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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: ALLA CONQUISTA DEL MARE!!!
Genere: Azione, Drammatico, Avventura, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: devilema galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 04/02/2014 19:50:44

Un capitano, la sua ciurma, un sogno, un tesoro e mille avventure!!!
 
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IL RITORNO DEL CAPITANO
- Capitolo 1° -

ALLA CONQUISTA DEL MARE!!!


Capitolo 1: Il ritorno del Capitano




Il mare sembrava una tavola azzurra e trasmetteva calma e gioia. I pesci sembravano giocare nell'acqua come piccoli bambini che giocano a correre e a nascondersi. Tutto ciò era accompagnato dal un fresco vento estivo che accarezzava la pelle dei pescatori che si trovavano nei dintorni della spiaggia. La piccola cittadella di San Vincent era molto calma, nonostante fosse affollata di mercanti e turisti di isole straniere. Dal mercato fino alla piazza, dalla spiaggia fino alla città, passando per le campagne, si udiva una piacevole varietà di suoni: i passi, la voce della gente e i rumori delle bancarelle del mercato. Tutta la città si univa in una sinfonia di rumori che trasmetteva tranquillità e armonia... O quasi tutta la città. In un piccolo spazio alla periferia della città, affianco alla spiaggia e al molo, c'era la “Taverna dello Squalo Furioso”, luogo di ritrovo della peggior specie di pirati di tutta l'isola. A differenza del resto della città lì c'era un gran baccano, all'interno, come tutti i giorni si svolgevano risse tra bande di pirati, e si sentiva il rumore dei bicchieri lanciati e che si rompevano in mille pezzi sul pavimento, il rombo delle spade, i colpi delle armi da fuoco, i lamenti dei feriti e le urla degli spettatori della taverna. La mega rissa sembrava non finisse mai, come quando si mettono insieme cani e gatti. Ad un tratto la porta della taverna si spalancò e, avvolto da un alone di luce, apparve la figura di un uomo. Il litigio fra pirati smise, tutti sembravano aver timore di quel uomo. Con molta calma entrò nella taverna dirigendosi verso un tavolo pieno di pirati che continuavano a divertirsi e a bere. Il misterioso ragazzo era abbastanza alto, non molto robusto, capelli neri disordinati e grandi occhi azzurri che sembravano di ghiaccio. Indossava un vestito rosso sopra una camicia bianca e aveva legato un drappo nero al braccio destro, aveva una cintura dove pendevano due pistole, una spada, dei pugnali e una piccola borsa. Finalmente sei ritornato!” urlò uno dei pirati seduti al tavolo. “Da quanto tempo capitano!”.

Il ragazzo, che poteva avere non più di 23 anni e non meno di 20, era capitano di una ciurma di pirati. Con un sorriso stampato sulla faccia si sedette al tavolo e guardò i suoi amici negli occhi uno ad uno. “C'è l'ho fatta ragazzi!” disse il capitano.

“Per Nettuno, ci faccia vedere capitano!” disse uno degli uomini, così il ragazzo cercò nelle tasche del suo vestito finché non tirò fuori una pergamena tutta stropicciata e stracciata in alcuni punti. La poggiò sul tavolo e la aprì. Lo stupore tra la ciurma fu grandissimo, come dei bambini a cui i genitori comprano il regalo che hanno sempre desiderato. Era una mappa, ma non del tesoro. La mappa indicava la rotta per raggiungere un punto su un isola sconosciuta. “Questa cari amici di avventura” spiegò il capitano “E' la mappa che ci indicherà la rotta da seguire attraverso il Grande Oceano per arrivare all' Isola Emersa dove si narra sia nascosta, sotto un antico tempio, la mappa per trovare il tesoro di William Kidd, il più grande pirata di sempre, ovviamente ora il secondo più grande pirata di sempre dopo di me”. La ciurma si mise a ridere per l'umorismo che aveva sempre caratterizzato il capitano, poi tra i pirati seduti al tavolo si alzò uno vestito simile al capitano ma aveva un drappo blu legato al braccio sinistro, aveva circa 30 anni e aveva dei lunghi capelli biondi che gli arrivavano alle spalle e dei piccoli ma belli occhi verde smeraldo. “Capitano ci sta dicendo che dobbiamo viaggiare verso un isola sconosciuta per trovare una mappa e poi intraprendere un altro viaggio per trovare il tesoro che ci interessa?! E' una follia!!” urlò l'uomo. “Vice capitano Andres Northon la prego di rivolgersi a me con un tono più calmo. Per quanto riguarda quello che ha detto ha perfettamente ragione, tranne la parte in cui afferma che ciò è una follia” disse il capitano. Il vice capitano si sedette e questa volta si alzò il capitano e sbattendo un pugno sul piccolo tavolo di legno urlò “Pirati io ho proposto quella che si prospetta una nuova grande avventura, forse il vice capitano Northon ha ragione potrebbe essere una follia ma se pensate che noi riuscissimo a trovare il tesoro di Kidd che conta miliardi di tonnellate di oro, potrete vivere come signori e, se lo desiderate, abbandonare questa vita ma dovete mettere in conto anche la possibilità che la morte sopraggiunga prima di riuscire a toccare l'oro... Quindi se siete veri pirati in cerca di avventura e che non hanno paura di morire io vi domando: Volete compiere questo folle viaggio?!!!”.

