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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Fumetti e Cartoni non giapponesi
Dalla Serie: Teenage Mutant Ninja Turtles (Tartarughe Ninja)
Titolo Fanfic: L'ANGELO
Genere: Sentimentale, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: 4turtlelove galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 24/01/2014 16:15:46

L'amore fraterno è più forte di qualsiasi altra cosa...
 
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- Capitolo 1° -

Splinter appoggiò il dorso della zampa sulla fronte del suo piccolo Raphael di ormai sette anni.
La piccola tartaruga era distesa sul suo lettino a occhi chiusi.
Respirava normalmente, come se stesse facendo un lungo sonno ma il calore che emanava e le gocce di sudore che gli scendeva sulla fronte faceva capire che il piccolo stava molto male.
Tre giorni prima aveva iniziato ad avere dolori intensi allo stomaco e faticava a respirare.
Poi era arrivata la febbre che continuava ad alzarsi e in fine Raph era crollato.
Don aveva cercato di capire se il fratello avesse qualche malattia che avesse avuto bisogno di qualche particolare cura…ma da quello che capì il rosso aveva una “normale” febbre che però non trattata con le giuste cure poteva degradare fino ad arrivare a punti irrecuperabili…
Il maestro scosse la testa malinconico togliendo la mano dalla fronte del figlio per sostituirla con un fazzoletto di stoffa bagnato.
Leonardo osservava la scena in piedi vicino alla porta con le braccia incrociate, timoroso.
-Papà- chiese ad un certo punto avvicinandosi al centro della stanza dove c’erano i loro quattro letti.
Il vecchio topo si voltò sforzandosi di sorridere e col tono più tranquillo che gli riusciva chiese:-Cosa c’è figliuolo?-
Leo si avvicinò insicuro e balbettò mentre le mani color verde mela gli tremolavano leggermente:-Raph guarirà vero?-
Splinter si girò nuovamente verso la sua tartarughina dalla benda rossa sospirando:-A Raphael servono delle cure che solo gli umani possiedono…e noi non possiamo andarle a prendere purtroppo…-
-Perché no?- chiese Mikey che in quel momento era entrato nella loro camera da letto quasi correndo –Potremmo intrufolarci di notte quando la farmacia chiude e prendere quello che ci serve…-
Il maestro lo guardò severo:- No,Michelangelo- poi proseguì con tono più dolce –Non potrei mai mettere la vita di uno di voi in pericolo…ci andrei io ma purtroppo per me l’allarme è sincronizzato su grandezza d’uomo e io…-
-Allora lascia andare noi- intervenne anche Don cercando di convincerlo -Non saremo per forza a contatto con gli uomini…entreremo e usciremo senza che nessuno ci veda…e io so quello che serve a Raph…-
Splinter scosse la testa sorridendogli malinconicamente e sussurrò dolcemente:–Possiamo solo sperare…-
Poi si voltò verso Raph, deciso che quello sarebbe stata la sua unica e ultima risposta.
I tre piccoli mutanti si girarono verso la porta e se ne andarono delusi.
Prima di perdere del tutto di vista il padre e il fratellino malato a Leo venne un idea tanto stupida quanto semplice.
Dovevano scappare in superficie.
Prese i due fratellini per mano e si mise a correre verso lo sgabuzzino sotto le scale.
Chiuse la porta dietro di sé e accese la piccola lampadina che ci stava dentro illuminando lo sgabuzzino di una luce tremolante.
-Che stai facendo Leo?- chiese Mikey a bassa voce capendo che, se il fratello li aveva portati lì, era perché non voleva farsi sentire dal padre.
Leo ansimò un pochino per la corsa poi rispose deciso:-Ho avuto un idea…-
Don e Mikey si guardarono per niente sorpresi.
Il fratello maggiore era sempre stato un tipo geniale quando si parlava di piani,poi si sedettero per ascoltarlo.
Allora Leo iniziò a raccontare la sua assurda idea per salvare il focoso che parve piacere agli altri due.
-Vorrei non farlo ma è per salvare Raph giusto?!!- sostenne Don guardando Mikey che annuì rassicurandolo.
-Allora è deciso- affermò Leo –Questa notte aspetteremo che il maestri si addormenti e scapperemo…-

