NEL SUO LETTO, SENZA PRETESE
- Capitolo 1° -
Sasuke si vestì in fretta, senza curarsi di non far rumore per evitare di svegliare la ragazza addormentata.
Era successo ancora, come sempre. Karin si era messa a sua disposizione, e lui ne aveva fatto ciò che voleva.
Da quando avevano formato il team taka, lui la prendeva a suo piacimento, in qualunque momento desiderasse.
Lei ne era felice, il suo unico desiderio era quello di stare con Sasuke, di essergli utile: come arma, come compagna, come sensitiva. Persino per allietare le sue notti. Non aveva ambizioni o pretese, lo scopo della sua esistenza girava intorno a lui. Sarebbe stato così per sempre.
Si fermò a guardarla per un attimo.
Le coperte erano attorcigliate intorno al suo corpo nudo ed esile. Dormiva. L’espressione era serena.
Come si poteva essere felice per una cosa del genere? Come si poteva cadere più in basso di così? Davvero il compiacerlo le dava così tanta gioia?
Pensare che poco tempo prima l’aveva ferita a morte, senza pietà, senza rimorso.
C’erano troppe persone che lo amavano, troppe persone stupide!
Eppure nell’osservare l’immagine di quella donna che si faceva usare così di buon grado da lui, Sasuke provò pena.
Pena per quelli che erano stati i suoi compagni a Konoha, pena per quella stupida Sakura, che a distanza di anni ancora sosteneva di amarlo, pena per quel maestro che non aveva mai ascoltato, pena per quel fratello che aveva sacrificato tutto per lui, pena per quell’idiota di Naruto, che non la smetteva di considerarlo il suo migliore amico, e pena anche per quella ragazza che si era annullata completamente pur di essere sua.
Alzò gli occhi al cielo sospirando.
Il loro era tempo sprecato, lui era Sasuke Uchiha!
Cosa voleva dire essere Sasuke Uchiha?
Voleva dire che lui non aveva bisogno di nessuno. Le sue scelte, le sue decisioni, quello che era, dipendevano solo ed esclusivamente da lui.
Alle persone che lo amavano, poteva dare solo sofferenza. Per questo era solo. Sasuke non dava nulla, per poi ricevere qualcosa in cambio.
Nessuno era riuscito a capirlo, nessuno se non Karin. Ed anche adesso era lì, senza pretese, pur sapendo che se fosse stato necessario, lui non avrebbe esitato ad ucciderla. Era giusto amare qualcuno fino a quel punto?
Per un attimo tutte le certezze di Sasuke vennero messe a dura prova. Poteva continuare a vivere ignorando le persone che aveva intorno e concentrandosi solo su se stesso e la sua vendetta? Sempre in quell’attimo, il freddo cuore dell’Uchiha batté, una sola volta, sorda, come per volergli ricordare che c’era ancora. Così la convinzione lasciò spazio al pentimento, il ragazzo si pentì per il dolore che stava causando alle persone che lo amavano.
Karin aprì gli occhi e lo vide nella penombra, mentre la osservava pensieroso.
Lui le si avvicinò, tornando per la seconda volta in quel letto. Con la mano le sfiorò delicatamente i seni, accarezzando quella pelle perfetta.
Poi, improvvisamente le chiese: “Perché sei ancora qui?”
Lei sgranò gli occhi, colta alla sprovvista da quella domanda. Sasuke non le rivolgeva spesso la parola, se non per darle istruzioni o ordini. Era serio, avido di conoscere la risposta.
Perché era ancora al suo fianco nonostante tutto? La rossa fece un respiro profondo.
“Come l’uomo non sa rinunciare alla sete di vendetta, così la donna rimane fedele a oltranza al proprio amore”.
L’Uchiha sorrise impercettibilmente. Forse era più simile a lui di quanto immaginasse.
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