Nella taverna calò il silenzio, tutti iniziarono a fissare il ragazzo mentre il timore aumentava. All'improvviso dalla taverna si alzò un boato, come un fulmine in un cielo limpido. “SI!!!! Siamo con te capitano!!!!!!!” urlarono i pirati seduti al tavolo, iniziando a festeggiare con rum, pugni e donne. Fiero della risposta della sua ciurma il ragazzo si sedette al tavolo e iniziò a scolarsi una bottiglia di rum ma appena avvicinò le labbra alla bottiglia, la porta della taverna si aprì e si vide un uomo di circa 40 anni con una sigaretta in bocca e una lunga spada in mano. Dalla divisa si capiva che era della Marina e, avendo 10 medaglie, doveva essere un Ammiraglio. I pirati nella taverna, come prede quando vedono il predatore, iniziarono a correre e uscirono dal retro della taverna, tutti tranne la ciurma del ragazzo. “Edward Morgan! Sono l'ammiraglio Kirk della Marina.” disse l'uomo avvicinandosi verso il tavolo. La ciurma di Edward iniziò ad avere un po' di paura, non si vedevano molti ammiragli in giro, ma cercavano di restare calmi. Colui che non si creava nessun tipo di problema e continuava a bere il suo rum era proprio il capitano Morgan. Intanto il resto dei pirati della taverna era rimasto bloccata lì perché l'edificio era stato circondato dagli uomini dell'ammiraglio Kirk che avevano sotto tiro le entrate e le finestre della taverna. L'ammiraglio era vicinissimo a Edward. “Sulla tua testa c'è una taglia di 1 millione di denari, una cifra che farebbe gola a chiunque. Ma la cosa bella è che vali lo stesso sia da vivo... che da morto!!!” disse l'ammiraglio scagliando un colpo di spada in direzione della testa di Edward. La spada era a pochi millimetri della testa del ragazzo e i suoi compagni già vedevano l'immagine del loro capitano disteso a terra in una pozza di sangue mentre l'ammiraglio manteneva la sua testa sanguinante in mano. Fu un instante. Edward poso la bottiglia di rum sul tavolo, alzò due dita che, stranamente, presero fuoco come due tizzoni ardenti e le avvicinò alla spada deviando il colpo che colpì una parte del tavolo, tagliandola. “No... Non ci credo una taglia così piccola e hai un Medaglione del Potere!”. Gli uomini di Kirk attendevano fuori dalla taverna che il loro capo uscisse con il corpo del pirata. Ma le cose non andarono come previsto, il silenzio che arieggiava intorno alla taverna fu interrotto da un tonfo seguito dalle facce sbalordite dei soldati della marina. L'ammiraglio Kirk era stato lanciato fuori dal edificio riducendo le porte in mille pezzi. “Ammiraglio!!” esclamò un soldato della marina che invece portava sulla divisa 5 medaglie. Si avvicinò al corpo dell'ammiraglio Kirk. “Vice ammiraglio Mug uccidili tut...”, mormorò usando le sue ultime forze prima di perdere i sensi. “Prepararsi a fare irruzione!!” tuonò il vice ammiraglio Mug. “Voglio tutti i pirati, vivi o morti che siano!!”.

