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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Death Note
Titolo Fanfic: ACCOMPLICES
Genere: Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: pandistelle galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 08/06/2014 12:18:32

Non so dove tutta questa faccenda di Kira ci porterà. Ma non abbandonerò mai Mello.
 
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ACCOMPLICES
- Capitolo 1° -

Unisco le mani a coppa sotto il rubinetto.
Con gesti decisi mi spruzzo un po' d'acqua sul viso.
Allungo la mano destra e afferro uno strofinaccio che avevo appoggiato prima sul bordo lavandino.
Mi asciugo la faccia.
Nel farlo osservo la mia immagine riflessa nello specchio sudicio.
Sono pallida forse più del solito.
La pelle è arrossata nei punti in cui ho passato l'asciugamano.
Sono dimagrita.
I jeans scoloriti e la maglietta monospalla bianca che indosso candono giù ad ogni mio movimento.
In più come se non bastasse ho le occhiaie causate dalla mancanza di sonno degli ultimi giorni.

Esco dal bagno.
Vado in quello che un tempo era stato il salotto di questo vecchio appartamento.
Su una poltrona logora e ammuffita è seduto mio fratello Matt.
La console di videogiochi portatile tra le mani, sigaretta in bocca, cuffie in testa e un paio di google sugli occhi.
Stiamo tenendo d'occhio Misa Amane per ordine di Mello.
A detta di Near quella ragazza bionda e frivola era Kira l'assassino che uccideva le sue vittime scrivendo i loro nomi su un quaderno di proprietà di uno Shinigami.
Ormai sono giorni che ascoltiamo le sue conversazioni.
Mai un solo accenno a Kira o al quaderno.
Avevo proposto a Mello di pedinarla e spiare le sue mosse.
In fin dei conti il lavoro sotto copertura e lo spionaggio sono la mia specialità.
Lui però me lo ha vietato ed io non me la sono sentita di contraddirlo.
Per uccidere qualcuno, Kira deve conoscere il volto e il nome della sua vittima.
Se fossi stata scoperta per me non ci sarebbe stato più nulla da fare.

Oltrepasso Matt.
Lui non mi degna di uno sguardo, gli occhi fissi sul videogioco a cui sta giocando.
Siamo fratello e sorella.
Tra di noi però non c'è mai stato un vero e proprio legame d'affetto.
Non parliamo quasi mai se non lo stretto necessario.
E' sempre stato così.
Siamo complici più che parenti.
Non ho mai avuto bisogno di mio fratello, del suo affetto e men che meno della sua protezione.
L'unica volta che ho preteso qualcosa da lui è stato quando gli ho vietato di entrare nella stanza di Mello con la sigaretta accesa.
Per fortuna mi ha dato ascolto.
Mello aveva bisogno di riposo.
L'ustione che gli attraversa la parte sinistra del viso non è ancora guarita del tutto.
Rendere l'aria satura di batteri e nicotina è l'ultima cosa di cui ha bisogno.

Vado in cucina.
Mi avvicino al unico fornello funzionante in un quell'angusto e lurido spazio.
Alzo il coperchio di una pentola e con l'aiuto di un mestolo prendo dell'acqua tiepida e la sistemo dentro a un catino di plastica.
Poi mi sollevo sulle punte dei piedi e apro uno degli scaffali.
Afferro una busta di carta marroncina con dentro tutto l'occorrente per curare le ustioni di Mello.
Con la bacinella sotto il braccio sinistro e le medicine nella mano destra esco dalla cucina e raggiungo la sua stanza

La nostra è una relazione particolare.
Non siamo una di quelle coppie che di solito si vedono nelle soap opera o nei film d'amore.
Nessun appuntamento romantico.
Niente baci o abbracci se non in particolari momenti.
Nessun " ti amo ".
Niente di tutto questo.
Io e Mello oltre ad essere amanti siamo prima di tutto complici.
Quando vivevamo alla Wammy's House passavamo la maggior parte del nostro tempo a studiare per ottenere i risultati
migliori nei test.
Non siamo stati abituati a mostrare i nostri sentimenti, le nostre emozioni e le nostre debolezze.
A me va benissimo così.

