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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Fumetti e Cartoni non giapponesi
Dalla Serie: Tartarughe Ninja (Teenage Mutant Ninja Turtles)
Titolo Fanfic: BECAUSE I LOVE YA!
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, AU, Shounen Ai
Autore: darkshell galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 21/03/2014 20:29:10

Due mini storie legate a un manga in giapponese che ho trovato sul web. RxM, buona lettura! Dialoghi completamente inventati.
 
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- Capitolo 1° -

Part One

Nightwatcher era conosciuto come il Guardiano notturno che combatteva la criminalità delle tenebre meglio della polizia e in solitaria. Nessuno conosceva la sua identità, nemmeno la sua famiglia.

Ogni sera indossava il suo costume argentato, correndo di tetto in tetto o sfrecciando sulla sua moto corvina. E dello sfortunato che gli capitava dinanzi, nel lato criminale, ne faceva sculture iperealista appese ai lampioni o inchiodati ai pali con forti catene d'argento.

Così insuperabile, così misterioso. Tanto da avere un punto debole, però.

Il suo vero nome non era Nigthwarcher, bensì Raphael. Anzi, Raphael Hamato, di anni diciotto. Orgogliosa tartaruga mutante ninja, con tre fratelli e un topo come padre.

Il suo fratellino, Michelangelo di anni sedici, stravedeva per quell'alter-ego dalle catene come armi a tal punto che se ne era follemente innamorato. Il punto debole nominato prima era proprio i sentimenti amorosi che il focoso provava per il suo Mikey.

Segretamente gli comprava il fumetto che desiderava, gli portava qualche spuntino zuccheroso dalle sue scorribande notturne e lo baciava sulla fronte in sonno, senza mai rivelargli che Nightwatcher era proprio lui.

Questo, immancabilmente, comportava anche a un senso di gelosia. Raph faceva di tutto per cercare di insinuare in Michelangelo quanto lo amasse, ma l'arancione preferiva fantastica sul Nightwacher, stringendo al petto il ritaglio di giornale che lo raffigurava appena.

Raph rinunciò, così, nel cercare di avvicinarsi in un modo più profondo al suo fratellino e continuò ad agire sempre al meglio per essere sempre apprezzato nelle vesti di guardiano.

Quasi le 23:50, Raph era già nella sua uniforme corazzata e con il casco sotto il braccio era pronto per saltare il sella alla moto e sfrecciare sulle strade di New York. Raggiunto il salotto, alla luce della muta tv, si accorse che Mikey dormiva sul divano, raggomitolato a pallina, mentre stringeva un lembo del cuscino.

Tenero e carino, Raph non poté non avvicinarsi, "pericolosamente a volto scoperto" per guardarlo.

-Nightwatcher... ti amo...- borbottò nel sonno.

Raph sorrise e fece per andarsene quando rimase congelato a una lacrima randagia colare lungo le guance del fratello bambino. Mikey stava piangendo e frignando nel suo sogno.

Il focoso spalancò gli occhi, mentre gocce di sudore cadevano lungo la sua fronte. Stava facendo male incosciamente a Michelangelo con tutti quegli inutili segreti ma in fondo, era proprio così che agiva un eroe. Spiderman non poteva rivelare chi fosse a Marie Jana per evitare che i nemici la ferissero.

Ma il senso di colpa c'era. E Raph si ritrovò a fissare meglio la lacrima che continuava a espandersi sul cotone della federa del cuscino. Tutta colpa sua.

"Mi dispiace, mio piccolo Mikey" pensò: "Io ti amo troppo per vederti ferito dai miei nemici".

Nei suoi pensieri non si accorse che l'indistinta iride azzurra di Mikey si era schiusa, segnando che il sonno si era concluso. Semi-stordito, quello sguardo profondo non potè non osservare un paio di familiari stivali neri, con i parastinchi d'argento.

-Co... cosa?- mormorò Mikey, ad occhi spalancati di meraviglia.

Con un unico pensiero a mille, balzò dal divano in contemporanea a Raph che si nascose il viso sotto il casco. Mikey lo stava fissando!

-NIGHTWATCHER!- urlò al settimo cielo: -Non ci posso credere! Nightwatcher è proprio qui, davanti a me! Ditemi che non sto sognando!-.

Raph non poteva parlare perché Mikey era in grado di riconoscere una voce familiare anche se camuffata: restò in piedi mentre le mani del fratellino lo accarezzavano dappertutto, dalla cima al fondo, continuando ad eccitarsi.

-Questo dev'essere per forza un sogno! Nightwatcher è magnifico! Io sono il suo fan numero uno! Spero che non le dispiacce una tartaruga!- squittì.