Intanto nella taverna la ciurma di Edward stava cercando di trovare una strategia, lo scontro doveva essere evitato, erano troppi i soldati della marina. L'unica soluzione era la fuga, ma non era facile con le entrate e le finestre tenute sotto tiro. “Capitano cosa facciamo?!” chiese preoccupato il vice capitano Northon. “Ogni secondo perso aumentano le possibilità che ci prendano e, a giudicare da quello che ha fatto, penso che abbiamo più possibilità di uscire morti che vivi!!”. Ma nonostante l'incitazione di Northon, Edward era chiuso nei suoi pensieri per cercare di tirare i suoi amici fuori di lì. “Ci sono!!” esclamò il ragazzo all'improvviso. “Piano Fuga della Fenice!!”. La ciurma di Morgan sorrise e annuì con il capo, mentre Edward urlò: “Si comincia!!!”.

“Presto muovetevi!!” incitava il vice ammiraglio ai soldati, che ormai si trovavano a pochi passi dalle entrate e dalle finestre della taverna. Ad un tratto si sentì un grande rumore, i soldati alzarono la testa e videro parte del tetto in legno del edificio rompersi e il capitano Edward saltare fuori avvolto dalle fiamme, con il medaglione che emanava delle fiamme, quasi come un drago. “Sparate razza di imbecilli!!” comandò il vice ammiraglio. “Non mi prenderete mai!!” esclamò Edward mentre atterrava sulla sabbia e iniziava a correre. La sua corsa fu subito accompagnata dagli spari delle pistole e dei fucili della marina. Edward si muoveva a caso per non essere un bersaglio facile ed evitare di essere colpito. Intanto, mentre tutti i soldati erano concentrati sul capitano, la sua ciurma ne approfittò per uscire dall'entrata principale e, dopo aver colpito i soldati che stavano per fare irruzione dalla porta, iniziarono a correre in direzione opposta a quella di Edward. Devo cercare di seminarli in città disse fra se e se Edward mentre continuava a correre a perdifiato sulla spiaggia inseguito dai soldati. Dopo un po' Edward arrivò alle porte del paese sempre con la marina al suo seguito. “Ehi tu fermo!!” urlò una delle guardie che sorvegliava l'ingresso. “Non correre così veloce” disse un altra. Il ragazzo superò la porta mentre i soldati gridavano a squarciagola: “Prendetelo è un pirata!!”. Le guardie si guardarono in faccia sbuffando, poi si misero a rincorrere anche loro Edward. La corsa del ragazzo era accompagnata dal rumore degli spari della marina e dalle incitazioni delle guardie della cittadella a fermarsi. “Devo trovare un modo per seminarli o mi acciufferanno” pensò Edward. Intanto l'inseguimento si spostò nella strada principale che portava alla piazza. Tutta la via era piena di gente, di bancarelle e di negozi. “Non sparate, o rischiamo di colpire qualche innocente” disse uno della marina. Finalmente Edward aveva dei vantaggi: i soldati non potevano più sparare e lui poteva confondersi con la moltitudine di gente che si trovava a fare compere. Vedere la scena dell'inseguimento creò stupore e timore tra la gente. La Marina non si vedeva molto spesso da quelle parti e, se stava seguendo qualcuno, significava solo che quello doveva essere una persona pericolosa. Edward iniziò a sentire i polmoni che gli facevano male e le gambe che iniziavano a cedere. Doveva seminarli ora. La corsa in linea retta del ragazzo si arrestò per subire una deviazione in un angolo. Per assicurarsi che i soldati lo stessero ancora seguendo, finì col sbattere vicino a una banco di frutta facendo rovesciare a terra tutta la merce. Tra le grida e le imprecazioni del mercante, Edward riprese a correre con la Marina alle costole. Arrivato a circa metà della strada fece una svolta a destra in un vicolo cieco. Edward si fermò, piegato sulle ginocchia per cercare di prendere fiato. Dopo alcuni secondi i soldati erano lì pronti a catturarlo. “E' in trappola” disse una guardia con il fiatone. Ma il ragazzo era troppo furbo per farsi catturare così. Si voltò lentamente e, accennando a un sorriso, creò un getto di fuoco dalle mani così violento da permettergli di arrivare sul tetto di una casa vicina. “Addio!!” esclamò mentre già si trovava lontano. “Ora devo solo trovare gli altri” disse sottovoce mentre correva su per i tetti della cittadella, “Saranno di sicuro al rifugio” aggiunse. Edward decise di rallentare, così avrebbe attirato di meno l'attenzione e si sarebbe ripreso dalla stanchezza della corsa. Tutto procedeva liscio finché, mentre camminava, un pugnale gli tagliò la strada andandosi a conficcare sul tetto. “Cosa diavolo succede!” pensò preoccupato e, alzando gli occhi, si accorse che su un edificio vicino si trovava il vice ammiraglio Mug. “Credevi di potermi scappare!!” disse ridendo.