Arrivo davanti alla porta della stanza di Mello.
Non busso.
La porta è leggermente socchiusa, quindi entro spingendo quest'ultima con una spallata.
Mello è disteso supino sul letto.
Gli occhi chiusi. Forse sta riposando.
Sul comodino alla destra del letto è adagiata la sua pistola.
Un forte odore di muffa giunge alle mie narici provocandomi un moto di nausea.
Fuori è buio.
La finestra è aperta ma questo non è sufficiente a mandare via il cattivo odore e l'umidità che permea la stanza.

Mi siedo sul bordo del letto.
Il materasso si abbassa e poi si alza sotto il mio peso.
Mello apre gli occhi.
Non una parola, ne un gesto.
Io comincio con la medicazione.
Da dentro la busta tiro fuori una confezione di garze sterili.
Ne apro una e la getto dentro l'acqua.

Sciolgo le bende che coprono la ferita sul viso di Mello.
La osservo con attenzione.
Sull'ustione si è formato un sottile strato di pelle bianca.
Con la garza ben strizzata inizio a pulire la ferita.
Sento lo sguardo di Mello addosso.
Osserva ogni mio gesto e movimento.
Non emette alcun suono o lamento.
A volte i miei occhi incontrano i suoi per brevi istanti.
Senza alcun timore sostengo il suo sguardo come a volerlo sfidare.
E' sempre stato così tra noi.
Una sfida continua.

A modo suo Mello mi vuole bene.
Ero nel covo dei mafiosi di cui Mello era entrato a far parte.
Ai loro occhi io non ero altro che una delle tante prostitute che affollavano quel posto.
In realtà spiavo ogni loro mossa per conto di Mello.
A nessuno di quei bastardi era permesso toccarmi o pretendere da me una qualche prestazione.
Io appartenevo a Mello e solo lui poteva disporre di me a suo piacimento.
Una copertura perfetta.
Peccato che uno di quei vermi ha pensato bene di mettermi le mani addosso.
Voleva divertirsi un pò con me.
Mello lo ha freddato con un colpo di pistola nel centro della fronte.
Avrebbe potuto lasciarmi tranquillamente alla mercé di quello schifoso.
Eppure non l'ha fatto.
Mi ha protetto.
Ha ribadito a tutti che io ero sua e che avrebbe ucciso chiunque avrebbe osato toccarmi o anche solo guardarmi.


- Ro. Ci sono novità?

Finisco di lavare la ferita.
Poi asciugo la pelle lesa e martoriata con un'altra garza pulita.
Mi infilo un paio di guanti di lattice.
Dal sacchetto tiro fuori un tubetto di pomata antibiotica trafugata nel magazzino di una farmacia.
Cercando di essere il più delicata possibile inizio ad applicarla intorno alla ferita.
La voce di Mello squarcia il silenzio al interno di quella stanza spoglia e lurida.
Anche se ferito la sua voglia di superare Near nel caso Kira continua tormentarlo.
Essere sempre l'eterno secondo ha sempre logorato Mello nel profondo.
Vorrei tanto poterlo aiutare o anche solo confortare.
Ma non servirebbe a niente, già lo so.

- No. Nessuna novità purtroppo.

Lascio la ferita scoperta in modo che la pelle assorba per bene la pomata.
Mi sfilo i guanti e li getto insieme alle bende sporche dentro ad vecchio cestino di plastica.
Io non ero presente quando Mello si era fatto saltare in aria insieme al covo dei mafiosi.
Qualche giorno prima dell'esplosione mi ha detto di andarmene e tornare da mio fratello.
Probabilmente aveva già pianificato tutto.
Io avevo fatto come mi aveva detto e con l'angoscia nel cuore avevo lasciato il covo dei mafiosi.
Poi l'esplosione.

