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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Film, Telefilm, Teatro
Dalla Serie: Supernatural
Titolo Fanfic: SOUL FLY
Genere: Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: pandistelle galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 08/06/2014 12:26:23

Vale a dire che l'amicizia che ci lega non è certo frutto di una manipolazione da parte degli angeli.
 
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SOUL FLY
- Capitolo 1° -

Atterro con grazia nel parcheggio del motel.
Ripiego le ali dietro la schiena nascondendole sotto un lungo impermeabile marrone che porto sempre con me.
La prudenza non è mai troppa.
Nonostante sia notte fonda qualcuno potrebbe vedermi e fare chissà cosa.
Ho rischiato di essere linciata già una volta. Non mi va di ripetere l'esperienza.
Vado verso una delle stanze del motel che si trova al piano terra.
Lentamente sollevo la finestra ed entro.
Il rumore della televisione accesa mi accoglie.
Stanno trasmettendo un noioso documentario sulla vita dei leoni della savana.
Dean è sdraiato sul divano.
Una bottiglia di birra quasi vuota nella mano destra.
Mentre sul tavolino davanti alla tv ci sono degli avanzi di quello che in origine era un doppio cheeseburger.
Arriccio il naso disgustata.
Sono vegetariana da quando avevo sedici anni.
La sola idea di mettere in bocca delle povere mucche e maiali macellati mi ripugna.
Ancor più se a finire in padella sono gli uccelli.
Ho sempre avuto una particolare simpatia per i volatili.
Se non addirittura una specie di empatia.
Quando volo insieme a loro nel cielo o tra le nuvole mi sento libera e felice.
Una sensazione difficile da poter descrivere a parole.
Preferirei morire io stessa, piuttosto che uccidere e mangiare un animale.

Una volta dentro la stanza chiudo piano la finestra.
Nel fare questo urto qualcosa alla mia destra.
Subito avverto il rumore famigliare di una pistola che viene caricata.
Mi volto.
Attraverso le lenti gialle dei miei occhiali da aviatore vedo Sam sulla soglia della porta che conduce alla cucina.
Con in mano una pistola che usa per tenermi sotto tiro.
Sorrido.
Porto il dito indice alle labbra e con un cenno del capo gli indico Dean che continua a dormire.

- Shhhh!

Sam tira un sospiro di sollievo.
Le sue spalle si alzano e abbassano rapidamente.
Abbassa la pistola rivolgendomi un sorriso tra il divertito e l'infastidito.
Potevo benissimo passare dalla porta come fanno i normali esseri umani.
Ma si da il caso, che io non sia esattamente un essere umano come tutti gli altri.
Quindi ho scelto la via più breve.

Sam va in cucina e io decido di seguirlo.
Mi tolgo gli occhiali da aviatore facendoli passare dalla testa seguiti a ruota dall' impermeabile.
Prima di raggiungere Sam, mi avvicino a Dean.
Delicatamente gli sfilo dalla mano la bottiglia di birra e la appoggio sul tavolino davanti alla TV.
Poi afferro una vecchia coperta ai piedi del divano e una volta aperta la getto addosso a Dean coprendolo.
Lui mormora qualcosa nel sonno ma per fortuna non si sveglia.

Vado da Sam in cucina.
Lo vedo davanti ai fornelli intento ad armeggiare con un bollitore.
Mi siedo su uno degli sgabelli posto davanti al bancone di quel minuscolo buco che sarebbe la cucina.
Dalla mia posizione riesco a vedere Dean che continua a dormire.
Quella di oggi è stata una giornata molto dura per lui.

- Gli stiamo dando troppi dispiaceri. Non è giusto, non se lo merita.

Prima Sam che uccide Lilith e libera Lucifero dando inizio all'Apocalisse.
Bobby che si pugnala dopo essere stato posseduto da Meg e ora è bloccato in un letto di ospedale.
Infine come se non bastasse ci si è messo pure Zachariah con i suoi tirapiedi.
Ha provato a convincere Dean ad essere il tramite di Michele.
Perchè così era scritto e perchè l'arcangelo era l'unico a poter sconfiggere Lucifero e rispedirlo all'inferno.
Dean si è rifiutato.
A quel punto Zachariah si è accanito prima su Sam, poi su di me e anche su Dean.
Se non fosse stato per Castiel quel bastardo ci avrebbe ucciso tra le più atroci sofferenze.
Alla faccia della bontà angelica!