“Illuso!!” concluse, saltando sul tetto dove si trovava Edward. “Ora ti ucciderò e ti consegnerò alla giustizia” disse ridendò. Mise la mano sull'elsa della spada e la sfoderò con violenza partendo subito all'attacco. Edward non ebbe il tempo di prepararsi che già si trovò a dover schivare i fendenti del vice ammiraglio. Come poteva pensare era molto forte, forse anche troppo, i suoi colpi erano precisi e veloci e anche lui era molto agile c'era bisogno di trovare una soluzione o il ragazzo ci avrebbe rimesso la pelle.

Purtroppo Edward non riusciva a pensare, poiché nel momento in cui stava per escogitare un piano, il vice ammiraglio tentava sempre di colpirlo. Andò avanti così per un po', finché Edward schivò uno dei colpi di Mug con una capriola e gli sferrò un calcio ben assestato sulla schiena, facendolo quasi cadere dal tetto. Così facendo Edward ebbe il tempo di estrarre la spada, “Merda!” pensò quando si accorse che nel fodero che aveva attaccato alla cintura mancava la sua spada. Doveva averla persa mentre scappava nella taverna. Non aveva alternativa, doveva combattere a mani nude. Così il medaglione che portava al collo emanò una luce accecante e in un istante le fiamme circondarono le mani di Edward. “Ora sono pronto” disse mentre partiva all'attacco.

“Non aspettavo altro!!” esclamò Mug partendo anche lui all'attacco.

Grazie alle fiamme Edward era in grado di parare alcuni dei colpi sferrati dal vice ammiraglio, ma quando tentava di attaccarlo non riusciva mai a fargli più di qualche piccola ferita o ustione. Sembrava davvero forte. Nonostante la sua giovane età, Edward non aveva mai trovato qualcuno che lo impegnasse così tanto in un combattimento. Diventò pirata intorno all'età di 18 anni, ma fin da bambino passava tutti i giorni sulla nave insieme al padre, un mercante di spezie che compieva molti viaggi in giro per il mondo, per lo più in oriente. Quando questi morì lasciò al figlio il medaglione che Edward ora indossava e gli rimase anche la “Flame Roger” la sua barca.

Era suo solito scontrarsi con la Marina, ma non aveva mai affrontato un vice ammiraglio o addirittura un ammiraglio. Infatti era riuscito a mettere K.O l'ammiraglio Kirk solo per un attimo di distrazione del suo avversario che non pensava che un giovane pirata come lui, con una misera taglia sulla testa, potesse creargli tanti problemi.

Edward e Mug erano faccia a faccia, stremati dal lungo combattimento che nessuno dei due riusciva a vincere. “Pagherai caro per il tempo che mi stai facendo perdere” disse Mug.

“Vedremo chi tornerà dai suoi cari vivo!!” controbatté Edward.

Detto ciò le fiamme che si erano formate nelle mani di Edward divennero più grandi e più intense, il ragazzo abbassò le mani all'altezza del bacino. "Fire Stone" urlò. Le fiamme delle sue mani formarono delle palle di fuoco poco più piccole di una palla di cannone, Edward fece uno scatto in avanti e lanciò le due palle di fuoco verso il nemico. “Ma cosa diamine!” ebbe tempo di esclamare il vice ammiraglio prima che le palle di fuoco lo colpissero e una grande nube di fumo si alzasse dal tetto, attirando l'attenzione della gente che passava per i dintorni.

“Finalmente è finita!” pensò Edward mentre si accingeva a dirigersi verso il rifugio. Purtroppo mentre il ragazzo stava camminando dalla nube di fumo si vide partire un proiettile che sfiorò il braccio sinistro di Edward. Mug era ancora lì vivo e vegeto, come se l'attacco non gli avesse fatto che qualche ustione. “Pagherai per un simile affronto” disse Mug ridacchiando e si fiondò su Edward con tutta la furia che aveva in corpo.