Don si guardò intorno, con un occhio chiuso e uno aperto, per simulare il sonno.
Guardò alla sua sinistra dove anche Mikey e Leo erano svegli ma facevano sicuramente finta di dormire.
Era stato incaricato di dare il segnale quando il maestro si fosse addormentato dato che sicuramente sarebbe stato tutta notte a fianco a Raph.
E dato che il letto di Raphael era alla destra di quello di Don lui era il miglior candidato per dare il segnale.
Dette un occhiata attenta al padre che stava seduto sul pavimento con le zampe incrociate sul materasso del figlio e la testa appoggiata sopra.
L’atmosfera della stanza era calda e rilassante: la luce che pendeva dal soffitto, sembrava più calda mentre le pareti sembravano più colorate grazie ai guizzi di colore del focolare che in un angolo della stanza contribuiva a tenere caldi i quattro piccoli ninja le notti d’inverno.
Don si mise a sedere sul lettino ormai convinto che suo padre si fosse addormentato e dette una leggera scossa a Mikey.
Il minore, pronto, aprì gli occhi azzurri e dette un pugno sulla spalla a Leo che si dovette trattenere dal non urlare più dallo spavento che dal dolore…
-Ma che diavolo…Mikey- esclamò indignato il ninja dalla benda azzurra che però venne stoppato dal dito del fratello che gli sigillò le labbra in segno di silenzio e allora dovette arrendersi.
Scesero dai lettini silenziosamente, in punta di piedi.
Don tirò fuori da sotto il cuscino una lista dove aveva scritto le due o tre medicine che avrebbero dovuto prendere per Raph poi si diressero verso la porta della tana.
Non fu difficile non svegliare il maestro che quel giorno aveva fatto su e giù per la casa nel tentativo di far star meglio Raphael.
Chiusero la porta della stanza e si misero a correre nelle fogne diretti verso il tombino che stava vicino alla farmacia.

