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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Film, Telefilm, Teatro
Dalla Serie: Supernatural
Titolo Fanfic: BROKEN WINGS
Genere: Drammatico, Autobiografico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: pandistelle galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 08/06/2014 12:25:02

Tutti noi abbiamo bisogno delle persone a cui vogliamo bene per poterci rialzare quando cadiamo o sbagliamo.
 
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BROKEN WINGS
- Capitolo 1° -

Affondo la testa nel cuscino reprimendo a fatica un urlo di dolore.
Le mie spalle si contraggono quando l' alcool sfiora la pelle ancora martoriata dalle ustioni.
Dean è convinto che l' alcool aiuti le ferite a cicatrizzarsi più velocemente che con il disinfettante.
Peccato che ogni goccia è come un biglietto di sola andata per l' inferno.
Stringo il lenzuolo tra le dita soffocando l' ennesimo grido contro il cuscino.
Potrei chiedere a Dean di smetterla di torturarmi così.
Ma non lo faccio.
Perché gli voglio bene e so che è molto preoccupato per me.
Io e Dean ci conosciamo da quando eravamo bambini.
Non lo ammetterebbe mai, ma il vedermi così sofferente lo spaventa non poco.
Lui e Sam fanno il possibile per farmi stare meglio.
Curano le mie ferite.
Provano a coinvolgermi nei casi a cui stanno lavorando.
Si siedono ai piedi del letto e non se ne vanno finché non ho finito di mangiare tutto il pranzo o la cena.
Ma questo non è sufficiente.
Le ferite del corpo con il tempo guariscono ma quelle dell'anima restano.
Anche se al tuo fianco ci sono gli amici e la tua famiglia.

- Hey Calypso, stai bene?

Fletto leggermente le mie ali.
O meglio ciò che ne resta.
Una fitta di dolore mi attraversa la schiena strappandomi un singhiozzo doloroso.
Sono nata con queste ali.
Fino a qualche giorno fa erano grandi e belle.
Ricoperte di soffici piume bianche come quelle dei cigni.
Potevo volare.
Una sensazione stupenda difficile da poter descrivere a parole.
Ora invece non sono altro che un ammasso di ossa attaccate alla mia carne.
Crowley le ha bruciate servendosi di un lancia fiamme.
Mi ha colto di sorpresa il bastardo.
Il dolore è stato tremendo.
Al punto da farmi precipitare a terra e perdere i sensi.
Mi sono risvegliata a casa di Bobby.
Quando ho scoperto cosa quel figlio di puttana mi aveva fatto il mondo si è come fermato.

- Fottiti Dean!

Sbircio da sotto il cuscino.
Alla mia risposta sento Dean ridacchiare divertito.
Non volevo essere così sgarbata.
E' il dolore provocato dalle ustioni a farmi parlare in questo modo.
Dean lo sa. Mi conosce bene.
Per questo adora stuzzicarmi. A modo suo vuole tirarmi su di morale.

- Wow, ora si che ti riconosco! Mi hai appena mandato a fanculo! Significa che stai bene.

Il bruciore causato dall'alcol lentamente svanisce.
Qualcosa di incredibilmente fresco va a lenire il dolore della mia pelle martoriata.
La pomata antibiotica.
Entro un paio di settimane le mie ali ritorneranno come prima.
Le ossa al loro interno sono cave come quelle degli uccelli.
Non ci sono nervi o fasci muscolari che si possono danneggiare.
Così mi ha detto mia madre qualche giorno fa, quando è passata a trovarmi.
Ora è impegnata con un caso a Salem nel Oregon e non la rivedrò per chissà quanto tempo.

Mio padre?
Lui se ne è andato quando avevo otto anni e mia madre ha dovuto crescermi da sola.
Non so perchè lo ha fatto e neppure mi interessa.
Su mio padre non posso fare affidamento anche perchè non saprei proprio dove cercarlo.
Per quanto ne so potrebbe anche essere morto.