Il vice ammiraglio era a pochi passi dal ragazzo e si stava preparando a sferrare l'attacco finale, “Merda devo riuscire a parare il col...” stava pensando Edward a occhi chiusi quando sentì del ghiaccio arrivargli in faccia. “Da dove arriva questo ghiaccio?” si chiese stupito mentre riapriva gli occhi e quello che vide fu sconcertante. Mug era appoggiato su Edward con uno spuntone di ghiaccio che gli aveva trapassato il corpo dalla schiena. Era un immagine molto forte, Mug aggrappato ad Edward con gli occhi spalancati e la bocca aperta che tentava di dire quelle che sarebbero state le sue ultime parole. La scena durò pochi secondi fin quando le gambe di Mug iniziarono a cedere e, pian piano, si accasciava a terra ormai privo di vita. Edward aveva visto morire molte persone per mano sua e della sua ciurma, ma quella scena gli rimase impressa in testa. Dopo aver adagiato Mug a terra Edward si guardò intorno per vedere chi fosse l'artefice di ciò. Non poteva credere ai suoi occhi. Su un tetto vicino si trovava l'ammiraglio Kirk con una mano piena di piccoli pezzetti di ghiaccio rivolta verso la schiena di Mug. “Incapace buono a nulla, sei una delusione per me che ti ho nominato vice ammiraglio e per la Marina che rappresenti!!!” urlò. “Questa è la fine che meriti, non sei capace neanche di tener testa a un ragazzo con una misera taglia che non si può neanche definire un pirata!!” aggiunse facendo un balzo per raggiungere Edward, che iniziò a sentirsi in serio pericolo. Non era riuscito a fare più di una lieve ustione al vice ammiraglio e ora dove vedersela con l'ammiraglio in persona... Per un momento nella sua testa passò l'idea che quel maledetto giorno fosse stato l'ultimo, che non sarebbe sopravvissuto a quello scontro, non avrebbe più rivisto i suoi amici e avrebbe dovuto dire per sempre addio alla pirateria a cui aveva donato corpo e anima. Non poteva perdere. “Come hai potuto fare questo a un tuo membro di squadra, sei una persona spregevole.!!!Ti sconfiggerò!!” urlò con rabbia Edward, ma appena ebbe finito di parlare si ritrovò l'ammiraglio Kirk attaccato a lui, quasi volesse abbracciarlo. “Edward Morgan, sei un bravo pirata e un bravo guerriero, hai resistito al vice ammiraglio Mug e mi hai messo K.O, anche se per una mia disattenzione, ma questa volta non commetterò lo stesso errore, anzi mi assicurerò che tu sia più che morto... Salutami il vice ammiraglio se lo incontri” mormorò Kirk nell'orecchio di Edward, impietrito dalla paura, e con la spada trafisse da parte a parte il povero ragazzo. Il sangue gli sgorgava dalla bocca come una cascata, la sua pelle iniziò a diventare sempre più pallida e non riusciva più a controllare i movimenti del corpo... Stava morendo. L' ammiraglio estrasse la spada e la pulì con uno straccio che prese dalla tasca della divisa mentre guardava Edward che pian piano si accasciava a terra, proprio come Mug e si teneva stretto il punto in cui Kirk l'aveva trapassato, finchè non cadde privo di vita sul tetto, disteso affianco al corpo del vice ammiraglio Mug.

L'ammiraglio diede ordine a due suoi sottoposti di prendere i corpi del vice ammiraglio e del capitano. Scese dal tetto e camminava con aria di terrore tra la gente che scappava o si chiudeva nelle case in preda alla paura e la gente che con urla e complimenti elogiava l'ammiraglio per aver fatto fuori un capitano pirata.