-Don vuoi fare in fretta?Non è proprio il massimo stare qui sai?- esclamò improvvisamente Mikey aspettando che i fratello (che era esattamente sopra di lui) aprisse il tombino.
Don si girò verso il fratellino commentando nervosamente: -Stai zitto Mikey, ci sto provando-
-Ehi voi due smettetela- li riprese Leo scocciato mentre stava cercando, insieme al fratello genio, di rimuovere il tombino.
Si sentì un rumore metallico e Leo fece un sospiro di sollievo –Avanti andiamo-
Leo fu il primo a uscire seguito da Don e poi Mikey.
Si guardò intorno.
Non erano mai stati fuori dalla tana e questo lo preoccupava molto.
Il vicolo in cui si trovavano era buio, illuminato solo dalle luci dei palazzi in lontananza e dalle insegne luminose per strada.
-Cavoli…non ho mai visto così tante luci- commentò Mikey a cui gli occhi luccicavano dall’emozione.
Donny sorrise guardando tutte quelle luci colorate che ricoprivano la strada davanti a loro ed esclamò meravigliato:-Già…sembrano tante luci di natale…-
Leo fece qualche passo avanti per osservare meglio quello spettacolo e guardò per pochi secondi quel mondo sconosciuto,esterno,meraviglioso quanto spaventoso;
Tutto questo accadde più o meno per tre secondi.
Il maggiore delle piccole tartarughe scosse la testa ricordandosi del fratello rimasto a casa in balia della febbre.
-Dobbiamo andare veloci!- esclamò voltandosi verso la farmacia.
Nessuna risposta.
-Ehi!- esclamò improvvisamente più forte facendo sobbalzare gli altri due –Muoviamoci…-
Mikey e Don non si opposero e lo seguirono obbedienti.
Si avvicinarono alle tubature dell’aria che stavano a mezzo metro da terra.
Leo prese la grata tra le dita e iniziò a tirare finché non si staccò del tutto dalla parete.
Sorrise soddisfatto e si infilò nelle tubature di alluminio facendo cenno hai fratellini di seguirlo.
Arrivato alla fine del “tunnel” si mise disteso sul guscio e dette un calcio alla seconda grata ritrovandosi direttamente nella farmacia.
-Caspita- esclamò meravigliato Donny uscendo per secondo e guardando tutti gli scaffali di medicine messe ordinatamente per nome e per funzione –Non c’è che dire…proprio una bella preparazione…-
Mikey e Leo si misero davanti a lui alzando un sopracciglio e incrociando le braccia in segno di disappunto.
Donny superato un primo momento di stupore scosse la testa sorridendo nervosamente e tirò fuori dalla cintura legata in vita il foglio che fino a un’oretta prima era stato sotto il cuscino e iniziò a cercare le cose elencate.
-Quante cose hai da prendere?- chiese calmo Leo prendendo una borsina dove il genietto infilò tutto quello che fino a quel momento aveva preso.
-Ancora qualcosina…ma ci vorrà poco…- sostenne il viola correndo da una parte all’altra della stanza.
Mikey lo guardava divertito.
Poi improvvisamente si fece cupo e abbassò lo sguardo mentre una lacrima gli tracciò un percorso trasparente sulla guancia.
-Mikey- sussurrò Donny accorgendosi del cambiamento d’umore del fratellino.
Mikey si asciugò la lacrima e tirò su col naso e prima che il fratello avesse potuto chiedergli qualcosa lo anticipò:–Non ho niente Donny…-
Il viola si avvicinò ugualmente cercando di sorridere ,appoggiò a terra la borsina con dentro le medicine lasciando posto al fratellino che si gettò nel suo abbraccio facendolo quasi cadere sul freddo pavimento.
-Ehi,ehi,ehi tranquillo Mikey- lo consolò accarezzandolo sulla testa coperta dalla bandana arancione acceso –Va tutto bene…-
-No…- si lamentò Mikey iniziando a piangere –Va tutto male…non voglio perdere Raphie…non voglio…-
Donny trattenne le lacrime che però scesero ugualmente bagnandogli la bandana viola di un colore ancora più scuro sotto gli occhi.
Prese il respiro poi annuì:-Nemmeno io Mikey…ma riuscirà a guarire con queste medicine…-
Il fratellino alzò lo sguardo che aveva rifugiato tra le braccia dell’altro e con gli occhi rossi guardò il fratello genio negli occhi nocciola e dopo alcuni secondi ebbe il coraggio di parlare:-E se fosse troppo tardi?-
Donny si bloccò mentre sentiva che il sangue gli si gelava nelle vene, arrivando fino al cuore e fermandoglielo.
Prima che potesse pensare una risposta Leo sentì la voce di Leo che li chiamava da vicino alla grata:-Veloci…dobbiamo andare…-
Don raccolse la borsina da terra e si mise a correre insieme al fratellino verso il maggiore che li aspettava.