Sospiro.

Si è vero, le mie ali potranno anche guarire.
Ma come posso dimenticare?
Il calore bruciante del fuoco e il dolore che ho provato.
Ho paura.
Mi basta vedere un accendino acceso o il fuoco di un camino che subito inizio a tremare per lo spavento.
Sam ha detto che soffro di pirofobia la paura del fuoco.
Che è del tutto normale visto quello che passato.
No, che non è normale.
Io sono una cacciatrice di demoni e non dovrei farmi intimorire da stupide fobie.
Ho sempre avuto un carattere forte.
Almeno così credevo.
Invece è bastato un po' di fuoco per mandare all'aria tutte le mie sicurezze e la mia forza.

- Si sto bene. Non vedo l' ora di andarmene da qui, così tu potrai smetterla di occuparti di me. Sono solo un peso.

Dean non mi risponde.
Lentamente inizia a far passare le bende sotto il mio sterno, tra le scapole in modo da coprire ogni zona ferita.
Nella stanza regna il silenzio fatta eccezione per il fruscio leggero delle garze.
Per lui e Sam le mie ali non sono mai state un problema.
Non mi hanno mai reputata un mostro o un essere da cui diffidare.
Un paio di anni fa siamo andati vicini dal diventare fratelli e sorella.
Mia madre e John Winchester avevano cominciato una relazione.
Le cose sembravano andare bene ma tutto è finito in un paio di settimane.
Entrambi non erano pronti a lanciarsi in una nuova relazione.
Mia madre perché ancora innamorata di mio padre, e John non riusciva a dimenticare sua moglie Mary.

Voglio molto bene a Dean e Sam.
Sono come i fratelli che non ho mai avuto.
Però non mi piace dipendere da loro.
Essere un peso.
Hanno già i loro problemi e il doversi occupare di me li sta rallentando.
Sarei potuta andare da Ellen e Jo alla Roadhouse.
In fin dei conti siamo cugine anche se alla lontana.
Dean però si è opposto.
Il viaggio sarebbe stato troppo faticoso per me, quindi lui e Sam hanno deciso a turno di occuparsi di me.
Jo e Ellen non sanno del mio "incidente".
Ho preferito non informarle della cosa onde evitare di farle preoccupare.
Soprattutto Ellen.

La medicazione è terminata.
Dean ha finito di fasciarmi la schiena con delle bende pulite.
A fatica mi tiro a sedere sul letto.
La stanza è avvolta dall' oscurità. Unica fonte di luce è una piccola abat-jour poggiata sul comodino.
Ho un'aspetto orribile.
I capelli scompigliati e addosso ho soltanto una vecchia t-shirt scolorita che abbasso una volta terminata la medicazione.
Non dormo.
Ogni volta che chiudo gli occhi faccio sempre lo stesso incubo.
Le fiamme mi avvolgono.
Sento dolore, provo a gridare e invocare aiuto ma nessuno mi sente.
Ogni volta mi sveglio con la fronte madida di sudore e il cuore che batte all' impazzata.

- Smettila di dire stronzate! Tu non sei un peso Calypso e...oh fanculo vieni qui.

Dean è esasperato.
Posso capirlo.
Sono giorni ormai che non faccio altro che ripetere a lui e Sam che io non sono altro che un peso per loro.
Quello che è successo con le mie ali mi ha shockato.
Le osservo per un'istante.
Ripiegate dietro la mia schiena.
Un'ammasso scheletrico di ossa.
Nient'altro che questo.
Sono un mostro.
Gli stessi a cui io, Sam e Dean diamo la caccia.

Riporto il mio sguardo su Dean.
Lui nel frattempo si è avvicinato a me.
Ora siamo l' uno di fronte all' altra.
Mi afferra per il polso sinistro. Con forza si, ma senza farmi male.
Poi mi attira a se e mi abbraccia.