Intanto la ciurma di Edward si trovava nella piazza principale della città per tentare di confondersi tra la folla che era immensa, trovare loro significava trovare un ago in un pagliaio. Ma la situazione non andò come previsto, l'ammiraglio Kirk si diresse verso la piazza e tutta la gente si fece da parte facendo scoprire il gruppo di pirati che si trovava al centro della gigantesca piazza. “Ecco il vostro capitano!!” urlò Kirk mentre gettò il corpo di Edward senza vita verso i suoi compagni, “Arrendetevi o farete la sua lurida fine” disse Kirk, sicuro che ormai quel gruppetto di pirati non avesse più scelta che arrendersi. I soldati della marina circondarono subito i pirati e puntarono i loro fucili, mentre l'ammiraglio incitava i pirati a deporre le armi e arrendersi. Il vice capitano Northon non ebbe scelta, “Deponete le armi...” sussurrò agli altri con lo sguardo basso e privo di espressione e con gli occhi puntati sul corpo del suo capitano, del suo migliore amico, che aveva perso la vita nel miglior modo possibile, combattendo da vero pirata fino alla fine per i suoi compagni. I pirati seguirono gli ordini di Northon mentre qualcuno di loro non riuscì a trattenere le lacrime di fronte alla vista del loro capitano caduto in battaglia. L'ammiraglio scoppiò in una risata che voleva sottolineare la sua vittoria e la potenza della marina mentre Northon e i suoi venivano ammanettati. “Bene e ora preparate il patibolo, verranno giustiziati oggi stesso davanti alla popolazione, proprio in questa piazza!!” ordinò Kirk. Appena l'ammiraglio finì di parlare un messaggero della marina arrivò correndo dalla costa. “Ammiraglio Kirk!! C'è un messaggio da parte del Grande Ammiraglio!!” urlò con quel poco di fiato che gli era rimasto dopo aver corso per alcuni chilometri. “Cosa?! Dammi qua” disse Kirk strappando la lettera dalle mani del messaggero. Northon aveva gli occhi puntati sul corpo di Edward e non riusciva ad accettare la sua morte. “Sei stato un grandissimo capitano, avrei voluto con tutto il cuore partire verso l'ennesima avventura insieme a te e agli altri, bere rum, viaggiare in posti sconosciuti, divertirci, combattere fianco a fianco... E invece eccoci qua al punto di arrivo, l'unica cosa positiva e che ben presto ci rincontreremo... Forse..:” pensò tra sé e sé mentre i soldati finirono di ammanettare tutta la ciurma.