Proprio fuori al salotto, Don osservava tutta la scena, mezzo addormentato: -Questo è tutto un sogno! La devo smettere di bere caffé la notte, mi creano allucinazioni!-.

Detto questo, se ne tornò a letto, sbadigliando e ignorando le gridoline felici del fratellino.

-La prego, Nightwatcher! Non si dimentichi di me!- piagnucolò Mikey: -Io sono troppo eccitato all'idea di averla qui!-.

Attraverso il casco, Raph sospirò. C'era solo un modo per far smettere il suo fratellino con quel continuo piagnucolare di gioia. Lo guardò: Mikey era inginocchiato dinanzi a lui, stringendo i polpacci muscoli e guardandolo con quel tenero sguardo da cucciolo.

Raph s'inginocchiò e gli prese il viso fra le mani. Notò la sfumatura di rosso sulle gote del fratellino così stupito da non essere più in grado di parlare.

-Sei l'unica tartaruga che amo- sussurrò Raphie: -Domani penserai che sarà stato solo un sogno-.

Mikey spalancò gli occhi nel ritrovarsi le sue mani furbette ad alzare appena il casco di Raphael. Il focoso lasciò fare mentre le sue labbra si resero visibili. Proprio in quell'istante, la corrente saltò e tutto fu velocemente avvolto dal buio.

-Nightwatcher...- gemette Mikey: -La amo così tanto...-.

-Sono più vicino di quanto credi-.

Raph prese l'iniziativa e premette le sue labbra su quelle del fratellino, stringendolo a sé. Mikey si abbandonò a quei movimenti famelici che sembravano raccontare la storia di un amore mai rivelato. Così felice, avvolse le braccia intorno al collo del suo eroe, mentre veniva sollevato in stile sposa.

-Ti amo, Mikey- pronunciò Raph, rimettendolo sul divano per coprirlo con una coperta.

-Ti amo...- borbottò l'altro, chiudendo gli occhi, felicemente stanco.

Il focoso se ne andò soddisfatto e si abbassò meglio il casco.

-Raphie...-.

Gelato alla menzione del suo nome, Raphael sperò vivamente che il suo fratellino non avesse capito che in realtà, sia lui sia Nightwatcher erano la stessa tartaruga...

End

****************************************************************

Part Two

Da circa una settimana Raphael continuava a evitare Michelangelo senza un apparente motivo. Il minore cominciava davvero a preoccuparsi perché in sette giorni non aveva tirato alcuno scherzo al focoso, o giocato con lui o lottato.

I loro occhi nemmeno più si incontravano e Mikey ne aveva abbastanza, ormai.

Una sera, l'arancione decise di entrare in azione. Raphael si stava allenando al centro del dojo nelle semplici arti marziali, per coordinare meglio i suoi movimenti già perfetti. Così concentrato, non si accorse che Mikey già gli era rimbalzato dietro e lo stava studiando.

-Raph!-.

Il focoso dagli occhi chiusi sobbalzò a quel lieve e alto tono di voce, ruzzolando pateticamente in terra, in posizione supina. Da un'ombra su sul viso, si rese conto che Mikey gli si era seduto sullo stomaco, immobilizzandolo anche per evitare di farlo scappare.

-Bene, bene!- fece Michelangelo, a poca distanza dall'altro volto: -Finalmente, dopo tanto tempo, abbiamo l'occasione di parlare, Raphael!-.

"Cazzo! E' Mikey!" pensò il focoso, a bocca aperta e un certo rossore sul viso: -Scendi! Perché mi hai interrotto l'allenamento?-.

-Solo per parlare e ora parliamo!- rispose l'altro, poggiandosi le mani sulle cosce.

Un silenzio imbarazzante si calò fra i due e Raph si posizionò una mano sulla guancia destra, come avesse voluto nascondere il suo rossore. Mikey, al contrario, era imbronciato.

-Si può sapere perché continui ad evitarmi? C'è qualcosa che ti ho fatto? Mi sto arrovellando il cervello per cercare di capirne il motivo!-.

Raph si appoggiò sull'avambraccio sinistro, nascondendo gli occhi dietro la mano.

-Non voglio parlarne-.

Mikey si avvicinò ancora, poggiando le mani sui pettorali superiori del fratello.

-Non potresti capire, Mikey. Non costringermi a parlare!-.

-Oh, andiamo!- brontolò l'altro, perplesso: -Si tratta di aver bagnato il letto? Non preoccuparti, capita a tutti!-.