-Papà-
Il vecchio topo sentì delle voci che venivano dall’entrata della tana.
Alzò la testa circondata dalle braccia a fatica dal materasso del figlio.
-Papà-
Splinter guardò il rosso speranzoso che però continuava a dormire immobile nel suo lettino.
-Papà- urlò ancora un coro di tre voci molto famigliari.
Le tre tartarughine entrarono correndo nella camera da letto e senza perdere tempo si precipitarono a fianco del fratello malato.
Il maestro li guardava perplesso.
Notando che Donatello teneva tra le mani una borsina piena di medicine capì tutto.
Si girò verso il maggiore con uno sguardo pieno di rancore e preoccupazione e allora scoppiò:-Cosa avete fatto?-
In una situazione normale probabilmente Leo si sarebbe vergognato di aver disubbidito al padre,avrebbe iniziato a balbettare o sarebbe diventato rosso senza più parlare.
Ma in quel momento non poteva essere più orgoglioso di sé stesso: aveva disubbidito al padre per salvare il fratello e aveva guidato una spedizione in superficie riportando i fratelli alla tana sani e salvi.
Guardò il suo maestro negli occhi senza paura ed esclamò tranquillamente:-Abbiamo dovuto farlo papà…per Raph…valeva la pena per cercare di salvarlo…-
Splinter lo guardò,un po’ spiazzato da quelle parole così sagge e dirette.
Quelle parole lo avevano improvvisamente addolcito quanto disorientato.
Non poteva fermare l’amore fraterno che scorreva tra le vene dei suoi figli; anche se questo avrebbe potuto comportare un grande pericolo per loro l’avrebbero comunque fatto per salvarsi a vicenda.
Guardò un ultima volta il figlio dalla benda azzurra e annuì non dicendo più nulla.
Donny prese una siringa dalla borsina e abilmente la riempì di un liquido trasparente iniettandolo nel braccio di Raph.
-Ti prego Raph…- sussurrò dolcemente stringendo i denti ma non mollando il braccio della tartarughina.
Non successe nulla.
Niente.
L’aria si fece più fredda.
Il silenzio stava avvolgendo tutto.
Mikey appoggiò l’orecchio sul petto del fratello cercando di percepire i battiti.
Uno…due…tre…tre battiti…
Silenzio.
Dal petto del fratello non uscì più alcun suono.
La pelle era diventata fredda e più chiara del solito.
Alzò lo sguardo per osservare il petto del fratello che si alzava e si abbassava.
Ma tutto il corpo del fratello era immobole.
Il cuore di Raph aveva smesso di battere.
-No- urlò Leo gettandosi sul letto del fratello dopo aver notato l’espressione di Mikey.
Lo prese tra le braccia cercando di sorreggergli la testa che però ricadeva all’indietro senza vita.
-Non lasciarci…- urlò ancora mettendosi a piangere e appoggiando la sua fronte contro le guance gelide del fratellino.
Mikey rimase pietrificato nel vedere quella scena.
Il solo fatto di aver sentito il cuore del fratello, che aveva sempre considerato come il suo eroe, smettere di battere lo aveva fatto rimanere senza fiato.
Ora vedere il fratello maggiore così debole gli bloccò quasi il cuore…
Si girò verso il fratello genio che sembrava aver avuto la sua stessa reazione: era immobile a fissare i due maggiori sotto l’unica luce che ora illuminava la stanza.
Per ultimo guardò il padre.
Stringeva tra le vampe il so bastone da passeggiò così forte che avrebbe potuto romperlo,la testa era chinata e dagli occhi scorrevano calde lacrime che fecero capire all’arancione che non c’erano più speranze.
Chiuse gli occhi non riuscendo più a trattenere le lacrime e si mise a piangere rumorosamente,come un bambino che improvvisamente si è reso conto di essere stato abbandonato in una stanza vuota.
-Sei un idiota Raph- sussurrò Leo non trattenendo le lacrime –Avevamo promesso di non abbandonarci mai…di non lasciare che una cosa del genere accadesse…sei un egoista…-
Prese le braccia del fratello e le strinse forte a se in un gesto disperato.
Donny scosse la testa per riprendersi.
Doveva fare qualcosa.
Saltò sul letto accanto a Leo e senza parlare glielo strappò dalle braccia.
Lo distese sul letto e gli poggiò le mani messe una sopra l’altra sul petto iniziando a premere e a mollare velocemente sussurrando veloci “Uno,due,tre”.
I tre mutanti lo guardavano sorpresi quando il genio posizionò le sue labbra sopra quelle del fratello.
La quinta volta che Don ebbe ripetuto quel esercizio improvvisamente Raph tossì violentemente per la compressione esercitata dal fratello.
-Raphie!- gridò Mikey saltandogli addosso stingendolo a sé –Sei vivo…sei tornato…-
Raph un po’ spiazzato annuì e si mise a sedere guardando il resto della sua famiglia incredula.
Non ci volle molto che anche Leo e Donny si unissero all’abbraccio facendo quasi soffocare il focoso che non capiva cosa stesse succedendo.
-Raphael!- esclamò anche il padre sorridendo e prendendolo tra le sue braccia e sedendosi sul lettino.
Raph sorrise al padre contento di tutte quelle attenzioni ma non disse nulla.
Leo lo guardò perplesso e attirando la sua attenzione tirandogli la bandana chiese: -Raph…ma ti senti bene?-
Il rosso gli sorrise ed esclamò: -Si…- attimo di esitazione –Ma ho sognato una cosa strana…-
Splinter inarcò le ciglia ma prima che potesse parlare Mikey lo precedette :-Cosa hai sognato Raphie?-
Raph scese dalle braccia del padre e si mise a sedere sul letto vicino a lui e i suoi fratelli poi rispose grattandosi la testa. –Ho sognato…che stavo per morire…ma poi un angelo mi ha baciato e mi ha fatto guarire…-confessò in fine.
Mikey e Leo si guardarono mettendosi a ridere mentre Don arrossì un poco.
Raph li guardò perplesso.
Leo gli avvolse un braccio intorno alle spalle e gli raccontò tutto dalla fuga al salvataggio di Donatello.
Alla fine del racconto Raphael sorrise un po’ rosso di vergogna ma felice: -G-grazie …Donny…-
Il genio sorrise e rispose:-Figurati Raph…sono felice di essere io per una volta a salvare gli altri…sono felice di essere il tuo angelo…- e detto questo lo abbracciò facendolo diventare ancora più rosso della sua stessa bandana.
–Però ora…-riprese –Devi prendere la tua medicina se non vuoi stare ancora male…-
Raph roteò gli occhi ma non fece obiezioni…