“Diamine!!!” gridò Kirk buttando la lettera per terra. “Tenente Gin a rapporto!!” urlò, “Il Grande Ammiraglio ha richiesto il mio intervento d'urgenza per catturare un famigerato pirata che sta creando problemi alla Marina, da ora lei prende il comando qui, si assicuri che questi pirati vengano giustiziati e paghino per i loro crimini.” ordinò al tenente Gin. “Sissignore!!” rispose il tenente ordinando ai sottoposti di portare i pirati in prigione in attesa dell'esecuzione che sarebbe avvenuta la sera. L'ammiraglio Kirk abbandonò l'isola, il tenente Gin amministrava l'allestimento del patibolo, il corpo di Edward giaceva a terra e sarebbe stato esposto durante l'esecuzione, mentre i pirati giacevano in una cella della prigione dell'isola. La sera sopraggiunse subito, tutti i pirati iniziarono a pregare e rivolsero i loro ultimi pensieri ai loro cari e alle loro famiglie che non avrebbero potuto più vedere. Tutti tranne uno: Il vice capitano Northon. Lui fissava il cielo dalla piccola apertura che dava sulla piazza. La luna splendeva alta nel cielo e illuminava tutta la piazza e i soldati all'opera per finire di ultimare il patibolo. Northon non rivolse il suo ultimo pensiero ai suoi cari, ma bensì ad Edward, non riusciva ad accettare che sarebbe finita così, eppure la mattina sembrava preannunciarsi un grande giorno per tutta la ciurma. In quelle poche ore che precedevano l'esecuzione Northon ripensò a tutte le avventure che aveva passato insieme ad Edward e ai suoi amici. Gli mancavano come non mai quei momenti, ma lui sapeva che prima o poi questo momento sarebbe arrivato. Le cose che più gli facevano male erano di non aver potuto dire addio al suo migliore amico e il dispiacere per Edward che non aveva potuto conseguire il suo sogno, anche se abbastanza impossibile, di diventare il piu grande, potente e ricco pirata di sempre. Ricordando tutto ciò non riuscì a trattenere qualche lacrima che prontamente asciugò. Erano le undici quando il tenente Gin ordinò di dare inizio all'esecuzione. “Siete stati la migliore ciurma che il capitano Edward ha potuto avere, io e lui avevamo grande stima per tutti voi, siete stati al nostro fianco in tutti i momenti, belli e specialmente quelli difficili. Insieme abbiamo formato una grande famiglia e abbiamo affrontato tutte le avversità che sono apparse sul nostro cammino per diventare grandi pirati, ma sembra che ora siamo arrivato al capolinea. A nome mio e del nostro capitano deceduto vi ringrazio della fiducia e di tutto ciò che avete fatto per noi. Ora a testa alta, in nome del grande capitano Edward e con il suo ricordo impresso nella mente andiamo incontro al nostro distino da veri pirati” disse Northon con gli occhi lucidi, la ciurma rimase colpiti da quelle pirati e dopo un grande urlo si unirono in un grande abbraccio con il loro vice capitano. Dopo alcuni minuti dei soldati arrivarono insieme al tenente, “E' arrivato il momento, feccia!!” urlò in faccia ai pirati il tenente. Con Northon davanti e tutti gli altri in fila, i pirati si avviavano verso il patibolo, ammanettati con la testa alta e un sorriso stampato in faccia. La grandissima piazza era piena di uomini, donne, bambini, ma sopratutto di pirati che nascondendosi tra la gente volevano assistere all'esecuzione. Northon e la ciurma si disposero in una fila orizzontale e mentre il boia stringeva il cappio attorno alla testa di ognuno, un uomo del tenente Gin leggeva su un foglio tutti i reati di cui erano accusati e che avevano come conseguenza l'impiccagione. Intanto un gruppo di soldati espose il corpo del capitano Edward davanti al vice capitano Northon, sospeso tra il patibolo e il terreno. Mentre il boia ultimava i preparativi dal patibolo iniziò ad elevarsi un canto piratesco in cui tutte le voci della ciurma si fondevano in un unica voce. Il tenente tentò di farli zittire e di affrettare i preparativi per evitare di creare scompiglio tra la gente. Al canto di libertà dei pirati sul patibolo si unirono le voci dei pirati che erano sparsi per tutta la piazza, mentre i soldati non riuscivano più a gestire la situazione. Tutte le voci si univano in un unica melodia che si poteva udire in tutte le parti dell'isola. Il tenente non poteva sopportare oltre ciò e così affrettò l'esecuzione che doveva avvenire a mezzanotte e diede ordine al boia di posizionarsi alla leva che avrebbe aperto le botole sotto i piedi dei pirati. Appena il boia mise la mano sulla leva il canto si arrestò immediatamente. I condannati fissavano il cielo sempre con lo stesso sorriso che li aveva accompagnati fino a quel momento mentre i pirati in piazza abbassarono il capo e la gente incitava il boia a tirare la leva. Il boia stava per abbassare la leva quando Northon abbassò lo sguardo rivolto ora verso il corpo di Edward ed urlò a squarciagola: “Oh Capitano, nostro capitano!!!”