Ricambio il suo abbraccio con la forza della disperazione.
Le mie braccia si posano lentamente sulle sue spalle.
Mentre calde lacrime iniziano a uscirmi dagli occhi e mi bagnano il viso.
I singulti emessi dal mio corpo si trasformano in singhiozzi.
Dopo giorni e giorni di totale silenzio e apatia do finalmente sfogo a tutto il mio dolore e la mia sofferenza.

Sobbalzo.
Dean accarezza le mie ali con la punta delle dita.
Vorrei allontanarlo da me, ma non posso.
Non ci riesco.
Continuo a piangere e singhiozzare.
Ora come ora non riesco a fare nient'altro.

- Sono orribili vero? Crowley ha ragione Dean. Io...sono un mostro.

Nessuna risposta
Restiamo così per non so quanto tempo.
Il braccio sinistro di Dean mi circonda i fianchi poco sopra l' attaccatura delle mie ali.
La mano destra tra i miei capelli.

Poi sento la sua voce contro il mio orecchio.
Un debole sussurro.
Mi dice che è tutto finito, tutto passato.
Quel bastardo di Crowley avrebbe pagato per il male che mi aveva fatto.
Ho a sua parola e io gli credo.

Dopo un po' ci separiamo mettendo fine a quel lungo abbraccio.
Mi asciugo gli occhi gonfi a causa delle lacrime.
Sospiro.
Va meglio si, nonostante abbia ancora paura.

- Ora cerca di dormire un po' ok? Io torno tra un paio d'ore a vedere come stai.

Dean fa per alzarsi e andarsene dopo aver raccolto l' occorrente per le mie medicazioni.
Non so cosa mi prende.
Mi allungo verso di lui e lo afferro per un braccio bloccandolo.
Dean mi guarda.
Le mie dita stringono con forza la stoffa della camicia che indossa.
Un nodo doloroso mi stringe la gola.
Ho paura.

- Ti prego non te ne andare Dean. Rimani qui per favore, almeno finché non mi addormento. Non voglio restare sola.

La mia voce è poco più che un sussurro.
Abbasso lo sguardo vergognandomi di me stessa.
Odio mostrarmi così debole e fragile.
Soprattutto agli occhi dei miei amici e della mia famiglia.
Dovrei mantenere i nervi saldi.
Sono una cacciatrice.
E invece è bastata qualche fiammella per farmi crollare.
Ridicolo!

Per fortuna Dean non dice nulla.
Niente battutine sarcastiche o frasi taglienti.
In fondo chi meglio di lui può capire il mio disagio?
E' stato un anno all' inferno a torturare anime ed essere torturato a sua volta.
Tutti noi abbiamo bisogno delle persone a cui vogliamo bene per poterci rialzare quando cadiamo o sbagliamo.
Io ora ho bisogno dei miei amici.
Ho bisogno di Dean.

Mi metto a letto.
Facendo attenzione ripiego le mie ali o ciò che ne resta dietro la schiena.
Poi mi rannicchio nel centro del materasso in posizione fetale.
Nel frattempo Dean si è seduto al mio fianco e mi rimbocca il lenzuolo e la coperta.
Mi giro nella sua direzione.
L' abat-jour proietta nel muro di fronte a me l' ombra delle mie ali scheletriche.
Sono mostruose.
Distolgo veloce lo sguardo.

Afferro la mano sinistra di Dean e la stringo forte nella mia.
Lui mi circonda le spalle con l' altro braccio.
Nel mentre la mia testa è appoggiata a metà strada tra il cuscino e il suo fianco.
Lentamente chiudo gli occhi e finalmente il sonno prende il sopravvento sul mio corpo e la mia mente così tanto provati.

Ci vorrà del tempo.
Giorni o forse addirittura settimane.
Ma le mie ali ritorneranno quelle di un tempo.
Le ossa verranno di nuovo coperte da piume bianche.
Ed io tornerò la Calypso di un tempo.
Perché il mio nome significa "colei che nasconde", ma io sono nata per essere libera.
Libera di volare.
 
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