Raph ringhiò, poggiando la testa in terra. Avrebbe proprio voluto ignorare l'incessante ma dolce voce del fratellino, però non ci riuscì affatto.

-Mikey, per piacere- sospirò, ancora più rosso: -Togliti dai piedi e lasciami continuare l'allenamento! Non chiedo altro!-.

-No, Raph! Non fino a quando non mi dirai perché mi odi!-.

Raph, allora, si mise seduto, mentre Mikey si rialzò in piedi. Con ancora la mano che creava ombra sull'occhio destro, il rosso inspirò e fissò i piedi del minore, piuttosto che incontrare quegli occhi.

-Ti amo- sussurrò troppo piano.

Mikey alzò il capo: -Non ho sentito. Puoi parlare più forte?-.

-HO DETTO CHE TI AMO! A-M-O!- urlò Raph, a un centimetro dal viso nel minore: -Hai capito che mi sono innamorato di te? Ho cercato di evitarti perché non ero in grado di tenere a bada questo segreto!-.

Mikey rimase parecchio stupito.

-Sei contento, adesso? Ora lo sai. Sei libero di odiarmi... anzi, fa come ti pare!-.

Mikey guardò il fratello maggiore con occhi acquosi. Che rivelazione inaspettata! No... l'odio non c'era per Raphael. Si trattava di sentimenti e il comando del cuore non poteva essere ignorato.

-Mi hai evitato per questo?- sussurrò: -Non c'è n'era bisogno, sai?-.

Raph trovò il coraggio di guardare il fratellino dritto negli occhi. Il calore sul volto era ancora evidente ma adesso non gli importava. Era riuscito a rivelare i suoi sentimenti a Mikey.

-Mi auguro che dopo questo le cose tra noi non cambieranno troppo- mormorò Raph.

-N... no-.

L'altro annuì, senza sorridere e si voltò di guscio: -Bene. Vado a farmi una doccia, ora-.

Guardò il guscio fraterno allontanarsi verso la zona notte: Mikey chinò il capo e si nascose la bocca dietro la mano. C'era un'espressione confusa sul viso, insieme a un rossore.

"Raphie mi ama" pensò: "E io mi sento talmente felice... perché?".

Senza esitare nei pensieri, corse dritto dal fratello, con il batticuore.

-RAPH!-.

L'altro, ovviamente, si voltò: -Che c'è?-.

Mikey gli si avvicinò e lo guardò attentamente: -Davvero mi ami? Possiamo fare la doccia insieme?-.

-CHE?!- urlò il focoso, colto ovviamente alla sprovvista: -Mikey... ma certo che ti amo... però...-.

Si guardavano attenti: a quanto pare il silenzio era d'oro per entrambi, in quel momento. Mikey attendeva la risposta alla sua seconda domanda, senza smettere di fissare quasi implorante il fratello che davvero non sapeva cosa dire.

-Ecco...- balbettò.

-Non me la prenderò se non vuoi. Volevo solo sapere quanto mi amassi- pronunciò Mikey.

Raph deglutì e si avvicinò maggiormente a Mikey, sino a trasmettergli il calore del fiato contro la guancia.

La mano del rosso si mosse meccanicamente, spinta dall'impulso di un amore troppo grande. Poggiò sul guscio di Mikey e lo tirò al petto. Gli prese la nuca e giocherellando con il nodo della maschera, lo baciò delicatamente.

Mikey si sentì sciogliere... Raph gli aveva dimostrato silenziosamente sentimenti indescrivibili con le parole. Felice, ritirò la testa solo per sorridere.

-Ti amo, Raph... ora lo so-.

Stavolta fu lui a prendere l'iniziativa: lisciò i muscolosi bicipiti del focoso, abbracciandolo, mentre l'altro, lasciandosi scivolare la gamba fraterna sotto lo spacco intimo, ricominciò il bacio, esattamente con la stessa posa usata prima.

-Ti rispondo alla domanda precedente, Mikey: vieni a fare la doccia con me-.

-Non potrei esserne più felice!-.

Mikey era rosso come non mai: la sua lingua sapeva di Raph e non gli dispiaceva. Con un gesto brusco Raph lo abbracciò strettamente, appoggiando il collo sulla spalla dell'altro, chinandosi un po' in avanti per compensare la differenza d'altezza. La mano di Raph accarezzò la nuca del fratellino con una rara dolcezza e tenerezza.

-Mi sento finalmente in pace, Mikey... grazie-.

L'altro, superato la leggera meraviglia per l'abbraccio a sorpresa, ammorbidì l'espressione e fece una piccola fusa di piacere.

-Grazie a te, amore mio...-...

The End
 
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