. La voce del vice capitano rimbombò in tutta la piazza accompagnata dagli applausi dei pirati riuniti lì. Erano notte fonda quando il tenente diede l'ordine e il boia abbassò la leva... Ma fu proprio in quel momento che un bagliore attraversò tutta la piazza accecando per alcuni secondi tutti. Lo strano bagliore proveniva dal medaglione di Edward che era cosparso da delle fiamme blu. La gente, ma soprattutto il tenente Gin, rimasero senza parole. E subito dopo il bagliore le fiamme blu avvolsero anche il corpo di Edward che riaprì gli occhi. “Che stregoneria è questa!!” urlava la gente che guardava con occhi increduli a quello spettacolo e anche il tenente non sapeva cosa stesse accadendo. Come un fulmine Edward si liberò dalle manette che lo tenevano sospeso. Oltre al suo corpo anche negli occhi erano presenti delle fiamme blu e con estrema rapidità salto sul patibolo e mise fuori combattimento il boia. Grazie alle fiamme tagliò tutte le corde che stringevano il collo ai suoi amici e li liberò, intanto la Marina stava organizzando un piano d'attacco. “Edward!!! Sei vivo!!” urlò in preda alla felicità il vice capitano Northon. Edward non parlò ma accennò solo un piccolo sorriso poi libero tutta la sua ciurma, che incredula di fronte a quanto stava accadendo pensavano di essere morti, e si diresse verso Gin. Intando nella piazza la ciruma di Edward, insieme ai pirati che dovevano assistere all'esecuzione, iniziarono a fare strage di soldati. Edward, con molta calma si avvicinava a Gin che aveva chiamati i migliori soldati per farsi proteggere, ma i proiettili delle armi venivano fermati dalle fiamme blu che avvolgevano Edward, che ormai sembrava quasi un demone, e gli stolti soldati che tentavano di colpirlo con la spada venivano subito messi fuori combattimento da Edward. Il tenente, che si trovava in una postazione preparata apposta per i membri della Marina per assistere all'esecuzione, tentò di scappare. “Flame Burst” urlò Edward mentre colpì la postazione della Marina con dei getti di fiamma blu che uscivano dalle sue mani. La potenza di Edward era immensa, forse sarebbe riuscito anche a sconfiggere il vice ammiraglio Mug. Sfortunatamente Edward non riuscì a colpire Gin, che intanto era scappato verso la costa. “Vai Edward inseguilo, ci occupiamo noi del resto dei soldati!!” urlò Northon mentre combatteva insieme agli altri. Così Edward spiccò il volo grazie alle fiamme blu che poteva concentrare nelle mani e creare una potenza tale da riuscire a volare. Nonostante il tenente Gin avesse alcuni minuti di vantaggio, Edward riuscì a raggiungerlo in pochi secondi. Mentre Gin correva rivolse lo sguardo al cielo, Edward era lì nel cielo e, avvolto dalle fiamme blu, allo splendore della luna, sembrava un demone che resuscitato cercava vendetta. “NO!!! Mi ha già raggiunto!!” esclamò Gin mentre tentò di aumentare la velocità. Ma Edward iniziò una discesa a picco verso il tenente e riuscì a farlo cadere a terra. “Cavolo!!!” urlò Gin mentre rotolava tra la sabbia della costa con Edward aggrappato su di lui. Gin subito si rialzò e tentò di raggiungere la barca di legno che era ormeggiata poco più avanti, ma a causa della caduta aveva una gamba spezzata e dopo aver fatto qualche metro cadde a terra in preda al dolore. Ebbe appena il tempo di alzare lo sguardo che Edward già era lì ad alcuni centimetri da lui. Nelle fiamme che aveva negli occhi si poteva capire tutta la rabbia e la sete di vendetta che Edward provava. “ Ti prego!! Lasciami andare e farò in modo che non veniate più disturbati dalla Marina su quest'isola!! Non voglio morire!!” urlò con le lacrime agli occhi Gin, mentre Edward alzò il braccio e iniziò a canalizzare le fiamme nella mano. “Noooooo!!!” urlò Gin mettendosi il braccio davanti agli occhi, poi il silenzio. Dopo alcuni secondi Gin tolse il braccio dagli occhi e vide Edward che pian piano abbassava il braccio e le fiamme nella sua mano che sparivano. “Vai via da quest'isola e non tornare mai più, e informa l'ammiraglio Kirk che il capitano Edward è ancora vivo” sussurrò con decisione Edward con una voce che non sembrava la sua. Gin pieno di terrore si alzò con fatica e si diresse verso la barca per poi dirigersi verso la nave della Marina che si trovava ad alcuni chilometri dalla costa.

Edward osservò il medaglione cosparso dalle fiamme e rivolse per alcuni secondi lo sguardo al cielo prima di ritornare nella piazza per aiutare gli altri. La piazza sembrava un inferno, un quadro fatto da pirati e soldati che combattevano su uno sfondo di corpi senza vita e come cornice la gente dell'isola che in preda al panico e al terrore scappava verso la costa oppure si rinchiudeva nelle case pregando che quel caos fosse finito presto. I pirati, nonostante le numerose perdite, riuscirono ad avere la meglio sui soldati della Marina che furono costretti a deporre le armi. Alcuni vennero uccisi dai pirati più crudeli, mentre ad altri soldati venne data la possibilità di lasciare l'isola e di non tornare mai più. I pirati decisero di festeggiare la vittoria tracannando rum e servendosi della compagnia di alcune belle donne, ma Northon insieme ai suoi fissò il capitano. Le fiamme del medaglione svanirono dopo alcuni secondi, e subito dopo svanirono anche le fiamme che avvolgevano Edward, e quest'ultimo cadde a terra privo di sensi mentre la sua ciurma, in preda alla paura che fosse morto di nuovo, si avvicinò per aiutarlo.

FINE CAPITOLO 1

 
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