- Anche io vorrei che si confidasse con me e mi dicesse cosa lo tormenta. Ma sai come è fatto, non dirà nulla.

Sospiro.

Continuo a girare il mio tè con il cucchiaino.
Osservo le increspature che si formano sulla superficie della tazza.
Mi trovavo a Sacramento in California e stavo seguendo un caso con mia madre.
Ad un certo punto un uomo è sbucato fuori dal nulla, mi ha toccato una spalla e mi sono ritrovata in un altro posto.
C'era un motivo per cui Zachariah mi ha voluto in quella stanza con Dean e Sam.
Voleva che sapessi la verità. Ogni singolo dettaglio.
Io non ero del tutto umana. Una parte di sangue angelico scorreva nelle mie vene.
Ero un'ibrido.
Mio padre è servito da contenitore all'angelo che ha preso possesso del suo corpo.
Ecco il perchè delle mie ali e di altri "bonus".
Come la mia forza oppure le mie ferite che guarivano più velocemente rispetto a un essere umano normale.

C'era un motivo per cui ero venuta al mondo.
Faceva tutto parte di una sorta di "piano A" che risaliva alla prima sconfitta di Lucifero da parte di Michele.
Il mio sangue e quello di Sam erano qualcosa di straordinario.
Uniti insieme avrebbero dato vita a un essere straordinario.
Forse ancora più potente di Michele e Lucifero. Un ibrido con i poteri di un angelo e di un demone.
Un mostro.
Questo naturalmente sarebbe accaduto se solo io e Sam ci fossimo "accoppiati", per dirlo alla maniera di Zachariah.

Inoltre io Sam e Dean non siamo diventati amici per puro caso.
Faceva tutto parte del piano.
Erano stati gli angeli a fare in modo che ciò accadesse.
Ci hanno manovrato come dei burattini.

- Sai, stavo pensando a quello che ci ha detto Zachariah riguardo la nostra amicizia, il nostro sangue e tutto il resto.

Però il loro piano è fallito.
Sia io che Sam ci siamo rifiutati di sottostare a qualcosa di così folle e malsano.
Così Zachariah e i suoi sono passati al piano B.
Ovvero convincere Dean a fare da tramite a Michele.
A causa del suo continuo rifiuto, Zachariah si è accanito prima su di me e poi su Sam.
Con i suoi poteri mi ha letteralmente spezzato le ali e poi ha cercato di strapparmele dalla schiena a forza.
A Sam invece ha rotto le gambe.
Ho sentito dolore.
Qualcosa di assai difficile da descrivere a parole.
Ma non ho urlato e neppure invocato pietà.
Sono riuscita a controllare la mia pirofobia e non ho permesso alla paura e al dolore di piegarmi ancora.

- Tu gli credi Calypso?

Distolgo lo sguardo dalla mia tazza di tè.
Nell'altra stanza Dean comincia a russare sommessamente.
Purtroppo alla domanda di Sam, ora come ora non so cosa rispondere.
Fino ad ora la mia vita non è stata altro che una grossa menzogna.
Mia madre sa qualcosa, ne sono sicura.
Anche mio padre. Ecco perchè se n'è andato.
Forse.

Però su di una cosa sono sicura.
L'amicizia che lega noi tre è reale.
Nessuno " ai piani alti " ha programmato un bel niente.
Forse gli angeli saranno anche bravi a impossessarsi dei corpi altrui.
Ma non possono manipolare i sentimenti e le emozioni degli esseri umani fino a renderli dei gusci vuoti senza volontà.

- No, non gli credo. Perchè siamo noi a decidere delle nostre vite e del nostro destino Sam. Noi e nessun'altro.