8 anni dopo…

I quattro giovani ninja erano sulla porta della tana pronti ad uscire.
Leo si tirò su la zip del giubbino azzurro alzando il collo per non rischiare di chiudersi la pelle verde mela nella cerniera.
Mikey fece lo stesso (anche se il suo giubbino invece che azzurro era arancio).
Raph stava aspettando che quel genio di loro fratello si facesse vivo per uscire.
Don arrivò correndo dal suo laboratorio con il suo borsone a tracolla in spalla.
-Scusate- esclamò semplicemente arrivato dai fratelli e appoggiando il borsone in terra per prendere il suo giubbino viola che gli stava porgendo Leo.
-Finalmente- sospirò quest’ultimo senza emozione nella voce –Ci chiedevamo quando saresti arrivato… …dovevamo uscire alle dieci per l’allenamento serale… sei in ritardo di dieci minuti…-
Il genio sbuffò rimettendosi in spalla il borsone: -Sempre il solito…dovresti rilassarti un po’ Leo…sono solo dieci minuti…-
Il leader lo guarda per un attimo con le braccia incrociate e gli occhi semi chiusi poi sorride ed esclama:-Ok genietto…ora però andiamo…-
-Finalmente- sbottò Raph aprendo la porta che dà sulle fogne.
Il ninja dalla fascia viola lo guardò un attimo…poi sorrise e si precipitò verso di lui saltandogli al collo come solitamente faceva Mikey.
-Ehi..- gridò il rosso un po’ confuso –Che fai?-
Don sorrise fermandosi ma non staccandosi da lui e disse sorridendo angelicamente. –Che c’è Raphie…?Non riconosci il tuo angelo?-
Raph lo guardò negli occhi nocciola per un attimo e senza rendersene conto sorrise accarezzando la testa del fratello amorevolmente ed esclamò dolcemente:-Ovvio che mi ricordo…-
Don sorrise poi si rimise dritto davanti a lui,poi si girò e prese dall’appendi abiti il giubbino rosso di Raph e glielo porse:-Ora andiamo…ma ricorda il giubbino piccolo…-
Raph sbuffò e fece una linguaccia ma accettò e si infilò il giubbino…
Nessuno dice di no al proprio angelo…

Fine

angolo autrice:
sono stata un pò assente... scusate...
spero vi piaccia ^-^

 
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