Lascio la ferita scoperta in modo che la pelle assorba per bene la pomata.
Mi sfilo i guanti e li getto insieme alle bende sporche dentro ad vecchio cestino di plastica.
Io non ero presente quando Mello si era fatto saltare in aria insieme al covo dei mafiosi.
Qualche giorno prima dell'esplosione mi ha detto di andarmene e tornare da mio fratello.
Probabilmente aveva già pianificato tutto.
Io avevo fatto come mi aveva detto e con l'angoscia nel cuore avevo lasciato il covo dei mafiosi.
Poi l'esplosione.

Un'ora dopo sul mio cellulare era arrivato un SMS con al interno delle coordinate.
Mello era vivo.
Nonostante l'esplosione era sopravvissuto.
Con diverse ustioni ma ce l'aveva fatta.
Io e Matt lo abbiamo raggiunto nel punto corrispondente alle coordinate.
Poi ci siamo rifugiati in questo buco logoro e sporco.
Abbiamo curato le ustioni di Mello e continuato a tenere d'occhio Near e le sue mosse.

Mi volto a guardare Mello.
Lui si solleva un poco sul materasso puntellandosi su un gomito.
Allunga la mano sinistra e mi sfiora la spalla sinistra lasciata scoperta dalla maglietta.
Un tocco leggero ma deciso allo stesso tempo. Forse una carezza, uno delle sue rare manifestazioni d'affetto per me.
Sento il suo sguardo addosso, i suoi occhi mi fissano quasi a volermi trapassare l'anima da parte a parte.
Esito per un istante.
Poi la mia mano destra copre quella di Mello.

- Ro, vai a riposare.

Le occhiaie e il mio viso provato dalla stanchezza non sono sfuggiti a Mello.
Dovevo aspettarmelo.
Sorrido.
Forse per la prima volta da quando sono entrata in questa stanza.
Lentamente mi avvicino a Mello.
Il mio viso a poca distanza dal suo.
La mia bocca incontra la sua in un bacio leggero, quasi casto.
Non chiudo gli occhi ma li socchiudo appena.
Mello ricambia il mio bacio.
Le sue labbra sono un pò aride in alcuni punti e leggermente screpolate.
Nel mentre la stessa mano che prima giaceva poggiata sulla mia spalla nuda ora è sul mio viso.
Sento le sue dita scorrere per un attimo sulla mia guancia sinistra.
Un tonno leggero ma allo stesso tempo deciso.
Le nostre bocche si cercano, sfiorano e lambiscono ancora per qualche istante.

Poi tutto ad un tratto mi allontano ponendo fine a quel bacio.
Mello mi guarda.
Nei suoi occhi vedo passare una marea indefinita di emozioni.
Irritazione, dubbio, rabbia e anche desiderio.
Mello è fermamente convinto di avere sempre il controllo della situazione.
Anche in momenti come questi o durante il sesso.
Si sbaglia di grosso.

Allungo una mano verso il comodino.
Dalla busta di carta tiro fuori una tavoletta di cioccolato ricoperta da un leggero strato di carta di alluminio.
La porgo a Mello e lui la afferra senza dire una sola parola.

- Prendi. Te la sei meritata.

Lentamente mi stendo accanto a Mello sul letto.
Potrebbe benissimo allontanarmi o cacciarmi via, ma non lo fa.
Appoggio la testa sul cuscino a metà tra la sua spalla ferita e il collo.
Socchiudo gli occhi e lo osservo per alcuni istante mentre toglie la carta argentata dalla cioccolata e ne addenta un pezzo.
Piano piano, senza quasi rendermene conto mi addormento.
La stanchezza degli ultimi giorni prende il sopravvento su di me.

Non so dove tutta questa faccenda di Kira ci porterà.
Ma non abbandonerò mai Mello.
Lo aiuterò a primeggiare su Near.
Fosse l'ultima cosa che faccio in questa vita
 
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