Il silenzio accoglie le mie parole.
Afferro la tazza di tè ormai tiepida e ne bevo un lungo sorso.
Ci voleva proprio.
Soprattutto dopo tre ore di volo ininterrotto.
Aveva bisogno di restare un po' da sola per poter riflettere e pensare.
Ecco perchè una volta tornata al motel insieme a Dean e Sam sono uscita di nuovo.

- Che cosa farai adesso?

Sorrido.
Guardo Sam e nei suoi occhi scorgo una grande tristezza unita a sofferenza.
Non riesce a scrollarsi di dosso il senso di colpa per aver ucciso Lilith e liberato Lucifero dalla gabbia.
L'ultima cosa che vorrei è andarmene e lasciare lui e Dean da soli.
Però non ho altra scelta.
Devo parlare con mia madre, Ellen e Jo.
Loro sono le uniche persone in grado di dare una risposta alle mie domande.
Inoltre voglio trovare mio padre.
Conoscere il ruolo che ha avuto in tutta questa storia.
Me lo deve.

- Domani ho appuntamento con mia madre, Ellen e Jo alla Roadhouse. E' in arrivo una bella riunione formato famiglia!

Di fronte al mio velato sarcasmo, Sam sorride.
Sono riuscita a tirarlo un po' su di morale e questo mi rende felice.
Ho provato a fargli capire che lui non ha colpa di quanto è successo.
Nessuno di noi poteva sapere che Lilith era l'ultimo sigillo.
Inoltre se non fosse stato Sam a liberare Lucifero, di sicuro lo avrebbe fatto qualcun altro.
Doveva capitare.

Faccio scivolare la tazza in un angolo del bancone.
Poi allungo le mani e afferro quelle di Sam stringendole forte tra le mie.
Lui dopo un istante di sorpresa ricambia il mio gesto.
Restiamo così per un pò.
Mi fa male sapere Sam così avvilito e logorato dai sensi di colpa.
Non se lo merita.

- Grazie Calypso. Tu sei l'unica persona a credere ancora in me, nonostante tutto quello che è successo.

Sospiro.

Ora sono io quella a sentirsi in colpa.
Non vorrei andare via e lasciare Sam da solo.
Soprattutto ora che il mondo sta andando letteralmente a puttane.
Però non ho altra scelta.
Ho bisogno di risposte e purtroppo solo la mia famiglia può darmele.
Come posso aiutare i miei amici se io per prima non risolvo i miei problemi?

- A che servono gli amici sennò? Io ti voglio bene Sam e su di me potrai sempre contare ricordatelo. Sempre.

Sam mi guarda e io faccio la stessa cosa.
Poi entrambi sorridiamo. Forse abbiamo pensato la stessa cosa.
Vale a dire che l'amicizia che ci lega non è certo frutto di una manipolazione da parte degli angeli.
E' vera, reale.
Proprio come noi.

- Ti va di andare a correre domani?

Non lascio andare le mani di Sam.
Al contrario rinforzo la mia presa.
Io e Sam abbiamo in comune la passione per la vita sana.
Cosa che irrita non poco Dean.
Infatti, non perde occasione per prenderci in giro con battutine sarcastiche e frecciatine.

Ora come ora però non mi interessa.
Lucifero, l'Apocalisse e la fine del mondo.
Voglio dimenticare tutto per un paio d'ore.
Illudermi di essere una ragazza normale che fa jogging per strada senza pensieri o preoccupazioni.
Credo che anche Sam voglia la stessa cosa.
Ecco il perchè del suo invito.

- Si. Mi piacerebbe molto.

La mia risposta viene inghiottita dal silenzio.
Abbasso lo sguardo.
Osservo per un istante le mie mani stringere quelle di Sam.
Una stretta forte ma delicata allo stesso tempo.

Non credo a una sola parola di Zachariah.
L'amicizia non è qualcosa che si può decidere a comando o manipolando le persone.
Sam potrà sempre contare su di me, in qualunque momento.
Perchè gli voglio bene.
E questo nostro legame non potrò mai essere spezzato. Mai.
Tanto meno da un branco di angeli fuori di testa.

 
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