Grazie padre- pronunciò tremante Leo –Ora è meglio che andiamo a fare le valigie-
-Mettete dentro molti vestiti- gli consigliò lui strizzando l’occhio –Vi serviranno-
I quattro si guardarono.
Loro non avevano bisogno di vestiti ma ubbidirono.

Angolo autrice:
Ehiiiiiii!!!!!!!Scusate se non sono stata presente in questo periodo e non ho aggiornato l'altra storia, ma mi era venuta questa nuova idea e spero vi piaccia ^.^ grazie a chi segue e buona lettura!
 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
Rif.Capitolo: 4
zoey-hamato - Voto:
02/11/14 21:00
Ciao!!!! Mi presento sono Zoey, trovo questa storia molto bella, insomma TMNT e Harry Potter, il mio sogno!
Solo una cosa… Fa mettere insieme Mikey (si scrive così come lo scrivi tu è topolino) e Bianca e ti squarto!
Mikey è mio!!! Ehm… Scusa. ^^"
Baci baci
;*
Zoey
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